tipo,lingua,id contenuto,titolo,descrizione,titolo testo,abstract itinerario,descrizioni evento,caregorie,immagini evento,immagine spalla destra,immagine copertina evento,testo alternativo immagine copertina,latitudine,longitudine,comune,via o piazza,località,cap,Altri indirizzi Itinerario,it_IT,2967182,Alla scoperta delle rocche Albornoziane in Umbria,"

Maestose e austere, queste fortezze dominano le città sottostanti e continuano a narrare a distanza di sette secoli l’impresa di Egidio Albornoz, cardinale spagnolo e legato pontificio, che le fece costruire per rivendicare il potere dell’autorità papale sui propri territori.


Ma chi era Egidio Albornoz?
Si chiamava in realtà Gil Carrillo Alvarez de Albornoz ed ebbe l’incarico da Papa Innocenzo VI nella seconda metà del Trecento di ricompattare i possedimenti dello Stato Pontificio e consolidarne il potere. Era accaduto che in quel periodo vari e bellicosi signorotti locali del Centro Italia cercarono di uscire dall’egida della Chiesa, anche a causa della lontananza dei Papi da Roma: era l’epoca della cattività avignonese, quando dal 1309 al 1377 la sede papale si trovava ad Avignone, in Francia.
Albornoz riuscì nell’impresa anche grazie alle Rocche, innalzate spesso per mano di architetti di prestigio, che sottolineavano la riconquista dei territori della Chiesa da parte dell’autorità papale.
Dopo questi brevi cenni storici potete partire con il tour che attraversa l'Umbria alla scoperta delle Rocche Albornoziane di Assisi, Spoleto, Todi e Narni, che dominano le città sottostanti in un perfetto stato di conservazione.

Rocca Maggiore di Assisi

Siete nel cortile centrale della Rocca Maggiore di Assisi, dove una scala vi conduce ai dormitori e al mastio che si eleva sulla stretta gola attraversata dal fiume Tescio e su gran parte della Valle Umbra, che si estende da Perugia a Spoleto; al di sotto, l’antico cammino di ronda con le feritoie vi porta all’isolata torre di Pio II.
E da qui che parte il vostro viaggio nel mondo antico di Albornoz e delle sue mille pietre che, se potessero parlare, testimonierebbero di fatti, misfatti e misteri. Oggi queste fortezze sono divenute musei o centri culturali.
Originariamente la Rocca Maggiore era un castello feudale costruito per volere di Federico I di Svevia, detto il Barbarossa, che secondo alcuni atti ufficiali emanati ad Assisi, vi risiedette per un breve periodo. Della presenza al castello di Federico II, nipote del Barbarossa, raccontano invece leggende cittadine: il futuro sovrano avrebbe trascorso nella Rocca una breve fase della sua prima infanzia - era nato nel 1194 - seguito nella sua educazione da Corrado di Urslingen, anch’egli della dinastia sveva, nominato conte della città senza l’investitura papale.
Nel 1198 la fortificazione fu danneggiata dagli Assisani durante i moti popolari indipendentisti rimanendo diruta per circa due secoli fino all’intervento di Albornoz: il cardinale spagnolo la fece ricostruire riutilizzando una porzione delle mura esterne occidentali e parte di quelle interne. Molti interventi di restauro furono compiuti nel periodo della signoria di Biordo Michelotti, tra il 1394 e il 1398; venne poi innalzato per ordine di Jacopo Piccinino il torrione poligonale a nord-ovest. In seguito i papi Paolo II, Sisto IV e Paolo III la restaurarono e la resero più possente.

A Spoleto, nella Rocca che ospitò Lucrezia Borgia
Rimarrete impressionati dalla grandiosità della Rocca di Spoleto, a meno di 50 km da Assisi, che si erge sul Colle Sant’Elia con le sue sei torri biancheggianti a dominio della città. Verso oriente il colle si affaccia sul bosco Monteluco, al quale è congiunto dal monumentale Ponte-Acquedotto delle Torri, di origine romana ma riedificato nel tardo medioevo. Attenzione: il Ponte delle Torri è, al momento, non percorribile. Fino alla sua riapertura, a chi voglia raggiungere Monteluco a piedi il Comune di Spoleto consiglia di raggiungere il Fortilizio dei Mulini seguendo il sentiero CAI n.3 da via del Tiro a Segno, prendendo poi la svolta a destra al bivio per imboccare il sentiero CAI n.1 (vedi la carta dei sentieri).

Il versante occidentale, che sovrasta la città e domina l’intera Valle Spoletana rivela in pieno la funzione della Rocca come formidabile presidio del territorio, costruito a partire dal 1360 da Matteo di Giovannello, detto il Gattapone: da lontano, stagliato nel verde, sembra un’enorme scenografia.
Alzate ora lo sguardo verso le sei sentinelle: al centro del prospetto orientale è la Torre Maestra, più alta ed imponente delle altre, a sinistra, ecco svettare la Torre della Balestra e a destra la Torre Nuova. Nel lato occidentale al centro si erge la Torretta o Torre del Tinello, a sinistra la Torre dell’Acqua e a destra la Torre del Forno.
Internamente, il corpo di fabbrica si trova tra due cortili: quello delle Armi, a sud, e quello d'Onore, a nord, l’ambiente più vasto della Rocca; da non perdere la Camera Pinta, o Picta, decorata da un raro ciclo di affreschi a tema cavalleresco, del XV secolo. nbsp
A impreziosire maggiormente questi ambienti è la Storia, che qui è passata con i nomi dei pontefici Nicolo V, Pio II, Sisto IV, Giulio II, Cesare Borgia, detto il Valentino e persino sua sorella, la più celebre di tutti, Lucrezia. La giovane Borgia, nominata reggente del Ducato di Spoleto dal padre, il pontefice Alessandro VI, nel 1499 soggiornò nella città umbra per alcuni mesi (e poi anche nel 1502) e la sua presenza è certificata nell’archivio cittadino con un documento che riporta alcune parole in latino scritte di sua mano.
Vi consigliamo di visitare anche il Museo Nazionale del Ducato di Spoleto all'interno della Rocca, che nasce per documentare la storia del Ducato, nato intorno al 570 a seguito della conquista longobarda. Qui, in quindici sale su due piani, potete ammirare iscrizioni funebri, arredi liturgici, corredi di sepolture, statue lignee e frammenti architettonici.
Il percorso inizia dal IV secolo illustrando le prime comunità cristiane con materiali provenienti dalle aree funerarie e dagli edifici di culto limitrofi. Si prosegue con opere che vanno dal VI al IX secolo, testimoni dell'evoluzione artistica territoriale, e si conclude con sculture e pitture dal XII al XV secolo che ben documentano la straordinaria fioritura artistica della città e del territorio come il Trittico di Santa Maria delle Grazie di Niccolò di Liberatore.
Tutto è luminoso e ben documentato, dalla finestra corrono i percorsi difensivi sul verde della valle e niente lascia pensare che questa meraviglia architettonica perfettamente restaurata e conservata sia stata per oltre 160 anni un penitenziario. Infatti nel 1817 il governo pontificio ne fece la sede di un bagno penale che ospitò fino a oltre 500 detenuti e per questo motivo vi fece costruire nuovi fabbricati (cappella, laboratori, infermeria, residenze del direttore e delle guardie, uffici). Espugnata dalle truppe piemontesi nel 1860, la Rocca vide confermato dal governo italiano la sua funzione di carcere che terminò solo nel 1982.
Avete ancora energia dopo tante emozioni? Fate allora il Giro della Rocca: un percorso di circa 1 Km, che ruota intorno alla Rocca Albornoziana con un panorama mozzafiato della città.

A Todi, nel Parco della Rocca
Se avete ancora del tempo a disposizione nel vostro carnet di viaggio, fate una deviazione per Todi, a circa 40 km da Spoleto. Qui vi aspetta il Parco della Rocca e il Mastio, una costruzione rotonda a mo’ di roccaforte, la parte più alta della città, che si innalza a 411 metri sul livello del mare: è quel che rimane della fortificazione eretta nel 1373 secondo la “politica delle rocche” di Albornoz (che era morto nel 1367) per volere di papa Gregorio XI, sulle rovine dell’Abbazia di San Leucio.
I tempi erano turbolenti, Todi era stata annessa da poco nei territori dello Stato pontificio e la cittadinanza mal sopportava il nuovo potere. La Rocca infatti fu distrutta dopo pochi anni dal popolo, nel 1382. Fu ricostruita da Braccio Fortebraccio nel 1423 e distrutta ancora da Lodovico Atti nel 1503.
Da queste antiche pietre piantate nell’ampio piazzale, potete godere del panorama sottostante e della valle che si srotola fino al Tevere; addentratevi poi nella cosiddetta “passeggiata della Rocca” dove tra i viottoli ricchi di vegetazione avvertirete la decadente bellezza del passato.

A Narni il Medioevo diventa realtà
Conservate ancora un pizzico di curiosità per la visita alla Rocca di Narni, il monumento albornoziano più a sud dell’Umbria, a circa 50 km da Spoleto. Imponente e austera, la fortificazione guarda il centro storico sottostante, la stretta gola attraversata dal fiume Nera e la via Flaminia ed è facilmente raggiungibile sia salendo a piedi da via del Monte che percorrendo la strada in direzione Flaminia poi svoltando sulla sinistra per via Feronia.
Fu innalzata poco prima del 1370 sul luogo ove in precedenza sorgeva un monastero di clarisse e prima ancora una torre. Vi lavorarono architetti di grande fama come Ugolino di Montemarte e Matteo Gattapone, quindi nel 1460 fu parzialmente modificata da Pio II. La sua struttura ha pianta quadrangolare, con 4 torrioni angolari, di cui uno, il più grande, costituisce il mastio; sulla porta d’entrata vi sono due portali di linee gotiche e quattro stemmi scolpiti, probabilmente quelli dei papi Gregorio XI e Urbano V e dei cardinali Anglico De Grimoard e Filippo d'Alençon. All'interno potete ammirare frammenti di decorazioni pittoriche tra cui una Madonna con Bambino di scuola umbra del '400 e lo stemma di Urbano IV.
Grazie ai recenti restauri, la Rocca oggi è sede di un museo interattivo, con l’antica corte, gli stemmi e il ricordo dell’attacco dei Lanzichenecchi, che può soddisfare i vostri dubbi sul Medioevo e le sue comunità: quali abiti indossavano, quali le armi impugnate per combattere, come si svolgeva la vita quotidiana.
E se siete qui tra aprile e settembre, guide in abiti dell’epoca vi accompagneranno in una visita alternativa di Narni e della sua Rocca in cui potrete combattere con la spada, cimentarvi nel tiro con l’arco o nei passatempi di allora, come il gioco della noce e dell’infila l'anello.
La vostra abbuffata di Medioevo e di rocche albornoziane è quasi terminata. Ce n’è in realtà ancora una, a Spello, mutata nel tempo, come accade a molte vestigia del passato.
La parte originaria fu edificata nel 1358 come fortezza militare da Filippo d’Antella, rettore del Ducato di Spoleto, e quindi affidata al “nostro” Albornoz, secondo le direttive di Papa Innocenzo VI.
Con l’arrivo della Famiglia Baglioni, la Rocca fu inglobata nel loro palazzo divenendo parte integrante della residenza nobiliare.
Il casamento, trasformato da anni in un istituto scolastico, presenta parti di quelle antiche pietre. Le potete vedere spiccare da piazza della Repubblica, a raccontare ancora la storia di un’epoca lontana, ma vera.

Per terminare questo nostro excursus medievaleggiante in giro per l'Umbria, il cardinale Albornoz sovrintese alla costruzione o al rifacimento di varie opere difensive in tutta la Regione, come ad esempio le poderose mura che circondano il borgo di Bettona, danneggiate con l'occupazione del paese da parte di una forza congiunta di perugini, senesi e fiorentini.

Per info:

turismonarni.it

visit-assisi.it

Polo Museale dell'Umbria

",,"Maestose e austere, queste fortezze dominano le città sottostanti e continuano a narrare a distanza di sette secoli l’impresa di Egidio Albornoz, cardinale spagnolo e legato pontificio, che le fece costruire per rivendicare il potere dell’autorità papale sui propri territori. ",,Assisi|Narni|Spoleto|Todi|L'arte in Umbria,,,,,,,,,,, Itinerario,it_IT,2968007,I sentieri della Cascata delle Marmore,"

Sarete accolti da una vegetazione rigogliosa e lussureggiante e da un ambiente naturale popolato di lecci, carpini neri, ontani, ornielli e pini di Aleppo. Una ricca fauna acquatica completa l’ecosistema dell’area e i sentieri sono popolati da numerose specie di uccelli, tra cui la rondine montana, il codirosso, il biancone e il gheppio.

Sentiero n. 1 “Antico passaggio”
È un percorso impegnativo, lungo poco meno di un chilometro con un dislivello di 150 metri (tempo di percorrenza: 1 h e 5 minuti, di cui 40 in salita), ed è l’unico che porta nella parte superiore delle cascate. Potete imboccarlo sia dal Belvedere Inferiore che dal Belvedere Superiore. Lungo il percorso potrete ammirare le grotte naturali e percorrere un tunnel che conduce al Balcone degli Innamorati, proprio sotto il primo salto della Cascata. Un angolo di paradiso, incastonato nella roccia di travertino, dal quale basta allungare un braccio per toccare le acque del fiume Velino in caduta libera.
Al limite del Belvedere Superiore si trova la “Specola”, una piccola torre panoramica fatta erigere nel 1781 da Papa Pio VI. Da qui potrete osservare l’arcobaleno delle Marmore, fenomeno visibile quando si creano particolari condizioni atmosferiche legate alla presenza di vapore acqueo.

Sentiero n. 2 “Anello della Ninfa”
È un percorso semplice e breve che conduce nel cuore delle Cascate (300 metri, con un dislivello di 40 m e un tempo di percorrenza di 20 minuti). Il fragore delle acque e la natura incontaminata lo rendono uno dei più emozionanti. Partendo dall’area del Centro di Educazione ambientale nel Belvedere Inferiore, percorrendo un sistema di scale e passerelle in legno, attraverserete un canale secondario della Cascata, nascosto tra la ricca vegetazione. Si tratta di una piccola cascata, laterale rispetto al secondo salto.

Sentiero n. 3 “L’incontro delle acque”
Altro percorso con un basso grado di difficoltà ma davvero incantevole (150 metri di lunghezza per un dislivello di 15 metri e un tempo di percorrenza di 20 minuti). Questo sentiero vi condurrà nella parte bassa della cascata fino a raggiungere il letto del fiume Nera. In questa zona, per la pressione con cui l’acqua precipita sui gradoni intermedi, si forma un aerosol che crea un habitat particolarmente ricco di vegetazione.

Sentiero n. 4 “La maestosità”
Conosciuto anche come il sentiero di Pennarossa, è il percorso turistico per eccellenza; la maggior parte delle foto del luogo, che sicuramente avrete visto e ammirato, sono state scattate dal belvedere lungo questo sentiero. Un grado di difficoltà media per una lunghezza di 500 metri vi separano dalla suggestiva vista dei tre salti della cascata.

Sentiero n. 5 “La rupe e l’uomo”
Il facile percorso lungo 1 km, con partenza dal Belvedere Superiore, ha un andamento pianeggiante e si sviluppa sul ciglio della rupe di Marmore, offrendo panorami mozzafiato.

Sentiero n. 6 “I leggi sapienti”
Il percorso di circa 1 km collega il Belvedere Inferiore a quello Superiore ed è adatto a escursionisti esperti, attrezzati con scarpe da trekking perché presenta un fondo sconnesso e a tratti ripido.

Consultate qui gli orari di ingresso e le informazioni sulle visite guidate e sulle attività didattiche.

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Se desiderate ammirare la Cascata delle Marmore da diversi punti di vista e immergervi completamente nella natura circostante, per voi un’ampia rete di sentieri e percorsi ben tracciata e segnalata che si snoda all’interno del Parco.

",,Terni|Paesaggi d'acqua|Valnerina da scoprire|Trekking,,,,,42.45236385,14.205169264197048,,,,, Itinerario,it_IT,2966546,Itinerari nella Valnerina,"

Un'area meravigliosa, ricca di natura, sapori e tradizioni locali: oggi vi daremo tanti buoni motivi per scoprire la Valnerina, una vallata verdissima attraversata dal fiume Nera.

Ci troviamo in un paesaggio costellato di rocche medievali, abbazie solitarie ed eremi abbandonati dal tempo e dall'uomo. Ma anche un luogo in cui poter assaggiare prodotti alimentari di grande qualità, realizzati in loco da secoli. Si pensi solo al prosciutto di Norcia, al tartufo nero, al farro, alla lenticchia o, magari, ai formaggi caprini.

Se vi piace andare alla scoperta di nuovi luoghi a piedi o in bicicletta, una meta ideale è il monte Fionchi: una montagna imponente, talvolta visibile anche da Perugia, presso la quale pascolano mucche e cavalli allo stato brado. Quasi un dipinto agli occhi dello spettatore.

In genere, l'itinerario inizia a Mezzanello, nelle vicinanze di Ancaiano, per arrivare poi a radure erbose che consentono lauti picnic e relax all'aria aperta. Qui vicino si dirama anche il sentiero Francescano, proveniente da Assisi in direzione Greccio: volendo, quindi, potete decidere di intraprendere anche un viaggio all'insegna della spiritualità e del benessere interiore.

Il monte Civitella, invece, si trova nel comune di Scheggino e fa parte del complesso del Coscerno-Aspra, articolato tra diverse cime tra cui il monte dell'Eremita e la cosiddetta Quota 1546. Oltre alla Val Casana, che congiunge con il paese di Gavelli e a forca della Spina, si può passeggiare sul piano delle Melette: una grande distesa che veniva utilizzata dagli abitanti del posto come rifornimento di colture agrarie, come fieno, foraggi e alberi da frutto.

Interessanti anche le muraglie: degli strapiombi di roccia che ricordano molto le balze, presenti anche in altre regioni. Praterie, fiori profumatissimi e molto altro: il paesaggio che troverete vi delizierà senz'altro gli occhi. Seguendo i tracciati dei carbonai, dei boscaioli e dei mulari, potrete ammirare il bello dell'Umbria, toccando con mano i mestieri antichi e il passato leggendario.

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Un viaggio suggestivo, immerso tra i boschi dell'Umbria, che vi consentirà di respirare appieno la natura e il benessere di cui avevate bisogno

",,Scheggino|Ferentillo|Valnerina|Parchi naturalistici e tematici,,,,,42.45236385,14.205169264197048,,,,, Itinerario,it_IT,2968298,Perugia e gli Etruschi,"

L'itinerario parte dal centro di Perugia: occorrono buone gambe per affrontare alcune delle sue caratteristiche salite.

 

La prima fatica è compensata dalla vista di uno dei monumenti più rappresentativi della città, l'Arco Etrusco, da dove si dipartono tre ripide strade che conducono fino in Piazza IV Novembre. Ristrutturato di recente, ha riacquistato il bianco splendore del travertino originario: è imponente l'immagine che rimane impressa osservandolo dalla sottostante Piazza Fortebraccio.

Dal suo torrione più meridionale si apre parte del percorso della cinta muraria, che da qui piega verso sud lungo via Battisti, la strada ""panoramica"" per definizione, perché da lì la visuale sui tetti delle case che si addossando alla caratteristica via dell'Acquedotto è davvero uno spettacolo emozionante, specialmente al tramonto.

Giunto in cima, ti troverai a pochi passi dall'acropoli, che fu anche il nucleo originario di insediamento degli Etruschi. Le tracce sono visibili nei sotterranei della Cattedrale di San Lorenzo, in cui sono emersi, fra l'altro, i resti del più grande tempio cittadino. Per una visita non serve prenotare: si accede dal Museo Capitolare, ospitato nel bellissimo chiostro del palazzo adiacente alla cattedrale.

È vicinissimo anche il Pozzo Etrusco, esempio mirabile di ingegneria idraulica: visitandolo sentirai ancora il ticchettio di poche gocce d'acqua, che un tempo nutrivano abbondantemente il pozzo e la città.

Puoi raggiungere il Museo Archeologico Nazionale dove sono conservati molti referti mobili, ammirando la bellissima Porta Marzia ora uscita della Rocca Paolina.

Le testimonianze di epoca etrusca sono molte anche nelle aree adiacenti al centro storico: la più celebre è sicuramente l' Ipogeo dei Volumni, una bellissima tomba sotterranea visibile lungo la strada principale interna, in direzione di Assisi. Altre importanti necropoli si trovano nel versante occidentale della città: puoi visitare facendo alcune brevi tappe. Dall'Ipogeo di San Manno a Ferro di Cavallo, incorporato in una chiesetta trecentesca, alla Necropoli di Strozzacapponi (quest’area archeologica è temporaneamente chiusa al pubblico), fino alla Tomba del Faggeto verso nord, il tuo viaggio si conclude nella tranquillità di spazi aperti, in cui fermarti a riposare, prima dello spuntino con torta al testo e prosciutto.

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Un itinerario che parte dall'Arco etrusco e segue il percorso murario della città, per toccare i luoghi principali dell'acropoli in cui sono ancora vive le tracce del passaggio degli Etruschi. Qualche altro suggerimento, per una visita appena fuori le mura.

",,Perugia|Storia antica|Trekking urbano,,,,,42.4522317,14.2045627,,,,, Perugia Itinerario,it_IT,2969285,"Tour nei sapori e nella storia di Orvieto, Todi e Terni","

Per recuperare forze ed energie a volte basta poco: un pausa dal lavoro, un luogo da esplorare, la compagnia adatta. Ritagliatevi tre giorni e seguite i nostri consigli: vi sentirete appagati e pronti a ricominciare con un nuovo sprint.

In particolare, il tour che vi proponiamo prende il via da Orvieto che, si sa, meriterebbe un intero weekend per essere goduta come si deve; tuttavia, proveremo a concentrare tutto il meglio nel minor tempo possibile.

Tra le tappe irrinunciabili troviamo il Duomo, uno splendido edificio iniziato nel lontano Duecento sotto il pontificato di Urbano IV. Colpisce la maestosa facciata gotica fatta di mosaici e bassorilievi, nonché la Cappella del Corporale. Il reliquiario qui deposto conserva il ""Sacro Lino"" macchiato del sangue scaturito dall'ostia, nel 1263, mentre un prete boemo celebrava una messa tormentato da dubbi sulla fede.

Nella parte posteriore dell'imponente edificio, si trovano invece i Palazzi dei Papi, intitolati, tra gli altri, a Martino IV e Bonifacio VIII.

Ci immergiamo poi nell'atmosfera magica della Città Sotterranea, ricca di grotte e cavità; di queste fa parte anche il Pozzo di San Patrizio, terminato nel Cinquecento per approvvigionare d'acqua la rocca dell'Albornoz.

Chiudiamo in bellezza la prima giornata con una cena a base di prodotti tipici del luogo. Sul menù troverete sicuramente la palomba alla leccarda, il pollo alla cacciatora e, come dessert i ciambelloni con l'anice. E, se proprio volete trattarvi da signori, sorseggiate un calice di Sangiovese o Trebbiano: due vini di qualità inimitabile.

La mattina successiva ci spostiamo di pochi chilometri e partiamo per Todi, una cittadina posta in cima a una collina, come un faro sulla valle del Tevere. All'interno della tripla cerchia muraria di diverse epoche storiche, incontriamo Piazza del Popolo, il cuore pulsante delle attività e del commercio. Si affaccia il Palazzo Comunale, che comprende il Museo lapidario, la Pinacoteca Civica e il Museo Etrusco Romano.

Poco distante si erge la Chiesa di San Fortunato, l'edificio dedicato al patrono locale che, tra l'altro, ospita la tomba del poeta umanista Jacopone da Todi. Gli appassionati di arte non possono perdersi neppure il Tempio della Consolazione, eseguito nel XVI secolo su disegno di Bramante.

Dopo aver visitato le Cisterne, tesori sotterranei che venivano utilizzate per raccogliere le acque piovane, una pausa gustosa è quel che ci vuole!

Sulle tavole tuderti le vere specialità sono il pan caciato o nociato, piccioni allo spiedo e salumi, il tutto accompagnato da un Grechetto DOC, di cui andava ghiotto anche Plinio il Vecchio.

Chiudiamo la nostra escursione con la visita a Terni: il terzo e ultimo giorno lo dedichiamo ancora una volta alle bellezze della città, ma anche a quelle della natura. In questo contesto si trova infatti la Cascata delle Marmore, una delle più alte in tutta Europa.

Anche in questo caso, dopo una bella camminata nel verde o dopo aver fatto trekking all'aria pulita, non mancherà il giusto riposo davanti a un buon piatto di Ciriole alla ternana: un tipo di pasta fatto a mano condito di solito con pomodoro, aglio, olio e peperoncino. Diffuse anche pietanze a base di cacciagione e carne alla brace e, per finire in dolcezza, optate per il panpepato, un'usanza del periodo natalizio.

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Tre giorni di benessere e scoperta in Umbria: da Orvieto a Terni, passando per Todi conoscerai luoghi spettacolari, storie e leggende, senza parlare della buona cucina

",,Orvieto|Terni|Todi|I percorsi del gusto,,,,,42.45236385,14.205169264197048,,,,, Itinerario,it_IT,4610805,Parchi a misura di bambino,"

Un’immersione nella natura del Cuore Verde d’Italia con tanti stimoli e numerose opportunità di gioco e di divertimento per una vacanza a misura di bambino. 

Per informazioni e prenotazioni:

Città della Domenica – Perugia – tel. +39 075 5054941 – www.cittadelladomenica.it

Bosco di San Francesco – Assisi (Pg) – tel. +39 075 813157 – www.fondoambiente.it

Leo Wild Park – Todi (Pg) – tel. +39 333 7766055– Pagina Facebook Leo Wild Park 

Centro Rafting Umbria – Serravalle di Norcia (Pg) – tel. +39 348 3511798 –  www.raftingumbria.it

Parco Naturalistico della Cascata delle Marmore – tel. +39 345 7709992 – www.cascatadellemarmore.info

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Tra avventura e divertimento, vi portiamo alla scoperta di attrazioni immerse nella natura che regalano a grandi e piccoli momenti di grande spensieratezza per una vacanza da vivere all’aria aperta.

",,Assisi|Perugia|Terni|Todi|Norcia|Parchi naturalistici e tematici,,,,,43.113649,12.3419723,Perugia,,,, Itinerario,it_IT,2969601,Weekend in riva al lago: tra Orvieto e il Trasimeno,"

Quante volte avete avuto bisogno di un break dal lavoro e dagli impegni quotidiani? E quante volte la soluzione migliore è stata partire alla scoperta di luoghi non ancora esplorati? Se anche voi sentite questo impulso, sappiate che la risposta ai vostri problemi ha un nome: Umbria.

Bastano appena due giorni in questa meravigliosa terra e vi sentirete rigenerati. L'itinerario che vi consigliamo prende come punto di partenza Orvieto, uno dei centri più antichi d'Italia. Il suo passato ha lasciato in custodia moltissimi monumenti e chiese da visitare.

Iniziamo con il Duomo, un esempio ben riuscito di architettura romanico-gotica, il cui interno ospita il Sacro Corporale ed è ornato con affreschi unici firmati da Luca Signorelli.

Da vedere a poca distanza da qui troviamo i Palazzi dei Papi: strutture imponenti che testimoniano grandi personalità dello Stato Pontificio come Urbano IV, Martino IV, Bonifacio VIII.

Nella to-do-list ideale non può mancare una sosta alla città sotterranea, fatta di pozzi e grotte ricavate nelle cavità per mano degli abitanti del luogo.

Dopo aver visto anche la Necropoli Etrusca, consigliamo un aperitivo o una degustazione a qualche cantina del posto, dato che qui si coltivano uve di ottima qualità.

Il giorno dopo iniziamo il tour da Città della Pieve: qui è doverosa la visita della casa di Perugino e dei suoi affreschi, come ""Madonna e i SS.Giovanni Evangelista, Giovanni Battista, Pietro Martire e il beato Giacomo Villa"", ""Madonna col Bambino e SS. Pietro, Paolo, Gervasio e Protasio"", ""Battesimo di Gesù"", e il Pomarancio: ""Eterno e Angeli"".

Dopo tutta questa arte, ci concediamo un pranzo sulle rive del Lago Trasimeno: una fuga nel verde è quello che ci vuole per ritrovare benessere e godersi i prodotti locali.

Terminiamo la seconda sera presso Isola Maggiore che, ancora oggi, vanta un aspetto tipico del villaggio Quattrocentesco, creato da pescatori. La particolare pratica del merletto, la Casa del Capitano e la Chiesa di S. Salvatore rendono il luogo magico e suggestivo: l'ultima tappa di un'esperienza che rimarrà impressa nel cuore.

 

 

 

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Musei, chiese e città sotterranee: niente di meglio per trascorrere un weekend. Orvieto e le città dei suoi dintorni sono la meta ideale anche per godere dei prodotti e dei sapori tipici

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Una bella giornata e tanta voglia di camminare: avete mai pensato di intraprendere un viaggio nei dintorni di Norcia? La cittadina, il cui nome antico è Nursia, si trova tra i due fiumi di Sordo e Tordbidone: un luogo che divenne importante soprattutto in epoca romana dal punto di vista politico.

Dentro le mura, si consiglia la visita della chiesa gotica di San Benedetto (oggi in fase di resturo dopo il terremoto), primo monaco del Cristianesimo nato in loco. Da non perdere anche il Duomo che risale all'epoca rinascimentale, oppure la Castellina: una rocca, realizzata dall'architetto Vignola, che ospita il ricco museo diocesano.

Usciamo dalla porta e ci dirigiamo in direzione Preci. Ci immettiamo nel sentiero della valle di Patino che conduce anche all'omonima grotta, nascosta tra i faggi. Questa spelonca dall'aria misteriosa è stata in passato un ottimo riparo per i pastori e – quasi sicuramente – anche nella preistoria.

Ci troviamo a poca distanza dal monte Patino, un punto panoramico estremamente consigliato per ammirare per intero il possente Vettore. Arriviamo a Monte Fusconi e in seguito a Poggio di Croce, sorto come un castello. Col tempo si è trasformato in un villaggio rurale e dell'antico insediamento sono rimasti intatti solo l'entrata e il cassero.

Iniziamo a intravedere in lontananza Castelluccio, incastonato nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Il borgo, noto soprattutto in primavera per la fioritura delle piante, si presta molto bene per la pratica degli sport, in particolare mountain bike, gite a cavallo o con i muli e – nei mesi invernali – sci di fondo.

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Non solo chiese e monumenti: mettiti in viaggio nella natura ai piedi delle montagne per vivere appieno l'essenza dell'Umbria

,,Norcia|Trekking,,,,,42.79293024296598,13.092882652126956,,,,,null null null null null null Itinerario,it_IT,2967050,Trekking nei dintorni di Polino,"

Siete alla ricerca di un percorso da fare a piedi? Possibilmente tra fiori e piante selvatiche? L'Umbria, come sempre, non vi lascerà insoddisfatti.

Che vi piaccia fare trekking o andare in bicicletta poco importa: l'essenziale è partire con poche cose nello zaino e avventurarsi nel verde, senza guardarsi indietro.

Vi proponiamo un'escursione davvero accattivante che ha inizio a Colle Fergiara, una zona rilevante dal punto di vista della vegetazione ma anche per i fossili di origine marina rinvenuti in epoca recente. Questi testimoniano i profondi cambiamenti che si sono verificati col tempo a causa degli spostamenti tettonici.

Questa zona è particolarmente indicata per gite in primavera, quando le genziane, i tulipani e le peonie sprigionano i loro profumi e i loro colori più vivaci.

Da qui, si giunge facilmente al Salto del Cieco, l'antica dogana che un tempo divideva lo stato pontificio e il regno borbonico. Si possono vedere ancora alcuni ruderi, in parte recuperati, in parte lasciati a loro stessi. Di grande interesse anche gli esemplari di pino d'Aleppo, di lecci e roverelle.

Ci troviamo quindi a Polino, ubicata a circa 830 m di altezza e – in passato – divenuta feudo della famiglia ternana Castelli che la utilizzò come roccaforte, sfruttando la sua posizione privilegiata.

Nei pressi della piazza centrale, salta agli occhi la porta del paese e, successivamente, anche un torrione che veniva adibito a ufficio militare. Il castello, la fontana e la torre Oesina sono altri monumenti da non perdere nel centro storico, anche se la cosa che più colpisce è senz'altro la natura circostante. A pochi chilometri si possono raggiungere i monti Coscerno e Aspra, oppure il lago di Piediluco e Monteleone di Spoleto.

Proseguiamo il nostro viaggio alla volta di Colle Bertone, una località arroccata su rocce, intorno alle quali si trovano i resti dei cosiddetti gigli e ricci di mare.

 

La nostra meta è il Monte La Pelosa, ovvero l'elevazione massima di tutta la provincia di Terni. Dalla vetta si ammirano ben cinque regioni: un punto di vista eccezionale per scorgere tutte le meraviglie della Valnerina, dell'Appennino centrale, dei monti Sibillini, della Laga e del Gran Sasso. La destinazione è ideale anche per chi ama fare avvistamento animali: se si è fortunati si possono spiare caprioli, volpi, scoiattoli e diverse specie di volatili.

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Da Colle Fergiara al Monte la Pelosa, passando per Colle Bertone e Salto del Cieco: ecco le tappe del percorso all'insegna della bellezza

",,Trekking,,,,,42.58390879341004,12.842998489392029,,,,,null null null null null null Itinerario,it_IT,2967575,Trekking sui Monti Martani,"

Il territorio dei Monti Martani è un insieme di rilievi che racchiude la valle umbra meridionale, che va da Assisi a Spoleto. È questo il luogo ideale per chi ama fare delle belle scampagnate all'aria aperta, senza rinunciare al gusto della scoperta e della storia.

Dal punto di vista geologico, infatti, le montagne sono costituite da sedimenti marini, in particolare da calcare risalente al periodo Triassico. La vegetazione qui è molto ricca e variegata: ci si può addentrare in boschi misti, popolati da querce, lecci e anche faggi. Ma la vera particolarità dei Martani è data dalla presenza di grotte, doline e inghiottitoi nati dall'effetto erosivo delle acque col tempo.

Da vedere dei dintorni è il borgo di Macerino, di origine romana, situato su una strada essenziale per lo scambio merci e per la comunicazione. Le mura di quella che fu anche la capitale delle Terre Arnolfe sono ancora intatte, così come il castello, realizzato sopra il centro dell'abitato, la pieve di San Biagio, la chiesa di San Giovenale e quella della Madonna del Fiore.

Se invece siete degli appassionati di paesi fantasma, ovvero quei luoghi disabitati da tempo, intrisi di fascino e magia, dovete obbligatoriamente passare da Scoppio: un agglomerato di case e vicoli in pietra, rimasto vuoto dalla fine degli anni Cinquanta. Più volte coinvolto in terremoti anche tragici, il centro conserva ancora una parte del castello originale.

Ma questa è anche l'oasi per chi è in cerca della propria spiritualità. Nei paraggi si trovano anche l'insediamento protostorico di Cesi, il santuario fortificato di S. Erasmo, collocato tra la valle dei Naia e la conca ternana e il santuario di monte Torre Maggiore

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A piedi, in bicicletta o a cavallo: ecco tutte le attività da fare sui Monti Martani. Dalla natura più verde ai borghi dimenticati: i luoghi da non perdere in Umbria.

",,Acquasparta|Trekking,,,,,42.57394446477904,12.667473043013295,,,,,null null null null null null Itinerario,it_IT,4438046,Ciclovia del Tevere,"
Tappe San Giustino-Umbertide; Umbertide-Ponte San Giovanni;
Distanza Tappa 1: 44,5 km | Tappa 2: 40,6 km
Dislivello Tappa 1: +80m; -150m | Tappa 2: +220; -270m
Difficoltà Tappa 1: facile | Tappa 2: media
Fondo Tappa 1: asfalto 13,20 km (29,7%); sterrato 31,3 km (60,3%)| Tappa 2: asfalto 19,80 km (48,8%); sterrato 20,8 km (51,2%)
Bici consigliata Tappa 1: ibrida, mtb, | Tappa 2: ibrida, mtb
Da vedere in zona San Giustino, Città di Castello, Trestina, Umbertide, Abbazia di San Salvatore di Montecorona, Ponte Pattoli, Perugia.

 

Un itinerario facile e completamente pianeggiante, adatto anche ai meno esperti e a famiglie con bambini, che si snoda fra i paesaggi dolci e pianeggianti della Valtiberina umbra. Per i meno esperti o per coloro che preferiscono abbinare all’attività sportiva la conoscenza del territorio, è possibile dividere il percorso in due tappe: la prima da San Giustino a Umbertide e la seconda da Umbertide a Ponte San Giovanni

 

 
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Percorso cicloturistico che collega Città di Castello a Perugia e si sviluppa lungo le sponde del fiume Tevere. Un itinerario facile e completamente pianeggiante, adatto anche ai meno esperti e a famiglie con bambini, che si snoda fra i paesaggi dolci e pianeggianti della Valtiberina umbra.

",,San Giustino|Umbertide|Città di Castello|Montone|Perugia|Ciclovie|Facile,,,,,43.5480057,12.17463,,,,, Itinerario,it_IT,2968786,Da Umbertide due itinerari lungo antichi sentieri,"

Da Umbertide al Monte Acuto

La salita al Monte Acuto prevede un tempo di percorrenza di quattro ore, il percorso ha una lunghezza di km. 11.450, il dislivello è di m. 678.

Durante il cammino si incontrano boschi e pascoli e a circa m. 700 il sentiero si biforca; attraversando una fitta faggeta si raggiunge la Cima Cerchiaia, dove si trovano i resti di un castelliere che testimonia l'importanza strategica del Monte Acuto già in passato.

Si tratta di una struttura di età protostorica di forma ellittica, da cui deriva il nome “cerchiaia”, che serviva a tenere sotto controllo il territorio sottostante.

Anche sulla sommità del Monte Acuto (m. 923) era presente un presidio a difesa del confine tra il territorio etrusco e quello umbro, definito dal corso del fiume Tevere.

Tra il VI e IV sec. a.C. la vetta del monte diventò la sede di un santuario d'altura dedicato a una divinità protettrice delle attività agricole e pastorali, alla quale furono dedicati bronzetti votivi ritrovati numerosi durante gli scavi archeologici.

 

 

Da Umbertide a Monte Corona

La salita a Monte Corona prevede un tempo di percorrenza di quattro ore e mezzo, il percorso ha una lunghezza di km. 12.500, il dislivello è di m. 690.

Lasciata a valle l'Abbazia di Montecorona si comincia a salire verso l'Eremo; percorrendo l'antico sentiero costruito dai monaci (oggi chiamato “Mattonata” per la presenza del lastricato), si incontra un'edicola dedicata alla Madama e, dal podere S. Savino, la vista si apre su uno stupendo panorama verso l'Appennino.

Al bivio si può decidere di raggiungere l'Eremo sulla sommità di Monte Corona e proseguire poi per il borgo fortificato di Santa Giuliana, di proprietà privata.

Scendendo verso valle si passa accanto al podere San Giuliano delle Pignatte, dalla cui chiesa proviene il pregevole ciborio dell'VIII sec., oggi nell'Abbazia di Montecorona, al podere Toro, e costeggiando la collina di Castiglione dell'Abbate si torna al piano.

Difficoltà per entrambi i sentieri: E

Secondo la definizione del CAI: itinerario che si svolge su sentieri dal terreno vario (pascoli, detriti, pietraie).

Richiede allenamento per la lunghezza del percorso e per il dislivello, oltre ad un adeguato equipaggiamento.

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Due itinerari, con partenza da Umbertide, per gli appassionati di trekking

",,Umbertide|Trekking,,,,,42.45236385,14.205169264197048,,,,, Umbertide Monte Acuto/Monte Corona Itinerario,it_IT,2966652,I tesori della terra a Colfiorito,"

Il paese di Colfiorito, appartente al territorio di Foligno, sorge su un altipiano immerso nel verde degli Appennini tra l'Umbria e le Marche, a circa 800 metri di altezza sul livello del mare. Si arriva percorrendo la SS77 Val di Chienti e quando si passa da queste parti attraversando il valico di Colfiorito, la vocazione di questo territorio diventa subito evidente. Ai lati della strada, potrai vedere gli agricoltori vendere i prodotti tipici del territorio: le diverse varietà di legumi e la famosa patata rossa, che è il simbolo per eccellenza della zona e alla quale è dedicata la sagra/mostra mercato che si svolge abitualmente nel mese di Agosto, ogni anno dal 1978.

La patata rossa di Colfiorito non è originaria del territorio ma deriva dalla varietà olandese Désirée, che si è sviluppata molto bene grazie al clima presente nell'altopiano, all'abbondanza di acqua e alla composizione, fertilità ed altitudine dei terreni. La patata rossa ha delle caratteristiche molto particolari che la distinguono dalla classica variante bianca: la tipica buccia rossa, la polpa color giallo, la forma ovale e allungata.

Particolarmente rinomata per la preparazione degli gnocchi grazie alla sua consistenza, è utilizzata nella preparazione di frittate e focacce, come accompagnamento ai secondi piatti condita con rosmarino, timo, origano o prezzemolo o semplicemente cotta alla brace, con aggiunta di olio e sale. La patata rossa di Colfiorito dà il meglio di sé anche impiegata nella preparazione delle famose ciambelle dolci fritte.

Tra i prodotti tipici del territorio di Colfiorito ti segnaliamo anche gli ottimi legumi tra cui la lenticchia di Colfiorito, meno nota e di dimensioni più ridotte rispetto a quella di Castelluccio di Norcia, ma altrettanto buona e gustosa. Un prodotto di grandissima qualità, ottima in umido, preparata sotto forma di purè, nelle zuppe e non ha bisogno di ammollo per essere cucinata.

Altri prodotti caratteristici dell'altopiano sono il farro, i fagioli, i ceci, le cicerchie e la roveja, un legume simile al pisello ma di colore marrone scuro, rossiccio o verde scuro avente un sapore simile alla fava. La roveja è coltivata in pochissimi appezzamenti di terreno della zona e vanta un alto contenuto di proteine, pochi grassi e minerali preziosi come fosforo e potassio. La sua coltivazione è stata progressivamente abbandonata a causa nel molto lavoro manuale necessario, ma è oggi riscoperta e valorizzata come prodotto di nicchia. In zona ci sono anche numerosi caseifici, nei quali potrai acquistare formaggi genuini e di altissima qualità direttamente dai produttori locali.

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Un territorio profondamente legato alle tradizioni e ai frutti della propria terra, che vanta un'orgogliosa tradizione di prodotti tipici: la famosa patata rossa, differenti varietà di legumi di altissima qualità, i formaggi e le carni arricchite dal sapore delle erbe dei pascoli montani.

",,Foligno|Sapori della terra,,,,,42.6826178,13.0534208,Colfiorito,,,,null null null Colfiorito null null null Itinerario,it_IT,2970447,Da Magione a Passignano: storia e sapori lungo la strada dei Colli del Trasimeno,"

Sai che l'Umbria è la prima regione italiana ad aver ottenuto il riconoscimento della Dop per l’olio extravergine d’oliva, su tutto il territorio regionale?

La denominazione Dop Umbria è accompagnata da cinque menzioni geografiche: ecco allora un itinerario tra gastronomia e cultura, da Magione a Passignano, alla scoperta di una di queste menzioni geografiche, quella dei Colli del Trasimeno.

 

La Dop Colli del Trasimeno

La zona di produzione delle olive comprende i territori di Perugia, Piegaro, Paciano, Panicale, Castiglione del Lago, Magione, Tuoro sul Trasimeno, Passignano sul Trasimeno, Lisciano Niccone, Umbertide, Città di Castello, Monte Santa Maria Tiberina, Corciano, Citerna, San Giustino, Montone e Pietralunga.

Si tratta di un olio extravergine di oliva ottenuto dalle seguenti varietà di olivo: Moraiolo e Dolce Agogia (in misura non inferiore al 15%); Frantoio e Leccino (congiuntamente in misura non inferiore al 65%) e, eventualmente, altre varietà fino al limite massimo del 20%.
Dal colore che varia dal verde al giallo dorato e dal sapore fruttato, con una leggera sensazione di amaro e piccante, è l'ideale per il carpaccio di pesce di lago, i pesci nobili arrosto e i passati di verdure.

Il periodo fra ottobre e novembre è sicuramente il migliore per poter conoscere da vicino la produzione dell'olio in Umbria, soprattutto in occasione di Frantoi Aperti, che ti permette di partecipare a degustazioni, passeggiate e raccolta delle olive, per celebrare l'arrivo del nuovo olio extravergine di oliva, insieme alle altre eccellenze enogastronomiche del Cuore Verde d'Italia.
Nello specifico, a Magione, ogni anno si svolge “Olivagando”, mentre Passignano ospita “Oliamo”: entrambe le iniziative sono un’ottima occasione per scoprire meglio l'olio extravergine d'oliva del Trasimeno (ti consigliamo di consultare il programma di Frantoi Aperti per verificare le date).

Nelle zone del Trasimeno si trovano una decina di frantoi, se vuoi approfittare della manifestazione per visitarli ti basterà consultare quali di questi aderiscono all’iniziativa.

 

Il percorso

Parti in mattinata, così da poterti godere l'intera giornata con calma e senza tralasciare nulla di quanto queste splendide zone hanno da offrire.

Il nostro itinerario parte da Magione, borgo dominato dal maestoso castello dei Cavalieri di Malta che sorge sulle colline della sponda orientale del lago Trasimeno.

Proprio il castello dei Cavalieri di Malta è l'edificio più rappresentativo della città e, di conseguenza, non puoi di certo mancare una visita: si trova all'interno dell'abitato di Magione ed è oggi perfettamente inserito nel nucleo urbano.

Sempre nel borgo ti consigliamo di non perderti la Chiesa di San Giovanni Battista, con un'imponente facciata arricchita dal ciclo di affreschi di Gerardo Dottori; la chiesa della Madonna delle Grazie, che conserva la ""Vergine in Trono con il Bambino"" (1371), dipinto attribuito ad Andrea Di Giovanni da Orvieto; e la Torre dei Lombardi, realizzata tra il XII e XIII secolo dai Cavalieri Gerosolimitani come sistema difensivo.

Arriverai così all'ora di pranzo e non potrai non concederti una pausa in uno dei ristoranti della zona, dove ti consigliamo di scegliere uno dei piatti che ti daranno l'opportunità di assaggiare l'olio a crudo in abbinamento ad uno dei prodotti tipici del lago, come la fagiolina del Trasimeno.

A questo punto riparti, spostandoti verso Passignano: ti basterà prendere il treno regionale che passa ogni ora e che, in pochi minuti, ti condurrà a destinazione (qui trovi gli orari)

Una volta arrivato a Passignano, che sorge su un piccolo promontorio formato dalle ultime propaggini delle colline che degradano lungo la riva settentrionale del Lago Trasimeno, ti troverai di fronte un borgo in cui si combinano perfettamente natura e storia, arte e folclore.

Nel punto più alto del paese sorge la Rocca, di epoca medievale, al cui interno è allestito il Museo delle Barche, che ti consigliamo di visitare.

Tra gli edifici di pregio artistico ti segnaliamo la Chiesa di San Cristoforo, la quattrocentesca Chiesa di San Rocco, la Chiesa di San Bernardino e l'Oratorio di San Rocco.

Prima di ripartire concediti un aperitivo lungolago, magari gustando un buon bicchiere di Vino DOC dei colli del Trasimeno: i colori del tramonto ti lasceranno senza fiato.

Per fare rientro a Magione sarà sufficiente riprendere lo stesso treno dell'andata.

Puoi arricchire l’itinerario da noi proposto con:

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Un itinerario tra gastronomia e cultura, da Magione a Passignano, alla scoperta della Dop Colli del Trasimeno.

",,Passignano sul Trasimeno|Magione|I percorsi del gusto|trasimeno|trasimeno,,,,,44.0664772,10.046247,,,,, Magione Passignano sul Trasimeno Itinerario,it_IT,2966856,Tappa 4 Da Narni a San Gemini,"

Lungo il tracciato si incontrano, in sequenza, la meravigliosa Abbazia di San Cassiano del secolo X, dove il tempo sembra essersi fermato, l’antico Santuario della Madonna del Ponte, luogo frequentato dai pellegrini sin dall’antichità e, in località La Cerqua, il Santuario di Santa Maria della Quercia. Il cammino raggiunge, infine, San Gemini, incantevole borgo medioevale ricco di storia che diede i natali a San Pietro, protomartire francescano. La tappa termina nella Chiesa di San Francesco.

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La tappa si sviluppa interamente nella splendida campagna fra Narni e San Gemini.

,,Narni|San Gemini|Il Cammino dei Protomartiri Francescani,,,,,,,,,,,null null null Narni null null null San Gemini Itinerario,it_IT,2968044,Tappa 2 Da Stroncone a Calvi dell'Umbria,"

Percorso che si svolge in mezzo alla natura, impegnativo nella prima parte per la presenza dei continui saliscendi tra le colline e per la forte ascesa al passo che conduce a Calvi dell’Umbria. La tappa prosegue ad Aguzzo, città di Sant’Accursio, protomartire francescano. Lungo il cammino si incontra l’Eremo di Sant’Urbano (Sacro Speco) dove San Francesco ha soggiornato fino a raggiungere Calvi dell’Umbria, città di San Berardo che conserva un presepe monumentale in terracotta del Cinquecento, unico in Umbria. La tappa si conclude presso la Chiesa di Santa Maria Assunta.

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Dal Convento di San Francesco a Stroncone alla Chiesa di Santa Maria Assunta a Calvi dell’Umbria.

,,Stroncone|Calvi dell'Umbria|Il Cammino dei Protomartiri Francescani,,,,,42.4980361,12.662214195001521,Stroncone,null,null,null, null null null Calvi dell'Umbria Itinerario,it_IT,2968026,Tappa 3 Da Calvi dell'Umbria a Narni,"

Cammino in pianura, ma reso difficile sia dalla lunghezza del percorso sia dai numerosi saliscendi che si susseguono fra le colline. Si inizia con la Chiesa di San Michele Arcangelo, antica abbazia benedettina a Schifanoia, per poi proseguire con Santa Pudenziana, chiesa di origine romana, e la Chiesa di Sant’Angelo in Massa, in origine abbazia benedettina, per finire con la imponente Rocca del Cardinale Albornoz. Narni, terra di Sant’Adiuto, è città medioevale dal ricchissimo patrimonio storico, artistico e culturale, nota per la stupenda cattedrale e celebre per la Corsa all’Anello. La tappa si conclude alla Chiesa di San Francesco, datata al XIII secolo.

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Questa è la tappa più ricca di luoghi da visitare di tutto il cammino.

,,Narni|Calvi dell'Umbria|Il Cammino dei Protomartiri Francescani,,,,,,,,,,,null null null Calvi dell'Umbria null null null Narni Itinerario,it_IT,2968132,Percorso tra i vicoli di Città della Pieve,"

A cavallo tra le verdi colline tra l'Umbria e la Toscana, tra il monte Arale e il monte Amiata, sorge il bellissimo centro di Città della Pieve. Si tratta di un posto unico, dall'architettura molto particolare e dalla conformazione urbanistica che si discosta dalle caratteristiche tipicamente umbre: nel 1188 Castel del Pieve, si proclama un libero Comune, emancipandosi da Perugia. I pievesi creano quindi una struttura urbana che testimonia la presenza dei cavalieri, con strade larghe, mentre le strade a ridosso più strette e frammentate testimoniano la presenza di cittadini che passeggiavano per le strade.

 

Ti proponiamo di visitare questa città attraverso un tour che percorre i suoi vicoli, attraversando il cuore del centro storico, alla scoperta di angoli dalla vista stupenda e suggestive strade.

 

Una volta giunto a Città della Pieve, segui le indicazioni blu che ti conducono in un labirinto di angoli suggestivi, luoghi della memoria e spazi che rappresentano per i pievesi punti di incontro. Parti da Via delle Scuole Pie, sul versante nord-est del centro storico, che deve il suo nome al Palazzo Orca che fino all'Unità d'Italia fu sede delle Scuole Pie. Subito dopo piazza Giacomo Matteotti, lungo la centrale strada che conduce a Piazza Plebiscito, percorri Via Borgo di Giano, la riconosci dall'alta torre che vi si trova. Passa al vicolo Via delle Nottole, dove vi erano delle antiche botteghe dedicate alla produzione di botti; poco dopo trovi Via Roma, l'antica Via del Vecciano ossia la vecchia porta dell'originario centro urbano. Passa poi a via Manni, ex via Lombardia, una delle strade più antiche di Città della Pieve: qui abitavano le maestranze lombarde dedite alla lavorazione del laterizio. Tra i vicoli non potrai non vedere due belle piazze: Piazza Antonio Gramsci, l'antica piazza del forno, e piazza Plebiscito, la piazza principale di Città della Pieve, dove si affaccia la facciata della Cattedrale dei Santi Gervasio e Protasio.
Il percorso ti condurrà poi in Via Fiorenzuola, la strada dei mercanti fiorentini, per Piazza di Spagna, Piazza XIX Giugno, l'ex piazza del Mercato, fino a condurti per due strade molto particolari. La prima è Via del Barbacane che deve il suo nome al rincalzo difensivo delle mura medievali prospicienti. La seconda strada che ti consigliamo di percorrere è Via Baciadonne che incontri poco dopo l'Oratorio di Santa Maria dei Bianchi, dove è conservata L'adorazione dei Magi del Perugino. Questo vicolo è considerato uno dei più stretti d'Italia ed è nato probabilmente per separare dei confinanti in lite tra loro. Percorso il vicolo, fermati a guardare il panorama che si staglia dinnanzi a te: a sinistra l'Umbria e la provincia di Terni, a destra la Toscana e la zona di Chiusi.

Il tuo percorso a piedi per i vicoli della città non può non essere accompagnato dalla degustazione di uno dei prodotti più preziosi della terra in Umbria: lo zafferano di Città della Pieve.

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Ti proponiamo un percorso nel cuore di Città della Pieve, un itinerario lungo vicoli suggestivi e piccolissimi e lungo strade maestose, un tempo percorse dai cavalieri.

",,Città della Pieve|Trekking urbano|trasimeno,,,,,,,,,,,null null null Città della Pieve null null null Itinerario,it_IT,2968935,Tappa 1 Da Terni a Stroncone,"

Tappa impegnativa per via dei continui saliscendi sulle colline ternane. Il cammino di sviluppa in mezzo alla natura. Nella Chiesa di Santa Maria della Pace potete ammirare l’imponente ciclo pittorico sui Protomartiri Francescani dell’artista Stefano di Stasio. Lungo il cammino si possono visitare i resti dell’antica Abbazia Benedettina di San Benedetto in Fundis e il Monastero di San Simeone fino a raggiungere Stroncone, città natale di Sant'Ottone, uno dei borghi medioevali più belli dell'Umbria. La tappa si conclude al Convento di San Francesco del XIII secolo.

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In cammino sulle colline ternane. Dalla Chiesa di Santa Maria della Pace a Terni al Convento di San Francesco a Stroncone.

,,Terni|Stroncone|Il Cammino dei Protomartiri Francescani,,,,,,,,,,,null null null Terni null null null Stroncone Itinerario,it_IT,2968953,Tappa 6 Da Cesi a Terni,"

Lungo il cammino si incontra il Santuario di Santa Maria dell’Oro, ove sorgeva l’antico convento francescano costruito per volontà di San Bernardino da Siena. Il percorso termina alla Chiesa di Sant’Antonio di Padova – Santuario Antoniano dei Protomartiri – meta del pellegrinaggio al cui interno sono riposte le reliquie dei Santi. Tele di Piero Casentini ornano l’altare della chiesa.

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Tappa conclusiva del Cammino dei Protomartiri Francescani, che si svolge in prevalenza su strade asfaltate.

",,Terni|Il Cammino dei Protomartiri Francescani,,,,,43.522583195192894,10.33845884842787,,,,,null null null Cesi null null null Terni Itinerario,it_IT,2966822,Tappa 5 Da San Gemini a Cesi,"

Percorso impegnativo per via della forte ascesa all’ Eremo di Portaria, detto anche la Romita di Cesi, e per la successiva discesa a Cesi. Lungo il percorso potrete visitare lo splendido sito archeologico di Carsulae. Si raggiunge la Romita di Cesi, antico eremo francescano immerso nel silenzio dei boschi. Il Convento fu fondato nel 1213 da San Francesco, che qui si ritirava in preghiera. La Tradizione vuole che qui Francesco abbia composto la Exhortatio ad Laudem Dei, considerata un primo abbozzo per il Cantico di frate Sole. Possibilità di accoglienza. Il cammino raggiunge Cesi, borgo ricco di storia che si affaccia sulla conca ternana. La tappa si conclude alla Chiesa di Santa Maria Assunta.

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Percorso impegnativo che si sviluppa su sentieri di montagna.

,,San Gemini|Il Cammino dei Protomartiri Francescani,,,,,,,,,,,null null null San Gemini null null null Cesi Itinerario,it_IT,2968600,Il cammino dei Protomartiri Francescani,"

Berardo, Ottone, Pietro, Accursio e Adiuto sono i nomi dei santi Protomartiri Francescani, i primi martiri dell'Ordine, uccisi in Marocco nel 1220, per difendere la loro profonda e incondizionata fede in Cristo.

Ti proponiamo un percorso a piedi che parte da Terni e attraversa Stroncone, Aguzzo, Calvi dell'Umbria, Narni e San Gemini, città natali dei Santi Protomartiri, e si conclude nel Santuario Antoniano dei Protomartiri Francescani a Terni, seguendo un cammino lungo i luoghi in cui San Francesco predicò il Vangelo.

La mappa che accompagna il pellegrino nei luoghi francescani, fornisce la descrizione turistica del percorso, le distanze, le ore di cammino e le indicazioni sui principali luoghi da visitare. Il cammino a piedi diventa un modo slow per conoscere la gente, i monumenti e le opere d’arte che si sono nutriti della stessa linfa vitale del Poverello d’Assisi e dei Santi Protomartiri.

Il percorso è diviso in sei tappe, ma puoi anche crearne di intermedie per riposare oppure per approfondire la conoscenza di alcuni luoghi.

La prima tappa va da Terni e Stroncone: il cammino è tra la natura, lungo le colline ternane. Nella Chiesa di Santa Maria della Pace, puoi fermarti a guardare il grande ciclo pittorico di Stefano di Stasio dedicato ai Protomartiri Francescani. Sul tuo sentiero, puoi scorgere i resti dell'antica abbazia di San Benedetto in Fundis e il Monastero di San Simeone dove oggi è presente la comunità religiosa dei Ricostruttori nella Preghiera. Il percorso si conclude nel Convento di San Francesco a Stroncone, il borgo che ha dato i natali a Sant'Ottone.

La seconda tappa del Cammino va da Stroncone a Calvi dell'Umbria. Anche questo tratto di strada si svolge interamente tra la natura. Passi da Aguzzo, città di Sant'Accursio e dall'Eremo di Sant'Urbano, dove San Francesco ha soggiornato a lungo e dove tramutò l'acqua in vino. Ti trovi a Calvi dell'Umbria, città di San Berardo: qui puoi ammirare un Presepe monumentale in terracotta del Cinquecento, unico nel suo genere in Umbria. Concludi il percorso nella Chiesa di Santa Maria Assunta.

Da qui riparti per la terza porzione di cammino che ti conduce fino a Narni: è la tappa più lunga del cammino, ma anche la più ricca di luoghi da visitare. Inizia con la chiesa di San Michele Arcangelo, antica abbazia benedettina a Schifanoia per giungere a Santa Pudenziana, chiesa di origine romana, e Castel Sant'Angelo in Massa, in origine abbazia benedettina per poi finire visitando l'imponente Rocca di Albornoz a Narni, città in cui nacque Sant'Adiuto. A Narni, termina il cammino nella chiesa di San Francesco.

La quarta tappa si snoda tra la bellissima campagna che collega Narni a San Gemini: visita subito l'abbazia di San Cassiano, del X secolo e il santuario della Madonna del Ponte, luogo frequentato dai pellegrini sin dall'antichità così come il Santuario di Santa Maria della Quercia. Giungi così a San Gemini, città di San Pietro, dove concludi il tuo cammino nella Chiesa di San Francesco.

Riparti da San Gemini e dirigiti verso Cesi, lungo sentieri di montagna. Per la strada visita il sito archeologico di Carsulae. Al termine della quinta tappa incontri la Romita di Cesi, dove un frate Minore, sostenuto da un gruppo di volontari, ha riportato all'antico splendore un bellissimo convento francescano, dove il Poverello di Assisi, compose la prima versione del Cantico delle Creature.

L'ultima tappa parte dalla Chiesa di Santa Maria Assunta a Cesi e ti conduce al punto di partenza: Terni. Questa tratta si svolge quasi interamente su un percorso asfaltato; lungo il cammino visita il Santuario di Santa Maria dell'Oro dove sorgeva l'antico convento francescano costruito per volontà di San Bernardino da Siena. Il Cammino dei Protomartiri Francescani si conclude in un luogo simbolo: la Chiesa di Sant'Antonio da Padova, dove sono riposte le reliquie dei Santi Martiri Francescani.

Prima di partire richiedete la Credenziale del pellegrino, il documento di viaggio che accompagna il pellegrino sul Cammino dei Protomartiri Francescani.
La Credenziale serve a distinguere il pellegrino da ogni altro viaggiatore. Su di essa, a ogni tappa, si appongono le date e i timbri dei luoghi di ospitalità. Per richiedere la Credenziale e riceverla al proprio domicilio, compilate il modulo al seguente link.

Chi completa il cammino può richiedere il Certificato del pellegrino. Per riceverlo è necessario presentare la Credenziale completa dei vari timbri presso la Chiesa di Sant’Antonio - Santuario dei Protomartiri Francescani, via S. Antonio 21 – 05100 Terni.

 

Per maggiori informazioni sulle singole tappe:

Tappa 1. Da Terni a Stroncone

Tappa 2. Da Stroncone a Calvi dell'Umbria

Tappa 3. Da Calvi dell'Umbria a Narni

Tappa 4. Da Narni a San Gemini

Tappa 5. Da San Gemini a Cesi 

Tappa 6. Da Cesi a Terni

 

Per maggiori informazioni sull'intero cammino:

http://www.camminoprotomartiri.it/

 

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Un itinerario spirituale e culturale nei luoghi nativi dei Santi Protomartiri Francescani e nei luoghi cari a San Francesco, tra eremi e abbazie immersi nel verde e nel silenzio delle belle colline ternane.

",,Narni|San Gemini|Terni|Stroncone|Calvi dell'Umbria|Trekking|Il Cammino dei Protomartiri Francescani,,,,,43.1001363,12.388972884601674,,,,, Terni null Cesi Itinerario,it_IT,4442875,Collegamento tra Ciclovia del Tevere e Ciclovia Assisi-Spoleto,"

Partenza: Collestrada – Rifugio Enpa (innesto Ciclovia del Tevere) | Arrivo: Assisi – incrocio Via Francesca e Mattonata (innesto Ciclovia Assisi-Spoleto) | Distanza: 12,8 km | Dislivello: +80m; -30m| Difficoltà: facile | Fondo: asfalto 10 km (79,1%) sterrato 2,8 km (21,9%)| Bici consigliata: ibrida, mtb | Da vedere in zona: Perugia, Collestrada, Bastia Umbra, Santa Maria degli Angeli, Assisi 

Il collegamento ciclabile tra Perugia e Assisi collega la ciclovia del Tevere (che da Città di Castello, facendo tappa a Umbertide, arriva a Ponte San Giovanni a Perugia) con la ciclovia Assisi-Spoleto (che passa per Bevagna). Questo vi permetterà, attraverso diverse ciclovie regionali, di compiere un itinerario di quasi 200km dal nord al sud dell’Umbria partendo da San Giustino, passando da Ponte San Giovanni, Assisi, Spoleto, Sant’Anatolia di Narco, fino alla Cascata delle Marmore.

Il collegamento si sviluppa su una viabilità a bassa e bassissima intensità di traffico, soprattutto attraverso aree rurali. Potrete raggiungere Assisi godendo della sua veduta per la maggior parte del viaggio.
Da Collestrada è possibile percorrerlo con ogni tipo di bici (tranne quelle da corsa). Il primo tratto, invece, è terroso e potrebbe essere fangoso nella parte pianeggiante, inoltre è piuttosto accidentato nella breve salita che porta alle prime case di Collestrada, per cui è praticabile solo con mountain bike e fat bike.

 

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INTERMODALITÀ
Per raggiungere Perugia:
In treno:
Direttrice Milano-Firenze-Roma o Direttrice Ancona-Foligno-Firenze: Stazione di Foligno e poi collegamento con treno regionale per Perugia.

In auto:
Per chi proviene da Nord: 

Per chi proviene da Sud:

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Un breve tratto da percorrere in tutta tranquillità, che unisce Perugia e Assisi. Un modo per attraversare su due ruote da nord a sud, tra diverse ciclovie, le meraviglie dell’Umbria 

",,Assisi|Bastia Umbra|Perugia|Ciclovie|Facile,,,,,43.09083195,12.468354021965318,,,,, Itinerario,it_IT,4430890,Collegamento Ciclovia del Sole - Ciclovia del Trasimeno,"

Partenza: Chiusi | Arrivo: Passignano sul Trasimeno | Distanza: 16,9 km | Dislivello: +30m; -20m | Difficoltà: facile | Fondo: asfalto 10,4 km (61,9%); sterrato 6,4 km (38,1%) | Bici consigliata: ibrida, mtb | Da vedere in zona: Chiusi, Castiglione del Lago, Paciano, Panicale.

Il collegamento si sviluppa su viabilità ordinaria a bassa e media intensità di traffico e permette di connettere con un semplice percorso pianeggiante la Ciclovia del Sole da Chiusi Scalo alla Ciclovia del Trasimeno. In località “Muffa”, potete inoltre seguire due percorsi panoramici:
- quello che si innesta nella ciclabile a Sant’Arcangelo sul Trasimeno;
- il percorso verso la stazione ferroviaria di Terontola, dalla quale potete facilmente raggiungere la ciclabile del Trasimeno.

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Percorso panoramico verso Sant’Arcangelo sul Trasimeno
Partenza: Innesto collegamento ciclabile Chiusi-Trasimeno in Loc. Muffa | Arrivo: Innesto ciclovia del Trasimeno presso Sant'Arcangelo | Distanza: 12 km | Dislivello: +150m; -150m | Difficoltà: facile | Fondo: asfalto 5,75 km (47,9%); sterrato 6,25 km (52,1%) | Bici consigliata: ibrida, mtb | Da vedere in zona: Paciano, Panicale, Sant’Arcangelo sul Trasimeno

Un itinerario leggermente più impegnativo vi farà raggiungere la piccola frazione di Sant’Arcangelo sul Trasimeno e le sue colline, dalle quali potrete apprezzare in tutta la sua bellezza il panorama del Lago. Se decidete di fare una sosta nel borgo approfittatene per una visita all’omonima Abbazia o Badia, come viene chiamata dagli abitanti del luogo, le cui origini sono molto antiche (la sua presenza è documentata fin dal 1115). Da vedere anche la Torre Colombaia e la Cappella di San Giovanni. Ma un interesse particolare va rivolto alla Chiesa di Santa Maria di Ancaelle, una piccola chiesa del XIII secolo, all’interno della quale potrete ammirare una preziosa tavola raffigurante la Madonna con il Bambino in braccio del XIII secolo e degli affreschi attribuiti a Giovanni Battista Caporali, del XII secolo. 

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Percorso panoramico verso Terontola
Partenza: Innesto collegamento ciclabile Chiusi-Trasimeno in Loc. Muffa | Arrivo: Innesto ciclovia del Trasimeno presso Borghetto | Distanza: 34 km | Dislivello: +200m; -200m | Difficoltà: medio-facile | Fondo: asfalto 32,1 km (94,4%); sterrato 1,9 km (5,6%) | Bici consigliata: ibrida, mtb | Da vedere in zona: Castiglione del Lago

Se volete arrivare a Terontola attraversando le panoramiche colline che dominano la parte occidentale del Lago, seguite l’itinerario descritto da Chiusi ma, giunti in prossimità del cavalcavia in Località Muffa, proseguite diritti sino a Sanfatucchio e proseguite in direzione di Gioiella e, continuando la SP 301, che serpeggia tra le colline, sino all’abitato di Pozzuolo, borgo di origine altomedievale, frazione del comune di Castiglione del Lago, dove merita una visita la splendida Chiesa dei Santi Pietro e Paolo, vecchia pieve risalente al XII secolo, ricostruita nel 1743 insieme al campanile di 30 metri, nella quale avvenne il battesimo di Santa Margherita da Cortona. Traversato il piccolo centro, seguite le indicazioni per Piana e successivamente per Petrignano del Lago e Ferretto. La strada serpeggia tra le colline, con magnifiche vedute, oltrepassando i resti della Quercia del Pentimento, legata alla vicenda di Santa Margherita da Cortona.
 

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INTERMODALITÀ

In auto
Autostrada del Sole (A1), Uscita “Valdichiana” per chi proviene da Nord, Uscite “Fabro” e “Chiusi-Chianciano Terme” per chi proviene da Sud
E 45, Uscita “Perugia”, direzione Lago Trasimeno

In treno
Direttrice Milano-Firenze-Roma: Stazioni di Castiglione del Lago, Chiusi-Chianciano Terme o Terontola Direttrice Ancona-Foligno-Firenze: Stazioni di Magione, Passignano sul Trasimeno o Tuoro sul Trasimeno

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Un itinerario adatto a tutti gli amanti della bicicletta, anche a quelli meno esperti che vogliono cimentarsi in una passeggiata non troppo impegnativa.

",,trasimeno|Castiglione del Lago|Panicale|Paciano|Ciclovie|Facile|Medio,,,,,43.062804892718674,12.056197605136052,,,,, Itinerario,it_IT,4437470,Ciclovia Perugia-Trasimeno,"
Distanza 29,9 km
Dislivello +180m; -200m
Difficoltà facile
Fondo asfalto 19,2 km (66%); sterrato 10,7 km (34%)
Bici consigliata ibrida, mtb
Da vedere in zona Perugia, Monte Sperello, Magione, San Savino.

 

La Perugia – Trasimeno, pur essendo concepita come un fondamentale asse di collegamento tra le ciclabili che insistono in diverse aree dell'Umbria, merita in sé di essere percorsa.

Essa proietta il ciclista sin dalle prime pedalate in una Perugia verde” del tutto inedita anche per chi crede di conoscerla, per poi addentrarsi nelle ridenti campagne a ridosso dei Monti del Trasimeno, sino al Lago, che si rivela all’improvviso, quando si è ormai praticamente sulle sue sponde.

L’itinerario parte dal capoluogo di regione, Perugia, città d’arte tra le più dinamiche d’Italia, con i suoi palazzi medievali e rinascimentali, i musei, le imponenti chiese e le splendide piazze, connubio di modernità e tradizione che conserva gelosamente i resti delle antiche civiltà che ne hanno delineato così fortemente il profilo urbanistico e l’identità culturale.

Attraversando aree verdi della città, il percorso prosegue in direzione Trasimeno su strade per lo più asfaltate, a cui si alternano tratti sterrati di lieve difficoltà e a bassa intensità di traffico, fatta eccezione per alcuni attraversamenti su strade molto trafficate, per ricongiungersi alla fine alla ciclabile del Trasimeno.

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INTERMODALITÀ 

In auto
Autostrada del Sole (A1), Uscita “Valdichiana” per chi proviene da Nord, Uscita “Orte” per chi proviene da Sud.

Autostrada A14, da Nord uscita “Cesena” per poi seguire la superstrada E45, da Sud uscita “Civitanova Marche” per immettersi sulla SS 77.

In treno
Direttrice Milano-Firenze-Roma o Direttrice Ancona-Foligno-Firenze: Stazione di Foligno e poi collegamento con treno regionale per Perugia.

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Un itinerario semplice che parte da una inedita “Perugia “verde” per proseguire attraverso le ridenti campagne a ridosso dei Monti del Trasimeno, sino al Lago che si rivela all'improvviso.

",,Perugia|Magione|Ciclovie|Facile|trasimeno,,,,,43.1171148,12.3564799,,,,, Itinerario,it_IT,4430382,Ciclovia del Trasimeno,"
Distanza 57,2 km
Dislivello +100m; -100m
Difficoltà medio
Fondo asfalto 24,1 km (42%); sterrato 33,1 km (58%)
Bici consigliata ibrida, mtb
Da vedere in zona Passignano sul Trasimeno, Monte del Lago, San Feliciano, Oasi la Valle, Sant'Arcangelo, Castiglione del Lago, Tuoro sul Trasimeno, Isole Polvese e Maggiore.

 

Il percorso si snoda lungo il perimetro del Trasimeno, costeggiando le sue rive fino a spingersi all’interno e al confine dell’omonimo Parco Regionale. Ogni svolta vi regala lo spettacolo mutevole delle acque lacustri, dei canneti, delle isole e della ricchissima avifauna. 

L’itinerario, nella sua interezza, è percorribile solo con mountain bike, fat bike o con i modelli più robusti di bici da turismo. In periodi di piogge persistenti, solo con mountain bike e fat bike. Non mancano tuttavia i tratti asfaltati percorribili con ogni tipo di bici. 

Con l’eccezione del tratto Anguillara – Castiglione del Lago, che si sviluppa su una strada molto trafficata e di brevi tratti stradali regionali e provinciali, i fondi asfaltati sono su vie secondarie e a bassa intensità di traffico.

Con partenza dalla Stazione ferroviaria di Passignano sul Trasimeno, splendido borgo sulle sponde del Lago, felice combinazione di natura, storia, arte e folclore, il percorso ad anello alterna tratti asfaltati e tratti inghiaiati, permettendovi di incontrare caratteristici centri abitati come Torricella, San Feliciano (con il suo tipico porto) e Sant’Arcangelo (frazioni di Magione), Mirabella (frazione di Panicale), fino a Castiglione del Lago, in origine la quarta isola del Trasimeno oggi tra i Borghi più belli d’Italia.

Da qui il percorso prosegue costeggiando il Lungo Lago e su una strada di terra non battuta che, in circa 2 km, si trasforma in un piacevole itinerario ciclopedonale su terra inghiaiata e pressata, con numerosi ponticelli pedonali e aree picnic. Lo scenario dei canneti e la facilità con cui riuscirete a scorgere l'avifauna selvatica in questo tratto merita numerose soste che consentono di spaziare con lo sguardo sul Lago. 

L'itinerario torna in sede stradale dopo 5 km per raggiungere il piccolo centro di Borghetto per poi proseguire in direzione Tuoro sul Trasimeno, borgo di origine medievale che si affaccia sulle sponde del lago, teatro della “battaglia del Trasimeno”, avvenuta il 24 giugno del 217 a.C., nella quale l'esercito cartaginese di Annibale sconfisse l'esercito romano.
L'itinerario riprende a costeggiare la ferrovia sino a raggiungere l’abitato di Passignano.

Se siete arrivati in treno potete raggiungere il piazzale della piccola stazione ferroviaria, mentre se desiderate raggiungere il Lungo Lago o l’imbarco per i traghetti, prendete il recentissimo itinerario ciclopedonale che vi condurrà piacevolmente alla meta.
Chi volesse suddividere il percorso in due giorni, potrebbe coordinare il proprio rientro con il traghetto che copre la rotta Passignano – Castiglione del Lago e che trasporta senza problemi le biciclette.

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In auto
Autostrada del Sole (A1), Uscita “Valdichiana” per chi proviene da Nord, Uscite “Fabro” e “Chiusi-Chianciano Terme” per chi proviene da Sud.
E45, Uscita “Perugia”, direzione Lago Trasimeno

In treno
Direttrice Milano-Firenze-Roma: Stazioni di Castiglione del Lago, Chiusi-Chianciano Terme o Terontola
Direttrice Ancona-Foligno-Firenze: Stazioni di Magione, Passignano sul Trasimeno o Tuoro sul Trasimeno 

Orari dei servizi di navigazione sul lago Trasimeno

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Un itinerario ad anello che costeggia il lago Trasimeno regalando panorami mozzafiato e straordinari scorci naturalistici.

,,Passignano sul Trasimeno|Castiglione del Lago|Tuoro sul Trasimeno|Ciclovie|Medio|trasimeno,,,,,43.1883725,12.1331301,,,,, Itinerario,it_IT,2970538,STRADA 01 - Le colline tra il Trasimeno e la Toscana    ,"
Partenza Castiglione del Lago
Arrivo Castiglione del Lago
Distanza 34 km
Dislivello 4000 m
Difficoltà facile
Fondo asfalto
Bici consigliata strada, ibrida, mtb, e-bike
Da vedere in zona Castiglione, Lago Trasimeno

 

Il percorso non presenta asperità di rilievo e per questo può essere considerato facile, anche se è caratterizzato da una lunga serie di saliscendi nella parte centrale, quella che offre anche gli scorci naturalistici più belli.

Il chilometraggio totale è di 34 chilometri, con un dislivello di 400 metri. La prima parte del percorso sale leggermente fino a Casamaggiore, da dove affronti una serie di saliscendi che conducono a Gioiella, Vaiano e Villastrada, percorrendo la Strada del Vino dei Colli del Trasimeno.

Questo tratto, completamente privo di traffico, si snoda tra vigneti e prati verdi, e offre bellissimi panorami sul Lago Trasimeno, il Lago di Chiusi e la campagna Toscana.

Le strade sono quasi tutte a basso traffico veicolare, ad esclusione dei due chilometri di SS71 che si percorrono poco prima di tornare a Castiglione del Lago, quindi adatte anche ai principianti.

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L'itinerario parte dagli impianti sportivi di Castiglione del Lago, posti lungo il Lago Trasimeno, e si sviluppa sulle verdi colline che dividono Umbria e Toscana

",,Castiglione del Lago|Bici da strada|Facile|trasimeno,,,,,42.45465366954425,14.216698580664232,,,,,null null null null null null Itinerario,it_IT,2969985,Telerie e vetrate artistiche nel centro di Perugia,"

Eccellenze manifatturiere come la tela e il vetro si possono trovare su tutto il territorio nazionale, ma ogni regione conserva una peculiarità che rende i prodotti unici e irripetibili. In questa proposta di visita vogliamo farti conoscere le sfumature uniche che connotano queste lavorazioni in Umbria.

Ti porteremo nel cuore di Perugia, dove all'ombra delle mura etrusche alcuni artigiani conservano e tramandano antiche tradizioni.

 

Vicino Piazza Partigiani visita lo Studio Moretti Caselli, Museo-laboratorio di vetrate artistiche ed entra in contatto con una delle più antiche famiglie di mastri vetrai d'Italia.

Il museo-laboratorio si trova in una residenza quattrocentesca appartenuta alla famiglia dei nobili Baglioni. Francesco Moretti iniziò la sua attività nel 1859 e da allora la tradizione della lavorazione delle vetrate artistiche si è trasmessa da padre in figlio, arricchendosi degli studi e dei talenti di ogni componente della famiglia. Entrando nel laboratorio osserva le bellissime opere su vetro e poni particolare attenzione agli strumenti, alcuni ancora in uso, progettati e fatti realizzare artigianalmente dallo stesso Moretti, come il forno alimentato a legna per la cottura del vetro dipinto, gli strumenti per la manifattura delle trafile e quelli per la fusione del piombo. (per informazioni sugli orari di apertura al pubblico visita il sito web www.studiomoretticaselli.it)

Esci quindi dal laboratorio, attraversa il centro storico e dirigiti verso il quartiere Elce. Sali per via Tiberio Bernardi, una traversa di via Innamorati: in pochi minuti vedrai la chiesa di San Francesco alle Donne, sede del Museo Atelier ""Giuditta Brozzetti"", famoso per la produzione di tele artistiche artigianali. La storia dell'atelier inizia nei primi anni del ‘900, quando Giuditta Brozzetti fondò un laboratorio per la produzione di tessuti artistici di alta qualità. Da allora, e per quattro generazioni, l'atelier è uno degli ultimi laboratori di tessitura a mano su telai jacquard rimasti in Italia.

Il luogo in cui ha sede il museo non ti lascerà indifferente: risalente al 1212, è la chiesa francescana più antica di Perugia. Nel 1252, il convento fu ceduto dai Francescani alle Monache Benedettine e, dopo questo avvenimento, assunse il nome di San Francesco alle Donne.

Le opere che troverai all'interno del museo sono di una bellezza unica e di una maestria segnata da anni di lavoro ed esperienza: vi sono tessuti con temi ispirati alle stoffe etrusche e alle ""Tovaglie Perugine"", tele utilizzate sugli altari delle chiese medievali del centro Italia alla fine del XII secolo (le ""Tovaglie Perugine"" sono rappresentate nei dipinti di Pietro Lorenzetti, di Giotto, del Ghirlandaio e di Leonardo da Vinci). Una delle attività che ha portato molto prestigio all'atelier è stato il restauro di un telaio originale del XVII secolo che ha consentito il recupero di una tecnica di tessitura di cui si era persa memoria: la ""Fiamma di Perugia"".

Per informazioni: http://www.brozzetti.com/

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Le vetrate e le tessiture artistiche sono, per Perugia, due delle eccellenze d'artigianato. Scopri due dei laboratori-musei conosciuti in tutta Italia per l'antica tradizione e per i prodotti unici e ricercati. 

",,"Perugia|L'arte orafa e il vetro|Tessuti, pizzi e ricami",,,,,42.452677800000004,14.20406549783552,,,,, Perugia Itinerario,it_IT,2966731,Chiesa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo a Cancelli di Foligno,"

La ""Camera degli Apostoli""

Per assistere al rituale devi entrare nella stanza detta ""Camera degli Apostoli"" dietro l'altare maggiore: la persona malata si sostiene ad appoggi di legno infissi nel muro mentre l'operatore, invocando San Pietro e San Paolo, traccia delle piccole croci e sfiora il corpo con le mani. Questa facoltà, su autorizzazione ecclesiastica, può essere esercitata anche fuori dal santuario ma solo dagli operatori di Cancelli muniti di patente rilasciata dalla Curia vescovile di Foligno.
La documentazione è davvero imponente ed autorevoli sono le attestazioni ricevute per le guarigioni ottenute: le pratiche, interdette dal Concilio di Trento, furono severamente proibite nel 1586 dal vescovo di Foligno Marco Antonio Bizzoni, che ritirò il divieto quando, ammalatosi di sciatica, dovette ricorre all'aiuto dei Cancelli per guarire.

 

Il santurario della guarigione della sciatica

La chiesa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo deve la sua fondazione alla fama delle guarigioni dalla sciatica che i primogeniti maschi della famiglia Cancelli dispensavano in una piccola stanza del loro paese. L'affluenza dei pellegrini fu tale da esigere, nella metà del secolo XVII, la costruzione di una chiesa in forma di oratorio.
L'edificio si rivelò subito insufficiente ad accogliere i fedeli, si rese pertanto necessaria la costruzione di un vasto santuario perché la maggior parte del popolo ascoltava la Messa fuori dall'Oratorio, come attesta il documento di fondazione del 30 giugno 1744, conservato nella Cancelleria vescovile di Foligno.

L'attuale santuario di Cancelli fu costruito fra il 1744 e il 1765 per intervento del vescovo di Foligno Mario Antonio Maffei, su progetto attribuito all'architetto folignate Filippo Neri. La pala dell'altare maggiore, che rappresenta i Santi Pietro e Paolo, è opera di Claude Francois Beaumont che la donò al santuario.

Fra tutti i santuari terapeutici umbri quello di Cancelli presenta la peculiarità di essere sorto in epoca moderna sotto la spinta della gerarchia ecclesiastica in funzione della famiglia Cancelli che si tramanda nei secoli di padre in figlio la facoltà di ""segnare"" chi soffre di sciatica attraverso l'imposizione delle mani.

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Ancora oggi nella chiesa dei Santi Apostoli Pietro e Paolo si pratica la guarigione dalla sciatica. Al santuario di Cancelli la Curia vescovile ha rilasciato una patente per ""segnare"" i malati

",,"Foligno|I santuari terapeutici dell'Umbria, tra sacro e profano",,,,,42.452677800000004,14.20406549783552,,,,, Itinerario,it_IT,2967371,Santuario di San Paterniano,"

Quando arrivi, sul lato destro della facciata c'è una grande pietra con un'incisione ed un foro che il racconto popolare attribuisce alle impronte lasciate dal ginocchio, dal gomito e dal bastone del Santo.
Anche se questa prassi è oramai quasi scomparsa, ti devi inginocchiare nella stessa posizione per invocare l'intercessione per la cura delle malattie delle ossa.
Secondo la leggenda, la reliquia del cranio di San Paterniano ritornò più volte sul luogo dove il Santo voleva fosse edificata la chiesa, finché questa volontà non venne esaudita. L'edificio, nominato nelle Rationes Decimarum e nel Codice Pelosius del XIV secolo, è stato più volte restaurato e modificato nel corso degli ultimi tre secoli.

Sulla facciata a capanna, preceduta da un portico, si apre il portale con due finestrelle laterali e una superiore. Sul retro una piccola cella adibita a romitorio, occupata da eremiti religiosi e laici fino ai primi decenni del '900. In occasione della festa di San Paterniano, la chiesa è meta di pellegrinaggi che muovono dalle tre località confinanti: Cammoro, Orsano e Pettino. I fedeli si radunano sul piazzale di fondovalle: gli uomini indossano il camice della confraternita e ciascuna comunità sale in processione fino alla chiesa.
All'interno della chiesa si venera il simulacro di San Paterniano, dove vengono appesi gli ex voto, per sollecitare l'intervento miracoloso o testimoniare la grazia ricevuta. Per favorire la visita al santuario e la sosta dei fedeli, la Comunanza Agraria di Cammoro ha realizzato un'area attrezzata nella radura sottostante.
Nei pressi della chiesa, sotto uno dei più grandi faggi della regione, c'è ""una fonte molto salubre, che il popolo beve per devozione del santo e per curare le infermità"", come annotava nel 1713 il vescovo Carlo Giacinto Lascaris in occasione della sua visita pastorale

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La chiesa di San Paterniano nacque per avere il miracolo o testimoniare la grazia ricevuta per le malattie delle ossa:  la domenica successiva al 10 luglio è l'occasione per una festa popolare che rievoca il pellegrinaggio al santuario. In sonno

,,"Sellano|I santuari terapeutici dell'Umbria, tra sacro e profano",,,,,42.452677800000004,14.20406549783552,,,,, Itinerario,it_IT,2967484,Abbazia di San Felice e Mauro,"

In passato, per lavare e guarire i bambini affetti da sfogo cutaneo, l'acqua ritenuta ""miracolosa"" veniva attinta al centro del presbiterio, da una sorgente che sgorga sotto il complesso abbaziale.

Devi sapere che i rituali terapeutici praticati nell'abbazia di San Felice sono stati molti e diversi nel corso della storia: per esempio nel 1700 le donne lavavano la testa dei figli per liberarli dalla scabbia.
Nei secoli precedenti vi fu però diffidenza per queste forme di devozione, per la cattiva fama che l'abbazia si era procurata con le pratiche di guarigioni ingannevoli citate da Teseo Pini nel 1589. Fra i ciarlatani figurano anche i ""Lotores"" che operavano a San Felice promettendo in cambio di denaro di far crescere sani i fanciulli e di guarire gli infermi lavandoli con l'acqua del fiume Nera.
II mito di fondazione dell'abbazia è tratto da un volume del secolo XII: San Mauro, venuto dalla Siria con altri trecento compagni, si ritirò con il figlio Felice e con la nutrice in un luogo solitario ove edificò un piccolo eremo. Le popolazioni della zona che li veneravano in vita per averli liberati da un drago ed aver operato altri miracoli, li celebrarono in morte con la costruzione di una chiesa a Castel San Felice sopra l'eremo dove erano stati sepolti.

 

La leggenda del drago

La leggenda del drago, scolpita a rilievo nel fregio sotto il rosone, viene interpretata come una metafora della bonifica della zona dalle paludi ad opera dei monaci di San Felice.
Alla chiesa, riedificata nel 1190, mirabile esempio di architettura romanica spoletina, è annesso un piccolo monastero riferibile ai secoli XV e XVI. L'interno della chiesa è a navata unica coperta a capriate con presbiterio soprelevato delimitato da plutei ornati da decorazioni a mosaico. Lungo le pareti restano solo frammenti degli affreschi, fra cui spicca una Adorazione dei Magi: un tardo gotico della prima metà del secolo XV. Da due passaggi laterali si accede alla cripta coperta da volte sorrette da una colonna centrale; le tre absidi accolgono due altari e, al centro, un sarcofago in pietra rossastra dove, secondo la tradizione, sono custodite le spoglie dei santi Mauro e Felice.

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L'uccisione del drago viene celebrata con la fondazione dell'abbazia romanica di San Felice. Nei secoli si alternano miracoli e ciarlatani: dalle acque della vicina sorgente la cura per le malattie della pelle e la sanità degli infermi. In sonno

,,"Sant'Anatolia di Narco|Valnerina|I santuari terapeutici dell'Umbria, tra sacro e profano",,,,,42.452677800000004,14.20406549783552,,,,, Itinerario,it_IT,2968080,Abbazia di San Silvestro,"

Ormai è un santuario dormiente. Un tempo avresti visto, annodate nella cancellata della chiesa, le cuffiette e le camiciole dei neonati offerte dalle mamme che avevano ottenuto la secrezione del latte dopo aver bevuto l'acqua di S. Silvestro. L'acqua è quella che sgorga da una fontana sulla via d'accesso all'abbazia. Non solo per gli uomini, ma anche per far tornare il latte agli animali, come viene riportato nella visita pastorale del Vescovo di Foligno nel 1911.
Si narra che quest'acqua, bevuta con disprezzo da parte di un uomo, gli avrebbe fatto crescere un seno simile a quello delle puerpere.

Visita la cripta di San Silvestro e prega su una delle tre colonne che reggono la volta: quella perfettamente levigata dalle mani dei fedeli che invocavano il Santo per guarire dal male delle ossa.


Salendo dal castello di Collepino verso la sommità del Subasio incontri i resti della chiesa di San Silvestro. Un insediamento eremitico fondato da San Romualdo nel 1025, probabilmente su un preesistente edificio e diventato poi abbazia camaldolese nel 1150.
I problemi insorti dalla comunione dei beni con il monastero benedettino femminile di Vallegloria di Spello ed i conflitti con i Canonici di Santa Maria Maggiore di Spello resero problematica la vita dell'abbazia, che fu distrutta da Paolo III nel 1535 per aver ospitato seguaci della famiglia perugina dei Baglioni, avversata dal Papa.

I privilegi abbaziali: anello, sigillo, mitria e pastorale, furono attribuiti ai parroci di Collepino che li detennero fino al 1875. Nel 1972 la comunità delle ""Piccole sorelle di Maria"" si è insediata nell'Eremo detto della Trasfigurazione, eretto sui resti del monastero.
Dell'antico complesso abbaziale si conserva solo la parte absidale con la sottostante cripta e il basamento della torre campanaria.
La notorietà dell'abbazia di San Silvestro era legata all'intercessione del santo che con l'acqua guariva le puerpere prive di latte per nutrire i propri figli.

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Al santuario di Collepino dedicato a San Silvestro, avvenivano i miracoli per le madri senza latte per i neonati. Il 31 dicembre viene distribuito un pane benedetto che puoi offrire al tuo amico a quattro zampe per ottenere la protezione del Santo

",,"Spello|I santuari terapeutici dell'Umbria, tra sacro e profano",,,,,42.452677800000004,14.20406549783552,,,,, Itinerario,it_IT,2967122,Un viaggio nei dintorni di Città di Castello,"

Un viaggio nei dintorni di Città di Castello

 

Viaggiare con la propria automobile ha i suoi vantaggi: musica alta, orari flessibili e itinerario creato su misura. Una volta visitata Città di Castello, potreste decidere di esplorare anche il territorio circostante. E si dà il caso che l'offerta sia molto ricca e variegata.

 

Iniziamo col raccontarvi delle terme di Fontecchio, inserite in un parco di piante secolari. Si dice che la stessa moglie di Plinio il Vecchio amasse immergersi in queste acque per mantenere intatta la sua bellezza. Ancora oggi, chi è in cerca di relax o trattamenti particolari, ma anche chi desidera semplicemente fare jogging, può trovare qui il suo rifugio.

Se volete continuare una passeggiata tra giardini all'inglese e piante mediterranee, non perdetevi la villa e il parco di Montesca, voluti dal barone Leopoldo Franchetti e dalla moglie Alice Hallgarten.

Nella località di San Giustino, invece, a soli 12 km dal centro, si erge il castello Bufalini, databile nella seconda metà del Quattrocento. La sua funzione originaria era quella di difendere i territori appartenenti allo Stato Pontificio al confine con la Toscana e le Marche. Solo nel secolo successivo viene adibito a residenza gentilizia. A impreziosire questo gioiello, troviamo un labirinto botanico e dipinti di Gherardi.

Come destinazione religiosa, consigliamo la visita del santuario dedicato alla Madonna che si trova sul colle di Canoscio. L'edificio fu costruito nel XIX secolo dall'architetto Giuseppe Baldeschi nello stesso luogo in cui, secoli prima, era stata eretta una cappella. Da quest'ultima deriva, infatti, l'affresco interno della Madonna del Transito, ridipinto da Annibale Gatti.

La Pieve di Saddi è stata realizzata nello stesso luogo in cui avvenne il martirio di San Crescentino, un giovane soldato romano che perse la vita per aver difeso la sua religione cristiana. Allo stesso santo è intitolato l'oratorio che si trova nel piccolo borgo di Morra. All'interno si rimane folgorati dalla bellezza degli affreschi del pittore Luca Signorelli, nato della città di Cortona. Alcuni disegni di questo ciclo sono conservati agli Uffizi di Firenze e al Louvre di Parigi.

 

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Non solo torri e musei: ecco un itinerario per ammirare santuari, scavi archeologici e parchi immersi nel verde a pochi chilometri da Città di Castello. 

",,Trekking urbano,,,,,43.457657,12.2405271,Città di Castello,,,, Itinerario,it_IT,2967559,La Selva di Meana,"

Se sei un amante delle avventure all'aria aperta, prenditi una giornata e dedicala alla scoperta di un territorio che è rimasto quasi immutato dal punto di vista paesaggistico e che, per questo, offre una grande varietà di specie floristiche da ammirare: il parco del Monte Peglia e Selva di Meana. Sei nella zona dello STINA, il Sistema Territoriale di Interesse Naturalistico e Ambientale che si divide in tre zone diverse: la zona di Allerona-Selva di Meana, l'area del Melonta-Bosco dell'Elmo e l'area protetta di San Venanzo, sede di un grande parco vulcanologico.
La parte più vasta è quella che si sviluppa intorno ad Allerona: la tua visita inizia proprio qui, da un borgo circondato da boschi di faggio, leccio e ginepro e sviluppatosi intorno al Castello di Lerona, del quale restano oggi la Porta del Sole e della Luna. Imbocca la strada sterrata all'altezza del cimitero che ti permette di entrare nella Selva di Meana. L'area boscata, particolarmente vasta e ricca di biodiversità, è uno degli ambienti forestali più interessanti della regione. Se passi da queste parti nei mesi di aprile e maggio puoi assistere alla fioritura delle orchidee che, nella Selva, contano quaranta specie spontanee.
Da qui prosegui in direzione di Villa Cahen, costruita nel 1880 dal finanziere di Anversa Edoardo Cahen. L'edificio, che puoi visitare su richiesta, è stato costruito in stile liberty e ospita un bellissimo giardino in cui puoi scoprire alcune rare specie arboree ed erbacee che il proprietario fece arrivare da tutto il mondo.
Dall'edificio imbocca il sentiero che passa per Poggio La Cupa e Poggio delle Reti e che ti conduce al borgo di Meana. Lungo il percorso osserva i resti dell'antico acquedotto che serviva la villa, e alcuni ponticelli in pietra su cui forse si passeggiava.
Giunto a Meana approfittane per visitare i resti di un'antica tenuta che nel XII secolo appartenne al Vescovo di Orvieto e i ruderi della Chiesa di S. Nicola da Bari, senza perderti il bel panorama su Allerona e la vallata del Fiume Paglia. Arrivato a destinazione recupera energie, gustandoti un bel piatto di tagliatelle al tartufo bianco, tipico della zona.

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Una giornata all'insegna del verde nella zona di Orvieto: la Selva di Meana ti offre lo scenario ideale per un'escursione tra la sua grande area boschiva, il parco vulcanologico e i resti archeologici.

",,Allerona|Orvieto|San Venanzo|Ficulle|Parchi naturalistici e tematici,,,,,42.45236385,14.205169264197048,,,,, Itinerario,it_IT,2969344,Il bosco di San Francesco,"

Sapevate che ad Assisi c’è un accesso diretto al paradiso? Il nostro eden è il Bosco di San Francesco, un percorso di pace e bellezza di 64 ettari e 800 anni di storia, che si snoda per due chilometri e mezzo tra carpini, querce, terreni boschivi, campi coltivati e antiche opere dell’uomo.

In questo luogo dell’anima, nel territorio dove il santo patrono d’Italia abitò e predicò insieme ai suoi compagni dando vita all’ordine francescano, si può accedere sia dall’ingresso superiore, che si apre nel muro di cinta del piazzale davanti alla Basilica Superiore, sia in quello inferiore presso l’ex monastero di Santa Croce. Dal 2011 il Bosco di San Francesco è aperto a visitatori e ai pellegrini grazie al FAI-Fondo Ambiente Italiano, che lo ha acquisito e recuperato in tutte le sue parti.

Parola d'ordine: lentezza
Il Bosco di San Francesco è una porzione intatta di paesaggio umbro, luogo di armonia e silenzio ai piedi della grandiosa Basilica.
È un vero scrigno di biodiversità: il mosaico ambientale che lo caratterizza con l’alternarsi di boschi, prati, filari di siepi e alberi, corsi d’acqua ed oliveti genera una grande varietà di ecosistemi favorevole alla presenza di numerose specie vegetali e animali. Passeggiando lungo i suoi sentieri non è raro osservare caprioli e scoiattoli e ascoltare il canto di numerosi uccelli.
È attraversato da circa 5 chilometri di sentieri ben segnalati che permettono una visita unica e suggestiva nel tipico paesaggio collinare umbro. Il percorso ha una durata di poco meno di un’ora, ma lo spirito in viaggio con il corpo ha un altro passo e un altro tempo, quindi vi diamo un consiglio: riponete orologi e telefonini negli zaini perché in questo paesaggio d’altri tempi le parole d’ordine sono lentezza e contemplazione.
Stretto fra lecci e cornioli, i sentieri ben illustrati dalla segnaletica rotolano a tornanti verso il fiume Tescio e induce a fare soste benefiche per un pieno di natura: se siete fortunati potete scorgere il volo rapido di uno sparviero o cogliere il guizzo di un istrice che corre a nascondersi nella boscaglia.
Continuate verso il Ponte dei Galli, opera in travertino risalente al 1356, restaurato alla fine del XV secolo e ricostruito dal Comune tra il 1948 e il 1949. Giungete quindi a fondovalle dove potete ammirare le vestigia di un mondo lontano, abitato fra il XIII e il XIV secolo dalle monache benedettine: l’imponente complesso di Santa Croce. Ciò che rimane del monumento religioso sono le restaurate strutture dell’ospedale, dell’omonima chiesa romanica, del mulino che oggi ospita un ristorante tipico e della torre trecentesca a difesa di un antico opificio, ciascuno con una storia da ricordare e da raccontare. Fate allora una pausa per poter ascoltare quello che queste pietre antiche hanno da dirvi.

Intrecci di storia, arte e natura
Il complesso benedettino ebbe vita breve e alla fine del XIV secolo fu abbandonato dalle suore che si trasferirono all’interno della cinta muraria. Oggi la canonica del monastero rivive come punto informativo e accoglienza dei visitatori.
L’ospedale (Hospitalis Pontis Gallorum) operativo dal 1250 fino al Trecento, era un luogo di accoglienza per i pellegrini; una targa in prossimità di una passerella ne sancisce l’inizio.
Potete quindi accedere alla chiesa romanica di Santa Croce, del XIII secolo, con un interno semplice e sobrio. Non dimenticate di ammirare nell’abside l’affresco del 1643, “Adorazione della nuda croce”, attribuito al pittore assisano Gerolamo Marinelli.
I segnali del percorso vi dirigono ora verso il torrente Tescio e alla radura sovrastata dalla trecentesca torre (che il Fai ha intitolato a una sua rappresentante scomparsa, Annamaria Colizzi), visitabile accedendo dal primo piano attraverso una scala in ferro.
Il manufatto era probabilmente un mulino fortificato, di quelli che esistevano a cavallo tra il XIII e XIV secolo nelle Marche, in Toscana e in Umbria. Forse in origine provvedeva alla macinatura di grano od olio, poi fu utilizzato per la produzione di calce.
In cima alla torre, sarete travolti da una visione che si apre di colpo sotto i vostri occhi: il disegno di un infinito rivisitato, formato da 121 ulivi disposti a doppio filare che creano tre ampi elementi circolari tra loro tangenti, di cui uno maggiore al centro, e un’asta d'acciaio alta 12 metri che simboleggia l’unione tra cielo e terra. State ammirando il “Terzo Paradiso”, opera di Land art che il maestro Michelangelo Pistoletto ha donato al Fai. L’invito dell’artista è quello di percorrere la serpentina tra i filari e diventare parte dell’opera: una riflessione sull’auspicabile coesistenza tra l’uomo e la natura, qui simboleggiata dalla terza sfera.
Dalla torre potete riprendere il sentiero del ritorno, fermandovi se ne avete voglia all’antico mulino del XII secolo, attivo fino agli inizi del ‘900: oggi è una piacevole trattoria, che prepara anche cestini da picnic.

Informazioni
tel. +39 075 813157 – Fax +39 075 8198638 – email: faiboscoassisi@fondoambiente.it

Orari di apertura:
Da aprile a settembre dalle 10.00 alle 19.00 e da ottobre a marzo dalle 10.00 alle 16.00.
Aperto tutti i giorni eccetto i lunedì non festivi. Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura. Chiusura invernale dalla seconda settimana di gennaio fino a fine febbraio.
Chiuso il 1 gennaio, il 25 e il 26 dicembre e in occasione delle festività francescane.

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Sapevate che ad Assisi c’è un accesso diretto al paradiso? Il nostro eden è il Bosco di San Francesco, un percorso di pace e bellezza di 64 ettari e 800 anni di storia, che si snoda per due chilometri e mezzo tra carpini, querce, terreni boschivi, campi coltivati e antiche opere dell’uomo. 

",,Assisi|Parchi naturalistici e tematici|Trekking,,,,,42.4522831,14.2053572,,,,, Itinerario,it_IT,2970848,Grotte dell'Abbadessa di Pale," Situate in una frazione di Foligno alle pendici del monte di Pale, le suggestive Grotte dell’Abbadessa di Pale rappresentano un interessante fenomeno carsico generato dalle acque del fiume Menotre e da quelle di infiltrazione.

Sono divise in diverse cavità: la principale, che è considerata un vero gioiello di architettura, è detta “Camera del laghetto”, ha forma circolare e un’altezza di 8-9 metri. Dalla sua volta a cupola pendono numerose stalattiti, mentre al centro pilastri di stalagmiti formano perfette colonne. Dopo ben 40 anni, nel 2016, questo capolavoro della natura fortunatamente è tornato visitabile.
Una seconda cavità, chiamata la “Camera delle Colonne a Terra”, è raggiungibile attraverso una galleria; anche questa ha una struttura architettonica molto suggestiva, caratterizzata da notevoli stalattiti che sembrano drappi e imponenti colonne centrali, oltre a una stalagmite dalla particolare forma di leone
In passato le grotte raccoglievano le acque del fiume durante la piena. Non a caso non lontano da qui vi aspetta lo spettacolo delle Cascate del Menotre, raggiungibili con una breve passeggiata.

Consultate qui per avere maggiori informazioni relative a periodi e orari di visita, costi, condizioni, guide, gruppi e abbigliamento consigliato.

null",,"Situate in una frazione di Foligno alle pendici del monte di Pale, le suggestive Grotte dell’Abbadessa di Pale rappresentano un interessante fenomeno carsico generato dalle acque del fiume Menotre e da quelle di infiltrazione.",,Foligno|Arrampicata e Speleologia,,,,,42.4593629,14.2139803,,,,,null null null null null null Itinerario,it_IT,2967353,Itinerario da Montefranco a Monte Moro,"

Sognate un weekend lontani dalla città e dallo stress quotidiano? Aprite gli occhi e iniziate da subito a camminare: l'itinerario di cui avete bisogno è quello che vi andiamo adesso a raccontare; un angolo di paradiso nel cuore dell'Umbria di particolare interesse dal punto di vista paesaggistico, ma non solo.

In questa occasione percorriamo anche un tratto dell'antica via del ferro, un collegamento essenziale in epoche passate per il trasporto di questo prezioso materiale, da Monteleone di Spoleto a Scheggino, per proseguire poi in direzione della via Flaminia e, quindi, la città di Roma.

Il nostro punto di partenza è Montefranco, un comune nella provincia di Terni, circondato da olivi, boschi di querce e pinete che lo rendono la perla indiscussa di tutta la Valle del Nera. Il paese è nato intorno al vecchio castello di Bufone nei primi anni del Duecento: di questo edificio restano intere purtroppo soltanto le porte Franca e Spoletina, nonché le mura esterne.

Da visitare sono la chiesa di San Pietro e la parrocchia di Santa Maria, costruita in tempi recenti sui resti di un'architettura già esistente. Dalla chiesa della Madonna del Carmine, saliamo lungo il crinale fino al Colle Verde raggiungendo così la località Colline.

Dopo esserci addentrati nella foresta più folta e autentica, arriviamo a Monte Moro, un faro nell'intera valle, opposto a Ferentillo.

Sulla vetta, spicca il sito archeologico con i resti di un santuario romano e delle cisterne. Si scende poi verso San Mamiliano, che deve il suo nome a un santo vissuto nel V secolo, venerato e acclamato nei primi periodi del cristianesimo.

Incastonata tra le falde del Colle dell'Ovaia e quella del Fosso di Ancaiano, all'interno della città ci si può soffermare presso la chiesa di San Biagio, prima di riprendere il sentiero che ci porta a Cerqueto.

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Alla scoperta della via del ferro, un antico tracciato che un tempo collegava Monteleone di Spoleto con Scheggino, nella Valle del Nera.

",,Ferentillo|Montefranco|Parchi naturalistici e tematici|Trekking,,,,,42.4522831,14.2053572,,,,, Itinerario,it_IT,2967444,Escursione in Valnerina da Cerreto di Spoleto a Sant'Anatolia di Narco,"

Il tuo viaggio inizia nella piazza centrale di Cerreto di Spoleto. Scendi a destra per la chiesa di Santa Maria de Libera. All'incrocio con la strada statale in località Colle del Piano prosegui dritto in direzione della chiesa di Santa Maria di Costantinopoli. Se vuoi fermati a vedere la chiesetta, ma riparti in fretta perché il percorso è molto lungo. Gira a sinistra e segui le indicazioni bianco-rosse.

Arrivi al paese di Macchia, gira a sinistra per il sentiero seguendo sempre le indicazioni bianco-rosse. Arrivi prima a Piedilacosta e poi a Meggiano, trovi un sentiero che ti conduce fino al centro abitato di Piedipaterno; dalla piazza del paese prosegui verso la chiesa di San Sebastiano, prendi la strada asfaltata in salita, in direzione di Spoleto e dopo 50 metri gira a destra per la strada sterrata. Qui, ricomincia a seguire le indicazioni bianco-rosse e, arrivato alla strada asfaltata in località Geppa, gira a destra, poi dopo la chiesa vai a sinistra. In prossimità di un tornante gira a destra per l'asfaltata in discesa, seguendo le indicazioni bianco-rosse; gira a sinistra per la strada sterrata seguendo le indicazioni bianco-rosse.

Giunti a Castel San Felice oltrepassa il ponte, quindi prosegui per la strada asfaltata in discesa che passa intorno al paese. Arrivato nei pressi dell'omonima abbazia prosegui in direzione della SS 209, gira a sinistra lungo il tracciato della vecchia ferrovia, dopo gli impianti sportivi attraversa la SS209 e prosegui per la strada sterrata in salita con le indicazioni bianco-rosse. Arrivi a Sant'Anatolia di Narco, un'altra perla nella Valnerina, anche detta la città della canapa per la sua tradizionale attività di coltivazione e lavorazione di questa fibra per produrre importanti tessuti. In città infatti è presente il Museo della Canapa.

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Percorso da Cerreto di Spoleto a Sant'Anatolia di Narco. Se sei un escursionista esperto, parti dal borgo di Cerreto di Spoleto e segui il nostro percorso fino a Sant'Anatolia di Narco, attraverso la Valnerina.

",,Sant'Anatolia di Narco|Vallo di Nera|Cerreto di Spoleto|Valnerina da scoprire|Trekking,,,,,42.82064471524384,12.916906904662007,,,,, Cerreto di Spoleto Sant'Anatolia di Narco Itinerario,it_IT,2967464,Escursione in Valnerina –Da Sant'Anatolia di Narco all'Abbazia di San Pietro in Valle,"

Sei pronto per un'escursione nelle bellezze della Valnerina?

Parti da Sant'Anatolia di Narco, in prossimità della SS209 sali sopra il terrapieno della vecchia ferrovia, seguendo la segnaletica bianco-rossa. In corrispondenza dell'incrocio con la strada asfaltata, gira a sinistra, passa davanti al cimitero e prosegui verso il sottopasso. Arrivati in prossimità di un casolare gira a sinistra e attraversa un ponticello, seguendo le indicazioni bianco-rosse. Ti trovi ad un incrocio con una strada sterrata: prendi la strada di destra, con le indicazioni bianco-rosse e prosegui nel bosco. Ti trovi ad un incrocio con un'altra sterrata, qui gira a sinistra dove il sentiero prosegue verso il bosco; il sentiero raggiunge ora il valico: qui ha inizio la discesa.

Arrivi a Collefabbri dove prosegui per la strada asfaltata in direzione Ceselli. Arrivi in località Contaglia. Sei ormai a Ceselli, per visitare il paese gira a destra, oppure prosegui dritto fino all'incrocio con la SS 209. In paese, dirigiti verso la Chiesa di San Vito, edificata nel 1080, con affreschi rinascimentali raffiguranti i santi martiri e la chiesa di San Sabino; per conoscere meglio il borgo, dirigiti all'Osteria di Ceselli, importante nodo viario, che è ornata con affreschi del 1500 di pittori della Valnerina: Pensa che in questa osteria nel 1831 ha sostato l'arcivescovo Mastai Ferretti in fuga da Spoleto verso lo Stato Borbonico.

Conclusa la tua visita oltrepassa il ponte sul fiume Nera seguendo le indicazioni della via di Roma, segui sulla strada sterrata, sempre seguendo la stessa direzione e, all'incrocio con la strada asfaltata, prosegui dritto. Arriva a Colleponte, gira a destra e oltrepassa il ponte sul fiume Nera. All'incrocio con la SS 209, gira a destra e prosegui per la SS 209. Gira a sinistra, segui le indicazioni per l' Abbazia di San Pietro in Valle. Quando la raggiungerai sarai sicuramente conquistato dalla sua bellezza: l'abbazia benedettina è una delle più importanti testimonianze di arte alto-medievale dell'Italia centrale immerso nel verde e nel silenzio della Valnerina.

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Un percorso adatto ad ogni escursionista, tra abbazie, borghi e natura incontaminata: parti dal centro di Sant'Anatolia di Narco e dirigiti verso l'Abbazia di San Pietro in Valle, passando per il borgo di Ceselli. 

",,Sant'Anatolia di Narco|Scheggino|Ferentillo|Valnerina da scoprire|Trekking,,,,,42.4522831,14.2053572,,,,, Sant'Anatolia di Narco Abbazia di San Pietro in Valle Itinerario,it_IT,2969896,Stifone,"

La storia

I lavori di scavo condotti nel tempo hanno confermato il ruolo di quest’area riportando alla luce il sito di un cantiere navale romano – sorto probabilmente durante la prima guerra punica, quando i romani ebbero bisogno di predisporre una grande flotta da guerra per affrontare Cartagine – proprio nelle vicinanze del porto, i resti di una vasca a uso termale datati al II secolo d.C. e un mosaico a tessere risalente all’età imperiale.
Tra il XIV e il XVI secolo invece nacque il borgo, edificato soprattutto sotto la spinta della famiglia Silori, una delle più importanti casate di Narni, che qui aveva forti interessi agricoli e fece costruire le abitazioni destinate ai contadini e agli artigiani che lavoravano per loro.
Senza dubbio l’abbondante presenza di acqua, sia per il fiume sia per le sorgenti della zona, ha favorito l’economia di Stifone che infatti, fin dal Medioevo, vantava una grande concentrazione di mulini, tra cui la più famosa Mola Alberti.
Altre attività di rilievo in tal senso hanno caratterizzato questo territorio: la ferriera pontificia, costruita nel 1707, dove veniva raffinato il minerale estratto dal Monte Santa Croce, e le gualchiere, attive tra il XIV e il XVIII secolo, nelle quali si procedeva alla follatura della lana (un processo che permetteva di rendere più compatte le fibre): iscritte alla corporazione dell’Arte della Lana, arrivarono a essere ben nove nel XVI secolo, tramandando i segreti del mestiere di padre in figlio.
Anche in epoca più recente l’acqua ha rappresentato un elemento distintivo: proprio sulle cascate di acqua sorgiva di Stifone nel 1892 vennero messe in funzione due delle prime centrali idroelettriche d’Italia, che servirono tra l’altro a dare luce a Narni.
Nel primo dopoguerra è cambiato l’assetto socio-economico dell’area, ma è rimasto vivo il rapporto di simbiosi tra Stifone e il Nera che, con le sue acque azzurre, lambisce gli antichi opifici.

 

Cosa vedere

Avvicinandosi al fiume, si incontrano nei pressi di una grotta una sorgente, dove resta ancora la pompa che veniva utilizzata per prendere acqua, e antichi lavatoi che gettano acqua sorgiva. Qui le sorgenti sono ancora numerose, anche se molte ormai sono sommerse dall’invaso artificiale che dal 1939 alimenta la centrale ex-Valdarno: la loro presenza è resa evidente dalle sfumature di azzurro che regalano alle acque del fiume.
Sopra Stifone rimangono anche i ruderi dell’Eremo di Santa Betta o Monastero di San Giovanni: la volta, il transetto, l’abside e l‘ingresso della chiesa, oltre alle cisterne per l’acqua.
Il borgo ha mantenuto il suo nucleo caratteristico con le case risalenti al periodo compreso tra il ‘300 e il ‘600. Due piazzette all’ingresso fanno da cornice alla Chiesa di Santa Marina con il suo portale in cotto e il campanile a vela. Sulla parete sinistra, dove è posizionato il campanile, si apre un altro portale che, per dimensioni e lavorazione, probabilmente in passato era l’ingresso principale della chiesa, che intorno al XVII secolo deve essere stata modificata e ampliata con l’aggiunta di due campate. L’interno a navata unica con volte a crociera conserva un fonte battesimale, un’acquasantiera e un tabernacolo in legno degni di nota.
Tra i dipinti e gli affreschi conservati, una tela sul lato destro del presbiterio, raffigurante la Trinità che incorona la Vergine, richiama la leggenda legata a Santa Marina, qui riportata con il piccolo attribuitole come figlio. La storia narra, infatti, che Marina fosse entrata in convento travestita da uomo; girando per fare la questua si fermò in una locanda dove la figlia dell’oste era rimasta incinta di un soldato: la ragazza incolpò della gravidanza proprio “Marino” che venne quindi cacciato dal convento. Il bimbo, una volta nato, venne affidato a Marino che lo fece crescere come suo figlio. Riammesso al convento, fu sottoposto alle fatiche più pesanti, tanto da morirne: solo quando venne seppellito, si accorsero che in realtà era una donna e Marina venne subito venerata come Santa.

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Un antico porto che dall’epoca romana serviva la “Superba Narnia” per trasportare lungo il Nera fino a Roma legname, alimenti, laterizi e probabilmente anche persone: è Stifone, posto sulla riva sinistra del fiume a sud delle Gole del Nera, sotto le rocce su cui sorge il castello di Taizzano.

",,Narni|Paesaggi d'acqua,,,,,42.4522831,14.2053572,,,,, Itinerario,it_IT,2967718,Da Montefalco a Giano dell'Umbria lungo la Strada del Sagrantino,"

Eccellenze enogastronomiche nei borghi dell'Umbria
Montefalco prende il nome dalla passione per la caccia al falcone di Federico II che qui trascorse un anno intorno al 1249. Sei nel regno del sagrantino, un vitigno antico rimasto ancorato all'area di nascita. Deriva dal latino sacer, vino sacro per le feste della tradizione cristiana che scandivano la vita rurale e nasce nella versione passita. Verso metà del secolo scorso si comincia a vinificarlo e imbottigliarlo nella versione secca. Visita la Chiesa di San Francesco, oggi museo, la Chiesa di Sant'Agostino e il Palazzo Comunale.
A spasso per il borgo, tra mura di pietra rosa lungo i vicoli che scendono dalla Piazza del Comune, tralci di vite ti raccontano un'antica presenza di orti e vigne domestiche: all'interno del Convento di Santa Chiara trovi una pianta di sagrantino ultracentenaria. Il souvenir migliore lo scegli tra botteghe di tessuto artistico ed enoteche.
Un assaggio di tradizione locale con strangozzi al sugo d'oca, oca arrosto e ‘ntorta, dolce sfoglia con mele, noci e frutta candita, scandisce gli abbinamenti con l'offerta enologica. Sagrantino DOCG e Rosso di Montefalco
Mentre nel Rosso di Montefalco il sangiovese è l'attore protagonista, quando sorseggi il Sagrantino Docg trovi un vino scuro di grande struttura con una importante trama di tannini, che in versione dolce bilancia perfettamente le sue naturali parti più dure. Tale ricchezza di polifenoli lo presta ad un lungo invecchiamento.
Prosegui fino alle pendici dei Monti Martani, zona vitivinicola rinomata fin dai tempi dell'antica Roma, oggi coltivata a trebbiano, grechetto e sangiovese: in cima alla collina trovi Castel Ritaldi. Il borgo domina un territorio in gran parte agricolo in cui scorgi boschi, vigneti ed uliveti. Tra le visite da non mancare, la romanica Pieve di San Gregorio, il rinascimentale santuario della Madonna della Bruna e la medievale chiesa di Santa Maria. Qui puoi anche degustare il Trebbiano Spoletino, coltivato quasi esclusivamente nell'ampia zona tra Spoleto, Foligno e Montefalco, fresco e fruttato ma abbastanza alcolico e dalla spiccata acidità.

Scendi verso ll borgo di Giano dell'Umbria cinto da mura medievali che conservano le tracce romane e rinomato anche per il suo olio: Dop Umbria dei Colli Martani. Prima di cercare il panorama di tutta la vasta pianura dal Monte Martano visita la abbazia di San Felice e la chiesa di San Francesco.

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Un itinerario in una terra d'elezione tra cantine, frantoi e tesori artistici ti porta alla scoperta del Sagrantino. Quasi scomparso nell'ottocento, grazie ad alcuni lungimiranti vignaioli torna ad essere una delle bandiere enologiche dell'Umbria

",,Castel Ritaldi|Giano dell'Umbria|Montefalco|I percorsi del gusto,,,,,42.4591159,14.2136044,,,,,null null null null null null Itinerario,it_IT,2970104,Itinerari nel Parco di Colfiorito,"

Vi piacerebbe trascorrere una giornata intera a contatto con la natura ma allo stesso tempo non vorreste trascurare gli aspetti culturali ed enogastronomici?

Avete mai preso in considerazione l'idea di intraprendere un viaggio nel parco di Colfiorito?

Questa valle stupefacente, oltre ad essere ideale per praticare birdwatching e gustare prodotti tipici del territorio (ad esempio le patate rosse di Colfiorito, il farro e la celebre lenticchia autoctona), è anche un ambiente privilegiato per itinerari di trekking, mountain bike e non solo.

Inoltre, se preferite, potete addentrarvi nel cuore dei percorsi a cavallo, oppure, potete scoprire il museo archeologico locale che testimonia quanto fosse vivo e attivo quel territorio in epoche passate.

Protagonista indiscussa della nostra proposta è la palude del Colfiorito, definita come il miglior esempio di zona umida dell'Italia centrale. Qui vivono specie animali e vegetali rari e variegati, come il pino nero, la ninfea bianca, la brasca e il millefoglio d'acqua.

Se si è un po' fortunati si possono anche scorgere l'airone rosso, il cinghiale, l'istrice e il lupo.

Proseguendo, incontriamo il Monte Orve, il punto più alto di tutta l'area: da qui si gode di una vista stratosferica sui paesaggi circostanti e sugli altipiani plestini, dove dimorano antichi insediamenti.

Parliamo del Castelliere, un piccolo villaggio fortificato risalenti al periodo protostorico circondato da una cerchia di mura poligonale. Nella parte più alta risiedeva l'acropoli; oggi sono visibili invece la canonica di Santa Maria e il castello, costruiti in età feudale.

Merita una deviazione anche il centro di Cassicchio, località sopra il Molinaccio e l'inghiottitoio.

Il luogo adatto per una pausa o un break è il Fagiolaro: potete usufruire di un'area picnic, nonché praticare pesca a mosca.

Altri punti di osservazione sono la Fonte Fontaccia, la casa del Mollaro, Forcatura e Popola, una piccola frazione montana nei pressi di Foligno, attraversata da via della Spina.

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Tante idee adatte a tutta la famiglia per scoprire ed esplorare questo territorio, dalla palude di Colfiorito ai siti archeologici di monte Orve e Plestia

",,Foligno|Folignate - Nocera Umbra|Parchi naturalistici e tematici|Trekking,,,,,42.4522831,14.2053572,,,,, Itinerario,it_IT,2970122,Oasi naturalistica dei Monti Coscerno e Aspra,"

Siete amanti dell'animal watching? Vi piace immergervi nel verde e nel silenzio e ricercare l'autentico? Esistono luoghi, lontani dal caos e dalla vita di tutti i giorni, che vi faranno trovare la pace di cui avete bisogno. Un'oasi che vi proponiamo oggi si trova in Umbria, tra la valla del fiume Nera, il fosso Tissino e Spoleto.

Qui, si erge l'area naturalistica dei Monti Coscerno e Aspra, un paradiso in cui, ancora oggi, è possibile raccogliere mirtilli, vedere da vicino le aquile e passeggiare nelle foreste incontaminate.

Una delle particolarità della zona è che le pareti rocciose sono ricoperte da lecci, alcuni dei quali riescono a raggiungere persino i 400 metri di altezza; ma crescono anche esemplari più montani, come aceri e faggi che, soprattutto nel periodo autunnale, creano un'atmosfera magica dai colori più intensi: dal rosso al giallo, fino all'arancio e all'amaranto.

Ma al di là dei boschi, guardando ancora più in alto, si scorgono le praterie del Monte Coscerno: decine e decine di ettari di vegetazione spontanea. Con un po' di pazienza e dedizione, si può arrivare a camminare tra i gigli di San Giovanni, le viole di Eugenia, le genziane maggiori e le fritillarie dell'Orsini.

Non solo piante e fiori: la fauna è da considerarsi una delle più ricche di tutto il centro Italia. Sono tre in particolare le specie animali che da sempre abitano questi territori impervi e che, di conseguenza, sono divenuti parte della storia locale: l'aquila reale, il lupo e la coturnice appenninica.

Tutto ciò è sicuramente reso possibile dalla purezza della Valnerina, un ambiente ideale per trascorrere il proprio tempo, meglio se accompagnati da una guida specializzata che vi farà scoprire i segreti e gli angoli più nascosti.

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Un territorio ricco da esplorare: visita i Monti Coscerno e Aspra e potrai ammirare da vicino orsi, aquile reali e lupi

",,Valnerina|Parchi naturalistici e tematici|Trekking,,,,,42.4522831,14.2053572,,,,, Itinerario,it_IT,2970139,Trekking sui Monti Sibillini,"

Paesaggi naturali, storia e tradizioni antiche: un concentrato di bellezza e autenticità nel cuore dell'Umbria. Per assaporare al meglio ogni aspetto di questo magico territorio, non c'è niente di meglio di un'escursione a piedi o in bicicletta sui monti o nelle valli del parco dei Sibillini.

La varietà di vegetazione e le meravigliose distese di verde ci concedono l'opportunità di una vasta scelta per quanto riguarda le mete del nostro viaggio. Iniziamo subito consigliandovi il Lago Pilato, situato sul Monte Vettore in prossimità del confine con le Marche. Questo antico specchio d'acqua è legato a molte leggende del passato. Si narra che fosse infatti meta di negromanti, maghi e alchimisti, tanto che la Chiesa stessa proibì l'accesso a tutti i fedeli.

Secondo un'altra storia, questo è stato anche il luogo in cui è finito il corpo di Ponzio Pilato, condannato a morte da Tiberio. Non è quindi un caso se viene anche definito il Lago Averno, ovvero l'accesso al mondo degli inferi.

Da qui si arriva facilmente nella Valle Castoriana, attraversata dal torrente Campiano. L'ambiente è caratterizzato da piccoli villaggi, ruderi di castelli, salici e cipressi. Si prosegue poi verso il Monte Patino, dalle pendenze fortissime e dalle pareti rocciose. Da vedere è l'oasi di protezione faunistica che comprende la bellezza di 2400 metri di montagna. Qui, da tempi immemori, vivono coturnici, lepri e l'aquila reale. Interessante anche la Grotta Patino, una spelonca nascosta da faggi che un tempo serviva come riparo per i pastori in caso di condizioni meteorologiche avverse.

Se ancora non vi siete stancati, potete continuare a fare trekking sul Monte Palazzo Borghese: un altro massiccio in cui, per soli 2 o 3 mesi l'anno, si può ammirare anche un laghetto che si viene a formare dopo lo scioglimento delle nevi dei ghiacciai.

Nella stessa area si possono visitare anche il Monte Porche, chiamato anche Bellavista per gli ampi panorami che si godono dalla sua vetta e il Monte Sibilla, che deve il suo nome alla strega che viveva nella omonima caverna. Su questo mito, anche Andrea de Barberino e Antoine de la Sale hanno scritto e lasciato le loro testimonianze.

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Alla scoperta dei tesori del parco umbro: itinerari ed escursioni adatti a tutti, per ogni periodo dell'anno

 

 

",,Valnerina|Parchi naturalistici e tematici|Trekking,,,,,42.4522831,14.2053572,,,,, Itinerario,it_IT,2970192,Trekking sul Monte Pennarossa,"

Siete dei gran camminatori? Vi piace respirare il vento fresco ad alta quota, lontani dalla città caotica e rumorosa? Bene, avete trovato il vostro regno. L'itinerario che vi suggeriamo, se siete veri appassionati di trekking, non vi deluderà.

Vi portiamo nel cuore verde dell'Umbria, in un territorio che vi lascerà a bocca aperta.

Ci sono tre possibili punti di partenza. Iniziamo con la prima opzione: da Piazzale Vasi, ovvero all'interno dell'area turistica della Cascata delle Marmore, una delle più alte di tutta Europa. Il nome deriva dalle bianche rocce, ricche di carbonato di calcio, che possono assomigliare al marmo.

Ci troviamo quasi alla fine della Valnerina: una zona caratterizzata dalla presenza di animali tipici come il germano reale, la rondine montana ma anche il martin pescatore di fiume. Da qui, il sentiero sale fino ad arrivare al Belvedere Giuseppe Federico Gmelin, nonché un pittore e incisore di origine tedesca vissuto tra la fine del Settecento e l'inizio dell'Ottocento. Si prosegue poi alla volta di Pennarossa, da dove si può godere una vista bellissima del monte e dei dintorni.

Una variante dell'itinerario ha inizio invece a San Liberatore, un piccolo centro abitato della provincia di Terni. Il borgo è nato intorno a un antico convento benedettino, convertito poi in francescano di cui, purtroppo, rimane soltanto la chiesa di Santa Croce.

Se decidete di partire da questo luogo, non perdetevi il parco della Batteria, chiamato così perché, negli anni della seconda guerra mondiale, qui era installata una batteria antiaerea. Ancora oggi sono visibili i resti di alcuni manufatti della casermetta.

Da Pennarossa, scendiamo poi verso Colle Raso. Ci troviamo vicino il castello medievale di Collestatte, un ulteriore punto di partenza dell'anello per il trekking. All'interno delle mura perimetrali ancora in buono stato, si possono visitare il palazzo Manassei, sede della circoscrizione comunale, la chiesa di San Pietro e la torre campanaria risalente al XVI secolo. A pochi chilometri, si possono invece scorgere i resti di una navata della pieve di Santa Maria, un edificio che trae le sue origini nel periodo alto medievale.

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Avventurati in questo angolo di bellezza in Umbria, tra i sentieri del Parco Fluviale del Nera e la ricca vegetazione

",,Terni|Parchi naturalistici e tematici|Trekking,,,,,42.4522831,14.2053572,,,,, Itinerario,it_IT,2970556,La Città della Domenica: il primo family park d'Italia,"

Sul Monte Pulito, uno dei colli che circonda Perugia, si trova la Città della Domenica, il primo family park d'Italia e la più grande attrazione dell'Umbria per grandi e piccini.

 

Il parco della Città della Domenica è stato aperto al pubblico, per la prima volta, nel 1963 e copre un'area pari a più di 45 ettari divisi in una vasta zona natura, un parco giochi e d'attrazioni e un grande rettilario.

 

I vostri bambini saranno sicuramente entusiasti di passare una giornata in un ambiente naturale e tranquillo, diverso dai parchi divertimenti tradizionali.

Lungo i sentieri che conducono all'itinerario faunistico della Città della Domenica, i vostri bimbi potranno vedere ed avvicinarsi ad alcuni tipi di animali della tradizione italiana ed europea, alcune specie protette ed animali da fattoria: vivono in libertà daini, mufloni, scoiattoli, galline, cervi e tanti altri animali.

Una volta giunti in prossimità del Missile, una delle strutture simbolo del parco divertimenti, entrerete nell'itinerario faunistico dove è possibile vedere civette delle nevi, canguri, struzzi, le lepri della Patagonia, gli yak e i lama. A farvi visita ci sarà poi la mascotte del parco: l'asino dell'Asinara, un dolce asino bianco e dagli occhi azzurri che si è salvato dall'estinzione anche grazie all'aiuto della Città della Domenica.

Oltre alla visita all'ampia aerea dedicata agli animali, potrete scegliere tra una serie di animazioni, giochi e intrattenimenti a tema. Per far sorridere i vostri bambini troverete i mini-kart e i mini-scivoli, poi il Cavallo di Troia e diversi scivoli, mentre per raccontare loro le storie che hanno accompagnato la vostra infanzia potrete approfittare della zona dedicata alle fiabe più belle: tornate bambini nel Villaggio di Pinocchio, nella Casa di Cappuccetto Rosso, nel Castello della Bella Addormentata e nella Casetta di Biancaneve.

Per spostarvi da un punto ad un altro del Parco potete utilizzare il Primo Trenino dei Parchi d'Italia: approfittatene per farvi condurre in mondi diversi dal vostro: sia nel Villaggio Medioevale che a Fort Apache che nella Fattoria troverete un'ambientazione unica che vi riporterà prima al tempo di dame e cavalieri, poi tra saloon e cow-boys e poi in una vera e propria fattoria.

Un'altra importante attrazione della Città della Domenica è il Rettilario di Perugia, uno dei più grandi e importanti d'Europa. All'interno della torre, che copre circa 1000 mq, sono stati ricreati gli habitat per coccodrilli e serpenti, habitat sicuri per i visitatori e per gli animali, che rispettano le provenienza delle diverse specie: potrete vedere tanti tipi di serpenti, anche i più velenosi e pericolosi, in totale sicurezza e guidati da accurate schede informative.

Inoltre il Rettilario ospita un affascinante scheletro di un coccodrillo risalente ai tempi dei dinosauri e un percorso evoluzionistico, con fossili preistorici (il più antico dei quali risale a circa un miliardo di anni fa e il più recente, un femore di Mammut, ha circa un milione di anni).

 

Il parco è generalmente aperto da marzo a novembre.

Per informazioni su giorni e orari d'apertura, puoi consultare il sito: www.cittadelladomenica.it

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Una giornata speciale in ampi spazi all'aria aperta, tra tanti animali e attrazioni che coinvolgono tutti i membri della famiglia.

",,Perugia|Parchi naturalistici e tematici,,,,,42.4522831,14.2053572,,,,, Itinerario,it_IT,2970573,Parco di Colfiorito,"

Hai voglia di una giornata all'insegna della natura, ma vuoi anche visitare una zona di grande valore archeologico? Il Parco di Colfiorito è quello che fa per te. Si tratta della più piccola tra le aree protette dell'Umbria ed è famoso per la sua zona umida di montagna, la palude. Il Parco di Colfiorito ha un grande valore ambientale, culturale e storico: il territorio infatti documenta millenni di storia dell'uomo.

Inizia la tua escursione imboccando uno dei tanti sentieri: utilizzando viabilità storiche e recenti, puoi osservare l'ambiente della palude di Colfiorito con la sua flora, la sua fauna e i siti archeologici. Tutti i gli itinerari sono percorribili a piedi, a cavallo e in mountain bike e studiati anche per il turismo didattico.

Parti dalla località di Pistia, dove è presente l'insediamento archeologico di Plestia. Plestia fu una fiorente città sviluppata lungo l'importante asse viario che collegava i due versanti degli appennini: gli abitanti dell'altopiano, i Plestini, erano un antico popolo italico che abitò la zona durante l'età del Ferro. Qui gli scavi archeologici hanno riportato alla luce alcuni resti dell'antica città tra cui l'area del foro che è stata identificata presso la basilica di Santa Maria di Plestia.

Se vuoi continuare con il tuo viaggio indietro nel tempo, segui le indicazioni per il Castelliere di monte Orve: si tratta di un insediamento preromano, circondato da una cinta di mura in blocchi calcarei, dalle caratteristiche protourbane.

Mentre percorri i sentieri, nota il paesaggio: la flora è molto varia, ma l'aspetto predominante è determinato dalla presenza della vegetazione tipica degli ambienti umidi. Tutta l'area del parco è luogo ideale per svolgere le attività di osservazione naturalistica. Alcuni punti sono particolarmente indicati: l'osservatorio naturalistico, situato al centro della sponda occidentale della palude, con accesso libero e le località Croce Cassicchio, Fonte Fontaccia e Fagiolaro. Le stagioni migliori per osservare la vivace popolazione della palude sono la primavera e l'autunno, ancor meglio se nelle prime ore del mattino.

Non andare via dalla zona Colfiorito senza aver acquistato un sacchetto di patate rosse di Colfiorito, fiore all'occhiello dell'agricoltura in questa zona, così come la lenticchia e il farro: hai tutto per preparare una buonissima zuppa.

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Tra natura e storia nel Parco di Colfiorito, dove le bellezze paesaggistiche si uniscono a zone di grande valore archeologico.

",,Foligno|Parchi naturalistici e tematici,,,,,43.0288909,12.890577555244665,,,,, Colfiorito Itinerario,it_IT,2970642,Birdwatching nel Parco di Colfiorito,"

Binocolo, scarpe da trekking e taccuino

Da Foligno prendi la statale 77 in direzione di Civitanova Marche, una volta arrivato al centro abitato di Colfiorito cerca le indicazioni per la sede del Parco di Colfiorito. Parte del Museo naturalistico è momentaneamente visibile in attesa di una definitiva collocazione: qui puoi meglio comprendere l'equilibrio di questo ecosistema.
La giornata inizia con l'accoglienza degli operatori: verrai introdotto alla conoscenza del territorio e dell'avifauna attraverso un percorso interattivo. A questo punto risali in macchina per la strada comunale Forcatura sino all'area protetta del Parco. Binocolo al collo quando scendi ma soprattutto assicurati di avere delle scarpe da trekking ottimamente impermealizzate: ti saranno sicuramente utili!

Si parte: da marzo a settembre è il periodo migliore per osservare gli ""alati inquilini"" della palude, che occupa la più significativa di un complesso di sette conche montane, fondo di antichi bacini lacustri prosciugati sia naturalmente che ad opera dell'uomo.
Primo step la Casa del Mollaro, dove è installata una postazione video che trasmette in diretta le immagini di alcune zone della palude stessa. Tra le singolarità del luogo l'inghiottitoio, una delle tante manifestazione carsiche attraverso cui defluiscono le acque della palude inabissandosi nel sottosuolo. Camminando lungo il periplo della palude raggiungi un capanno destinato al birdwatching: un punto di osservazione privilegiato per apprezzare specie rare o in via di estinzione come il tarabuso, il tarabusino, l'airone rosso o la cannaiola.
Nella maggior parte dell'anno potrai ammirare il germano reale, la folaga, la gallinella d'acqua, l'airone cenerino, il falco di palude e il pendolino.

Se hai ancora forza e tempo, gli altri punti di osservazione sono il Fagiolaro, presso Croce Cassicchio e la Fonte Fontaccia. Nel periodo che va da maggio a giugno non devi perdere rinomata fioritura dei campi pitturati di rosso, giallo, lilla e di mille altre sfavillanti sfumature. Il souvenir migliore lungo le strade punteggiate di trattori e banchetti che celebrano la famosa patata rossa di Colfiorito, certificata IGP.

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Mai visto migliaia di rondini spiccare il volo? Al parco naturale di Colfiorito fanno sosta nel periodo della riproduzione specie rare e minacciate come il tarabuso, il tarabusino, l'airone rosso o la cannaiola: un tour inconsueto nella palude montana

",,Foligno|Birdwatching,,,,,42.4522831,14.2053572,,,,, Itinerario,it_IT,2968487,Ciaspolata sui Monti Sibillini,"

Se sei un amante della neve e vuoi una valida alternativa allo sci, ti proponiamo uno sport sempre più conosciuto e praticato: la ciaspolata. Si tratta di un'esperienza di trekking sulla neve che avviene con l'ausilio di racchette, utilizzate per camminare in modo sicuro sulle superfici fredde e scivolose. La ciaspolata è uno sport che profuma dei tempi andati, quando le racchette da neve erano l'unico mezzo a disposizione per spostarsi durante l'inverno.

 

La zona più indicata in Umbria per questa esperienza è la zona del Parco Nazionale dei Monti Sibillini nella località di Castelluccio di Norcia. La Piana di Castelluccio, bella e affascinante non solo durante la fiorita in estate, si inneva facilmente (ci troviamo a circa 1350 metri sul livello del mare) così come l'adiacente Monte Vettore. Le temperature in inverno sono molto rigide, con una minima che può raggiungere anche i -30 gradi. Queste sono le condizioni ideali per far sì che la neve cada copiosa, creando delle fantastiche distese adatte alla ciaspolata. In questa zona puoi scegliere tra vari percorsi ed esperienze di ciaspolate che ti consentiranno di scoprire angoli della piana e particolari percorsi ad anello che circondano i monti.

 

Puoi scegliere se dedicarti al pian Piccolo, da cui si vede il piccolo borgo di Castelluccio e scoprire i bei boschi che lo circondano, oppure puoi salire lungo i percorsi del Vettore, più difficili e con dislivello maggiore, se non approfittare delle escursioni organizzate in notturna o alle prime luci del tramonto: ricorderai per sempre i colori del sole che cala sulla neve di uno dei paesaggi più suggestivi d'Italia.

Al ritorno dalle escursioni, puoi approfittare di uno dei rifugi che si trovano in zona per riscaldarti mangiando un ottimo piatto di zuppa di legumi locali (la Piana di Castelluccio è famosa per le sue lenticchie e i suoi legumi).

Andare per questi luoghi con le ciaspole ti ""costringe"" a camminare lentamente e a gustare a pieno ogni piccolo particolare dell'esperienza: il panorama mozzafiato, il silenzio che ti avvolge, la morbidezza della neve a contatto con i tuoi piedi. Il tutto a delineare i tratti di un'esperienza unica e indimenticabile.

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In inverno, la zona del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, è l'ideale per la ciaspolata, una passeggiata sulla neve che rappresenta l'incontro tra lo sport e la natura.

",,Norcia|Trekking,,,,,42.4591159,14.2136044,,,,,null null null null null null Itinerario,it_IT,2968367,Archeologia industriale a Terni,"

Ti sei mai chiesto che fine facciano i macchinari e i siti industriali una volta dismessi? Come è noto, la produzione industriale segue dei periodi di espansione e contrazione economica, alternando periodi di forte sviluppo a dei momenti in cui si verificano contrazioni nella domanda dei beni oggetto di fabbricazione. Oltre al fattore economico, bisogna tenere in considerazione anche il fenomeno dell'obsolescenza, ossia il superamento tecnologico dei macchinari utilizzati.

 

Molto spesso il triste destino dei siti industriali è quello di essere abbandonati, rimanendo strutture inutilizzate e fatiscenti. La città di Terni, soprannominata anche la ‘Manchester italiana', è nota per la sua connotazione industriale e conosciuta soprattutto per il settore delle acciaierie. L'archeologia industriale italiana vanta esempi molto significativi proprio nel capoluogo umbro.

 

Uno dei simboli più importanti tra quelli che rappresentano l'emblema della rivoluzione industriale dell'800 è la Grande Pressa delle Acciaierie ternane di Piazza Dante sita davanti alla stazione ferroviaria. Un esempio di forte impatto visivo per le sue proporzioni: dal peso di 12.000 tonnellate, fu costruita dalla ditta inglese Davy Brothers, entrò in funzione nel 1935 e fu dismessa nel 1993.

Da ricordare i siti di archeologia industriale oggi trasformati in musei o poli cinematografici e multimediali, come l'interessante Museo delle Armi che sorge proprio sulla ex Fabbrica d'Armi dell'Esercito, la cui prima pietra fu posata nel maggio del 1875. Il Museo delle Armi leggere non rappresenta solo una esposizione di armamenti, ma vuole mettere in risalto la grande importanza che questi hanno avuto nel cambiamento economico e sociale della città di Terni e dell'Umbria in generale.

Anche la Centrale di Galleto – progettata dall'architetto Cesare Bazzani - ha svolto un ruolo fondamentale nello sviluppo industriale della città di Terni. Fu inaugurata nel 1929 e realizzata per produrre e fornire energia elettrica alle acciaierie e alle industrie del territorio ternano. La Centrale era in grado di sfruttare al meglio le potenzialità produttive dei fiumi Nera e Velino ed è tutt'oggi funzionante, appartenente alla Endesa Italia.

Tra le strutture più rappresentative in campo archeologico-industriale, non si può non citare il complesso ex-Siri oggi ‘ CAOS - Centro Arti Opificio Siri'. Si tratta del frutto del progetto di riconversione dell'ex fabbrica chimica SIRI, vicino al centro storico della città. Oggi il CAOS è un centro culturale dedicato alla fruizione delle arti e alla produzione creativa, nonché sede del Museo Archeologico e del Museo di Arte Contemporanea.

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Una nuova forma di arte contemporanea prende origine dalla vocazione industriale del territorio ternano. Macchinari e siti industriali dismessi acquistano una seconda vita, come oggetto di riqualificazione architetturale o importanti simboli del periodo della prima industrializzazione. 

",,Terni|L'arte in Umbria,,,,,,,,,,,null null null Terni null null null Itinerario,it_IT,2968563,MTB 07 - Città di Castello e l'Appennino Umbro-Marchigiano,"
Partenza Città di Castello
Arrivo Città di Castello
Distanza 32,2 Km
Dislivello 730 m
Difficoltà medio-difficile
Fondo 55% sterrato, 45% asfalto
Bici consigliata MTB e E-MTB
Da vedere in zona Città di Castello, Bocca Serriola, San Giustino, Terme di Fontecchio, Santuario del Belvedere.

 


Da Bocca Serriola fino al Santuario di Belvedere, passando per San Giustino e le Terme di Fontecchio, alla scoperta delle bellezze dell'Umbria.

 

L'Umbria – si sa – è un vero eden per gli appassionati di sport all'aria aperta. Ecco perché anche Città di Castello è una meta ideale per chi è desideroso di trascorrere una giornata sulla propria mountain bike.

Si tratta di uno dei più noti centri storici della regione: un punto di riferimento nella valle del Tevere anche dal punto di vista monumentale. Qui si possono ammirare le chiese di San Francesco e San Domenico, la Pinacoteca Comunale (che conserva anche capolavori firmati da Raffaello), l'oratorio di San Crescentino e la villa della Montesca.

Ci lasciamo alle spalle Città di Castello e ci dirigiamo verso le Terme di Fontecchio, un altro luogo icona di eccellenza e benessere psico-fisico. L'architettura dello stabilimento è stata disegnata dal perugino Guglielmo Calderini che, nel suo curriculum, vanta anche il progetto del palazzo di Giustizia di Roma.

La strada che troviamo è perlopiù sterrata; subito dopo inizia una salita per salire sul monte Penna, là dove, come riportato da Tommaso da Celano, San Francesco avrebbe ricevuto le stimmate. Una volta arrivati al chilometro 15,5 iniziano tratti che percorrono la cresta della montagna: il momento non è dei più impegnativi, anzi. È possibile godere appieno del meraviglioso panorama sui paesaggi umbri e marchigiani senza sprecare troppe energie.

Dopo questa breve pausa di riflessione, iniziamo la nostra discesa verso valle. Superiamo un guado, attraversiamo campi coltivati e distese di girasoli. Il nostro percorso, dopo circa trenta chilometri, ci riconduce al punto di partenza.

Da vedere durante il viaggio sono la frazione di San Giustino, dove si trova anche il castello della famiglia Bufalini e il borgo di Cospaia, e il santuario di Belvedere, dove ancora si trova il dipinto che raffigura il martirio di San Vincenzo dell'artista Giovanni Ventura Borghesi.

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In MTB o E-MTB, con partenza e arrivo a Città di Castello, un itinerario di media difficoltà lungo 32,2 km, 55% sterrato, 45% asfalto e 730 m. di dislivello.  

 

",,Città di Castello|San Giustino|Mountain bike|Medio,,,,,42.4700942,14.204761389793438,,,,, Itinerario,it_IT,2967203,MTB 13 - Amelia e i boschi dell'Amerino ,"
Partenza Amelia
Arrivo Amelia
Distanza 30 Km
Dislivello 950 m
Difficoltà medio-difficile
Fondo 90% sterrato, 10% asfalto
Bici consigliata MTB e E-MTB
Da vedere in zona Amelia, Narni, Porchiano, Lugnano in Teverina, Collicello

 

Dal Parco Rio Grande verso Collicello, passando per Sambucetole: 30 chilometri di naturale bellezza da percorrere tra boschi dell'Amerino e piccoli borghi medievali.

Scarpe comode, acqua e tanta voglia di esplorare: ecco cosa vi serve per assaporare il meglio dell'Umbria. Tra i percorsi più belli immersi nel verde, vi consigliamo quello che ha inizio al Parco Rio Grande, a pochi chilometri da Amelia. Da qui, ci dirigiamo poi verso Sambucetole, un territorio ricco di storia e cultura che si erge su una collina e conserva ancora l'originale impianto esagonale.

L'itinerario, adatto agli amanti del trekking ma anche della mountain bike, presenta alcuni tratti impegnativi, caratterizzati da salite ripide e fondo sconnesso. Per questo motivo, è consigliato a bikers e camminatori ben allenati.

Dal Parco Rio Grande, meglio conosciuto come Lago Vecchio, andiamo in direzione Sambucetole e iniziamo una salita abbastanza ripida su una strada sterrata. Da qui, si alternano tratti brevi su asfalto e altri in mezzo al bosco, ma la fatica è ripagata dalla vista sulla città di Amelia. Anche se in lontananza, si possono scorgere la cinta muraria, la cattedrale, la chiesa di Sant'Agostino, nonché la chiesa rurale della Madonna delle Cinque Fonti la quale, secondo un'antica leggenda, avrebbe offerto riparo anche a San Francesco.

Dopo aver percorso all'incirca 5 km, svoltiamo a destra fino a che non si raggiunge la prima e vera salita impegnativa del viaggio. Il fondo della strada è sassoso, ciò rende più difficile l'aderenza delle ruote della bici.

Conclusa la salita, al chilometro 7,7, ci meritiamo un attimo di relax e ci gustiamo la vista sul caratteristico borgo di Collicello. Questo piccolo centro, quasi un guardiano lungo la Via Amerina, è un luogo ideale per recuperare le forze e riempire le borracce grazie a una fontanella che si trova nei pressi della porta d'ingresso.

Ci lasciamo alle spalle il paese e continuiamo il nostro viaggio alla volta di Frattuccia. Inizia così la seconda salita del percorso che termina al chilometro 17. In mezzo agli alberi e alle sfumature del bosco, prendiamo il sentiero per Macchie e iniziamo la discesa. Da questo momento in poi, il tragitto è più facile e si raggiunge senza problemi la città di Amelia.

Facendo sempre attenzione al terreno che, talvolta, può presentare ostacoli, al chilometro 22 troviamo il piccolo centro di Macchie, divenuto famoso anche per aver ospitato Federico Barbarossa durante la sua discesa per Roma. Dopo un breve tratto su asfalto, torniamo sullo sterrato e giriamo a destra seguendo le indicazioni per l'agriturismo Rocca Basso.

Per alcuni chilometri, proseguiamo su un altopiano lungo un tratto spettacolare che si snoda in mezzo a prati e pascoli. Dopodiché entriamo nel bosco della Cavallerizza, dove si può godere dell'ombra del lecceto e usufruire dell'area picnic. Continuando a scendere lungo il sentiero, torniamo di nuovo al Parco Rio Grande, giungendo così al nostro punto di partenza.

 

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Un percorso medio-difficile con partenza ed arrivo ad Amelia e lungo 30 km, 90% sterrato e 10% asfalto, con un dislivello di 950 m. da fare in MTB o E-MTB.

",,Amelia|Guardea|Mountain bike|Difficile,,,,,42.55752005,12.414446746626986,,,,, Itinerario,it_IT,2968622,I luoghi del Grand tour nel Ternano,"

L'Umbria era una parte irrinunciabile del viaggio in Italia di questi giovani fortunati, che avevano la possibilità di arricchire il proprio bagaglio culturale conoscendo tante realtà diverse tra loro e sperimentandole in prima persona.

 

Arte, letteratura, storia, tradizioni, musica, teatro e molto altro: il senso era quello di immergersi in una cultura completamente differente dalla propria per trarne il proprio tesoro personale.

 

Possiamo affermare che il viaggio a fini turistici ebbe origine proprio dal fenomeno del Grand Tour, che in Umbria toccò in modo particolare le zone del ternano e del narnense, oltre che quelle dell'orvietano. Si dice che il termine Grand Tour sia stato utilizzato per la prima volta dall'inglese Richard Lassels nella sua guida ‘The Voyage of Italy' nel 1670.

Scendendo la penisola da nord verso Roma, i viaggiatori attraversavano l'Umbria percorrendo la via Flaminia, passando dagli Appennini diretti verso la Cascata delle Marmore e quindi verso le città di Terni e Narni. Ti consigliamo di ripercorrere questo interessante itinerario per ammirare quelle meraviglie che hanno attirato tanti ragazzi europei in quegli anni, tra cui molti inglesi, francesi e tedeschi.

Inizia dalla Cascata delle Marmore, tra le più alte d'Europa, un vero spettacolo della natura. Una massa d'acqua imponente, nella quale le acque del fiume Velino precipitano con un salto di 165 metri gettandosi nel Nera. E' possibile osservare la cascata sia dal basso attraverso un percorso panoramico, o dall'alto dalla zona del Belvedere.

Segui poi il corso del Velino fino al Lago di Piediluco, uno specchio d'acqua che somiglia ad un lago alpino immerso nel verde che saprà regalarti un panorama suggestivo e un'atmosfera di quiete. Dalle acque del lago si eleva un monte di forma conica noto come Montagna dell'Eco; l'appellativo è dovuto all'eccezionale fenomeno che può ripetere fino a due endecasillabi.

Continua poi verso Terni, che Goethe definì ""cittadina in una posizione ridente, che ho ammirato con piacere, in un giro fatto ora. Si trova al principio di una bella pianura, fra monti di roccia calcarea. Come Bologna dalla parte opposta, così Terni al di qua si stende ai piedi di una catena di monti.."". All'epoca del Grand Tour si era diffusa una certa fama di Terni come zona ricca di aranceti; di questo non si è mai avuta conferma definitiva, dato che esistono degli scritti con informazioni a riguardo piuttosto contrastanti.

Prosegui poi verso la bellissima Narni, passando prima per Narni Scalo, dove potrai visitare il Ponte Romano di Augusto, un'opera che come tutti i resti romani evoca la grandezza della città eterna. Approfitta per una passeggiata nel centro storico di Narni, con le sue chiese e la Rocca Albornoziana. E se hai abbastanza tempo, non mancare una visita a Narni Sotterranea.

L'ultima tappa umbra percorrendo la Flaminia è Otricoli, dove potrai visitare l'interessante Parco Archeologico, una piccola perla per gli appassionati di storia.

Un itinerario che è un vero e proprio salto nel tempo, che ti permetterà di rivivere tutta l'atmosfera del viaggio inteso come scoperta, proprio come all'epoca del Grand Tour.

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Il Grand Tour, un lungo viaggio di formazione in giro per l'Europa per il quale partivano i giovani ricchi aristocratici dal XVII secolo in avanti. Una costante di questo lungo itinerario era che l'Italia – tra cui l'Umbria - costituiva sempre l'ultima tappa di questa emozionante avventura. 

",,Narni|Terni|Trekking,,,,,42.452677800000004,14.20406549783552,,,,, Terni Otricoli Itinerario,it_IT,2968970,Terni e Narni: un viaggio nelle tradizioni e nei sapori,"

Sapori genuini e tradizione contadina: un sogno? No, è tutto vero e ha un nome: Terni. Vi portiamo alla scoperta di questa antica terra tra i fiumi Nera e Serra. La città fu patria dell'imperatore Marco Claudio Tacito, nonché dello scrittore Cornelio Tacito.

Da sempre all'avanguardia, fu una delle prime realtà italiane a sviluppare l'aspetto industriale del lavoro, tanto che fu ribattezzata anche la Manchester nostrale. Purtroppo, dopo la seconda guerra mondiale, molti dei monumenti furono distrutti e la sua architettura modificata.

Tuttavia, sono ancora visitabili il Duomo, eretto nel XVII secolo, la chiesa di San Salvatore, costruito sul un preesistente Tempio del Sole di epoca romana, il Palazzo Spada, l'Obelisco lancia di luce. Ma la vera attrazione che dista solo 6 km dal centro storico è la Cascata delle Marmore: un paradiso per gli amanti della natura e dello sport estremo.

Per una pausa gustosa, si può contare sulla prelibata torta al formaggio, arricchita con il capocollo locale, sulla frittata con le erbette, oppure sull'agnello arrosto. Se capitate a Terni nel periodo natalizio, troverete a deliziarvi il palato pasta e ceci, frittelle di cavolfiore, tagliatelle dolci e cappelletti.

Il territorio è interessato anche dalla produzione dei vini D.O.C. dei Colli Amerini. I comuni compresi sono quelli di Calvi dell'Umbria, Otricoli, Montecastrilli, Narni, Terni e Sangemini.

L'area ternana è famosa anche per la faraona alla leccarda da cui il nome deriva da un contenitore che è messo sotto all'animale che gira sullo spiedo.

Ci dirigiamo alla volta di Narni, un'altra perla del panorama gastronomico regionale. Gli amanti del cibo di qualità potranno gustare prodotti caseari unici, funghi, asparagi di bosco e tartufi. Ma le vere squisitezze da non perdere sono i manfricoli, gli spiedi carichi di cacciagione, la pancetta, i tordi.

Il re dei condimenti è senza dubbio l'olio extravergine di oliva, mentre, come bevande suggeriamo il Ciliegiolo, il Verdetto, il bianco Carsulae e il Castello di Albornoz.

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Viaggio nel cuore verde dell'Umbria, tra la Cascata delle Marmore e i centri storici di origine romana. Scopri le eccellenze gastronomiche e non solo di Terni e di Narni

 

",,Narni|Terni|I percorsi del gusto,,,,,42.4522831,14.2053572,,,,,null null null null null null Itinerario,it_IT,2969267,"Weekend tra storia e sapori di Orvieto, Corbara e Todi","

L'itinerario che vi consigliamo è adatto a qualunque tipo di esigenza: seguendo i nostri consigli potrete godervi appieno la bellezza dell'Umbria tra natura, sport e, naturalmente, buona cucina. Se avete a disposizione un weekend, potete iniziare alla grande da Orvieto: un punto di riferimento per la produzione di ottimo olio e vino di qualità. Per questo, non potete assolutamente perdere l'Enoteca Regionale per avvicinarvi alle tecniche di produzione del prezioso nettare di Bacco.

Anche dal punto di vista culturale non resterete delusi: merita una visita al Duomo, alla città sotterranea, al Pozzo di San Patrizio e alla Necropoli del Crocifisso del Tufo.

L'esperienza entra nel vivo il secondo giorno: ci dirigiamo verso il lago di Corbara.

Ci troviamo in un vero paradiso per gli amanti delle attività estreme: qui ci si può divertire facendo canottaggio, torrentismo o canyoning, pesca sportiva, orienteering e trekking a cavallo.

Se ancora non siete stanchi, vi suggeriamo – come ultima tappa – Todi, la città più ideale come adorano definirla i tuderti. Situata in cima a una collina, non lontana dalla valle del Tevere, il centro è protetto da antiche cinte murarie risalenti alle varie epoche etrusche, romane e medievali. Tra i tesori che qui sono custoditi, ricordiamo il Palazzo Comunale e quello del Popolo, il Museo Lapidario, la Pinacoteca Civica e, infine, il Duomo, eretto sui resti di un edificio dedicato al dio Apollo.

Dopo aver seguito passo passo il percorso, è venuto il momento di soddisfare anche il nostro palato. Sulle tavole locali non mancheranno sicuramente il pan caciato, un pane rotondo fatto con noci, formaggio e uvetta; la palomba ghiotta; i piccioni allo spiedo. Ad accompagnare queste squisitezze troverete il Grechetto DOC, un bianco tipico dalle note fruttate che ha saputo entusiasmare anche Plinio il Vecchio.

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Natura, storia e tradizioni: Orvieto, Corbara e Todi vi sorprenderanno con le loro eccellenze artistiche e gastronomiche. Ecco i nostri consigli per non perdersi il meglio sul territorio

 

 

",,Orvieto|Todi|I percorsi del gusto,,,,,42.4522831,14.2053572,,,,,null null null null null null Itinerario,it_IT,2970465,La Valnerina,"

La Valnerina è la valle del fiume Nera, un corso d’acqua che ha le sue sorgenti sui Monti Sibillini, nelle Marche, ma che scorre prevalentemente in Umbria, del quale attraversa da est a ovest la parte meridionale. È una zona ricca di storia, di tradizioni e con un paesaggio molto caratteristico, dove nonostante l’industrializzazione dell’Ottocento e del Novecento non è difficile perdersi nella natura incontaminata.
In questo territorio si alternano imponenti masse rocciose, boschi, e vallate molto fertili con numerosi pascoli, aziende agricole e campi coltivati. Non è un caso, infatti, che le principali risorse economiche di questa zona siano state da sempre l'agricoltura e la pastorizia, motivo per cui, tutt'oggi, vanta un gran numero di prodotti tipici.
Norcia è la patria della norcineria, l’arte di lavorazione delle carni suine che alla città deve il proprio nome: nella zona sono ancora numerose le cosiddette ""norcinerie"", botteghe in cui lavorano i “norcini”, cioè gli addetti alla lavorazione delle carni di maiale secondo il metodo tradizionale. Se nelle norcinerie si producono tutti i tipi di insaccati, dal salame al capocollo, dalla lonza ai tanti altri prodotti unici della tradizione norcina, il prodotto tipico per eccellenza e tra i più conosciuti di Norcia è il prosciutto di Norcia, dal 1998 marchio IGP.
I tesori della Valnerina si nascondono anche nei boschi. Il prodotto della terra per eccellenza, il tartufo, rappresenta un altro fiore all'occhiello della zona e dell’intera Regione. Le specie di tartufi presenti in Valnerina sono ben tre: Il Tartufo Nero Pregiato di Norcia, il Tartufo Estivo e il Tartufo Invernale. L'abbondanza di questo prodotto nei boschi di questo territorio è il motivo per cui entra spesso nelle ricette della tradizione gastronomica umbra: è usato come condimento per la pasta, per donare sapori particolari a formaggi e insaccati, o per preparare piatti come l'agnello al tartufo nero, sintesi perfetta delle tradizioni della Valnerina. Per gli amanti del tartufo, l’appuntamento da non perdere è la Mostra Mercato del Tartufo Nero di Norcia, organizzata ogni Febbraio.

Dirigendosi verso la zona dell'Altopiano di Chiavano, al confine con il Lazio, è facile incontrare numerosi pascoli, destinati agli allevamenti sia di bovini da latte che di ovini. Sono ancora visibili gli antichi percorsi della transumanza, che i pastori percorrevano quando in inverno emigravano verso le pianure del Lazio, per poi tornare in altura con la bella stagione. Tra i formaggi d'eccellenza di questa zona si distinguono il pecorino, la ricotta salata della Valnerina, il formaggio al Tartufo Nero di Norcia e allo Zafferano Purissimo di Cascia.
Con una proposta gastronomica come questa, è impossibile non visitare la Valnerina. Lasciatevi trascinare dai profumi e dai sapori dei suoi prodotti tipici e ne resterete piacevolmente sorpresi!

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La Valnerina: viaggio tra norcini, tartufari e casari. 

",,Cascia|Norcia|I percorsi del gusto,,,,,42.4522831,14.2053572,,,,,null null null null null null Itinerario,it_IT,2970914,Escursione in Valnerina: da Norcia all'Abbazia di Sant'Eutizio,"

Il tuo viaggio inizia a Norcia, la città che ha dato i natali al santo patrono d'Europa San Benedetto. Trovi Norcia adagiata tra i Monti Sibillini.

Il fascino di Norcia risiede soprattutto nel suo fitto reticolo di vie e stradine punteggiate da piazze con fontane, disseminato di orti e giardini interni, dove i palazzi gentilizi si affiancano a conventi o edifici civili. Fai un giro, e guarda anche le torri e le porte dislocate lungo il perimetro delle mura urbiche medievali, perfettamente conservate con la loro caratteristica forma di cuore. Metti un paio di scarpe comode e parti per la tua escursione dalla piazza principale di Norcia, Piazza San Benedetto. La piazza è stata realizzata nel 1869 per dare un nuovo assetto urbanistico alla città. Guardati intorno, vedi il palazzo Comunale, cui la scalinata con i due leoni in marmo e il prospetto superiore sono originari del XIII secolo.

Esci dal centro storico da Porta Romana, seguendo le indicazioni per Perugia e Roma; appena usciti dalle mura, all'incrocio gira a destra. Lascia la strada principale e gira sulla strada di sinistra. Subito dopo prosegui sullo sterrato di destra seguendo le indicazioni bianco-rosse. All'incrocio con l'asfalto attraversa la strada e prosegui diritto ancora in salita. Prosegui sullo sterrato di destra tenendo la sinistra e alla diramazione prosegui dritto e svolta sul sentiero a sinistra. All'incrocio con l'asfalto prosegui sul sentiero difronte e ti trovi alla Forca d'Ancarano. Fai una sosta per visitare il Santuario, un luogo di culto precristiano segnato dai resti di un tempio; in questo scenario naturalistico perfetto puoi consumare il pranzo al sacco: perché non approfittarne per gustare un panino con uno dei gustosi prodotti di norcineria prodotti nella zona?

Dopo una breve visita, gira sullo sterrato di destra e subito dopo tieni la sinistra seguendo la segnaletica e continuando a salire per una strada cementata: prosegui verso Campi Vecchio e prima di entrare nel paese prendi la strada che scende a sinistra. Dopo la Chiesa di Sant'Antonio, gira a destra e poi svolta a sinistra e dopo 100 m ancora a sinistra. Sei alla Chiesa di San Salvatore. Ora prosegui a sinistra e segui le indicazioni per l'Abbazia di Sant'Eutizio, la tua meta finale. Qui sarai sorpreso dalla bellezza dell'abbazia: la chiesa sorge quasi dalla roccia, mentre le altre strutture dell'abbazia sono avvolte dal verde florido dei colli umbri.

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Che ne dici di una passeggiata salutare nel verde della Valnerina? Parti da Norcia e percorrendo circa 14 km arrivi a Sant'Eutizio, un'abbazia che si presenta come un castello, immersa nello scenario della montagna appenninica.

",,Norcia|Valnerina da scoprire,,,,,42.45236385,14.205169264197048,,,,, Norcia Abbazia di Sant'Eutizio Itinerario,it_IT,2970934,STRADA 13 - Da Panicale verso le colline del Perugino   ,"
Partenza Panicale
Arrivo Panicale
Distanza 48 km
Dislivello 750 m
Difficoltà medio
Fondo asfalto
Bici consigliata strada, ibrida, e-bike
Da vedere in zona Panicale, Paciano, Fontignano, Lago Trasimeno.

 

Un percorso che prende il via dal borgo medioevale di Panicale e si sviluppa a sud del Lago Trasimeno, offrendo la possibilità di scoprire bellezze artistiche e paesaggistiche.

Questo itinerario di 48 chilometri e 750 metri di dislivello si può considerare di media difficoltà per via dei continui saliscendi e, in particolare, per la salita di Panicale che dovrai ripercorrere per due volte, da due differenti versanti.

Da Panicale si scende in direzione del lago Trasimeno attraverso una strada con pochissimo traffico che ti permetterà di ammirare affascinanti scorci sul lago alternati al verde dei campi coltivati e delle colline circostanti.

Dopo alcuni chilometri percorsi in riva al lago, ti allontani dirigendoti verso sud per toccare i piccoli borghi di Mugnano, famoso per i muri dipinti, e Fontignano, dove si trova la tomba del pittore Perugino, prima di tornare a Panicale attraverso una salita tra gli ulivi, che grazie ad una serie di tornanti lascia anche qualche tratto di respiro.

Qui potrai decidere se fermarti o continuare la pedalata per raggiungere Paciano, uno dei ""borghi più belli d'Italia"": la strada panoramica e la bellezza del centro storico ti ripagheranno della fatica…

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Un percorso che prende il via dal borgo medioevale di Panicale e si sviluppa a sud del Lago Trasimeno, offrendo la possibilità di scoprire bellezze artistiche e paesaggistiche

",,Paciano|Panicale|Perugia|Bici da strada|Medio,,,,,43.0289851,12.0994641,,,,, Itinerario,it_IT,2970661,"STRADA 23 - Verso Assisi, sulle Orme di San Francesco    ","
Partenza Ponte Valleceppi
Arrivo Ponte Valleceppi
Distanza 75 km
Dislivello 1200 m
Difficoltà difficile
Fondo asfalto
Bici consigliata strada, ibrida, e-bike
Da vedere in zona Perugia, Assisi, Valle del Chiascio, Valfabbrica.

 

Il percorso misura 75 chilometri per 1200 metri di dislivello, ma la parte veramente impegnativa è quella centrale, subito dopo Assisi, con la lunga salita di San Presto e i successivi saliscendi che conducono a Casa Castalda. Da qui fino al termine dell'itinerario la strada è quasi totalmente in discesa e pianura. Se ti senti scalatore e hai il gusto della scoperta, da Assisi fai una deviazione verso la cima del Monte Subasio, una salita vera, che misura circa 10 chilometri con una pendenza media superiore all'8%.

Uno dei passaggi più suggestivi dell'itinerario è sicuramente quello ad Assisi, dichiarata dall'Unesco Patrimonio Mondiale dell'Umanità, dove non potrai perdere la Rocca Maggiore e la suggestione del centro storico, con la Basilica di Santa Chiara, il convento di San Domenico e la splendida Basilica di San Francesco.

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Questo itinerario parte dall'immediata periferia di Perugia e si sviluppa sulle colline che sovrastano Assisi, città conosciuta dai pellegrini di tutto il mondo, offrendo uno straordinario mix tra spiritualità, arte e bellezze naturali.

",,Assisi|Perugia|Valfabbrica|Bici da strada|Difficile,,,,,43.06048213212308,12.616335883232162,,,,, Perugia Assisi Itinerario,it_IT,2967855,La settimana Santa in Umbria,"

La Pasqua richiama in tutta l’Umbria antiche celebrazioni, in particolar modo i riti religiosi, senza dimenticare però le tradizioni più festose.

 

Il periodo pasquale è un momento che porta con sé grande spiritualità e misticismo, in cui riti e gesti sono carichi di significati profondi che affondano le loro radici nella fede religiosa ma anche in antiche tradizioni popolari e nella cultura contadina, che festeggia la natura che si risveglia e un nuovo ciclo della vita che comincia.
Le celebrazioni della Settimana Santa hanno una lunga storia in tutta l'Umbria, raccontata dai suoi riti religiosi, e non solo religiosi, davvero unici e particolari, che abbracciano e coinvolgono ogni luogo, dal piccolo paese alle città capoluogo.

 

Ad Assisi la Pasqua è sicuramente un momento di grande intensità: i riti dei Triduo Pasquale sono tra i più caratteristici dell’Umbria. Il Giovedì Santo nella Cattedrale di S. Rufino si svolge la Scavigliazione (ovvero la Deposizione del Crocefisso), tradizione che prende ispirazione da una lauda trecentesca sulla Passione denominata appunto “Lauda della Scavigliazione”. La mattina del Venerdì Santo, il Cristo Morto è trasferito nella Basilica di S. Francesco con un percorso che tocca i principali conventi. La sera, con la città illuminata dalle fiaccole, prende il via la suggestiva Processione delle Confraternite, a cui partecipano tutte le antiche confraternite di Assisi: da S. Rufino si va verso la Basilica di S. Francesco per poi riportare in cattedrale il Cristo Morto. In questi due santuari si celebra la Veglia che termina con la Messa. E la Domenica di Pasqua inizia con la immancabile colazione pasquale umbra.

Una tradizione di origine trecentesca si rinnova il Venerdì Santo a Bevagna con la Processione del Cristo Morto. I componenti della Confraternita della Misericordia, in tunica nera e cordone viola, sfilano alla luce delle fiaccole per le vie del borgo, in una rappresentazione di straordinario impatto emotivo che crea un’atmosfera mistica. Protagonisti della processione sono i tre Crociferi (rappresentanti il Cristo vestito di rosso e i due Ladroni vestiti di nero), la Maddalena e la Veronica, la Confraternita della Misericordia e le tre Marie. I Crociferi hanno in testa una corona di spine e al collo una corda e procedono a piedi scalzi con un incedere cadenzato, accompagnato dal suono delle catene. La domenica di Pasqua si tiene la Corsa del Cristo Risorto: la statua lignea del Cristo viene portata in spalla da quattro appartenenti alla Confraternita, dalla Chiesa del Seminario a quella di San Michele Arcangelo; quando viene intonato il Gloria la statua viene portata di corsa lungo la navata centrale della chiesa fino all’altare maggiore. Nel pomeriggio poi si celebra la Rinchinata, l’incontro delle statue del Cristo e della Madonna: quando avviene l’inchino (ovvero i portatori si inchinano provocando il contatto fra le due statue), le campane della chiesa suonano a festa.

A Città della Pieve, nei suggestivi sotterranei di Palazzo Orca, la Domenica e il Lunedì di Pasqua vengono rappresentati i Quadri Viventi. I temi della Passione, della Morte e della Resurrezione di Cristo vengono interpretati da circa 40 figuranti, con scene incentrate sull'Ultima Cena, l'Orto del Getsemani, l'Ecce Homo, la Flagellazione, la Pietà sul Cristo Morto e la Resurrezione. Le scene, rese particolarmente coinvolgenti dalla loro scrupolosa ricostruzione in base alla Storia Sacra, sono ispirate dagli esempi della tradizione pittorica italiana, in particolar modo da quella cinque-seicentesca: un omaggio alla ricchezza artistica della città, che vanta i natali del Perugino e di Antonio Circignani detto il Pomarancio.

La Processione del Cristo Morto di Città di Castello ha una tradizione lunga oltre ottocento anni. Per l’occasione le luci del centro storico vengono spente; il corteo, illuminato a “foco vivo”, è composto dalle autorità religiose, tra cui i membri della Confraternita del Buon Consiglio che hanno un legame plurisecolare con i morti e con la passione di Cristo. In passato, infatti, erano incaricati del trasporto delle salme, tant’è che venivano chiamati ""Compagnia della Buona Morte”. I membri della Confraternita del Buon Consiglio hanno quindi ereditato questo ruolo di accompagnamento del simulacro del Cristo Deposto, portando avanti l’antica tradizione della processione del venerdì santo.

A Gubbio la Processione del Cristo Morto è una rappresentazione simbolica della Passione e della Morte di Gesù che coinvolge da secoli il tessuto sociale e culturale della Città di Pietra. Il corteo è aperto da confratelli vestiti di sacco che suonano le “battistrangole” (strumenti che provocano un suono di ferraglia), seguiti dai confratelli che portano il teschio raffigurante il Golgota e i simboli della Passione. Poi sfilano i simulacri del Cristo Morto e della Madonna Addolorata, sculture lignee dell’artigianato locale. Dietro le statue i cantori intonano il “Miserere”, canto popolare tramandato per tradizione orale. La processione attraversa le principali vie della città, partendo all’imbrunire dalla Chiesa di S. Domenico in Piazza Giordano Bruno, e durante il suo passaggio vengono accesi grandi fuochi in alcuni punti del percorso.

Nell’antico borgo di Montone sono ancora vive le tradizioni del Medioevo con la Donazione della Santa Spina, rievocazione storica patrocinata dall’Unesco che celebra l’antica Contea di Braccio da Montone. Tra il 1470 e il 1477 Carlo Fortebracci per le sue virtù militari ereditate dal padre, il celebre Braccio Fortebraccio, combattendo al servizio della Repubblica di Venezia ricevette una Spina della corona di Gesù, che portò in dono a Montone; ne decretò la festa il Lunedì dell’Angelo. Secondo la leggenda la Spina fioriva il Venerdì Santo emanando un dolcissimo profumo: il richiamo era talmente forte da attrarre migliaia di pellegrini. Dal 1798 la Santa Spina è custodita dalle suore del Convento di S. Agnese e viene esposta due volte l’anno: il Lunedì dell’Angelo appunto e ad agosto in occasione della rievocazione storica della donazione della Spina, quando i tre rioni si sfidano per aggiudicarsi il Palio ed eleggere la propria Castellana, che nella vicenda storica era Margherita Malatesta di Rimini moglie del Conte Carlo, per finire poi con il Gran Corteo Storico della Donazione della Santa Spina.

In occasione della Via Crucis, Spello invece si trasforma in una galleria d'arte a cielo aperto: le quattordici stazioni che celebrano la Passione del Cristo diventano motivo d’ispirazione per artisti nazionali e internazionali, che realizzano dipinti da collocare nei luoghi più significativi della città antica secondo l’iconografia cattolica che ricorda le tappe del Cristo condannato a morte verso il Monte Getzemani. In questa Via Crucis d'Autore, dalla Chiesa di S. Andrea a quella di S. Lorenzo, le quattordici stazioni diventano soste davanti ai quadri, in una dimensione in cui spiritualità, emozione, partecipazione e cultura creano un’atmosfera davvero unica. Le opere restano visibili per tutta la Settimana Santa.

Montefalco ha una festosa tradizione, quella della Gloria del Cristo Risorto. Si tratta della rievocazione di un’antica usanza religiosa e popolare: la notte del Sabato Santo, la stupenda statua lignea settecentesca del Cristo Risorto irrompe improvvisamente nella Chiesa di S. Bartolomeo che, come d’incanto, si incendia di luci mentre risuonano le campane di tutti i campanili della città.

Tante sono anche le usanze legate a tradizioni più prettamente popolari che celebrano simbolicamente la gioia della “rinascita” e dell’inizio di un nuovo ciclo di vita. Come quella di Pietralunga, dove la Domenica di Pasqua in piazza gli abitanti si sfidano in una gara all’ultimo uovo con La Tocciata: i giocatori si dispongono in centro con un uovo sodo in mano e a turno si picchia quello dell’avversario; chi rimane con l’uovo integro va avanti nella gara. Secondo la tradizione chi vince porta a casa le uova degli avversari e le condivide con la famiglia durante il pranzo pasquale.

Anche a Ferentillo la gara a colpi di uova è protagonista de Lu Ciuccittu: i tre Terzieri di Matterella, Sacrato e Borzino si sfidano in tre giochi tra la Domenica di Pasqua e il Lunedì di Pasquetta per vincere l’ambito Uovo d’oro…mentre tutte le uova usate nei giochi finiscono nella classica frittata al tartufo finale!

A Panicale invece, il Lunedì dell’Angelo, si svolge la tradizionale gara del Ruzzolone, che consiste nel lanciare una grossa forma di formaggio facendola rotolare a terra come una ruota. Si avvolge la forma con una fascia di tela dotata di un'impugnatura in legno, si lascia oscillare il formaggio avvolto nella fascia tenuto saldamente con la mano lungo il fianco e poi si lancia con forza e precisione lungo un percorso prestabilito. Vince chi arriva per primo al traguardo con il formaggio intero e con il minor numero di lanci.

Chiude il periodo delle celebrazioni pasquali La Sbeccica che si tiene il Martedì di Pasqua a Spello: è la festa della Madonna più cara agli abitanti del borgo. Secondo la tradizione storica, l’immagine lignea della Madonna che si venera nella chiesa di S. Lorenzo fu portata in dono agli spellani da S. Bernardino da Siena nel 1483. È usanza che i folignati, nel pomeriggio di questo giorno, si rechino a Spello per festeggiare la “Sbeccica”… e per degustare la vernaccia, un vino dolce tipico della zona.

",,,,La Pasqua in Umbria|Città di Castello|Montone|Pietralunga|Assisi|Gubbio|Bevagna|Montefalco|Spello|Ferentillo|Città della Pieve|Panicale,,,,,43.068123130483826,12.619634790282529,,,,,null null null Bevagna null null null Città di Castello null null null Gubbio null null null Montone null null null Spello null null null Montefalco null null null Pietralunga null null null Ferentillo null null null Panicale null null null Città della Pieve Itinerario,it_IT,2968282,"Città di Castello, il giro delle mura","

Città di Castello conserva ancora oggi alcuni tratti della sua nota cinta muraria cinquecentesca che si estende lungo la valle del Tevere, esattamente dove i Romani avevano edificato il municipio di Tifernum Tiberinum.

Custode di un inestimabile patrimonio culturale, religioso e artistico, la cittadina viene ancora oggi considerata un punto di riferimento per la storia antica e rinascimentale, tanto da essere spesso la cornice di molti eventi e manifestazioni folcloristiche.

Il tour all'interno della Città di Castello inizia dalla trecentesca Porta Sant'Andrea per poi salire sul torrione di San Giacomo. Il cuore del percorso è senza dubbio Palazzo del Podestà che si affaccia su piazza Matteotti. La costruzione viene attribuita ad Angelo da Orvieto, anche se oggi solo una facciata è originaria del Trecento; l'altra e le logge sono state realizzate in seguito nel XVII secolo.

Merita una visita la bella Pinacoteca Comunale, una delle più importanti di tutta la regione dell'Umbria, situata nel cinquecentesco Palazzo Vitelli alla Cannoniera, uno dei cinque edifici che la famiglia Vitelli costruì a Città di Castello.
Nobile esempio di dimora rinascimentale, riccamente affrescato, Palazzo Vitelli divenne sede della Pinacoteca Comunale nel 1921, quando l'antiquario e restauratore Elia Volpi lo restituì all'antico splendore donandolo alla municipalità.
Nelle oltre venti sale sono esposte opere d'arte significative come lo Stendardo della SS. Trinità firmato da Raffaello, oppure il Martirio di S. Sebastiano di Luca Signorelli.

Se invece siete appassionati di antichi mestieri e artigianato, non potete non fermarvi alla Collezione tessile di Tele Umbra, ospitata nel palazzo Tommasini. Si tratta di un vero e proprio museo del tessuto, nato con lo scopo di tutelare e promuovere questa particolare lavorazione locale. Qui si possono ammirare da vicino pezzi unici come tappeti e arazzi, ma anche gli strumenti che venivano impiegati nelle varie fasi di realizzazione.

E dopo molte ore di cammino e bellezza, troviamo il tempo anche di riposarci di fronte a una buona baggiana, ovvero una minestra fatta con fave, pomodori e basilico accompagnata dalla tigella, una specie di piadina che solitamente viene gustata con salumi e formaggi.

Tra gli altri prodotti tipici da gustare, ricordiamo il tartufo bianco di Città di Castello, i marroni e il pecorino stagionato in botte: una festa anche per i palati più esigenti.

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Un itinerario all'interno del centro storico di Città di Castello, una meta ideale per gli amanti della storia e della cultura, nei pressi di Perugia.

",,Trekking urbano,,,,,42.45236385,14.205169264197048,,,,,null null null null null null Itinerario,it_IT,2969769,NarniAdventures. Alla scoperta dell’acqua,"

Negli ipogei di Narni, nel Lacus, un ambiente antico di oltre 800 anni fa, troverai un percorso emozionante con cui scoprire l’aspetto divertente della speleologia, ma anche la sua importanza nella ricerca di nuove fonti di acqua.

Puoi concludere la visita ai Sotterranei di Narni con un’esperienza unica! Il Lacus è un ambiente ipogeo del 1200 con volta in pietra concia e resti di un pavimento in opus spicatum. All’interno di questo grande e suggestivo locale è stato allestito un percorso avventura indoor davvero unico: NarniAdventures.

Qui potrai misurarti, in totale sicurezza, con ponti tibetani, teleferica, parete da arrampicata. Ma oltre all’emozione dell’avventura, potrai scoprire l’importanza dell’acqua attraverso ricostruzioni, foto, pannelli didascalici, una cascata e la possibilità di percorrere passaggi in quota in un ambiente dalle tipiche caratteristiche di una grotta.
L’obiettivo è quello di far conoscere la speleologia sia in forma di divertimento e avventura, sia nel suo aspetto di ricerca di nuove e sempre più preziose fonti di approvvigionamento idrico.

NarniAdventures è aperto:
il sabato dalle 11.00 alle 18.00
la domenica e i festivi dalle 10.00 alle 18.00

Aperture extra:
20-23-24-26-27-29-30 aprile dalle 11.00 alle 18.00
21-22-25-28 aprile dalle 10.00 alle 18.00
1-5-12 maggio dalle 10.00 alle 18.00
4-11 maggio dalle 11.00 alle 18.00

Partenze del percorso ogni 30 minuti; i bambini devono avere un’altezza minima di 130 cm.

Per maggiori informazioni visita il sito:
https://www.narnisotterranea.it/narniadventures-2/

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Ponti tibetani, teleferica, parete da arrampicata: l’avventura vive in un suggestivo ipogeo del 1200

",,Narni|Arrampicata e Speleologia,,,,,42.51908175,12.514533837770767,,,,,null null null null null null Itinerario,it_IT,2969876,Nello spoletino alla scoperta di castelli e borghi fortificati,"

Un breve itinerario storico per conoscere tre piccole frazioni del Comune di Spoleto, nel Medioevo importanti centri per il controllo del territorio del Contado e delle vie commerciali.

 

Lunghezza totale dell’itinerario: ca. 21 km
(Eggi-Bazzano inferiore ca. 4 km; Bazzano inferiore-Silvignano ca. 8 km; Silvignano-Eggi ca. 9 km)

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Un salto nella storia medievale del territorio di Spoleto, alla scoperta dei borghi fortificati di Eggi e Silvignano e del castello di Bazzano Inferiore.

",,Spoleto|Spoleto|Spoleto|Alla scoperta dei borghi,,,,,42.76141740884901,12.777449117112996,Spoleto,,,, Itinerario,it_IT,2968335,Trekking urbano a Perugia: tra suggestive fontane e tanta storia,"

Vi proponiamo due originali passeggiate: con la prima conoscerete le sue fontane più celebri, che fino all’Ottocento fornirono alla popolazione acqua gratuita; con la seconda entrerete nel mondo risorgimentale, tra piazze e strade dedicate agli eroi locali che lottarono per l’indipendenza.

Dedicate almeno due ore per la prima passeggiata che ha inizio da Piazza IV novembre, il centro cittadino, dove risplende la “madre” di tutte le fontane: la Fontana Maggiore, fra le più belle del Duecento per l’eleganza delle linee e il pregio delle decorazioni, che nacque dall’arte dei fratelli Pisano, Nicola e Giovanni, su progetto di Fra’ Bevignate, noto per le sue capacità ingegneristiche. In cinque minuti circa, passando per piazza Danti, arrivate in via Rocchi alla Fonte dell’Arco Etrusco, di forme classicheggianti: fu costruita nel 1621 a ridosso del torrione sinistro della porta etrusca, in piazza Braccio Fortebraccio, su incarico del Conte Girolamo Tezii. La fonte raccoglieva l’acqua di una vena sotterranea, come testimoniano le vie nei pressi, tra cui via Pozzo Campana.

Attraversate ora via Baldeschi e siete subito alla Fontana in via Maestà delle Volte, costruita nel 1928 su disegno di Pietro Angelini; il suo nome si riferisce a un dipinto mariano del 1297 realizzato da un artista anonimo e chiamato appunto “la Maestà”. Osservate il grifo scolpito nella formella centrale della vasca: rappresenta il simbolo della città e lo trovate su altre fonti ed edifici pubblici.

In un’altra manciata di minuti, dopo aver percorso via Fratti, via della Stella e via dei Priori, siete al cospetto di una delle più antiche fonti di Perugia: la Fontana del Piscinello, realizzata nello stesso periodo in cui veniva sistemata nel 1258 la chiesa di San Francesco al Prato, con un’iscrizione tipica di gran parte delle fonti medievali: “immondezze qui non si gettino, né si lavi alcun drappo. Veglia la legge”.

In dieci minuti veloci, la strada è in discesa, arrivate alla Fonte dei Tintori, in via San Galigano, il cui restauro si sta per concludere. L’antico manufatto fu eretto nel 1388 da autore ignoto a spese del Collegio dei Tintori, le cui botteghe erano situate nel rione della Conca, il cui nome deriva probabilmente da concia, ricco di acque, anche termali, sin dai tempi della Perugia romana. Potete ammirare tra le sue arcate tornate a nuovo splendore un altro Grifo, scolpito su pietra serena.

Vi aspetta ora una camminata di circa venti minuti per raggiungere Fonte di Veggio, un’opera realizzata su disegno di Matteo Salvucci (1615-1642) che prende il nome dell’allora proprietario del terreno; impiegate lo stesso tempo o poco più per arrivare ai giardini di San Ercolano in piazza Matteotti, dove potete ammirare la Fontana del Nettuno, del XVII secolo, smontata da piazza del Sopramuro nel 1854 e ricomposta oltre trent’anni dopo dove oggi la potete ammirare. Presenta al centro di una vasca ottagonale una colonna a sostegno di una conca da cui esce il dio Nettuno.

Raggiungete via Marzia e siete di nuovo nei pressi del centro. Qui, addossata al muraglione della Rocca Paolina, trovate la Fonte Lomellina, in travertino, costruita quando fu abbellita via Lomellina (attuale via Marzia) per volontà del legato pontificio Lorenzo Lomellini, fra il 1678 e il 1685.

La vostra ultima meta è la vicina piazza Italia dove si ergono due fontane con al centro altrettante statue bronzee, la Sirena e La bimba al sole, dell’artista toscano Arturo Checchi.

Per la seconda passeggiata, più breve, partite da Piazza Italia che nacque nell’entusiasmo post-unitario. Come potete vedere, al centro spicca il monumento a Vittorio Emanuele II (Giulio Tadolini, 1890), rivolto in direzione di piazza della Repubblica a simboleggiare lo sguardo dei perugini verso il progresso.

In pochi minuti arrivate a Porta San Pietro dove comincia Borgo XX Giugno, che prende il nome della battaglia che vi si svolse il 20 giugno 1859 tra le truppe papaline e le armate che combattevano per l’Unità d’Italia. Qui, ogni pietra racconta la storia di quel giorno quando l’esercito di Pio IX con circa duemila uomini, in gran parte svizzeri, si scontrò con un migliaio di cittadini poco armati, ma con una grande voglia di difendere la città e la libertà. La loro resistenza fu piegata in breve e pagata con la morte di 27 perugini e con un saccheggio seguito dal massacro di civili. Testimone e vittima di quella violenza fu la famiglia statunitense dei Perkins: per la sua presenza, le stragi di Perugia ebbero eco in tutto il mondo. Cinque giorni dopo, il New York Time scrisse: “Le truppe infuriate parevano aver ripudiato ogni legge e irrompevano a

volontà in tutte le case, commettendo omicidi scioccanti e altre barbarità sugli ospiti indifesi, uomini, donne e bambini”.

Anche Giosuè Carducci ricordò l’evento nel sonetto “Per le stragi di Perugia”, esprimendo una forte critica verso l’armata papale, e Oltreoceano, il poeta e giornalista americano John Greenleaf Whittier sugellò quel bagno di sangue nella lirica “From Perugia”.

A quei caduti, sempre presenti nella memoria dei perugini, è stato dedicato un monumento realizzato dallo scultore Giuseppe Fringuelli, che potete ammirare all’ingresso dei Giardini del Frontone, nello storico rione. Guardate anche la facciata interna di Porta San Pietro, verso Corso Cavour, dov’è apposta una lapide a ricordo delle vittime e dei feriti, tra militari e civili, che parteciparono a quegli scontri.

Il personaggio più celebre del Risorgimento, Giuseppe Garibaldi, lo potete ammirare dopo un’altra sgambata di una decina di minuti in Largo Cacciatori delle Alpi, accanto a piazza Partigiani, dove si erge la statua in bronzo che lo raffigura, realizzata dallo scultore fiorentino Cesare Zocchi e inaugurata nel 1887: vestito con la mantella militare, l’eroe dei due mondi tiene nella mano destra il berretto all’ungherese e nella sinistra l’elsa della sciabola inguainata.

Ancora un luogo a lui dedicato si trova in piazza della Repubblica dove potete ammirare una lapide che lo ricorda: è stata collocata vicino alla loggia (oggi parte di Palazzo Baldeschi al Corso) da cui si affacciò per incitare i perugini a combattere per l’indipendenza della città.

Tour delle Fontane

Lunghezza del percorso ca. 4,7 km
Durata ca. 1 ora e 30 minuti (soste escluse)
Dove parcheggiare Nei pressi di Piazza dei Partigiani, Galleria Kennedy, Mercato Coperto, lungo Viale Pompeo Pellini e nei pressi di Viale Sant'Antonio, poco distante dall'Università per Stranieri di Perugia.

 

Tour degli eroi risorgimentali

 

Lunghezza del percorso ca. 2,8 km
Durata ca. 45 minuti (soste escluse)
Dove parcheggiare Nei pressi di Piazza dei Partigiani, Galleria Kennedy, Mercato Coperto, Viale Sant'Antonio, Stazione Sant'Anna e in zona Piazzale Europa.
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Quale metodo migliore per conoscere il capoluogo umbro e il suo patrimonio culturale se non percorrendo a piedi le sue antiche strade, le scalinate, i saliscendi e addentrandosi nei suoi vicoli più nascosti

",,Trekking urbano,,,,,43.10756845,12.381840448588637,,,,,null null null Perugia null null null Itinerario,it_IT,2969841,Escursione nel Pian Grande ai Mergani e Inghiottitoio,"

Ammira la natura nei dintorni di Castelluccio: un viaggio lento tra faggete, boschi e conche d'acqua nel cuore dell'Umbria.

Lunghezza: km 3 circa

Percorrenza: 2 ore circa

Dislivello massimo: N.I.

Difficoltà: semplice

Siete in cerca di un itinerario di primavera? Oppure un fondo adatto per una bella ciaspolata con gli amici? In entrambi i casi, avete trovato il luogo che fa per voi: vi portiamo nei dintorni di Castelluccio, da considerarsi uno dei gioielli più verdi di tutta l'Umbria.

Il punto di partenza è il Pian Grande, una distesa naturale attraversata da sentieri e antiche mulattiere. Accanto ai pascoli, l'area presenta anche delle faggete, diminuite con il tempo ma pur sempre di notevole impatto.

La zona, completamente disabitata fatta eccezione per soli due casali, risale a un remoto sprofondamento dei calcari. Ne è testimone il fosso dei Mergani che, peraltro, incontriamo durante il nostro viaggio. Proseguendo il cammino, arriviamo al cosiddetto Inghiottitoio, una depressione rocciosa che raccoglie le acque derivanti dallo scioglimento delle nevi e dalle piogge.

Questa che vi abbiamo appena consigliato è una proposta adatta a camminatori esperti ma anche agli amatori: il sentiero è praticabile anche dai meno allenati e si conclude in circa due ore.

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Ammira la natura nei dintorni di Castelluccio: un viaggio lento tra faggete, boschi e conche d'acqua nel cuore dell'Umbria.

",,Trekking,,,,,43.10756845,12.381840448588637,,,,,null null null null null null Itinerario,it_IT,4566346,STRADA 14 - Borghi e castelli nell’Alta Valle del Tevere,"
Partenza Città di Castello
Arrivo Città di Castello
Distanza 45,5 km
Dislivello 750 m
Difficoltà medio
Fondo asfalto
Bici consigliata strada
Da vedere in zona Città di Castello, Monte Santa Maria Tiberina, Lippiano, Monterchi, Citerna.


La distanza è piuttosto breve, ma le tre salite collocate nella parte centrale, che è anche quella più suggestiva, giustificano a pieno la classificazione di questo itinerario tra le escursioni di media difficoltà. La partenza è situata in viale Nazzario Sauro, appena fuori dalle mura di Città di Castello. Da qui, bisogna dirigersi verso il Tevere in direzione di Cortona e Trestina. Superato il ponte sul Tevere si prende subito a sinistra seguendo le stesse indicazioni fino a San Secondo. Qui, al chilometro 7,2, girate a destra in direzione di Monte Santa Maria Tiberina, il punto più alto e suggestivo dell’itinerario, che arroccata su un cucuzzolo troneggia sulle valli dell’Umbria e della Toscana. 

Un falsopiano leggero vi conduce fino all’inizio della salita vera e propria, al chilometro 13,6: l’ascesa misura circa 4 chilometri, ma le pendenze non superano mai il 6-7% e permettono di godere degli splendidi panorami circostanti. Stupendi e maestosi boschi di castagni e la quasi totale assenza di traffico fanno il resto. Al chilometro 17,5 girate a destra e raggiungete Monte Santa Maria Tiberina un chilometro dopo. Dopo una visita per le caratteristiche vie del paese, tornate indietro fino all’incrocio precedente e prendete a destra in direzione di Monterchi, Arezzo. Al termine della discesa si susseguono in rapida serie le altre due salite della giornata, entrambe lunghe non più di 1,5 chilometri e senza pendenze particolarmente impegnative. In questa zona a cavallo tra Umbria e Toscana la natura fa ancora da padrona e anche i piccoli borghi medievali che dominano le verdeggianti colline sono perfettamente in sintonia con essa: un vero paradiso per le escursioni su due ruote.

Terminata anche la terza discesa lasciate alle spalle il borgo di Lippiano e pedalate per alcuni chilometri in Toscana raggiungendo Monterchi, paese natale di Piero della Francesca. Da qui reimmettevi sulla più trafficata SS221 in direzione di Città di Castello, rientrando in una decina di chilometri quasi completamente pianeggianti. Giunti alle porte della Città, al chilometro 42,5, lasciate la statale girando a destra in direzione di Cortona, Trestina e al chilometro 45 vi ritroverete al ponte sul Tevere già percorso all’inizio dell’itinerario. A questo punto, prima di tornare al punto di partenza, non resta che visitare il centro di Città di Castello che, con le sue opere e i suoi monumenti, rappresenta davvero la perla dell’Alta Valle del Tevere.

Assolutamente da non perdere lungo il percorso lo stupendo centro storico di Città di Castello, facilmente identificabile per l’imponente campanile cilindrico romanico del duomo (Chiesa di Santi Florido e Amanzio) e l’alta torre civica medievale, e tutta l’Alta Valle del Tevere. Il borgo medievale di Monte Santa Maria Tiberina, che si erge arroccato su un cucuzzolo in mezzo ai boschi e da dove si dominano le valli umbre e toscane. Se la giornata è limpida, si spazia con lo sguardo fino alle Alpi Apuane e al Gran Sasso d'Abruzzo. All’interno delle mura si possono apprezzare il castello, che si fa risalire all’XVI secolo, e la chiesa di Santa Maria. La cittadina di Citerna, di antiche origini umbro-etrusche, nel cui centro storico meritano una visita la chiesa di S. Michele Arcangelo, che custodisce la pregevole Crocifissione su tavola del Pomarancio, il quattrocentesco Palazzo Vitelli e la chiesa di S. Francesco (1316), con una tavola a tempera della Deposizione del Pomarancio e il Cristo in gloria di Raffaellino del Colle. Uscendo dalla chiesa si incontra il piccolo palazzetto ""Prosperi"". Poco dopo un piccolo arco immette nel percorso del suggestivo camminamento medievale che corre lungo il perimetro delle mura.

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Da Città di Castello, lungo un itinerario che mescola la bellezza paesaggistica e la ricchezza storico-culturale dell’Alta Valle del Tevere, da sempre terra di confine, offrendo scorci naturalistici straordinari.

",,Città di Castello|Bici da strada|Medio,,,,,42.45456811460539,14.21678261917337,,,,, Itinerario,it_IT,4566411,STRADA 17 - Montefalco e le Strade del Sagrantino,"
Partenza Montefalco
Arrivo Montefalco
Distanza 41 km
Dislivello 400 m
Difficoltà medio
Fondo asfalto
Bici consigliata strada, ibrida
Da vedere in zona Montefalco, Campello sul Clitunno, Pissignano, Trevi, Fonti del Clitunno.

 

Si parte dall'ampio parcheggio appena fuori dal centro e da qui ci si dirige verso il paese e poi in direzione di Spoleto e Trevi. Dopo 1,3 chilometri girate a sinistra in direzione di Trevi e alla rotonda successiva svoltate a destra seguendo le indicazioni per Spoleto. Iniziate a scendere verso valle, ammirando la collina di Montefalco con le sue coltivazioni di uliveti e vigneti alternati ordinatamente. Al termine della discesa, seguite le indicazioni per Spoleto finché non raggiungete Bruna (km 10,5), girate a sinistra verso Campello sul Clitunno, Beroide e Castel San Giovanni. Superati questi due ultimi paesi, continuate a pedalare in pianura sulla SP457 fino al chilometro 17,5: girate a destra su una stradina secondaria, subito dopo svoltate a sinistra e dopo circa un chilometro tenete di nuovo la destra superando lo stretto ponte sul fiume Maroggia e dirigetevi verso il semaforo e il sottopassaggio che riconducono alla SS3 Flaminia. Da qui, prendete a destra ed in meno di un chilometro raggiungete le Fonti del Clitunno, dove la bellezza e la tranquillità del posto invitano ad una sosta rilassante.

Ripartite ripercorrendo a ritroso la strada percorsa fino al sottopassaggio e subito dopo prendete a destra sulla strada ZTL che costeggia il fiume Maroggia. Proseguite diritti per diversi chilometri, attraversando quattro incroci e lasciando sulla vostra destra il Castello di Pissignano e il suggestivo borgo di Trevi, arroccati a mezza costa tra pregiati uliveti. Al chilometro 32 svoltate a sinistra e attraversate il fiume Teverone; subito dopo, imboccate la pista ciclabile che scorre lungo l'argine opposto e porta fino ai piedi di Montefalco. Abbandonate la pista ciclabile al chilometro 36, girate a sinistra ed immettetevi sulla SP444: in 5 chilometri di leggera salita vi ricondurrà al punto di partenza.

 

Questo itinerario prende il via a due passi dalle mura di Montefalco, poiché i dintorni del borgo, si caratterizzano anche per l'ottima ciclabilità. Conosciuto nel mondo per il Sagrantino, vino tra i più pregiati del territorio umbro, ma anche per la bontà dell'olio e per la bellezza delle colline circostanti, Montefalco fa parte dei Borghi più Belli d'Italia e la sua posizione privilegiata, che permette di ammirare stupendi panorami sulla parte centrale regione, gli è valsa il nome di “Ringhiera dell'Umbria”.
Tra gli edifici che meritano una visita durante il percorso ci sono: la chiesa di San Francesco, oggi Museo, costruita dai frati minori conventuali tra il 1335 ed il 1338; la Pinacoteca, con opere di Francesco Melanzio, Antoniazzo Romano e dipinti di scuola umbra dal ‘300 al ‘700; e la cripta, con reperti archeologici ed altre sculture e frammenti di varie epoche. Il borgo è ancora racchiuso nella cinta muraria duecentesca ed è dominato dalla chiesa di Sant'Agostino, costruita insieme al convento nella seconda metà del XIII secolo. A pochi chilometri da Montefalco sorge Foligno, terza città dell'Umbria, che conserva edifici e palazzi di assoluto pregio, come il Duomo, la chiesa romanica di Santa Maria Infraportas, la chiesa di San Salvatore, l'ex chiesa di San Domenico e l'oratorio della Nunziatella. Lungo l'itinerario, da vedere anche il caratteristico Castello di Pissignano, edificato nei secoli XI e XII ed oggi adibito a complesso residenziale.

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Lungo le strade del Sagrantino di Montefalco, tra colline dense di uliveti e vigneti regolarmente alternati, borghi fiabeschi e castelli, in terre incontaminate intrise dei sentori dell’olio e del vino di qualità.

",,Montefalco|Bici da strada|Medio,,,,,42.454582780107344,14.216767345819324,,,,, Itinerario,it_IT,4566442,STRADA 19 - La natura incontaminata dei Colli Amerini,"
Partenza Amelia
Arrivo Amelia
Distanza 51,5 km
Dislivello 1000 m
Difficoltà medio
Fondo asfalto, sterrato
Bici consigliata strada, ibrida
Da vedere in zona Amelia, Penna in Teverina, Giove, Porchiano.


L'itinerario parte da Amelia e si sviluppa affrontando anche qualche chilometro di sterrato ben battuto che ha il sapore dei tempi andati. Da un punto di vista tecnico, il percorso è vallonato e si caratterizza per due salite importanti, quella di Penna in Teverina e quella di Porchiano, che presentano pendenze non impegnative ma sono piuttosto lunghe e quindi richiedono un discreto grado di allenamento.

La partenza è fissata dai giardini pubblici di Amelia, pochi metri fuori dalle mura del centro storico; da qui ci si muove seguendo le indicazioni per Orte, iniziando una sinuosa e piacevole discesa che in poco più di 13 chilometri conduce alle porte della cittadina laziale. Al chilometro 13,5, prima di giungere a Orte, svoltate a destra sulla SP84 in direzione di Penna in Teverina, pedalando per diversi chilometri immersi nella natura, tra colline verdi e boschi secolari. 

Al chilometro 18 inizia la salita che conduce a Penna in Teverina, che si raggiunge dopo 4,5 chilometri: alla rotonda trovate una fontanella dove potervi rifocillare per proseguire poi a sinistra in direzione di Giove, percorrendo circa tre chilometri su un magnifico altopiano da dove si godono panorami magnifici. Al successivo incrocio proseguite a sinistra ancora in direzione di Giove, antica città medievale che conserva ancora le mura ed alcuni torrioni, dove si giunge al chilometro 29. Dopo una breve sosta ed un caffè, iniziate a scendere in direzione di Attigliano e a fine discesa (km 33) svoltate a destra su una strada sterrata iniziando la salita per Porchiano.

Lo sterrato, molto ben tenuto, si conclude al chilometro 36, mentre la salita continua “a scalini” fino a Porchiano, che si raggiunge al chilometro 42,5 dopo aver superato un paio di incroci. Da questo antico borgo antico situato su un colle in mezzo ad una fitta boscaglia, proseguite in direzione di Amelia e all'incrocio con la SS205 (km 44) girate ancora a destra verso Amelia, facendo ritorno al chilometro 51,5 dopo aver percorso una tortuosa e panoramica strada immersa tra i boschi. Prima di tornare ai giardini pubblici, potete svoltare a sinistra entrando all'interno dell'antica cinta muraria per visitare le bellezze storico-artistiche della città.

 

Lungo questo itinerario potrete scoprire tutta la meraviglia di Amelia, uno dei centri storici più importanti dell'Umbria. All'interno dell'imponente cinta muraria poligonale gli edifici di maggior pregio sono la Cattedrale, il Monastero di San Magno, la chiesa di San Francesco, la Chiesa di S. Agostino e la chiesa rurale della Madonna delle Cinque Fonti, che secondo la leggenda offrì soggiorno a San Francesco. Notevoli il quattrocentesco Palazzo Nacci ed i cinquecenteschi Palazzo Farrattini e Petrignani, la Torre Civica, simbolo delle libertà comunali, e lo splendido Teatro settecentesco. Bellissima anche tutta l'area circostante, con morbide colline ricoperte da boschi di lecceti, macchia mediterranea e prati che creano uno scenario suggestivo e armonioso. Arroccate su queste colline meritano una visita anche le affascinanti cittadine fortificate di origine medievale di Giove, Penna in Teverina e Lugnano in Teverina.

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Da Amelia, attraversando l'incontaminato e affascinante paesaggio collinare che va a digradare verso la valle del Tevere, toccando centri come Penna e Lugnano in Teverina, Giove e Porchiano.

",,Amelia|Lugnano in Teverina|Giove|Penna in Teverina|Bici da strada|Medio,,,,,42.454583217572846,14.216766890221853,,,,, Itinerario,it_IT,4566210,STRADA 08 - Tra Trevi e Spoleto sulla ciclabile della Valle Umbra,"
Partenza Borgo Trevi
Arrivo Borgo Trevi
Distanza 28,5 km
Dislivello 250 m
Difficoltà facile
Fondo asfalto
Bici consigliata strada, ibrida
Da vedere in zona Trevi, Pissignano, Fonti del Clitunno, Campello sul Clitunno.


Questo itinerario, che si sviluppa nella valle pianeggiante tra Trevi e Spoleto, sfrutta per molti chilometri la pista ciclabile che costeggia il torrente Maroggia ed è uno dei più facili e dei più piacevoli da pedalare tra quelli proposti.

Il tracciato è prevalentemente pianeggiante e privo di traffico, anche quando esce dalla pista ciclabile, offre belle vedute su Trevi e i suoi uliveti (qui vicino, a Bovara, si trova l’ulivo più vecchio dell’Umbria), Pissignano e Spoleto, ed è adatto anche ai principianti o a chi vuole fare una bella pedalata con la famiglia.

Si parte dalla stazione di Borgo Trevi, ai piedi di Trevi, così che anche chi arriva in treno può subito partire sulle due ruote. Usciti, prendete a destra in direzione della via Flaminia e all’incrocio posto al chilometro 0,4 svoltate a destra in Via Faustana. Al successivo incrocio al chilometro 0,8 girate ancora a destra in direzione Spoleto e dopo aver superato il ponte sulla ferrovia svoltate ancora a destra in via Clitunno. Al chilometro 2,5, appena prima del torrente Maroggia, prendete a sinistra la strada ZTL che in alcuni periodi è interdetta al traffico e diventa una vera e propria strada a preferibilità ciclabile.  

Proseguite diritti fino al chilometro 6, svoltate a destra superando il torrente Maroggia e poi riprendete subito a sinistra, mentre alla vostra sinistra si può ammirare il castello di Pissignano che si erge a mezza costa tra gli ulivi, dominando le sottostanti fonti del Clitunno. Ai successivi incroci proseguite sempre diritti fino al chilometro 11, svoltate a sinistra e, superato il ponte, prendete a destra ed imboccate la pista ciclabile vera e propria che ci conduce fino a San Venanzo, alle porte di Spoleto (km 15). 

All’incrocio con la SP451 prendete a destra verso San Venanzo e 300 metri dopo svoltate ancora a destra in direzione di Protte. Proseguite diritti verso Beroide fino all’incrocio con la SP457, svoltate a sinistra e subito dopo a destra verso Borgo Trevi. Al chilometro 25,5 tenete la destra e superato il torrente Maroggia rientrate verso Borgo Trevi ripercorrendo a ritroso la strada fatta in partenza.

 

Lungo l’itinerario, non perdete la cittadina di Trevi che, immersa tra gli ulivi, conserva testimonianze romane e medievali. Tra gli edifici religiosi particolarmente interessanti ci sono: la chiesa di Sant'Emiliano (XII secolo), con all’interno l’altare del Sacramento di Rocco da Vicenza (1522) ed affreschi cinquecenteschi attribuiti a Francesco Melanzio e la chiesa di San Francesco. Da visitare anche la Pinacoteca, nel quattrocentesco palazzo Comunale. Nella frazione di Bovara si trova l’ulivo più vecchio dell’Umbria, il piantone di Sant'Emiliano, alto 9 metri e che data 1700 anni, dove nel 304, secondo una tradizione, venne legato ed ucciso il santo protettore della città. Da non perdere anche il borgo fortificato di Campello sul Clitunno ed il castello di Pissignano, anch’esso immerso tra gli ulivi. Tra Trevi e Campello si trovano le Fonti del Clitunno, vero gioiello naturalistico di questa zona: si tratta di un insieme di sorgenti, già famose in epoca romana, che formano un laghetto da cui nasce il piccolo fiume Clitunno. Poco distante si trova il Tempietto del Clitunno (o chiesa di S. Salvatore), antico edificio di origine paleocristiana.
 

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Un percorso prevalentemente pianeggiante e privo di traffico, attraversando la valle Umbra e la bellezza delle vedute su Trevi, i suoi uliveti e una natura incontaminata da vivere con tutta la famiglia.

",,Trevi|Spoleto|Bici da strada|Facile,,,,,42.454552238906885,14.216799152883894,,,,, Itinerario,it_IT,4566294,"STRADA 11 - Da Trestina tra boschi, prati e santuari...","
Partenza Trestina
Arrivo Trestina
Distanza 49,5 km
Dislivello 700 m
Difficoltà medio
Fondo asfalto
Bici consigliata strada, ibrida
Da vedere in zona Lisciano Niccone, Santuario della Madonna del Transito di Canoscio.


Di media difficoltà, l’itinerario n. 11 parte dalla stazione ferroviaria di Trestina piccola cittadina situata tra Città di Castello e Umbertide, offrendo l’opportunità di sfruttare la soluzione treno+bici. Da qui, muovetevi sulla SP105 verso Umbertide e continuate, successivamente, sulla SP140 fino a Montecastelli. Proseguite in direzione di Niccone e girate a destra verso Cortona e Lisciano Niccone, imboccando la SS416 che scorre nella valle del Niccone, caratterizzata da paesaggi ancora prevalentemente di natura agreste.

La strada è poco trafficata e quasi completamente pianeggiante, se si esclude il breve strappo che conduce al borgo di Sant’Andrea di Sorbello. Al chilometro 21, superato un bar sulla destra, abbandonate la SS416 e girate a destra seguendo le indicazioni per Leoncini, Sasso di San Donnino. Poco più avanti girate a sinistra sempre verso il Sasso di San Donnino, indicazione da abbandonare al successivo bivio, in cui invece bisogna svoltare a destra. Al chilometro 23 iniziate una splendida salita, che nel primo chilometro presenta anche pendenze piuttosto impegnative, che vi porta a sconfinare in Toscana e si snoda a tornanti in mezzo ad un fitto bosco, alternato solo da piccoli tratti di prato e pascolo.

Il valico è posto al chilometro 25,5 e da qui inizia una discesa che richiede attenzione poiché ricca di curve e con strada a tratti molto dissestata. In fondo alla discesa si tiene la destra, poi si gira a sinistra al primo incrocio e a destra al secondo, fino a ritornare sulla SP105 in prossimità di San Leo Bastia, dove è possibile fermarsi per una piccola pausa e un caffè. Da qui, si riparte in direzione di Trestina fino al chilometro 36: girate a sinistra, seguendo le indicazioni per Lugnano e immettendovi su una tortuosa stradina di campagna. 

Al chilometro 39,5 girate ancora a destra verso Trestina, azione da ripetere anche in località Bivio Lugnano. Al chilometro 42 attraversate Bivio Canoscio e girate a sinistra in direzione di Canoscio: qui inizia la panoramica salita che conduce al Santuario di Canoscio, ma chi non se la sente di affrontare un’altra salita può proseguire diritto e rientrare a Trestina in un paio di chilometri. L’ascesa, ricca di curve, non presenta pendenze di rilievo e in poco meno di tre chilometri conduce al Santuario da dove lo sguardo spazia sull’intera valle del Tevere. A questo punto, scendete dalla parte opposta verso Fabbrecce e al termine della discesa riprendete a destra in direzione di Trestina, dove si ritorna in circa due chilometri. 

Seguendo l’itinerario, merita sicuramente una visita il castello di Lisciano, costruito intorno al IX-X secolo sulla cima della collina che sovrasta il borgo di Lisciano Niccone, piccolo paese immerso nella campagna. Nei dintorni, da non perdere i castelli di Reschio, Sorbello e Pierle.  Poco sopra Trestina, invece, si trova il Santuario di Canoscio, realizzato alla fine del XIX secolo, che rappresenta il punto di riferimento più importante della devozione mariana in Umbria, visitato ogni anno da oltre 100.000 fedeli.

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Un itinerario di grande interesse paesaggistico, in un’area prevalentemente agreste, su strade per la maggior parte prive di traffico che scorrono tra prati, campi coltivati, fitti boschi e natura incontaminata.

",,Lisciano Niccone|Bici da strada|Medio,,,,,42.45453701240797,14.216815010486972,,,,, Itinerario,it_IT,4566245,STRADA 10 - Lungo il Tevere per visitare l’Oasi del WWF,"
Partenza Alviano Scalo
Arrivo Alviano Scalo
Distanza 26 km
Dislivello 300 m
Difficoltà facile
Fondo asfalto
Bici consigliata strada, ibrida
Da vedere in zona Alviano, Oasi WWF del Lago di Alviano, Attigliano, Guardea, Giove.


L’itinerario parte dalla stazione di Alviano ed è uno dei più facili tra quelli proposti per il chilometraggio ridotto e il dislivello quasi inesistente. Il percorso si sviluppa lungo il corso del Tevere sul confine tra Umbria e Lazio, a due passi dall’Oasi naturale del WWF, un’area protetta di circa 900 ettari collocata proprio al lago di Alviano, attrazione eccezionale per gli amanti del birdwatching.

L’itinerario parte dalla stazione, muovendosi in direzione di Attigliano e Viterbo: dopo meno di 400 metri, lasciate la SP11 e svoltate a sinistra su una stradina secondaria che scorre in mezzo alla campagna e conduce ad Attigliano, che si raggiungerà al chilometro 9,5. Da Attigliano, antico borgo medievale adagiato sulla valle del Tevere, svoltate a destra seguendo le indicazioni per Bomarzo e Viterbo sconfinando per qualche chilometro nella campagna laziale.

Al chilometro 12,6, superato il ponte sul Tevere, girate a destra sulla SP19 verso Alviano, Sipicciano e Castiglione in Teverina. La strada, completamente pianeggiante, segue il corso del Tevere e si snoda tra boschi e campi coltivati: percorretela fino al chilometro 23 e girate a destra tornando verso Alviano. In poco più di 3 chilometri si torna al punto di partenza: qui, girando a destra, chi ha ancora energie può salire in circa 2 chilometri fino al centro di Alviano, borgo medievale all’interno del quale spicca l’imponente Rocca risalente al XV secolo e da dove si può godere di affascinanti panorami sulla valle del Tevere.

L’edificio più significativo che s’incontra lungo il percorso è la Rocca di Alviano, edificata nel 1495 e che, oggi, ospita il Municipio, il Museo Multimediale di Bartolomeo d’Alviano e dei Capitani di ventura umbri, il Centro di documentazione audiovisiva dell’Oasi di Alviano ed il Museo della Civiltà Contadina. Nella zona del lago la principale attrazione è l’Oasi naturalistica del WWF: un’area protetta che copre circa 900 ettari. Il sentiero natura che la attraversa permette di osservare da vicino la flora e la fauna del luogo grazie ad appositi capanni per il ""birdwatching"", torri, passerelle e perfino un’aula scolastica all’aperto. Ad Attigliano, città di origine etrusca, tra i monumenti più belli ci sono il campanile dell’orologio, la Fontana dei Delfini ed il castello medievale. Poco distante merita una visita anche l’antico borgo di Guardea, con il Castello di Guardea Vecchia.

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Un percorso facile e quasi interamente pianeggiante, lungo il corso del Tevere sul confine tra Umbria e Lazio, a due passi dall’Oasi WWF del Lago di Alviano, luogo privilegiato per la pratica del birdwatching. 

",,Alviano|Attigliano|Guardea|Bici da strada|Facile,,,,,42.58798175,12.29574651530461,,,,, Itinerario,it_IT,4566486,"STRADA 20 - Narni, gli Albornoz e i resti romani di Ocricolum","
Partenza Narni
Arrivo Narni
Distanza 43 km
Dislivello 800 m
Difficoltà medio
Fondo asfalto
Bici consigliata strada, ibrida
Da vedere in zona Narni, Otricoli, Calvi, Poggio, Castello di Narni.


L'itinerario parte da Narni, precisamente dalla Rocca Albornoziana, antico avamposto costruito a metà del XIV sec. collocato sul punto più alto dello sperone dove sorge la città. Da qui, scendete verso il centro di Narni e prendete a sinistra in direzione di Testaccio, piccolo centro che s’incontra al chilometro 2,5. Proseguite in direzione di Roma fino all'incrocio con la SS3 (km 6,5) e girate a sinistra ancora in direzione di Roma. Continuando sui saliscendi di questa strada fino al chilometro 14, svoltate a sinistra verso l'antico centro di Otricoli, famoso per la zona archeologica di Ocricolum, la città romana che si sviluppò lungo il Tevere presso il porto dell'Olio ed i cui resti appartengono in gran parte all'età Augustea.

Superato il centro della città, svoltate a sinistra seguendo le indicazioni per Calvi dell'Umbria: superato qualche tornante in discesa, al chilometro 17 inizia la salita verso Calvi, dove si giunge al chilometro 24,5 e dove ci si può fermare per un ristoro. Qui, oltre a numerose opere artistiche e storiche, pedalando per le vie del paese è possibile ammirare numerosi murales raffiguranti la Natività. Da Calvi ripartite sulla SP18 in direzione di Narni, pedalando per diversi chilometri immersi in un paesaggio surreale, fatto di boschi e silenzio. Al chilometro 30, incontrato l'antico borgo di Poggio, proseguite diritti fino all'incrocio con la SS3 (km 37) e prendete a destra verso Narni, ripercorrendo a ritroso la strada già fatta all'inizio dell'itinerario. Superate Testaccio, arrivando alle porte di Narni al chilometro 42: prima di svoltare a destra e riprendere la salita che conduce alla Rocca (km 43).

 

Pedalando lungo questo percorso si deve assolutamente entrare nel centro storico di Narni, città con oltre 3.000 anni di storia e conquistata dai romani nel 299 a.C. con il nome di Narnia. Visitate le bellezze che riserva, comprese le emozionanti sorprese del sottosuolo nel suggestivo percorso della Narni sotterranea, un paesaggio misterioso racchiuso nel cuore di una città che diventa meta di un itinerario attraverso la storia, l'arte e la cultura delle civiltà del passato con acquedotti, cisterne, cunicoli, cripte e perfino la sala delle torture del Tribunale dell'Inquisizione, con una cella che ancora mostra i graffiti incisi dai prigionieri in attesa di essere condannati. Dell'epoca romana restano il grandioso ponte di Augusto, il ponte Cadona e l'acquedotto della Formina. Al periodo medievale, invece, risalgono opere come la cattedrale di San Giovenale, la chiesa di San Domenico, la chiesa di Santa Maria Inpensole, la chiesa di Sant'Agostino e la chiesa di San Francesco. Stupenda la piazza dei Priori, dove, oltre all'austero palazzo del Podestà, si innalza la loggia dei Priori che mostra la deliziosa Loggia del banditore. Sopra la città svetta la superba Rocca albornoziana, recentemente restaurata, innalzata nella seconda metà del XIV secolo per volere del Cardinale Albornoz. 
A Otricoli da visitare la zona archeologica di Ocricolum, la città romana che si sviluppò lungo il Tevere presso il porto dell'Olio: il complesso dei resti superstiti appartengono quasi tutti all'età Augustea: un Teatro, un Anfiteatro e un imponente costruzione ad arcate che forse sosteneva uno dei monumenti più importanti della città, il Capitolium. A Calvi dell'Umbria, da vedere i murales rappresentanti la natività. opera di noti pittori italiani e stranieri che ogni anno, dal 1982, arrivano a Calvi per affrescare le pareti delle antiche case cittadine in una galleria di dipinti murali che hanno valso a questa cittadina il titolo di ""città dei presepi"".

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Da Narni, l’antica e affascinante Narnia, fino alle colline dell'estrema punta sud-occidentale dell'Umbria, toccando altri borghi antichi come Otricoli, Calvi dell'Umbria e Poggio.

",,Narni|Otricoli|Bici da strada|Medio,,,,,42.454579481693266,14.21677078094525,,,,, Itinerario,it_IT,4566651,STRADA 26 - Sui Monti Martani e nella Città dei Due Mondi,"
Partenza Spoleto
Arrivo Spoleto
Distanza 83,5 km
Dislivello 1200 m
Difficoltà difficile
Fondo asfalto
Bici consigliata strada, ibrida
Da vedere in zona Spoleto, Castel Ritaldi, Giano dell’Umbria, Montecchio, Monti Martani, Massa Martana, Acquasparta.


Questo itinerario, così come il percorso STRADA 27, parte dagli impianti sportivi di Spoleto e si sviluppa nel cuore dell'Umbria, sulle colline dei Monti Martani, attraversando borghi di grande pregio come Giano dell'Umbria e Massa Martana. Presenta anche numerose zone di interesse naturalistico e scorci paesaggistici tipici di questa zona della regione. 

Dirigetevi verso la via Flaminia costeggiando la zona militare: alla rotonda prendete a sinistra in direzione di Castel Ritaldi. Al semaforo girate a destra, affrontando uno dei pochi tratti trafficati dell'itinerario. Al chilometro 3, arrivati a San Venanzo, svoltate a destra in direzione di Protte lasciandovi il traffico alle spalle. Superando Protte, all'incrocio con la SP457 girate a sinistra, toccando Beroide e Castel San Giovanni e al chilometro 14, arrivati a Bruna, iniziate la breve salita che conduce al caratteristico borgo di Castel Ritaldi.

Terminata la discesa, all'incrocio proseguite diritti ricominciando a salire verso Torregrosso e Colle del Marchese, tra uliveti e campi di grano e con una splendida visuale sulla Valle Umbra. Al termine della discesa, a Bivio Moscardini, imboccate a sinistra la SP451 e dopo pochi metri girate ancora a sinistra in direzione di Giano dell'Umbria, che si raggiunge al chilometro 30 dopo aver superato circa 5 chilometri di ascesa. Proseguite in direzione del Monte Cerreto e attraverso una tortuosa strada che si snoda ai piedi del Monte Martano, tra uliveti e una fitta pineta, toccate il suggestivo castello di Castagnola e arrivate all'incrocio con la SS316: qui, girate a sinistra in direzione di Massa Martana.

Ricominciate a salire leggermente fino al Valico di Viepri (km 42) per poi scendere verso Massa Martana, dove potete fermarvi per una sosta ristoratrice. Continuate a scendere fiancheggiando i resti dell'Antica via Flaminia fino a Massa Martana Scalo e poi girate a sinistra verso Acquasparta.

Arrivati ad Acquasparta (km 59), seguite le indicazioni per Spoleto ed imboccando la SR418 iniziate la salita più impegnativa di giornata, quella che in circa 6 chilometri immersi nel bosco conduce al Valico di Firenzuola. Da qui, scendete verso Spoleto, entrate a Baiano per evitare un po' di traffico e al chilometro 81,4, alle porte di Spoleto, girate a sinistra verso San Niccolò imboccando la stretta strada che costeggia il canale. Al successivo incrocio girate a destra e al semaforo attraversate la strada principale, andando diritti per imboccare Via Visso, ripercorrendo a ritroso la prima parte dell'itinerario fino agli impianti sportivi.

 

Percorrendo questo itinerario potete visitare il centro storico di Spoleto, una delle più belle cittadine del centro Italia, che accanto ad evidenti influssi di epoca romana, mantiene intatta la struttura di epoca medievale. Il monumento più importante della Città dei due Mondi è il Duomo, ma interessanti sono anche la chiesa di Sant'Eufemia, la chiesa dei Santi Giovanni e Paolo, l'abbazia di San Ponziano, la chiesa di San Domenico e la chiesa di San Nicolò ed il palazzo Comunale. Di grande interesse la chiesa di San Paolo inter vineas (X secolo), con un importante ciclo di affreschi del 1200, e la chiesa di San Pietro, eretta nel V secolo, con una splendida facciata scultorea romanica ornata con straordinari bassorilievi. Sopra la città si erge l'imponente Rocca albornoziana, realizzata a partire dal 1352. Nei dintorni, di grande interesse naturalistico e spirituale il Bosco sacro di Monteluco, con una fitta vegetazione di leccio sempreverde. A Massa Martana, nei cui pressi vi sono ancora molti resti di epoca romana, da vedere la Chiesa di San Felice, dedicata al patrono della città, la Chiesa di San Sebastiano, ed il Palazzo Comunale del '500.
Poco fuori del centro s’incontrano la Chiesa di Santa Maria delle Grazie e la Chiesa di Santa Maria della Pace con l'esterno completamente rivestito in travertino. Da visitare anche i suggestivi centri di Gualdo Cattaneo, Castel Ritaldi, Giano dell'Umbria e Montecchio, situati alle pendici dei Monti Martani, che si distinguono per la loro bellezza paesaggistica ma anche per la ricchezza di bellezze storiche e artistiche.
 

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Tra boschi, vigneti, uliveti, campi di grano e girasoli, in un percorso vallonato che da Spoleto arriva alle colline dei Monti Martani, toccando borghi di grande interesse storico e artistico.

",,Spoleto|Acquasparta|Giano dell'Umbria|Castel Ritaldi|Massa Martana|Bici da strada|Difficile,,,,,42.45457226293785,14.216778298901854,,,,, Itinerario,it_IT,4566743,STRADA 30 - Da Orvieto a Todi intorno al Lago di Corbara,"
Partenza Orvieto
Arrivo Orvieto
Distanza 87 km
Dislivello 2000 m
Difficoltà difficile
Fondo asfalto
Bici consigliata strada, ibrida
Da vedere in zona Orvieto, Todi, Civitella del Lago, Baschi, Lago di Corbara.

 
Il percorso è caratterizzato da numerose salite e, pur non presentando pendenze impossibili, è adatto a ciclisti esperti e ben allenati, come testimoniano i 2.000 metri di dislivello in 90 chilometri. La partenza è collocata di fronte alla chiesa di Ciconia, ai piedi della rupe di Orvieto, da dove ci si muove in direzione di Todi e del Monte Peglia. 

Dopo poco più di 1,5 chilometri inizia subito la prima salita del percorso, quella che in circa 8 chilometri conduce a Colonnetta di Prodo: rampe pedalabili che permettono di godere di stupende vedute su Orvieto prima e sul lago di Corbara poi. Dopo circa 4 chilometri di discesa si riprende a salire, superando il borgo antico di Prodo e arrivando fino a quota 616 metri, immersi in una natura incontaminata tra boschi e pascoli, lontani dal traffico e da rumori molesti. Da qui inizia una lunga discesa verso la valle del Tevere che conduce all'incrocio con la SS448 (km37,5), dove bisogna svoltare a sinistra verso Todi.

Dopo soli 300 metri girate a destra (ancora in direzione di Todi) e iniziate a salire verso il centro della città: al chilometro 40,5, chi vuole può continuare a salire per un altro chilometro fino al centro storico di Todi, città d'arte che merita una visita, altrimenti girate a destra scendendo in direzione di Fiore ed Izzalini.

Al termine della discesa (km 43) proseguite in direzione di Izzalini e Fiore prima e Montecchio e Civitella del Lago poi, iniziando una lunga salita che, seppure intervallata da brevi tratti di discesa e falsopiano, ci conduce in oltre 15 chilometri a quota 740 metri (km 61). Qui, svoltate a destra ed iniziate a scendere verso Civitella del Lago, suggestivo borgo famoso soprattutto per la sua posizione panoramica sul lago di Corbara.

Una volta visitato il centro iniziate a scendere verso Orvieto, arrivando sulle sponde del lago, dove, all'incrocio con la SS448 bisogna girare a sinistra seguendo ancora le indicazioni per Orvieto.

Al chilometro 75, superata la diga, lasciate la strada principale e girate a destra verso il piccolo paese di Corbara (che dà il nome al lago), effettuando un suggestivo passaggio proprio ai piedi della diga. A Corbara svoltate a sinistra in direzione di Orvieto e attraverso una strada vallonata e poco trafficata in poco più di 10 chilometri tornate di nuovo a Ciconia, da dove è poi possibile salire fino al centro storico di Orvieto, famoso per il Duomo, il pozzo di San Patrizio e moltissimi altri capolavori artistici.


 

Orvieto è una delle città più famose del centro Italia e dispone di un patrimonio artistico e culturale tra i più ricchi dell'Umbria. Pedalando su questo itinerario, potrete fare una sosta e visitare: il Duomo, una delle più maestose realizzazioni dell'architettura italiana, opera di Lorenzo Maitani (XIII secolo), la chiesa di San Giovenale, la chiesa di San Giovanni, la chiesa di Sant'Andrea, la chiesa di San Lorenzo de' Arari, la chiesa di San Francesco (XIII secolo) e la chiesa di San Domenico (XIII secolo), che conserva il monumento funebre al Cardinal de Braye di Arnolfo di Cambio. Tra gli edifici pubblici più rappresentativi: palazzo Comunale, palazzo del Popolo, palazzo dei Sette ed il teatro Comunale Luigi Mancinelli. Singolare la visita al pozzo di San Patrizio, capolavoro di ingegneria profondo 62 metri, è formato da due scale elicoidali indipendenti che permettevano di scendere al fondo per prendere l'acqua senza incontrarsi con chi risaliva. Sotto la città si nasconde la suggestiva Orvieto sotterranea, dove un incredibile numero di cavità artificiali danno vita ad un intricato labirinto di cunicoli, gallerie, cisterne, pozzi, cave e cantine. Appena fuori dalle mura la necropoli etrusca del Crocifisso del Tufo (IV-V secolo a.C.) con tombe a camera costruite con blocchi di tufo e identificate con il nome del capostipite inciso sull'architrave. Lungo l'itinerario attorno al lago meritano una visita i borghi di Prodo, Montecchio, Baschi e soprattutto Civitella del Lago, famosa per la sua posizione panoramica che la rende una vera terrazza sul lago di Corbara. Da apprezzare, inoltre, le infinite bellezze naturalistiche, tra le quali si distinguono in particolare le Gole del Forello, con il Tevere che si insinua tra alte pareti rocciose di travertino creando scenari stupendi. A Scoppieto, notevole la fabbrica di ceramica romana del I secolo rinvenuta nei pressi del lago: scoperta di recente, l'area archeologica fu un importante centro di produzione romano di ceramiche e terrecotte che, attraverso il Tevere, venivano trasportate fino a Roma da dove, passando per il Mar Mediterraneo raggiungevano le città affacciate su di esso.

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Sulle colline che sovrastano il bacino artificiale di Corbara, attraversando due città d'arte d’importanza mondiale come Orvieto e Todi, immersi in scenari e paesaggi di grande interesse naturalistico.

",,Orvieto|Todi|Bici da strada|Difficile,,,,,42.45456727321721,14.216783495435198,,,,, Itinerario,it_IT,4566692,STRADA 27 - Fatica vera sui passi a cavallo della Valnerina,"
Partenza Spoleto
Arrivo Spoleto
Distanza 114,5 km
Dislivello 2300 m
Difficoltà difficile
Fondo asfalto
Bici consigliata strada
Da vedere in zona Spoleto, Sellano, Cerreto di Spoleto, Poggiodomo, Monteleone di Spoleto, Caso, Sant’Anatolia di Narco, Valnerina.


Il percorso si snoda in gran parte su strade deserte, ma richiede un elevato livello di preparazione, come testimoniano i 114,5 chilometri, i 2.300 metri di dislivello e i quattro colli da affrontare. Si parte dagli impianti sportivi di Spoleto per muoversi verso la via Flaminia, costeggiando la zona militare e prendendo a destra alla rotonda, girando verso il centro.

Alle successive rotonde seguite le indicazioni per San Giacomo e al chilometro 3,5, in località Madonna di Lugo girate a destra imboccando una strada secondaria che porta direttamente ai piedi della prima salita. Al chilometro 6,2 girate a destra verso Fabbreria e iniziate a salire verso il Passo della Spina, una lunga ascesa di 13 chilometri che risale la valle e non presenta pendenze severe. Al termine della discesa proseguite sempre diritti in direzione di Sellano fino all'incrocio con la SS319 (km 27,8); svoltate a destra verso Sellano e iniziate la salita che conduce al Valico del Soglio (km 31), anche in questo caso senza pendenze troppo dure.

Giunti al valico iniziate una lunga e sinuosa discesa che, passando per Sellano, uno dei paesi più duramente colpiti dal terremoto del 1997, conduce fino a Borgo Cerreto e all'incrocio con la SS209 della Valnerina. Qui si può approfittare per fare una sosta lungo il fiume Nera e rifocillarsi un po', visto che i successivi chilometri saranno quasi completamente isolati e immersi nella boscaglia. All'incrocio con la Valnerina (km 46) girate a sinistra verso Visso e al successivo incrocio svoltate a destra verso Monteleone di Spoleto e Gavelli, iniziando la lunghissima salita di Passo Gavelli che, pur considerando qualche tratto di discesa e pianura, misura oltre 15 chilometri.

Le prime rampe sono probabilmente le più impegnative e, guardando sulla destra, permettono di ammirare uno splendido panorama sulla Valnerina e su Cerreto di Spoleto. I successivi chilometri si snodano immersi nella boscaglia e nel silenzio più assoluto. Al chilometro 64,5 s’incontra il borgo di Poggiodomo, il comune più piccolo dell'Umbria. Al chilometro 69,5 girate a destra verso Spoleto e Gavelli, affrontando le ultime rampe della salita; svoltando a sinistra, invece, in pochi chilometri si può visitare il borgo di Monteleone di Spoleto.

Al termine della discesa, superato il centro di Sant'Anatolia di Narco, vi ritroverete sulla SS209: imboccate ancora in direzione di Visso, ma al chilometro 93,5 lasciatela nuovamente girando a sinistra verso Piedipaterno e iniziando l'ultima salita del percorso, quella di Forca di Cerro: dopo i primi tornanti, sulla sinistra, si può scorgere il bel centro di Vallo di Nera, tra i Borghi più Belli d'Italia. Il valico è posto al chilometro 103 e da qui non resta che scendere verso Spoleto e seguire le indicazioni per gli impianti sportivi, dove si fa rientro al chilometro 114,5.

 

Oltre al centro storico di Spoleto e alla sua imponente Rocca Albornoziana, lungo questo itinerario sarete conquistati dalla particolare bellezza dei panorami di cui si può godere tra i rilievi della Valnerina, ancora in gran parte isolati e incontaminati e caratterizzati dal passaggio delle fresche e pescose acque del Nera. Molto bello il borgo arroccato di Cerreto di Spoleto, nel cui centro storico, che conserva i tratti di natura medievale, si possono ammirare interessanti edifici religiosi come l'ex monastero di S. Giacomo, attualmente sede dell'Archivio Storico Comunale e del Cedrav (Centro per la documentazione e la ricerca antropologica in Valnerina e nella dorsale appenninica umbra). Notevoli anche la chiesa di S. Maria De Libera, di epoca rinascimentale, la chiesa di S. Maria Annunziata e la chiesa del Castello. Suggestivo è poi il centro montano di Monteleone di Spoleto, il cui gioiello è la Biga etrusca, un prezioso reperto archeologico risalente al VI secolo avanti Cristo, ritrovato fortuitamente nel 1902 in una necropoli a pochi chilometri dal paese (località Colle del Capitano), dove era deposta in una tomba a tumulo. La prestigiosa biga è oggi conservata nel Metropolitan Museum di New York: a Monteleone è visibile una copia a grandezza naturale custodita nei sotterranei del complesso monumentale di San Francesco. Da visitare anche Poggiodomo, il comune più piccolo dell'Umbria, e soprattutto i borghi fortificati di Caso, Sant'Anatolia di Narco e Vallo di Nera, quest'ultimo inserito tra i Borghi più Belli d'Italia.
 

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Da Spoleto, verso le cime dell'Appennino Umbro-Marchigiano, tra scorci naturalistici straordinari attraverso la Valnerina e affrontando quattro salite di notevole difficoltà, più per lunghezza che per le pendenze.

",,Spoleto|Cerreto di Spoleto|Monteleone di Spoleto|Poggiodomo|Sant'Anatolia di Narco|Vallo di Nera|Bici da strada|Difficile,,,,,42.45462144464278,14.21672707872579,,,,, Itinerario,it_IT,4566583,STRADA 22 - L’atmosfera unica dell’Appennino Umbro-Marchigiano,"
Partenza Montone
Arrivo Montone
Distanza 82 km
Dislivello 1550 m
Difficoltà difficile
Fondo asfalto
Bici consigliata strada
Da vedere in zona Montone, Città di Castello, Pietralunga.


La partenza di questo itinerario è a Montone, centro medievale che conserva ancora intatto tutto il suo fascino e il suo passato ricco di storia. Dopo aver superato Città di Castello, il percorso va verso le cime dell'Appennino Umbro-Marchigiano, affrontando due salite di notevole difficoltà. I luoghi attraversati sono straordinari, ma la difficoltà dell'itinerario lo rende adatto solo a ciclisti esperti e con un livello di preparazione elevato e richiede l'uso di rapporti adeguati, visto che l'ascesa che parte da Apecchio presenta tratti con pendenze superiori al 10%. Ricordiamo che la parte centrale dell'itinerario si sviluppa lontano da centri abitati importanti e dunque è opportuno portare sempre con sé un kit per le riparazioni di emergenza della bici.

Si parte dallo stadio di Montone, appena fuori le mura della cittadina: iniziate a scendere in direzione di Montecastelli e Città di Castello per una strada ombreggiata e ricca di tornanti. All'incrocio con la SS3bis girate a destra verso Città di Castello, che si raggiunge dopo circa 17 chilometri quasi interamente pianeggianti.

Alla periferia della città girate a destra in direzione di Pietralunga e subito dopo ancora a sinistra seguendo le indicazioni per l'ospedale: in questo modo eviterete il traffico del centro di Città di Castello e seguendo le indicazioni per l'ospedale vi ritroverete sulla SS257 che conduce a Fano.

Alla rotonda girate a destra e iniziate la salita di Bocca Serriola, ascesa molto lunga ma con pendenze che non superano mai il 6%. Dal valico, che segna il confine tra Umbria e Marche, riscendete per la valle del torrente Biscubio fino ad Apecchio (km 45), girate a destra verso Pietralunga, iniziando il tratto più selvaggio, affascinante, ma anche difficile dell'itinerario. La seconda salita del percorso, infatti, che si snoda tra prati e fitti boschi, presenta tratti con pendenze superiori al 10% che esigono un ottimo livello di preparazione e l'uso di rapporti molto agili. 

La salita termina al chilometro 54, ma prima di iniziare la discesa bisogna affrontare ancora 3 chilometri vallonati. La picchiata inizia al chilometro 57,5 e richiede particolare prudenza, poiché il primo chilometro è ripido e molto tecnico. Al chilometro 58 girate a destra e reimmettetevi sulla SP201, dove la discesa diventa più dolce e in 5 chilometri conduce a Pietralunga. Da qui, proseguite diritti in direzione di Umbertide, con la strada che continua a scorrere in mezzo ai boschi e tira sempre leggermente a scendere facilitando il ritorno verso Montone. Al chilometro 78,5 abbandonate la strada principale e girate a destra verso Montone, in cui si ritorna dopo 3 chilometri di salita ombreggiata e non particolarmente difficile.

 

Arroccato sulla sommità di un piccolo colle, lo stupendo centro storico di Montone, uno dei Borghi più Belli d'Italia, apre questo percorso pieno di siti d’interesse da non perdere. L'edificio di maggior pregio da vedere a Montone è sicuramente la chiesa di San Francesco (XIV secolo) con una navata e abside poligonale. Sempre nel centro storico, nell'ex convento di Santa Caterina, si trova l'archivio Storico Comunale, uno dei più importanti dell'Umbria per il ricco patrimonio documentario. Altro importante edificio religioso è la pieve di San Gregorio, la chiesa più antica di Montone, costruita intorno al 1000 in stile romanico-bizantino. Poco fuori del centro abitato merita una visita la Rocca d'Aries, imponente castello da poco restaurato. Da vedere anche il nucleo antico di Pietralunga, immerso tra i boschi, e poco lontano il complesso di Candeleto, ampia struttura nel verde, dotata di ogni servizio per il campeggio, il ristoro e la sosta. Sempre a Candeleto si trova il Museo Naturalistico, dove è conservata un'importante raccolta ornitologica.

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Da un incantevole centro medievale umbro come Montone fino alle vette dell’Appennino Umbro-Marchigiano, in un percorso impegnativo affascinante, immerso nel verde e intriso di storia.

",,Montone|Città di Castello|Pietralunga|Bici da strada|Difficile,,,,,42.45459384539664,14.216755821898653,,,,, Itinerario,it_IT,4566537,STRADA 21 - Percorso duro dal Tevere al Trasimeno,"
Partenza Umbertide
Arrivo Umbertide
Distanza 70 km
Dislivello 1380 m
Difficoltà difficile
Fondo asfalto
Bici consigliata strada
Da vedere in zona Umbertide, Castel Rigone, Passignano, Tuoro, Lago Trasimeno, Montone.

 

L'itinerario, come quello STRADA 02, parte da Piazza Mazzini, nel centro di Umbertide e attraverso due importanti salite mette in comunicazione la valle del Tevere con il Lago Trasimeno. Le strade su cui si sviluppa sono quasi totalmente prive di traffico e i panorami ripagano pienamente della fatica fatta sui pedali. La distanza non è proibitiva, ma la presenza di due salite lunghe (Colle Campana e Valico Gosparini), anche se non ripide, richiede un livello di allenamento elevato.

600 metri dopo aver lasciato Umbertide in direzione Città di Castello, girate a sinistra verso Castel Rigone e Preggio e iniziate le prime rampe: in circa 15 chilometri arriverete ai 750 metri di Colle Campana. Intervallata nel mezzo da un paio di chilometri di discesa, la salita non è ripida ad esclusione dell'ultimo tratto che conduce in vetta, punto in cui si può godere di una splendida visuale: a sinistra, sul Monte Tezio e sull'Appennino Umbro-Marchigiano; a destra, sul lago Trasimeno fino al Monte Amiata. La strada prosegue per alcuni chilometri a saliscendi, un paio dei quali piuttosto impegnativi, fino a Castel Rigone, località che si raggiunge al chilometro 18. Qui è possibile fare una sosta per rifocillarsi prima di iniziare la panoramica discesa che conduce lungo le rive del lago Trasimeno.

A fine discesa (km 27) girate a destra in direzione di Passignano, potete fermarvi qui per un caffè e poi proseguire sulla SS75 bis fino a Tuoro: svoltate a destra seguendo le indicazioni per Umbertide e Lisciano Niccone. Da qui iniziano i 6 chilometri di salita che conducono al Valico Gosparini, dove una sosta è sicuramente d'obbligo per godersi la splendida vista sul lago Trasimeno. Da qui, scendete verso Lisciano Niccone e a fine discesa (km 49) girate a sinistra in direzione di Umbertide, iniziando così a pedalare nella valle del Niccone, caratterizzata da geometrici appezzamenti di terreno, ciascuno adibito ad una differente coltura.

A Mengaccini, al chilometro 51, potete riempire la borraccia ad una fontanella sulla destra, operazione possibile anche a Niccone, al chilometro 66,5. Da qui si prende a destra sulla SS3bis e in meno di 4 chilometri si torna al punto di partenza. Chi però volesse allungare l'itinerario, a Niccone può girare a sinistra in direzione di Città di Castello. Circa un chilometro dopo Montecastelli si lascia la SS3bis girando a destra verso la cittadina medievale di Montone che si raggiunge dopo circa 4 chilometri di tornanti in salita: la bellezza e il fascino di questo antico borgo valgono sicuramente la fatica supplementare, anche perché da qui, seguendo le indicazioni per Umbertide, si ritorna al punto di partenza in meno di 10 chilometri, la maggior parte dei quali in discesa.

 

Oltre al centro storico di Umbertide, questo percorso si caratterizza per la bellezza dei paesaggi che vanno dai caratteri tipicamente montani di Colle Campana e Castel Rigone ai panorami lacustri del lago Trasimeno. A Castel Rigone, da vedere il Santuario di Maria Santissima dei Miracoli, edificato verso la fine del XV secolo da un allievo del Bramante e considerato uno dei migliori esempi dell'architettura rinascimentale umbra. A Tuoro, sulle rive del lago, il percorso storico della ""battaglia del Trasimeno"" del 217 a.C. tra Romani e Cartaginesi, che ricostruisce le fasi salienti della disfatta dell'esercito romano contro i cartaginesi di Annibale.

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Dal Tevere fino al Lago Trasimeno, tra i paesaggi d’acqua più affascinanti del Cuore Verde d’Italia, in un itinerario impegnativo alla scoperta di bellezze naturalistiche senza tempo.

",,Umbertide|Montone|Passignano sul Trasimeno|Tuoro sul Trasimeno|Bici da strada|Difficile,,,,,42.454568744760614,14.21678196289963,,,,, Itinerario,it_IT,4566625,STRADA 25 - Poca pianura tra la Valle del Nestore e il Monte Peglia,"
Partenza Marsciano
Arrivo Marsciano
Distanza 94 km
Dislivello 1600 m
Difficoltà difficile
Fondo asfalto
Bici consigliata strada
Da vedere in zona Marsciano, Compignano, Montegabbione, Montegiove, Monte Peglia, Pornello, San Venanzo.

 

Con i suoi 1.600 metri di dislivello in 94 chilometri, questo è uno degli itinerari più impegnativi tra quelli proposti. Viste le continue difficoltà altimetriche e la poca pianura, necessita di rapporti adeguati e si rivolge solo a ciclisti allenati, ma non poteva essere escluso vista la bellezza dei paesaggi attraversati, in particolare nella valle del Nestore e tra Piegaro e il Monte Peglia, dove la strada si sviluppa in mezzo ai boschi, in territori in cui ancora l'intervento dell'uomo è quasi impercettibile.

Si parte dal centro sportivo di Marsciano, città famosa per la lavorazione del laterizio. Dirigetevi verso San Venanzo e poi verso il centro della città, girando a sinistra sulla SP376 in direzione di Migliano e Morcella. Giunti al bivio per Morcella girate a sinistra verso Migliano, iniziando la salita e proseguendo sulla SP340 fino al bivio per Mercatello, pedalando in un paesaggio collinare e ancora prevalentemente agreste.

Al chilometro 11 girate a destra verso Mercatello, passando di fronte all'antica fornace di Compignano e superato il paese proseguite fino ai piedi di Spina, che si raggiunge al chilometro 19 dopo aver superato un chilometro di salita piuttosto impegnativo. Continuate in direzione Castiglione della Valle e da qui proseguite verso Tavernelle sulla SS220, dove occorre prestare attenzione a causa del traffico. Superata Tavernelle continuate diritti fino al chilometro 43, girate a sinistra verso Piegaro e iniziate la salita che conduce fino a Monteleone di Orvieto.

Da qui, dopo una ripida discesa e una salita altrettanto erta, si arriva a Montegabbione, dove è possibile fare una sosta prima di svoltare a sinistra sulla SP57 in direzione di Montegiove, strada che scorre per molti chilometri in mezzo ai boschi e lontano dal traffico. Questo è il tratto più difficile dell'itinerario, dove bisogna superare diversi saliscendi ed in particolare le salite di Montegiove e Pornello, ma la bellezza dei paesaggi attraversati ripaga ampiamente della fatica.

Al chilometro 76 si conclude la salita che da Pornello porta quasi in vetta al Monte Peglia. Qui, prendete a destra verso San Venanzo e Marsciano. Un chilometro dopo, all'incrocio con la SS317 girate a sinistra verso Marsciano e, passando per San Venanzo, in 15 chilometri di discesa tornate di nuovo al punto di partenza. Chi invece ha ancora un po' di forze nelle gambe, può girare a destra e percorrere altri sette chilometri per terminare l'ascesa al Monte Peglia, da dove poi si può tornare indietro per la stessa strada riscendendo fino a Marsciano.

 

Quest’itinerario permette di farvi scoprire le bellezze naturalistiche dei colli dell'Umbria centrale, ed in particolare del Monte Peglia, da dove si può godere una splendida visuale su tutta la regione. A Marsciano invece, non perdete la chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista, patrono della città, il Palazzo Comunale, costruito nel 1871, il Teatro della Concordia, lo splendido Palazzo Battaglia, arricchito dalle decorazioni del pittore futurista Geraldo Dottori. In questo borgo, il maggiore centro umbro di produzione del laterizio, ha sede anche il Museo Dinamico del Laterizio e delle Terrecotte, un museo diffuso che si articola sul territorio percorrendo i luoghi della civiltà contadina, artigianale ed industriale. Lungo l'itinerario meritano attenzione gli antichi castelli fortificati di Montegabbione, Monteleone di Orvieto e Montegiove, nonché i piccoli centri abitati di Pornello e San Venanzo. Nei pressi di Montegiove degno di nota è il suggestivo Convento francescano della Scarzuola, fondato da San Francesco d'Assisi nel 1218.
 

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Attraversando la valle del Nestore fino al Monte Peglia, pedalando in un paesaggio collinare e prevalentemente agreste, tra piccoli borghi e castelli nel Cuore Verde d’Italia. 

",,Marsciano|Bici da strada|Difficile|Media VallExperience,,,,,42.45457079304081,14.21677982972282,,,,, Itinerario,it_IT,2967010,La Grotta del Monte Cucco,"

L'acqua che scava lentamente la roccia, gli odori della profondità della montagna, immagini e figure create dalle formazioni calcaree interne: tutto ciò è il risultato sensoriale che hai all'interno della grotta del Monte Cucco.

 

La grotta é un posto che devi visitare se ti trovi a Gubbio o dintorni ed è sì adatta a speleologi esperti, ma ci sono anche molti percorsi per chi, semplicemente, vuole fare un'escursione. Il sistema ipogeo è uno dei più interessanti e viene studiato in continuazione per la sua geologia e per la sua particolare flora e fauna. La grotta raggiunge la profondità di circa 927 metri ed è aperta a tutti per un percorso di 800 metri, completamente illuminati, attrezzati con passerelle e scale metalliche, mentre il resto dei circa 30 km di percorso sotterraneo è meta per soli esperti.

 

 

Vai a Sigillo, a pochi chilometri da Gubbio, e inizia il tuo viaggio nelle viscere del Monte Cucco. Le sfumature della natura ti accompagnano in silenzio nel ventre del monte, i giochi di luce disegnano sulle pareti delle forme oniriche in un eccezionale susseguirsi di pareti, caverne, canali, laghetti: un mondo fiabesco creato dall'incessante opera della natura.

Dall'accesso principale, superato un pozzo profondo 27 m, raggiungi i grandi saloni a ciascuno dei quali è stato assegnato un nome evocativo dell'immagine che esso comunica: la Cattedrale, la Sala Margherita, il giardino di Pietra, la Sala del Becco, la Sala delle Fontane, la Sala Simonetti, le Condotte Terminali, la Sala Terminale tramite la quale ci si collega all'accesso di Pian delle Macinare.

Ogni cavità è un susseguirsi di formazioni stalattitiche e stalagmitiche di grande effetto. Inoltre, tra le tante formazioni fantastiche, si aprono piccoli laghi e scorrono rivoli d'acqua. Da queste sale principali partono una serie di cunicoli, corridoi e diramazioni che si aprono su altrettanti ambienti. Dalla Sala Margherita si raggiunge, ad esempio, un ramo ascendente molto interessante, la Galleria delle Ossa, che nella sala terminale (sala dei Faraoni), presenta il pavimento coperto di ossa di animali vissuti oltre 20000 anni fa durante l'ultima glaciazione: rinoceronti, orsi, stambecchi, martore, cervi, buoi.

Per ulteriori informazioni visita il sito della Grotta del Monte Cucco

Se vuoi durante la tua escursione vuoi mangiare qualcosa di tipico della zona assaggia il Friccò, un gustoso spezzatino a base di pollo, agnello e coniglio.

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Fai un viaggio nel cuore più profondo della terra: la grotta del Monte Cucco ti condurrà in un mondo magico, tra stalattiti, stalagmiti e rivoli d'acqua fino a 900 metri di profondità.

",,Costacciaro|Fossato di Vico|Scheggia e Pascelupo|Sigillo|Arrampicata e Speleologia|Vivi l'Appennino,,,,,42.4522317,14.2045627,,,,, Sigillo Itinerario,it_IT,2967987,MTB 18 - Panorami mozzafiato da Costacciaro al Monte Cucco    ,"
Partenza Costacciaro
Arrivo Costacciaro
Distanza 32 km
Dislivello 1350 m
Difficoltà difficile
Fondo 60% sterrato, 40% asfalto
Bici consigliata MTB e E-MTB
Da vedere in zona Costacciaro, Sigillo, Scheggia, Monte Cucco

 

Costacciaro è un piccolo borgo arroccato ai piedi del Monte Cucco, luogo ideale per te che ami la mountain bike e il trekking, dal momento che in quest'area trovi numerose opportunità sia per pedalate che per escursioni.
L'itinerario che ti proponiamo si sviluppa all'interno del Parco Regionale del Monte Cucco, tra prati e faggete, offrendo fantastici panorami sull'Umbria e sulle Marche e toccando molti dei tratti che caratterizzano la Gran Fondo in mtb del Monte Cucco, che si tiene ogni anno in giugno e richiama oltre 1000 appassionati.
Il dislivello di oltre 1.300 metri e i numerosi chilometri di salita lo rendono un percorso difficile, anche se non proibitivo, caratterizzato anche da alcuni divertenti single track che però in certi tratti ti costringeranno a scendere di bici e proseguire a piedi.
Il percorso è caratterizzato dalla lunga salita che conduce in vetta al monte Cucco, che inizia dopo pochi chilometri e si conclude al chilometro 11, quando raggiungerai Punta Sasso Pecoraro; qui prenditi qualche minuto per recuperare le forze ma, soprattutto, per goderti il panorama, perché la vista è veramente imperdibile.

L'itinerario prosegue all'interno del parco, imboccando il suggestivo sentiero n. 1, dove però per alcuni tratti dovrai procedere a piedi. Al chilometro 19,6 si conclude l'ultima rampa di salita e da qui inizierai a scendere alternando brevi segmenti di asfalto a divertenti tratti sassosi e veloci che ti riporteranno nel fondovalle, passando prima a Sigillo e da qui a Costacciaro.

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L'itinerario parte da Costacciaro e si sviluppa in gran parte all'interno del Parco regionale del Monte Cucco. Il percorso si caratterizza per la lunga ascesa a Pian delle Macinare e per panorami mozzafiato

,,Costacciaro|Scheggia e Pascelupo|Sigillo|Mountain bike|Difficile|Vivi l'Appennino,,,,,42.4700942,14.204761389793438,,,,, Itinerario,it_IT,4566380,"STRADA 15 - Gubbio, i Ceri e i misteri del Bottaccione","
Partenza Gubbio
Arrivo Gubbio
Distanza 52 km
Dislivello 1070 m
Difficoltà medio
Fondo asfalto
Bici consigliata strada
Da vedere in zona Gubbio, Gole del Bottaccione, Monte Cucco, Scheggia, Cantiano.


Il percorso, che nella parte centrale tocca anche le Marche, si può considerare di media difficoltà visto il chilometraggio non eccessivo, ma richiede comunque un buon livello di allenamento in virtù delle numerose difficoltà altimetriche.

Si parte dal parcheggio antistante lo stadio comunale Barbetti, a pochi metri dall’anfiteatro romano e dal centro della città. Prendete a sinistra e seguendo le indicazioni per Scheggia, dopo circa un chilometro iniziate la salita che conduce al Valico del Bottaccione: 4 chilometri non duri che presentano pendenze difficili solo nell’ultimo chilometro e che scorrono all’interno della Gola del Bottaccione, sito naturalistico e scientifico di interesse mondiale dove si ritiene sia avvenuto uno degli eventi chiave che provocò l’estinzione dei dinosauri. Al termine della discesa, arrivati a Scheggia, prendete a destra verso Roma; 500 metri dopo (km 12,5) girate a sinistra seguendo le indicazioni per Sassoferrato. 

Continuate a pedalare immersi in una fitta vegetazione ed in leggera discesa fino al chilometro 17,5: lasciate la SS360 girando a sinistra in direzione di Cantiano. Da qui, la strada riprende a salire leggermente per altri tre chilometri e si sviluppa in una stretta gola alle pendici del Monte Catria, in un’atmosfera talmente tranquilla da sembrare quasi irreale. Al chilometro 23, superate Chiaserna. Poi, al chilometro 28, arrivati a Cantiano, girate a sinistra seguendo le indicazioni per Gubbio e Roma. Al successivo incrocio per Roma (km 29,5) proseguite diritti verso S. Rocco, reimmettendovi sulla strada principale solo al chilometro 32 e prestando molta attenzione perché si può trovare traffico in questo punto.

Dopo circa 500 metri girate a sinistra proseguendo sulla SP3 Flaminia in direzione di Roma e salite senza grandi pendenze fino al valico di Scheggia (km 39), che si raggiungerà dopo un chilometro di discesa. Da qui, girate a destra verso Gubbio e riprendete a salire in direzione del valico del Bottaccione che, ad eccezione dell’ultimo chilometro, da questo versante non è particolarmente impegnativo. Raggiunto il valico al chilometro 47, in 5 chilometri di discesa si torna di nuovo a Gubbio. 

 

Grazie a questo itinerario di 52 chilometri avrete la possibilità di scoprirne le bellezze artistiche, ma anche le bellezze paesaggistiche che circondano Gubbio, famosa per la corsa dei Ceri e tra le località più belle e conosciute dell’Umbria. Imperdibile il suo centro storico, che rappresenta il capolavoro della civiltà medievale e della società due-trecentesca, articolata nelle corporazioni di arti e mestieri. Tra gli splendori architettonici, quelli di maggior fama sono il complesso urbanistico del palazzo dei Consoli, simbolo della città e sede della pinacoteca e del museo Archeologico. Da ricordare inoltre palazzo Beni, palazzo del Bargello con la famosa fontana, e palazzo del Capitano del Popolo. Di grande interesse anche la Cattedrale (XII secolo), Santa Maria Nuova, al cui interno si trova la Madonna del Belvedere di Ottaviano Nelli, la chiesa e Convento di Sant'Agostino (XIII secolo) con all'interno affreschi del Nelli, la chiesa e Convento di San Francesco, San Giovanni, caratterizzata dalla facciata e dal campanile in stile romanico, San Pietro e San Domenico. Fuori le mura, a sovrastare la città, da visitare la monumentale basilica di Sant'Ubaldo, che custodisce le spoglie del patrono. 
Lungo il percorso, sarete affascinati da Scheggia, insediamento di origine romana, nei cui pressi sono visibili numerosi resti della via Flaminia antica. Nella zona meritano una visita due aree naturalistiche di grande valore, il Parco del Monte Cucco e le Gole del Bottaccione, sito scientifico di interesse mondiale dove si ritiene sia avvenuto uno degli eventi chiave che provocò l’estinzione dei dinosauri.

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Immersi nelle bellezze artistiche della Città dei Ceri, attraversando i capolavori paesaggistici che la circondano, dalle Gole del Bottaccione fino al Monte Cucco in un itinerario medio di assoluto fascino. 

",,Gubbio|Bici da strada|Medio|Vivi l'Appennino,,,,,42.45460455103482,14.216744672535832,,,,, Itinerario,it_IT,4565984,STRADA 02 - Poderi e tenute lungo la valle del Tevere,"
Partenza Umbertide
Arrivo Umbertide
Distanza 30 km
Dislivello 300 m
Difficoltà facile
Fondo asfalto
Bici consigliata strada, ibrida
Da vedere in zona Umbertide, Pierantonio, Fiume Tevere, Pieve San Quirico, Civitella Ranieri, Eremo di Montecorona.


L’itinerario parte da Piazza Mazzini, nel centro di Umbertide, e si sviluppa seguendo il corso del Tevere tra i vecchi poderi e le tenute tipiche di questa zona. Da Piazza Mazzini lasciate Umbertide seguendo le indicazioni per Perugia, Roma e Pierantonio, immettendovi sulla SS3 bis. Continuate su questa strada per alcuni chilometri, sfruttando anche la pista ciclabile a fianco della strada, fino al chilometro 4, dove si arriva all’incrocio con la SS219 per Gubbio. Qui, tenete la destra seguendo sempre le indicazioni per Pierantonio, transitando al chilometro 7.

Dopo aver superato Sant’Orfeto della Cinella proseguite ancora diritti sulla Strada Tiberina Nord in direzione di Perugia. Al chilometro 11 attraversate Tavernacce, da dove, sulla destra, è possibile godere di una bellissima vista sul Monte Tezio. Superate anche Solfagnano-Parlesca e al chilometro 13,8 incontrando la deviazione verso La Bruna. girate a destra e immettetevi sulla strada comunale della Bruna, che si dipana in mezzo alla campagna praticamente quasi priva di traffico. Di fronte si erge l’incantevole borgo di Pieve San Quirico, mentre, lasciando il fiume Tevere alla vostra destra, al chilometro 18 arrivate in località La Bruna. 

Continuate sempre su questa strada fino all’incrocio con la SP169 del Pantano e girate a destra. Dopo pochi metri, girate a sinistra (km 21,6), immettendovi di nuovo in una strada secondaria e poco trafficata. Un paio di strappetti vi conducono in località La Badia di Montecorona, dove bisogna proseguire sulla SP170. Tenete la destra e dopo pochi metri, in corrispondenza dell’incrocio per Perugia-Roma proseguite diritti superando il Podere di Santa Beatrice di Guardengo. Continuate su questa strada per circa 3 chilometri, con il Tevere alla vostra destra e il Monte Acuto alla vostra sinistra, fino al ponte sotto la ferrovia e all’incrocio con la SS3 bis. Qui, prendete a destra, rientrando ad Umbertide. Subito dopo il ponte sul Tevere girate a sinistra in direzione Montone, ritrovandovi di nuovo in Piazza Mazzini.

Il centro storico di Umbertide, all’interno del quale spicca la Rocca, superba fortezza medievale, da sempre simbolo della città merita sicuramente una visita se si percorre questo itinerario. Sempre ad Umbertide, non perdete il Centro per l’Arte Contemporanea. Notevoli anche la chiesa di Santa Maria della Reggia; la chiesa di Santa Croce; la chiesa di San Bernardino (1556), la chiesa di Santa Maria della Pietà (1486), con un affresco attribuito a Pinturicchio, e la chiesa di San Francesco, la più antica di Umbertide (1299). A pochi chilometri, potete pensare di visitare l’Eremo di Montecorona, realizzato a 700 metri di altezza in un bosco di faggi e castagni che sovrasta la sottostante abbazia camaldolese fondata nel 1008. Nei dintorni poi, meritano una visita i castelli di Civitella Ranieri, di Serra Partucci, Montalto, Ascagnano, Romeggio e Polgeto, e gli antichi borghi medievali di Montemigiano, di Santa Giuliana e di Pieve San Quirico.

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Un percorso semplice da fare seguendo il corso del Tevere, tra campi e terreni incontaminati, immersi in paesaggi unici, allietati da viste mozzafiato sul Monte Tezio e altri gioielli naturali dell’Umbria.

",,Umbertide|Bici da strada|Facile,,,,,42.454534808084105,14.216817306175104,,,,, Itinerario,it_IT,4566046,STRADA 03 - Colli e castelli intorno a Corciano,"
Partenza Corciano
Arrivo Corciano
Distanza 25 km
Dislivello 500 m
Difficoltà facile
Fondo asfalto, sterrato
Bici consigliata ibrida, mtb
Da vedere in zona Corciano, Pieve del Vescovo, Mantignana, Capocavallo, Villa del Colle del Cardinale.


L’itinerario prende il via dal parcheggio che si trova appena sotto le mura di Corciano: partite in discesa in direzione di Ellera e dopo poco più di un chilometro, all’incrocio con la strada provinciale, girate a sinistra e continuate in discesa per altri 2 chilometri. Al termine della discesa proseguite diritti lasciando sulla vostra destra il caratteristico paese di Migiana, mentre a sinistra osservate ergersi imponente l’antico castello di Pieve del Vescovo. 

Pedalate su un percorso leggermente vallonato seguendo le indicazioni per Mantignana, arrivando al chilometro 9: qui, subito dopo la banca, girate a destra in via Michelangelo Buonarroti. Circa un chilometro dopo superate la chiesa e, subito dopo, svoltate a destra per una stradina secondaria in mezzo a campi e casolari. All’incrocio con la SP171 girate a sinistra in direzione di Castel Rigone e già dopo un chilometro lasciate questa strada girando a destra. Qui, inizia un breve e suggestivo tratto di strada sterrata (1,5 km), caratterizzato nei primi 500 metri da alcuni tornanti in salita, e poi da una discesa priva di curve che scorre in mezzo alla campagna e permette di godere di una splendida visuale sulla Villa del Colle del Cardinale . 

Ritornando sull’asfalto, prendete a destra e poi, all’incrocio con la SP170 del Maestrello, attraversate la strada, prestando molta attenzione perché il tratto è molto trafficato, e proseguite diritti verso Colle Umberto. Qui, superato un piccolo ponte su un torrente, trovate un incrocio dove prendere a sinistra in direzione di Perugia. Al chilometro 17, in località Canneto, girate a destra verso Corciano per ritrovarvi nuovamente e in pochi chilometri ai piedi del borgo medievale.

Al chilometro 22 cominciate la salita che riconduce in vetta (la stessa percorsa in discesa all’inizio dell’itinerario), unica vera asperità del percorso. Al chilometro 25 tornate al punto di partenza, ammirando la magnifica visuale che spazia fino al profilo del Monte Amiata.

Decidendo di pedalare lungo questo itinerario potete fare una sosta nel piccolo borgo medievale di Corciano che all’interno delle sue alte mura racchiude un dedalo di viuzze, vicoli, torri e scalinate. Da vedere, nel centro del paese, il torrione di Porta S. Maria, piazza Coragino con un bel pozzo del ‘500, il Palazzo comunale, il Palazzo del Capitano del Popolo ed il Palazzo dei Priori, la chiesa parrocchiale di S. Maria Assunta, al cui interno è conservata la tavola dell’Assunta del Perugino (1513) ed il Gonfalone di Benedetto Bonfigli dipinto nel 1472. A un chilometro da Corciano, merita una visita il Castello di Pieve del Vescovo, edificio fortificato ha pianta quadrangolare con cortile interno e quattro torri d’angolo. Fu realizzato intorno al XIII sec., ma tra il 1.560 ed il 1.570 venne trasformato in residenza signorile. L’ampia area boschiva che di Monte Malbe, che si estende sopra l’abitato di Corciano. I castelli fortificati di San Mariano, Solomeo, Chiugiana, Mantignana, Chiugiana e Capocavallo, tutti a pochi chilometri l’uno dall’altro, che mantengono ancora il loro aspetto antico.

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Dalle mura di Corciano, affascinante borgo medievale, ricco di storia e che si erge a 408 metri sul livello del mare, tra castelli e aree boschive che vi lasceranno senza fiato in un percorso facile e adatto a tutti. 

",,Corciano|Bici da strada|Facile,,,,,42.45453552449627,14.216816560069262,,,,, Itinerario,it_IT,2970607,Abbazia di San Pietro in Valle,"

È da molto tempo che quel piccolo passaggio intorno all'altare, volto alla cura del mal di ossa, non viene più praticato. La singolare posizione di questo altare, detto dei Santi Lazzaro e Giovanni e posto davanti all'abside del braccio sinistro del transetto, forma una sorta di angusto ambulacro che devi percorrere accucciato con gli occhi rivolti ai frammenti sacri. Infatti, sul lato destro dell'altare è stata praticata una piccola apertura, protetta da una grata di ferro, la fenestrella confessionis, attraverso la quale puoi vedere le reliquie dei santi monaci.

La storia di San Pietro in Valle è raccolta nei manoscritti conservati nell'Archivio del Duomo di Spoleto. La leggenda vuole che Lazzaro e Giovanni nell'anno 516 arrivarono in Italia dalla Siria erigendo un eremo identificato con la Romitoria sul Monte Solenne, sopra Macenano.
Fu Faroaldo II, duca longobardo di Spoleto, a edificare sulla tomba dei Santi Lazzaro e Giovanni l'abbazia dedicata a San Pietro in cui si ritirò nel 720 quando fu spodestato dal figlio e dove morì da monaco nel 728. Le sepolture dei vari Duchi di Spoleto, ritrovate nel 996 nei lavori di restauro iniziati da Ottone III di Sassonia, furono sistemate nell'abside della chiesa reimpiegando i sarcofagi romani ritrovati nella zona.
L'abbazia divenne un mausoleo ducale che estese la sua influenza religiosa ed economica in un vasto territorio, con il privilegio di non dipendere dal potere vescovile.

 

L'abbazia oggi

Attualmente il monastero è di proprietà privata e destinato alla ricettività come residenza d'epoca. 
La chiesa si presenta con una facciata rinascimentale rivolta verso l'antico accesso da Spoleto mentre il possente campanile a quattro ordini è databile alla fine del secolo XI. L'interno, a navata unica coperta con capriate, è decorato da un ciclo di affreschi con Scene del Vecchio e Nuovo Testamento, uno dei capisaldi della pittura umbra del XII secolo. Il transetto termina con tre absidi semicircolari, secondo i modelli dell'architettura ottoniana

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A San Pietro in Valle la salute del corpo si otteneva girando accucciati intorno all'altare dedicato ai Santi Lazzaro e Giovanni:  alla scoperta di una delle più antiche e belle abbazie umbre, immersa nella splendido paesaggio della Valnerina

",,"Ferentillo|Valnerina|I santuari terapeutici dell'Umbria, tra sacro e profano",,,,,42.4607445583719,14.228048643415063,,,,, Itinerario,it_IT,2967626,"Alla scoperta di Giove, Attigliano, Penna in Teverina","

Una gita lungo il confine sud occidentale dell'Umbria ti regala la possibilità di passare una giornata tranquilla, all'insegna della pace e del silenzio, alla scoperta di piccoli borghi medievali che conservano tutta la loro essenza.

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Lungo il confine sud occidentale dell'Umbria, in visita ai borghi medievali di Giove, Penna in Teverina ed Attigliano, alla scoperta dei luoghi degli Orsini e di antiche strutture fortificate contese per la loro posizione strategica di dominio sul Tevere.

",,Giove|Attigliano|Penna in Teverina|Alla scoperta dei borghi,,,,,42.4923298,12.3567787,,,,, Penna in Teverina Attigliano Itinerario,it_IT,2969529,I borghi della Conca Ternana,,,"

Da Cesi, passando per Collescipoli fino a Stroncone, quest'ultimo annoverato tra i Borghi più Belli d'Italia. Un interessante viaggio alla scoperta dei borghi della conca ternana. 

",,Terni|Stroncone|Alla scoperta dei borghi,,,,,42.6090073,12.5864454,,,,, Cesi Collescipoli Itinerario,it_IT,2967336,STRADA 16 - L'Appennino e le verdi colline di Gualdo Tadino,"
Partenza Gualdo Tadino
Arrivo Gualdo Tadino
Distanza 42 km
Dislivello 700 m
Difficoltà medio
Fondo asfalto
Bici consigliata strada, e-bike
Da vedere in zona Gualdo Tadino, Valsorda, Casa Castalda.


Monta in sella e scopri la zona dell'Appennino di Gualdo Tadino, particolarmente interessante se sei un appassionato di bike. Ti proponiamo un percorso che parte da Gualdo Tadino, dove puoi ammirare le bellezze della sua Rocca Flea, esempio di architettura militare del XII secolo.

Ti trovi ai piedi dell'Appennino Umbro Marchigiano, intorno a te le verdi colline che circondano Gualdo e Assisi: recati al ciclodromo Adolfo Leoni, situato alla periferia del paese. Segui via Aurelio Saffi fino alla SS3 Flaminica, antica strada romana che, in Umbria, parte da Otricoli e termina al valico di Scheggia. All'incrocio con la Flaminia segui a destra e subito dopo ancora a destra in direzione di Assisi sulla SP270 che ti conduce all'inizio della salita di Valtole che presenta la sua parte più difficile proprio sulle prime rampe. La salita termina al chilometro 9: all'incrocio con la SS444 svoltiamo a sinistra in direzione di Assisi. Passerai da Osteria di Morano e Madonnuccia di Morano, dove inizia la dura salita di Morano. Al chilometro 16, la tua fatica sarà ripagata dalla suggestiva vista delle valli circostanti che puoi ammirare da questo punto sopraelevato. Dopo circa un chilometro di falsopiano, inizia la tua discesa verso Assisi, fino al chilometro 19,5; qui svolta a destra in direzione di Casacastalda. Prosegui fino all'incrocio per Collemincio e tieni la sinistra, mentre al chilometro 19, 5 tieni la destra scendendo verso Casa Castalda. Terminata la ripida e tortuosa discesa, all'incrocio con la SS318 svolta a destra in direzione di Gualdo continuando a scendere ancora per altri 3 chilometri. Non appena avrai visto il tratto in discesa segui le indicazioni per Gualdo Tadino imboccando la SP245 che in poco meno di 10 chilometri ti condurrà alle porte della cittadina. Al chilometro 41, prima di rientrare a Gualdo Tadino, Svolta a destra seguendo le indicazioni per il ciclodromo e una stretta stradina secondaria ti riporterà al punto di partenza in meno di un chilometro.

Il chilometraggio di questo percorso è limitato, ma per affrontarlo è necessario un certo allenamento e rapporti adeguati considerate le pendenze di Valtole e Montemezzo.

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Ai piedi dell'Appennino Umbro Marchigiano, un percorso che ti lascerà senza fiato: scopri la zona di Gualdo Tadino.

",,Gualdo Tadino|Bici da strada|Medio|Vivi l'Appennino,,,,,43.23565068840003,12.780308831446018,,,,, Gualdo Tadino Gualdo Tadino Itinerario,it_IT,2967030,Trekking al Monte Cucco,"

Comprensorio: Monte Cucco

Località partenza: Costacciaro
Località arrivo: Pantanella
Dislivello 550 metri
Lunghezza 3,0 km
Difficoltà E (escursionistico)
Tempo andata 1,40-2,00 ore
Tempo ritorno 1,00-1,15 ore
Dove parcheggiare Area di sosta ""Il Gengone""

 

Un’immersione nel ventre dell’Appennino umbro-marchigiano: vi portiamo alla scoperta di un’area del Parco regionale del Monte Cucco, situato nelle vicinanze di Gubbio al confine con le Marche, che si estende su una superficie di 10.480 ettari abbracciando l’omonimo rilievo (m. 1566), tra faggete secolari, grotte carsiche tra le più profonde d’Europa e corsi d’acqua incontaminati.

Una meraviglia di natura e paesaggio che vi rimarrà nel cuore e che va conquistata con impegno, passo dopo passo. E allora cosa aspettate? Prendete appunti e camminate con noi.

Prima di iniziare la vostra camminata, dovete sapere che il percorso che stiamo per illustrarvi è contrassegnato con il livello di difficoltà E (Escursionistico), un anello lungo circa 3 chilometri per completare il quale occorrono mediamente 3/3,30 ore.

Il sentiero 280 (nella vecchia numerazione indicato come 24) che collega il borgo medievale di Costacciaro al Monte Cucco, conosciuto anche come “Sentiero del Beato”, è classificato di media lunghezza con tratti caratterizzati da pendenze significative.

Partendo da Costacciaro e percorrendo un breve tratto in comune con il sentiero 293, si raggiunge l’incrocio dove svoltando a destra inizierete a sperimentare le prime salite del tracciato che alterna tratti all’interno del bosco ad altri più aperti e panoramici. Percorrendo la via che sale sul bordo superiore di una cava abbandonata, noterete delle stratificazioni sedimentarie di Scaglia Rossa e la nota Buca di Mazzapane, un particolare fenomeno carsico che si interna per oltre 40 metri, aprendosi verso il basso con un forte dislivello.

Questa prima parte del percorso è ancora abbastanza ampia e confortevole. Man mano che andrete avanti e vi addentrerete nel bosco, noterete che la Scaglia Bianca prende il posto di quella Rossa. La strada si farà man mano più tortuosa e ripida e, raggiunta quota 900 m, vi troverete al cospetto di una particolare formazione rocciosa che ha le sembianze di un giaciglio e che accoglie la lapide in pietra dedicata al Beato Tommaso (Patrono di Costacciaro), vissuto nel XIII secolo, che aveva l’abitudine di attraversare queste zone ed era solito riposare in questo luogo.

Si prosegue ancora in salita attraverso una folta faggeta fino a raggiungere il bivio che conduce alla grotta denominata “Il Forno”, grande formazione carsica che merita una piccola deviazione.

Superato il bivio si affronta la parte finale del percorso, che esce dal bosco tagliando trasversalmente una ripida costa rocciosa, quindi risale tra prati e sassi fino a raggiungere una imponente monolite denominato “Il Sasso”, che domina dall’alto tutta la vallata, oltrepassato il quale si affronta un breve tratto all’ombra del bosco e si giunge al punto d’arrivo del sentiero, sbucando sulla strada asfaltata che sale da Costacciaro verso Pian delle Macinare.

Il sentiero è ben segnalato e le difficoltà sono dovute ai numerosi tratti scoscesi che si incontrano mentre si sale tra stretti tornanti, intervallati da pochi passaggi in cui si può riprendere un po’ di fiato.

Questo itinerario rappresenta una fusione perfetta tra l’attività in continua evoluzione della natura - che nel corso del tempo ha creato grotte nascoste - e la storia dell’uomo, che ha contribuito a disegnare il territorio costruendo sentieri e varchi attraverso le rocce.

Una volta rientrati a Costacciaro potete fare una visita al Museo, in cui rivivono con modelli tridimensionali i percorsi dell’acqua che scorrono nelle masse calcaree di Monte Cucco e dell’Appennino umbro marchigiano, dalla loro formazione alle sorgenti. Adiacente è il Centro di Documentazione sulle Aree

Carsiche che mette a disposizione di studenti e visitatori i documenti catastali di tutte le grotte umbre e marchigiane, oltre a libri, mappe e carte topografiche.

www.parcodelmontecucco.it

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Da Costacciaro alla scoperta del Parco del Monte Cucco.

,,Costacciaro|Fossato di Vico|Scheggia e Pascelupo|Sigillo|Trekking|Vivi l'Appennino,,,,,,,,,,,null null null Sigillo null null null Itinerario,it_IT,2969485,Da Umbertide l'itinerario del buon mangiare,"

L'Umbria è una regione celebre per le sue tante eccellenze enogastronomiche e, tra queste, non si può non citare il Mazzafegato: specialità tipica dell'Alta Valle del Tevere, in particolare di Umbertide.


Si tratta di un salume che viene preparato con le ultime parti della macellazione, accompagnandolo con il vino rosso del Colle.

In Umbria, oggi come nell'antichità, la vinificazione è un'arte e la coltivazione dell’olivo mantiene ancora un carattere di sacralità.

Piccoli luoghi, ma di enorme fascino, sorgono nelle zone di collina punteggiate da vigneti e oliveti dove si produce a marchio di origine controllata e protetta.

Torgiano e i suoi vini sono famosi nel mondo, bellissimo e di rara suggestione nella sua unicità è il Museo del Vino; Montefalco si arrampica sui colli dove si coltiva il rinomatissimo Sagrantino che Beato Angelico e il suo discepolo Benozzo Gozzoli, e anche il Perugino, avranno gustato lavorando agli affreschi delle chiese francescane della “Ringhiera dell'Umbria”.

La bontà dell’olio di Trevi, Spello e Spoleto ha contribuito alla fama di queste città gioielli di architettura, famose già nella storia per le opere di grandi artisti quali Pintoricchio, Filippo Lippi e di nuovo il Perugino.

Da Spoleto si sale verso la Valnerina, l'abilità dei norcini ha dato vita ad una delle più famose scuole chirurgiche d'Italia; Norcia è la patria dei salumi, dei formaggi e del tartufo nero, tutto prodotto all'insegna della qualità garantita.

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L'Umbria è una regione celebre per le sue tante eccellenze enogastronomiche e, tra queste, non si può non citare il Mazzafegato: specialità tipica dell'Alta Valle del Tevere, in particolare di Umbertide.

",,Montefalco|Norcia|Spello|Spoleto|Torgiano|Trevi|Umbertide|I percorsi del gusto|I borghi delle due valli,,,,,,,,,,, Itinerario,it_IT,2968863,STRADA 07 - Acquasparta e le rovine romane di Carsulae ,"
Partenza Acquasparta
Arrivo Acquasparta
Distanza 29,5 km
Dislivello 350 m
Difficoltà facile
Fondo asfalto
Bici consigliata strada, ibrida, e-bike
Da vedere in zona Fossile di Dunarobba, Acquasparta, Avigliano Umbro, Montecastrilli, Foresta

 

Si tratta di un itinerario facile, che si snoda in un paesaggio morbido e tranquillo, caratterizzato da lievi ondulazioni, ma senza pendenze importanti e che si adatta perfettamente anche al principiante che vuole passare una giornata di relax in bicicletta.

Il nostro percorso inizia dal centro di Acquasparta, antica città sorta sulle rovine dell’insediamento romano di Carsulae, e da qui si muove sulle colline sinuose e ben coltivate che si sviluppano verso Montecastrilli e Avigliano Umbro.

Parti da Viale Roma e muoviti in direzione di Montecastrilli, percorrendo una strada in lievissima salita che in poco più di 5 chilometri ti conduce a Castel Todino.

Prosegui verso Collesecco e, poi, verso Avigliano Umbro e Dunarobba: questa è la parte più panoramica dell’itinerario, che scorre sul crinale della collina e permette di ammirare tutta la morbida bellezza del paesaggio circostante.

A Dunarobba si trova la Foresta Fossile di Dunarobba, uno dei siti paleontologici più importanti al mondo, dove sono ancora presenti tronchi formati dal legno originario di tre milioni di anni fa.

Da qui svolta a sinistra in direzione di Avigliano Umbro, dove puoi concederti una breve sosta, e da Avigliano segui le indicazioni per Farnetta e Montecastrilli, antico borgo di origine medioevale.

A questo punto dirigiti verso Castel Todino per seguire poi le indicazioni per Acquasparta, dove si conclude l'itinerario.

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Un itinerario facile, che si snoda in un paesaggio morbido e tranquillo, senza pendenze importanti e che si adatta perfettamente anche al principiante che vuole passare una giornata di relax in bicicletta.

",,Acquasparta|Montecastrilli|Avigliano Umbro|Bici da strada|Facile|I borghi delle due valli,,,,,42.68979437528876,12.547084609028934,,,,, Itinerario,it_IT,2969951,Un viaggio nel gusto alla scoperta dei vini di Orvieto,"

Si dice che per conoscere un territorio, si debba non solo visitarlo, ma anche mangiare ciò che esso produce. Non sarà certo un sacrificio, soprattutto per chi si reca a Orvieto, la città costruita dagli etruschi sopra un masso di tufo che, ancora oggi, rappresenta uno dei maggiori attrattori dell'Umbria.

Camminando per le sue strade medievali, si scorgono palazzi, torri e chiese che vi lasceranno senza fiato, in particolare il Duomo, in stile gotico, regala emozioni uniche. Hanno partecipato alla realizzazione di questo capolavoro artisti del calibro di Arnolfo di Cambio, Lorenzo Maitani, il Pisano, il Pinturicchio e il Signorelli. Da vedere anche il Pozzo di San Patrizio, nonché i sotterranei.

Ma Orvieto non è sinonimo soltanto di arte e musei: qui si possono scoprire le antiche maestranze artigiane, le tradizioni e i valori enogastronomici. Non è un caso se è anche la sede dell'Enoteca Regionale dell'Umbria: si produce, infatti, un vino dal gusto raffinatissimo che vi porterà indietro nel tempo. Perciò, se vi recate in zona, non escludete un tour in una delle cantine più prestigiose del territorio.

Il Cervaro de La Sala, il Fobiano de La Carraia, il Febeo di Cardeto: sono solo alcune delle etichette che potrete sorseggiare mentre vi godete il paesaggio. Se invece volete proprio esagerare, potete optare per il Muffato, un vino molto aromatico e intenso, dal colore giallo dorato.

Non solo nettare di Bacco: l'Orvietano è conosciuto anche per il tartufo bianco, un tubero che cresce nei terreni calcarei argillosi, a ridosso delle radici degli alberi. Famoso anche l'olio extravergine di oliva, i salumi e i formaggi, uno tra tutti il Cenerino IGT.

La presenza di boschi offre anche la possibilità di arricchire la gamma con funghi e selvaggina: Orvieto, più che mai, si configura come la patria dei buongustai e degli appassionati di enologia

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Sapori e natura: vieni a scoprire il bello e il buono dell'Umbria partendo dalla città di Orvieto. Tra vigneti e cantine, conoscerai la tradizione più autentica della regione

",,Orvieto|I percorsi del gusto,,,,,,,,,,,null null null null null null Itinerario,it_IT,2968210,Assisi Romana,"

Vogliamo accompagnarti alla scoperta della Assisi Romana in un percorso insolito, meno noto, per una volta slegato dalla figura di San Francesco che ha reso la città famosa in tutto il mondo.

 

Se arrivi in macchina, ti consigliamo di lasciare l'auto al Parcheggio Matteotti, situato nella parte alta della città. Puoi iniziare da qui la tua passeggiata, imboccando la vicina via dell'Anfiteatro Romano.

 

Siamo nel quartiere di Porta Perlici, dove è situato l'Anfiteatro Romano risalente alla prima metà del I secolo d.C. Della struttura originaria dedicata ai combattimenti tra gladiatori e alle caccia alle belve, noterai un arco in cunei di travertino all'interno del quale l'area un tempo destinata all'arena è ora occupata da un ampio giardino. Tutto intorno, potrai osservare che le costruzioni medievali sono andate man mano ad inglobare la struttura originaria dell'Anfiteatro, formando un'unione armonica. Ai tuoi occhi, si presenterà una vera e propria fusione di diversi periodi storici che ti farà vivere le varie tappe della storia di Assisi da un unico punto di vista.

 

Torna indietro verso il parcheggio e imbocca via del Torrione, che troverai alla tua destra. Lungo questo percorso, vedrai i resti del Mausoleo del I Sec. d. C. – una massiccia costruzione funebre in calcestruzzo – e percorsi altri 100 mt circa, sulla destra attraverso un cancello potrai scorgere delle arcate che rappresentano i resti le gradinate del Teatro Romano.

 

Continuando la via in discesa, la stretta via del Torrione termina aprendosi su Piazza San Rufino, continua su via San Rufino fino ad arrivare a Piazza del Comune, il vero centro laico di Assisi. Verrai immediatamente catturato dall'imponenza del Tempio di Minerva risalente al I sec. a.C., che appare perfettamente integrato con i palazzi di epoca medievale. Noterai il perfetto stato di conservazione di questa opera tipicamente romanica, con i suoi capitelli corinzi e il maestoso colonnato che poggia direttamente sulla scalinata. Sapevi che anche Johann Wolfgang von Goethe ne rimase estremamente colpito durante il suo ‘Viaggio in Italia'?

Sotto la piazza del Comune, potrai visitare anche il Foro Romano e la Collezione Archeologica. Piazza del Comune è perfetta per una sosta rilassante: siediti ai tavolini dei bar o fermati per un pasto in uno dei tanti ristoranti tipici nei dintorni. Se vorrai proseguire ancora la tua visita, ti consigliamo di recarti alle vicine DOMUS ROMANE: la ‘Casa di Sesto Properzio' nei pressi della chiesa di Santa Maria Maggiore e la ‘Domus del Lararium'.

Orari Foro Romano e Collezione Archeologica
Da novembre a febbraio: dalle 10 alle 17
Marzo, aprile, maggio, ottobre: dalle 10 alle 18.00
Dal 1 giugno al 30 settembre: dalle 10 alle 19.00

Biglietti

 

Foro Romano
Intero 5,00 - Ridotto 3,00

 

Integrato: intero 9,00 - Ridotto 6,00

Riduzioni: universitari con tessera, scuole, 8-18 anni, ultra 65enni, gruppi sopra le 20 persone
Gratuito: studenti in visita guidata, residenti di Assisi, bambini fino ad 8 anni non compiuti, disabili non deambulanti

 

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Una parte della storia di Assisi – quella più antica - è fortemente legata all'Impero Romano e di questi avvenimenti esistono tracce molto importanti sia a livello archeologico che urbanistico, risalenti a partire dal III Sec. a.C. Scoprile con noi.

",,Assisi|Storia antica,,,,,,,,,,,null null null Assisi null null null Itinerario,it_IT,2968453,Sulle orme degli Etruschi nel territorio di Orvieto,"

Forse non sai che Orvieto fu l'ultima città etrusca a cedere al dominio romano, quando ormai la conquista del territorio umbro era definitiva.

 

Le tracce della vita preromana dell'etrusca Velzna sono ancora molte e fra le più rappresentative dell'Umbria. Preparati allora ad un giro intenso, che ti consigliamo di iniziare dal centro città: qui l'Area Archeologica del Tempio del Belvedere ha restituito bellissime terrecotte architettoniche, conservate nei vicini musei. Al centro della città, disposti non lontani sulla bellissima Piazza Duomo, il Museo Claudio Faina e Museo Civico insieme al Museo Archeologico Nazionale meritano una visita, magari in un unico percorso.

 

Da lì continua la tua passeggiata per il borgo: tra una trattoria in cui mangiare un piatto della tradizione o gustare un fresco Orvieto Classico DOC, e una bottega artigiana in cui acquistare una tipica ceramica orvietana, dirigiti verso l'Area Archeologica in Via della Cava in cui sono evidenti i resti di un'imponente struttura muraria etrusca, a scopo difensivo e il cosiddetto Pozzo della Cava, scavato nel tufo della rupe.

Ma per scoprire di più su questo antico popolo, devi spostarti poco fuori dal centro abitato, verso le pendici sud-occidentali. Lì si estende la Necropoli di Crocifisso del Tufo: potrai vivere una esperienza mistica passeggiando tra oltre trecento tombe erette tra il VI e il III secolo a.C., disposte secondo uno schema di isolati regolari definiti da strade ortogonali. Lungo il versante meridionale, anche la Necropoli e il santuario della Cannicella è visitabile a piedi, sfruttando il percorso del Parco Archeologico Orvietano (PAO), e prenotando per tempo la visita.

Ti consigliamo di riservarti un'altra giornata per completare il tuo giro nel territorio circostante: la Necropoli del Vallone, quella di Caldane e la Tomba degli Hescana, la sola ancora dipinta. Solo in estate potrai aggiungere una visita allo scavo archeologico che ha portato alla luce i resti del Fanum Voltumnae, il santuario federale etrusco, di importanza straordinaria per la comprensione della storia di questo popolo.

Alla fine del tuo viaggio, tutto ti sembrerà un po' meno misterioso, ma sempre più affascinante.

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Un viaggio fra le testimonianze monumentali e architettoniche di epoca etrusca, nel territorio e nella città di Orvieto. Dai resti di templi alle numerose necropoli, un tour che conduce alla scoperta della storia di un popolo ancora per molti sconosciuto.

",,Storia antica,,,,,,,,,,,null null null Orvieto null null null Itinerario,it_IT,2970071,Trekking urbano a Perugia: il rione di Porta Sole,"

Ti accompagneremo alla scoperta del borgo di Porta Sole, chiamato così in relazione alla sua esposizione topografica rivolta ad est. Il colore del rione Porta Sole è il bianco, associato alle tonalità chiare della luce e a quelle della farina che da qui transitava proveniente dai mulini sul Tevere, percorrendo la via regale. Il tuo punto di partenza è piazza IV Novembre: da qui prendi via Calderini fino a giungere nella vicina piazza Matteotti. Sulla sinistra, imbocca la stretta e alta Via Volte della Pace, una delle più caratteristiche della città, coperta da arcate a crociera che segue il percorso curvilineo della cinta etrusca.

 

Percorrila fino al collegamento con via Bontempi per raggiungere piazza Piccinino, al centro della quale troneggia pozzo Sorbello e dove potrai vedere i resti di una antica torre medievale. Noterai una chiesa dalla facciata incompiuta, detta ‘Chiesa della Compagnia della Morte', nata per dare una tumulazione ai morti insepolti o posti su terra sconsacrata. Al civico 9 della stessa Piazza Piccinino si trova palazzo Bourbon Sorbello - sede dell'omonima Casa Museo - che come gli altri a fianco poggia sulla cinta muraria etrusca e su precedenti strutture medievali.

 

Arrivato in piazza Danti, noterai sui palazzi dell'ex cinema Turreno dei bassorilievi raffiguranti delle mani che stringono delle spighe, a testimonianza dell'antica presenza sul posto di alcuni magazzini di grano.

Passa davanti a Palazzo Conestabile della Staffa (al civico 28), prosegui per via del Sole e piazza Michelotti arrivando a Piazza Rossi Scotti, verso la parte più alta della città. La Piazza continua a sinistra in via delle Prome: in questo punto potrai vedere la spettacolare scalinata delle Prome, uno dei punti più immortalati e suggestivi della città. Fermati un attimo ed affacciati per godere del meraviglioso panorama sui Borghi Sant'Angelo e Sant'Antonio.

Prosegui per via dell'Aquila (il punto più alto di Perugia) e via Raffaello (nella cui piazzetta è custodito nella chiesa di San Severo l'unico affresco di Raffaello presente a Perugia, rappresentante la Trinità) e continua a scendere verso via Bontempi svoltando a destra in via Mattioli; imbocca via del Duca arrivando nell'omonima piazzetta. Qui si trova il cinema Post Modernissimo, recentemente ristrutturato e centro di numerose iniziative culturali. Prosegui su via della Viola (dal nome del fiore o di qualche famosa popolana di cui si è persa memoria), sulla quale si affacciano degli isolati lunghi e stretti, definiti da vicoli bui e scoscesi, in alcuni casi comunicanti con la sottostante e parallela via Imbriani, in altri casi chiusi. Sulla sinistra vedrai via del Prospetto: passa per via San Giovanni Bosco, prendi le scalette di via della Madonna e arriverai in fondo a via Imbriani. Raggiungi l'incrocio con via Alessi, dove ti segnaliamo la poderosa abside della chiesa, le mura del monastero di San Fiorenzo e la presenza all'interno dell'edificio religioso di un affresco trecentesco raffigurante Maria in trono con il Bambino, situato sopra l'altare.

Scendi per via Bonaccia che giunge a porta Santa Margherita, e da qui risali via Baciadonne, il primo vicolo a destra; prosegui su via Imbriani fino a Via Abruzzo passando per via Orizzonte e cammina fino a Piazza del Carmine, dove si trova la Chiesa di San Simone del Carmine.

A questo punto hai due possibilità: fare una deviazione per vedere via Enrico dal Pozzo, l'antica via verso il Tevere (e tornare poi indietro verso Porta Pesa) oppure dirigerti direttamente verso Corso Bersaglieri, ritornando verso l'acropoli passando per via dei Lanari, via della Torricella, Via del Roscetto, Via Sdrucciola, Via della Pazienza e Via Cartolari. Arrivato qui, imbocca via Alessi e via del Forno - dove potrai vedere la bellissima scalinata sul retro di Palazzo Capocci - e raggiungerai Piazza IV Novembre, il tuo punto di partenza, passando per via Fani.

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Camminare per vicoli affrontando un ‘trekking urbano': un modo per visitare la città di Perugia approfondendo la conoscenza del centro storico. Sono cinque i borghi principali della città, e per ognuno di essi esiste un percorso dedicato. Ti presentiamo quello di Rione di Porta Sole, nella parte nord della città. 

",,Trekking urbano,,,,,,,,,,,null null null Perugia null null null Itinerario,it_IT,2966496,L'architettura contemporanea a Perugia,"

Le testimonianze artistiche nella città di Perugia sono trasversali ad oggi epoca storica: dall'arte etrusca a quella medievale, dall'arte rinascimentale all'arte moderna. Ma negli ultimi anni, gli architetti che hanno creato innovative strutture nel capoluogo umbro non sono mancati: ti proponiamo un tour alla scoperta degli aspetti più affascinanti dell'architettura contemporanea a Perugia.

 

Parti da piazza Morlacchi, nel centro storico di Perugia, dove si trova Palazzo Grossi attualmente sede di alcuni uffici del Comune di Perugia. Il palazzo è stato recentemente ristrutturato, in quanto prima ospitava una scuola; la riprogettazione dell'edificio è stata curata dallo studio di architetti perugino HOF e ha creato divergenze nell'opinione pubblica in quanto ha modificato notevolmente lo skyline urbano: il blocco dell'edificio è un cubo compatto che si staglia tra guglie e campanili. Da vedere il giardino pensile: colori e forme geometriche si alternano, creando un'area aperta dall'ispirazione nord europea. Lo stile del palazzo (ancorato alla tradizione all'esterno e proteso verso il futuro all'interno), intende celebrare l'equilibrio tra tradizione e innovazione che, da sempre, contraddistingue la città di Perugia.

 

Se arrivi a Perugia in auto e ti fermi nel grande parcheggio di Pian di Massiano, oppure arrivi in treno a Fontivegge, hai la possibilità di raggiungere l'acropoli con il Minimetrò. Si tratta di una piccola metropolitana in parte di superficie ed in parte sotterranea che attraversa parte di Perugia, con capolinea a Pian di Massiano e al Pincetto (la fermata del centro storico). L'opera architettonica è di Jean Nouvel, già autore della torre Agbar a Barcellona, che ha dovuto confrontarsi con la difficoltà di integrare un'opera a così alto impatto paesaggistico alla natura e al verde che caratterizzano la città di Perugia: le stazioni sorgono nei punti più urbanizzati della città integrandosi con dei piacevoli tocchi di verdi e spazi aperti; quando il Minimetrò si accinge ad entrare nell'acropoli scende discretamente nel sottosuolo. Il vetro e l'acciaio sono smussati dal rosso, colore che caratterizza il mezzo, garantendo una maggiore equilibrio tra ambiente, paesaggio e trasporto pubblico.

Uscendo dalla stazione del minimetro Fontivegge, subito sulla sinistra, puoi osservare un palazzo dalla forma particolare: si tratta del Centro Dirigenziale-Residenziale-Commerciale di Fontivegge, che ospita, tra gli altri, gli uffici della Regione Umbria. Negli anni ottanta Aldo Rossi, poi vincitore del Premio Pitzker per l'architettura, progettò questa bellissima struttura che circonda da tre lati piazza del Bacio, uno spazio aperto al cui centro si erge una fontana e un'importante testimonianza di archeologia industriale: una ciminiera delle antiche fabbriche della Perugina.

Poco fuori Perugia, nella zona residenziale di San Sisto, sorge un edificio che non potrai non notare in quanto unico nella forma e nel colore: la mediateca Sandro Penna. La struttura è stata ideata e realizzata da Italo Rota: si tratta di un edificio dalla forma di un disco a tre piani, chiuso interamente da vetrate e lucernari rosa. La mediateca ha all'interno due teatri e ampi spazi per laboratori, sale lettura e luoghi dove usufruire di contenuti multimediali.

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Un tour alla scoperta della Perugia contemporanea, tra innovativi mezzi di trasporto ed edifici dalla struttura unica e accattivante.

",,Perugia|L'arte in Umbria,,,,,,,,,,,null null null Perugia null null null Itinerario,it_IT,2966513,Percorsi Templari,"

Lascia l'auto al Parcheggio Sant'Antonio e inizia il tuo tour a piedi imboccando Corso Garibaldi da Piazza Grimana, dove avrai avuto la possibilità di ammirare l'Arco Etrusco e il bellissimo Palazzo Gallenga, sede dell'Università per Stranieri di Perugia.

Non tutti sanno che Corso Garibaldi è ricco di simboli esoterici: percorrendolo, noterai sugli architravi dei portoni la presenza di iscrizioni e segni chiaramente riconducibili alla simbologia templare. In particolare, soffermati sulla Chiesa sconsacrata di San Cristoforo dove questi segni si intrecciano misteriosamente a quelli massonici: sopra la porta di ingresso, vedrai un eloquente bassorilievo che riporta una squadra e un compasso sovrapposti all'interno di un triangolo.

Nell'itinerario templare, Corso Garibaldi rappresenta la strada per raggiungere il vicino Tempio di San Michele Arcangelo, risalente al V secolo d.C. (chiamato anche Tempietto). In poco più di dieci minuti percorrerai tutto il Corso, trovando alla tua destra questa particolare Chiesa paleocristiana dall'insolita forma circolare, un luogo antichissimo già sacro agli Etruschi e ai Romani. L'edificio è circondato da un ampio prato e l'atmosfera che lo circonda è di quiete assoluta: non a caso, i perugini e gli studenti della vicina università amano venire qui per godersi qualche ora di relax.

Il Tempio è dedicato a San Michele Arcangelo, il Santo Guerriero che combatteva contro il maligno: questa intitolazione rappresenta già un primo forte legame tra il luogo e i cavalieri templari. L'interno della Chiesa è sorprendente, contraddistinto dalla presenza di un meraviglioso colonnato corinzio, con l'altare posto al centro della struttura. Fate attenzione alla simbologia: la stella a cinque punte inscritta in un cerchio sul pavimento accanto all'ingresso, la pianta della struttura che ricorda quella dell'antica Gerusalemme, le tipiche croci patenti e alcune misteriose incisioni sui capitelli del colonnato, la cui interpretazione dovrebbe svelare come la nascita di Gesù sia stata fonte di salvezza per l'umanità.

Per raggiungere la più importante tra le testimonianze templari della città, ti consigliamo di tornare indietro a piedi verso Piazza Grimana e riprendere la tua auto al Parcheggio Sant'Antonio. A questo punto, mettiti alla guida verso il quartiere Monteluce e raggiungi la Chiesa templare di San Bevignate. La costruzione ti si presenterà in tutta la sua imponenza, con il suo aspetto massiccio e fortificato. Il portone d'ingresso è contrassegnato dalla presenza della simbologia del fiore della vita su entrambi i lati; al suo interno potrai vedere un prezioso ciclo di affreschi di straordinaria importanza che ricorda e illustra la missione dell'ordine religioso cavalleresco in Terra Santa, elogiandone l'importanza a difesa della Cristianità.

 

Dopo la ristrutturazione, la Chiesa di San Bevignate è diventata uno spazio pubblico nel quale vengono organizzate molte iniziative culturale nel segno dei templari. Informati sul calendario degli eventi, si tratta di appuntamenti davvero imperdibili e suggestivi per gli appassionati!

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Ti vogliamo offrire uno spunto originale per visitare la città di Perugia, seguendo un itinerario che ricalca le orme dei Cavalieri templari. Una passeggiata piacevole e interessante, tra bellezze e misteri del capoluogo umbro. 

",,L'arte in Umbria,,,,,43.522583195192894,10.33845884842787,,,,,null null null Perugia null null null Itinerario,it_IT,2967950,"Cibi Pasquali in Umbria, tra cucina e tradizione","

I Cibi di Pasqua in Umbria, dalla colazione tipica al pranzo. Che raccontano di antiche storie e valori simbolici, legati alla tradizione cristiana.


Regina indiscussa è la Torta di Pasqua, chiamata anche Pizza di Pasqua. Una torta salata a base di uova, farina e formaggi misti, soffice e gustosa, cotta in forno a legna dopo una lunga lievitazione. Nella tradizione veniva preparata dalle donne di famiglia il giovedì santo e non poteva essere consumata prima della mattina di Pasqua. Con la Pizza di Pasqua si consiglia un vino bianco strutturato (ad esempio Grechetto invecchiato) o un rosso (Colli del Perugino).

In Umbria ancora oggi la Resurrezione si celebra con una prima colazione speciale, che riunisce tutta la famiglia intorno alla tavola per mangiare insieme torta al formaggio, salame, capocollo, uova sode colorate, cioccolato e vino rosso…tutto rigorosamente benedetto. La mattina del Sabato Santo, infatti, si prepara un cestino con la tipica torta salata, del sale, le uova, i salumi, il pane, il vino e la ciaramicola (dolce caratteristico del Perugino) e si porta in chiesa per la benedizione dei cibi. È elevato il loro valore simbolico legato alla tradizione cristiana: l'uovo che rappresenta la Resurrezione, il pane emblema di Cristo, il vino che richiama il sangue di Gesù, la carne che evoca il sacrificio.

La giornata prosegue con un grande pranzo che prevede un primo piatto a base di pasta fatta in casa: gli “agnolotti” ripieni di carne, le tagliatelle, i tortelloni di Norcia o gli strangozzi spoletini, secondo la zona o la tradizione di famiglia. Come secondo, tipico della Pasqua umbra è l’agnello, cucinato arrosto e servito con fette di limone per esaltarne il sapore.

E per dolce potrai gustare la ciaramicola, immancabile nella zona di Perugia. È un torcolo all’alchermes di colore rosso, ricoperto da glassa di meringa e confettini: il rosso e il bianco ricordano proprio i colori simbolo della città. Secondo tradizione questa ciambella rappresentava l’amore, perché veniva regalata dalle ragazze ai propri fidanzati il giorno di Pasqua. Con questo dolce il vino consigliato da accostare è un Orvieto doc muffa nobile o Trebbiano e Grechetto.
Tipica dell’orvietano, della Valnerina e delle zone del Trasimeno è invece la Torta di Pasqua dolce, aromatizzata con buccia di limone e cannella, che si accompagna indifferentemente ai salumi e al cioccolato. Per chi possiede un pollaio la lunga lavorazione di questo dolce inizia con la scorta delle uova: ne occorrono 50/60 per preparare 7 o 8 pizze! Un tempo, quando gli allevamenti di galline erano una costante familiare, le uova venivano conservate in cantina dentro ceste di salice o in scatole di scarpe e se ne accumulavano anche 150/200. Fino a qualche anno fa, le torte venivano fatte lievitare nei letti riscaldati con il prete, una slitta di legno e lamiera che conteneva la brace del focolare.

",,Trascorrere la Pasqua in Umbria significa avere la possibilità di fare un viaggio nel territorio vivendolo attraverso i sapori tipici della tradizione. Scopri con noi quali prelibatezze tipiche potrai gustare in questo periodo.,,La Pasqua in Umbria,,,,,,,,,,, Itinerario,it_IT,2968266,I Palazzi Vitelli: il Rinascimento a Città di Castello,"

Questo viaggio ti conduce alla scoperta dei tesori di alcune importanti famiglie umbre, che condizionarono la storia e la cultura delle città su cui esercitarono il proprio potere. I Vitelli di Città di Castello furono una delle poche signorie umbre e tra il XV e il XVI; consegnarono alla storia condottieri e capitani di ventura, come Vitello Vitelli, al soldo prima dei veneziani e poi dei papi.

Visitando la città ti sarà evidente l'opera di mecenatismo di cui furono promotori, oggi visibile in alcune strutture residenziali del centro storico: quatto palazzi disposti ognuno in un rione, a ribadire il dominio su tutta la città. Partendo da Piazza Matteotti, cuore storico del borgo, trovi nel lato orientale il cosiddetto Palazzo Vitelli in piazza, rimasto in compiuto, a non molta distanza dal Palazzo Vitelli a San Giacomo, di inizio Cinquecento.

Con l'intento di fare della propria città una vera corte rinascimentale, grazie agli stretti rapporti con le corti toscane, i Vitelli poterono avvalersi della perizia dei più influenti architetti fiorentini del tempo. Fecero realizzare due eleganti dimore: trovi l'imponente Palazzo Vitelli alla Cannoniera spostandoti nel settore sud-occidentale della città, nel Rione San Florido. La facciata a graffito fu realizzata su uno schema compositivo di Giorgio Vasari, il quale lavorò a corte insieme ad altri importanti artisti coevi, come Pontormo e il Doceno. Oggi è sede della Pinacoteca comunale: in continuità con la vocazione artistica del passato, ospita la seconda raccolta più ricca dell'Umbria, fra cui spiccano i dipinti di Luca Signorelli e uno del giovane Raffaello, che a quel tempo era al servizio proprio dei Vitelli.

Nel rione omonimo, nel settore orientale, trovi Palazzo Vitelli a Porta S. Egidio. L'ultimo e il più ricco dei quattro, si affaccia su un bel giardino all'italiana, racchiuso per un tratto dalle antiche mura urbiche, da dove puoi condurti fino all'ingresso della Palazzina, costruita intono alla torretta medievale. Gli affreschi del palazzo ti riproporranno l'intero ciclo della storia della famiglia: l'intento di fermare il loro ricordo nel tempo, ""affinché non perisse la memoria del loro nome e del loro valore"" , può dirsi perfettamente riuscito.",,"Visita nel centro storico di Città di Castello, alla scoperta dei Palazzi Vitelli: espressione della cultura rinascimentale e della storia di una famiglia, testimoniano il fasto di un'epoca e la vocazione culturale di un intero territorio.",,L'arte in Umbria,,,,,,,,,,, Itinerario,it_IT,2968418,"Ponte delle Torri, Rocca Albornoziana e Giro dei Condotti","

Partendo da Piazza del Duomo di Spoleto, dirigetevi verso il Ponte delle Torri e la Rocca Albornoziana.

Il ponte delle Torri è un maestoso monumento in calcare locale lungo 236 metri e alto 80. É un ponte-acquedotto che, sorretto da dieci arcate e nove poderosi pilastri in pietra, unisce il Colle Sant'Elia, il punto più alto della città di Spoleto, con Monteluco. Secondo alcuni fu costruito tra XIII e il XIV sec. su un precedente acquedotto romano che serviva probabilmente a portare l'acqua dalle sorgenti di Cortaccione a Spoleto. Quest'opera deve verosimilmente il proprio nome alle due fortezze poste alle estremità, motivo per cui nell'antichità veniva chiamato ""pons inter Turres"": la Rocca Albornoziana e il Fortilizio dei Mulini.

Fermatevi a visitare La Rocca Albornoziana. Questa fu edificata nel XIV sec. e deve il suo nome al Cardinale spagnolo Egidio Albornoz, chiamato appositamente in Italia dal papa Innocenzo che voleva si erigesse una Rocca sulla sommità del Colle Sant'Elia, in posizione strategica e dominante sulla vallata, per ristabilire l'autorità del Pontefice. La direzione dei lavori di edificazione fu assegnata a Matteo di Giovannello da Gubbio, detto ""il Gattapone"", uno dei più famosi architetti civili e militari dell'epoca. Divenendo nel tempo residenza dei governatori della città, la Rocca si colorò di numerosi affreschi e decorazioni che andarono però perduti quando la struttura nel 1817 si trasformò in carcere (e tale rimase fino al 1982).

Attraversate il Ponte delle Torri e affacciatevi dalla finestra centrale per ammirare il bellissimo panorama della vallata circostante. Arrivati all'altra estremità del ponte, proseguite verso il Fortilizio dei Mulini. Probabilmente costruito per presidiare l'acquedotto, dal Fortilizio prendono il via numerose passeggiate: il Giro dei Condotti e i sentieri verso la montagna spoletina.

Lungo il Giro dei Condotti si trova la Sedia del papa, una roccia scavata a forma di poltrona da cui si può ammirare una straordinaria vista del Ponte delle torri. Questo percorso, che deve il suo nome alle condutture del suddetto ponte, costeggia le pendici del Monteluco fino ad arrivare alla Chiesa di Santa Maria Inter Angelos. Lungo questo sentiero, sono numerosi gli scorci panoramici della vallata spoletana.

10 agosto 2019 - Attenzione: il Ponte delle Torri è, al momento, non percorribile. Fino alla sua riapertura, a chi volesse raggiungere Monteluco a piedi il Comune di Spoleto consiglia di raggiungere il Fortilizio dei Mulini seguendo il sentiero CAI n.3 da via del Tiro a Segno, prendendo poi la svolta a destra al bivio per imboccare il sentiero CAI n.1 (vedi la carta dei sentieri).

",,,,Spoleto|L'arte in Umbria,,,,,,,,,,, Itinerario,it_IT,2968692,"Escursione speleologica alla Risorgenza del Monte Solenne, Le Cese di Spoleto","

Una proposta pensata per i più esperti


Ti trovi nello spoletino e stai per iniziare la tua escursione speleologica alla Risorgenza Solenne, Cese di Spoleto.

La Risorgenza è l'unico luogo di interesse speleologico in tutta la Valnerina; a volte la visita di queste grotte è resa impossibile dall'acqua che fuoriesce dal cunicolo d'accesso, ma ci sono dei giorni ottimali per scendere nella grotta. Inizia la discesa passando per l'angusto buco d'ingresso e vedi subito un torrentello perenne che alimenta un bottino di captazione posto all'esterno, subito a destra dell'ingresso della grotta. La Risorgenza inizia con un cunicolo molto angusto lungo oltre 10 metri, con una strettoia intermedia a collo d'oca piuttosto stretta e selettiva. Affronta con molta attenzione questo primo breve tratto ed evitalo qualora ci fosse un forte stillicidio, per il rischio di trovare la strettoia allagata.

Proseguendo potrai notare che la grotta si allarga in tre vani. Nel terzo vano, il più ampio, trovi un arrivo d'acqua che alimenta il bottino all'esterno della grotta, un cunicolo fangoso in discesa attrezzato con una corda fissa, e che conduce ad un'ampia sala che prosegue sulla sinistra, tornando ad intercettare il torrentello che traversi prima in alto, con corda fissa, e risali poi, lungo una bassa galleria, fino ad un sifone.

Delle bellissime colate calcitiche rivelano come la natura abbia lavorato nel corso di secoli in un posto tanto nascosto.

Sali quindi verso la superficie proseguendo a sinistra, scendi un pozzetto attrezzato e continua seguendo l'andamento della grotta che si fa via via più fangosa e angusta fino al sifoncino terminale.

Se sei in zona e hai altro tempo, non mancare di visitare Spoleto, una delle più affascinanti città d'arte della regione; per la ricchezza della sua storia, l'importanza e la varietà dei suoi beni culturali, Spoleto è sicuramente una delle mete più apprezzate. La zona è ricca di prodotti e piatti tipici: potresti assaggiare gli strangozzi alla spoletina: una pasta fatta a mano e condita con pomodoro, aglio e prezzemolo. Ma sarà la frittata al tartufo a stupirti.

",,"Se sei interessato alla speleologia, l'escursione alla Risorgenza del Monte Solenne a Le Cese di Spoleto non può mancare alle tue esperienze negli anfratti più remoti della terra. La presenza di calcari marnosi rende queste grotte molto interessanti dal punto di vista speleologico.",,Spoleto|Arrampicata e Speleologia,,,,,,,,,,, Itinerario,it_IT,2969398,I luoghi dei Sì: i posti più romantici in Umbria dove pronunciare la promessa più bella,"

Un momento indimenticabile nella vita: il giorno della proposta di matrimonio.

Il luogo in cui si pronuncia il fatidico sì è un posto che rimane nella memoria per sempre, che merita una scelta importante e ben pensata: l'Umbria con la sua conformazione paesaggistica e la presenza di bellissime città e di affascinanti borghi dai vicoli suggestivi è una terra perfetta.


Non lontano da Terni, la città di San Valentino patrono degli Innamorati, si trova il lago di Piediluco: uno specchio d'acqua ai piedi delle cascate delle Marmore. Si dice che, giungendo al centro del lago, la voce produce una eco così potente da sentirsi nel raggio di molti metri; allora perché non far risuonare la vostra proposta di matrimonio fino al pittoresco borgo di case colorate di Piediluco?

Le cascate delle Marmore sono molto conosciute in quanto uno dei balconi da cui ammirare i salti della cascata è detto ""Balcone degli Innamorati"": una piccola finestra a cui si giunge attraversando il Tunnel degli Innamorati. La leggenda narra che San Valentino, per dimostrare la purezza di Nerina, messa in dubbio dal compagno, percosse la rupe col bastone pastorale facendo scaturire un getto d'acqua dalla forma di un velo da sposa

Sempre in provincia di Terni si trova Orvieto che sorge su una rupe di tufo. L'intera città, così come il bellissimo Duomo, sembra ergersi fino a toccare il cielo: la piazza del Duomo è uno scenario originale e suggestivo per la proposta di matrimonio, soprattutto di notte, quando i colori della facciata della chiesa si addolciscono rilasciando una luce soffusa e romantica.

Se il meteo lo consente, uno dei posti più romantici dell'Umbria è indubbiamente il lago Trasimeno: i tramonti che si possono ammirare dai paesi che sorgono sulle sue rive (Passignano sul Trasimeno, San Feliciano, Tuoro sul Trasimeno e Castiglione del Lago) assumono colori sempre diversi e sorprendenti secondo la stagione e il clima del momento. Un'esperienza molto romantica è poi la visita ad Isola Maggiore che si trova al centro del lago. Sull'isola, raggiungibile con il traghetto, sorge un suggestivo villaggio di pescatori: in questo contesto, il luogo ideale per il vostro ""sì"" è una delle passerelle che danno sul lago e che, proprio all'ora del tramonto, si riempiono di una luce intensa e bellissima.

Spello sorge tra Assisi e Foligno ed è uno dei borghi più belli dell'Umbria: se volete chiedere la mano alla vostra compagna o al vostro compagno in primavera, troverete i suggestivi vicoli del paese ricchi di decorazioni floreali che vi proietteranno con un po' d'anticipo direttamente al giorno più importante della vostra vita.

Salici piangenti, uno specchio d'acqua avvolto nel silenzio, una chiesa dalla forma di un tempio greco: è l'atmosfera che si respira alla Fonti del Clitunno a Campello sul Clitunno. Questo luogo ha ispirato poeti e letterati come Plinio il Giovane, Virginio, Lord Byron e Carducci, quindi perché non farsi ispirare dal questo luogo magico per una dichiarazione d'amore?",,"Tra verdi colline, specchi d'acqua alla luce del tramonto e borghi dai vicoli suggestivi, l'Umbria è il luogo ideale dove pronunciare il fatidico sì: Piediluco, la cascata delle Marmore, le fonti del Clitunno e tanti altri luoghi dove iniziare un percorso per coronare il sogno d'amore.",,Campello sul clitunno|Castiglione del Lago|Orvieto|Passignano sul Trasimeno|Spello|Terni|Tuoro sul Trasimeno,,,,,,,,,,, Itinerario,it_IT,2969564,La via del Trasimeno,"

La via del Trasimeno è un cammino di circa 160 km che attraversa gli splendidi borghi del comprensorio, con a fianco un compagno di viaggio unico: il lago con le sue colline e le sue isole.


Un cammino da percorrere con a fianco un compagno di viaggio unico, il lago e le sue colline, per andare alla scoperta del territorio, delle sue bellezze paesaggistiche e delle persone che lo abitano.

Il percorso è ad anello. Si può completare in sette tappe, in una settimana di tempo. In un week-end si riescono a completare due tappe. Il cammino della Via del Trasimeno è lungo in totale 160 chilometri. Ciascuna tappa è lunga in media 22 chilometri.

Essendo circolare, quindi, non esiste un punto di partenza particolare e un punto di arrivo obbligato, offrendo la massima libertà a coloro che desiderano metterci i piedi, fosse anche solo per una semplice giornata da vivere nella bellezza di questa natura.

Di seguito indichiamo sinteticamente le tappe, con i link di approfondimento.


Passignano – San Savino: tappa che prende avvio da Passignano sul Trasimeno – uno dei borghi più popolosi e storicamente interessanti tra quelli che si affacciano sul lago – per poi salire verso un lungo tratto aperto e panoramico. Attraversando ulivi, boschi e vigneti, si giunge a San Savino.

Difficoltà: media

Lunghezza: 24 km

Dislivello positivo: 691m

Durata: 8h:00′

Traccia

Descrizione completa

San Savino – Panicale: La tappa, che si svolge in prevalenza nel bosco, offre comunque begli scorci panoramici e consente un tuffo in atmosfere medioevali, grazie soprattutto all’incontro con i castelli di San Savino, Montali, Mongiovino e all’arrivo a Panicale – uno dei Borghi più Belli d’Italia – dove tra l’altro si conserva un importante affresco del Perugino.

Difficoltà: media

Lunghezza: 22 km

Dislivello positivo: 672m

Durata approssimativa a piedi: 7h:30′

Traccia

Descrizione completa

Panicale – Città della Pieve: Si arriva al borgo di Paciano attraversando un bosco di querce. Poi per strade bianche immerse nella natura si arriva a Città della Pieve su un percorso riposante e aperto che ricorda inevitabilmente la vicinissima Toscana.

Difficoltà: media

Lunghezza: 19,4 km

Dislivello positivo: 676m

Traccia

Descrizione completa

Città della Pieve – Villastrada: il cammino si immerge in un bosco che porta verso la frazione di San Donato. Attraversata la statale, il cammino continua per strade bianche e porta fino a Cantagallina. Villastrada è un piccolo centro abitato. Ci tenevamo che la tappa finisse qui, perché Villastrada è l’esempio di come anche i più piccoli centri possono riprendere vitalità grazie al cammino.

Difficoltà: media

Lunghezza: 18,9 km

Dislivello positivo: 382m

Durata approssimativa a piedi: 5h:40′

Traccia

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Villastrada – Castiglione del Lago: Anche questa tappa è tutta in aperta campagna e attraversando piccole frazioni, ci riporta lentamente verso il lago. Si attraversa Gioiella, e poi Vitellino, e campo dopo campo, stradina dopo stradina, ci si porta ai piedi di Castiglione del Lago, che rientra anch’esso tra “i borghi più belli d’Italia”.

Difficoltà: media

Lunghezza: 25 km

Dislivello positivo: 471m

Durata approssimativa a piedi: 6h:15′

Traccia

Descrizione completa

Castiglione del Lago – Isola Maggiore: Si scende a bordo lago e si cammina infatti lungo un percorso ciclabile che consente di godersi la tranquillità e la bellezza della riserva naturale che vive attorno al Trasimeno. Si superano i territori calpestati dai cartaginesi e dai romani durante la seconda guerra punica (217 a.C), per arrivare a Punta Navaccia (Tuoro sul Trasimeno), da dove ci si imbarca per il trasporto all’isola Maggiore.

Difficoltà: media

Lunghezza: 21,2 km

Dislivello positivo: 29m

Durata approssimativa a piedi: 5h:30′

Traccia

Descrizione completa

Isola Maggiore – Passignano: Dopo aver assaporato il piacere del traghetto che ci riporta a Punta Navaccia, Si arriva a Tuoro sul Trasimeno, poi il cammino prosegue per Sanguineto, una piccolissima frazione, e poi sale fino alla strada panoramica, da dove si torna ad apprezzare il lago dall’alto in tutta la sua bellezza. Si arriva poi a Gosparini, dove si può ammirare un panorama bellissimo. Da qui, il cammino inizia la lenta discesa verso Passignano sul Trasimeno, passando per boschi e per uliveti.

Difficoltà: media

Lunghezza: 29 km

Dislivello positivo: 813m

Durata approssimativa a piedi: 8h:30′

Traccia

Descrizione completa

Per maggiori informazioni:

http://www.laviadeltrasimeno.org/

",,"La via del Trasimeno è un cammino di circa 160 km che attraversa gli splendidi borghi del comprensorio, passando anche per le isole del lago.",,Trekking,,,,,,,,,,, Itinerario,it_IT,2970019,"Pasqua in Umbria: sport, natura incontaminata e borghi medievali","

Trascorrere la Settimana Santa in Umbria offre moltissimi spunti per concedersi qualche giorno tra avventura, splendidi paesaggi, natura incontaminata e antichi borghi medievali: con l'arrivo della bella stagione, il Cuore Verde d'Italia diventa una vera e propria palestra a cielo aperto.

Qualche idea?


Trekking

Zaino in spalla, scarpe adatte, una macchina fotografica e cartina alla mano: l'Umbria è tutta da percorrere!

Il Cuore Verde d'Italia è la terra ideale per fare appaganti passeggiate culturali tra incantevoli vicoli medievali e nella natura per respirare aria pulita.

L'alternanza di montagne e pianure rende questa regione un luogo dai paesaggi incantati e dai colori bellissimi e sempre diversi a seconda della stagione.

Bici e mountain bike

In mountain bike o in bici da strada, l'Umbria è lo scenario perfetto per le escursioni su due ruote: percorsi a vista lago oppure lungo i piani fioriti e su colline che regalano suggestivi panorami.

Dal Lago Trasimeno alla Valnerina, passando per l'Alta Valle del Tevere o la Cascata delle Marmore: scegli il percorso che più fa per te!

A spasso per i borghi dell'Umbria

L'Umbria, situata nel cuore d'Italia, custodisce borghi meravigliosi che si ergono sulle cime dei monti o che dominano le dolci colline.

Antichi castelli, imponenti fortificazioni, vicoli suggestivi e scorci incantevoli completano un paesaggio immerso nel verde, tra laghi, fiumi, altopiani e vallate.

Alcuni sono tra i Borghi più Belli d'Italia, altri Bandiere Arancioni oppure sono considerati Borghi autentici o Gioielli d'Italia: scoprili con noi!

Picnic

Un angolo verde, una tovaglia a quadretti rossi e bianchi e l’immancabile cestino: a primavera cresce la voglia di mangiare all’aperto ed è il picnic di Pasquetta ad aprire le danze!

L'Umbria è ricca di luoghi per una merenda sui prati o in riva al lago: scopri i parchi regionali, ognuno dei quali offre una storia che si racconta attraverso particolarità ambientali e naturalistiche, e concediti una pausa con i prodotti tipici dell'enogastronomia umbra.

",,,,,,,,,,,,,,, Itinerario,it_IT,2970815,Escursione ad anello a Castelluccio in Val di Canatra,"

Per gustarsi appieno un territorio, spesso, è necessario percorrerlo a piedi. Passo dopo passo, cresce l'appagamento, si scoprono angoli magici e ci si innamora del viaggio slow.

L'itinerario che vi proponiamo inizia e termina nel borgo di Castelluccio, un piccolo nucleo abitato già dai romani, come testimoniano frammenti di terracotta ritrovati nella località di Soglio, presso la fonte di Canatra. I vicoli e le stradine salgono e scendono attraversando le abitazioni arroccate: una gioia per gli occhi e la vista.

Usciamo dalla città e percorriamo il sentiero che costeggia il monte Veletta, una piccola altura sovrastata da una croce in ferro. Giungiamo così all'omonimo valico e continuiamo a camminare sul sentiero principale. Una volta arrivati sotto Poggio di Croce, si può fare una sosta in questo antico castello che conserva ancora la porta e il campanile originari. Appena fuori le mura incontriamo la chiesa di Sant'Egidio e la chiesa di Sant'Annunziata che contiene un importante affresco firmato dal fiorentino Giovanni del Biondo.

Iniziamo a scendere verso Colle Bernardo e, quindi, verso Val di Canatra: una selva che fa da spartiacque tra il monte Lieto e Castelluccio.

Continuiamo su questa strada fino a che non diventa asfaltata. Seguendo la salita sud-est, torniamo al nostro punto di partenza, più stanchi, certo, ma ripagati dalla bellezza.

",,Un itinerario per gli amanti dello sport: un pomeriggio a stretto contatto con il verde e le leggende legate al territorio,,Trekking,,,,,,,,,,, Itinerario,it_IT,2970865,La Cappella di San Brizio nel Duomo di Orvieto,"

Luca Signorelli è sicuramente uno degli esponenti di punta del Rinascimento Italiano. Il pittore è originario di Cortona, ma ha lavorato in Umbria a lungo lasciando delle preziose testimonianze nella zona dell'Alta Valle del Tevere contenute nella Pinacoteca di città di Castello e nella Galleria Nazionale di Perugia.


Ma vogliamo farti fare una passeggiata all'interno del Duomo di Orvieto dove il pittore toscano ha dipinto un'opera di grande maestria: la Cappella Nova o di San Brizio. Nel 1499 Luca Signorelli firmò il contratto per il completamento della decorazione delle volte della Cappella Nova. Precedentemente si era cimentato nella pittura della cappella il Beato Angelico. Luca Signorelli ribalta l'approccio precedentemente usato, dall'impronta tipicamente medievale: il pittore di Cortona pone alla base della sua composizione, e della rete di pennellate, l'osservatore, riuscendo ad offrirgli una bellissima visione d'insieme. Un elemento che non potrai fare a meno di notare è la composizione illusionistico-prospettica delle pareti che trasforma la cappella da un edificio gotico in uno spazio rinascimentale; l'artista infatti arretra illusoriamente di due metri, rendendo l'edificio tanto alto quanto largo.

In alto, intorno a te, le scene del Giudizio Universale e dell'Anticristo: osservale bene, si tratta di uno dei dipinti più conosciuti del Rinascimento Italiano.

Nella prima lunetta della parete destra, vi è la scena della Resurrezione della Carne dove emerge l'invettiva e la genialità del Signorelli: le figure sono dipinte nel pieno vigore fisico, hanno tutte intorno ai trent'anni, alcuni sono ricoperti di pelle e muscoli, altri affiorano come scheletri ed un risorto è immortalato in uno stadio intermedio, ricoperto di pelle, ma non di muscoli. Nella successiva lunetta, la rappresentazione dell'Inferno: questa è la prima scena dipinta da Signorelli e rappresenta il brulichio di corpi umani e demoniaci, insieme aggrovigliati, che risulta di grande effetto, complice la tavolozza dei colori. Qui il pittore utilizza la tecnica della pennellata incrociata, che permette una sintesi ottica molto efficace.

La lunetta corrispondente dalla parte sinistra ospita il Paradiso: secondo i dettami teologici, le figure esprimono serenità; a sovrastare la scena ci sono nove angeli in concerto. Ma se pure gli strumenti e le posizioni delle mani sono ritratti con un notevole grado di verosimiglianza, il gruppo rappresenta piuttosto un complesso musicale fantastico, perseguendo in tal modo una sorta di sintesi simbolica dell'armonia celeste. A sottolineare questa celestiale atmosfera, due angeli al centro spargono rose e camelie sui beati (i fiori furono dipinti a secco e ora, purtroppo, non ne rimane che una pallida ombra)

Sulla parete in fondo, l'Antinferno, riproduzione di parte del Purgatorio di Dante: in alto un gruppo di ignavi rincorre un demone che regge uno stendardo bianco; al centro Caronte che traghetta altri dannati. Più in alto c'è Minosse, che impone la pena ad un dannato tenuto per i capelli da un diavolo, avvolgendo la propria coda intorno al corpo tante volte quanto è l'ordine del girone infernale in cui è destinato il dannato.

Sul lato sinistro vedi la Chiamata degli eletti: in alto angeli musicanti accompagnano col suono dei loro strumenti gli eletti, che altri angeli si accingono a guidare in Paradiso. Al centro, nello strombo della finestra sono raffigurati due santi vescovi protettori di Orvieto, San Costanzo e San Brizio, mentre nell'intradosso della finestra sono rappresentati S. Michele Arcangeli che pese le anime e S. Michele Arcangelo che sospinge un demonio, in quella di destra, l'arcangelo Gabriele e Tobiolo e l'arcangelo Raffaele.",,"Luca Signorelli, uno dei maggiori esponenti del Rinascimento Italiano, ha lavorato a lungo in Umbria lasciando delle bellissime testimonianze, tra cui la Cappella di San Brizio nel Duomo di Orvieto.",,Orvieto|L'arte in Umbria,,,,,,,,,,, Itinerario,it_IT,2970899,Il Centenario di Alberto Burri,"

2015 will be a year rich in events for lovers of contemporary art who come to Umbria, be it for vacation or to experience the cultural and artistic traditions of this Green Heart of Italy.

There will be a series of initiatives to celebrate the Centennial of the birth of Alberto Burri, an artist from Città di Castello and among the most influential and esteemed in the international contemporary art world. Alberto Burri had a fascinating life. As a military doctor he was taken prisoner by the Allied forces in Tunisia in 1943 and sent to the prisoner-of-war camp in Hereford, Texas. During his imprisonment he began to paint and when he returned to Italy, in 1946, he settled in Rome and devoted himself to this craft.

In Città di Castello two exhibition spaces are home to a significant part of his artistic production: the historical Palazzo Albizzini where the artist personally organised the exhibition of works he had donated to the city, and the Ex Seccatoi del Tabacco, a recently renovated tobacco plant which provides a striking showcase for his work. In the city of Spoleto, at the Palazzo Collicola, you can see a number of pieces by Burri: a few of his famous ‘black' works and seven cellotex pieces from the collection of the Palazzo Albizzini Foundation. Keep these names in mind: they may serve as guidelines for your itinerary.

If you have never been to these places, this is a perfect time to come and discover the work of this artist. Or, if you have already been here and are familiar with the art cities of Umbria, you can take part in the numerous events planned for this celebratory year, some of which have recently been presented on the international art scene: from the Guggenheim Museum of New York, to the seat of the European Parliament in Brussels, Milan and the Grande Cretto di Gibellina, in Sicily.

When travelling through northern Umbria and its surrounding areas, you can also learn more about the region's artistic heritage, enjoying the art of Piero della Francesca and Luca Signorelli, both famous compatriots of Burri, who although separated by time, offer a unique view of local art and will change the way you see what is around you.
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A series of events celebrates the prolific artistic career of Alberto Burri, an artist of great fame on the international contemporary art scene. Città di Castello, his birthplace, and the entire Upper Tiber Valley are the natural setting in which to discover his works.

",,,,,,,,,,,,, Itinerario,it_IT,2966839,In visita al Parco Archeologico di Carsulae,"

Visitare il parco archeologico di Carsulae significa concederti per un giorno la possibilità di unire al piacere di una visita culturale l'immersione in un paesaggio naturale di notevole bellezza.

 

L'antica Carsulae sorge su un pianoro molto suggestivo circondato da una fertile pianura: questa, insieme alle vicine fonti di acque minerali nei pressi dell'attuale San Gemini, ne favorirono la notorietà sin dall'antichità, insieme allo sviluppo di una fiorente attività economica.

 

Se provieni dal sud dell'Umbria o stai scendendo da nord-est, raggiungerai l'area percorrendo la Via Flaminia, che già anticamente collegava quelle stesse zone e determinava la viabilità principale dal Tirreno all'Adriatico.

Proprio all'interno dell'abitato puoi vedere ben conservato un tratto dell'antico percorso della strada consolare, che è anche il cardo maximus della città, lungo il quale sono posizionati i più importanti edifici pubblici di un tempo, dal foro al teatro, in modo organico e monumentale, strategico per i commerci. Camminando lungo questo percorso potrai immaginare quegli spazi ancora pieni di vita: venditori nel mercato, negozianti nelle tabernae sotto i porticati e uomini togati che amministrano la giustizia nel foro.

Muoviti tra queste mura e osserva ogni spazio con la curiosità di chi è alla scoperta di dettagli irripetibili. Noterai le tracce dell' anfiteatro, di dimensioni eccezionali rispetto alla grandezza della città: puoi immaginare che dovesse accogliere anche gli abitanti dei centri limitrofi e i viaggiatori e che ogni spettacolo rappresentasse per un intero territorio un'occasione affascinante e unica di divertimento e svago. Prova anche a pensare all'impatto che dovevano avere sui passanti i cosiddetti Templi gemelli: in posizione di rilievo sulla Via Flaminia, suscitavano curiosità e riverenza e invitavano alla sosta. Guardando poco più a monte vedrai la Chiesa dei Santi Cosma e Damiano , costruita nell'XI secolo, molti secoli dopo l'abbandono della città romana, con molti materiali di reimpiego. Da qui, la vista del bellissimo Arco di San Damiano chiude a nord i confini della città antica e segna la fine del tuo viaggio: attraversalo, convinto di aver vissuto per un po' anche tu in un tempo lontano.

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Una breve guida per una visita del Parco Archeologico di Carsulae, che conserva i resti monumentali della fiorente città romana sorta lungo il percosso della Via Flaminia, in una posizione geografica e commerciale favorevolissima che ne determinò la grandezza nel tempo.

",,San Gemini|Storia antica,,,,,,,,,,,null null null Carsulae null null null Itinerario,it_IT,4700065,in cerca di presepi,,,,,,,,,,43.10756845,12.381840448588637,,,,, Itinerario,it_IT,4566117,STRADA 05 - La campagna di Bevagna,"
Partenza Bevagna
Arrivo Bevagna
Distanza 26 km
Dislivello 200 m
Difficoltà facile
Fondo asfalto, sterrato
Bici consigliata strada, ibrida, mtb
Da vedere in zona Bevagna, Cannara, Bettona, Torre del Colle, Collemancio.

 

Questo percorso è tra i più facili proposti, ma non per questo si può considerare meno affascinante poiché permette di scoprire i tesori del bordo e dei dintorni di Bevagna, attraverso strade senza traffico e l’atmosfera indimenticabile della campagna tra il Subasio ed i colli che sovrastano Bevagna e Bettona, dove l’itinerario si sviluppa.

La partenza è situata al centro di Bevagna. Usciate seguendo Corso Matteotti e, fuori dalla cittadina, prendete a sinistra, svoltando a destra subito dopo sulla secondaria Via Sant’Anna, che in breve vi porta fuori dalle abitazioni e immersi nella campagna. All’incrocio per Foligno e Cannara, attraversate la strada e proseguite diritti fino al chilometro 2,8, girate a destra e, costeggiando il corso del fiume Topino, percorrete circa un chilometro di strada sterrata.

All’incrocio con la SS316 girate a sinistra verso Foligno, prestando molta attenzione perché si tratta di una delle poche strade trafficate dell’itinerario. Al chilometro 5 lasciate la statale girando a sinistra in direzione del piccolo centro di Budino, arrivando al chilometro 6,8. Da qui seguite le indicazioni per Cannara, raggiungendola dopo circa 4 chilometri completamente pianeggianti lungo l’argine del Topino. Visitato il centro di Cannara, famosa per la prelibata cipolla, uscite in direzione di Bevagna proseguendo sulla SP410 fino all’incrocio con la SP403. Girate a sinistra, sempre in direzione di Bevagna. Prendendo a destra, con una deviazione di circa 10 chilometri, è possibile visitare anche il centro storico di Bettona, tra i Borghi più belli d’Italia. 

Al chilometro 18, arrivati a Cantalupo, girate a destra: passando una rotonda, seguite le indicazioni per Castelbuono, imboccando la strada che costeggia sulla destra il canale. Proseguite su questa strada tra i campi fino all’incrocio posto al chilometro 19,8 e girate a sinistra abbandonando le indicazioni per Castelbuono. Tenete sempre la sinistra e, superato il ponte sul torrente Attone, svoltate a destra verso Torre del Colle. Da qui inizia una breve salita di circa un chilometro che conduce sino a questo piccolo e caratteristico borgo da dove proseguire in direzione di Bevagna. Al chilometro 24,8, arrivati alle porte della cittadina, girate a destra costeggiando il fiume Clitunno fino al bivio con Viale Roma: prendete a sinistra e rientriate verso il centro di Bevagna.

Lungo questo itinerario, sarete sicuramente conquistati da Bevagna. Antico centro che mantiene ancora intatta la sua struttura medievale, Bevagna conserva anche numerose testimonianze di epoca romana. Nel cuore del borgo meritano una visita la splendida Piazza Silvestri, il palazzo dei Consoli (1270), che ospita il Teatro Torti, le chiese romaniche di San Silvestro e di San Michele, entrambe della fine del XII secolo, la chiesa di San Domenico e Giacomo (1291). Sul luogo più alto della città sorge la chiesa di San Francesco (fine XIII secolo): accanto all’altare la pietra su cui poggiò San Francesco per predicare agli uccelli a Pian d’Arca. Seguendo l’itinerario puoi, potete fare una sosta a Cannara: qui, sono molto interessanti la chiesa di San Biagio, esempio di tardo romanico umbro, la chiesa di S. Matteo (XIV), con all’interno un trittico dell’Alunno e la statua lignea dell’Addolorata, e la Chiesa di San Sebastiano, sede della Pinacoteca. 
A pochi chilometri da Cannara, in località Collemancio si possono ammirare i resti dell’antico municipio romano di Urvinum Hortense, dove gli scavi archeologici hanno riportato alla luce molti importanti reperti, esposti in modo permanente nell’Antiquarium. Poco distante dal percorso dell’itinerario si trova anche il borgo forticato di Bettona, che per il suo patrimonio artistico e paesaggistico è entrato a far parte dei Borghi più Belli d’Italia.

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Un itinerario facile e unico alla scoperta di Bevagna, cittadina antica dalla storia importante e ricca di opere artistico-culturali di grande bellezza e che ha mantenuto ancora inalterato il suo aspetto medievale.

",,Bevagna|Cannara|Bettona|Bici da strada|Facile|I borghi delle due valli,,,,,42.45454480058917,14.216806899503164,,,,, Itinerario,it_IT,2969324,STRADA 18 - Antichi borghi tra Todi e i Monti Martani,"
Partenza Todi
Arrivo Todi
Distanza 52 km
Dislivello 900 m
Difficoltà medio
Fondo asfalto
Bici consigliata strada, e-bike
Da vedere in zona Todi, Monte Castello di Vibio, Collepepe, Collazzone, San Terenziano, Grutti.

 

Questo itinerario prende il via da Todi, uno dei borghi più visitati e intriganti dell'Umbria. Prima di partire, o al ritorno, non lasciarti sfuggire una visita al centro storico per ammirare la splendida piazza del Popolo, dove si affacciano palazzo del Popolo, palazzo dei Priori, palazzo del Capitano del Popolo e il Duomo.

L'itinerario è caratterizzato da due salite, quella lunga e irregolare che conduce prima a Collazzone e poi a San Terenziano, e quella finale che riporta al centro di Todi. In totale l'itinerario misura 51 chilometri per 900 metri di dislivello e richiede un buon livello di allenamento e la capacità di dosare bene le forze.

Oltre a Todi, la parte più bella del percorso è quella centrale, lontano dal traffico e dalle mete turistiche tradizionali: qui potrai scoprire i borghi di Collazzone e San Terenziano, ma anche godere di splendidi panorami su tutta l'Umbria, in un'atmosfera di pace e tranquillità.

In lontananza riconoscerai proprio il profilo inconfondibile di Todi, e quello aguzzo di Montecastello di Vibio, che dall'altra parte della Valle del Tevere custodisce il Teatro della Concordia, il più piccolo del mondo.

Pedala in tranquillità e lasciati rapire da questo angolo nascosto dell'Umbria.

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Da Todi, uno dei borghi più visitati e intriganti dell'Umbria, alla scoperta del Teatro più piccolo del mondo a Monte Castello di Vibio, passando per i borghi di Collazzone e San Terenziano.

",,Gualdo Cattaneo|Todi|Collazzone|Bici da strada|Medio|I borghi delle due valli,,,,,42.7757242,12.4034359,,,,, Todi Collazzone Itinerario,it_IT,2967679,Itinerario a piedi da Arrone a Tripozzo,"

Una bella giornata di sole, temperature miti e voglia di visitare un angolo di paradiso. Se siete in cerca di una fuga nella natura dell'Umbria, potete prendere come spunto questo itinerario. Oggi vi portiamo ad Arrone, un piccolo centro che deve il suo nome a un nobile romano che, alla fine del IX secolo, si impossessò dei promontori rocciosi della Valnerina e fece costruire prima un castello in legno, poi in muratura.

Situata in prossimità della valle di Castel di Lago, la città conserva ancora la tipica struttura medievale, con le mura antiche e i vicoli stretti. I due nuclei dell'abitato sono costituiti dalla cinta difensiva, la cosiddetta ""terra"" e da una parte più recente, chiamata rione Santa Maria, che si colloca intorno alla piazza della chiesa di Santa Maria Assunta, del XV secolo.

Da qui, il percorso si arrampica sul Monte Arrone: non si tratta di un tracciato troppo impegnativo; oltretutto, una volta arrivati sulla cima, si gode di un panorama davvero unico e suggestivo. Proprio qui, alla fine dell'Ottocento, sono stati recuperati alcune statuette in bronzo e una testa di marmo di una divinità femminile. Ciò starebbe a testimoniare la rilevanza di quest'area in tutta la Sabina.

Scendiamo poi verso la località Valle, per poi risalite sulle pendici del monte di Tripozzo, tra alberi e uliveti. Una magia per gli occhi, con il sapore della macchia mediterranea.

Arriviamo così alla fonte di San Lorenzo, nei pressi della quale troviamo resti di mulini centenari. La presenza di queste strutture conferma l'attività antropologica legata alla coltivazione delle olive già da tempi remoti.

Proseguiamo il cammino fino al borgo rurale di Tripozzo, di fronte a Montefranco: un'altra distesa di boschi, prevalentemente di querce e pinete, in cui ritrovare il benessere interiore.

 

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Un viaggio per gli amanti della natura sul Monte di Arrone, seguendo le tracce degli antichi sentieri romani

",,Montefranco|Arrone|Trekking,,,,,43.10756845,12.380930779781853,,,,,null null null null null null Itinerario,it_IT,4856879,Anello Torgiano - Brufa,"
Partenza Torgiano
Arrivo Torgiano
Distanza 12,6 km 
Dislivello  180 m
Difficoltà medio, percorso su superfici perlopiù asfaltate
A chi è adatto adatto a ogni livello di abilità e allenamento 
Bici consigliata gravel,(city-bike, MTB, e-bike)
Durata 1:27 min (Bike)
da vedere in zona  Borgo di Torgiano, Borgo di Brufa, Parco delle sculture di Brufa

 

Itinerario ad anello intermedio per difficoltà, con partenza dal centro di Torgiano (PG) presso il parcheggio La Torre (nel parcheggio è presente un punto di ricarica auto elettrica) nei pressi della Torre Baglioni simbolo del borgo di Torgiano, che rappresenta l'emblema della città medievale.

Regala scorci di Assisi e Perugia incorniciati tra splendidi vigneti e accompagnati dalla visita del Parco delle Sculture di Brufa

Un percorso di sculture contemporanee realizzate da artisti di fama nazionale ed internazionale in un armonioso connubio tra natura, paesaggio urbano, paesaggio rurale e scultura contemporanea, che si snoda lungo il crinale della collina di Brufa, nel comune di Torgiano.

 

 

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Giro gravel intermedio, immerso nel paesaggio collinare di Torgiano e Brufa. 
 

",,Breve|Torgiano|Torgiano|Bici da strada|Medio,,,,,43.02582004802194,12.435552382136882,,,,06083, Itinerario,it_IT,4858348,Trekking tra i sentieri amerini,"

Un progetto proposto dal Comune di Amelia e coordinato dal CAI-Club Alpino Italiano in collaborazione con un gruppo di volontari, per immergersi tra storia, cultura, antiche tradizioni e una natura di lecci, castagni, querce, ginestre, corbezzoli, ulivi secolari e paesaggi rurali grazie alla tracciatura di oltre 150 chilometri di sentieri in un territorio, l’Amerino, conosciuto fin dall’antichità per la sua bellezza.

Un territorio racchiuso tra le sponde del Tevere che a sud da Penna in Teverina, Giove e Attigliano sale fino ad Alviano, Baschi e Montecchio e ingloba la dorsale dei Monti Amerini (Sito di interesse Comunitario) con Guardea, Lugnano in Teverina, Amelia, Avigliano Umbro e Montecastrilli

Natura rigogliosa, pregiate produzioni agricole, antichi castelli e luoghi unici come la foresta fossile di Dunarobba e la Grotta bella arricchiscono un ambiente naturalistico poco esplorato e costellato da caratteristici paesi dall’impronta medievale.

Luoghi ricchi di testimonianze del passato, con necropoli e reperti prestigiosi come quella del generale Germanico, la cui straordinaria statua di bronzo è custodita nel museo civico di Amelia, il maggiore dei comuni amerini, abbracciato da imponenti mura ciclopiche, luogo di particolare interesse storico, artistico ed archeologico e da cui prende il nome il territorio. 

Qui di seguito alcuni itinerari:

Sentiero 735
Località di partenza: piazza XXI settembre, Amelia 
Località di arrivo: Lago Vecchio 
Distanza:  3 km
Difficoltà: bassa
Intervallo di quota: 263-345 m
Ascesa-discesa accumulata: 145-175 m
Tempo di percorrenza: 0h45′-0h50′ 

Siti d’interesse lungo il percorso:
Porta Romana
Mura poligonali
Giardini d’Inverno
Porta della Valle
Lago Vecchio
Diga “La Para”

Il percorso parte da Porta Romana e costeggia le mura cittadine di Amelia verso ovest, attraversando il  verde urbano e boschi fino a raggiungere il parco fluviale urbano “Cafiero Liberati” sul Rio Grande offrendo un’inusuale veduta di Amelia dal basso, per poi giungere alla meta del sentiero: Il Lago Vecchio e la diga “La Para”. Volendo si può tornare ad Amelia percorrendo la variante 735B a ritroso per completare l’anello.

Variante 735A
(Variante di Porta Leone)
Località di partenza: piazza XXI settembre, Amelia
Località di arrivo: Lago Vecchio
Distanza: 0,9 km
Intervallo di quota: 295-350 m
Ascesa-discesa accumulata: 90-75 m
Tempo di percorrenza medio: 0h20′ (senza soste)

Siti d’interesse lungo il percorso
Porta Leone IV

L’itinerario percorre il perimetro delle mura in opera poligonale di grande interesse storico, seguendo i percorso che fiancheggia via Aldo Moro, raggiungendo così Porta Leone IV per poi raggiungere la fontana di Nocicchia dove si incrocia la variante  735B attraverso la quale si completa il perimetro delle mura e si ritorna verso Porta Romana.

Variante 735B
Località di partenza: piazza XXI settembre, Amelia 
Località di arrivo: Lago Vecchio 
Distanza: 1,6 km
Intervallo di quota: 263-335 m
Ascesa-discesa accumulata: 25-55 m
Tempo di percorrenza medio: 0h25′-0h30′ (senza soste)

Siti d’interesse lungo il percorso
Porta Romana
Mura poligonali
Fontana di Nocicchia
Lago Vecchio
Diga “La Para”

Questa variante consente di raggiungere il parco del Rio Grande in modo molto più veloce. Partendo da Porta Romana e arrivando alla fontana di Nocicchia si imbocca poco dopo la strada che scende verso il parco raggiungendo il Lago Vecchio e la diga medievale “La Para”. A questo punto si può tornare attraverso il sentiero 735, percorrendolo a ritroso per completare l’anello.

Sentiero 734 
Località di partenza e arrivo: Porta Romana, Amelia  
Distanza: 4,1 km
Intervallo di quota: 310-405 m
Ascesa-discesa accumulata: 180-180 m
Tempo di percorrenza minimo: 1h10′ 

Siti d’interesse lungo il percorso
Porta Romana
Antica Via Amerina
Palazzo Farrattini
Chiesa di San Francesco
Museo archeologico
Porta Leone IV
Porta Posterola
Chiesa di San Girolamo
Chiesa di Sant’Agostino
Cattedrale di Santa Fermina
Torre campanaria
Palazzo Battista Geraldini
Cisterne romane
Teatro sociale
Palazzo Petrignani
Palazzo Nacci
Loggia del Banditore
Porta della Valle
Giardini d’Inverno
Porta di Pantanelli

Il percorso di trekking urbano parte da Porta Romana, punto di accesso principale al centro storico di Amelia, attraversando un tratto dell’Antica Via Amerina, da dove si scende verso Palazzo Farattini. Proseguendo il sentiero si può apprezzare la chiesa di san Francesco con a fianco il chiostro Boccarini, attraverso il quale si accede al museo archeologico e alla pinacoteca. Si raggiunge quindi Porta Leone IV e, dopo un breve percorso pedonale, lo scoglio del Frullano per ammirare la sottostante gola del Rio Grande.

Si prosegue salendo attraverso l’ascensore a Porta Posterola per rientrare nel centro storico e visitare le chiese di san Girolamo e di Sant’Agostino, raggiungendo il punto più alto della città, dove si trova la Cattedrale di Santa Fermina e la torre campanaria dodecagonale. Scendendo lungo la via del duomo e arrivando davanti a palazzo Geraldini si raggiunge piazza Matteotti, dove si trovano le cisterne romane e il palazzo comunale. Si prosegue fino al teatro sociale per poi dirigersi in piazza Marconi, dove si possono ammirare palazzo Petrignani, Palazzo Nacci e la Loggia del Banditore. Per concludere il percorso si arriva a Porta della Valle, dalla quale attraverso un percorso pedonale che costeggia le mura cittadine e attraversa la Porta di Pantanelli si raggiunge porta Romana, punto di partenza. 

Sentiero 736  
Località di partenza: Foce (frazione di Amelia)
Località di arrivo: Intersezione sentiero 720
Distanza: 4,4 km
Difficoltà: media
Intervallo di quota: 320-459 m
Ascesa-discesa accumulata: 75-200 m
Tempo di percorrenza: 50′-55′ 

Siti d’interesse lungo il percorso
Borgo di Foce
Santuario della Madonna delle Grazie
Cappella della Famiglia Filonzi
La Palombara

Dal santuario della Madonna delle Grazie, ci si immerge nel bosco che ricopre il colle di Foce per poi attraversare le campagne sottostanti attraverso la strada di San Concordio, fino a raggiungere la strada di Ponte Santa Maria, una comoda strada imbrecciata pianeggiante. Qui il sentiero si interseca con il 742 per poi separarsi poco dopo e raggiungere La Palombara da dove si può avere una splendida visuale su Amelia e sulle valli circostanti. Ridiscendendo il colle attraverso il bosco in direzione nord si arriva al sentiero 720 e lo si può imboccare verso sinistra per arrivare ad Amelia (a 4 km), oppure continuare a percorrerlo ma in direzione di Sambucetole, distante circa 5 km.

Sentiero 722
Località di partenza: Sambucetole 
Località di arrivo: Collicello
Distanza: 5,8 km
Intervallo di quota: 300-445 m
Ascesa-discesa accumulata: 180-55 m
Tempo di percorrenza: 1h30′-1h40′

Siti d’interesse lungo il percorso
Resti del castello di Laguscello (a 300 m dal percorso)
Chiesa di Santa Maria in Canale
Chiesa di Santa Maria delle Grazie

Partendo da Sambucetole si costeggia il Rio Grande fino a raggiungere la provinciale per Castel dell’Aquila, e proseguendo a sinistra per 200 metri per la strada di Laguscello. Da qui si può decidere di  visitare i resti del castello di Laguscello proseguendo per circa 350 m sul sentiero 718, altrimenti continuare a percorrere la strada di campagna fino ad arrivare a un bosco, attraversato il quale, ci si immette nuovamente sulla strada provinciale per trovarsi di fronte alla chiesa di Santa Maria in Canale. Da qui si cammina fino al bivio di Collicello, per poi imboccare sulla destra una strada che costeggia il corso del Rio Grande. Dopo un chilometro si svolta a sinistra e si attraversa il corso del fiume in un punto in cui l’acqua raggiunge un’altezza massima di 4-5 cm. Il sentiero continua su una strada bianca e poi su una sterrata che salendo attraverso il bosco porta a Collicello, dove poco prima dell’abitato si trova la chiesa di Santa Maria delle Grazie. Salendo si raggiunge il borgo e si attraversa l’abitato passando per Porta Vecchia fino a raggiungere la porta principale e l’area verde, meta del sentiero. 

Sentiero 720
Località di partenza: Amelia
Località di arrivo: Sambucetole
Distanza: 8,9 km
Intervallo di quota: 260-405 m
Ascesa-discesa accumulata: 275-240 m
Tempo di percorrenza: 2h20′-2h30′ 

Siti d’interesse lungo il percorso
Parco del Rio Grande
Convento dei Cappuccini
Sambucetole 

Partendo dal Parco del Rio Grande, si attraversa il ponte di legno per dirigersi in direzione di Sambucetole, lungo il tracciato dell’Antica Via Amerina, lasciandolo e riprendendolo più volte. Dopo circa 4 chilometri si incrocia il sentiero 736 che sale fino alla frazione di Foce, il 720 invece prosegue a sinistra scendendo al Rio Grande. Dopo averlo attraversato si sale attraverso un bosco verso il Convento dei Cappuccini, dal quale si gode una stupenda vista. Superato il convento e girando a destra, si scende attraverso il bosco e i campi del fondovalle fino agli impianti sportivi di Sambucetole, meta finale del sentiero.
Il guado del Rio Grande in inverno o dopo piogge abbondanti potrebbe non essere agevole, per cui il percorso è consigliato da aprile ad ottobre.

Sentiero 728
Località di partenza: Lago Vecchio, Amelia
Località di arrivo: Macchie, centro storico 
Distanza: 7,5 km
Intervallo di quota: 260-475 m
Ascesa-discesa accumulata: 180-55 m
Tempo di percorrenza: 1h50′-2h10′ 

Siti d’interesse lungo il percorso
Passeggiata del Rio Grande
Macchie centro storico
Lungo il percorso punto ristoro e maneggio

Si parte dal Lago Vecchio attraversando strade sterrate, tratturi evidenti e sentieri, tra colli, leccete, con panorami sulla campagna amerina. Imboccando la strada della Rotella si sale verso Macchie una delle frazioni di Amelia, per raggiungere la destinazione in località Case Bianche, da dove si incrocia il sentiero 729 che va a Lugnano e da dove inizia il 730 che sale a Santa Restituta.

Sentiero 742
Località di partenza: Foce 
Località di arrivo: Montecampano
Distanza: 11,7 km
Dislivello in salita: 400 m
Dislivello in discesa: 200 m
Tempo di percorrenza: 3h10-3h40 

Siti d’interesse lungo il percorso
Foce centro storico
Chiesa di S. Maria
Molino Rogani
Fosso delle Streghe
Chiesa di S. Vincenzo Croce D’Alvo
Montecampano centro storico

Con partenza da Porta Romana nel centro storico di Foce, il sentiero passa attraverso diverse strade fino ad arrivare a Strada di Ponte Santa Maria che si percorre in direzione sud ovest giungendo alla SR 205 (Strada Amerina). Si attraversa la strada e si prosegue per Strada S. Maria dove è ubicata l’omonima chiesa. Poco distante una  sterrata scende al Fosso delle Streghe nei pressi di Molino Rogani; da qui attraversando le campagne si arriva alla chiesa abbandonata di San Vincenzo Croce D’Alvo per poi proseguire verso Fornole-Montecampano in località Fornaci e giungere successivamente sul panoramico colle di Montecampano.

Sentiero 737
Località di partenza: Porta Romana, Amelia 
Località di arrivo: Foce, centro storico
Distanza: 9,7 km
Dislivello in salita 370 m
Dislivello in discesa 200 m
Tempo di percorrenza 3h00-3h30

Siti d’interesse lungo il percorso
Amelia centro storico
Molino Rogani
Fosso delle Streghe
Fornole centro storico
Chiesa di S. Silvestro
Foce centro storico

Da Porta Romana di Amelia, l’itinerario si lascia alle spalle Via Rimembranze e l’abitato scendendo sino al Molino Rogani oltre il quale un ponticello permette di superare il Fosso delle Streghe. Da qui, attraverso un sentiero immerso nella vegetazione e una strada sterrata, si prosegue in direzione Fornole per poi salire  verso la Chiesa di San Silvestro. Una volta qui si prosegue verso la meta: il centro storico di Foce attraversando aree boschive e radure lungo sterrati e brevi sali scendi. 

Le tracce GPS sono scaricabili a questo link 

Fonti documentative
www.sentieriamerini.it
sentieriamerini.wordpress.com
sentieriamerini.wordpress.com/blog

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Un’esperienza unica all’insegna del turismo lento attraversando a piedi, a cavallo o in sella a una bicicletta i paesaggi incontaminati del Cuore Verde d’Italia.

",,Amelia|Trekking|Trekking urbano,,,,,42.5603402,12.4120597,Amelia,,,, Itinerario,it_IT,4501915,L’Umbria in mongolfiera,"

Dolci colline, vigneti, borghi medievali: un paesaggio che ispira e istintivamente porta a rilassarsi anche se si è sospesi in aria, a bordo di una mongolfiera.

Salire su una mongolfiera vuol dire affidarsi completamente all’aria: quella interna all’aerostato, che scaldandosi vi porta in alto, e quella circostante, nella forma delle correnti che decidono la direzione del vostro volo. Un volo dolce, senza turbolenze, che grazie all’abilità del pilota vi saprà cullare fino alla vostra meta, lasciandovi tutto il tempo e la tranquillità necessarie per vivere appieno l’esperienza circondati da un magnifico panorama.

Sono diverse le località da cui poter decollare per questo gita ad alta quota, qui di seguito ne riportiamo solo alcune:

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Godetevi i panorami dell’Umbria dall’alto, in tutta sicurezza e comodità, con una gita sospesi nell’aria.

",,Assisi|Torgiano|Todi|Sport dell'aria,,,,,43.0534729,12.6759403,Assisi,,,, Itinerario,it_IT,4864083,Itinerario del Beato Angelo,"
Partenza Gualdo Tadino
Arrivo Gualdo Tadino
Distanza 6,4 Km 
Dislivello 180 m
Difficoltà facile, turistico
A chi è adatto adatto a tutti
Punto di ritrovo Piazza Martiri della Libertà
Luoghi da vedere Borgo Gualdo Tadino, 

 

Si parte dalla piazza principale del centro storico di Gualdo Tadino, di fronte alla chiesa di San Benedetto e a pochi metri dalla chiesa monumentale di San Francesco. Si prosegue per via Calai e viale Don Bosco per imboccare viale dei Cappuccini.

In 1 Km si raggiunge la grotta ove il Beato Angelo si ritirava in preghiera e dove ora è edificato un eremo a lui dedicato. Si riparte in direzione del santuario della Madonna del Divino Amore e si arriva a Casale, dove il Beato nacque. La discesa segue l’itinerario che fece il feretro alla sua morte fino a San Lazzaro e lungo il quale al suo passare fiorirono miracolosamente le siepi di biancospino ed il lino.

Da San Lazzaro si prosegue per quella che era l’antica via Flaminia fino al torrente Feo e al quartiere Biancospino, dove sono custodite in uno spazio recintato le piante che ancora oggi fioriscono in pieno inverno. Si risale verso Gualdo per la medioevale porta di San Benedetto per concludere l’itinerario alla cattedrale di San Benedetto che custodisce le spoglie del Santo.

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Itinerario trekking semplice tra i luoghi del Beato Angelo 

,,Trekking,,,,,43.08037574853902,12.44698770192946,,,,, Itinerario,it_IT,4862863,Bike & Beer con bimbi a bordo,"
Partenza Torgiano
Arrivo Torgiano
Distanza 20,7 km 
Dislivello 70 m
Difficoltà facile, percorso principalmente pianeggiante
A chi è adatto adatto a tutti, anche a famiglie con bambini
Bici consigliata city-bike, MTB, gravel, e-bike
Durata 1,53 min 

 

Escursione ad anello su percorso per la maggior parte pianeggiante, con partenza dal centro di Torgiano (PG) presso il parcheggio La Torre (nel parcheggio è presente un punto di ricarica auto elettrica) nei pressi della Torre Baglioni, simbolo del borgo di Torgiano che rappresenta l'emblema della città medievale.

Fino alla metà del XV secolo, la Torre Baglioni infatti costituiva l'ingresso di una zona doganale, dove confluivano le merci e i prodotti di una vasta area del centro Italia che attraverso il corso del Tevere si imbarcavano per Roma. Superata la Torre Baglioni, da poco ristrutturata, ci si dirige verso Corso Vittorio Emanuele II, via principale del centro storico di Torgiano. Superato il Palazzo Comunale (a sinistra) e l’Oratorio di Sant’Antonio (sulla destra) - edificato nel XV secolo, in concomitanza con la fondazione della Confraternita di Sant'Antonio, dove all'esterno, si può ammirare un affresco cinquecentesco raffigurante la ""Madonna col Bambino"", attribuito alla scuola di Domenico Alfani, noto pittore perugino della prima metà del XVI secolo, allievo di Raffaello - si procede fino al termine del Corso, dove una curva a gomito a sinistra ci porta su Via Tiradossi, da dove è possibile accedere, svoltando a destra in discesa dopo circa 200 metri, al Parco Fluviale del Tevere, un suggestivo percorso che si snoda lungo il fiume Tevere fino al punto della confluenza con il Chiascio.

Questa zona detta ""Parco dei Mulini"" o ""dei due fiumi"" è oggi un parco fluviale, che trae il proprio nome dalla presenza di antichi mulini per la macinazione del grano e delle olive, ancora ben visibili lungo il percorso. Al termine della discesa si prende a destra sulla strada asfaltata in mezzo al verde, per circa 500 mt, per poi svoltare subito dopo Via Tevere a destra.

Il panorama si apre sulla campagna, mentre il percorso prosegue fino ad attraversare la Strada Provinciale SP403. Appena superato l’attraversamento si prosegue dritto  sulla strada sterrata dove si inizia un giro intorno ad un grande vigneto. La sterrata permette di ammirare il borgo di Torgiano da sotto, costeggiando Via Perugia, tenendo sempre la destra, si chiude il giro intorno al grande vigneto per tornare ad attraversare la Strada Provinciale SP403, percorrendo una piccola parte della strada già fatta all’andata (circa 400 metri), fino alla deviazione a destra che porta a costeggiare sempre più da vicino il Fiume Tevere su strada sterrata, raggiungendo la confluenza tra i fiumi Tevere e Chiascio.

Su strada sterrata si prosegue ora lungo il corso del Fiume Chiascio costeggiando gli antichi molini di cui il territorio è ricco: il Molino della Palazzetta ancora oggi attivo come Molino Silvestri, con l'antico metodo della forza motrice dell'acqua e con macine di pietra che permettono di produrre fior di farina, crusca, tritello e trivellino; è collocato all’interno di quello che si può ritenere un raro reperto della più antica tradizione storica e culturale di questa regione: l’unica torre trecentesca in Umbria che si erge in mezzo all’acqua per circa tre piani. A monte del Ponte di Rosciano, troviamo il Molino, ora proprietà Orcidi, trasformato in abitazione privata dopo la deviazione ottocentesca del corso del Chiascio; a valle del ponte, con torre medievale, sorgeva un mulino per il grano. Prima di arrivare nei pressi del Ponte di Rosciano si possono ammirare le cascate del Fiume Chiascio e la Spiaggetta. Più avanti, si gira a sinistra su Via dei Mulini per poi risalire a sinistra su via Olivello da dove si torna al parcheggio La Torre.

Da qui si prosegue ripercorrendo il percorso verde tra Ponte nuovo e Deruta, costeggiando campi coltivati e ripercorrendo anche se solo in parte, la ciclovia del Tevere, che da Deruta porta a Marsciano e Todi. 

Abbandoneremo la la ciclovia solo per rientrare alla visita dello storico Birrificio - BIRRA PERUGIA.  

Fabbrica Birra Perugia è un marchio storico, fondato nel 1875 e riavviato in chiave contemporanea nel 2013, che vede un connubio tra passione per la birra e amore per il proprio territorio. Tanto da diventare nel 2016 BIRRIFICIO DELL'ANNO.

All'interno vi si possono degustare varie linee di birre, tra cui, emblema del nostro itinerario la birra KIASCIO.  New entry del birrificio racconta di acqua e frumento a KM 2. 

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Questo percorso in bicicletta è adatto a tutta la famiglia, una perfetta combinazione di natura, paesaggio ed enogastronomia.

",,Breve|Torgiano|Bici da strada|Ciclovie|Facile,,,,,43.02582004802194,12.435552382136882,,,,06083, Itinerario,it_IT,4443453,Ciclovia Ex Ferrovia Spoleto-Norcia,"
Distanza 23,5 km
Dislivello +400m; -440m
Difficoltà medio
Fondo asfalto 12,3 km (52%); sterrato 11,2 km (48%)
Bici consigliata mtb
Da vedere in zona Spoleto, Piedipaterno, Vallo di Nera, Castel San Felice, Abbazia SS. Felice e Mauro, Sant’Anatolia di Narco.

 

Nel 1926 venne inaugurata la linea ferroviaria che congiungeva la città di Spoleto a Norcia e che rappresentava in quei tempi un piccolo gioiello di ingegneria ferroviaria: lungo il percorso di poco più di 50 chilometri vennero costruite 19 gallerie, 24 ponti e viadotti di grande pregio architettonico, con tratti di linea elicoidali e pendenze fino al 4,5%.

La ferrovia fu chiusa nel 1968 e, dopo molti anni di inutilizzo, nel luglio del 2014 sul tracciato della vecchia ferrovia è stato inaugurato un percorso ciclopedonale, percorribile fino a Piedipaterno.

Il percorso è caratterizzato da strette gole, paesaggi di alta montagna con lievi pendenze, fino a raggiungere la quota massima nel punto in cui si trova la galleria della Caprareccia.

Al momento attuale, per motivi di sicurezza, un tratto del percorso Spoleto-Piedipaterno è interdetto e per questo si sviluppa come segue:

–    Primo tratto, 6,5 km sul tracciato della ex ferrovia da Spoleto a Caprareccia

–    Secondo tratto, variante di 12,3 km sulla statale tra Caprareccia e Piedipaterno

–    Da Piedipaterno, anziché proseguire in direzione Norcia, proponiamo di percorrere un terzo tratto di 4,7 km in direzione Spoleto sul tracciato della ex ferrovia, fino alla ex stazione di Sant'Anatolia di Narco - Scheggino; da qui ci si ricollega ad un’altra ciclovia Regionale, la ciclovia del Nera, che permette di raggiungere la Cascata delle Marmore da Sant'Anatolia di Narco.

Giunti all'inizio della ciclabile, l'itinerario prosegue sul tracciato della ex ferrovia, con salita costante al 4,5% di pendenza e senza alcun bivio. Oltrepassa gallerie e viadotti, con panorami mozzafiato sulla Valle Umbra Spoletana; costeggia i caselli abbandonati e raggiunge il grande slargo che segue la straordinaria opera ingegneristica del Ponte della Caprareccia.

Qui, purtroppo, dovrete abbandonare l'antico tracciato che condurrebbe a Sant'Anatolia di Narco (per problemi legati al sisma del 2016). La variante, tuttavia, è estremamente panoramica e conduce a Forca di Cerro (m 733 slm) da cui lo sguardo spazia sui monti della Valnerina.

Qui inizia la fase discensiva dell'itinerario che tocca la chiesina di Madonna delle Scentelle, Grotti, raggiungendo il fondo vallivo a Piedipaterno.
 

Altimetria
Mappa
Roadbook
GPX
PDF

INTERMODALITÀ

In auto
- Autostrada “del Sole” A1 (Milano-Firenze-Roma-Napoli), per chi proviene da nord uscita casello Valdichiana, per chi proviene da sud uscita casello di Orte
- Autostrada “Adriatica” A14 (Bologna-Taranto), per chi proviene da nord uscita casello di Civitanova Marche, per chi proviene da sud uscita casello di San Benedetto del Tronto 
- Superstrada E45 (Cesena-Orte), uscita su SS 75 in direzione Assisi, uscita Acquasparta, poi SS 418, uscita Terni, poi SS 3

In Treno
- Linea Roma – Ancona
- Linea Roma – Foligno – Perugia – Terontola – Firenze

In autobus
Sul sito di Busitalia tutti gli orari degli autobus urbani ed extraurbani di Spoleto e dell’Umbria.

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Una vecchia ferrovia riconvertita in pista ciclabile, per un percorso abbastanza impegnativo che da Spoleto raggiunge Sant’Anatolia di Narco, attraversando colline, gole, gallerie, ponti e viadotti.

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Partenza Torgiano 
Arrivo Torgiano 
Distanza 14,6 km
Dislivello 150 m
Difficoltà media
Durata 1,22 ore
Tipologia bici gravel, MTB, e-bike
A chi è adatto: adatto a tutti anche a famiglie con bambini
Luoghi da vedere: Borgo di Torgiano, MOO MOVIT, Passaggio di Bettona, Chiesa San Quirico, Borgo di Cannara, Cannara - Urvinum Hortense - Area archeologica, Antiquarium e Museo

 

●    Movit - MOO  

Museo dell'Olivo e dell'Olio (MOO) del del vino MUVIT  è ospitato all'interno del borgo di Torgiano, rinomato centro di produzione vitivinicola fra Perugia e Assisi.

Il percorso espositivo si articola all'interno di un antico frantoio frutto dell'accorpamento di tre differenti case ed utilizzato fino al secolo scorso. Dal 2000 è sede del Museo dell'Olivo e dell'Olio, ideato e realizzato ad iniziativa di Giorgio Maria Grazia Lungarotti.

●    Abbazia San Quirico 

Le prime notizie di questo monastero benedettino sono del 1185. Nel 1414 fu saccheggiato sia dalle truppe di Ladislao di Napoli che dai Perugini e probabilmente abbandonato dai monaci. Del complesso rimane la chiesina in stile romanico, che presenta sulla facciata un interessante affresco raffigurante una Madonna in trono con bambino in braccio Angeli e Santi adoranti. L'abbazia è sita in località Cerreto. 

fonti: Comune di Bettona - Ass. San Quirico 

 

●    Il Museo Città di Cannara

Il Museo Città di Cannara è allestito all’interno dell’ex convento delle Salesiane. È dedicato alla storia di Cannara e del suo territorio ed offre l'occasione di conoscere e approfondire la storia del territorio comunale dalle origini fino all'età moderna. Le sue sale conservano una cospicua raccolta di materiale archeologico proveniente dallo scavo di Urvinum Hortense, situato presso la frazione di Collemancio, a testimonianza dell’occupazione del sito dall’età preromana al basso medioevo. Il Museo ospita, inoltre, una raccolta di opere pittoriche e scultoree, medievali e moderne, provenienti dalle principali chiese della città e da alcuni palazzi nobiliari. Il percorso di visita si snoda all'interno del Palazzo: la prima sala testimonia la consolidata tradizione musicale della città di Cannara, con una raccolta di strumenti musicali a fiato e percussioni di inizio ‘900, oltre a spartiti e fotografie d’epoca. Si prosegue con il percorso archeologico. Il posto d’onore è riservato al policromo mosaico termale proveniente da Urvinum Hortense, di cui potete godere anche di un’affascinante visione dall’alto. È il più grande ritrovamento proveniente dall’antico municipio romano e risale al I-II secolo d.C.

Decorava il pavimento di una delle sale del complesso termale pubblico, nello specifico la vasca del frigidarium. Il fondo è a tessere bianche, con una cornice di tessere rosse e nere. Lungo i quattro lati, immersi in una lussureggiante vegetazione, sono rappresentati sei pigmei dai tratti fortemente caricaturali, vittime di esotici animali: ippopotami, coccodrilli, ibis e serpenti. Il quadro centrale rappresenta, invece, la buffa scena di quattro pigmei intenti a pescare in equilibrio su minuscole barche. Alcune teche custodiscono i materiali rinvenuti nello scavo. Accanto alla sezione archeologica trova spazio la raccolta d’arte della Pinacoteca Civica. Gli affreschi strappati nel 1907 dalla Chiesa della Madonna del Latte, detta anche Santa Maria delle Fontanelle, nei pressi di Collemancio, occupano un’intera sala.

L’intera decorazione, rimossa a causa del progressivo deterioramento architettonico della Chiesa, fu realizzata da pittori perugini, umbri e della cerchia di Tiberio d’Assisi. Rilevante è la trecentesca Madonna del Latte. La Pinacoteca custodisce, inoltre, opere di Marcantonio Grecchi, dal linguaggio austero e rigoroso, dell’assisano Dono Doni, di stile eclettico ma efficace nei ritratti dal vero, e di Francesco Longhi.

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Un itinerario alla scoperta delle dolci colline e pianure coltivate tra Torgiano e Cannara, tra vigneti, storia e borghi.

",,Breve|Cannara|Torgiano|Bettona|Bici da strada|Medio,,,,,42.996356469166976,12.581381507852017,,,,06083, Itinerario,it_IT,3597421,Ciclovia Assisi-Spoleto-Marmore,"
Caratteristiche Tappa 1 Tappa 2 Tappa 3
Dettaglio Tappe  Assisi-Spoleto Spoleto-Sant’Anatolia di Narco Sant’Anatolia di Narco-Cascata delle Marmore
Distanza 51 km 18 km 29 km
Dislivello 100 metri 300 metri 250 metri
Difficoltà facile medio facile
Fondo asfalto sterrato 70% sterrato e 30% asfalto
Bici consigliata ibrida, mtb, ebike, corsa ibrida, gravel, ebike (con luci frontali) mtb, ibrida, gravel, ebike
Da vedere in zona Assisi, Santa Maria degli Angeli, Rivotorto, Cannara, Bevagna, Torre di Montefalco, Casco dell’Acqua, San Giacomo, Spoleto. Spoleto, Caprareccia, Tassinare, Sant’Anatolia di Narco. Sant’Anatolia di Narco, Scheggino, Ceselli, Macenano, Ferentillo, Arrone, Castel di Lago, Cascata delle Marmore.

 

Nata dall’unione di tre diversi percorsi ciclabili, la ciclovia Assisi-Spoleto-Cascate delle Marmore si snoda nella parte orientale della Regione, che attraversa una dozzina di comuni tra la provincia di Perugia e il ternano.

È un percorso adatto a tutti, anche alle famiglie con bambini nelle parti più agevoli: di difficoltà medio-bassa, per lunghi tratti pianeggiante e lontano dal traffico. Questo non vuol dire che sia banale, anzi: alcune sue parti sono decisamente suggestive, anche senza contare la bellezza delle città e dei borghi che si incontrano lungo la strada.

Scopriamo insieme le tappe di questo percorso!

INTERMODALITÀ

Per le varie tappe abbiamo indicato vari “punti di accesso”, raggiungibili con facilità grazie ai mezzi pubblici:

In treno si possono raggiungere alcuni degli snodi cardine del percorso, o località limitrofe da dove è possibile accedere con facilità al percorso; ad esempio, Santa Maria degli Angeli (Assisi), Foligno, Borgo Trevi, Spoleto, Terni. Potete trovare gli orari e le condizioni di trasporto bici su trenitalia.com;

In autobus è possibile trasportare la propria bici con un piccolo sovrapprezzo lungo le tratte Terni-Marmore-Scheggino e Spoleto-Norcia. Potete trovare informazioni su tariffe e orari su fsbusitalia.it;

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Un giro in bici in (quasi) totale relax: salta in sella e percorri i 98 chilometri della ciclovia Assisi-Spoleto-Cascate delle Marmore!

,,Assisi|Spoleto|Ciclovie|Medio|Facile,,,,,43.07089555,12.614908731477506,,,,, Itinerario,it_IT,2968247,Da Umbertide sulla strada di Signorelli,"

L'Alta Valle del Tevere, terra di confine con la Toscana, fu zona di transito di eserciti, di commerci e d'arte e vide la presenza di grandi nomi della pittura rinascimentale: da Luca Signorelli a Niccolò Circignani, detto il Pomarancio.


 

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Un percorso per ammirare le opere di Luca Signorelli, con partenza da Umbertide

",,Città di Castello|Orvieto|Umbertide|L'arte in Umbria,,,,,43.30407070164791,12.332918965416942,Umbertide,,,, Itinerario,it_IT,4431459,Ciclovia del Fiume Nera,"
Distanza 28,2 km
Dislivello +90m; -120m
Difficoltà facile
Fondo asfalto 11,350 km (40%); ghiaia 16,850 km (60%)
Bici consigliata ibrida, mtb
Da vedere in zona Sant'Anatolia di Narco, Scheggino, Abbazia di San Pietro in Valle, Ferentillo, Arrone, Casteldilago, Cascata delle Marmore.

 

La ciclovia del Nera, nel tratto da Sant’Anatolia di Narco alla Cascata delle Marmore, fa parte del più ampio e impegnativo anello della Greenway del Nera e unisce l'ex ferrovia Spoleto-Norcia con la bassa Valnerina e i suoi borghi, scorrendo per lunghi tratti anche in parallelo con la Via di Francesco.

L'itinerario misura poco più di 28 chilometri, alternando asfalto e ghiaia, ma sempre su vie secondarie senza traffico. Lungo il percorso non vi sono salite importanti, ma solo una serie di brevi dossi; l'ascesa più significativa è quella di circa 1 chilometro che porta dai piedi di Sant’Anatolia al centro storico.

Il percorso costeggia le rive del fiume Nera, lambendo i boschi dei ripidi pendi dei fianchi della valle, ed è costantemente immerso nel verde, rendendolo veramente piacevole dal punto di vista paesaggistico e naturalistico. 

Allo stesso tempo attraversa i tanti borghi arroccati di questa parte della Valnerina. Sant’Anatolia di Narco, Scheggino, Ceselli, Ferentillo, Arrone, Casteldilago: veri gioielli che meritano brevi soste per visitare i centri storici e assaporare le bontà enogastronomiche del territorio. Ferentillo, pittoresco borgo sormontato da due rocche, è sede dell’affascinante Museo delle Mummie e di una nota falesia di arrampicata posta appena fuori del centro abitato.

Gli ultimi chilometri del percorso si sviluppano tra suggestivi e divertenti tratti nel bosco e dopo aver attraversato una piccola galleria, proseguono su un ponticello che conduce al Belvedere Inferiore, ai piedi dell'imponente Cascata delle Marmore.

Altimetria
Mappa
Roadbook
GPX
PDF

INTERMODALITÀ
In auto
Autostrada del Sole A1 (Firenze-Roma), per chi proviene da nord uscita casello di Valdichiana, per chi proviene da sud uscita casello di Orte
Autostrada A14 (Bologna-Taranto), per chi proviene da nord uscire al casello di Civitanova Marche, per chi proviene da sud uscire al casello di S. Benedetto del Tronto
Strade statali: SS. 3, SS. 209, SS. 395, SS. 320, SS. 396

In autobus
Collegamenti giornalieri da Roma (Stazione Tiburtina) e da Spoleto (orario estivo in vigore dal 23 giugno 2021

In treno
La Stazione ferroviaria più vicina è quella di Spoleto

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Da Sant'Anatolia di Narco alla Cascata delle Marmore un itinerario facile, adatto a tutti coloro che vogliono godersi una giornata immersi nella natura della Valnerina.

",,Sant'Anatolia di Narco|Scheggino|Arrone|Ferentillo|Ciclovie|Facile,,,,,42.73367665636997,12.835876926055992,,,,, Itinerario,it_IT,2969147,Un viaggio in camper tra paesaggi d’acqua e città sotterranee,"

Il Lago Trasimeno è un paradiso per tutti i camperisti: molti villaggi e camping hanno scelto le rive o il territorio del “velo argenteo” per accogliere turisti da tutta Europa. Ma potrai trovare posti per sostare con il tuo camper lungo tutto questo itinerario, fino al lago di Piediluco.

 

Un’idea per iniziare il viaggio è quella di partire da Magione, situato su un colle poco distante dal Lago: consigliamo una visita alla Torre dei Lambardi e al Castello dei Cavalieri di Malta. Dopodiché, spostati verso Passignano sul Trasimeno: se si prende la strada in direzione del lago è d’obbligo una veloce sosta al piccolo ma suggestivo Monte del Lago.

Arrivato a Passignano, se la tabella di marcia lo consente considera di abbandonare per un po’ il camper e cambiare mezzo di trasporto, per salpare verso le isole del Trasimeno; altrimenti, fai una rilassante passeggiata sul lungolago e fai una visita alla Rocca e ai ristoranti locali per provare le specialità a base di pesce di lago. Se poi sei in zona a fine luglio, prima di partire non puoi non assistere al Palio delle Barche!

Castiglione del Lago è uno dei luoghi più caratteristici e suggestivi del Trasimeno: il cammino di ronda della Rocca del Leone, che domina lo specchio d’acqua, offre uno spettacolo mozzafiato del lago e delle colline che circondano il promontorio su cui si erge il borgo. Ma Castiglione non è solo vedute: visita il Palazzo della Corgna, abbellito dagli stupendi affreschi di Salvio Savini e del Pomarancio.

Con Castiglione del Lago si chiude la prima parte dell’itinerario. Prendi l’E45 in direzione sud e lasciati il Trasimeno alle spalle, prima di passare al prossimo lago è in programma una sosta a Orvieto: puoi trovare agevolmente un parcheggio per il camper, sia in zona centrale che fuori dalla città, vicinissimo alla stazione della funicolare.

L’impatto iniziale con Orvieto è decisamente suggestivo, con la vista dell’intero borgo su un massiccio di tufo che sovrasta il territorio circostante. Di grande interesse sono gli edifici religiosi, sui quali primeggia il Duomo, con la sua ricca facciata, le ceramiche dei suoi mosaici e le sue colonne bicromatiche; di pregio l’artigianato locale (le ceramiche e il merletto di Orvieto), e gustose le specialità enogastronomiche, in particolare i vini locali. Ma anche il sottosuolo nasconde tesori: visita il Pozzo di San Patrizio e la città sotterranea, ricavata nei cunicoli che si snodano nelle viscere della rupe.

A breve distanza da Orvieto il tuo tragitto incontrerà il corso del fiume Tevere: ti stai addentrando nel territorio del Parco fluviale del Tevere, un’area protetta che conta al suo interno altri due specchi d’acqua, il lago di Corbara e il lago di Alviano. Entrambi ospitano aironi ed uccelli rari, che trovano riparo nella rigogliosa vegetazione del fiume, facendo di questi luoghi una tappa obbligata per ogni amante della natura e del birdwatching. Saranno soddisfatti anche i più attivi: torrentismo e canottaggio, oltre alla pesca sportiva, sono attività perfette per godere della natura senza trascurare lo sport.

Cambiamo di nuovo elemento, passando dall’acqua alla terra! Anche Narni, proprio come Orvieto, custodisce infatti sotto la superficie un sistema di cripte, cisterne ed acquedotti, che fanno tornare indietro nel tempo fino all’epoca degli Etruschi. Tornato alla luce del sole, visita le numerose chiese di Narni e la Piazza dei Priori, con i palazzi che vi si affacciano e le opere d’arte da questi custodite. Prima di lasciare la città, ammira il Ponte di Augusto, tra i monumenti più amati dai viaggiatori di passaggio per l’antica via Flaminia.

Dirigiti infine verso Terni e avvicinati alle ultime mete del tuo viaggio. A pochi minuti dalla città di San Valentino si trova un’altra bellezza, stavolta naturale (ma con un decisivo intervento dell’uomo), sempre apprezzata da scrittori, artisti e amanti della natura. La Cascata delle Marmore, tra le più alte d’Europa, con i suoi tre salti e i suoi cinque percorsi a piedi, ti aspetta per mostrarsi in tutta la sua poderosa forza (e farti una doccia fuori programma, gradita soprattutto in estate!).

Concludiamo con il Lago di Piediluco: altra tappa obbligata del tratto umbro del Grand Tour ottocentesco per il suo ameno scenario, oggi per le sue acque quiete è apprezzato tanto dagli appassionati di canottaggio, quanto per chiunque voglia godere di una tranquilla passeggiata sul lungolago e tra i vicoli del piccolo borgo di Piediluco. Insomma, è il luogo perfetto per ogni camperista, dai più attivi ai più “tranquilli”.

Questo itinerario è giunto alla conclusione, ma l’Umbria ha in serbo tante altre bellezze che aspettano solo di essere visitate. Buon viaggio!

Scarica il file con la mappa delle aree di sosta per camper presenti in Umbria

 

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Dal Trasimeno a Piediluco: un lungo itinerario per camperisti (e non) dal perugino al ternano, per scoprire i laghi, le cascate e le città nascoste nel sottosuolo del Cuore verde d’Italia

",,Campeggio|Camping village|Villaggio turistico|Castiglione del Lago|Narni|Orvieto|Passignano sul Trasimeno|Terni|Magione|Camper e roulotte,,,,,42.4591159,14.2136044,,,,, Magione Lago di Piediluco Itinerario,it_IT,2968115,I sotterranei di Città della Pieve,"

Luogo di confine in cui si fondono in maniera naturale e armonica impronte umbre, toscane e laziali, Città della Pieve è situata su un colle dal quale domina la Valdichiana e il Lago Trasimeno.

Vista dall'alto, il suo assetto urbano ricorda la forma di un’aquila, le cui parti coincidono con i tre Terzieri, le aree in cui era suddivisa la città in epoca medievale, ma anche vista dal basso la Patria del Perugino sa come sorprendere i suoi visitatori.

Parti allora per un viaggio che ti porterà nei suoi sotterranei, tra antiche celle, cripte e intrecci di gallerie.

 

Sotterranei della Cattedrale

Il duomo di Città della Pieve, dedicato ai S. Gervasio e Protasio, si trova nell’area occupata da Piazza Gramsci e Plebiscito, le piazze più centrali della città.

Nei suoi sotterranei, nella cosiddetta ""cripta"", sono conservati importanti e monumentali resti di una struttura loggiata, in parte demolita per lasciare spazio all’ampliamento della Cattedrale

I recenti restauri hanno aperto un collegamento diretto dalla Chiesa: si tratta di imponenti colonne, in pietra arenaria, finemente lavorate, d’architettura gotica con forti influenze cistercensi.

Si leggono in parte le volte costolonate, la cui funzione risulta ancora da interpretare con precisione: alcuni studiosi ritengono si trattasse della loggia di un edificio pubblico, mentre altri di un battistero e di un “portico dei pellegrini”.

Lungo i pilastri si conservano ancora numerose tracce delle originali decorazioni ad affresco.

 

Cantine Duca della Corgna - Ipogeo

In corrispondenza del Palazzo Comunale è stato recentemente individuato un grandioso sotterraneo, ancora oggi in fase di studio e sistemazione.

L'ipogeo, in realtà, è conosciuto da tempo, ma non nella sua totale estensione: erano già note le gallerie scavate nel XVI secolo, sostenute da volte a sesto acuto che, per anni, sono state usate come cantine d'invecchiamento per il vino.

Successivamente si è scoperto che questi ambienti sono solo una parte del sistema sotterraneo percorribile: nel 2014 l'abbattimento di un vecchio muro di mattoni ha consentito l'accesso a una serie di altre cavità.

Attualmente le cantine della Corgna sono visitabili su richiesta, in attesa di poter aprire al pubblico anche i nuovi monumenti ipogei.

 

Celle dell’Inquisizione

Al piano terra del Palazzo Vescovile, si trovano due piccole celle, che conservano ancora gran parte dello scialbo di intonaco, con moltissime incisioni ed iscrizioni, con date e riferimenti, le più antiche risalenti alla metà del XVII secolo.

Si ritiene siano state le stanze di detenzione del Tribunale ecclesiastico che aveva sede nella città.

 

Per maggiori informazioni:

http://www.umbriasotterranea.it/

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Alla scoperta dei segreti underground di Città della Pieve, luogo di confine in cui si fondono in maniera naturale e armonica impronte umbre, toscane e laziali. Città della Pieve è situata su un colle dal quale domina la Valdichiana e il Lago Trasimeno.

",,Città della Pieve|Trekking urbano|trasimeno,,,,,42.08552018668637,14.382692467313133,,,,, Itinerario,it_IT,2966804,MTB 06 - I Monti Sibillini e i Tre Piani di Castelluccio,"
Partenza Castelluccio di Norcia
Arrivo Castelluccio di Norcia
Distanza 26 Km
Dislivello 450 m
Difficoltà facile
Fondo 55% sterrato, 45% asfalto
Bici consigliata MTB e E-MTB
Da vedere in zona Castelluccio di Norcia, Norcia, il Monte Vettore e il Parco dei Monti Sibillini.

 

Questo magnifico itinerario prende il via dal borgo di Castelluccio di Norcia, piccolo centro abitato immerso nella natura incontaminata del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, e ti permetterà di pedalare tra bellezze paesaggistiche indimenticabili e atmosfere uniche.

Il percorso non è particolarmente difficile, come testimoniano i soli 450 metri di dislivello, ma rispetto agli altri itinerari facili richiede un minimo di allenamento.
La prima parte dell'itinerario, che scorre su asfalto e attraversa il Pian Grande, ti condurrà ai piedi dell'asperità più impegnativa di giornata: circa 3 chilometri di asfalto abbastanza impegnativi da affrontare con calma. Giunto in vetta alla salita concediti una sosta per ammirare il fantastico panorama che vi si aprirà su Castelluccio e sul Monte Vettore.

Da qui il percorso prosegue quasi per intero su sterrato, attraversando il Pian Perduto e poi tornando sul Pian Grande, offrendo ad ogni angolo vedute mozzafiato sul paesaggio unico di questo angolo dei Sibillini. Ricorda solo di lasciare qualche energia per affrontare l'ultimo chilometro di salita che ti ricondurrà a Castelluccio.
Il periodo migliore per affrontare questo itinerario è tra giugno e luglio, quando potrai anche godere della ""fioritura"" del Pian Grande, che in questi mesi si trasforma in un caleidoscopio di colori. Troverai un po' più di confusione rispetto alla solita tranquillità di questi luoghi, ma i tuoi occhi ringrazieranno…

    

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Un itinerario facile da percorrere in MTB o E-MTB. 26 chilometri, 450 m. di dislivello, 55% sterrato e 45% asfalto, con partenza e arrivo a Castelluccio di Norcia. 

",,Norcia|Valnerina|Mountain bike|Facile,,,,,43.522583195192894,10.33845884842787,,,,, Itinerario,it_IT,2969108,STRADA 09 - Il Lago di Piediluco e la Cascata delle Marmore,"
Partenza Marmore
Arrivo Marmore
Distanza 20 km
Dislivello 150 m
Difficoltà facile
Fondo asfalto
Bici consigliata strada, ibrida, e-bike
Da vedere in zona Cascata delle Marmore, Piediluco, Lago di Piediluco, Papigno

 

Questo itinerario, particolarmente facile sia per il chilometraggio che per l'altimetria, si distingue soprattutto per le bellezze paesaggistiche che lo contraddistinguono, come il fiume Velino, il lago di Piediluco e l'imperiosa Cascata delle Marmore, tra le più alte d'Europa con un dislivello complessivo di ben 165 metri, suddiviso in tre salti.

Insomma, un percorso facile e piacevolmente immerso nel verde della natura umbra, adatto sia se sei esperto e vuoi goderti questi suggestivi panorami in tranquillità, sia se sei principiante.

L'itinerario parte dal Parco i Campacci, a Marmore, proprio vicino al belvedere sulle Cascate. Da qui prendi a sinistra in direzione di Piediluco, pedalando in pianura lungo il corso del fiume Velino, e in poco più di cinque chilometri arrivi a Piediluco, proprio sulle rive del lago, da dove puoi godere anche una splendida vista sul Terminillo.

Da qui prosegui verso Colli sul Velino e, sempre su strade poco trafficate e immerse nel verde, concludi il giro del lago. Torni quindi a Marmore dopo 20 chilometri quasi completamente pianeggianti.

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Un itinerario facile in bici da strada tra le bellezze paesaggistiche della bassa Umbria

,,Terni|Bici da strada|Facile,,,,,42.5241808,12.7646231,,,,, Itinerario,it_IT,2969007,Le fonti naturali di acqua in Umbria,"

Quattordici sorgenti di acque termali, diciassette fonti di acque minerali, sette fiumi, sei laghi, nove cascate, rapide enbsp forre. Questi i numeri dell'Umbria, una regione ricca di fonti naturali che hanno contribuito a nutrire la sua natura verde e incontaminata. Oltre alla possibilità di gustare delle ottime acque minerali aventi diverse proprietà, l'abbondanza di acqua in natura ti darà la possibilità di cimentarti in sport acquatici come il rafting, il sup, il kitesurf e il windsurf nei luoghi dedicati a queste attività.

 

Devi sapere che le acque di alcune sorgenti umbre vengono imbottigliate, altre vantano caratteristiche termali che racchiudono proprietà benefiche, mentre alcune sorgenti naturali sono legate a delle leggende.

 

Acque imbottigliate

La maggior parte delle sorgenti di acque minerali con caratteristiche oligominerali sono ubicate negli acquiferi carbonatici della dorsale appenninica, nei comuni di Scheggia-Pascelupo, Gualdo Tadino, Nocera Umbra, Foligno, Sellano, Cerreto di Spoleto, Gubbio.

A ridosso dei massicci carbonatici dei Monti Martani, oltre alle altre fonti di acqua oligominerale quali la Amerino, la Fabia e la Fonte Aura, troviamo le acque medio-minerali effervescenti naturali nei comuni di Massa Martana, San Gemini e Acquasparta. Completa il quadro delle acque oligominerali la Sorgente Tione ubicata nei complessi vulcanici del comune di Orvieto.

 

Acque termali

L'Umbria può vantare anche un patrimonio di acque riconosciute utilizzabili per gli usi termali. Le acque Sangemini, Fabia, Amerino, Sanfaustino ed Angelica, oltre ad essere imbottigliate sono fruibili anche per le cure idropiniche presso strutture termali stagionali aperte nel periodo estivo. Le Terme di Fontecchio a Città di Castello e le Terme S. Felice (meglio note con il nome di Terme Francescane) a Spello rappresentano invece due luoghi nei quali poter effettuare cure inalatorie, fanghi e bagni. La balneoterapia è riconosciuta anche per l'acqua Fonteserra di Umbertide, utilizzata presso Villa Valentina a Umbertide.
Gli Antichi Bagni di Triponzo, a Cerreto di Spoleto, sono tornati ad essere fruibili dopo oltre trent’anni.
Si tratta dell’unico stabilimento termale in Umbria alimentato con acqua solfurea ricca di calcio che, indipendentemente dalla stagione, mantiene la sua temperatura costantemente a 30°C, con notevoli caratteristiche e qualità terapeutiche.
Le terme sono interamente immerse nel verde bosco umbro: in questo luogo sgorgano 18 sorgenti di acqua termale solfurea dal colore verde smeraldo.

Altre sorgenti di acqua minerale ad uso termale attualmente non utilizzate sono:

 

Sorgenti naturali e leggende

Bevagna, fonti dell'Aiso: si tratta di una sorgiva profonda oltre 15 metri, ma con una superficie di appena 500 metri quadrati. Una leggenda, nota sin dal XVII secolo, collega al lago la scomparsa dell'ingrato contadino Chiarò che fu punito per aver lavorato i campi nel giorno della festa di Sant'Anna e fatto sprofondare nel lago con tutta la sua casa.

Sellano, Forfi: esiste una grotta in cui l'acqua, traspirando dalle pareti, forma piccole vasche naturali alle quali vengono attribuiti poteri rigeneranti.

Al Monte Subasio esistono circa 88 sorgenti, tra le quali quella del Fosso delle Carceri sembra essere indicatore dell'arrivo di qualche sventura. La sorgente ha infatti carattere intermittente, sgorgando ogni 20/30 anni circa; ogni volta che è iniziata a zampillare nuovamente, si sono verificati fatti negativi o disgrazie. Semplici coincidenze?

Fonti del Clitunno: di queste fonti ne parlava proprio Plinio il Giovine, con queste parole: ""Hai mai veduto le Fonti del Clitunno? Se non ancora, e credo di no, altrimenti me ne avresti parlato, valle a vedere. Io l'ho viste da poco e mi rammarico di averlo fatto troppo tardi"". Si diceva che le acque del Clitunno conferissero ulteriore candore al bianco mantello dei buoi che qui erano soliti abbeverarsi ed immergersi.

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Sapevi che l'Umbria è stata dichiarata dall'UNESCO Capitale mondiale dell'acqua grazie alle numerose fonti naturali presenti sul suo territorio? Ognuna di queste fonti, attraverso le sue preziose acque, è stata in grado di stabilire uno stretto legame con il territorio e i suoi abitanti.

",,Acquasparta|Città di Castello|Gubbio|Massa Martana|San Gemini|Foligno|Cerreto di Spoleto|Scheggia e Pascelupo|Gualdo Tadino|Nocera Umbra|Sellano|Orvieto|Spello|Umbertide|Paesaggi d'acqua|Vivi l'Appennino,,,,,43.40402195555611,12.67053339447193,Scheggia e Pascelupo,,,, Itinerario,it_IT,2970717,Le Sorgenti dei poeti: da Poreta a Trevi,"

Il verde e la pace dell'Umbria sono da sempre fonte privilegiata d'ispirazione per poeti e artisti: ti proponiamo un itinerario attraverso dei luoghi che hanno dettato alcuni tra i versi di Lord Byron e Carducci, e che sono raffigurati in dipinti di Jean-Baptiste Corot.

Puoi seguire questo percorso sia in auto, sostando in ogni punto proposto, sia a piedi seguendo il percorso sentieristico. Dirigiti al centro di Poreta, vicino Spoleto: il tuo itinerario parte dal piccolo borgo.

Percorrendo strade di campagna e piccole strade sterrate arriverai nei pressi di Campello. Raggiungi il castello che domina dall'alto il piccolo paese: Campello Alta è una fortezza che risale al 921 ed è stata costruito da Rovero di Champeuse. Il nome del castello, così come quello del paese, deriva proprio dal barone di Borgogna. Una volta percorsi i vicoli intorno al castello, dirigiti in direzione Fonti del Clitunno. Il piccolo, ma lussureggiante parco che troverai al tuo arrivo ti conquisterà con il suo verde e con la sua pace incondizionata. Troverai un lago dalle acque cristalline e freddissime: si tratta proprio delle fonti del Clitunno che formano nel lago anche delle isolette verdi, tra rive erbose cinte da salici piangenti e pioppi. Lasciati conquistare dall'ambiente fiabesco di questo parco e raggiungi a piedi il Tempietto del Clitunno: si tratta di un edificio paleocristiano dalla forma di un tempio con quattro colonne, sormontate da un timpano, che domina il Clitunno da una piccola altura. L'edificio, tra i luoghi dell'Italia Longobarda, fu d'ispirazione a Francesco di Giorgio Martini, Benozzo Gozzoli, Palladio (che lo riteneva opera romana) e citato nei versi di Lord Byron.

Concluso il giro nel parco del tempietto concediti una pausa per gustare una delle eccellenze del territorio: l'olio extravergine d'oliva che, nella zona tra Spoleto e Trevi, viene prodotto nei numerosi frantoi e aziende agricole.

Il tuo percorso prosegue ora verso il Castello di Pissignano: la costruzione originaria risale all'epoca romana (si trovava infatti lungo la via Flaminia), ma ebbe il suo sviluppo grazie ad un gruppo di monaci benedettini che vi si insidiarono alcuni secoli più tardi.

Passando per Pigge, dove sorge un antico borgo in muratura che attraversa il Clitunno, giungerai a Trevi: le mura medievali cingono l'abitato dalla caratteristica forma ""a chiocciola"". Lasciati guidare dai vicoli in salita e scopri l'antico centro storico.

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Un itinerario da Poreta a Trevi, passando per Campello sul Clitunno: alla scoperta delle Fonti del Clitunno, dei presidi longobardi e di paesaggi costantemente accompagnati dai rigogliosi alberi d'olivo.

",,Campello sul clitunno|Spoleto|Trevi|L'arte in Umbria|Paesaggi d'acqua,,,,,42.8092172,12.78482535,,,,, Itinerario,it_IT,2967257,Alla scoperta degli organi storici,"

Stanchi dei soliti itinerari? Volete assaporare aspetti inediti e alternativi dell'Umbria? Siete nel posto giusto: ecco qualche consiglio per scoprire il lato musicale del territorio. In particolare, vi portiamo a Amelia e nei suoi dintorni: intraprenderemo insieme un viaggio per conoscere gli organi storici che vi sono conservati.

Questi preziosi strumenti sono ritenuti delle vere e proprie opere d'arte, tanto che, ancora oggi, sono gelosamente custoditi nelle chiese più belle e rinomate. Nel centro della città, ad esempio, presso la cattedrale, sono presenti ben due organi: uno, il più grande di dimensioni, è stato costruito nel 1904, dentro la cassa settecentesca, dalla Ditta Rieger, nella Slesia Austriaca. L'altro manufatto viene invece dalla scuola romana e risale al 1630 ha il classico impianto da trasporto: facile da portare sui carri durante le feste e le processioni religiose. Nel duomo si sono succeduti, per secoli, importanti organi: il primo di cui si ha notizia risale al 1473.

Anche se, tra tutti gli esempi che Amelia può vantare, quello che senz'altro è più prestigioso è quello che si trova nella chiesa del monastero delle benedettine di S. Magno, costruito nel 1678 da Willelm Hermans. Era destinato ad essere suonato dalle stesse donne di clausura; la sua particolarità è quella di avere una tastiera posta in cantoria e una in basso, al piano della chiesa, chiusa in un armadio.

A Collescipoli si conservano due importanti organi, uno nella Collegiata di Santa Maria maggiore (Organo Hermans) e l'altro nella Collegiata di San Nicolò (Organo Neri), entrambi del XVII° secolo. Questi due strumenti, sapientemente restaurati, sono al centro dell'Hermans Festival www.hermansfestival.it), prestigiosa manifestazione musicale che richiama i migliori organisti e musicisti internazionali.

Altri organi sono collocati invece nelle chiese di Avigliano Umbro, Collicello, Foce, Guardea, Toscolano, Giove. Quasi tutti, tuttavia, non presentano una data di realizzazione ben precisa e definita, fatta eccezione per quello nella chiesa di Santa Chiara a Lugnano in Teverina, del 1756, firmato addirittura dall'artefice tedesco Johannes Conradus Werler.

A confermare questa lunga tradizione musicale, si inserisce la manifestazione ""Il Maggio Organistico"" che, da oltre 30 anni, porta concerti nelle chiese del comprensorio nel suddetto mese.

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Un viaggio alternativo nella cultura umbra, lontano dalle solite mete: scopri la tradizione musicale di Amelia e il suo territorio circostante e vai alla ricerca degli organi storici.

",,Amelia|Piegaro|Avigliano Umbro|Giove|Guardea|Il legno,,,,,42.552740799999995,12.419729988143564,,,,, Itinerario,it_IT,2970290,Birdwatching al Lago Trasimeno,"

Raggiungiamo facilmente Magione, che prende il nome dal Castello dei Cavalieri di Malta - visitabile in parte su richiesta - uscendo dalla E455. Dopo una breve tappa alla torre dei Lambardi, ex torre di avvistamento con panorama unico su Perugia sul Trasimeno posta proprio sopra la piccola cittadina, punta verso Monte del Lago.
Passando per Montecolognola e la strada provinciale 314, prendi la sp 316. Una breve fermata nel grazioso centro di pescatori per visitare il castello di Zocco, enorme fortezza militare del XIII sec. dove ancora resistono imponenti mura e torrioni e riparti alla volta di San Feliciano. Vale la visita il Museo della Pesca : un percorso di quattro sale segue il cammino del sole documentando tecniche, strumenti e persino i termini dialettali legati alla pesca, dalla preistoria a oggi.

Se è l'ora di un break mangiereccio il pesce di lago è un must: carpa regina in porchetta , frittura di latterini o il ""tegamaccio"", una sorta di spezzatino in umido fatto con i pesci del Trasimeno, l'anguilla in primis.

La sp 316 ti porta dritto alla nostra meta, l'Oasi naturalistica la Valle, alle porte di San Savino di Magione, nel cuore del Parco del Trasimeno. Questo è un centro di educazione e di esperienza ambientale: il posto ideale dove portare i tuoi bambini. Prima di andare alla scoperta degli angoli più suggestivi della riserva, a caccia degli svassi maggiori e dei tarabusini, puoi usufruire di aule didattiche attrezzate, un laboratorio con stereomicroscopi e un centro di documentazione.

Da non perdere la stazione per l'inanellamento degli uccelli e una passerella che si inoltra nel canneto con un osservatorio per birdwatching. E se non hai l'attrezzatura niente paura: sono disponibili binocoli e cannocchiali per l'osservazione degli uccelli. Qui vivono e si riproducono molte specie: folaghe e germani reali, alzavole, moriglioni, fischioni, marzaiole e canapiglie oltre che aironi rossi e cinerini, gazzette e cannereccione. Con un po' di pazienza potrai ammirare il volo del falco di palude ma anche del gufo, del falco pellegrino e di tante specie migratorie

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Da Magione a San Savino, un piccolissimo tour tra le rocche medievali e il Museo della Pesca, prima di ammirare la caccia del falco pescatore, il volo degli aironi cinerini e la danza delle folaghe che a migliaia vengono a svernare al Trasimeno

",,Castiglione del Lago|Città della Pieve|Paciano|Panicale|Passignano sul Trasimeno|Piegaro|Tuoro sul Trasimeno|Magione|Birdwatching|trasimeno,,,,,42.45236385,14.205169264197048,,,,, Itinerario,it_IT,2970381,"Lungo il corso dei fiumi Corno e Nera, tra il Parco Nazionale dei Monti Sibillini e la Cascata delle Marmore","

Vuoi passare un paio d'ore a bordo di un raft e scendere lungo un fiume immerso nella natura? Il fiume Corno e il fiume Nera, offrono diversi punti in cui praticare il rafting a cavallo tra il Parco Nazionale dei Monti Sibillini e la Cascata delle Marmore. Il rafting è uno sport adrenalinico e avventuroso, ma che possono fare tutti, anche chi è alle prime armi, basta saper nuotare.

 

Il fiume Corno è un corso d'acqua naturale, affluente del fiume Nera, amato dagli appassionati di sport che coinvolgono l'acqua perché passa da luoghi dalla natura lussureggiante e incontaminata. Raggiungi Biselli di Norcia o Serravalle di Norcia, in Valnerina. Da lì partono dei percorsi guidati da esperti per provare l'ebbrezza di accompagnare il fiume nella sua discesa. Rafting, canoa pneumatica, hydrospeed, torrentismo e se la temperatura lo consente, ci sono dei punti in cui puoi fare il bagno approfittando di trampolini naturali o lasciandoti trasportare dalle acque spumeggianti. Con i bambini da non perdere il Parco Avventura con ponte tibetano o l’escursione con gli asinelli o nella Val Castoriana all’interno del Parco Nazionale dei Monti Sibillini, dove potersi dedicare anche ad una passeggiata nella natura montana oppure, se ti piacciono gli animali, puoi visitare il centro faunistico del cervo e quello del camoscio.

 

Se hai voglia di mangiare qualcosa assaggia il pecorino prodotto in questa zona in cui l'ovinocultura è ancora un'attività importantissima.

Il fiume Velino e Nera si incontrano invece nella celebre Cascata delle Marmore, una delle più alte d'Europa. Approfitta di questa portentosa confluenza e dirigiti alla base della cascata dove c'è un centro attrezzato per il rafting. Il fiume Nera in questo punto è particolarmente portentoso, ma sicuramente non ti spaventa, anzi aumenta l'adrenalina e il piacere della discesa. Quindi, sali sul tuo raft, da solo o in compagnia, e asseconda i movimenti della tua guida; ti sembrerà di guadare il fiume, immerso in uno scenario che conserva una bellezza quasi primordiale. Appena finito il giro in raft dirigiti all'interno del parco in cui puoi vedere la Cascata delle Marmore dall'alto: la cascata è artificiale, ma rappresenta una delle più importanti opere d'ingegneria rimaste dall'epoca romana. Un posto così suggestivo che ha impressionato anche Lord Byron che, rapito dallo spettacolo visivo dei suoi scenari, ha definito la cascata ""orribilmente bella"".

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Se il rafting è la tua passione, scegli tra il fiume Nera ed il suo affluente Corno, sali a bordo del gommone e tieniti forte: la discesa sta per cominciare!

",,Cascia|Norcia|Sant'Anatolia di Narco|Terni|Preci|Scheggino|Ferentillo|Monteleone di Spoleto|Vallo di Nera|Cerreto di Spoleto|Torrentismo e rafting,,,,,42.785335092635016,13.022669879971087,,,,, Parco Nazionale dei Monti Sibillini Cascata delle Marmore Itinerario,it_IT,2970831,Arrampicata a Pale di Foligno,"

La roccia: un elemento ostile a tanti, ma il migliore amico di ogni climber. Ti proponiamo di scoprire Pale di Foligno, una delle pareti più amate dai climbers umbri e non solo

 

La falesia di Pale è molto grande e ha un gran numero di vie, gradate da 4c a 7c+, adatte quindi sia a scalatori esperti che a scalatori alla prime armi.

 

A pochi chilometri da Foligno, sorge il borgo medievale di Pale. Vai in paese e lascia la tua auto lì, puoi raggiungere la falesia con una passeggiata di massimo 10 minuti. Le 157 vie attrezzate si trovano lungo il sentiero che dal paese conduce all'eremo di Santa Maria Giacobbe che si trova sulla cima del Monte Pale. Il primo settore, ""l'Uccellessa"" è il più comodo da raggiungere e ha il maggior numero di vie adatte all'arrampicata di difficoltà medio-bassa. Man mano che sali e sopra il “ghiaione”, trovi le vie d'arrampicata più difficili. Se sei uno scalatore esperto, raggiungi i settori che si trovano nella parte alta e inizia la salita lungo la via: salendo sarà sempre più nitida la vista del Santuario di Santa Maria Giacobbe; se vuoi vedere questo posto quasi incantato, famoso perché completamente scavato nella roccia, puoi anche seguire un sentiero escursionistico che, con un po' di camminata in salita, ti conduce fino in cima. Se scalando, invece, riesci a guardare in basso vedrai un paesaggio bellissimo: la grande valle in cui scorre il fiume Topino.

Recentissima la scoperta nelle Grotte dell’Abbadessa di Pale, di un’altra grande cavità, battezzata la Gola del Cervo: un imponente salone lungo oltre cento metri, con enormi stalagmiti, multiformi formazioni calcaree e stratificazioni geologiche.

Se invece le salite a piedi non sono il tuo forte, scendi più a valle, e dopo dieci minuti di camminata arrivi nelle prossimità del fiume Menotre che crea delle piccole cascate.

Ti sconsigliamo di affrontare questa falesia nei mesi più caldi perché, essendo esposta a sud, è molto calda e soleggiata.

Non dimenticare che la zona offre attrazioni che sono da visitare assolutamente: Rasiglia, piccola frazione di Foligno, è un borgo medievale celebre per le sue sorgenti; passeggiando per i suoi suggestivi vicoli è un incanto scoprire i corsi d'acqua che attraversano l'abitato, rendendolo unico e affascinante.
E poi, se ami la buona tavola, alcuni piatti locali meritano una sosta: l'agnello al tartufo nero, ad esempio, è un buonissimo piatto tipico di Foligno.

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Arrampicati su delle pareti attrezzate circondate dalla natura: a Pale di Foligno trovi più di cento vie gradate in un suggestivo scenario naturalistico.

,,Foligno|Arrampicata e Speleologia,,,,,43.10756845,12.380930779781853,,,,,null null null Pale null null null Itinerario,it_IT,2969547,Canottaggio a Piediluco,"

Piccolo e suggestivo borgo di origine medievale posto lungo la riva dell'omonimo lago, Piediluco è il luogo ideale per appassionati di velismo, canottaggio e sci acquatico.
Il lago di Piediluco è uno dei più bei campi di canottaggio d'Italia e d'Europa: la particolare leggerezza dell'acqua e la totale assenza di vento, infatti, agevolano lo scorrimento delle imbarcazioni, rendendolo un campo di regata d'eccezione.
È stato scelto dalla Federazione Italiana Canottaggio come sede del Centro Nazionale Remiero; qui si svolgono gare internazionali di canottaggio e le sue strutture sportive, oltre a quelle ricettive, sono utilizzate da atleti di tutto il mondo come sede ideale per ritiri e stage.
Circondato dal verde dei boschi, il lago può essere utilizzato per le sessioni di allenamento di canottaggio a livello agonistico, ma anche per un approccio amatoriale.
Il Circolo Canottieri di Piediluco mette a disposizione un campo di regata a norma dei regolamenti FISA, con 9 corsie di gara, 2 corsie di servizio, pontile di partenza, torretta degli starter e degli allineatori, torre di arrivo.
Per gli allenamenti c'è una palestra attrezzata (remergometri, bilancieri, pesistica), con annessi spogliatoi e docce e numerosi impianti per la pratica di altri sport, compresa una piscina olimpionica.

Una piccola curiosità: sulla riva del lago opposta a quella su cui sorge il paese di Piediluco, si eleva il Monte Caperno, comunemente detto anche Monte dell’Eco perché in grado di ripetere distintamente un intero endecasillabo.
Al termine della giornata, concediti un piatto di ciriole alla ternana, tipico della zona, e goditi lo spettacolo del tramonto sul lago.

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Appassionato di Canottaggio? Che tu sia già un esperto o un principiante alle prime armi, Piediluco è la meta che fa per te.

",,Terni|Torrentismo e rafting,,,,,42.03873523402335,14.724739838772097,,,,,null null null null null null Itinerario,it_IT,2968843,Da Montecchio a Montegabbione sulle orme del gusto dell’Olio DOP dei Colli orvietani,"

Benvenuti nella terra del Leccino, pianta dal carattere forte che resiste bene al freddo e vi accoglie con la sua chioma fastosa e con i suoi frutti polposi ricchissimi d’olio dal sapore fruttato.

Siete in un territorio “benedetto” dove l’olio extravergine Dop Umbria trionfa su tutte le tavole e rappresenta l’anima stessa della regione, Cuore Verde d’Italia.

Info utili
La lunghezza totale del percorso è di 75 km con tempo di percorrenza di circa un’ora e mezza.

Percorsi trekking
Da Orvieto al borgo di Sugano, percorso ad anello, circa 10 km di distanza, tempo di percorrenza circa 4 ore, dislivello massimo 285 m.
Da Ficulle al Santuario della Maestà, circa 9,5 km di distanza, tempo di percorrenza circa 3 ore, dislivello massimo 514 m. 
Da Castel Viscardo alla necropoli etrusca delle Caldane e ai ruderi del Conventaccio e ritorno, percorso ad anello, circa 10 km di distanza, tempo di percorrenza 3 ore e mezza, dislivello massimo 667 m.
Da Montegabbione, località Montegiove, a Castel di Fiori, circa 10 km, tempo di percorrenza circa due ore, dislivello massimo 633 m.
Da Montegabbione alle cascate di Castel di Fiori, circa 3 km e mezzo, tempo di percorrenza meno di un’ora, dislivello massimo circa 500 m.

Percorsi bike
Da Orvieto-Sferracavallo al Parco di Villalba, 26 km di distanza, tempo di percorrenza circa 3 ore, dislivello massimo 763 m. 
Da Ficulle alle cascate di Castel di Fiori e ritorno, percorso ad anello, circa 39 km, tempo di percorrenza 3 ore e mezza, dislivello 585 m. 
Da Castel Viscardo a Orvieto-Sferracavallo, solo andata, circa 14 km di distanza, tempo di percorrenza mezz’ora, dislivello massimo 347 m.
Da Montegabbione a Torre del Po Favo, percorso ad anello, 41 km circa, tempo di percorrenza 4 ore, dislivello massimo circa 500 m. (Mb).

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Se siete a caccia di sapori e tradizioni, questo itinerario in provincia di Terni è adatto a voi che apprezzate le cose genuine come l’olio extravergine Dop, il cui profumo aleggia lungo il corso del Tevere.

",,Montegabbione|Montecchio|Orvieto|I percorsi del gusto,,,,,42.66235043008726,12.286970497970092,Montecchio,,,, Itinerario,it_IT,2967661,"A Montegabbione e Ficulle tra olio, vino e buon cibo","

Gioielli, profumi e sapori nell'Eden del vino: Montegabbione e Ficulle.

 

Informazioni utili 
La distanza tra Montegabbione e Ficulle è di 16 km, che si percorre in venti minuti.

Percorsi trekking
Da Montegabbione, località Montegiove, a Castel di Fiori, circa 10 km, 633 m di dislivello, tempo di percorrenza circa due ore; da Montegabbione alle cascate di Castel di Fiori, circa 3 km e mezzo, tempo di percorrenza meno di un’ora, circa 500 m di dislivello massimo.
Da Ficulle, Sentiero della Riserva naturale, percorso ad anello, 16 km, 370 metri di dislivello, tempo di percorrenza 4 ore circa; da Ficulle (fuori le mura) itinerario ad anello sul Sentiero medievale, circa 10 km, 390 m di dislivello totale, tempo di percorrenza 2 ore e mezzo.

Percorsi bike
Da Ficulle a Orvieto, 86° tappa della Via Romea Germanica: circa 24 km, 470 m di dislivello massimo, tempo di percorrenza circa un’ora e mezzo (solo andata).
 

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Alla scoperta dell’enogastronomia e della tradizione artigianale di due piccoli capolavori della provincia di Terni. 

,,Ficulle|Montegabbione|I percorsi del gusto,,,,,42.9212189,12.092599806606191,Montegabbione,,,, Itinerario,it_IT,2966991,L'antica arte della norcineria,"

Un’antica tradizione che in Umbria, tra Norcia, Preci e Spoleto, raggiunge il suo massimo splendore, complici l’aria pura e la ricchezza delle erbe aromatiche del territorio: ingredienti ideali per confezionare un prodotto sano e pregiato, conosciuto in tutto il mondo. 

La norcineria, intesa come lavorazione del maiale, non ha origini certe: alcuni sostengono che fu introdotta da un gruppo di ebrei arrivati in Valnerina, dopo la distruzione di Gerusalemme nel 70 d.C., i quali non potendo mangiare la carne di maiale per motivi religiosi, dovevano conservarla per poterne fare commercio. Quel che è certo è che l’allevamento del maiale nella zona di Norcia è presente da antichissimo tempo grazie ai boschi di querce e ai suoi frutti, le ghiande, il loro cibo ideale. Inoltre, il clima asciutto del territorio risulta da sempre la condizione più favorevole per la conservazione delle carni.

I macellai della Valnerina, specie quelli di Norcia, affinarono le loro tecniche sin dal XIII secolo esportando oltre regione l’arte del tagliare, salare e insaccare i maiali.
Un talento speciale, che secondo la tradizione acquistò maggior forza grazie alla presenza della Scuola Chirurgica Preciana fondata dai monaci benedettini dell’abbazia di Sant’Eutizio a Preci, riconosciuta dalla Chiesa nel 1215. Istruiti dai religiosi per preservare le loro antiche conoscenze mediche, i preciani perfezionarono le tecniche operatorie, anche grazie all’utilizzo di nuovi strumenti chirurgici da loro stessi inventati e ben presto la loro fama si estese oltre i confini della penisola.
 

Info utili:
La distanza tra Norcia, Preci e Spoleto è di circa 62 km, con tempo totale di percorrenza di un’ora.

Percorsi trekking
Da Norcia a Borgo Cerreto, circa 19 km, 350 m di dislivello, tempo di percorrenza circa 4 ore (solo andata); da Norcia a Preci, circa 20km, 700 m di dislivello, tempo di percorrenza circa 6 ore (solo andata).
Da Spoleto a Monteluco (8 km per la strada carrozzabile, 2 per il sentiero in mezzo al bosco, “la corta di Monteluco”), 1 ora di percorrenza; a Patrico, sul sentiero dei Patricani, 12 km, tempo di percorrenza circa 3 ore.

Cammini 
Da Norcia a Cascia, prima tappa del Cammino di San Benedetto, circa 18 km, 490 m di dislivello, tempo di percorrenza 4 ore e mezzo.

Percorsi bike
Due percorsi in bici per esperti: da Norcia, Piano Grande Castelluccio, itinerario ad anello, circa 47 km, circa 1000 metri di dislivello, tempo di percorrenza circa 3 ore e mezzo; Bella Forestale Gravel - Bivio itinerario ad anello da Preci, circa 42 km, circa 1.000 di dislivello, tempo di percorrenza 3 ore circa.
Tre percorsi per lo più pianeggianti, adatti a famiglie e bambini, che non superano i 40 km: da Spoleto al Castello di Beroide; a Silvignano; al Borgo di San Giacomo.

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Un’antica tradizione che in Umbria, tra Norcia, Preci e Spoleto, raggiunge il suo massimo splendore.

",,Norcia|Spoleto|Preci|I percorsi del gusto,,,,,42.79258475,13.093171859644428,Norcia,,,, Itinerario,it_IT,2969735,Viaggio nel tempo lungo la Via Flaminia,"

Nel lontano 220 a.C. il console Gaio Flaminio Nepote avviò la costruzione di un'arteria stradale che collegasse Roma con l'Italia del nord, quella che oggi conosciamo come la Via Flaminia, appunto.

Da quel momento, diventò l'asse portante della romanizzazione in Umbria e fu utilizzata anche per altri scopi, come viaggi e pellegrinaggi, da e per il Lazio.

Il tracciato entrava nel territorio umbro a Ocriculum ovvero l'attuale Otricoli; dopodiché ripartiva nei pressi della colonia latina di Narnia (Narni), passando sopra il Ponte di Augusto.

Da qui, partivano due ramificazioni che rispondevano anche ad esigenze diverse: uno, quello più occidentale e anche più datato, serviva per spostamenti di tipo militare e attraversava Mevania; l'altro, adibito alla comunicazione ordinaria e situato verso il lato orientale, andava verso Spoleto.

L'itinerario si riuniva poi a San Giovanni Profiamma, nonché il sito romano di Forum Flaminii; continua alla volta di Nuceria Cemellaria (Nocera Umbra), Tadinum (Gualdo Tadino), Fossato di Vico e, infine, si arrampicava verso il limite regionale al passo della Scheggia.

Lungo il cammino si possono ammirare importanti insediamenti archeologici, due colonie latine e paesaggi d'altri tempi. È consigliabile percorrere la Via Flaminia partendo da nord a sud, in due circuiti distinti.

Esiste la variante che va da Otricoli verso Narni, risale a Terni e, quindi, arriva a Spoleto; si attraversa la Via Romana e si raggiunge Carsulae, per poi tornare al punto di partenza.

La seconda alternativa parte da Scheggia, prosegue per Trevi e Spoleto; tocca Macerino e Portaria e arriva a Carsulae, quindi a Bevagna e Foligno.

 

 

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Un itinerario pensato per gli amanti della storia e della natura: percorri la Via Flaminia nel cuore dell'Umbria e scopri i luoghi più belli della regione

,,Acquasparta|Storia antica,,,,,42.42219168911005,12.477869169450953,,,,, Itinerario,it_IT,2970797,Birdwatching all'Oasi WWF Lago di Alviano,"

Se sei in viaggio e stai percorrendo l'Autostrada del Sole, ti consigliamo di uscire ad Orvieto: godi dell'arte, perditi nella città sotterranea, visita l'affasciante Pozzo di San Patrizio, lasciati illuminare dallo splendido mosaico che decora la facciata del Duomo, poi, segui le indicazioni per l'Oasi.

 

Se invece sei in superstrada, sulla E45, prendi l'uscita per Todi, dopo una passeggiata in centro e dopo aver ammirato il capolavoro rinascimentale di Santa Maria della Consolazione, segui il corso del fiume Tevere fino a raggiungere il territorio del comune di Alviano, dove è custodito questo autentico paradiso degli uccelli migratori.

La storia dell'Oasi di Alviano inizia negli anni Sessanta, quando in seguito alla costruzione dello sbarramento di Alviano sul Tevere, finalizzato alla produzione di energia elettrica, si venne a formare un lago artificiale. In pochissimo tempo la zona iniziò a richiamare migliaia e migliaia di uccelli acquatici in migrazione. Per proteggerli, nel 1977, venne istituito il divieto di caccia su tutta l'area che, oggi, rappresenta una delle Oasi più grandi del WWF.

La tipica vegetazione palustre con carici, canne e giunchi, e il bosco igrofilo di salici, pioppi e ontani neri, sono un habitat ideale per la sosta e lo svernamento: moriglioni, mestoloni, fischioni, alzavole e canapiglie popolano la palude.

In primavera puoi ammirare gli svassi, gli ardeidi e i passeriformi, ma anche picchi e cuculi. Con l'arrivo della bella stagione i piccoli si involano: decine di nibbi bruni veleggiano sull'oasi e i pulli escono dai nidi.
Sono oltre 190 le specie censite, tra stanziali, germani, folaghe, aironi bianchi, cenerini e garzettee che percorrendo una delle principali rotte migratorie si imbattono nel lago di Alviano.

Attraverso un sentiero ad anello di 1,5 km, accessibile anche ai disabili, puoi studiare la vita della palude: sei capanni di osservazione, un'alula didattica e una torre di avvistamento per assistere a indimenticabili suggestioni, come se fossi all'interno di uno splendido documentario.
Se le condizioni meteo lo permettono e se sei dotato della giusta attrezzatura, puoi avventurarti nel ""vecchio sentiero"", costeggiando il fiume Tevere e attraversando un argine si completa un percorso di 7 Km quasi del tutto pianeggiante.
Se hai voglia di approfondire la conoscenza di questo scrigno di biodiversità, l'Oasi ospita uno dei centri di educazione ambientale e alla sostenibilità della Regione Umbria: il laboratorio didattico è dotato di microscopi e stereoscopi che consentono a tutti, grandi e piccini, di fare un'esperienza didattica sorprendente alla scoperta della ""vita in una goccia d'acqua"".

Ovviamente non lasciare a casa la tua Reflex: l'Oasi offre moltissimi punti di vista privilegiati per la fotografia naturalistica.

 

Per maggiori informazioni:

www.oasidialviano.org
Pagina Facebookhttps://it-it.facebook.com/oasidialviano/

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Il grande Parco del fiume Tevere si estende da Montemolino al lago di Alviano, fermati qui e rilassati in questa Oasi di pace e natura.

",,Alviano|Birdwatching|Parchi naturalistici e tematici,,,,,42.45236385,14.205169264197048,,,,, Itinerario,it_IT,2966925,"Weekend nella natura e nella storia, tra Amelia, Narni e non solo","

Il segreto della felicità? Un paio di scarpe comode, la nostra compagnia preferita e due giorni liberi. Pronti? Bene, adesso inizia il viaggio alla scoperta dell'Umbria!

Non basta un weekend per conoscere tutte le bellezze della regione, ma è sufficiente per coglierne i valori, i segreti e la cultura: un primo approccio che vi farà appassionare e vi farà tornare sul posto.

L'itinerario che vi proponiamo ha inizio ad Amelia, anticamente conosciuta come Ameria poiché venne edificata da Ameroe.

Ci troviamo in una terra ricca di profumi e tradizioni: un paradiso fatto di vini, arrosti, erbe e artigianato di qualità. La cucina qui è infatti un vero stile di vita e sposa la filosofia del vivere slow: il sapere e la conoscenza vengono applicati ogni giorno per realizzare ricette e piatti di origine antica.

Qualche esempio? Se siete affamati potete assaggiare ottime minestre di ceci, zucca e piselli; oppure il palombaccio alla leccarda, servito su fette di pane arrostito; i manfricoli; il panpepato o i biscotti con il mosto.

Da segnalare anche la coltura dell'olivo che viene portata avanti da secoli. Non è un caso se Amelia si trova proprio lungo la Strada dell'Olio DOP Umbria e non deve sorprenderci se la stessa zona è nota anche per la presenza di numerose cantine vitivinicole: se passate di qua, un calice di Malvasia o di Novello è d'obbligo.

Dopo aver assaporato appieno i prodotti tipici, andiamo alla scoperta delle Mura Ciclopiche, le grandi custodi della città risalenti al VI – IV secolo a.C.

Continuiamo il nostro tour alla volta di San Gemini, un borgo preromano che deve il suo nome da Gemine, un monaco siriano che di qui passò a predicare. Suggeriamo di visitare l'Abbazia di San Nicolò, la chiesa di San Giovanni, la poderosa cinta muraria e Carsulae, resti di un antico nucleo urbano con le terme annesse.

Il giorno successivo partiamo per la Cascata delle Marmore, una tappa fondamentale per tutti gli amanti dei viaggi wild. Siamo di fronte a uno dei getti più alti di tutta Europa, con un dislivello complessivo di circa 165 metri, suddiviso in tre salti.

Dopo aver ammirato i luoghi che, a suo tempo, hanno saputo incantare anche Virgilio, Cicerone e Byron, ci incamminiamo verso Narni per conoscere il suo centro storico. Il Municipio, i sotterranei di San Domenico, il Palazzo Comunale e la Rocca Albornoz sono solo alcuni dei monumenti che si incontrano per le strade: una vista magnifica sul passato è l'ideale per chiudere al meglio la serata.

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Da Amelia a San Gemini, dalla Cascata delle Marmore a Narni: ecco un percorso adatto a tutti gli appassionati di natura e di storia. Un paradiso anche per i buongustai

",,Narni|San Gemini|Terni|Amelia|I percorsi del gusto,,,,,42.5426273,12.4751241,,,,,null null null null null null Itinerario,it_IT,2967645,Torrentismo nella Forra della Villa in Valnerina,"

La vertigine non spaventa chi, come te, ama imbracarsi e scendere tra le rocce alla scoperta dei solchi lasciati dall'acqua.

 

A Norcia si trova la Forra della Villa in Valnerina, una dei luoghi più interessanti dove praticare il torrentismo.

 

Dirigiti verso Visso, dopo aver oltrepassato Borgo Cerreto, svolta a sinistra per Norcia e giungi a Casal Volpetti; lì trovi, un piccolo magazzino ANAS rosso, segui il sentiero sterrato che scende a fondovalle, tenendoti sulla sinistra fino a raggiungere uno slargo. Entra quindi nel fosso, dove inizia la forra. Pensa che ti trovi a 1000 metri sul livello del mare!

Ricordati di portare con te 2 corde da almeno 40 metri e una corda da almeno 25 metri. Imbracati e inizia la tua discesa: nella forra non troverai il corso d'acqua perché questo è stato canalizzato a monte dell'acquedotto. La forra ha un andamento verticale: ti accompagna così in una discesa suggestiva. Intorno a te solo la roccia e la ricca vegetazione umbra. Se invece guardi in alto vedi il cielo e le cime verdi che fanno da contorno alla Valnerina.

Ti consigliamo di scegliere quest'escursione in una bella giornata di primavera o d'autunno perché altrimenti il caldo e il freddo potrebbero non farvi gustare al massimo l'esperienza.

Dopo l'escursione puoi visitare la vicina Norcia e approfittarne per mangiare qualcosa. A Norcia il prodotto tipico per eccellenza è la norcineria, con i suoi gustosi e genuini prodotti tra cui spicca il prosciutto crudo di Norcia IGP; pensa che il prosciutto, per mantenere le caratteristiche IGP deve essere stagionato ad un'altitudine superiore ai 500m e nei comuni di Norcia, Cascia, Preci, Poggiodomo e Monteleone di Spoleto. Buon divertimento e buon appetito!

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Alla scoperta di una delle più belle Forre dell'Umbria: vieni in Valnerina e scopri la Forra della Villa. Il suo sviluppo verticale e la sua vegetazione ti stupiranno.

,,Torrentismo e rafting,,,,,42.793128013400825,13.089521790051837,,,,, Itinerario,it_IT,2970252,Sport acquatici al Lago Trasimeno,"

La zona del Trasimeno è una meta molto amata dai turisti italiani e stranieri e dagli stessi umbri – i perugini in modo particolare – che non mancano mai di godersi il lago durante la bella stagione. Il lago Trasimeno, con la sua ampia superficie e la bassa profondità, si adatta bene alla pratica degli sport acquatici e si sta affermando sempre più come meta ideale per discipline come windsurf, kitesurf, wakeboard, vela, sci nautico. Sulle prime, alcune di esse ti possono far venire in mente posti lontani: praticarli in Umbria è invece possibile, basta solo portare con sé tanta voglia di divertimento!

 

Se sei amante di sport adrenalinici come Windsurf, Kitesurf e Wakeboard il lago Trasimeno è il posto giusto per te: divertiti correndo sull'acqua, lasciati trasportare dal vento e sentiti libero di sperimentare le tue acrobazie in tutta sicurezza.

Se lo desideri, potrai mettere alla prova le tue capacità ed imparare a veleggiare in una delle scuole presenti in zona. Per divertimento, sport o semplice passione, avvicinandoti al mondo della vela potrai assaporare il contatto con la natura e quella indefinibile sensazione di libertà.

Che tu sia un esperto dotato di patente nautica oppure un principiante alle prime armi, avrai inoltre la possibilità di noleggiare un'imbarcazione a vela o a motore per partire all'esplorazione del lago, in totale autonomia o accompagnato da uno skipper professionista. Durante il tuo itinerario di navigazione, non perderti le bellezze delle tre isole: la Polvese con la sua Rocca, le aree attrezzate per i pic-nic, le spiagge. La Maggiore che ospita il piccolo paese, nota per il museo del merletto e la Minore, quest'ultima privata e pertanto non visitabile. E se la giornata è calda non mancare l'occasione per un bel tuffo nel lago!

Sul Trasimeno è anche possibile praticare lo sci nautico, grazie alle scuole che organizzano i corsi e forniscono le attrezzature necessarie agli amanti di questo sport. Per chi voglia praticare una di queste discipline, il consiglio è quello di recarsi a Castiglione del Lago, Passignano o Tuoro sul Trasimeno, dove troverai circoli velici con istruttori qualificati.

E dopo un'intensa giornata di sport, goditi una passeggiata rilassante lungolago e nelle zone della Darsena. Lasciati incantare da un tramonto che tutti definiscono straordinario, dove le acque immobili del lago incontrano gli ultimi raggi solari creando un gioco di luci davvero magico.

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Il lago Trasimeno, con la sua ampia superficie e la bassa profondità, si adatta bene alla pratica degli sport acquatici e si sta affermando sempre più come meta ideale per discipline come windsurf, kitesurf, wakeboard, vela, sci nautico

",,Castiglione del Lago|Panicale|Passignano sul Trasimeno|Tuoro sul Trasimeno|Magione|Torrentismo e rafting|trasimeno,,,,,43.1140882,12.1386262,,,,, Itinerario,it_IT,2969068,"Lungo l'antica Via Flaminia, lungo la storia del Cristianesimo","

Parti per in un viaggio storico e spirituale lungo l'antica Via Flaminia, la strada consolare che collegava Roma a Rimini, nel tratto che attraversa l'Umbria, dove la storia della Chiesa Cattolica ha tracciato un solco profondo: ti portiamo a conoscere la zona di Massa Martana e i suoi tesori antichi e moderni.

 

Parti osservando quella che è una delle più antiche testimonianze: si tratta del Vicus Martis Tudertinum, i resti di un insediamento risalente al III secolo a.C., quando fu costruita anche la via Flaminia. Si tratta di un agglomerato di edifici con tutte le caratteristiche architettoniche di un borgo antico o di un villaggio rurale. Il vicus sorgeva presso una diramazione che collegava il percorso alla Via Amerina e quindi a Todi.

 

Sfruttando un antico edificio romano, nel VII-VIII secolo d.C. fu costruita la Chiesa di Santa Maria in Pantano, seconda tappa del tuo percorso. La chiesa ha annesso anche un monastero costruito dai frati benedettini che bonificarono l'area che veniva spesso inondata dal torrente Tribbio (da qui il nome ""In Pantano""). All'interno della chiesa fermati a guardare il cippo funerario, ritrovato nei dintorni del Vicus Martis Tudertinum.

Dirigiti ora in direzione Villa San Faustino, ma fai una piccola sosta per ammirare l'antico Ponte Fonnaia: si tratta di una costruzione ad una sola arcata, costruita in grossi blocchi di travertino perfettamente squadrati. Il Ponte fu costruito dai romani nel 220 e permetteva alla via Flaminia, il cui tracciato è ancora ben conservato e visibile attraverso i campi vicini, di valicare il piccolo affluente del Naia.
Poco distante trovi il piccolo borgo di Villa San Faustino, dove si trova la bella Abbazia di San Faustino. Intorno all'VIII secolo, i monaci Benedettini edificarono sulla tomba del Santo, una chiesa ed un monastero. Purtroppo l'antica facciata in stile lombardo è stata deturpata da un porticato moderno, ma presenta ancora un'elegante trifora con colonnine marmoree affiancata dall'epigrafe latina.

Dirigiti ora in località Grotta Traiano, dove puoi visitare uno dei reperti storici più importanti: la catacomba di Villa San Faustino, recentemente restaurata ed aperta al pubblico. È l'unica catacombe cristiana conosciuta dell'Umbria sicuramente costruita da una comunità cristiana di vicino insediamento, senz'altro molto numerosa, basta pensare al fatto che sono state censite circa 300 sepolture. La struttura sotterranea è composta da un corridoio principale dal quale si dipartono simmetricamente quattro cunicoli laterali; le loro pareti presentano file di loculi sovrapposti, tra i quali alcuni destinati alla sepoltura dei bambini.

Concludi il tuo percorso nel Santuario dell'amore Misericordioso di Collevalenza dove si trova una della Porte Sante del Giubileo della Misericordia: il santuario, costruito nel 1953, è stato voluto da Beata Madre Speranza come luogo di preghiera per i fedeli che vogliono incontrare l'amore misericordioso del Signore. La tomba della beata, nella cripta del Santuario, è una cupola musiva che abbraccia la terra, ad indicare l'amore di Madre Speranza.

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Un viaggio nella storia del Cristianesimo in Umbria, dalla Catacomba di San Faustino al Santuario dell'Amore Misericordioso di Madre Speranza, attraversando la zona dei Colli Martani

",,Massa Martana|Todi|Storia antica,,,,,42.9340095,12.6486127,,,,, Itinerario,it_IT,2967388,In moto sui tornanti del monte Peglia,"

Seguendo questo tour andrai alla scoperta dei boschi del Monte Peglia e dei suoi dolci pendii, partendo dalla cittadina di Marsciano e terminando la tua corsa nella meravigliosa Orvieto. Per partire con la giusta carica, prendi un caffè in uno dei bar del centro di Marsciano, poi sali in sella e imbocca la SS317 in direzione di San Venanzo e del Monte Peglia.

 

Il percorso è un continuo susseguirsi di curve e saliscendi attraverso pinete e boschi: passando per San Venanzo, la strada Statale 317 ti accompagnerà fino in cima al Monte Peglia. Nei pressi di questo borgo potrai visitare il Museo Vulcanologico, che rivela la particolare origine vulcanica del terreno su cui sorge San Venanzo prevedendo l'attraversamento di un percorso all'interno della colata lavica e una visita alle varie tipologie di rocce e minerali. Non tutti sono a conoscenza della sua origine vulcanica e dell'esistenza di una roccia tipica del luogo chiamata ‘venanzite'.

 

La vetta del Monte Peglia si trova poco oltre la frazione di Ospedaletto. Da qui potrai godere di un ampio panorama sulla Valle del Tevere e se sarai fortunato da trovare una giornata con un orizzonte molto limpido, potrai scorgere anche i Monti Giano, Terminillo, Vettore, e Subasio.

Sempre nei pressi di Ospedaletto, potrai fare una sosta al Parco dei Sette Frati (una delle zone più frequentate specie da chi ama i pic nic e i barbecue, vista la presenza di una zona attrezzata) per poi proseguire passando per Colonnetta di Prodo, Capretta, San Giorgio, fino a giungere ad Orvieto Scalo.

Arrivati ad Orvieto città, non perdete l'occasione per fermarvi a pranzo e poi visitare il famoso Duomo, il Pozzo di San Patrizio, le rovine della trecentesca Fortezza Albornoziana e la famosa Torre del Moro.

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Se sei un appassionato di moto saprai sempre cosa fare durante una bella giornata di sole. Niente di meglio che salire sulla propria moto e partire iniziando a respirare libertà a pieni polmoni!  L'Umbria è la meta ideale del mototurista, con le sue strade tortuose, le curve strette e i ripidi tornanti.

",,Marsciano|Orvieto|San Venanzo|Umbria in moto|Media VallExperience,,,,,42.90606047069731,12.334484161072908,,,,, Itinerario,it_IT,2970343,Il distretto del cashmere,"

Cosa c'è di meglio che avvolgersi nel caldo abbraccio di un maglione in cashmere? Cosa c'è di più fine ed elegante di un cappottino oppure una borsa tessuti con il pregiato filato? Se non puoi resistere al richiamo del fashion, devi fare un salto in Umbria.

 

Il polo del cashmere umbro conta numerosi outlet e punti vendita. Alcuni sono dei marchi affermati e molto conosciuti a livello internazionale, altri sono dei piccoli laboratori, ma tutti attenti alla moda, alla tradizione e alla qualità del prodotto. Partendo dall'esempio di alcune aziende leader nel settore, le altre aziende sono riuscite ad affermarsi creando una rete commerciale di successo.

 

Da Castiglione del Lago a Solomeo, da Bastia Umbra a Terni passando per Perugia, Ripabianca e Torgiano. Le realtà che hanno fatto del Cashmere uno dei fulcri produttivi sono diversi e sparsi per tutta la regione. Gli affezionati turisti inglesi, che adorano questo tessuto hanno ribattezzato la zona del Trasimeno ""Cashmere Valley"", considerando lo shopping da queste parti una delle buone ragioni per visitare l'Umbria, insieme ai tesori d'arte e alle bellezze naturali. Allora perché non segui anche tu l'esempio e i consigli di veri intenditori? Puoi acquistare dei bellissimi capi negli outlet delle aziende produttive e, in alcuni casi, visitare i luoghi in cui il cashmere viene prodotto.

 

Se vuoi unire allo shopping un momento culinario, nella zona del lago Trasimeno puoi assaggiare i piatti a base di pesce lacustre come la carpa, il persico, l'anguilla o la tinca. Se invece sei un amante dei sapori particolari non perdere l'occasione per gustare un piatto a base di Fagiolina del Trasimeno, un legume coltivato sui terreni intorno al lago con una tecnica faticosa e ancora tutta manuale, dalla consistenza tenera e burrosa e dal gusto saporito.

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Sei un appassionato di moda e non sai resistere all'eleganza del cashmere? Sali in auto e scegli una delle tante località proposte: puoi fare degli ottimi acquisti visitando numerosi negozi e outlet.

,,"Bastia Umbra|Castiglione del Lago|Deruta|Perugia|Terni|Corciano|Torgiano|Tessuti, pizzi e ricami|I borghi delle due valli",,,,,43.11101371419,12.039507532380018,,,,, Itinerario,it_IT,4564467,MTB 05 - Orvieto e la via dei calanchi,"
Partenza Orvieto
Arrivo Orvieto
Distanza 27 km
Dislivello 400 m
Difficoltà facile
Fondo 95% sterrato, 5% asfalto
Bici consigliata MTB, E-MTB
Da vedere in zona Orvieto, fiume Paglia.

 

Dai piedi di Orvieto verso il centro città, attraversando lo spettacolare scenario dei calanchi, costeggiando il fiume Paglia in un percorso che si snoda su strade sterrate non impegnative. 

Si parte dal parcheggio della funicolare ai piedi di Orvieto, per raggiungere in pochi minuti il centro della città. Il percorso si snoda quasi per intero su strade sterrate non impegnative, risultando piuttosto facile e adatto a tutti ad esclusione di un breve tratto asfaltato nella zona del Castello della Sala e di un tratto in discesa, abbastanza tecnico, che s’incontra subito dopo aver attraversato lo spettacolare scenario dei calanchi: qui, i meno esperti, possono procedere a piedi.

I primi chilometri dell'itinerario costeggiano il fiume Paglia e sono interamente pianeggianti. Il primo strappetto di circa 100 metri si affronta dopo 9 chilometri, ma svoltando a destra si riscende immediatamente e si pedala verso le colline, su prati rigogliosi e all’ombra dei boschi. L'unica salita del percorso inizia dopo 11 chilometri e si conclude circa 2 chilometri più avanti, una volta superata la Chiesa della Sala, da dove si possono ammirare magnifiche vedute sulla valle sottostante e sui vigneti.

Svoltando a destra, continuate a salire per qualche centinaio di metri sulla strada asfaltata, abbandonandola poco dopo (al km 13,4) per girare a destra e iniziare il primo tratto di discesa che conduce nell'affascinante zona dei calanchi. Superate queste incredibili formazioni arenarie raggiungete un antico casale diroccato dove, svoltando a sinistra, inizia il tratto più tecnico della discesa. Poco dopo, superato un prato al km 16,3, svoltate a destra per ritrovarvi di fronte alla parte più ripida: qui, chi è meno esperto per evitare inconvenienti può proseguire a piedi per qualche metro.

La discesa si conclude al chilometro 16,7 e riportandovi sulla mulattiera percorsa all'andata, circa un chilometro prima dell'inizio della salita: da qui prendete a sinistra e ripercorrete a ritroso lo sterrato fatto nella prima parte dell'itinerario.

 

Al di là dello spettacolo naturalistico offerto dal passaggio tra i calanchi, le splendide vedute sulla città e sugli immensi vigneti che la circondano, questo percorso è ricco di fascino poiché permette di godere pienamente della bellezza di Orvieto. Dal punto di partenza infatti si può prendere la funicolare e raggiungere facilmente il centro storico della città, tra le più famose dell'Umbria. 

Tra gli edifici più belli che meritano sicuramente una visita annoveriamo il Duomo, opera di Lorenzo Maitani (XIII secolo); la chiesa di San Giovenale; la chiesa di San Giovanni; la chiesa di Sant'Andrea; la chiesa di San Lorenzo de' Arari; la chiesa di San Francesco (XIII secolo) e la chiesa di San Domenico (XIII secolo). 
Tra gli edifici pubblici più rappresentativi, non perdete il palazzo Comunale, il palazzo del Popolo, il palazzo dei Sette ed il teatro Comunale Luigi Mancinelli. 
Immancabile poi è il pozzo di San Patrizio, capolavoro di ingegneria, profondo 62 metri e formato da due scale elicoidali indipendenti che permettevano di scendere al fondo per prendere l'acqua senza incontrarsi con chi risaliva. Tutta da scoprire è anche la suggestiva Orvieto sotterranea, nascosta sotto la città e formata da un incredibile numero di cavità artificiali che danno vita ad un labirinto di cunicoli, gallerie, cisterne, pozzi, cave e cantine.

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Dai piedi di Orvieto verso il centro città, attraversando lo spettacolare scenario dei calanchi, costeggiando il fiume Paglia in un percorso che si snoda su strade sterrate non impegnative. 

",,Orvieto|Mountain bike|Facile,,,,,42.454569653673914,14.216781016313917,,,,, Itinerario,it_IT,4565088,MTB 09 - Lungo il Tevere da Umbertide a Montone,"
Partenza Umbertide
Arrivo Umbertide
Distanza 26 km
Dislivello 450 m
Difficoltà medio
Fondo 50% sterrato, 50% asfalto
Bici consigliata MTB, E-MTB
Da vedere in zona Umbertide, Montone, Fiume Tevere, Eremo di Montecorona, Rocca d'Aries.


Il percorso può essere interpretato anche come una prosecuzione dell'itinerario che da Ponte Pattoli conduce ad Umbertide: è incluso tra quelli di media difficoltà per la presenza di diverse ondulazioni lungo l’itinerario e della salita che porta fino al centro di Montone. In ogni caso, ad eccezione di un tratto particolarmente ripido, gran parte dell'itinerario è di facile accessibilità: pertanto, anche i meno allenati, se armati di un po' di pazienza, possono riuscire a portarlo a termine senza troppi patemi.

Partite da Piazza Mazzini e dirigetevi verso il corso del Tevere. Imboccate lo sterrato che risale il fiume in direzione di Montone, pedalando lungo il Tevere per circa tre chilometri. Poi, piegate verso l'interno e raggiungete la strada principale che va da Umbertide a Montone al chilometro 5,5. Qui, girate a sinistra e subito dopo (al km 5,8) svoltate a destra imboccando la strada secondaria verso San Lorenzo. 

Lasciate l'asfalto al chilometro 6,2 imboccando sulla sinistra uno sterrato vallonato che scorre in mezzo ai campi e che, sempre sulla sinistra, vi offre una bella visuale su Montone. Al chilometro 10, al termine di una breve salita, reimmettetevi su una strada asfaltata secondaria che, dopo un breve tratto di discesa, vi riporta sulla strada principale (al km 11,5). 

Prestando molta attenzione al traffico, attraversate la strada e imboccante un nuovo sterrato, iniziando a salire verso Montone: questo è il tratto più difficile dell'itinerario, con gli ultimi metri di sterrato che sono davvero ripidi e costringeranno i meno preparati a mettere i piedi a terra. Una volta tornati sull'asfalto (km 12,3), la salita si fa molto più dolce e in poco più di un chilometro conduce alle porte di Montone. Da qui, riscendete per l'asfalto verso Umbertide e riprendete lo sterrato al chilometro 18,7, svoltando a destra dopo un tornante a sinistra. 

Da questo punto in poi, il percorso è sempre in pianura tra un dedalo di stradine, alternando asfalto e sterrato, fino a tornare sul lungo Tevere (km 23) per ripercorrete la prima parte dell'itinerario, tornando in Piazza Mazzini, a pochi metri dalla Rocca medievale e dal centro della città di Umbertide.

Oltre al centro storico di Umbertide con la sua superba Rocca medievale, lungo questo itinerario approfittate per vedere anche il castello di Civitella Ranieri, non lontano dalla città. Notevoli anche gli aspetti paesaggistici, caratterizzati dal fiume Tevere e da colline ancora ricoperte da una vegetazione incontaminata. 
Da non perdere lo splendido centro fortificato di Montone, tra i Borghi più Belli d’Italia e bandiera Arancione del Touring Club Italiano. L'edificio di maggior pregio della città è la chiesa di San Francesco (XIV secolo) con una navata e abside poligonale. Sempre nel centro storico, nell'ex convento di Santa Caterina, si trova l'archivio Storico Comunale, uno dei più importanti dell'Umbria per il ricco patrimonio documentario.
Altro importante edificio religioso è la pieve di San Gregorio, la chiesa più antica di Montone, costruita intorno al 1000 in stile romanico-bizantino. Dal borgo potete ammirate anche un magnifico panorama sulle valli sottostanti e poco fuori del centro abitato di Montone merita una visita la Rocca d'Aries, imponente castello da poco restaurato.
 

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Dal centro di Umbertide, risalendo lungo il corso del Tevere, verso le colline fino a raggiungere l'affascinante borgo arroccato di Montone, tra i Borghi più Belli d'Italia.
 

",,Montone|Umbertide|Mountain bike|Medio,,,,,42.45453473069639,14.216817386770371,,,,, Itinerario,it_IT,4565236,MTB 12 - Le vie del Sagrantino e i panorami di Montefalco,"
Partenza Montefalco
Arrivo Montefalco
Distanza 24,5 km
Dislivello 650 m
Difficoltà medio
Fondo 60% sterrato, 40% asfalto
Bici consigliata MTB, E-MTB
Da vedere in zona Montefalco, Fabbri, Trevi, Bevagna, Giano dell'Umbria, Madonna della Stella.

 

Il percorso si sviluppa quasi interamente tra asfalto e ampie strade sterrate, presentando solo un brevissimo tratto più tecnico e sconnesso. Le salite non sono particolarmente lunghe o impegnative, ma il susseguirsi di saliscendi alla fine lo rendono faticoso, soprattutto per chi è meno allenato.

Uscite dal centro storico di Montefalco e iniziate a scendere verso Camiano, da dove si prosegue in discesa fino al chilometro 2,4. Svoltate a destra e imboccate un largo sterrato che vi porta verso Fabbri. Qui, svoltate ancora a destra, appena prima del cimitero, pedalando per alcuni chilometri in una suggestiva strada campestre che scorre tra i vitigni fino ad arrivare ai piedi di Turrita. Tornati sull'asfalto (km 7,6) girate a sinistra e dopo 600 metri svoltate a destra affrontando lo strappo asfaltato di Turrita, che rappresenta la prima asperità impegnativa dell’itinerario. Da qui, proseguite diritti percorrendo ancora qualche chilometro di asfalto e attraversate la strada principale in direzione di Cortagnone, per tornare sullo sterrato al chilometro 10,3. Qui inizia il tratto paesaggisticamente più bello del percorso, con un ondulato sterrato che supera un susseguirsi di colline ricoperte da vitigni e lascia spaziare lo sguardo tra i Monti Martani (a sinistra) e Montefalco (a destra). 

Al chilometro 15,5 lasciate lo sterrato principale e svoltate sullo sterrato di destra affrontando un breve tratto di discesa e poi una salita piuttosto ripida. All'incrocio con l'asfalto proseguite a destra verso Casale. Qui, dopo la chiesa, girate a sinistra e imboccate un altro sterrato in discesa. Questo è il tratto più tecnico e sconnesso del percorso, ma con un po’ di cautela anche i meno pratici lo possono percorre. In ogni caso, arrivati a questo punto, i meno allenati potranno anche proseguire diritti per rientrare al punto di partenza in pochi chilometri di asfalto, seguendo le indicazioni per Montefalco. In alternativa, al termine della discesa, dopo aver superato un breve tratto tra una fitta vegetazione, si riprende a salire fino all'incrocio con l'asfalto al chilometro 19,5, poco prima di Pietrauta. Qui si potrà rientrare direttamente a Montefalco oppure allungare ulteriormente il percorso affrontando un paio di sterrati che portano fino a Montepennino, da dove si risale fino alle mura di Montefalco e si torna al punto di partenza.

Questo itinerario permette di scoprire le bellezze del centro storico di Montefalco, famosa per il suo pregevole centro storico e per la sua fortunata posizione che, grazie agli splendidi panorami, gli è valsa l'appellativo di ""Ringhiera dell'Umbria"". Probabilmente però, più di tutto il resto, quello che ha fatto conoscere nel mondo questo borgo sono i suoi vigneti e la qualità del suo vino, il Sagrantino di Montefalco.
Immersi nelle morbide colline, ricoperte di uliveti e vigneti, tra le numerose cantine dove è possibile fermarsi per degustazioni di vino e prodotti tipici, gli edifici che meritano una visita a Montefalco sono sicuramente la chiesa di San Francesco, oggi Museo, costruita dai frati minori conventuali tra il 1335 ed il 1338; la Pinacoteca, con opere di Francesco Melanzio, Antoniazzo Romano e dipinti di scuola umbra dal ‘300 al ‘700 e la cripta, con reperti archeologici ed altre sculture e frammenti di varie epoche. Il borgo è ancora racchiuso nella cinta muraria duecentesca ed è dominato dalla chiesa di Sant'Agostino, costruita insieme al convento nella seconda metà del XIII secolo. A pochi chilometri da Montefalco poi sorge Foligno, terza città dell'Umbria, che conserva edifici e palazzi di assoluto pregio, come il Duomo, la chiesa romanica di Santa Maria Infraportas, la chiesa di San Salvatore, l'ex chiesa di San Domenico e l'oratorio della Nunziatella.

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Un itinerario di media difficoltà per scoprire le bellezze del centro storico di Montefalco, nel fascino dei territori circostanti ricoperti di vigneti e uliveti e il gusto di un vino di qualità come il Sagrantino.

",,Montefalco|Mountain bike|Medio,,,,,42.454554723421126,14.216796565392123,,,,, Itinerario,it_IT,4565178,"MTB 11 - La Romana, i Molini di Galgata e Montelabate","
Partenza Ramazzano le Pulci
Arrivo Ramazzano le Pulci
Distanza 29,5 km
Dislivello 700 m
Difficoltà medio - difficile
Fondo 65% sterrato, 35% asfalto
Bici consigliata MTB, E-MTB
Da vedere in zona Perugia, Civitella Benazzone, Abbazia di Montelabate, Molino di Galgata.

 

Lungo la SP 175 Tiberina Nord, l'itinerario prende il via da Ramazzano e si sviluppa nella parte nord-est di Perugia, verso la città dei Ceri. Il percorso di 29,5 chilometri è caratterizzato da due salite principali, una lunga e pedalabile; l'altra breve ma molto ripida. 

Partiti da Ramazzano imboccate la SP 175 verso Casa del Diavolo e al primo incrocio (km 1,2) svoltate a destra in direzione di Piccione e Montelabate. Al chilometro 2,9 girate a sinistra iniziando la salita verso la splendida Abbazia di Montelabate, al chilometro 5,1. Da qui proseguite ancora in salita seguendo il sentiero n. 202, ammirando gli splendidi panorami sulle valli sottostanti e raggiungiamo località Belvedere (km 11,2), dove terminano lo sterrato e la salita. 

Pedalate per pochi metri sulla SS 298, prestando attenzione al traffico, e al chilometro 11,8 svoltate a sinistra imboccando un nuovo sterrato in discesa. Qui, proseguendo diritti per qualche chilometro e poi svoltando a destra in direzione di Biscina, ci si può immettere anche sulla Via di Francesco, altrimenti iniziate la discesa tenendo sempre la sinistra e seguendo le indicazioni per Galgata, fino a raggiungere Molino di Galgata, località nel territorio di Gubbio, da osservare sulla destra proprio sul fondo valle.

Qui iniziate la seconda salita prevista dal percorso: si tratta di uno strappo più breve di un chilometro, ma con pendenze che raggiungono anche il 20% e costringeranno i meno allenati a mettere piede a terra. Terminata la parte più ripida (km 16,6), svoltate a sinistra e proseguite sullo sterrato principale iniziando alcuni chilometri vallonati e tenendovi sempre sulla sinistra. 

Usciti dal bosco, sulla destra potete ammirare il paese arroccato di Civitella Benazzone. Al chilometro 24,9 invece, si torna di nuovo ai piedi dell'Abbazia di Montelabate dove termina lo sterrato: qui, svoltate a destra e ripercorrete a ritroso il percorso già pedalato, per ritrovarvi sulla prima parte dell'itinerario fino a Ramazzano.
 

Da questo percorso, in pochi chilometri si può raggiungere il centro di Perugia, come già illustrato nell'itinerario con partenza da Ponte San Giovanni. 
Inoltre, come accennato, la costruzione più importante da visitare nella zona è sicuramente l'Abbazia di Santa Maria di Valdiponte, meglio conosciuta come Abbazia di Montelabate. Si tratta di un complesso monastico Benedettino situato a nord di Perugia e fondato tra il IX ed il X secolo. Tra la bellezza paesaggistica di tutti i luoghi toccati da questo itinerario, sicuramente è imperdibile un giro nel piccolo borgo arroccato di Civitella Benazzone.

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Dalle boscose colline del capoluogo umbro andando verso Gubbio: una variante medio-difficile all'itinerario che da Perugia risale il Tevere fino a Ponte Pattoli, passando nei pressi di Ramazzano.

",,Gubbio|Valfabbrica|Perugia|Mountain bike|Medio,,,,,42.45452597573805,14.21682650460205,,,,, Itinerario,it_IT,4760684,Trekking nella Valnerina Ternana,"

Vi proponiamo due escursioni adatte a grandi e piccini, possibilmente ben allenati e vestiti adeguatamente, che conducono nel territorio del Monte La Pelosa, il rilievo più alto della provincia di Terni con i suoi 1635 metri di altitudine.

Entrambi i sentieri, segnalati e curati dal Cai, partono dalla bella piazza di Polino, in provincia di Terni, uno dei comuni più piccoli dell’Umbria per numero di abitanti, abbarbicato su uno sperone roccioso a dominio della Valnerina tra i Comuni di Ferentillo e Arrone.

Primo Itinerario

Località partenza: Polino
Località arrivo: Monte La Pelosa
Dislivello 831 metri
Lunghezza 12,0 km
Difficoltà Media
Tempo andata 4,00 ore
Tempo ritorno 4,00 ore
Dove parcheggiare Slargo Colle La Felciara, sulla strada verso Colle Bertone

 

Secondo Itinerario

Località partenza: Polino
Località arrivo: Prato Manente
Dislivello 390 metri
Lunghezza 5,0 km
Difficoltà Media
Tempo andata 2 ore e 30 minuti
Tempo ritorno 2 ore e 30 minuti
Dove parcheggiare Slargo Colle La Felciara, sulla strada verso Colle Bertone

Per informazioni:
Portale Turistico del Comune di Polino

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Preparatevi a due escursioni mozzafiato che vi conducono da Polino al Monte La Pelosa e dintorni, in mezzo a esplosioni di verde, vestigia del passato, reperti fossili e incredibili panorami sull’Appennino centrale

",,Polino|Trekking,,,,,42.5798473,12.8789028,Polino,,,, Itinerario,it_IT,2968709,"Da Todi a Orvieto, passando per Spoleto e Parrano: alla scoperta delle grotte naturali dell'Umbria","

L’Umbria rappresenta una meta ideale per esplorazioni in suggestive grotte naturali, adatte sia ai principianti che a persone in possesso di competenze tecniche.

 

Un viaggio affascinante, misterioso e quasi surreale che ti porta a diretto contatto con le radici della terra: percorsi e itinerari lontani dallo spazio e dal tempo.

 

Organizza la tua escursione contattando una delle guide speleologiche che possono accompagnarti in tutta sicurezza in questa indimenticabile esperienza.
La zona tra Todi e Orvieto offre molti luoghi di grande interesse geologico.

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L’Umbria rappresenta una meta ideale per esplorazioni in suggestive grotte naturali, adatte sia ai principianti che a persone in possesso di competenze tecniche.
Un viaggio affascinante, misterioso e quasi surreale che ti porta a diretto contatto con le radici della terra: percorsi e itinerari lontani dallo spazio e dal tempo.

",,Orvieto|Spoleto|Todi|Avigliano Umbro|Arrampicata e Speleologia,,,,,,,,,,,null null null null null null Itinerario,it_IT,2967871,I Luoghi delle Fiction in Umbria,"

Forse non ci hai mai fatto caso, ma alcune delle fiction che guardi ogni giorno in televisione sono ambientate nei suggestivi vicoli dei borghi umbri, tra le colline del Cuore verde d'Italia.

 

Scegli la tua fiction preferita e visita il borgo che l'ha ospitata durante le riprese.

 

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Gubbio, Spoleto, Perugia e Città della Pieve sono delle città umbre conosciute non solo per la loro bellezza, per l'arte e I pregiati prodotti tipici, ma anche per essere il set di alcune delle più famose serie tv italiane. Scoprile insieme a noi!

",,Città della Pieve|Gubbio|Spoleto|L'arte in Umbria,,,,,42.73413625,12.738055167398446,,,,, Itinerario,it_IT,2967610,"San Gemini, Acquasparta, Avigliano Umbro",,,"

Non solo terme: scopri la bellezza di alcuni borghi rinomati per le loro acqua termali. San Gemini, Acquasparta e Avigliano Umbro ti offrono storia, cultura e benessere.

",,L'arte in Umbria,,,,,42.61216878491181,12.54604573926144,,,,, Itinerario,it_IT,2966691,Tardogotico in Umbria,"

Nel Quattrocento la circolazione di romanzi cavallereschi penetrò anche le arti figurative, dando vita ad una diffusione nei dipinti delle medesime tematiche letterarie. Gli esemplari superstiti sono rari e anche per questo preziosissimi: in Umbria potrai scoprire due tra i più importanti cicli di questo genere. Non solo: potrai ammirare altri affreschi tardogotici anche in testimonianze di carattere religioso.

Ultima tappa: Spoleto per ammirare gli affreschi, tra i più rari e pregevoli del periodo, nella Rocca albornoziana, che fu strategicamente edificata sulla sommità del colle Sant'Elia dal 1359. All'interno della Torre Maestra, nella Camera Picta, si conserva un ciclo di storie cavalleresche, dipinto dal Maestro della Dormitio di Terni prima del 1416, con episodi tratti dalla letteratura cortese. Soffermati sulla figura allegorica della Fontana della giovinezza.

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Storie cavalleresche, cicli profani e religiosi nell'Umbria tardogotica

",,L'arte in Umbria,,,,,43.3508894,12.5756924,,,,, Itinerario,it_IT,2967912,Sulle orme dei Cavalieri di Malta,"

Un alone di fascino avvolge ancora oggi l'Ordine dei Cavalieri di Malta, uno dei pochi ordini cavallereschi ufficialmente riconosciuti dalla Santa Sede e che in Umbria hanno lasciato il segno soprattutto nella zona di Corciano e Magione

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Un percorso lungo i luoghi dei Cavalieri di Malta: da Corciano a Magione alla scoperta dei castelli lungo il lago Trasimeno.

,,Corciano|Magione|L'arte in Umbria|trasimeno,,,,,43.14153096423889,12.203731915474988,,,,, Itinerario,it_IT,2967737,La fabbrica dei sogni: i luoghi del cinema in Umbria,"

Le verdi colline, le campagne lussureggianti e gli incantevoli corsi d'acqua umbri si sono prestati, nel corso deli anni, ad essere una location perfetta per film, videoclip, documentari e serie tv. Ti proponiamo un itinerario nei luoghi della ""fabbrica dei sogni"" umbra, alla scoperta dell'orvietano e dell'amerino visto attraverso la macchina da presa.

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Un percorso che ti mostra alcuni tra i più bei luoghi dell'Umbria attraverso l'occhio vigile della macchina da presa: scopri Orvieto, i borghi dell'amerino e Spoleto dove sono stati girati dei film che hanno fatto la storia del cinema.

",,Orvieto|Spoleto|Lugnano in Teverina|L'arte in Umbria,,,,,42.706652372137064,12.258974667686845,,,,, Itinerario,it_IT,4565566,MTB 16 - Spoleto e il Bosco Sacro di Monteluco,"
Partenza Monteluco di Spoleto
Arrivo Monteluco di Spoleto
Distanza 25 km
Dislivello 1080 m
Difficoltà difficile
Fondo 70% sterrato, 30% asfalto
Bici consigliata MTB, E-MTB
Da vedere in zona Spoleto, Monteluco, Convento di San Francesco, Bosco Sacro.

 

Un itinerario impegnativo adatto solo ai ciclisti più esperti per le difficoltà altimetriche, per l’esistenza di discese tecniche e passaggi che richiedono molta attenzione, ma anche per la presenza di persone che percorrono a piedi i sentieri nell’area, specialmente nel tratto in discesa che da Patrico porta a Spoleto, e alle moto da enduro che salgono in senso contrario.

Il punto di partenza è il Convento di San Francesco: una volta scesi verso il prato di Monteluco imboccate a destra il sentiero n. 1, entrando ben presto in un divertente single track nel bosco che, tra le altre cose, ricalca anche la Via di Francesco. Al chilometro 1,3 uscite dal bosco e svoltate a sinistra imboccando la strada asfaltata in salita: qui inizia l'ascesa che conduce a Patrico, che è tra l’altro l'unico lungo tratto asfaltato di questo itinerario. 

Arrivati a Patrico, al chilometro 6,7, passando tra le case, imboccate una ripida e sconnessa discesa seguendo il sentiero n. 6. In questo punto, prestate particolare attenzione perché il bivio non è facilmente individuabile. Caratterizzata da pietre e da tratti molto sassosi, questa discesa è decisamente difficile nei primi chilometri: richiede molto impegno e concentrazione. Solo al chilometro 11,3, lasciando il sentiero n. 6 e proseguendo sullo sterrato a destra, la discesa si fa più facile e rilassante.

Si arriva a valle al chilometro 13,8: qui, reimmettetevi sull'asfalto girando a destra e subito dopo svoltate ancora a destra per salire verso Monteluco. Lasciando di nuovo l'asfalto al chilometro 15,4, imboccate uno stretto single track facendo estrema attenzione allo strapiombo presente sulla sinistra. Questo tratto conduce nei pressi del Ponte delle Torri, da dove, chi vuole, può raggiungere in pochi metri il centro storico di Spoleto. In alternativa, proseguite sul single track seguendo le indicazioni per il sentiero n. 3 che in questo tratto diventa praticamente pianeggiante e offre una magnifica vista sul Ponte delle Torri, la Rocca Albornoziana e il centro di Spoleto.

Al chilometro 17,2 svoltate a destra seguendo sempre il sentiero n. 3 che, però, in questo tratto si fa più ripido e impegnativo e scorre sempre tra una fitta vegetazione. Al chilometro 19,6 svoltate a destra lasciando il sentiero n. 3 e seguite le indicazioni (frecce arancioni) per il percorso MTB n. 4 iniziando il tratto più impervio e difficile dell'itinerario. Pedalando prima su uno sterrato molto ripido che può costringere anche a scendere; proseguendo poi su uno stretto e ripido single track avvolto dalla vegetazione che per diversi tratti costringerà a salire a piedi, si arriva sulla strada asfaltata che da Patrico conduce a Monteluco al chilometro 21,8. Da qui, terminato il tratto più impegnativo, potete tornare al punto di partenza ripercorrendo il percorso fatto all'inizio dell'itinerario.

Una rigogliosa vegetazione e la varietà dei percorsi praticamente infinita presente nell’area di Monteluco rendono questo itinerario davvero interessante: con il suo Bosco Sacro (area ricoperta da una fitta vegetazione di leccio sempreverde) e il Convento di San Francesco, Monteluco costituisce un luogo ricco di spiritualità, di grande interesse naturalistico per la presenza di fitti boschi dove è possibile ammirare anche bellissimi panorami sulle zone circostanti, dalle Valle Umbra alla Valnerina. Assolutamente da vedere lungo questo percorso il centro storico di Spoleto, a solo 8 chilometri da Monteluco. Tra le più belle cittadine del centro Italia, la “Città dei due Mondi” conserva evidenti influssi di epoca romana, mantenendo comunque intatta la struttura di epoca medievale. Il monumento più importante è il Duomo, ma interessanti sono anche la chiesa di Sant'Eufemia, la chiesa dei Santi Giovanni e Paolo, l'abbazia di San Ponziano, la chiesa di San Domenico; la chiesa di San Nicolò e il palazzo Comunale; la chiesa di San Paolo Inter Vineas (X secolo), con un importante ciclo di affreschi del 1200, e la chiesa di San Pietro, eretta nel V secolo, con una splendida facciata scultorea romanica ornata con straordinari bassorilievi. Sopra la città si erge l'imponente Rocca albornoziana, realizzata a partire dal 1352 che domina anche il superbo Ponte delle Torri.

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Una fitta rete di sterrati, sentieri e impegnativi single track immersi in un ambiente naturale estremamente vario: imperdibile e straordinaria bellezza lungo un itinerario ideale per gli amanti della MTB e del trekking.

",,Spoleto|Mountain bike|Difficile,,,,,42.45457352408989,14.216776985477894,,,,, Itinerario,it_IT,4565668,MTB 20 - Cascia: prati e boschi sui monti di Santa Rita,"
Partenza Cascia
Arrivo Cascia
Distanza 30 km
Dislivello 800 m
Difficoltà difficile
Fondo 65% sterrato, 35% asfalto
Bici consigliata MTB, E-MTB
Da vedere in zona Cascia, Norcia, Roccaporena, Parco dei Monti Sibillini.


Il percorso, che inizia pochi metri fuori dal centro di Cascia, si può dividere in due parti: la prima, che quasi sempre in salita conduce fino a Forca di Civita (km 18,5); la seconda che, completamente in discesa, riporta al punto di partenza. I 30 chilometri totali e la lunghezza della salita, che presenta anche passaggi molto impegnativi, rendono quest’itinerario difficile e adatto a persone con un buon allenamento. Se non si ha timore di mettere piede a terra, però, anche i meno allenati possono intraprendere tale percorso: i panorami che avranno modo di scoprire li ripagheranno a pieno delle fatiche.

Usciti da Cascia, pedalate sull'asfalto in direzione di San Giorgio e Agriano, iniziando subito a salire. Al chilometro 3,2, dopo una semicurva sulla destra, lasciate la strada asfaltata e svoltate a destra su una stretta mulattiera facendo molta attenzione perché il bivio non è molto visibile. Da qui, si affronta uno dei tratti più ripidi della salita, che però ci permette di godere una splendida vista su Cascia. 
Il percorso prosegue sempre in salita, anche se alcuni tratti di pianura e lieve discesa permettono di riprendere fiato, fino allo spiazzo conosciuto con il nome di Colonnetta, che si trova al chilometro 9,9. Qui è possibile rifocillarsi alla fonte che si trova sulla destra e ammirare tutta la maestosità dei Monti Sibillini che si possono vedere sulla sinistra.

Proseguite prendendo la prima strada a sinistra e continuate a salire fino al chilometro 12,5. Svoltate a sinistra su un altro sterrato e scendete per qualche centinaio di metri: all'incrocio con l'asfalto proseguite a destra, ricominciando a salire e seguendo poi le indicazioni per Castel Santa Maria, arrivando fino al chilometro 14,6. Dopo la fontanella sulla sinistra, svoltate a destra e in breve si raggiungeranno i ruderi della chiesa di Santa Maria della Neve, distrutta dal terremoto del 1997, ma che ancora conserva alcuni affreschi di pregio. 
Da qui, riprendete a salire: una volta ritornati sull'asfalto in poco tempo si arriverà al valico di Forca di Civita (km 18,5), il punto più alto e più panoramico del percorso. Svoltate sullo sterrato di destra e poi piegate subito a sinistra iniziando la veloce discesa sterrata che conduce verso Cascia. La discesa non è particolarmente tecnica, ma per i più esperti può rappresentare un tratto di grande divertimento poiché permette di raggiungere velocità anche molto elevate.

Al chilometro 23 attraversate il paese di Colmotino dove, girando a sinistra, si ritornerà per qualche chilometro sull'asfalto. Lasciatelo di nuovo al chilometro 25,1, in località Tazzo, svoltando a destra su un sentiero tecnico sterrato: qui, chi vuole può proseguire diritto e rientrare a Cascia su asfalto, altrimenti, al termine del tratto più tecnico prendete a sinistra. In breve tempo si tornerà sull'asfalto e si rientrerà al punto di partenza ripercorrendo a ritroso i primi chilometri dell'itinerario.

Lungo questo percorso, adagiata sul colle S. Agostino e circondata da rilievi che scendono fino al fiume Corno, il borgo di Cascia vi conquisterà. Conosciuta nel mondo come la città di Santa Rita, Cascia è un centro religioso, artistico e culturale, carico di misticismo e spiritualità che offre gioielli di grande interesse come la chiesa di San Francesco, splendido esempio di architettura gotica; la chiesa di Sant'Antonio Abate, originaria del '400 e ristrutturata e modificata in epoca barocca; la collegiata di Santa Maria; la gotica chiesa di Sant'Agostino, posta sulla sommità del colle nei pressi della Rocca. Da vedere anche il Museo Comunale di Palazzo Santi e Palazzo Carli. Inoltre, nei dintorni, al di là delle splendide montagne di questa zona e la natura incontaminata del vicino Parco Nazionale dei Monti Sibillini, meritano una visita il centro di Roccaporena, ricco di ricordi legati a Santa Rita come la casa dove visse, l'orto del miracolo, lo scoglio e il roseto, la villa di San Silvestro (altopiano di Chiavano), con le rovine di un tempio pagano (II secolo a.C.) e importante testimonianza del periodo arcaico.

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Nei dintorni della cittadina di Cascia, al limite sud orientale della regione, attraverso una delle zone più montagnose e incontaminate dell'Umbria, immersi nell’atmosfera rigenerante dei luoghi di Santa Rita. 

",,Cascia|Mountain bike|Difficile,,,,,42.454580591223,14.216769625428,,,,, Itinerario,it_IT,4565612,MTB 19 - Il Lago di Corbara e le foreste del Monte Peglia,"
Partenza Orvieto
Arrivo Orvieto
Distanza 40,5 km
Dislivello 1000 m
Difficoltà difficile
Fondo 45% sterrato, 55% asfalto
Bici consigliata MTB, E-MTB
Da vedere in zona Orvieto, Corbara, Lago di Corbara, Monte Peglia.

 

Questo itinerario parte dal parcheggio antistante la funicolare che da Orvieto Scalo conduce a Orvieto centro, a pochi metri dalla stazione ferroviaria. Una vicinanza che consente di optare anche per la soluzione treno+bici.  Il percorso è abbastanza scorrevole, poiché non presenta tratti particolarmente tecnici o sconnessi, ma il chilometraggio elevato (40 chilometri) e la presenza di due salite impegnative lo includono negli itinerari di livello difficile. 

Partendo dal parcheggio della funicolare, come accennato, si supera il sottopassaggio dell'autostrada per dirigersi verso Ciconia. Alla prima rotonda proseguite verso il Monte Peglia, mentre al chilometro 1,3 girate a destra verso Corbara. Affrontati alcuni saliscendi su asfalto fino al chilometro 5,5, girate a sinistra su uno sterrato ben battuto ed iniziate la prima vera salita, lungo la quale si può godere di belle visuali su Orvieto. La salita termina al chilometro 9,4, girando a destra ed imboccando una veloce discesa che termina al chilometro 13, in corrispondenza della strada asfaltata. Girate a sinistra, superate il piccolo borgo di Corbara e proseguite diritti costeggiando il lago per diversi chilometri. 

Tornate sullo sterrato solo al chilometro 19,3, svoltate a sinistra ed iniziate la seconda salita del percorso, che vede nelle prime rampe proprio il tratto più impegnativo ma che vi introduce alla parte più bella e suggestiva dell’itinerario, giungendo al borgo disabitato di Osa al chilometro 21. Da qui, proseguite ancora in leggera salita tra i boschi, attraversando panorami davvero impareggiabili.

Al chilometro 26 si torna sull’asfalto: girate a sinistra. Poi, in circa 3 chilometri si arriva a Colonnetta, da dove si inizia a scendere. Al chilometro 29,7 abbandonate l'asfalto e imboccate un veloce sterrato che vi porta rapidamente verso valle. La discesa è intervallata da alcuni brevi tratti di asfalto e da brevi ma impegnativi strappetti. Alcuni punti permettono di osservare Orvieto e distinguere all'orizzonte il profilo del Duomo. Qui, prima di tornare al punto di partenza, una sosta per ammirare il panorama è d'obbligo. Terminata la discesa, si torna al punto di partenza in meno di 2 chilometri seguendo le indicazioni per Orvieto.


Questo percorso vi porta attraverso alcune delle innumerevoli bellezze artistiche e naturalistiche dell’Umbria. Scegliendo questo itinerario infatti, potreste scoprire in primo luogo il centro storico di Orvieto e magari la suggestiva Orvieto sotterranea, vero e proprio labirinto di cunicoli, gallerie, cisterne, pozzi, cave e cantine. In secondo luogo, potrete apprezzare il lago di Corbara e le sue innumerevoli bellezze naturalistiche, tra cui le Gole del Forello, dove il Tevere che si insinua tra alte pareti rocciose di travertino crea scenari stupendi. Infine, da non perdere i fitti boschi ed i panorami che si possono godere dai colli dell'Umbria centrale, ed in particolare dalle pendici del Monte Peglia, da dove si può ammirare una splendida visuale su tutta la regione.

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Oltre le bellezze di Orvieto, in un itinerario nel Parco Fluviale del Tevere, alla scoperta dei suoi tesori naturalistici racchiusi tra il lago di Corbara e i fitti boschi che ricoprono le pendici del Monte Peglia.

",,Orvieto|Mountain bike|Difficile,,,,,42.454555111791095,14.21679616092509,,,,, Itinerario,it_IT,4565730,MTB 22 - Foligno e la via delle abbazie,"
Partenza Foligno
Arrivo Foligno
Distanza 26 km
Dislivello 700 m
Difficoltà difficile
Fondo 60% sterrato, 40% asfalto
Bici consigliata MTB, E-MTB
Da vedere in zona Assisi, Spello, Santa Maria degli Angeli, Basilica di Rivotorto, Eremo delle Carceri, Parco Regionale del Monte Subasio.


Il chilometraggio non è particolarmente impegnativo, ma la presenza di due importanti salite, il fondo in gran parte sassoso e smosso e i diversi tratti di discesa tecnica rendono questo itinerario adatto a biker con un discreto livello di allenamento e con buone capacità di guida.

Una volta usciti dal centro di Foligno, dirigetevi verso il Convento di San Bartolomeo, arrivando al chilometro 3,8. Qui, lasciate l'asfalto e dopo pochi metri iniziate la prima salita del percorso, che porta quasi in vetta al monte Cologna. Il primo tratto dell'ascesa scorre tra gli uliveti ed è molto impegnativa, con diversi tratti che superano anche il 15% di pendenza. La seconda parte dell'ascesa si sviluppa all'interno di un fitto bosco e, sebbene le pendenze siano un po’ meno severe, risulta estremamente faticosa a causa del terreno sassoso che in alcuni tratti può costringere anche a mettere piede a terra. La vetta della salita si raggiunge al chilometro 11,5, dove si può godere di una bella vista su Foligno e su tutta la valle Umbra. 

Iniziate la discesa prestando sempre attenzione al terreno smosso e al chilometro 12,5 arrivate al caratteristico borgo di Roviglieto, luogo di battaglia durante la Seconda Guerra Mondiale. Qui, potete riempire la borraccia e poi iniziare il tratto più divertente, ma anche più tecnico del percorso. Usciti dal paese, infatti, si inizia a scendere per un ripido sterrato e poco dopo (km 13,7) svoltando a destra, si prosegue su uno stretto single track in cui bisogna procedere prestando estrema attenzione al percorso, perché il sentiero è stretto e avvolto da una fitta vegetazione boschiva.

Terminato il single track, proseguite in discesa prima di affrontare la seconda salita del percorso (km 15,6): è breve, ma abbastanza impegnativa. La salita termina al chilometro 16,3 e da qui si scende verso Foligno, prima su sterrato poi su asfalto. Attraversate Cancellara, passando vicino a Scandolaro, prima di lasciare di nuovo l'asfalto al chilometro 19,3 e imboccare uno sterrato che vi riporta fino a Carpello e poi al Convento di San Bartolomeo, da dove potete ripercorrere la stessa strada fatta all'andata.

Lungo il percorso, o nelle immediate vicinanze, meritano una visita anche la chiesa di Santa Maria in Campis, il Convento di San Bartolomeo, l'Abbazia di Sassovivo e l'eremo di Pale. Sono inoltre. particolarmente caratteristici i piccoli borghi di Scandolaro e Roviglieto, arrampicati tra i boschi e gli ulivi.
Da non perdere: Foligno. Terza città dell'Umbria, il suo centro storico conserva edifici religiosi e palazzi di assoluto pregio tra cui il Duomo, con una facciata secondaria dei maestri Rodolfo e Binello; il Palazzo Comunale e Palazzo Trinci. Una visita è d’obbligo anche alla chiesa romanica di Santa Maria Infraportas; alla chiesa di San Salvatore e all'ex chiesa di San Domenico, oggi sede dell'Auditorium. Notevoli anche l'oratorio della Nunziatella, la chiesa di San Francesco e il duomo di San Feliciano.
 

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Da Porta Romana, nel centro di Foligno, attraverso gli uliveti e i boschi del Monte Cologna, toccando o lambendo numerosi conventi, abbazie, chiese e borghi caratteristici.

",,Foligno|Mountain bike|Difficile,,,,,42.45459329107876,14.216756399191766,,,,, Itinerario,it_IT,2966478,I vicoli di Perugia. Il rione di Porta Santa Susanna,"

Il rione di Porta Santa Susanna si trova nel cuore di Perugia: inizia la tua visita alla scoperta del quartiere partendo da via dei Priori, la strada che dall'arco affianco al palazzo dei Priori scende verso San Francesco al Prato.

 

In un piacevole percorso lungo i vicoli di questo rione scoprirai una delle zone più antiche del territorio umbro: parti dall'Arco dei Priori, uno dei posti dove i perugini tradizionalmente si danno appuntamento. Il nome dell'arco, così come quello del palazzo, deriva dal nome dei dieci magistrati (priori) che nel Medioevo detennero il governo cittadino: Via dei Priori era l'inizio dell'importante strada che conduceva al lago Trasimeno e poi alla Toscana.

 

Dal percorso principale si diramano diversi vicoletti tipici: il primo da sinistra è via del Dado, una strada senza uscita dove si trova una piazzetta quadrata (che probabilmente dà il nome alla via). Subito dopo, imbocca via dell'Orso, il cui nome deriva probabilmente dall'usanza medievale, da parte delle famiglie più ricche, di avere in casa animali esotici come leoni, orsi, pappagalli. Superato questo caratteristico vicolo, imbocca via Sant'Agata, che prende il nome dalla chiesa dei Santi Severo e Agata; la chiesa, già nel 1663, era una cappella dedicata alla santa che fu ceduta al papa nel 1320, in cambio della chiesa di San Severo che fu soppressa per ampliare il palazzo dei Priori. La cappella fu dunque ricostruita e dedicata ad entrambi i santi. Sulla facciata della chiesa puoi osservare una lapide dedicata a don Piastrelli, importante esponente del mondo cattolico progressista, tra i promotori del movimento modernista in Italia, un punto di riferimento anche per Aldo Capitini.

Prosegui scendendo delle scalette e gira a destra per risalire fino a via Vemiglioli che prende il nome dall'omonimo palazzo che si trova nella piazzetta in cima alle scalette, di Giovanni Battista Vermiglioli, fondatore della cattedra di archeologia e del Museo archeologico di Perugia, l'uomo più colto del suo tempo. Da qui, passa per via Cumana e giungi su via Deliziosa: al numero 17, una targa ricorda che quella fu la casa abitata da Pietro Vannucci, il Perugino. Scendi un po' e incontri sulla destra via dei Gatti, così chiamata perché fino agli anni 50 era chiusa da un cancello, quindi ad uso esclusivo dei gatti. Tornando in direzione di via dei Priori, fermati a guardare la lapide dedicata a Alinda Bonacci Brunamonti, la poetessa che secondo Capitini incarnò al meglio il romanticismo letterario. Segui poi per via del Morone per poi arrivare in uno slargo dove si trova il palazzo degli Oddi, oggi Marini Clarelli. Gli Oddi, che edificarono il palazzo nel Cinquecento, erano una famiglia di nobili perugini la cui epopea è narrata negli affreschi interni allo stabile. Un vicoletto ti conduce in via Vincioli: continua lungo via della Pernice e in via Guardabassi, una via dedicata al famoso patriota perugino. Scendendo dritto si giunge nella piazzetta San Paolo, dove si trova il liceo classico di Perugia. Qui vi è posta una lapide che ricorda Giovanni Bini Cima, intellettuale repubblicano che qui insegnò nell'Ottocento. Risalendo un po' la piazza percorri via dell'arco fino a giungere in via del Poggio da dove si gode di una bellissima vista sulla piazza San Francesco. Dirigiti verso questo posto, uno dei più belli e suggestivi di Perugia.

Guarda tutti i bellissimi edifici religiosi che ti circondano, partendo dalla chiesa di Santa Maria della Luce, o Madonna di San Luca. Si tratta di una chiesa datata al 1519, a seguito di un prodigio di un'immagine della Madonna e dei Santi, opera di Tiberio d'Assisi. Alla base di due pilastri, due grifi, simbolo della città di Perugia, che ricordano l'intervento del Comune nella ricostruzione della Chiesa.

Spostati poi verso la chiesa di San Luca Evangelista, ristrutturata nel 1586 da Bino Sozi su incarico dei Cavalieri dell'Ordine di Malta. Accanto puoi vedere la Casa della Commenda, dell'Ordine dei Cavalieri di Malta: oggi è una residenza, ma negli anni ha ospitato un lanificio. Andando verso il prato trovi l'oratorio di San Bernardino da Siena, un vero e proprio capolavoro. La sua facciata, in stile rinascimentale, fu scolpita da Agostino di Duccio con statue e basso rilievi in un'unica tessitura di marmi e pietre, coperti di azzurrite, malachite e d'oro (di cui rimangono solo pochi residui). All'interno vi è un sarcofago che contiene le reliquie del beato Egidio, compagno di San Francesco. Dall'altare si accede all'oratorio dei santi Andrea e Bernardino, dal soffitto intagliato e dorato e ricco d stucchi e di dipinti.

La chiesa principale e più grande è la chiesa di San Francesco al Prato, edificata nel tredicesimo secolo in sostituzione della Cappella di Santa Susanna che dà il nome all'intero rione. La chiesa ha subito diversi crolli e rifacimenti, la maggior parte dovuti ai cedimenti strutturali del colle, cedimenti che hanno provocato la perdita il campanile medievale prima, e poi di quello barocco. La facciata attuale è recente: essa infatti risale al 1929 e fu rifatta sulla base del disegno del Gonfalone di San Bernardo. All'interno vi erano i sepolcri delle ricche famiglie perugine ornate da dipinti famosi come la Deposizione Baglioni e L'incoronazione della Vergine di Raffaello e la Resurrezione del Perugino, poi trasferite a Roma. Ora la chiesa è utilizzata come Auditorium, mentre nell'ex convento ha sede l'Accademia delle Belle Arti Pietro Vannucci.

Puoi approfittarne del bel prato per riposarti dalla passeggiata e godere di una degli scorci più caratteristici dell'Umbria.

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I vicoli del Rione di Santa Susanna ti faranno scoprire il versante occidentale del centro storica di Perugia, lungo la via che un tempo portava verso il Trasimeno e la Toscana, concludendo il percorso nell'incantevole scenario di San Francesco al Prato.

",,Perugia|Luoghi della cultura|Trekking urbano,,,,,43.68573704507196,10.428374127449064,,,,,null null null null null null Itinerario,it_IT,2966941,"Gualdo Cattaneo, il borgo dei castelli","

Situato nella parte centrale dell'Umbria, Gualdo Cattaneo è un borgo medievale arroccato su una collina alle pendici dei Monti Martani in una posizione particolarmente suggestiva.

Oltre che per i gioielli custoditi all'interno delle sue antiche mura, merita una visita anche per il sistema di castelli e costruzioni medievali che caratterizzano il suo territorio: un vero e proprio complesso difensivo che costituisce uno straordinario museo all'aperto.

 

Dopo il Castello di Gualdo Cattaneo, sulla cui piazza domina la Rocca, un fortilizio a forma di triangolo equilatero con tre torri comunicanti tra di loro e per vie sotterranee con le sottostanti mura castellane, troviamo il Castello di Pozzo che, immerso nel verde degli ulivi, sovrasta la valle del Puglia. Notevole l'impianto architettonico e i particolari scorci medievali che offre.

Il Castello di Cisterna Alta, che si eleva su un colle sopra il fiume Puglia, risale al XIII secolo e oggi si presenta in discrete condizioni, con l’alta torre medievale ancora ben visibile, adiacente alla quale sorge un nucleo abitato di origine ottocentesca.

Al confine tra i comuni di Gualdo Cattaneo e Giano dell'Umbria, si trova il Castello di Marcellano, le cui origini possono essere fatte risalire intorno al XII secolo. È famoso per il presepe vivente che viene organizzato ogni anno durante le feste di Natale. L’intero borgo viene coinvolto nella rappresentazione con allestimenti e scene di vita tradizionale dell’epoca medioevale con decine di figuranti in costume, botteghe di artigiani che mostrano le antiche tecniche di lavorazione, taverne con vino caldo ed eccellenze gastronomiche locali. Al calar del sole, in uno scenario unico, ha luogo la Sacra Rappresentazione della Natività.

Di presunte origini longobarde è invece il Castello di Saragano (a pochi km da San Terenziano) che fu dimora del console romano Lucio Lucinio Sura (da cui forse prese il nome).

Il Castello di Ceralto può considerarsi un'isola felice fuori dal tempo grazie alla sua singolare ubicazione, immerso nell'ambiente naturale della quercia e del cerro, all'originale fusione tra l'articolato del sito e la tipologia architettonica e l'assoluta pace che lo avvolge. Nei pressi del castello cresce uno dei lecci più grandi dell’Umbria con un’età stimata intorno ai 200 anni.

In buone condizioni si presenta il Castello di Barattano, che del sistema dei castelli gualdesi rappresenta forse l'archetipo più marcato. A pochi km da Gualdo, è caratterizzato da una morfologia strutturale dotata di un’ampia cinta muraria con porta d’ingresso medievale, vicoli caratteristici e alti torrioni. Conserva al suo interno la chiesa di S. Bartolomeo (sec XIII) con affreschi del XVI e del XVII secolo e due angeli lignei cinquecenteschi.

Dall’alto di una collina isolata, il Castello di Torri domina la sottostante vallata percorsa dalla strada S.Terenziano - Bastardo. Un’arcuata porta d’ingresso, sormontata dallo stemma dell’aquila tuderte, immette all’interno, dove si trovano le abitazioni addossate alla cerchia perimetrale.

Sul versante opposto, troviamo il Castello di San Terenziano, eretto nel XIV secolo a difesa della popolazione. Fu costruito secondo uno schema tipologico tradizionale a pianta quadrata, utilizzando la pietra locale. Al suo interno si trova la chiesa di S. Terenziano, un raro esempio di costruzione formata da due chiese sovrapposte: l’inferiore dell'undicesimo secolo e la superiore costruita alla fine del ‘200.

Completano il sistema di castelli: il Castello di Grutti, a metà strada tra Massa Martana e Todi, della cui struttura medievale oggi restano in piedi alcuni torrioni, il Castello di Speltara, sulla strada S.Terenziano – Collazzone, maniero abbandonato a pianta quadrata con unica e alta torre angolare, il Castello di Simigni, vicino alla frazione di Bastardo, fondato nel 1103 e attualmente di proprietà privata, il Castello di Forte Sorgnano e il Castello di Pomonte, la cui struttura è oggi circondata da una ricca vegetazione; a pianta quadrilatera, presenta agli angoli piccole torri.

 

Per maggiori informazioni:

http://www.turismogualdocattaneo.it/

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Un viaggio alla scoperta del sistema di castelli e costruzioni medievali che caratterizzano il territorio di Gualdo Cattaneo.

,,Gualdo Cattaneo|Storia antica,,,,,42.90736711050261,12.554172358844513,,,,, Itinerario,it_IT,2968227,"Umbria, il 2020 nel segno di Raffaello","

Vi trovate in Umbria o state programmando un viaggio nel Cuore verde d’Italia?
Prendete nota dei luoghi dove ammirare le opere del geniale artista che si formò proprio in terra umbra e delle mostre a lui dedicate, a 500 anni dalla sua scomparsa.

Tappe imperdibili per il vostro viaggio sulle tracce di Raffaello sono Perugia e Città di Castello.

L’Umbria ricorda Raffaello

A Palazzo Baldeschi al Corso, Perugia celebra Raffaello con l’esposizione “Raffaello in Umbria e la sua eredità in Accademia” dal 18 settembre al 6 gennaio 2021. Il percorso espositivo organizzato dalla Fondazione CariPerugia Arte insieme all’Accademia di Belle Arti di Perugia si sviluppa attraverso due parti. Una è dedicata al periodo umbro di Raffaello, grazie a una importante sezione multimediale con straordinarie videoproiezioni immersive e all’esposizione di alcune opere dei maestri di Raffaello: Perugino, Pintoricchio e Signorelli. L’altra, prettamente espositiva, è dedicata all’eredità lasciata dall’artista soprattutto in ambito accademico.

Sempre seguendo il filo conduttore delle celebrazioni raffaellesche, la Fondazione CariPerugia Arte organizza, dall'11 settembre al 6 gennaio 2021, un’altra mostra a Gubbio, nelle Logge dei Tiratori della Lana dal titolo ”Dal lustro all’istoriato: Raffaello e la nuova maiolica”. L’esposizione è centrata sulle produzioni di ceramica a lustro e intende documentare, attraverso l’allestimento di circa centoquaranta opere, altri materiali e supporti multimediali, le caratteristiche e il rapido passaggio dalla produzione a lustro a quella istoriata con particolare riferimento alla riproduzione dalle incisioni e stampe delle opere di Raffaello e altri pittori dell’epoca.

Il Comune di Foligno, dal 25 settembre al 24 gennaio 2021, celebra il genio del pittore urbinate con una mostra dedicata alla fortuna di una delle sue opere più illustri, la Madonna di Foligno, fortemente legata alla storia della città. La mostra intende documentare la fortuna che l’opera di Raffaello raccolse nel corso dei due secoli trascorsi all’interno del monastero di Sant’Anna, divenendo il modello di riferimento per la produzione di grandi pale d’altare destinate ad alcuni centri di culto locali e il prototipo per numerose repliche in vari formati e in differenti tipologie artistiche. La sua indiscussa notorietà tramandata dalle fonti antiche e dalla penna di artisti e viaggiatori che ebbero modo di ammirarla a Foligno, a Parigi e in seguito a Roma, favorì anche una produzione consistente di incisioni e stampe decretandone il costante apprezzamento e un’ammirazione ininterrotta fino ai nostri giorni.
Per essere costantemente aggiornati sulle celebrazioni raffaellesche, seguite questo link.

Per maggiori informazioni:
www.raffaelloinumbria.it

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Tappe imperdibili per il vostro viaggio sulle tracce di Raffaello sono Perugia e Città di Castello. 

,,Città di Castello|Gubbio|Perugia|Spoleto|L'arte in Umbria,,,,,43.11213395,12.388822450779276,,,,, Itinerario,it_IT,2968149,Un viaggio tra moderno e contemporaneo da Città di Castello a Perugia,,,"

Alberto Burri inizia a creare le sue opere in un campo di concentramento del Texas. Da allora e per oltre 40 anni non smetterà di produrre arte. A Perugia, le lavagne di Beyus e l'aerofuturismo di Gerardo Dottori che spezza la triplice dimensione.

",,Città di Castello|Perugia|L'arte in Umbria,,,,,43.4571953,12.2434589,,,,, Itinerario,it_IT,4737040,Il Percorso Verde del Fiume Nestore,"
Partenza Comune di Sant’Apollinare
Arrivo Comune di Sant’Apollinare
Distanza 8 km (anello)
Dislivello 100 m
Difficoltà FACILE  (escursionistico)
Tempo Complessivo  2 ore a piedi, 1 ora in bicicletta
Dove parcheggiare Comune di Sant’Apollinare
Da vedere in zona Borgo Sant'Apollinare

Il piccolo borgo di Sant’Apollinare che fu per 400 anni dimora dei Marchesi Graziani di Perugia, è un raffinato edificio bizantino risalente all’XI secolo che porta il nome dell’Arcivescovo ravennate Apollinare limitrofo ad un antico insediamento monastico benedettino, del quale ne fu posto a difesa. Il castello si presenta adagiato sul pendio del colle, racchiuso entro le mura di forma oblunga ed ellittica con la porta d’ingresso ad arco acuto. L’interno del castello è altamente suggestivo con l’alto maschio merlato e due cortili d’armi. Rimangono a tutt’oggi l’imponente torre quattrocentesca che introduce nel cortile del castello con una cisterna al centro; i resti di un’altra torre con arco a sesto acuto nella parte bassa del paese e un’altra torre dimezzata a ponente. In fondo al borgo, due porte che introducono in uno spazio quadrato sul quale si ergeva una delle torri. Dalla zona più alta del borgo si scorge un panorama veramente unico su buona parte della valle del Nestore, fiume che attraversa tutto il territorio e che confluisce nel fiume Tevere proprio nelle vicinanze della città di Marsciano.

Il Percorso Verde del Nestore, è un itinerario che si snoda lungo un ampio tratto del fiume dal quale prende il nome e che consente di godere appieno della pace e della natura di questi luoghi. Protagonista indiscusso è il fiume: visibile in lontananza, sotto un ponte da attraversare o osservabile dall’alto, come da una terrazza con vista. Grazie alle bacheche informative presenti lungo il tragitto si può conoscere la grande varietà di animali e piante presenti sul territorio e, con un pizzico di fortuna e di pazienza, sarà anche possibile vederli. Tutt’attorno si osservano in lontananza i borghi e le fortificazioni che circondano la valle, modellata dal fiume lungo il corso del tempo.

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Una passeggiata a diretto contatto con la natura, nei luoghi disegnati dal lento scorrere del fiume Nestore

",,Marsciano|Ciclovie|Trekking|Facile,,,,,43.10606670762511,12.379870639315943,,,,, Itinerario,it_IT,4849563,Deruta - Anello della Madonna dei Bagni,"
Partenza Casalina
Arrivo Casalina
Distanza 5 km (anello)
Dislivello 80 m
Difficoltà FACILE  (escursionistico)
Tempo Complessivo  2 ore a piedi
Dove parcheggiare A Casalina Edicola votiva Madonna del Ponte
Da vedere in zona Casalina, Chiesa della Madonna dei Bagni

 

 

Il piccolo borgo di Sant’Apollinare che fu per 400 anni dimora dei Marchesi Graziani di Perugia, è un raffinato edificio bizantino risalente all’XI secolo che porta il nome dell’Arcivescovo ravennate Apollinare limitrofo ad un antico insediamento monastico benedettino, del quale ne fu posto a difesa. Il castello si presenta adagiato sul pendio del colle, racchiuso entro le mura di forma oblunga ed ellittica con la porta d’ingresso ad arco acuto. L’interno del castello è altamente suggestivo con l’alto maschio merlato e due cortili d’armi. Rimangono a tutt’oggi l’imponente torre quattrocentesca che introduce nel cortile del castello con una cisterna al centro; i resti di un’altra torre con arco a sesto acuto nella parte bassa del paese e un’altra torre dimezzata a ponente. In fondo al borgo, due porte che introducono in uno spazio quadrato sul quale si ergeva una delle torri. Dalla zona più alta del borgo si scorge un panorama veramente unico su buona parte della valle del Nestore, fiume che attraversa tutto il territorio e che confluisce nel fiume Tevere proprio nelle vicinanze della città di Marsciano.

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Siamo a Casalina, piccola frazione del comune di Deruta, dove si trova il Santuario Madonna dei Bagni, così chiamato perché si trova sul colle omonimo. Un luogo unico che racchiude al suo interno circa 800 formelle figurate in ceramica decorate a mano, che dal 1600 testimoniano una passione devota.

",,Deruta|Trekking|Facile,,,,,42.983839964488254,12.403521467985092,,,,, Itinerario,it_IT,4849796,Anello di Fratta Todina,"
Partenza Fratta Todina
Arrivo Fratta Todina
Distanza 10,85 km (anello)
Dislivello 200 m
Difficoltà MEDIA  (escursionistico)
Tempo Complessivo  3 ore a piedi, 1 ora in bicicletta
Dove parcheggiare Fratta Todina parcheggio (Sala tartufo)
Da vedere in zona Fratta Todina

 

 

Per la sua posizione geografica, il borgo fu oggetto di contesa tra Todi e Perugia, la quale tentava di avere il controllo dei territori al di là del Tevere. Nel XIV secolo furono costruite le mura, ma fu Braccio Fortebraccio da Montone che, nel XV secolo, ampliò il castello e lo fortificò secondo un preciso progetto urbanistico militare. Nel centro storico si possono ammirare edifici e monumenti recentemente restaurati: una parte delle mura castellane, costruite tra il XIII e XIV secolo, il palazzo Vescovile (XVII secolo) e la chiesa Parrocchiale (1654), fatta edificare dal cardinale Altieri di fronte alla più antica chiesa di San Savino inglobata nel palazzo Altieri, della quale sono ancora visibili l'abside e altri segni accanto al campanile. All'interno si può ammirare una pregevole Deposizione di Andrea Polinori (1612), copia di quella dipinta (Barocci) e conservata nella Cattedrale di Perugia.

Partendo dal parcheggio fuori le mura della città, si attraversa tutto il centro storico passando accanto il palazzo Vescovile e il palazzo Altieri per uscire poi fuori dalle mura e girare a sinistra su via Pisciarello. Costeggiando campi coltivati e distese naturali si giunge in via Aldo Capitini sulla strada Marscianese 32.

Da qui proseguendo lungo la via e dopo 2 km si arriva in località Pontecane, dove gireremo a sinistra all’altezza dell’edicola votiva attraversando il passaggio a livello.

Proseguendo diritti s’imbocca via Montione e a seguire via Ferro di Cavallo. Giunti allo stop giriamo a sinistra lungo la Strada provinciale 374, per ritornare dopo 2 km al punto di partenza.

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Fratta Todina nominata da Plinio con il nome originale di Tudernum, è uno dei più piccoli comuni della regione.

",,Fratta Todina|Trekking|Bici da strada|Ciclovie|Medio,,,,,42.983839964488254,12.403521467985092,,,,, Itinerario,it_IT,4849954,San Venanzo - Anello Parco Vulcanologico,"
Partenza San Venanzo
Arrivo San Venanzo
Distanza 4,20 km (anello)
Dislivello 150 m
Difficoltà FACILE (escursionistico)
Tempo Complessivo  2 ore a piedi
Dove parcheggiare Comune di San Venanzo
Da vedere in zona San Venanzo, Parco Vulcanologico 

 

 

Si parte da San Venanzo, prendendo la Statale in direzione di Ospedaletto – Orvieto (Ovest) per lasciarla poco dopo e proseguire lungo Via dell’Acquedotto. Tra la seconda e la terza casa sulla sinistra prendiamo una strada in discesa (siamo ora proprio nel cratere di uno dei due paleo vulcani) che seguiamo fino al termine della vigna, lasciando sempre la vigna alla nostra destra. Arriviamo così al cosiddetto “Pisciarello”, antica fontana molto cara ai sanvenanzesi. Pochi metri dopo seguiamo in discesa verso destra, una stradina in cemento che in breve diventerà imbrecciata. Superatolo lasciamo il depuratore a sinistra per iniziare una salita. Incontriamo un cancello sulla destra e, di fronte a noi, la strada diventa di terra e si inoltra nel bosco, fino a spuntare su una strada più importante e imbrecciata.

La prendiamo verso destra (Sud Ovest) risalendo; diventa bitumata e, poco dopo, prendiamo a destra seguendo un cartello che indica la presenza di una attività artigianale (officina meccanica); raggiungiamo l’edificio che lasciamo sulla nostra destra (attenzione: probabile la presenza di cani liberi) e troviamo a sinistra una stradina di terra che costeggia dei piccoli ricoveri per animali (sulla nostra sinistra).

Questa strada in discesa ci porterà in breve al Parco Vulcanologico, dal quale l’unica via presente (Via della Cava) ci riporta sulla Statale che prendiamo verso destra trovandoci dopo pochi minuti di nuovo a San Venanzo.

San Venanzo, nei pressi del Monte Peglia, nasce sul costone di uno dei tre vulcani attivi circa 265.000 anni fa e qui si trova infatti il Parco Vulcanologico di San Venanzo che offre la possibilità di osservare anelli di tufo, bastioni tufacei e colate laviche tra cui la ""Venanzite"" famosa in tutto il mondo.

All'interno del paese è ospitato il Museo Vulcanologico che è volto a valorizzare le caratteristiche geologiche che distinguono il territorio permettendo di approfondire lo studio delle rocce lignee, del metamorfismo e delle forme del vulcano, attraverso il percorso di sale espositive dotate di pannelli interattivi, attrezzature, microscopi, collezioni e materiali provenienti da tutto il mondo. All'interno del Museo è possibile visitare l'Antiquarium nel quale si possono osservare alcuni ritrovamenti del sito etrusco di Poggio delle Civitelle, nei pressi del Monte Peglia.

L’area si è sviluppata intorno a 3 piccoli vulcani (diametro di circa 500 mt ed altezza max 30 mt) attivi circa 265.000 di anni fa, precisamente Mar di San Venanzo, dove oggi sorge l’omonima località di San Venanzo, quindi l’Anello di tufo di Pian di Celle, posto circa 800 metri a sud, e l’Anello di lapilli di Celli, circa a 500 metri a est di Pian di Celle.

Il Parco Vulcanologico di San Venanzo oltre alla visione di coni, crateri e colate laviche, offre la possibilità di ammirare alcune rocce e minerali rari. La più famosa di queste è la Venanzite che ha diffuso il nome della località di San Venanzo nel mondo.

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San Venanzo, nei pressi del Monte Peglia, nasce sul costone di uno dei tre vulcani attivi circa 265.000 anni fa e qui si trova infatti il Parco Vulcanologico di San Venanzo che offre la possibilità di osservare anelli di tufo, bastioni tufacei e colate laviche tra cui la ""Venanzite"" famosa in tutto il mondo.

",,Marsciano|Trekking|Facile,,,,,42.983839964488254,12.403521467985092,,,,, Itinerario,it_IT,4850118,San Venanzo - Anello San Vito in Monte,"
Partenza San Vito in Monte 
Arrivo San Vito in Monte
Distanza 4,7 km (anello)
Dislivello 210 m
Difficoltà FACILE (escursionistico)
Tempo Complessivo  2 ore a piedi
Dove parcheggiare Piazza Fernando Margaritelli (San Vito in Monte)
Da vedere in zona San Vito in Monte

 

Dopo aver parcheggiato nella piazza del paese, proseguiamo verso la Chiesa (a sinistra) dove si trova l’unica stradina che procede verso Nord alla nostra destra. Dopo aver percorso 2 km troveremo di fronte a noi i ruderi di Podere Terre Bianche. Proseguendo dopo circa un km arriveremo a un incrocio accanto al quale si trova una croce.

Procedendo diritti, ci troveremo in breve a San Vito Castello, con la sua terrazza panoramica, nel quale nelle giornate limpide potremo ammirare l’Appennino grazie alla presenza di un binocolo a postazione fissa: il Monte Catria, il Monte Cucco, la catena dei Monti Sibillini.

Una volta attraversato il piccolo borgo medioevale ed esserne usciti dall’antica porta, prenderemo un sentiero che parte dal piccolo parcheggio a ridosso delle mura medioevali, dove si trova una piccola fontanella.

Questo sentiero diventa più evidente una volta imboccato e non avremo alcuna difficoltà a raggiungere la strada provinciale. Allo stop prenderemo a sinistra, per fare ritorno al paese di San Vito al Monte.

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Baccano, comunemente chiamato San Vito in Monte, è stato sede del Comune di San Vito fino al 1927. Si trova sulla antica Via Orvietana, che lo attraversava ricalcando proprio il percorso dell’attuale strada principale. Il paese di San Vito è diviso in due unità abitative ben distinte, una a valle, San Vito in Monte e una in alto, San Vito Castello, una terrazza da cui si gode un caratteristico e stupendo paesaggio sulla valle del Fersenone.

",,Marsciano|Trekking|Bici da strada|Facile,,,,,42.983839964488254,12.403521467985092,,,,, Itinerario,it_IT,4850299,Itinerario del Tevere,"
  TAPPA 1 TAPPA 2 TAPPA 3 
Nome tappe Da Deruta a Marsciano Da Marsciano a Fratta Todina Da Fratta Todina a Todi
Partenza

Deruta

Marsciano Fratta Todina 
Arrivo Marsciano Fratta Todina  Todi
Distanza 20,50 Km 6,80 Km  22 Km 
Dislivello 40 m  40 m  450 m 
Difficoltà

Media (escursionistico) 

Facile (escursionistico)  Media (escursionistico) 
Tempo Complessivo  5 ore a piedi, 2 ore in bicicletta 2 ore a piedi, 1 ora in bicicletta 6 ore a piedi, 2 ore in bicicletta
Dove parcheggiare Deruta parcheggio davanti parrocchia di San Lorenzo Marsciano centro storico Fratta Todina centro storico
Da vedere in zona Deruta  Marsciano Fratta Todina, Todi 

 

 

Il fiumeTevere, secondo solo al Po per l’estensione del bacino idrografico, è il più importante corso d’acqua dell’Italia centro meridionale. Questo percorso cicloturistico che collega Deruta a Todi e si sviluppa lungo le sponde del fiume Tevere, si inserisce nell’ambito della ciclovia di interesse nazionale “BI5 Romea-Tiberina”, che collega Tarvisio con Roma per una lunghezza complessiva di ben 800 chilometri. Un itinerario facile e completamente pianeggiante, adatto anche ai meno esperti e a famiglie con bambini, che si snoda tra paesaggi dolci e pianeggianti.

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In bici o a piedi lungo l'itinerario del Tevere 

",,Marsciano|Todi|Deruta|Ciclovie|Trekking|Facile|Medio,,,,,42.9823412,12.4177493,,,,, Itinerario,it_IT,4500552,Dante in Umbria,"

Se siete appassionati di letteratura e di storia, vi suggeriamo due luoghi ideali per celebrare nel 2021 i 700 anni dalla morte di Dante Alighieri.

Informazioni

Castello di Colmollaro: è di proprietà privata e apre di solito in occasione della Giornate di primavera organizzate dal Fai 
Museo della Stampa: Foligno, via Pertichetti n.6 – tel. +39 0742 330584 

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Un itinerario sulle tracce del Sommo Poeta partendo dal Castello di Colmollaro vicino Gubbio fino a Foligno, dove fu stampata la prima copia della Divina Commedia.

",,Gubbio|Foligno|Luoghi della cultura,,,,,43.28470613149384,12.662444748912728,Gubbio,,,, Itinerario,it_IT,2966906,Da Narni ad Orvieto lungo la Strada dei vini Etrusco Romana,"

Tra i vitigni di Grechetto, Malvasia, Ciliegiolo e Sangiovese
Amelia ha origini precedenti alla fondazione di Roma (1134 a.C.): a questo periodo sembra risalgano le mura poligonali. La soprendente statua bronzea del Germanico ( raffigurante un personaggio identificato come Nerone Claudio Druso Germanico, principe della famiglia Giulio-Claudia) merita da sola una visita al museo Archeologico .
Strade e vigneti si susseguono nel tuo viaggio, la vite appartiene ai monti Amerini da sempre. Grechetto, malvasia, ciliegiolo e sangiovese sono i vitigni più coltivati in zona.
Narni la scorgi da lontano, splendida città arroccata su uno sperone di roccia calcarea sul fiume Nera. Uno scrigno di tesori romani, umbri e medievali: visita l' abbazia di San Cassiano, la Rocca Albornoz, e immergiti nella Narni sotterranea prima di andare al Ponte di Augusto. Il principe di queste terre è il ciliegiolo, vitigno autoctono e componente essenziale per i vini Doc dei Colli Amerini, che regala vini freschi e profumati.
Se l'appetito si fa sentire: un salvataggio dall'oblio con la fava cottora, oggi presidio Slow Food poi manfricoli, pasta fatta a mano, al sugo pacio o con asparagi di bosco. A seguire assaggia il baccalà con le prugne o un altro caposaldo della tradizione: palombacci all'Amerina con la tipica salsa dal sapore medioevale. Dal passato la conclusione più dolce con i fichi di Amelia ripieni di frutta secca. Da Amelia a Orvieto
La vista del lago di Corbara ti annuncia l'arrivo a Civitella del Lago: unico il singolare museo dell'Ovo Pinto ma non mancare anche il sito archeologico di Scoppieto e Pagliano.
Se volgi lo sguardo alle campagne noterai che alle più tradizionali varietà umbre se ne sono affiancate di italiane ed internazionali quali chardonnay, sauvignon, vermentino, cabernet, merlot e pinot nero. Queste ultime tipiche della Doc Lago di Corbara, un vino rosso rubino, austero ed elegante.

Orvieto ti lascerà a bocca aperta, appoggiata su di una grandiosa rupe di tufo: da vedere il Duomo, il Pozzo di San Patrizio e Orvieto Underground. Fin dai romani il vino ha avuto un ruolo centrale nell'economia, prediletto dai papi e capace di finanziare la costruzione dello stesso Duomo. Prima Doc umbra e antico almeno come la città, il vino di Orvieto è un bianco dal giallo paglierino, lievemente fruttato e floreale ma con buon alcol ed acidità tradizionalmente proveniente dall'assemblaggio di grechetto, trebbiano ed altre uve. Lo puoi assaggiare nell'unica enoteca regionale a Palazzo del Gusto dove non mancano preziosità enologiche come l'elegante Orvieto Classico Muffa Nobile, unica DOC in Italia.

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Dal porto fluviale di Paglianum partivano per Roma olio e vino. Ancora oggi Orvieto e le terre limitrofe sono sinonimo di vino. Fin da allora il tufo di questi monti offriva riparo alle preziose anfore: esplora le grotte secolari e riemergi con un calice in mano.

,,Amelia|Narni|Orvieto|I percorsi del gusto,,,,,,,,,,,null null null Narni null null null Orvieto Itinerario,it_IT,2967756,"Via del nord, da La Verna ad Assisi sui passi di Francesco","

Il percorso

Il percorso si sviluppa tra le salite e le discese dell'Appennino, che vanno affrontate sempre con passo calmo e regolare. La fatica è parte del cammino, ma la possibilità di ridurre le tappe offre a tutti la possibilità di adeguare la marcia alle proprie esigenze.
Le prime due tappe del cammino sono di montagna, si affrontano salite impegnative sui monti dell'Appennino per raggiungere l'eremo di Montecasale e la città di Sansepolcro. L'itinerario si snoda alternando strade sterrate, sentieri e anche asfalto.
Il cammino ti farà avvicinare ai luoghi dove Francesco passò e pregò nel corso delle sue itineranze: Citerna, Città di Castello, Pietralunga, Gubbio, Valfabbrica.
Lungo la Via tutto parla di Francesco e del suo messaggio di amore per tutte le creature. Gli eremi, le abbazie, i paesi e le città conservano i tanti tesori dell'arte e della storia, che celebrano il genio d'Italia, della quale San Francesco è Patrono.

 

Nel sito www.viadifrancesco.it troverai tutte le tappe con le relative mappe, le descrizioni del percorso, i dislivelli, i gps e la lista delle accoglienze povere e specializzate per i pellegrini. E non dimenticare di richiedere la Credenziale del Pellegrino.

 

Segnaletica
Nel tratto toscano la Via di Francesco è indicata con la segnaletica CAI (segnale bianco-rosso), in Umbria il percorso è ben segnalato con i colori della Via: il giallo e il blu che ti guideranno fino ad Assisi.

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Il Santuario de La Verna è il punto di partenza più popolare del cammino verso Assisi. Il silenzio e l'isolamento del Sacro Monte, circondato da boschi e foreste, ti offrono l'occasione per preparare lo spirito al cammino di circa 190 km fino alla tomba di Francesco in Assisi.

",,Assisi|Citerna|Città di Castello|Gubbio|Perugia|Valfabbrica|Pietralunga|La via di Francesco,,,,,43.4983345,12.1162059,,,,, Itinerario,it_IT,2966669,I dolci dell'Umbria,"

L'ottima tradizione culinaria umbra ci ha regalato tante gustose ricette, alcune tipiche di determinati territori, altre legate a specifici periodi dell'anno o alle festività. Ti accompagniamo in un viaggio attraverso i sapori umbri più dolci e gustosi.

 

Sono davvero numerosissime le dolci ricette legate al periodo natalizio. Il Panpepato ternano è molto apprezzato in quanto unisce il sapore amaro del cioccolato, il dolce del miele e dei canditi, il sapore intenso della frutta secca (noci, mandorle, pinoli, nocciole) e le spezie (noce moscata, cannella e pepe). Nel Perugino si è soliti preparare le Pinoccate, dolcetti a forma di rombi di zucchero e pinoli, bianchi alla vaniglia o neri al cioccolato. Sempre nella zona di Perugia, appartengono alla tradizione natalizia le Pinolate - pasticcini rotondi secchi alle mandorle e pinoli – e il torciglione, un dolce secco a forma di serpente attorcigliato a base di mandorle. Nello spoletino, da autunno fino a gennaio si è soliti preparare la Attorta o serpentone, un dolce di pasta sfoglia ripiena di mele, cacao e noci a forma di spirale, mentre nella zona di Assisi, Spello e Foligno si cucina un dolce molto simile chiamato ‘la Rocciata'. La differenza con la Attorta sta nella forma e nell'aggiunta di fichi, prugne, nocciole, mandorle, pinoli agli ingredienti. Nei comuni di Deruta e Torgiano non è Natale senza i Pammelati, dolci molto simili a un supplì nella forma, composti da pane grattugiato, noci, cannella, miele, scorza di arancio, pinoli.

 

Tipici della zona di Todi ed Orvieto, i maccheroni dolci sono una specialità locale tradizionalmente preparata in occasione di due importanti vigilie, quella di Ognissanti e quella di Natale. La preparazione è la stessa di un classico piatto di pasta asciutta, ma all'olio e al formaggio si sostituiscono miele e nocciole. Per la festa di Ognissanti del 1 Novembre a Perugia si è soliti preparare le ‘Fave dei morti' o ‘Stinchetti', dolcetti a base di mandorle disponibili nella variante più o meno morbida.

A Perugia, ogni 29 gennaio le vetrine delle pasticcerie e dei forni sono occupate principalmente dal Torcolo di San Costanzo, un dolce povero a forma di ciambella avente come base la pasta di pane, con l'aggiunta di uvetta e canditi preparato in onore del santo patrono della città.

Tra i dolci umbri tipici del Carnevale, i più noti sono le Frappe - un impasto di uova, farina, burro, zucchero e lievito tagliato a striscioline, legato a piccoli nodi e fritto nell'olio bollente – gli Strufoli alla perugina o Castagnole, chiamati così a seconda della zona dell'Umbria in cui vengono preparati e di diverse dimensioni, più grandi i primi, più piccoli e a forma di gnocchetto i secondi. Sia gli strufoli che le castagnole vengono fritti e serviti imbevuti di alchermes o cosparsi di miele o zucchero. Altro dolce carnevalesco è la cicerchiata umbra, una ricetta molto antica basata su ingredienti poveri come farina, olio e poco zucchero; l'unico ""lusso"" di questa ricetta è il miele e i confettini di zucchero colorati dei quali è cosparso. La cicerchiata deve il suo nome alla cicerchia, un legume del quale ricorda la forma, oggi poco conosciuto se non dagli amanti dei cibi tradizionali. Riguardo al periodo Pasquale, il dolce più famoso è sicuramente la Ciaramicola perugina, una torta a forma di ciambella di colore rosso ricoperta di una glassa bianca e confettini colorati.

Vengono preparati tutto l'anno e non sono legati a festività specifiche i famosi Tozzetti, dei pasticcini secchi alle mandorle, ottimi da gustare inzuppati nel vinsanto.

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Alla base dei dolci tipici umbri c'è innanzitutto la tradizione e la storia delle persone che hanno contribuito alla creazione delle loro ricette. Nella nostra regione, notoriamente terra contadina, molti di essi derivano proprio dalla cultura culinaria agricola e dai prodotti tipici della terra.

",,Deruta|Orvieto|Perugia|Todi|Torgiano|Foligno|Assisi|Spello|Spoleto|Terni|Le ricette della tradizione|I borghi delle due valli,,,,,43.099118227460735,12.341509104140968,,,,, Itinerario,it_IT,2969931,Pescare in Valnerina,"

Per tutti gli appassionati di pesca, l'Umbria offre un territorio ricco di corsi d'acqua di particolare pregio naturalistico. Il Fiume Nera rende la Valnerina uno degli ambienti più interessanti, suggestivi e degni di nota dell'intero Appennino Centrale.

 

La Carta Ittica Regionale (documento in cui i corsi d'acqua vengono classificati in ""zone"", sulla base delle specie ittiche presenti e sulle caratteristiche ambientali) attribuisce al tratto fluviale del fiume Nera, sopra la città di Terni, la denominazione di zona superiore della trota, caratterizzata da acque di elevato pregio e ambienti di rilevante interesse naturalistico.

In queste acque la trota fario rappresenta la specie ittica dominante: per salvaguardare questo tipo di salmonide, la Regione Umbria ha istituito due tratti no-kill sui fiumi Nera e Corno, nei comuni di Cerreto di Spoleto, Vallo di Nera e Ferentillo. Tale iniziativa prevede pratiche di pesca alternative ai metodi tradizionali (per mezzo cioè di una tecnica ad esca artificiale-mosca o spinning con amo senza ardiglione e il rilascio immediato del pesce) che consente di ridurre la pressione della pesca sportiva sull’ecosistema fluviale e quindi una maggior tutela del fiume.

Per pescare nei tratti no-kill della Valnerina occorre obbligatoriamente prenotare e munirsi di apposito permesso di pesca attraverso la WebApp del sito www.neranokill.it (oltre alla licenza tipo B).

Per maggiori informazioni:

www.neranokill.it

info@neranokill.it

Numero vigilanza e pronto intervento 3926673372

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Pescare nei tratti no-kill della Valnerina ti permetterà di scoprire dei paesaggi unici ed immergerti nella natura incontaminata.

,,Terni|Valnerina|Ferentillo|Cerreto di Spoleto|Vallo di Nera|Paesaggi d'acqua|Valnerina da scoprire|Torrentismo e rafting,,,,,42.55445458544512,12.643140542543591,,,,, Itinerario,it_IT,2969752,Orvieto Underground,"

Mettete da parte il timore di scivolare o di provare un senso di claustrofobia: il tour nelle due cavità del percorso, facilmente accessibili, è accompagnato da personale esperto e gentile che vi dirà dove mettere i piedi. 
ll punto di partenza della vostra incursione nelle viscere di Orvieto è alla biglietteria di piazza Duomo, dove una guida specializzata vi condurrà al Parco delle Grotte: è l’incipit del tuffo di venti metri sottoterra, alla scoperta di due cavità, la 536 e la 6, che costituiscono il percorso di visita lungo circa 1 chilometro e della durata di un’ora. 

Nella prima, che si estende per circa 850 metri, potrete vedere i resti di un ampio frantoio che risale probabilmente alla seconda metà del Trecento, con una pressa e alcune mole, tra cui una datata 1697; oltre a un vano - forse una vasca in cui venivano poste le sanse dopo la prima spremitura - potrete scorgere una serie di ambienti e strutture funzionali al mulino, quali cantine, stalle, un focolare e una condotta per l’acqua. La cavità presenta anche una grande cava di pozzolana, aperta (o riaperta), secondo documenti d’archivio, nel 1882 e tre condotti verticali risalenti all’epoca etrusca, quando Orvieto si chiamava Velzna.

Nell’oscurità silenziosa dell’ipogeo in cui potete incontrare una serie di cisterne di epoca etrusca (risalenti al V secolo a.C. di cui una realizzata con la tecnica ""a telaio""), medievale e rinascimentale, vi inoltrate anche in un cunicolo lungo circa 30 metri, scavato dagli Etruschi per la captazione idrica.

Più avanti, proseguite nella cavità 6, più profonda di dieci metri rispetto alla prima ed estesa per circa 300 metri, che attraverso una serie di anfratti, scalette e stretti cunicoli, vi conduce alle colombaie: vani adibiti durante l'epoca medievale all'allevamento dei colombi.

Le vasche che si svelano lungo il percorso ospitavano probabilmente delle fornaci in cui nel XVIII secolo si cuoceva vasellame in argilla. Un pezzo di storia che, unito al rinvenimento di numerosi vasi nei pozzi all’interno della Rupe, conferma la grande tradizione della ceramica di Orvieto.

Una volta riemersi in superficie, seguite le indicazioni per il Pozzo di San Patrizio: un capolavoro di ingegneria idraulica rinascimentale che potete esplorare discendendo i 248 gradini che conducono al fondo: secondo la leggenda del santo irlandese, chi fosse riuscito a raggiungerlo avrebbe ottenuto l'ingresso in Paradiso.

Se questo viaggio sotterraneo a ritroso nel tempo vi ha emozionato potete replicare l’avventura tuffandovi in altri due ipogei aperti ai visitatori, il Pozzo della Cava e il Labirinto di Adriano, ma sappiate che nella rupe tufacea su cui è costruita la città sono state individuate oltre mille cavità che nascondono ancora storie, tesori e segreti, tutti da raccontare.

Informazioni:
Biglietteria, piazza Duomo, tel. +39 0763 340688, +39 339 7332764.
Orari di visita: tutti i giorni dalle 11.00 alle 12.15 e dalle 16.00 alle 17.15, prezzo intero 7 euro, ridotto 5 euro.

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Un viaggio nelle viscere della Città della Rupe che racconta, come un libro di pietra, le sue varie fasi storiche, a partire da quella etrusca.

",,Orvieto|Trekking urbano,,,,,42.038733516554,14.724747156787,,,,,null null null null null null Itinerario,it_IT,2968097,Girovagando per i pittoreschi borghi lungo la Strada dei vini del Cantico,"

Il percorso che vi proponiamo, ideale da sperimentare nel periodo della vendemmia, vi conduce alla scoperta di numerosi borghi che, con il loro patrimonio artistico immerso in un paesaggio unico, impreziosiscono la Strada dei Vini del Cantico: un percorso contrassegnato da una produzione enologica d’eccellenza: una DOCG (Torgiano Rosso Riserva) e cinque DOC (Assisi, Torgiano, Colli Martani, Colli Perugini e Todi). 

Info utili
La lunghezza dell’itinerario è di circa 190 km da percorrere in circa tre ore.

Percorsi trekking
Da Massa Martana al Passo di Acqua Canale, solo andata, lunghezza 7 km, tempo di percorrenza circa 3 ore.
Da Monte Castello di Vibio a Doglio, Parco fluviale del Tevere, solo andata, lunghezza 6 km, tempo di percorrenza cica due ore.
Da Todi a Vocabolo Palombara, solo andata, lunghezza circa 19 km, tempo di percorrenza circa 4 ore.
Fratta Todina, alla scoperta dei suoi dintorni, itinerario ad anello, lunghezza totale circa 11 km, tempo di percorrenza circa mezz’ora. 
Da Collazzone a Collepepe e alla miniera, solo andata, lunghezza circa 8 km, tempo di percorrenza circa tre ore.
Da Marsciano a Casalina, itinerario ad anello, lunghezza totale circa 20 km, tempo di percorrenza circa un’ora e mezza.
Da Deruta a Pontenuovo, “percorso verde”, itinerario ad anello, lunghezza totale circa 11 km, tempo di percorrenza circa un’ora.
Da Torgiano a Deruta, in MTB, (Ponte Rosciano-Le Cinque Querce), itinerario ad anello, lunghezza totale circa 22 km, tempo di percorrenza circa 3 ore.
Perugia, l’anello di Monte Pacciano, lunghezza totale circa 10 km, tempo di percorrenza tre ore.
Da Bettona a Collemancio, itinerario ad anello, lunghezza totale circa 19 km, tempo di percorrenza circa 5 ore. 
Cannara, alla scoperta dei dintorni, solo andata, lunghezza circa 4 km, tempo di percorrenza 1 ora.
Da Assisi a Rivorto, itinerario ad anello, lunghezza totale circa 6 km, tempo di percorrenza circa 1 ora e mezza.
Da Spello all’Acquedotto romano, itinerario ad anello, lunghezza totale 15,5 km, circa 5 ore.

Percorsi bike
Massa Martana, alla scoperta dei Monti Martani, itinerario ad anello, lunghezza totale 37 km, tempo di percorrenza circa 4 ore.
Da Monte Castello di Vibio a Todi, itinerario ad anello, lunghezza totale 28,6 km, tempo di percorrenza cica due ore e mezza.
Da Fratta Todina a Marsciano, itinerario ad anello, lunghezza totale 34 km circa, tempo di percorrenza due ore.
Da Deruta a Castelleone, itinerario ad anello, lunghezza totale 16,36 km, tempo di percorrenza circa 1 ora.
Da Torgiano alla chiesa di S. Giuliana, itinerario ad anello, lunghezza totale 35 km, tempo di percorrenza circa 3 ore.
Perugia, giro per le cinque Porte, solo andata, lunghezza circa 7,5 km, tempo di percorrenza due ore e mezza. 
Bettona, da Passaggio di Bettona alle colline a sud, itinerario ad anello, lunghezza totale 31 km, tempo di percorrenza circa ore. 
Da Assisi alla Basilica di Santa Chiara, itinerario ad anello, lunghezza totale 50 km, tempo di percorrenza circa 4 ore.
Da Cannara all’Eremo delle carceri di Assisi, itinerario ad anello, lunghezza totale 40 km, tempo di percorrenza tre ore e mezza.
Da Spello a Santa Maria degli Angeli, solo andata, lunghezza 19,2 km, tempo di percorrenza circa 1 ora e mezza. 

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Da Massa Martana a Spello, un percorso che permette di scoprire una varietà di produzioni tipiche del territorio senza dimenticare arte, ambiente e cultura

",,Perugia|Spello|I percorsi del gusto|I borghi delle due valli|Media VallExperience,,,,,42.77265352887616,12.525789062345005,Massa Martana,,,, Itinerario,it_IT,2967893,MTB 17 - Gubbio e il fascino di Sant'Ubaldo    ,"
Partenza Gubbio
Arrivo Gubbio
Distanza 20 km
Dislivello 900 m
Difficoltà difficile
Fondo 70% sterrato, 30% asfalto
Bici consigliata MTB e E-MTB
Da vedere in zona Gubbio, Sant'Ubaldo, Gola del Bottaccione

 

L'itinerario prende il via dall'Anfiteatro romano di Gubbio e si sviluppa sui monti che sovrastano la città di sant'Ubaldo. Il chilometraggio è breve, di soli 20 chilometri, ma le difficoltà altimetriche ci portano a classificarlo come difficile. Tuttavia, tra quelli di alta difficoltà, è uno dei più abbordabili, quindi anche se non sei un biker esperto, ma possiedi un po' di spirito d'avventura, potrai provare ad affrontarlo; ovviamente un po' di allenamento è comunque necessario.
La prima salita inizia dopo pochi chilometri: si tratta di una suggestiva ascesa che si inerpica per una stretta valle, raggiungendo la piccola chiesa della Madonna del Sasso; dopo la chiesa l'ascesa diventa più ripida e ti conduce alla parte centrale dell'itinerario, caratterizzata da un lungo tratto sterrato che scorre a mezza costa e ti offrirà una vista mozzafiato sul Monte Cucco e su tutto l'Appennino Umbro Marchigiano.
Superato questo tratto dovrai salire ancora per qualche chilometro prima di affrontare una divertente discesa in single track all'interno di una pineta, che ti condurrà all'ultima asperità del percorso, quella che porta alla basilica di Sant'Ubaldo, dove durante l'anno sono custoditi i Ceri di Gubbio.

Da qui inizi a scendere seguendo lo sterrato che viene affrontato in salita durante la corsa dei Ceri in maggio, un tratto affascinante e con una bellissima vista sulla sottostante Gubbio.

Lo sterrato termina giusto sopra il Palazzo Ducale e il Palazzo del Duomo, da dove potrai riscendere verso il centro di Gubbio, senza dimenticare una visita ai giardini pensili e un passaggio in corso Garibaldi prima di tornare al punto di partenza.

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L'itinerario, di grande interesse culturale e naturalistico, parte dall'Anfiteatro Romano ai piedi di Gubbio e si sviluppa sul crinale che divide Gubbio da Costacciaro e Sigillo, toccando l'affascinante Basilica di Sant'Ubaldo.

",,Costacciaro|Gubbio|Sigillo|Mountain bike|Difficile|Vivi l'Appennino|Vivi l'Appennino,,,,,42.4700942,14.204761389793438,,,,, Itinerario,it_IT,4894944,Sentiero delle sorgenti e antica via Flaminia,"
Partenza Gualdo Tadino
Arrivo Gualdo Tadino
Distanza 44 Km 
Dislivello 630 m
Difficoltà media
Fondo stradale 50% sterrato – 50% asfalto
Luogo di ritrovo Rocca Flea - Gualdo Tadino 
Luoghi da vedere Borgo Gualdo Tadino, Rocca Flea
Bici consigliate MTB, E-MTB, Gravel

 

Si parte dalla Rocca Flea di Gualdo Tadino in direzione della pineta di San Guido per scendere alla sorgente di Capodacqua. Superato il santuario della Madonna del Divino Amore si arriva a San Fecondino con la sua torre del XI secolo, fra le più antiche del territorio. Da qui si raggiunge il fontanile di Palazzo Mancinelli e attraverso un suggestivo sentiero l’abitato di Palazzolo e la sorgente del Saletto. Si riparte per Fossato di Vico, con il suo borgo medioevale e le caratteristiche “Rughe”, raro esempio di architettura militare medioevale. Proseguendo per Colbassano si arriva a Corraduccio per poi ritornare sulla strada provinciale che porta a Gualdo Tadino.

All’altezza di San Pellegrino si svolta a destra per una stradina fino a San Lazzaro, dove ci si immette sulla via Flaminia per raggiungere il pozzo di Taino, dove sorgeva il municipio romano di Tadinum, con la sua area archeologica. Da qui dritti fino a Gaifana per risalire il Rio Fergia fino a Boschetto e iniziare il viaggio di ritorno seguendo le cosiddette “Stradelle”, antico percorso costruito dagli antichi Umbri ai piedi dell’Appennino che attraversa uliveti secolari.

Si arriva così alle fontanelle della Rocchetta e da qui con una ripida salita alla Rocca Flea.

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Itinerario cicloturistico 

",,Breve|Gualdo Tadino|Eugubino - Altochiascio|Ciclovie|Bici da strada|Medio,,,,,43.08037574853918,12.446987701929078,,,,, Itinerario,it_IT,2970003,A Cavallo nelle terre del Trasimeno,"

""Non c'è un momento sprecato nella vita se viene speso in sella"", sosteneva Winston Churchill che aveva ben compreso quanto una passeggiata in sella ad un cavallo fosse benefica per l'uomo.""


In questo percorso vogliamo offrirti uno spunto per una passeggiata a cavallo che ti offrirà una particolare e suggestiva veduta del Lago Trasimeno.

Parti dal Romotorio di Pozzuolo, una piccola frazione di Castiglione del Lago: fermati a visitare la piccola chiesa del XVII secolo dedicata a Sant'Antonio Abate e detta, appunto, Romitorio. Imbocca il viale in direzione Piana, e, guardando sulla destra, non potrai fare a meno di ammirare la meravigliosa vista del Lago Trasimeno. Se sei fortunato ed è un giorno particolarmente limpido puoi addirittura ammirare le cime del Monte Tezio.

Percorri altri 600 metri e gira, imboccando una strada in discesa che passa tra due piccoli laghi, dove, secondo la stagione, puoi osservare uccelli come anatidi e trampolieri. Inizia a risalire la costa e ad un certo punto ti lascerai sulla sinistra il Cimitero di Pozzuolo; ora imbocca una delle due strade strette che ti trovi innanzi (entrambe confluiscono su una strada più grande). Su questa strada trovi una casa che ha alla sua destra una strada, imboccala e percorri il bellissimo viale alberato: da qui si stagliano dinnanzi a te le acque del lago Trasimeno. Puoi distinguere chiaramente il centro storico di Castiglione del Lago. Una volta oltrepassato un ponticello attraversa la strada asfaltata ed entra nuovamente in un sentiero interpoderale che ti condurrà fino alla Chiesa di Piana. Se hai bisogno di una pausa oppure vuoi gustare un buon panino con gli affettati tipici della zona, fermati al bar vicino alla chiesa. Dopo di ché riparti e goditi il paesaggio che si presenterà diverso secondo la stagione della tua visita: in zona ci sono molti vivai che rendono i colori intorno a te unici e caratterizzati dei cicli di produzione. Rimonta in sella e segui il viale di Pallareto: questa strada ti riconduce, attraverso una zona di macchia mediterranea, verso dei campi dove è molto probabile avvistare dei simpatici caprioli. Seguendo lo stradone giungerai in Località Scopi dove si trova una strada interpoderale che ti ricondurrà dritto al Romitorio di Pozzuolo, da dove sei partito.

Per questo itinerario hai bisogno di circa tre ore: non perdere l'occasione di vedere un angolo magico di Umbria da una prospettiva inedita!null",,"Una passeggiata che ti consente di vedere il Lago Trasimeno da una prospettiva unica ed emozionante, insieme ad un compagno di viaggio d'eccezione: il cavallo",,Castiglione del Lago|Trekking,,,,,43.10606670762532,12.379870639316358,,,,,null null null Pozzuolo null null null Pozzuolo Itinerario,it_IT,4731080,Anello Cannara - Piandarca,"
Partenza Cannara
Arrivo Cannara
Distanza 8 km
Dislivello 10 m
Difficoltà facile, percorso pianeggiante
Durata 2,5 ore (Trekking) – 50min (Bike)
Tipologia bici city-bike, MTB, gravel
A chi è adatto: adatto a tutti anche a famiglie con bambini

 

Escursione ad anello su percorso totalmente pianeggiante, con partenza dalla centrale Piazza San Matteo di Cannara (Pg). Dalla Piazza San Matteo, dove è possibile visitare l’omonima Chiesa di San Matteo, ci si dirige in direzione del tratto della ciclabile Assisi-Spoleto servendosi del sentiero asfaltato che costeggia l’alveo del fiume Chiascio. Si prosegue sul percorso pedonale/ciclabile che lungo il punto di confluenza del fiume Topino con il Fiume Chiascio fino ad arrivare alle cascate dello stesso Chiascio, si prosegue su strada sterrata, in mezzo alla pianura coltivata, da dove si scoprono ampie visuali sul Monte Subasio ed Assisi da un lato, sulla Valle Umbra e sui Monti Martani dall’altro. Dopo una curva a gomito a sinistra della strada sterrata si prosegue sul percorso in uno spicchio pianeggiante tra Cannara e Bevagna a nord est dal monte Subasio e a sud ovest dalle colline di Montefalco, fino al luogo della predica di San Francesco agli uccelli in località Piandarca. Qui, secondo gli studiosi del francescanesimo, il poverello di Assisi si accorse della presenza di una moltitudine di uccelli a cui rivolse la sua Predica. Oggi sull’argine sinistro del torrente Formella, che costeggia il percorso, fa bella mostra di sé una pietra, che vari documenti e testimonianze del primo Novecento identificano con quella su cui si sarebbe collocato il Santo per predicare agli uccelli tra il 1212 ed il 1213. 

Proseguendo a destra, dopo pochi metri è possibile ammirare il grande TAU di Piandarca, rivolto verso Assisi, realizzato esclusivamente con un diverso taglio della vegetazione che lo rende visibile attraverso un diverso effetto cromatico. Lasciandosi alle spalle il TAU, si può fare una piccola deviazione a sinistra rispetto al percorso per raggiungere l’antica strada che unisce Cannara a Bevagna, dove si può visitare l’Edicola di Piandarca, una piccola edicola eretta, vicino ad un ruscello, nel 1926 in occasione del VII centenario della morte di San Francesco, a memoria della predica agli uccelli che avvenne in questa località.

Percorrendo a ritroso il piccolo tratto di deviazione dalla ciclabile, si raggiunge il Vocabolo Fonte e si prosegue abbandonando la strada sterrata, in direzione di Cannara dove, superato l’incrocio con la statale, si attraversa il centro storico di Cannara fino al punto di arrivo di Piazza San Matteo.

●    La Chiesa San Matteo 

Di origine trecentesca, è stata trasformata nella sua forma attuale negli anni 1788 - 1793, secondo il progetto dall’architetto assisiate Giuseppe Brizi. Il campanile a guglia, parzialmente crollato dopo il terremoto del 1832, fu ricostruito con l'attuale calotta terminale dall'ing. Domenico Martinangeli di Cannara nel 1860. All'interno è esposta un’interessante tavola di Nicolò di Liberatore, detto l'Alunno, raffigurante la Madonna in trono con Gesù Bambino tra San Francesco d'Assisi e San Matteo evangelista.

●    Il Museo Città di Cannara

Il Museo Città di Cannara è allestito all’interno dell’ex convento delle Salesiane. È dedicato alla storia di Cannara e del suo territorio ed offre l'occasione di conoscere e approfondire la storia del territorio comunale dalle origini fino all'età moderna. Le sue sale conservano una cospicua raccolta di materiale archeologico proveniente dallo scavo di Urvinum Hortense, situato presso la frazione di Collemancio, a testimonianza dell’occupazione del sito dall’età preromana al basso medioevo. Il Museo ospita, inoltre, una raccolta di opere pittoriche e scultoree, medievali e moderne, provenienti dalle principali chiese della città e da alcuni palazzi nobiliari. Il percorso di visita si snoda all'interno del Palazzo: la prima sala testimonia la consolidata tradizione musicale della città di Cannara, con una raccolta di strumenti musicali a fiato e percussioni di inizio ‘900, oltre a spartiti e fotografie d’epoca. Si prosegue con il percorso archeologico. Il posto d’onore è riservato al policromo mosaico termale proveniente da Urvinum Hortense, di cui potete godere anche di un’affascinante visione dall’alto. È il più grande ritrovamento proveniente dall’antico municipio romano e risale al I-II secolo d.C. Decorava il pavimento di una delle sale del complesso termale pubblico, nello specifico la vasca del frigidarium. Il fondo è a tessere bianche, con una cornice di tessere rosse e nere. Lungo i quattro lati, immersi in una lussureggiante vegetazione, sono rappresentati sei pigmei dai tratti fortemente caricaturali, vittime di esotici animali: ippopotami, coccodrilli, ibis e serpenti. Il quadro centrale rappresenta, invece, la buffa scena di quattro pigmei intenti a pescare in equilibrio su minuscole barche. Alcune teche custodiscono i materiali rinvenuti nello scavo. Accanto alla sezione archeologica trova spazio la raccolta d’arte della Pinacoteca Civica. Gli affreschi strappati nel 1907 dalla Chiesa della Madonna del Latte, detta anche Santa Maria delle Fontanelle, nei pressi di Collemancio, occupano un’intera sala. L’intera decorazione, rimossa a causa del progressivo deterioramento architettonico della Chiesa, fu realizzata da pittori perugini, umbri e della cerchia di Tiberio d’Assisi. Rilevante è la trecentesca Madonna del Latte. La Pinacoteca custodisce, inoltre, opere di Marcantonio Grecchi, dal linguaggio austero e rigoroso, dell’assisano Dono Doni, di stile eclettico ma efficace nei ritratti dal vero, e di Francesco Longhi.

●    La Chiesa di San Biagio

Di stile tardo romanico umbro (XIII sec.), la Chiesa di San Biagio presenta una facciata originale in pietra bianca e rossa di Assisi. L’interno è costituito da un unico ambiente con la volta distinta in quattro vele. La tela che sovrasta l’altare maggiore risale al tardo Cinquecento, rappresenta la Trinità con, in basso, i santi Lorenzo e Benedetto (a destra), Biagio e il beato Lorenzo Giustiniani (a sinistra). Di fronte all’ingresso c’è un altare di stile barocco; sui muri sono presenti frammenti di affreschi del 1300. Interessanti, anche ai fini delle tradizioni religiose locali, due statue che qui si conservano: una, d’epoca moderna, è quella di S. Biagio (3 febbraio) a cui è legata una antichissima festa popolare, l’altra è della Vergine Immacolata, attribuita a Nero Alberti (1502-1568), da annoverare tra le “Madonne con le calze autoreggenti”. Viene portata in processione il pomeriggio del giorno di Pasqua e fatta incontrare con la statua del Cristo Risorto dando vita alla Rinchinata. 

●    La Chiesa della buona morte 

La Chiesa della buona morte sorge davanti al “Tugurio” dove, secondo la tradizione, S. Francesco si ritirava a riposo e preghiera quando passava per la terra di Cannara. A quei tempi era solo un piccolo Oratorio, nel quale è tradizione che il Santo di Assisi abbia rivestito dell’abito il primo terziario, il beato Lucio Modestini di Cannara. Successivamente, e fino ai nostri giorni, sarebbe diventato il luogo di incontro della Compagnia di S. Francesco, poi detta “Della Morte e Orazione”, dedita soprattutto ad opere di pietà, come il seppellimento dei defunti.

Si tratta di una chiesa ad unica navata, con cinque altari, arricchita da pregevoli opere d’arte e da lapidi che ricordano l’ideazione del Terz’Ordine da parte di S. Francesco in questo edificio sacro e l’alto ruolo civile o religioso svolto da alcuni cannaresi nel passato.

Il pregevole “Crocifisso” a braccia snodabili caratterizzate da snodi di legno massello, esposto nella nicchia sopra il presbiterio e composto da cinque strati di tela di lino sovrapposti, è una rarità in terra umbra e risale alla seconda metà del Quattrocento. Fu acquistato dalla Compagnia della Morte nel 1545, per essere oggetto di devozione e portato in processione la sera del Venerdì Santo. 

●    Palazzo Majolica-Landrini - il Sacro Tugurio di San Francesco 

Secondo i Fioretti e il Cantico di frate sole il Santo era solito andare “tra Cannajo e Bevagno” e proprio in questi luoghi si conservano numerose testimonianze del suo passaggio, una di queste è all’interno di Palazzo Majolica Landrini, in Piazza IV Novembre, dove si può ammirare il tugurio nel quale dimorava S. Francesco durante le sue visite a Cannara. Al Tugurio di Cannara, pare sia nata la prima Fraternità dell’Ordine Francescano Secolare (O.F.S.) fondato da S. Francesco per tutti quegli uomini e donne, sposati o no, che vivevano fuori dai conventi o dai monasteri, ma volevano comunque vivere la loro vita cristiana sull’esempio di S. Francesco; per loro, poi, il poverello di Assisi scrisse una Regola di vita conosciuta come “Terz’Ordine“, successivamente approvata dal Papa. 

1226 – 1926 “La favilla accesa a Cannara dal verbo di S. Francesco d’Assisi non mai sopita nei secoli divampò in gran fiamma nel settimo centenario del poverello quando in questa casa fu ricostrutto il tugurio in cui la tradizione addita il primo germe del terz’ordine e fu murata un’edicola in Pian d’Arca dove parlando e benedicendo alle sirocchie uccelli il santo poeta preludiò al sublime Cantico delle Creature“.

",,,,Breve|Cannara|Bici da strada|Trekking|Facile,,,,,42.996356469166976,12.581381507852017,,,,06083, Itinerario,it_IT,4869507,"Grande anello "" I Borghi delle Due Valli""","
Partenza Torgiano
Arrivo Torgiano
Distanza 80 km trekking - 82 km bike
Dislivello 1680 m
Difficoltà Tappa 1: medio - Tappa 2: facile - Tappa 3: difficile - Tappa 4: difficile
Utente bike Tappa 1: medio - Tappa 2: facile - Tappa 3: difficile - Tappa 4: difficile
Utente trekking Tappa 1: tecnica avanzata - Tappa 2: tecnica base - Tappa 3: tecnica avanzata- Tappa 4: tecnica avanzata  
A chi è adatto Non adatto ai bambini
Bici consigliata Tappa 1 e 2: city-bike, mtb, gravel - Tappa 3 e 4: mtb, gravel
Durata trekking: 22:32 ore totale - bike 6:48 ore totale

 

Il Grande anello dei “Borghi delle Due Valli” è un percorso, di circa 80 Km da poter percorrere sia a piedi che in bicicletta, che attraversando colline di uliveti e vigneti, boschi e pianure, porta a fare tappa nei borghi di Bettona, Cannara, Collazzone e Torgiano.

La partenza è dal centro di Torgiano (PG) presso il parcheggio La Torre (nel parcheggio è presente un punto di ricarica auto elettrica) nei pressi della Torre Baglioni simbolo del borgo di Torgiano, che rappresenta l'emblema della città medievale.

Immerso in una cornice paesaggistica suggestiva, Torgiano è un antico borgo fortificato, a pochi chilometri da Perugia, posizionato sull’altura di una delle colline che dominano la valle dove il fiume Chiascio si unisce al Tevere. L'origine etimologica di ""Torgiano"", da ""turris amnium"" cioè ""torre dei fiumi"", rappresenta emblematicamente quanto il Tevere e il Chiascio abbiano influito non solo sulla conformazione geologica del territorio, ma anche sullo sviluppo storico, urbanistico ed economico di Torgiano. 

Da Torgiano si arriva a Bettona borgo dalle origini etrusche e di impianto tipicamente medievale, è oggi uno dei Borghi più Belli d’Italia in Umbria. Bettona ammalia oltre che per le emergenze culturali di cui è costellato, per la ricchezza da cui è circondato. Una rigogliosa e splendida vegetazione infatti fa da cornice al borgo, fatta di uliveti, vigneti e boschi.

Uscendo da Bettona ci si dirige verso Cannara. Sita nel cuore dell'Umbria, Cannara, dove San Francesco “predicò agli uccelli”, deriva il suo nome dalla parola “canna”, poiché sorge su una zona acquitrinosa e ricca di canneti, lungo la sponda sinistra del fiume Topino, al centro della Valle Umbra, proprio di fronte ad Assisi e Spello. Nel borgo di Cannara cinto da mura medievali, tre siti ripercorrono la vita di San Francesco, a cominciare dalla chiesa di San Francesco, che tiene vivo il ricordo dell'Istituzione del Terzo Ordine e dal palazzo Majolica-Landrini, al cui interno è visitabile il Sacro Tugurio, in cui Francesco dimorava durante le sue visite a Cannara. Il terzo sito legato alla figura di San Francesco si trova a circa 3 km dal centro storico, sulla strada per Bevagna. Si tratta della famosa Edicola di Piandarca costruita nel 1926, in occasione del VII centenario della morte di san Francesco, per ricordare il luogo della ""predica agli uccelli"", che secondo la tradizione si svolse in aperta campagna, a circa 1 km dall'edicola.

Da Cannara si prosegue in direzione di Collazzone. Il territorio di Collazzone, attraversato dal fiume Tevere e dal Torrente Puglia, è di grande interesse ambientale: le colline, ricche di boschi di querce e di pini, ma anche di uliveti rendono l'ambiente salubre e ospitale. Il borgo di Collazzone, di origine medievale, conserva le caratteristiche essenziali dell'architettura militare longobarda, con le sue mura, i terrapieni, i contrafforti, i torrioni ancora intatti, e le piccole e strette vie. Dalle mura del castello è possibile ammirare lo stupendo paesaggio della vallata del Tevere, da Perugia fino a Todi, rimanendo immersi nel caratteristico paesaggio collinare umbro, fatto di boschi e di terreni coltivati.

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",,Torgiano|Bettona|Cannara|Collazzone|Trekking|Bici da strada,,,,,43.0254561,12.4377696,,,,, Itinerario,it_IT,2970231,MTB 15 - Foreste e salite sulle colline del Trasimeno,"
Partenza Passignano del Trasimeno
Arrivo Passignano del Trasimeno
Distanza 48 Km
Dislivello 1100 m
Difficoltà difficile
Fondo 70% sterrato, 30% asfalto
Bici consigliata MTB e E-MTB
Da vedere in zona Passignano, Tuoro, Castel Rigone, Magione, Parco del Trasimeno

 

L'itinerario si sviluppa sulle colline che sovrastano il lago Trasimeno e offre splendidi scorci sul lago e sui monti circostanti.

Il chilometraggio di 48 chilometri e oltre 1000 metri di dislivello richiedono un buon allenamento.

L'itinerario prende il via da Passignano e si sviluppa sulle colline che sovrastano il versante Nord del lago Trasimeno. Si tratta di un percorso molto apprezzato dai bikers della zona, per la varietà di fondo e la bellezza del paesaggio che sa offrire: non incontrerai pendenze proibitive o passaggi troppo tecnici, ma la lunghezza di 48 chilometri e un dislivello superiore ai 1000 metri lo rendono un itinerario adatto a bikers preparati.

La prima parte scorre in pianura lungo il percorso ciclabile del Trasimeno, ideale per scaldare le gambe e godere con calma l'atmosfera del lago. Dopo circa 10 chilometri arriverai a Borghetto, dove cominci a fare sul serio entrando nella parte più difficile e affascinante del percorso: dovrai affrontare diversi chilometri di salita per raggiungere il Monte Castiglione, e da qui proseguire per un lungo tratto sulla cresta del monte fino a raggiungere Valico Gosparini, punto panoramico che ti lascerà a bocca aperta.

Da qui riprendi ancora a salire e dovrai affrontare una lunga serie di ripidi saliscendi che metteranno a dura prova le tue gambe, ma i panorami che potrai ammirare ti ripagheranno in pieno delle fatiche affrontate, visto che ti trovi in uno dei punti più panoramici dell'area del lago Trasimeno.

Gli ultimi chilometri sono in discesa e pianura, ideali per sciogliere i muscoli e godere ancora un po' del panorama.

L'itinerario può essere percorso in ogni periodo dell'anno, ma il nostro consiglio è di affrontarlo nel periodo autunnale, quando i boschi che circondano il lago si trasformano in una tavolozza di colori mozzafiato.
 

 

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Partenza e arrivo a Passignano del Trasimeno in MTB o E-MTB. Un percorso di elevata difficoltà, lungo 48 km con un dislivello di 1.100 m., 70% sterrato e 30% asfalto. 

 

",,Castiglione del Lago|Passignano sul Trasimeno|Tuoro sul Trasimeno|Magione|Mountain bike|Difficile|trasimeno,,,,,43.1883725,12.1331301,,,,, Itinerario,it_IT,4712737,Anello Borgo di Torgiano,"
Partenza Torgiano
Arrivo Torgiano
Distanza 8 km Trekking - 7,5 km Bike
Dislivello 60 m
Difficoltà facile, percorso principalmente pianeggiante
A chi è adatto adatto a tutti, anche a famiglie con bambini
Bici consigliata city-bike, MTB, gravel
Durata 2,5 ore (Trekking) – 50min (Bike)

 

Escursione ad anello su percorso per la maggior parte pianeggiante, con partenza dal centro di Torgiano (PG) presso il parcheggio La Torre (nel parcheggio è presente un punto di ricarica auto elettrica) nei pressi della Torre Baglioni simbolo del borgo di Torgiano, che rappresenta l'emblema della città medievale.

Fino alla metà del XV secolo, la Torre Baglioni infatti costituiva l'ingresso di una zona doganale, dove confluivano le merci e i prodotti di una vasta area del centro Italia che attraverso il corso del Tevere si imbarcavano per Roma. Superata la Torre Baglioni, da poco ristrutturata, ci si dirige verso Corso Vittorio Emanuele II, via principale del centro storico di Torgiano. Superato il Palazzo Comunale (a sinistra) e l’Oratorio di Sant’Antonio (sulla destra) - edificato nel XV secolo, in concomitanza con la fondazione della Confraternita di Sant'Antonio, dove all'esterno, si può ammirare un affresco cinquecentesco raffigurante la ""Madonna col Bambino"", attribuito alla scuola di Domenico Alfani, noto pittore perugino della prima metà del XVI secolo, allievo di Raffaello - si procede fino al termine del Corso, dove una curva a gomito a sinistra ci porta su Via Tiradossi, da dove è possibile accedere, svoltando a destra in discesa dopo circa 200 metri, al Parco Fluviale del Tevere, un suggestivo percorso che si snoda lungo il fiume Tevere fino al punto della confluenza con il Chiascio.

Questa zona detta ""Parco dei Mulini"" o ""dei due fiumi"" è oggi un parco fluviale, che trae il proprio nome dalla presenza di antichi mulini per la macinazione del grano e delle olive, ancora ben visibili lungo il percorso. Al termine della discesa si prende a destra sulla strada asfaltata in mezzo al verde, per circa 500 mt, per poi svoltare subito dopo Via Tevere a sinistra per il percorso trekking e a destra per il percorso bike. Il panorama si apre sulla campagna, mentre il percorso prosegue fino ad attraversare la Strada Provinciale SP403. Appena superato l’attraversamento si prosegue dritto  sulla strada sterrata dove si inizia un giro intorno ad un grande vigneto. La sterrata permette di ammirare il borgo di Torgiano da sotto, costeggiando Via Perugia, tenendo sempre la destra, si chiude il giro intorno al grande vigneto per tornare ad attraversare la Strada Provinciale SP403, percorrendo una piccola parte della strada già fatta all’andata (circa 400 metri), fino alla deviazione a destra che porta a costeggiare sempre più da vicino il Fiume Tevere su strada sterrata, raggiungendo la confluenza tra i fiumi Tevere e Chiascio.

Su strada sterrata si prosegue ora lungo il corso del Fiume Chiascio costeggiando gli antichi molini di cui il territorio è ricco: il Molino della Palazzetta ancora oggi attivo come Molino Silvestri, con l'antico metodo della forza motrice dell'acqua e con macine di pietra che permettono di produrre fior di farina, crusca, tritello e trivellino; è collocato all’interno di quello che si può ritenere un raro reperto della più antica tradizione storica e culturale di questa regione: l’unica torre trecentesca in Umbria che si erge in mezzo all’acqua per circa tre piani. A monte del Ponte di Rosciano, troviamo il Molino, ora proprietà Orcidi, trasformato in abitazione privata dopo la deviazione ottocentesca del corso del Chiascio; a valle del ponte, con torre medievale, sorgeva un mulino per il grano. Prima di arrivare nei pressi del Ponte di Rosciano si possono ammirare le cascate del Fiume Chiascio e la Spiaggetta. Più avanti, si gira a sinistra su Via dei Mulini per poi risalire a sinistra su via Olivello da dove si torna al parcheggio La Torre.

 

Nel centro storico di Torgiano, nei pressi del percorso, è possibile visitare:

Torgiano si trova al centro di una affermata zona vitivinicola situata tra Perugia ed Assisi e nota per il suo Rosso DOC e per il Torgiano Rosso Riserva DOCG. La cultura vitivinicola è talmente forte a Torgiano da aver spinto Giorgio e Maria Grazia Lungarotti ad ideare e realizzare il MUVIT - Museo del Vino. Il MUVIT è stato aperto al pubblico nel 1974. Ha sede nella pars agricola del monumentale Palazzo Graziani-Baglioni, residenza gentilizia estiva del XVII secolo, ed è oggi gestito dalla Fondazione Lungarotti Onlus. Il percorso museale, sviluppato lungo venti sale con oltre 3000 opere in mostra propone un vero e proprio viaggio nel tempo attraverso 5000 anni di storia e cultura del vino, analizzando usi e consumi, aspetti mitologici e leggendari e i molteplici significati simbolici connessi alla bevanda che fu cara agli dei. Reperti archeologici dal III millennio a.C. all’età romana, attrezzi e corredi tecnici per la viticoltura e la vinificazione, ceramiche medievali, rinascimentali, barocche e contemporanee, incisioni e disegni dal XV al XX secolo ed altre testimonianze di “arti minori” documentano l’importanza del vino nell’immaginario collettivo dei popoli che nel tempo hanno abitato il bacino del Mediterraneo e l’Europa continentale. Le raccolte, organizzate in sezioni tematiche secondo rigorosi criteri scientifici, sono collegate da un unico filo conduttore: il tema vitivinicolo con particolare attenzione al mito dionisiaco.

Le colline che circonda Torgiano sono ricche di Ulivi e l’olivicoltura è da sempre una delle principali attività produttive del territorio. Per tale ragione nasce il Moo - Museo dell'Olivo e dell'Olio, situato in un piccolo nucleo di abitazioni medievali all’interno delle mura castellane, è gestito dalla Fondazione Lungarotti Onlus. Il percorso si snoda lungo undici sale e si apre con informazioni redatte dal C.N.R. sulle caratteristiche botaniche dell’olivo, sulle cultivar più diffuse in Umbria, sulle tecniche tradizionali e d’avanguardia di messa a coltura e di estrazione dell’olio, affiancate da mappe sulla diffusione storica dell’olivicoltura. Le sale successive, ambientate nei locali che furono già sede di un frantoio attivo fino a pochi decenni fa, ospitano una ricca documentazione relativa alla storia e all’evoluzione delle macchine olearie: dai primi mortai in pietra del V millennio a.C. all’introduzione del trapetum (la vasca di origine greca, utilizzata dai romani, in cui si muovono le due ruote emisferiche), sino al richiamo ai più moderni impianti e all’invenzione del sistema “a ciclo continuo” che ha segnato l’avvio per la nuova elaiotecnica. Il percorso prosegue nei due piani superiori, dove la presenza dell’olio e dell’olivo nel quotidiano, gli usi e le valenze ad essi attribuiti nel corso del tempo sono documentati in sezioni: l’origine mitologica della pianta, il rilievo dell’olivicoltura, dall’economia romana alla ripresa medievale sino ai secoli recenti, l’olio come fonte di illuminazione, nelle religioni monoteiste mediterranee, nella medicina e nell’alimentazione, nello sport, nella cosmesi, come fonte di riscaldamento e come elemento significativo di un immaginario popolare che alla pianta e al prodotto derivato dal suo frutto ha attribuito – e in parte ancora attribuisce – valenze simboliche, propiziatorie, apotropaiche e curative.Il Museo è diretto dalla storica dell’arte e archivista Maria Grazia Marchetti Lungarotti.

Presso Palazzo Malizia, in Piazza della Repubblica a Torgiano è presente il “MACC - Museo d’arte ceramica contemporanea” di cui fanno parte due collezioni permanenti: Vaselle d'autore per il Vino Novello: espone boccali, cosiddetti “vaselle” nella tradizione umbra, realizzati da artisti contemporanei che ogni anno, per festeggiare il vino novello, reinterpretano la tradizione antica e popolare delle terrecotte proponendo nuove tipologie di vaselle. Dal 2010, l'evento ""Vaselle d'Autore"" è inserito all'interno della manifestazione ""Versando Torgiano"", che ha ancor più sottolineato l'importanza del vino come prodotto tipico di queste terre.

La mostra dello scultore e ceramista Nino Caruso: comprende una cospicua collezione di circa 60 opere realizzate a partire dagli anni '50 del Novecento fino ad oggi. Le opere, che documentano l'intero iter artistico dello scultore, sono testimonianze dell'arte ceramica contemporanea. Vasi, lucerne e steli evocano forme arcaiche di antiche civiltà, soprattutto quella etrusca, ma anche quella africana.

Situato all'angolo tra il corso principale, Corso Vittorio Emanuele II e Piazza Baglioni, Palazzo Graziani-Baglioni, è un bell'esempio di casa agricolo-gentilizia di questa particolare zona dell'Umbria.

La sobria struttura, che risale alla fine del XVII secolo e ingloba al suo interno i resti di edificazioni più antiche, è articolata in tre piani; all'ingresso è ubicata una lapide di terracotta con inciso l'anno 1694, forse a memoria della fine dei lavori di costruzione.

La facciata principale si affaccia verso Corso Vittorio Emanuele II, sul quale si aprono sia il portone principale, che dà accesso alla scalinata attraverso cui si raggiunge la parte residenziale dell'edificio, che il portone secondario; quest'ultimo costituiva l'ingresso alla parte agricola dell'edificio, con locali un tempo adibiti all'amministrazione della proprietà terriera, alle attrezzature per la lavorazione delle derrate agricole e all'immagazzinamento dei prodotti.

Oggi da questo ingresso si accede al Muvit – Museo del Vino, museo privato nato nel 1974 per volontà e impegno di Giorgio e Maria Grazia Lungarotti. La parte residenziale, fino a tempi recenti ancora adibita ad abitazione privata dagli eredi della famiglia Baglioni, conserva al piano nobile una galleria affrescata nella seconda metà del XVIII secolo da Paolo Brizi (1702-1773), con una raffigurazione dei quattro continenti, una biblioteca arricchita da edizioni colte di testi teologici e letterari e numerose sale arredate con mobili d'epoca. Nel grande salone delle armi, ai lati dell'imponente camino, si conservano ancora due cannoncini d'allegrezza della fine del XVI secolo e altri pezzi d'artiglieria.

Un altro lato del palazzo si affaccia su un bel giardino, delimitato dal seicentesco muro di cinta e da quelle che un tempo erano le scuderie. All'esterno, in una nicchia, si può ammirare l'affresco di Mario Madiai (Siena, 1944), Resurrezione del 1998, uno dei segni contemporanei presenti in città.

Di fronte all'ingresso principale del palazzo vi è un altro giardino, inquadrato da una settecentesca ed elegante architettura in cotto e chiuso da un cancello di ferro sovrastato dallo stemma della gentilizia famiglia Graziani.

La chiesa parrocchiale di San Bartolomeo, collocata all'interno del centro storico, è stata edificata alla fine del XIII secolo, quando la costruzione del castello e gli incentivi promossi dal Comune di Perugia per favorirne il rapido popolamento resero necessaria anche la costruzione di un edificio di culto. Il suo aspetto attuale è tuttavia il risultato della demolizione della precedente struttura, avvenuta alla fine del XVIII secolo, alla quale seguì un'immediata riedificazione a pianta basilicale, su disegno dell'architetto romano Antonio Stefanucci, che si concluse nel 1805.

Presenta una facciata rivestita in cotto; il campanile a pianta quadrata è ricavato nell'antica torre, un tempo adibita a cimitero cittadino, che in età medievale costituì il cassero della porta orientale del castello. Alla base del campanile si trova l'""Oratorio della Compagnia della Morte, o della Misericordia"", edificato nel 1587 e restaurato, come ricorda l'iscrizione sotto il timpano, nel 1714; attualmente è sconsacrato e viene utilizzato per l'allestimento di mostre. All'interno la Chiesa di San Bartolomeo presenta una sola navata con volta a botte e abside decorata da Ascanio Guglielmo di Panicale e Gaspare e Olimpio Colli di Piegaro nel 1937. Sopra i quattro altari laterali in stucco dorato di gusto settecentesco, sono collocate alcune opere pittoriche e plastiche, tra le quali una Deposizione di Felice Pellegrini, artista della scuola del Barocci, realizzata nel XVI secolo come recita l'iscrizione ""Felix Peregrinus de Perusia inventor pingebat 1588"", qui probabilmente trasferita dall'Oratorio della Misericordia; uno Sposalizio della Vergine del 1814; una statua dell'Immacolata Concezione, una Apparizione dello Spirito Santo agli Apostoli del 1590.

 

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Questo percorso è indicato sia per trekking che per bike, ma con quest’ultima si può percorrere solo in una direzione in quanto prevede passaggi su strade a senso unico.

",,Breve|Torgiano|Bici da strada|Trekking|Facile,,,,,43.02582004802194,12.435552382136882,,,,06083, Itinerario,it_IT,4732106,Anello Borgo di Collazzone,"
Partenza Collazzone
Arrivo Collazzone
Distanza 8,5 km trekking, 9,2 bike
Dislivello 320
Durata percorso 2,5 ore (Trekking) – 1 ora (Bike)
Difficoltà Facile
A chi è adatto Trekking adatto a tutti, Bike adatto a praticanti
Bici consigliata Mtb
Durata 2:35 ore (trekking): 58 minuti (bike)

 

Escursione ad anello che prevede il passaggio per strada aperta al traffico solo nei tratti iniziali e finali mentre il resto è tutto all’interno del bosco. La partenza dal centro storico di Collazzone (PG) è nei pressi della Chiesa San Lorenzo. La chiesa parrocchiale di San Lorenzo si trova al centro di Collazzone, davanti alla piazza principale intitolata ad Umberto I, fu edificata tra il XIX e il XX secolo su quello che un tempo era il cassero del castello, per sostituire l’antica parrocchia, fondata nel 1671. Dell’originaria struttura conserva il campanile settecentesco, costruito su uno dei torrioni del castello ed ancora visibile dietro l’abside della chiesa nuova. La facciata, realizzata sul modello del San Francesco al Prato di Perugia, si caratterizza sia per il bel rosone che per le decorazioni in cotto locale. All'interno sono conservate opere di pregevole interesse, tra cui una scultura lignea, policroma, del XIII secolo raffigurante la Madonna con il Bambino. È tra gli esempi più alti dell'arte umbra. Ai lati del tabernacolo sono stati aggiunti, nel XV secolo, due Angeli, di manifattura locale. Sulla parete destra della chiesa, da notare, un piccolo ma interessante affresco raffigurante la Madonna con Bambino riferibile al XIV secolo. 

Dalla Piazza si scende su Via della Fiera e si prende poi Viale Marconi, si procede verso via dell’Abbazia a piedi, o passando per viale Marconi in bici; per prendere poi Via di Collazzone in discesa e proseguire dopo circa 500 metri a sinistra in mezzo al bosco, su strada sterrata. Da questa discesa il panorama si affaccia sui piccoli borghi di San Terenziano, Grutti, Marcellano, frazioni di Gualdo Cattaneo.

Dopo circa 1,3 Km si prende ancora a sinistra proseguendo in discesa nel bosco per un Km circa per prendere ancora a sinistra per proseguire sul lato opposto della piccola gola collinare fino ad arrivare ai ruderi dell’antico Mulino delle Botte, oramai completamente in rovina, ubicato lungo strada che costeggia il torrente Puglia, in prossimità del bivio per Gaglietole. Architettonicamente la costruzione si presenta composta da un corpo a base pressoché quadrata con a fianco un piccolo ampliamento. I muri perimetrali sono costruiti in pietra di fiume mista a laterizi. Superati i resti dell’antico Mulino si prosegue su strada sterrata fino a prendere la Strada Gaglietolese in salita in mezzo al bosco. Si segue la sterrata fino ad arrivare in Via Jacopone da Todi e ricongiungersi alla strada asfaltata Via dell’Abbazia dove si incontra il convento di San Lorenzo in cui è possibile visitare la cripta di Jacopone da Todi. Superato il Monastero si prosegue dritti su Via dell’Abbazia per tornare verso il centro storico di Collazzone da Viale Marconi, passando per una visita al murales “Madre natura” che si trova sulla parete del parcheggio pubblico di Viale Marconi, opera di street art, realizzata da un gruppo di artisti del territorio. Di grande impatto visivo, il murales è composto da una serie di colori sgargianti e da due metà divise dal viso centrale di una donna in lacrime, Madre Natura. Spostata sul lato sinistro è una famiglia a tavola, i loro volti sono teschi mentre, accanto, sfila un contadino con la maschera antigas, sullo sfondo di colline bruciate e di un edificio con la classica forma ondulata dei tetti in eternit ancora presenti in grande quantità nel nostro territorio. Qui, il colore predominante è il rosso acceso.

Si torna poi al punto di partenza in piazza Umberto I proseguendo su Viale Marconi e svoltando a destra su Viale Cesare Battisti.

Nel centro storico di Collazzone, nei pressi del percorso, è possibile visitare:

Sede Benedettina dal 1227 e poi Francescana dal 1236, il convento di San Lorenzo, situato poco distante dalle mura del castello di Collazzone, precedentemente luogo prestigioso e ricco di possedimenti, vide iniziare nel 1370 un lungo periodo di perdita di ruolo e di abbandono, a causa della bolla papale di Urbano V, che ordinava il trasferimento tra le mura del castello della sede del Convento, a causa delle razzie frequenti in quell’epoca. Il convento è composto da un massiccio corpo di fabbrica in muratura, destinato ad alloggio per le monache e da una chiesa, contemporanea al convento stesso: ritenuto di origine romanica, una conferma è data dalla struttura della cripta sotterranea costruita secondo uno stile tipico dei secoli X, XI, dove, secondo la tradizione, nel 1306 si rifugiò Jacopone da Todi, in cerca di un luogo solitario dove passare l’ultimo periodo della sua vita, morendo nella notte di Natale dello stesso anno. È difficile oggi intuire la conformazione dell’antico convento che risulta notevolmente modificato a seguito di interventi avvenuti nel corso dei secoli. Ciò che risulta meglio visibile è certamente la chiesa: una struttura semplice suddivisa in tre navate da archi a tutto sesto e caratterizzata da una copertura a capriate lignee ed il complesso edilizio che la ospita conserva tracce dell’antico insediamento.

Jacopo dei Benedetti, detto Jacopone da Todi (Todi, 1236 circa – Collazzone, 1306), viene ricordato per essere stato un grande poeta italiano ed un intransigente religioso, che abbandonò tutti i suoi averi terreni per seguire ""la parola di Dio"".

Nato da una nobile famiglia, Jacopo poté vivere una vita benestante e accomodante; ultimando dapprima gli studi universitari in legge, ed intraprendendo poi la professione di notaio e di procuratore legale.

Nel 1267 sposò Vanna, figlia di Bernardino di Guidone, conte di Coldimezzo. Purtroppo, costei morì poco dopo a seguito di una disgrazia, dovuta al crollo del pavimento di una pista da ballo dove si trovavano in quel momento assieme ad altre persone.

Jacopo, devastato dal dolore, abbandonò la vita gaudente e, distribuite ai poveri le sue ricchezze, visse di elemosina, subendo continue umiliazioni, e assumendo il nome accompagnato dall'accrescitivo -one, che fu da lui aggiunto per mortificarsi ancora di più.

Nel 1278 entrò come frate nell'ordine francescano dei Minori nel convento di Pantanelli di Terni.

Visse poi gli ultimi anni della sua esistenza nel convento di San Lorenzo a Collazzone, dove morì.

Il suo corpo fu sepolto fuori dalle mura di Todi, per poi essere riesumato e deposto nella chiesa francescana di S. Fortunato, dove è ancora presente la sua tomba, ornata, grazie all'intervento del vescovo di Angelo Cesi di Todi, con una lastra incisa che reca la scritta: «Qui giacciono le ossa del Beato Jacopone dei Benedetti da Todi, frate minore che impazzito d'amore per Cristo con la sua arte nuova si prese gioco del Mondo e si conquistò il Cielo. Si addormentò nel Signore il 25 marzo 1296, anno del Signore"".

 

",,,,Breve|Collazzone|Mountain bike|Trekking|Facile,,,,,42.90033875,12.436001849243794,,,,06083, Itinerario,it_IT,4732039,Anello Borgo di Bettona,"
Partenza Bettona
Arrivo Bettona
Distanza 8 km
Dislivello 220 m
Difficoltà trekking facile, bike intermedio, percorso fatto di lievi sali-scendi a tratti impegnativi
A chi è adatto adatto a tutti, anche a famiglie con bambini
Bici consigliata Mtb
Durata  2:17 ore (trekking); 40 minuti (bike)

 

Escursione ad anello su percorso con lieve dislivello, con partenza dalla centrale Piazza Cavour di Bettona (Pg) (in prossimità della partenza si trova Bettona Outdoor attività di noleggio e officina ebike/bike, organizzazione escursioni bike e trekking). Da Piazza Cavour si percorre il centrale Corso Marconi e Via XX Settembre in direzione di Porta Romana per uscire dalle mura etrusche. Si prosegue poi tra gli olivi, lungo la strada asfaltata dei 5 Cerri fino al bivio a destra con via Montemerlino, dove si inizia a camminare su strada bianca, potendo ammirare a sinistra il Monte Subasio con Assisi e gli altri borghi che si affacciano sulla valle; sulla destra si scorge Deruta e più avanti Todi. Si prosegue addentrandosi nel bosco, proseguendo poi su strada sterrata, per attraversare Via 5 Cerri/SP402, proseguendo dritti su Via Santa Illuminata, dove si cammina in un alternarsi di oliveti e tratti di bosco che danno forma ai sali scendi della collina fino ad arrivare nei pressi della Chiesa di S. Gregorio, del XII secolo, uno dei Luoghi del Cuore FAI – Fondo Ambiente Italiano.

Caratteristici sono il campanile a vela ed il portico antistante affiancato da un pozzo. Durante il medioevo venne utilizzato come lazzaretto. Dalla Chiesa di S. Gregorio, si continua a scendere su strada bianca fino all’intersezione con la strada asfaltata di via Col di Lodola. Si risale seguendo la strada stessa fino a raggiungere la Chiesa di Sant’Onofrio, annessa all’omonimo monastero, retto dal 1550 dai Frati Minori Cappuccini. La chiesa ha al suo interno importanti affreschi tardo-giotteschi (XIV-XV sec.) ed oggi funge da Cappella per il Camposanto monumentale di Bettona. 

Dalla Chiesa di Sant’Onofrio si prosegue su Via Col di Lodola fino ad incontrare Via Roma dove al termine, in largo Bruno Buozzi, si incontra il tratto meglio conservato delle vetuste Mura Etrusche, che qui poggiano direttamente su di un banco di arenaria; piegano poi ad angolo retto in corrispondenza della piazzetta antistante l’ingresso al centro abitato. Si passa dal belvedere di Bettona che si affaccia in direzione di Perugia, che abbraccia un ampio panorama che va dal Monte Subasio fino al Lago Trasimeno. Si entra nel centro storico di Bettona da Porta Vittorio Emanuele, che conserva ancora l’antico portone in legno, per arrivare, percorrendo via Santa Caterina, fino a Piazza Cavour.

Nel centro storico di Bettona, nei pressi del percorso, è possibile visitare:

La Chiesa di San Francesco è un edificio risalente al XII sec. Al suo interno possiamo ammirare l’altare maggiore con stucchi del 1500. La pala d’altare con un quadro di scuola cortonese del XVII sec. raffigurante la crocefissione con Maria Maddalena, San Crispolto, San Francesco e dei confratelli della Confraternita della Morte. In alto possiamo ammirare il Padre Eterno. Nell’altare sinistro troviamo un Crocifisso ligneo con le braccia mobili per la scavigliazione del Venerdì Santo. Nell’altare destro invece troviamo la Madonna Addolorata del XVII sec., mentre sulla volta,  tempere che “Pinse Giuseppe Barbadori all’età di 24 anni, 1808”

Il Museo della Città di Bettona ha sede nel Palazzo del Podestà e nell’adiacente Palazzo Biancalana, dimora nobiliare ottocentesca dallo stile neoclassico. Il Museo è diviso in due sezioni: una archeologica ed una pittorica.

 
La sezione archeologica del Museo dà inizio al percorso espositivo, fornendo testimonianza delle origini del territorio. Tra i pezzi più importanti della collezione figura una magnifica testa marmorea di Afrodite risalente alla media età imperiale. Numerosi sono i reperti etruschi conservati: cippi funerari, terrecotte architettoniche e rari esemplari di tular testimoniano le origini del territorio. 

Gli ori e gli altri reperti ritrovati nella tomba del Colle, scoperta nel 1913, sono invece esposti al Museo Archeologico Nazionale dell'Umbria di Perugia.
I lavori di rifacimento della pavimentazione di Piazza Cavour hanno portato alla luce un antico pozzo monumentale risalente alla fine del XV secolo, a pianta circolare in conci di pietra arenaria squadrati il cui diametro esterno a livello della piazza è di 6,40 m. Interessanti anche i resti di murature interrate e un tratto viario basolato di epoca romana.


Il percorso prosegue con la Pinacoteca, una raccolta di opere iniziata dal 1904, ospitata sia nel piano nobile di Palazzo Biancalana, sia nel salone del trecentesco Palazzo del Podestà. La Pinacoteca ospita una sessantina di opere, in gran parte pittoriche, che spaziano dal Trecento all'Ottocento. Fra i dipinti spiccano il Sant’Antonio da Padova, la Madonna della Misericordia di Pietro Vannucci detto il Perugino, due preziosi corali miniati trecenteschi, il San Michele arcangelo di Fiorenzo di Lorenzo, l’Adorazione dei pastori di Dono Doni, la Madonna in gloria e santi di Jacopo Siculo, un tabernacolo con Cristo ed Evangelisti attribuito a Domínikos Theotokópoulos meglio noto come El Greco, i Santi Pietro e Paolo di Giuseppe Ribera detto lo Spagnoletto. La raccolta si completa con manufatti eterogenei di notevole interesse, tra cui materiali in scagliola e ceramica ed interessanti esempi di produzione scultorea, come il crocifisso in legno policromo attribuito ad Agostino di Duccio e il Sant’Antonio in terracotta invetriata di scuola robbiana.

Recentemente ad arricchire la collezione museale si è aggiunto il prestigiosissimo Busto di Antonio Canova, un autoritratto che il celebre artista realizzò nel 1812 e che è stato ritrovato proprio a Bettona nel 2016.

La Chiesa di Santa Maria Maggiore è la chiesa madre del territorio di Bettona. Le sue origini risalgono agli albori del Cristianesimo: secondo la tradizione sorge sulla casa della prima miracolata da San Crispolto. Nel 1225 fu ampliata ed un successivo restauro, durato dal 1803 al 1816, ce la consegna nel suo attuale aspetto neoclassico. Dell’antica chiesa romano-gotica, rimane la cappella di S. Rita. L’abside è stata affrescata nel 1939 dal futurista Gerardo Dottori. L’altare maggiore è adornato da un ciborio finemente realizzato dal bettonese Cruciano Egiduzio nel 1590. Diverse opere provenienti da S. Maria Maggiore arricchiscono il Museo della Città di Bettona. Nel 1797 accanto alla chiesa venne costruita una collegiata grazie alla cessione dei beni delle quattro confraternite e di tre chiese rurali.

L'oratorio di Sant'Andrea sorge nella stessa piazza dov'è ubicata la chiesa di Santa Maria Maggiore, venne edificato tra il XII e il XIII secolo: di modeste dimensioni, era caratterizzato da una volta a crociera; al suo interno si riuniva la Venerabile confraternita di Sant'Andrea, la quale gestiva anche il vicino ospedale e si occupava della sepoltura dei morti nel giardino antistante. La facciata era in origine decorata con una pittura raffigurante il Giudizio finale, di cui rimangono poche tracce nei pressi del campanile. L'oratorio venne completamente restaurato tra il XVII e il XVIII secolo, con l'eliminazione della volta a crociera e l'aggiunta dell'altare maggiore in stile barocco.

La Chiesa di San Crispolto fu eretta dai monaci benedettini agli inizi del XIII sec. per conservarvi il corpo del Santo Patrono. Il tempio è a croce latina e nel corso dei secoli è stato oggetto di numerosi interventi, ad esempio della primitiva fabbrica romanica rimane il bel campanile cuspidato. La facciata attuale (1795-1797) è opera del romano Antonio Stefanucci, allievo del Vanvitelli; presso l’altare maggiore troviamo una tela del 1590; l’organo è opera del cortonese Cianciulla Romani; il busto del Santo è in rame argentato dei primi del XVIII secolo. Nel transetto sinistro è conservato un ciclo pittorico di 36 opere raffiguranti la leggenda di San Crispolto, copie effettuate nel 1797 da Stefano Notari; il ben più prezioso ciclo originale, che decorava la navata centrale venne invece attribuito all’orvietano Cesare Sermei.

",,,,Breve|Bettona|Trekking|Mountain bike|Medio,,,,,43.01257668697604,12.48554889529098,,,,06083, Itinerario,it_IT,2968824,"Umbertide, Montone, Pietralunga",

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In viaggio da Umbertide attraverso le fortificazioni e i castelli dell'alto corso del Tevere, fra avamposti strategici di rara bellezza e storie di capitani di ventura. Il viaggio termina a Pietralunga, sulle colline a ridosso dell'appennino umbro-marchigiano

",,Umbertide|Montone|Pietralunga|Storia antica,,,,,43.3028946,12.3338877,,,,, Itinerario,it_IT,2970590,La Scuola del Cioccolato e la Casa del Cioccolato Perugina,"

Per una giornata con tutta la famiglia all'insegna della dolcezza vi suggeriamo di dirigervi a San Sisto, una delle zone periferiche di Perugia, e di trascorrere qualche ora nella Scuola del Cioccolato della Perugina.

 

La Scuola del Cioccolato Perugina mette a disposizione di chi voglia frequentare uno dei suoi corsi tutta la sapienza dei maestri cioccolatieri che cercano di svelare i segreti per un cioccolato perfetto, le sue tecniche di lavorazione e il temperaggio manuale. I corsi sono ad esempio: ""Cioco Cake-Design"", ""Crea e Decora il tuo cioccolatino"" ""Fai goal"", ""La dama di cioccolato"", per soddisfare le esigenze sia degli adulti che dei più piccoli. La scuola ha 12 postazioni dotate di tutta la strumentazione necessaria alla lavorazione: ogni postazione può ospitare fino a 2 persone.

 

I luoghi in cui si tengono abitualmente i corsi sono gli stessi dove è stato girato il film ""Lezioni di Cioccolato"" il celebre film di Claudio Cupellini, con Violante Placido, Luca Argentero e Neri Marcorè.

Dopo aver seguito uno dei corsi della scuola e dopo aver assaggiato le vostre dolci creazioni, potete visitare La Casa del Cioccolato Perugina composta dal Museo Storico della cioccolata e la Fabbrica.

All'interno del museo sarete guidati in un percorso che vi farà ripercorrere la sia la storia dell'azienda, che l'evoluzione del prezioso cioccolato, partendo dalla terra che lo produce, per concludere con i dolci capolavori che ne derivano, tra cui il Bacio Perugina. Il museo rappresenta anche un'importante testimonianza di un secolo di storia imprenditoriale italiana: vi è infatti l'Archivio Storico Buitoni Perugina, tutelato dalla Soprintendenza dei Beni Culturali.

Dopo la visita al Museo, potrete assaggiare alcuni dei prodotti più buoni e rinomati della produzione Perugina per poi passare a visitare la Fabbrica dove vengono realizzati i Baci Perugina, le uova di Pasqua, le tavolette di cioccolata e tanti altri prodotti che riuscirete sicuramente a riconoscere.

Per info e prenotazioni:

Per tour alla Casa del Cioccolato Perugina® https://www.perugina.com/it/casa-del-cioccolato/la-casa

Per Scuola del cioccolato Perugina®  https://www.perugina.com/it/casa-del-cioccolato/scuola-del-cioccolato

 

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Una giornata dedicata ad uno dei simboli culinari della città di Perugia: il cioccolato. Scopri dove e come nasce all'interno della Casa del Cioccolato e della Scuola del Cioccolato della Perugina!

,,Perugia|I percorsi del gusto,,,,,43.105635520593296,12.376350076376651,,,,,null null null null null null Itinerario,it_IT,4745147,Isola Polvese,"
 

Con i suoi 70 ettari, la Polvese è la più estesa delle tre isole del Trasimeno, raggiungibile in pochi minuti con i traghetti in partenza dai principali borghi costieri.
L’area è di particolare interesse storico e naturalistico, per la presenza di una lecceta ad alto fusto, un oliveto secolare e un esteso canneto, ma anche molto ricca dal punto di vista artistico e culturale.

Partendo dalla villa, ci si sposta verso la spiaggia costeggiando il canneto. Superato il bar, si entra nel bosco. Dopo circa 200 metri, il sentiero si inerpica penetrando nel bosco e uscendo nell’oliveto prosegue piegando a destra. Il percorso diventa molto panoramico.
Abbandonato il bosco si prosegue verso il crinale dell’isola. Superato un roccolo ormai abbandonato e, più avanti ancora, la Casa Merlata, si giunge ad un quadrivio. Si svolta a sinistra lungo la Via delle Processioni e poi giù lungo il sentiero bordato da vecchie siepi di rosmarino e melograni fino a giungere, superato il Podere Poggio, al Giardino delle Piante Acquatiche. Da qui si scende rapidamente al punto di partenza.

 

Dalla villa si sale per circa 150 metri e, passando in mezzo ad un secolare oliveto, dopo aver superato dei gradini posti all’ombra di querce e cipressi, si giunge al Giardino delle Piante Acquatiche.
Riprendendo il sentiero, si prosegue per altri 40 metri circa per poi svoltare a sinistra. Tra antichi olivi si raggiunge la chiesa di San Giuliano e il Castello.
Risalendo il sentiero, questo giunge al Podere Poggio dove sorge la vecchia fattoria, dal cui balcone si ammira un panorama senza uguali.
L’antica via delle processioni, bordata da splendide piante di rosmarino e melograni, ci conduce fino alla chiesa di San Secondo e al Monastero dei Monaci olivetani.
Dopo una breve sosta, si scende a destra lungo un sentiero bordato da cipressi. Continuando sulla destra, costeggiando il bosco, si ritorna alla Villa.

 

Il percorso inizia dal prato antistante la villa, prosegue in direzione sud-ovest lungo il sentiero che porta al Castello e alla chiesa di San Giuliano.
Dopo la breve sosta si prosegue costeggiando il lago lungo un viale incorniciato da oleandri e pioppi giunge fino alla Punta Nord dell’isola. Un rapido sguardo intorno ci consente di scorgere, sulla terraferma, i paesi di Castiglione del Lago, Tuoro sul Trasimeno, Passignano e le altre due isole.
Proseguendo, il sentiero percorre il versante nord-ovest, più fresco e umido, caratterizzato dalla presenza di una scarpata, in alcuni tratti molto alta, dove da secoli si sviluppa il bosco di lecci.
All’uscita del bosco ci troviamo in prossimità della Casa di Delfo e poco più avanti la spiaggia. Da qui, costeggiando il canneto, si torna rapidamente alla Villa.

",,,,Cammini|Trekking|Paesaggi d'acqua,,,,,43.1147266,12.142651119822954,Castiglione del Lago,Isola Polvese,,, Itinerario,it_IT,2970087,Il pranzo di Natale in Umbria,"

Una tavola imbandita a festa, succulenti piatti caldi a base di carne e ottimi dolci: un'esperienza indubbiamente da vivere, se trascorri il periodo di Natale in Umbria.

Partendo da materie prime povere la tradizione locale riesce a conquistare anche i palati più esigenti con dei piatti semplici, ma al contempo gustosi, ideati dai contadini umbri che riuscivano a sopperire alla mancanza dell'opulenza con la fantasia e l'intelligenza.

 

Ogni zona dell'Umbria festeggia il Natale con dei piatti tipici locali, ma il filo conduttore del menu è lo stesso per tutti quanti. Mettiti a tavola e inizia dall'antipasto con gli sfiziosi crostini di fegatini: un letto di pane croccante rigorosamente sciapo per un paté di carni bianche che è considerato uno dei capisaldi della tradizione umbra. Per proseguire poi con delle ricche fette di galantina di pollo, antica pietanza proposta in tutte le occasioni legate al ciclo della vita, quando i festeggiamenti venivano celebrati in casa.  

Andiamo al primo piatto per scoprire i veri protagonisti della tavola: i cappelletti fatti a mano in brodo di cappone. Non esiste famiglia in Umbria, che non celebri il 25 dicembre intorno a un piatto di pasta fresca, preferibilmente fatta in casa, e cotta in un profumato brodo di cappone. Il cappone in brodo, già cotto per la preparazione del primo piatto, viene consumato come secondo, accompagnandolo con la torta al testo e affiancato a un secondo che gli umbri mangiano in ogni occasione di festa: la grigliata di maiale e di agnello.

I contorni della tavola umbra il giorno di Natale valorizzano una verdura spesso sottovalutata: i cardi. Essi possono venire semplicemente bolliti oppure cotti in una buonissima parmigiana al forno, un piatto che piace a grandi e piccini.

Ogni festa che si rispetti non è tale senza un'abbuffata di dolci. Per Natale in Umbria il dolce cambia secondo la zona: puoi assaggiare il torciglione, un dolce a base di pasta di mandorle, nella zona del Trasimeno; a Terni trovi invece il Panpepato, a base di frutta secca, cannella, noce moscata, miele e cioccolato. I perugini festeggiano addentando la pinoccata (o pinocchiata) che, come suggerisce il nome, è fatta di pinoli e aromatizzata al cioccolato o alla vaniglia. Mentre tra Foligno e Assisi potrai gustare la rocciata con la sua caratteristica forma di serpente attorcigliato e il tipico colore rosso dato dall'alchermes.  

Non ti resta che metterti a tavola e assaggiare le squisitezze frutto dell'antica tradizione!

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Se sei in Umbria nel periodo natalizio puoi assaggiare alcuni dei buonissimi piatti tipici della tradizione contadina. Mettiti a tavola e scopri i sapori del Natale.

,,Natale in Umbria|Perugia|Terni|Le ricette della tradizione|Inverno,,,,,42.4591159,14.2136044,,,,, Itinerario,it_IT,2966636,Trekking urbano a Foligno,"

Passeggiare per i centri storici umbri è una buona occasione per ammirarne, o meglio assaporare, bellezze architettoniche e artistiche.

Per scoprire le strade di Foligno, suggeriamo di passare un martedì o un giovedì sera in città. In questi giorni, alle 20.30, il gruppo Foligno Cammina si trova per delle camminate su diversi percorsi. Lo scopo è proprio quello di camminare percorrendo strade del centro che a volte non conoscono neppure gli stessi residenti.

Si può partecipare ai gruppi con velocità moderata su percorso corto (1h circa) o con velocità regolare su percorso lungo (1h e 20 min circa).

Il centro storico di Foligno, conserva bellissimi edifici religiosi e palazzi signorili. Durante la camminata, capiterà di vedere una quantità di punti di interesse che meritano una visita più approfondita. Tra questi c'è sicuramente piazza della Repubblica, dove si trova la Cattedrale di San Feliciano. La sua facciata secondaria è un gioiello architettonico dei maestri Rodolfo e Binello risalente al 1201. Sempre in piazza della Repubblica, merita una visita anche Palazzo Trinci, dove ammirare un prezioso ciclo di affreschi dei primi del Quattrocento, realizzato da Gentile da Fabriano con la collaborazione di altri artisti. Nell'ex chiesa della Santissima Trinità in Annunziata, una presenza del tutto inattesa: un'opera d'arte considerata una delle testimonianze d'arte più alte del XX secolo, la ""Calamita Cosmica"" uno scheletro in vetroresina, ferro e polistirolo lungo 24 metri e largo 4 che occupa l'intera navata della chiesa.
A giugno o a settembre la città è in festa, avvolta in una bellissima atmosfera barocca, sei nei giorni della Quintana, una rievocazione storica imperdibile.

Per informazioni su date e percorsi, visita la pagina Facebook dell'associazione Foligno Cammina.

 

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Camminare fa bene e se allo spirito salutistico vuoi unire una scoperta dei luoghi di una dall'inaspettata bellezza, questa proposta fa al caso tuo. 

",,Trekking urbano,,,,,43.10756845,12.380930779781853,,,,,null null null Foligno null null null Itinerario,it_IT,4769901,ECOrciano: Sentieri naturalistici a Monte Malbe,"

Per gli amanti del trekking e del bike boschivo è certamente Monte Malbe ad offrire la più ricca rete di percorsi escursionistici presenti nel territorio corcianese, immersi tra le meraviglie della natura umbra: macchia mediterranea, antiche carbonaie e calcinaie, suggestive doline carsiche, prati che si tingono dei mutevoli colori delle stagioni, piccole “trosce” custodi di risorse faunistiche tutelate a livello europeo e tante altre scoperte.

Nel monte sono attualmente presenti 5 itinerari escursionistici ad anello (segnalati in loco e mappati in gpx) e un “Sentiero Fantastico” specificatamente dedicato ai bambini.
Ogni itinerario presenta peculiari punti di interesse storico-naturalistico e uno specifico grado di difficoltà.

Per maggiori informazioni:
Ufficio Informazioni Turistiche: Tel 075.5188255

",,,,Trekking,,,,,43.002300653955324,12.153014344971966,Corciano,,,, Itinerario,it_IT,2969968,Viaggio nella fede: percorri il Cammino della Luce,"

Quanti itinerari spirituali conoscete? Certamente avete sentito parlare del Cammino di Santiago de Compostela, ma anche dell'antica Via Francigena: due arterie che i pellegrini intraprendevano per raggiungere luoghi di culto e per ritrovare loro stessi. Ma in Italia contiamo altri sentieri della fede: le Vie Romee o la Teutonica sono solo alcuni esempi. Lasciamo da parte le tappe di Sigerico e concentriamoci sul Cammino della Luce che, ad ogni modo, termina a Roma.

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Non solo Francigena e Cammino Santiago: scopri gli itinerari della fede immersi nella natura incontaminata dell'Umbria. Attraverso 5 tappe, arriverai a Roma arricchito di storia, fascino e benessere

 

 

",,Montecastrilli|Perugia|Deruta|Assisi|Amelia|Cammini|Media VallExperience,,,,,43.10008480074888,12.386861268466264,,,,, Itinerario,it_IT,2967066,Itinerario benedettino da Giano dell'Umbria a San Gemini,

Nei luoghi di san Benedetto da Norcia

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Benedetto, proclamato patrono d'Europa nel 1964 da Paolo VI, costituisce un esempio di profondità spirituale e impegno concreto nella comunità. Un itinerario senza tempo nei luoghi incantati dell'Umbria dove natura ed arte ti parlano della sua regola

",,Giano dell'Umbria|Massa Martana|San Gemini|Cammini,,,,,42.832782550000005,12.5775789,,,,, Itinerario,it_IT,2970364,La Via Amerina,"

La Via Amerina è un percorso assai antico: risale infatti al III sec. a.C., come ""cucitura"" di tracciati locali precedenti, che collegavano Veio con Ameria, l'attuale Amelia (da qui il nome Amerina). La via attraversa il territorio dei Falisci e tocca i centri di Nepi, Falerii, Fescennium (Corchiano), Gallese, Vasanello e Orte.

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Un percorso che parte da Perugia e giunge fino a Roma, lungo la via Amerina attraversando a piedi la zona di Amelia, per godere di un patrimonio storico e artistico di grande valore e suggestione.

",,Amelia|Perugia|Cammini,,,,,42.5508574,12.4227168,,,,, Itinerario,it_IT,4768970,I Castelli dell'alta valle del Nestòre,"

Il fiume Nestòre è un affluente del Tevere che lungo i suoi 42 km bagna i Comuni di Città della Pieve, Panicale, Piegaro, Perugia e Marsciano. Dal Neolitico al Novecento è stato importante nella storia locale. Ospita una ricca ittiofauna e costituisce l'habitat di numerose specie di flora e di fauna.

Nell'alta valle del Nestòre vi sono interessanti borghi fortificati che risalgono al Medioevo che si rivelano ai visitatori anche attraverso 8 facili itinerari percorribili a piedi, tutti ad anello tranne i primi 3:

  1. Fontignano - Castiglion Fosco
  2. Castiglion Fosco - Piegaro
  3. Piegaro - Città della Pieve
  4. Anello Montarale
  5. Cibottola La Fontana
  6. Ierna
  7. Tavernelle - Borga Sala
  8. Montarale - Greppolischieto
",,,,Trekking|Paesaggi d'acqua|Trekking|Alla scoperta dei borghi,,,,,43.02608845159899,12.18939542139199,Piegaro,,,, Itinerario,it_IT,2968504,Arte in movimento tra gli spazi poliedrici di Foligno e Trevi,,,"

L'anima moderna dell'Umbria la trovi dove meno te l'aspetti:  scopri la fine di un secolo, di una civiltà e della vita stessa dentro una chiesa e vai a caccia di nuovi talenti in strutture espositive che creano un continuo divenire tra passato e futuro.

",,Trevi|Foligno|L'arte in Umbria,,,,,42.9517949908458,12.700915161489064,,,,, Itinerario,it_IT,2968400,Palazzo Collicola e Caos: arte contemporanea in Umbria,,,"

Dal genio di Calder alla geometria di Pomodoro, seguendo il filo dell'arte moderna e contemporanea da Spoleto a Terni. Collezioni internazionali e spazi espositivi insoliti ed affascinanti

",,Spoleto|Terni|L'arte in Umbria,,,,,42.7327833,12.7367036,,,,, Itinerario,it_IT,2969086,Le Cattedrali e le chiese romaniche,"

Il percorso ti porta alla scoperta, tra Todi e Assisi, di straordinarie architetture romaniche, edifici che modificarono radicalmente l'aspetto delle città medievali: una grande innovazione la cui diffusione fu legata al diffondersi del Francescanesimo e di altri ordini religiosi .

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Un percorso da Todi ad Assisi fra gli esempi più illustri dell'architettura religiosa in stile romanico: dalla Cattedrale di Santa Maria Assunta a quella di San Rufino

,,Assisi|Bevagna|Gualdo Cattaneo|Todi|L'arte in Umbria,,,,,42.777417407400215,12.408230422514322,,,,, Itinerario,it_IT,4540366,Un viaggio futurista alla scoperta del genio di Gerardo Dottori,"

All’Umbria, che ispirò la sua arte con i paesaggi urbani e naturali, il maestro Gerardo Dottori dedicò originali e armoniose interpretazioni pittoriche viste dall’alto, ancora oggi attuali e di grande respiro.

Siete pronti ad andare alla scoperta delle sue opere? Sono disseminate tra Perugia e la sua provincia in luoghi religiosi e istituzionali fruibili ai visitatori (ma anche in ville e in palazzi privati), lungo un itinerario, che vi regalerà grandi sorprese. 

Per informazioni:
Archivi Gerardo Dottori-Associazione culturale, via Pompili n. 38 Perugia, tel. +39 340 0694942
Museo civico di Palazzo della Penna-Centro di cultura contemporanea, via Prospero Podiani Perugia, tel. +39 075 9477727  
Palazzo Baldeschi, corso Pietro Vannucci n. 66 Perugia, tel. +39 075 5734760.
Palazzo Gallenga Stuart, piazza Braccio Fortebraccio n. 4 Perugia, tel. +39 075 5746270

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Un itinerario alla scoperta delle opere del pittore perugino tra i più influenti esponenti del Futurismo italiano.

,,Magione|Tuoro sul Trasimeno|Perugia|Marsciano|L'arte in Umbria|trasimeno|Media VallExperience,,,,,43.11213395,12.388822450779276,Perugia,,,, Itinerario,it_IT,2970681,"Castiglione del Lago, Paciano, Panicale","

L'Umbria ha una ricchezza unica: l'acqua. Sorgenti, fiumi, cascate e laghi.

 

Il lago Trasimeno è tra i più grandi laghi d'Italia. Se vuoi conoscere la zona ad ovest del lago, parti per un tour alla scoperta dei borghi di quest'area.

 

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Una giornata vicino al lago Trasimeno alla scoperta dei borghi medievali della zona: visita Castiglione del Lago, Paciano e Panicale per tre tra i più importanti borghi umbri

",,Castiglione del Lago|Paciano|Panicale|L'arte in Umbria|trasimeno,,,,,43.12654015,12.043168963056857,,,,, Itinerario,it_IT,2969913,Arte contemporanea in Umbria: il Giardino dei Lauri e la Scarzuola,"

Benvenuto al Giardino dei Lauri. Un percorso narrativo attraverso l'avanguardia artistica internazionale degli ultimi vent'anni. Passeggia nel parco, ""animato"" da installazioni che intrattengono un dialogo silenzioso con lo spazio aperto circostante, ed entra nel Capannone.
Una selezione di 71 opere, che vede a fianco dei nomi più ""classici"" come Takashi Murakami, Mariko Mori, Roxy Paine, Michael Heizer, Ugo Rondinone, la coppia Tim Noble & Sue Webster, o ancora gli italiani Massimo Bartolini e Maurizio Cattelan, le opere dei più rappresentativi talenti cosmopoliti come Aaron Young, Eric Wesley, Dash Snow, Piero Golia, Matthew Monahan, Piotr Uklanski e Gary Webb. Mi raccomando, non utilizzare come souvenir le baguettes della bella House of Bread di Urs Fischer, una casa a dimensioni reali fatta solo di pane!
Per una sosta golosa vai sul sicuro con una storica pasta, fagioli e zafferano raccolto sul posto ed un'altrettanto autoctona bistecca di chianina.
In direzione sud supera Montegabbione, fino a giungere alla Scarzuola, un ex convento dove si narra visse San Francesco in una capanna realizzata con la ""scarza"", una pianta palustre. Ti trovi nel sogno di Tommaso Buzzi, una città ideale, concepita come una stupefacente macchina teatrale.

Passeggia tra statue, scale e labirinti, torri e giardini, cupole, cavalli alati, mosaici, anfiteatri, templi, obelischi, bocche di draghi, un gigantesco busto nudo di donna. Citazioni e rimandi alla classicità, con le misteriose scenografie di sette teatri in successione. Arroccati in unico insieme tufaceo, in proporzioni ed epoche diverse, il Partenone, il Colosseo, il Pantheon, l'Arco di Trionfo, la Piramide, la Torre Campanaria e il Tempio di Vesta. Sei sospeso nel tempo e senza un percorso da seguire. In questo palcoscenico, o forse museo, puoi vivere un sogno ermetico, un sogno scolpito nella pietra.

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Dal dinamico spazio espositivo del Giardino dei Lauri alla città ideale di Tommaso Buzzi: un percorso nel ""Cuore Verde d'Italia"" tra una delle più sorprendenti collezioni private d'arte contemporanea e il gioco surreale della Scarzuola

",,Città della Pieve|Montegabbione|L'arte in Umbria,,,,,42.9533771,12.0048464,,,,, Itinerario,it_IT,2968641,I Maestri dell'arte orafa e del vetro,,,"

Alla scoperta delle lavorazioni artigianali dell'oro e del vetro, tra tradizione e innovazione: dai maestri orafi di Torgiano agli artigiani della vetreria piegarese, un viaggio alle origini di una produzione storica, riletta in chiave moderna

",,Orvieto|Perugia|Torgiano|Piegaro|L'arte orafa e il vetro|I borghi delle due valli,,,,,42.716501660102004,12.110141571786253,,,,, Itinerario,it_IT,2967085,Le aree archeologiche più belle della Via Flaminia,"

Se vi piace la natura, saprete già che l'Umbria riserva degli spettacolari paesaggi incontaminati, ideali per trascorrere una giornata o un weekend in serenità. Potete optare per il territorio di Amelia, oppure andare a vedere da vicino la Cascata delle Marmore che, neanche a dirlo, è una delle più alte in tutta Europa. Ma la regione non è solo aria pulita e distese verdi: qui troverete anche tanta cultura, leggende e soprattutto storia.

Gli appassionati di archeologia, in particolare, possono sbizzarrirsi lungo l'antico itinerario della Via Flaminia, fatta costruire nel 220 a.C. dal console Gaio Flaminio Nepote. Questa strada serviva, in principio, a collegare Roma con la parte settentrionale della Penisola, fino a Rimini.

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Lungo l'antica Via Flaminia, il collegamento nato all'epoca dei romani, sorgono punti panoramici e siti archeologici di enorme prestigio. Eccoli riuniti in un unico itinerario. 

 

 

",,Storia antica,,,,,42.4211845,12.474538,,,,, Itinerario,it_IT,4565519,MTB 14 - Da Paciano a Città della Pieve per il Monte Pausillo,"
Partenza Paciano
Arrivo Paciano
Distanza 33 km
Dislivello 850 m
Difficoltà difficile
Fondo 70% sterrato, 30% asfalto
Bici consigliata MTB, E-MTB
Da vedere in zona Paciano, Città della Pieve, Panicale, Monte Pausillo.

 

Il chilometraggio e il dislivello ne fanno un itinerario da classificare tra quelli medio-difficili. La partenza è fissata dal centro di Panicale, in Piazza della Repubblica, da dove si inizia a scendere verso valle. Lasciato l'asfalto si imbocca lo sterrato che, superati i sottopassaggi della ferrovia e della statale, riporta alla strada asfaltata ai piedi di Villastrada.

Proseguite diritti affrontando un breve strappo sterrato. Poi, dopo una veloce discesa, incrociando la SS 71 al chilometro 11,1, svoltate a destra in direzione di Chiusi. Subito dopo, lasciando la statale al km 11,4, svoltate a sinistra iniziando la prima salita del percorso: uno splendido sterrato che si sviluppa dapprima in mezzo al bosco, poi tra vitigni e campi coltivati fino a San Litardo dove, immettendosi sulla SS 71 Nord, si continua a salire verso Città della Pieve.

Al chilometro 18,5 arrivate a Città della Pieve, centro di origine etrusco-romana, dove potete fermarvi per una visita. Ripartite in direzione del campo sportivo e una volta terminato l'asfalto proseguite in discesa su di uno sterrato piuttosto sconnesso. Terminata la discesa pedalate per alcuni chilometri all'interno di una stretta valle fino a quando non incrociate la SP309 (km 24), da attraversare imboccando lo sterrato dalla parte opposta. In questo punto inizia la seconda e più impegnativa salita del percorso.

Molto ripidi e sassosi, i primi 200 metri possono costringere a mettere piede a terra; il prosieguo della salita invece risulta meno impervio. Si pedala per diversi chilometri immersi nel bosco e poi, avvicinandosi alla cima, la visuale si apre e permette di ammirare scenari mozzafiato in cui, nelle giornate più limpide, è possibile distinguere anche l'Abetone. La salita si conclude a pochi metri dalla vetta del Monte Pausillo (km 29,5). Da qui inizia la discesa verso Paciano: un tratto tecnico da percorrere con particolare attenzione. 

Dopo i primi metri, svoltate a destra e risalendo brevemente, imboccate a sinistra lo stretto single track all'interno della pineta. Appena fuori dalla pineta, svoltate a sinistra e riprendete lo sterrato principale che in pochi chilometri vi riconduce fino al centro di Paciano.

Lungo il percorso, godetevi il potere rigenerante dei boschi del Monte Pausillo, approfittando dei panorami stupendi che si aprono sul lago Trasimeno e su tutte le valli circostanti, con una visuale che arriva fino al Monte Amiata e che, nelle giornate più limpide, abbraccia anche l'Abetone. Meritano una visita anche i borghi attraversati dall’itinerario. Il centro storico di Paciano, ad esempio, è tra i Borghi più Belli d'Italia per il notevole patrimonio ambientale ed artistico, è racchiuso in una cinta muraria trecentesca con torri e tre porte d'ingresso e si erge in un territorio ricco di boschi di lecci, querce e castagni. Il borgo medievale di Panicale è invece adagiato sulle colline del lago Trasimeno da dove si può godere di splendide vedute sul panorama lacustre e sulla valle del Nestore. All'interno del paese degni di nota sono il Palazzo del Popolo, la Collegiata di San Michele, il complesso di San Sebastiano e il Teatro Cesare Caporali. Imperdibile Città della Pieve: antico centro etrusco-romano, ha mantenuto intatta gran parte della sua struttura antica. Tra gli edifici di maggior pregio ci sono il Duomo, che conserva le opere di due grandi pittori, il Perugino ed il Pomarancio; la chiesa di Santa Maria dei Bianchi, dove si trova la straordinaria Adorazione dei Magi del Perugino; la Rocca (1326), con cinque torri; il palazzo della Corgna (XVI secolo); palazzo Bandini (XVI secolo); palazzo della Fargna (XVIII secolo), sede del Comune, e palazzo Baglioni, del XVIII secolo.

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Nell'estrema parte occidentale dell'Umbria, attraverso borghi di grande interesse come Paciano, Città della Pieve e Panicale, in un percorso gratificante dal punto di vista naturalistico, artistico e culturale. 

",,Città della Pieve|Paciano|Mountain bike|Difficile|trasimeno,,,,,43.104368,12.250721,,,,, Itinerario,it_IT,4565062,MTB 08 - Corciano e i boschi di Monte Malbe,"
Partenza Corciano
Arrivo Corciano
Distanza 21,3 km
Dislivello 680 m
Difficoltà medio
Fondo 45% sterrato, 55% asfalto
Bici consigliata MTB, E-MTB
Da vedere in zona Corciano, Pieve del Vescovo, Villa Oscano, Capocavallo, Monte Malbe.

 

Il percorso può essere considerato medio-difficile poiché, nonostante non sia molto lungo, è caratterizzato dalla ripida salita che da Capocavallo conduce fino agli oltre 600 metri di altitudine del Monte Malbe e del Colle della Trinità, da dove poi partono innumerevoli sentieri.

Dal parcheggio appena fuori le mura di Corciano, si scende in direzione Ellera e al successivo incrocio (km 1,3) potete svoltare a sinistra verso Umbertide e continuare a scendere. Proseguite diritti fino al chilometro 6,4 dove, in corrispondenza della rotonda, potrete svoltare a destra ed imboccare una strada sterrata. Poco più avanti, tornate sull'asfalto e al chilometro 7,7 girate a destra verso Capo Cavallo e iniziate la salita che diventa sterrata dopo circa un chilometro.

L'ascesa porta fino al convento dei Cappuccini (km 11,5) da dove inizia un divertente, ma non difficile, tratto di single track che vi porta fuori dal bosco in un nuovo tratto di salita su strada sterrata. Superata un'impegnativa serie di saliscendi arrivate al Colle della Trinità, il punto più alto del percorso. Entrate nel Parco del Colle della Trinità e da qui iniziate la discesa asfaltata che vi riporta ai piedi di Corciano: dall'incrocio con la SP 172, ripercorrete l'ultimo chilometro di lieve ascesa per ritornare al punto di partenza.

Lungo questo itinerario, sarete conquistati dal piccolo borgo medievale di Corciano che, all'interno delle sue alte mura, racchiude un dedalo di viuzze, vicoli, torri e scalinate. 
Nel centro del paese, potete ammirare il torrione di Porta S. Maria; piazza Coragino con un bel pozzo del '500; il Palazzo comunale; il Palazzo del Capitano del Popolo e il Palazzo dei Priori; la chiesa parrocchiale di S. Maria Assunta, al cui interno è conservata la tavola dell'Assunta del Perugino (1513) ed il Gonfalone di Benedetto Bonfigli, dipinto nel 1472.
A un chilometro dal borgo invece, merita una visita il Castello di Pieve del Vescovo, edificio fortificato a pianta quadrangolare con cortile interno e quattro torri d'angolo. Fu realizzato intorno al XIII sec., ma tra il 1560 ed il 1570 venne trasformato in residenza signorile.
Di grande fascino anche l'ampia area boschiva del Monte Malbe, che si estende sopra l'abitato di Corciano e da cui si possono godere fantastici panorami sul Monte Tezio e Perugia. Da vedere, infine, i castelli fortificati di San Mariano, Solomeo, Chiugiana, Mantignana, Migiana e Capocavallo: a pochi chilometri l'uno dall'altro, mantengono tutti il loro aspetto originario.
 

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L'itinerario parte dal borgo medievale di Corciano e si sviluppa in gran parte tra i boschi di Monte Malbe, da dove è possibile godere di magnifici panorami sui paesaggi circostanti, Perugia compresa.

",,Corciano|Mountain bike|Medio,,,,,42.454538333259315,14.216813634889302,,,,, Itinerario,it_IT,4558492,MTB 02 - Tra Castiglione e Tuoro lungo il Trasimeno,"
Partenza Castiglione del Lago
Arrivo Castiglione del Lago
Distanza 32 km (21 nella variante breve)
Dislivello 180 m
Difficoltà facile
Fondo 65% sterrato, 35% asfalto
Bici consigliata MTB, E-MTB
Da vedere in zona Castiglione del Lago, Tuoro, Lago Trasimeno.

 

Pur non essendo brevissimo, questo itinerario non presenta alcuna difficoltà altimetrica: a Borghetto poi, è possibile inserire una deviazione che permette di ridurre il chilometraggio totale a 21 chilometri.

La prima parte del percorso, in cui si alternano asfalto e sterrato, si sviluppa nella pianura tra Castiglione e Cortona, a pochi chilometri dalla riva del lago. La parte più spettacolare di questo itinerario però è sicuramente la seconda quando, su un fondo stradale quasi completamente sterrato, si imbocca la ciclovia del Trasimeno che scorre a pochi metri dal lago e si snoda tra ponticelli in legno e una fitta vegetazione.

La partenza è fissata dagli impianti sportivi di Castiglione del Lago, città che al ritorno merita una visita accurata, da dove si prosegue sul lungolago. Uscite da Castiglione seguendo le indicazioni per Pozzuolo e per Piana e dopo circa 6,5 chilometri svoltate a destra e lasciate l'asfalto iniziando a pedalare su una serie di stradoni asfaltati.

Tornando sull'asfalto al chilometro 11,5, immettetevi sulla SS 71 e rimanete su questa strada per circa due chilometri prima di svoltare a destra verso Borghetto. Al paese proseguite diritti e superato il passaggio a livello, c’è un breve tratto in salita dopo il quale potete girare a destra sulla strada sterrata che scorre tra gli ulivi, ammirando un bel panorama sul lago. 
Terminata la breve salita girate a destra e poi ancora a destra iniziando a scendere sempre su sterrato. Da qui, superando un casolare ed il sottopassaggio sulla superstrada, in neanche due chilometri si raggiunge la ciclovia del Trasimeno. 

Al chilometro 22,5 si torna a pedalare per un breve tratto sull'asfalto, ripassando per il centro di Borghetto, mentre al chilometro 24,2 svoltando a sinistra e tornando sulla ciclovia del Trasimeno, attraverso una fitta vegetazione e bellissimi panorami, si ritorna a Castiglione del Lago costeggiando da vicino le rive del lago.

 

Questo Itinerario permette di ammirare davvero da vicino il lago Trasimeno, che con i suoi 128 kmq è il quarto d'Italia per estensione. Parco Regionale, la sua superficie circolare incastonata tra morbide colline ricoperte da ulivi e pianure coltivate è di grande interesse naturalistico e costituisce una meta molto ambita per i turisti. 
Il centro storico di Castiglione del Lago, con le sue mura medioevali e le tre porte d'ingresso, merita una sosta ed una visita accurata, anche in virtù della splendida visuale che offre sullo stesso lago. All'interno del paese notevoli sono la Rocca del Leone, fortezza pentagonale di origine medievale, che rappresenta uno dei migliori esempi di architettura militare della regione e il Palazzo della Corgna, elegante dimora gentilizia di natura rinascimentale fatta costruire da Ascanio della Corgna nel 1560 su progetto del Vignola o di Galeazzo Alessi. Altro gioiello nell’area è Tuoro, sempre sulle rive del lago. Qui è affascinante il percorso storico della ""battaglia del Trasimeno"" del 217 a.C. tra Romani e Cartaginesi, che ricostruisce le fasi salienti della disfatta dell'esercito romano contro i cartaginesi di Annibale.

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Facile e adatto a tutti, è un percorso pianeggiante a pochi chilometri dalla riva del lago, tra Castiglione del Lago e Cortona: si snoda tra asfalto, sterrato, ponticelli e una fitta vegetazione.

",,Castiglione del Lago|Tuoro sul Trasimeno|Mountain bike|Facile|trasimeno,,,,,42.45236385,14.205169264197048,,,,, Itinerario,it_IT,2969655,"In Umbria, lungo la via Romea Germanica","

Il percorso ufficiale della via Romea Germanica è stato tracciato dall'Abate Alberto dei Frati Minori di San Giovanni, intorno al 1236.

 

Cenni storici
Mentre si trovava presso il Monastero Benedettino della Santa Vergine Maria di Stade (Amburgo), l’Abate Alberto riconobbe la necessità di inserire una disciplina ecclesiastica più rigida, secondo il modello delle regole cistercensi.
Dovendo ottenere a questo scopo il permesso di Papa Gregorio IX, iniziò il viaggio verso Roma.
Il Papa diede il suo beneplacito alla riforma desiderata, ma i confratelli e l’arcivescovo di competenza, quello di Brema, la rifiutarono.
Deluso, Alberto si dimise dalla sua carica ed entrò nel convento dei Frati Minori di San Giovanni, della città di Stade.
Qui si dedicò alla stesura dei cosiddetti Annales, una cronaca in latino dei più importanti avvenimenti ecclesiastici e politici del suo tempo.
Inserito in quest’opera si trova il dialogo fra i due monaci, a proposito delle migliori vie per un pellegrinaggio verso Roma. Nel dialogo, l’Abate fornisce diversi itinerari con dati precisi su luoghi a distanze da attraversare, sulle condizioni della strade e indicazioni esatte sulla lunghezza delle singole tappe in miglia tedesche.

 

Il percorso
Il cammino, lungo circa 2200 km, è stato riscoperto grazie al lavoro di appassionati studiosi e archeologi.
Si compone di tre tratte principali: Germania (da Stade a Wernigerode passando per Sassonia, Turingia e Baviera), Austria (Seefeld-Innsbruck-Brennero) e Italia.

L'itinerario italiano attraversa mille chilometri (divisi in 46 tappe) dalle Alpi a Roma, tra panorami suggestivi, paesaggi immersi nella natura, borghi e città ricchi di arte e storia, toccando sia luoghi celebri in tutto il mondo, sia angoli del Belpaese meno noti.

La Via può essere percorsa a piedi, in bicicletta, a cavallo, ma anche in auto o in moto, scegliendo di volta in volta le tappe preferite da percorrere con calma e tranquillità, in base al tempo disponibile e al proprio allenamento.


La Credenziale del Pellegrino
Per attraversare la Via è necessario richiedere la Credenziale del Pellegrino, che consente l’accesso agli “Ospitali” e di ottenere agevolazioni.

Nella Credenziale sono riportati il luogo e la data di partenza e di arrivo, i timbri delle località incontrate e delle strutture di ospitalità, a dimostrazione del percorso compiuto.
Si tratta, infine, del documento necessario per conseguire il certificato di fine pellegrinaggio, una volta giunti a Roma: il “Testimonium”.

 

Per maggiori informazioni:
http://www.viaromeagermanica.com

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Il percorso ufficiale della via Romea Germanica è stato tracciato dall'Abate Alberto dei Frati Minori di San Giovanni, intorno al 1236.

",,Città della Pieve|Orvieto|Paciano|Ficulle|Castiglione del Lago|Cammini|trasimeno,,,,,43.119488914505226,11.955667467886428,,,,, Itinerario,it_IT,2968384,I Maestri mobilieri,"

Se trascorri il tuo tempo libero alla ricerca di speciali pezzi d'antiquariato e i mobili in legno non possono mancare a casa tua, approfitta del tuo soggiorno in Umbria per conoscere la tradizione mobiliera.

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La tradizione della lavorazione del legno è trasversale a tutta l'Umbria, ma oggi ha il suo cuore pulsante a Città di Castello dove la tradizione e l'innovazione lavorano sinergicamente per produrre dei prodotti d'eccellenza.

",,Città di Castello|Gubbio|Il legno|Artigianato,,,,,43.1011495,12.3817557,,,,, Itinerario,it_IT,2968192,Assisi e Spoleto: scopri i luoghi patrimonio dell'Unesco in Umbria,"

L’Italia è la nazione che detiene il maggior numero di siti inseriti nella lista dei patrimoni dell’umanità dell’UNESCO.
In Umbria, l'UNESCO, ha riconosciuto come patrimonio dell'umanità ""Assisi e gli altri luoghi francescani"" e due luoghi come appartenenti al sito seriale ""I Longobardi in Italia. I luoghi del potere (568-774 d.C.)"", che comprende le più importanti testimonianze longobarde presenti sul territorio nazionale.

Ti proponiamo un percorso alla scoperta di questi tesori unici nelle zone di Assisi e Spoleto: scarpe comode, pranzo al sacco, una giornata di sole e una macchina fotografica è tutto quello di cui hai bisogno per partire!

",,,,Assisi|Spoleto|L'arte in Umbria,,,,,43.067409845682455,12.618470064861757,,,,, Itinerario,it_IT,2969030,Itinerario dell'amore misericordioso ed eucaristico,"

Puoi essere un pellegrino più o meno devoto, ma non puoi fare a meno di chiederti cosa cercare attraverso questo cammino: una sorta di trekking dello spirito, facendo tappa in oasi silenziose alla scoperta di un'altra idea di natura e di raccoglimento. L'itinerario dell'Amore Misericordioso Eucaristico ti chiede di rievocare, attraverso i segni dell'arte e della preghiera, il messaggio evangelico.

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Un cammino di ispirazione che accompagna la tua spiritualità lungo le orme di Madre Speranza: da Collevalenza a Orvieto, passando per Todi, il volto della meditazione assume i tratti del Cuore Verde d'Italia.

",,Orvieto|Todi|Cammini,,,,,42.7462569,12.4832696,,,,, Itinerario,it_IT,2969804,Del viaggio fatto dalla Santità di nostro signore Papa Gregorio XVI nel 1841,"

""Nutriva antico desiderio di muoversi……il fervore cresceva pensando Egli che avrebbe visitato altri Santuari"". Siamo sulle orme di Papa Gregorio XIV che nel 1841 transitò in Umbria, per raggiungere Loreto.

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Uno scorcio dell'Umbria, con gli occhi un viaggiatore speciale che desiderava visitare santuari. All'annuncio della partenza del Santo Padre Gregorio XIV seguì un giubileo generale.

",,Narni|Spoleto|Terni|Cammini,,,,,42.519459749999996,12.515556521562779,,,,, Itinerario,it_IT,2970507,Escursioni nei dintorni della Cascata delle Marmore,,,

L’acqua è il personaggio principale di questo itinerario che vi propone alcuni fra i luoghi più suggestivi della provincia di Terni e di tutta l’Umbria.

,,Cascia|Norcia|Sant'Anatolia di Narco|Terni|Preci|Scheggino|Ferentillo|Monteleone di Spoleto|Vallo di Nera|Cerreto di Spoleto|Arrone|Paesaggi d'acqua|Torrentismo e rafting|Trekking,,,,,42.547388,12.71511128980767,,,,, Itinerario,it_IT,2968986,Borghi e paesi sul lago Trasimeno,,,

Un percorso ad anello alla scoperta dei paesi e dei borghi che si affacciano sul lago Trasimeno

,,Castiglione del Lago|Paciano|Panicale|Passignano sul Trasimeno|Tuoro sul Trasimeno|Paesaggi d'acqua|trasimeno,,,,,42.45236385,14.205169264197048,,,,, Itinerario,it_IT,2970778,Parco fluviale del Tevere,"

Il Tevere, prima di diventare il grande fiume di Roma, scorre in Umbria dando vita ad un importante parco fluviale nella zona di Todi e Orvieto.

Il Tevere ha determinato gli eventi storici di millenni e ha visto la presenza di tanti popoli, primi tra tutti Umbri ed Etruschi divenendo poi il tramite principale della romanizzazione del territorio. Successivamente, in epoca medievale, il territorio è stato costellato di castelli, borghi fortificati e centri storici di cui restano ampie vestigia. Per questi motivi la zona del parco è ricca di resti di varie epoche storiche.

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Il parco fluviale del fiume Tevere: tra una natura lussureggiante lungo le rive del fiume e del lago di Corbara e i resti degli antichi popoli

,,Orvieto|Todi|Paesaggi d'acqua|Parchi naturalistici e tematici,,,,,42.7089732,12.2792352,,,,, Itinerario,it_IT,2970407,Parco del lago Trasimeno,,,

Il Lago Trasimeno è uno dei più grandi del centro Italia: visitalo attraversando il parco che attraversa le sue bellissime isole. 

,,Castiglione del Lago|Passignano sul Trasimeno|Tuoro sul Trasimeno|Magione|Paesaggi d'acqua|Parchi naturalistici e tematici|trasimeno,,,,,43.1140882,12.1386262,,,,, Itinerario,it_IT,2967318,STRADA 12 - Olio e vino sulle rive del Lago Trasimeno         ,"
Partenza Castiglione del Lago
Arrivo Castiglione del Lago
Distanza 69 km
Dislivello 450 m
Difficoltà medio
Fondo asfalto
Bici consigliata strada, ibrida, e-bike
Da vedere in zona Lago Trasimeno, Castiglione del Lago, Tuoro, Passignano, Monte del Lago, Magione.


Hai mai passeggiato in bicicletta tra le dolci colline umbre e innanzi alle chiare acque di un lago? Ti proponiamo un itinerario che parte da di Castiglione del Lago e si sviluppa intorno al Lago Trasimeno seguendo per lunghi tratti la Strada del Vino dei Colli del Trasimeno e quella dell'Olio Dop Umbria.

Lascia Castiglione del Lago in direzione di Pozzuolo, ma al chilometro 2,5 e gira a destra verso Piana e Ferretto. Pedala per diversi chilometri su strade secondarie e prive di traffico, che scorrono tra piccole pinete e campi coltivati. Superato Ferretto, al chilometro 12,5 arriviamo a Pietraia e giriamo a destra verso Riccio. Qui puoi immetterti per circa 500 metri sulla SS71, strada piuttosto trafficata; abbandonala subito girando a destra in direzione di Tuoro.

Qualche leggera rampa tra gli olivi ti conduce in località Puntabella, vera finestra sul lago Trasimeno, da dove si può godere una fantastica visuale. Prosegui sulla SS75 bis superando Tuoro e Passignano e al chilometro 38,5 gira a destra in direzione di Torricella (in questo tratto di itinerario se pedali con una bici da trekking puoi sfruttare la pista ciclabile in terra battuta che costeggia più o meno da vicino la strada principale e conduce fino a Sant'Arcangelo).

Continua sulla SP316 costeggiando da vicino il lago e attraversando San Feliciano. Fermati a guardare il tipico porto: San Feliciano ha una forte tradizione legata alla pesca. Poco dopo San Savino reimmettiti sulla SS71 dove prendi a destra in direzione di Chiusi. Una volta superato il paese di Sant'Arcangelo, una salitella di 500 metri ti conduce sino a Poggio di Braccio, un'antica posta del 1.500 da dove è possibile dominare tutto il lago.

Da qui riparti seguendo la strada principale fino al chilometro 58,5, quando giri a destra seguendo le indicazioni per Arezzo e Castiglione del Lago, dove si rientra in meno di 10 chilometri. Alla rotonda appena prima del paese gira ancora a destra e torna al punto di partenza seguendo la pista ciclabile che costeggia da vicino la riva del lago. Prima, però, è d'obbligo affrontare la breve salita che conduce al centro storico di Castiglione del Lago che per la sua posizione e le sue bellezze storiche merita una visita accurata.

Se hai un po' di tempo, spingiti fino a Magione dove non puoi perdere una visita al Castello dei Cavalieri di Malta che si trova a Magione: si tratta di una struttura a pianta quadrata con torrioni circolari. La struttura attuale, sorta sul nucleo di un ospizio fondato nel XII secolo dai Cavalieri Gerosolimitani, è frutto di un ampliamento del castello preesistente che incorporò anche un'antica abbazia

L'itinerario che ti proponiamo è di difficoltà media più per il chilometraggio che per le difficoltà altimetriche.

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In bici intorno al bellissimo Lago Trasimeno: un percorso che parte da Castiglione del Lago e attraversa i borghi e le campagne più belli. 

               
 

,,Castiglione del Lago|Magione|Passignano sul Trasimeno|Tuoro sul Trasimeno|Bici da strada|Medio,,,,,43.1254204,12.0537364,,,,, Castiglione del Lago Itinerario,it_IT,2966749,Dall’Abbazia di Sassovivo al Sasso di Pale,"

Nel 2018 è stato riaperto il sentiero storico di 4 chilometri che un tempo collegava l'Abbazia di Sassovivo al paese di Pale: percorriamolo per scoprire le bellezze delle montagne che sovrastano Foligno.

 

Il nostro punto di partenza è l’Abbazia di Santa Croce di Sassovivo: fondata nell’ultimo quarto dell’XI secolo lungo l’antica via Lauretana (importante arteria di pellegrinaggio che univa Roma e il Santuario della Santa Casa di Loreto) e più volte ampliata, questa imponente struttura, in origine un castello, sorge nell’area ricca di boschi di lecci che si estende pochi minuti a est di Foligno. La “Macchia Sacra” della lecceta di Sassovivo è uno degli elementi paesaggistici più interessanti del territorio che fa capo all’abbazia e ci accompagnerà per buona parte dell’itinerario, a partire dalla prima tappa.

 

Prendendo la strada asfaltata che porta a Casale, dopo circa 300 metri si incontra sulla destra la Cripta romanica detta “del Beato Alano”, fondata nell’XI secolo ed in seguito dedicata ad un monaco viennese, che la abitò all’inizio del XIV secolo. Inizialmente pensata dall’eremita Mainardo e dai suoi adepti come nucleo originario per la costruzione di un monasterium, non fu mai completata a causa dei frequenti smottamenti che colpiscono l’area: la congregazione decise perciò di trasferirsi nel vicino castello, donazione della famiglia longobarda dei Monaldi. Della struttura originale, attualmente inagibile, si possono ad oggi vedere parte della facciata, il portico e, appunto, la cripta.

Da qui parte il sentiero (circa 500 metri tra andata e ritorno) noto come “Passeggiata dell’Abate”, che inizia a fianco di un’antica fontana e attraversa una macchia di lecci plurisecolari, che con i loro 20 metri di altezza conferiscono un aspetto solenne al percorso: in questa “cattedrale arborea” mille anni fa l’abate di Sassovivo e i suoi confratelli trovavano la pace e il silenzio ideali per raccogliersi in preghiera.

Tornati sulla strada principale, che dalla Cappella del Beato Alano sale in direzione di Casale, si arriva in breve a un incrocio con una strada sterrata – il “Passo delle Capre”, visibile sulla sinistra, in corrispondenza di un’ampia curva – da cui ha inizio il sentiero storico che congiunge Sassovivo a Pale.

Ignorando le varie deviazioni si prosegue lungo la strada sterrata, mantenendo la direzione del fosso posto sulla sinistra, fino ad entrare in un bosco di leccio che termina in un valico. Da questo versante la vegetazione cambia completamente e ci si immerge in un ambiente in cui spicca il bosco ceduo con prevalenza di carpino nero e ornielle, ma dove sono presenti anche roverelle, aceri d’Ungheria e aceri minori, oltre ad alcuni esemplari di maggiociondolo.

Si prende quindi una mulattiera dal fondo ciottoloso, leggermente in discesa, che dopo circa 100 metri svolta a sinistra aumentando la pendenza fino ad arrivare alla SS 77. Attraversata con cautela la statale si segue la strada principale che conduce a Pale: questo piccolo paese ha risentito fin dalla sua nascita degli influssi benefici della presenza della vicina Abbazia di Sassovivo e dei commerci della Via Lauretana, diventando a suo tempo famoso per la lavorazione e la produzione della carta, circa trent’anni prima della nascita delle celebri cartiere di Fabriano.

Per chi avesse ancora energie dopo la camminata e volesse continuare a godere delle bellezze della zona, da piazza Elisei si snodano tre percorsi didattici geologico-culturali dedicati alla scoperta di tre importanti siti dell’area: la Grotta della Badessa, il Castello di Pale con la sua cinta muraria, e l’Eremo di Santa Maria Giacobbe. Poco distante dal centro abitato, seguendo le indicazioni potrete ammirare le Cascate del Menotre. Se invece la vostra passione è l’arrampicata, la falesia di Pale offre oltre 150 vie attrezzate adatte a climbers più e meno esperti, sulle pareti che sovrastano la valle del fiume Topino.

Itinerario in OpenStreetMap

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Spiritualità, natura, sport: tutto in una passeggiata di 4 chilometri, nella lecceta e nei boschi a due passi da Foligno

",,Foligno|Trekking,,,,,,,,,,,null null null Abbazia di Sassovivo null null null Pale Itinerario,it_IT,2967296,"Un viaggio nella natura, alla scoperta del Parco del Monte Cucco","

Ti consigliamo di salire in macchina e spingerti al nord-est dell'Umbria, lungo la dorsale appenninica che segna il limite con le Marche. Lì uno stretto lembo di terra, dominato da fitti boschi, racchiude il Parco del Monte Cucco, ricco di bellezze naturali e tracce di storia, a cui vale la pena dedicarsi per una o più giornate.

Prima di partire, pensa bene a come vuoi passare la tua giornata e pianifica le attività da fare, cosicché avrai le idee chiare su dove dirigerti (per informazioni dettagliate visita il sito del parco).

Per orientarti: fanno da sfondo al territorio due città di grande importanza storico-artistica, Gubbio a nord e Gualdo Tadino a sud, che potrebbero essere le mete finali del tuo viaggio.

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In viaggio alla scoperta del Parco del Monte Cucco: lecceti, ampie valli e una fauna selvatica rara fanno del Parco un luogo ideale per esplorare le meraviglie della verde Umbria. E dedicarsi alle più varie attività sportive all'aperto.

",,Costacciaro|Fossato di Vico|Scheggia e Pascelupo|Sigillo|Parchi naturalistici e tematici|Vivi l'Appennino,,,,,43.3590438,12.712202313225372,,,,, Itinerario,it_IT,2967101,Itinerari trekking nella natura del Monte Cucco,"

Amate i colori accesi? E magari anche camminare all'aria aperta? Bene, allora vi portiamo a fare una bella escursione sul Monte Cucco, nel cuore dell'Umbria più verde. Questa vetta si trova a due passi dal crinale degli Appennini ed è sempre stata una tappa obbligata per chi percorreva la Via Flaminia.

Si tratta di uno dei più straordinari esempi di parchi che vantiamo in Italia. Qui troviamo acque sotterranee e fonti minerali, per non parlare di faggete, grotte carsiche e esemplari di animali notevoli, come il lupo e l'aquila reale. Per questo motivo è un luogo adatto per praticare sport di montagna. Si pensi solo al volo a vela, allo sci di fondo, al trekking oppure alla speleologia.

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A piedi o in bicicletta: percorri i sentieri e i percorsi nella natura del Monte Cucco. Tra boschi e faggete scoprirai tutto il bello dell'Umbria: aria pulita, vegetazione incontaminata e panorami mozzafiato

",,Costacciaro|Fossato di Vico|Scheggia e Pascelupo|Sigillo|Parchi naturalistici e tematici|Vivi l'Appennino,,,,,43.40485406096903,12.74883794987904,,,,, Itinerario,it_IT,2966874,Parco nazionale dei Monti Sibillini,,,

Visita uno dei posti più suggestivi dell'Umbria: il Parco nazionale dei Monti Sibillini ti offre tra i tanti bellissimi paesaggi quello della Piana di Castelluccio di Norcia. E poi ancora percorsi montani e sport emozionanti come il parapendio e il deltaplano.

,,Norcia|Preci|Parchi naturalistici e tematici,,,,,42.79548056687494,13.183474663135044,,,,, Itinerario,it_IT,2967407,Alla scoperta di minerali e pietre nel Parco vulcanologico di San Venanzo,"

Pensa a una bella gita in famiglia, magari in primavera: il Parco vulcanologico di San Venanzo è aperto ai visitatori tutte le domeniche (in autunno e inverno è necessario prenotare una visita guidata).

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In viaggio tra le millenarie formazioni vulcaniche del Parco Vulcanologico di San Venanzo, per scoprire i segni lasciati dal tempo e dalle azioni dell'uomo sulla roccia e sulla terra. Un percorso naturalistico e didattico per grandi e piccini.

",,San Venanzo|Parchi naturalistici e tematici|Media VallExperience,,,,,42.91183454036787,12.345594576761563,,,,, Itinerario,it_IT,2966958,Parco Nazionale dei Monti Sibillini,"

Sognate un paradiso verde? Immerso nella quiete e ricco di cose da scoprire? Bene, aprite gli occhi: il posto esiste già e si chiama Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Vi portiamo nel cuore dell'Umbria, su vette che superano addirittura i 2000 metri di altezza. Qui troviamo il Vettore, il Monte Sibilla, Priora, Argentella e la cima del Redentore. Tra fiumi importanti e vallate, è possibile ammirare da vicino oltre 1800 specie floristiche, tra le quali spicca la stella alpina dell'Appennino, ma anche l'uva orsina e il carpino nero. Ma a far da padroni sono il lupo, l'istrice, il gatto selvatico e il gracchio corallino.

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Consigli e proposte sulle località e sugli itinerari da percorrere sui Monti Sibillini: idee per appassionati di sport, birdwatching, natura ma anche storia e cultura

",,Norcia|Preci|Parchi naturalistici e tematici,,,,,42.790715743026006,13.18283969968403,,,,, Itinerario,it_IT,2966616,Parapendio in Umbria,"

Le correnti ascensionali dell'Umbria hanno favorito negli anni la pratica di uno sport davvero mozzafiato: il parapendio. In questi territori che sono nate numerose scuole di volo, alle quali consigliamo di affidarti per vivere un'esperienza in tutta sicurezza, anche con i bambini al seguito. Le località di decollo possono essere diverse, ti raccomandiamo di consultare le previsioni meteorologiche di volta in volta per scegliere la zona che ti interessa maggiormente e verificare che sia nelle migliori condizioni per la pratica di questo sport.

Vari i dislivelli affrontabili, diversi i punti di vista mozzafiato sul paesaggio umbro, con decolli a partire da varie zone della regione. Di seguito ti riassumiamo quelle migliori per la pratica del parapendio.

Qualunque sia il luogo del tuo volo in parapendio in Umbria, potrai essere sicuri che ai tuoi occhi si apriranno scenari incredibili. Il nostro consiglio? Quando sarai in volo pensa solo a rilassarti, assaporando il piacere di scivolare nell'aria, godendoti un'emozione tutta tua.

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L'Umbria è da sempre associata alla sua immagine di terra spirituale e mistica ma rappresenta una meta molto ambita anche per gli amanti dello sport. In particolare, ha raggiunto una buona diffusione l'attività di parapendio che ti permetterà di godere del paesaggio naturale umbro da un punto di vista privilegiato.

",,Assisi|Norcia|Sigillo|Foligno|Sport dell'aria,,,,,42.82027450617365,13.218237015592955,,,,, Itinerario,it_IT,2967223,Alla scoperta dell'Umbria romana,,,"

Un tuffo nella storia romana che parte dalle bellezze superstiti di Gubbio, passa dall'antica Helvillum, oggi Fossato di Vico, giunge alle pendici del Monte Serra Santa alla scoperta di Gualdo Tadino e si chiude a Nocera Umbra, seguendo l'alto percorso della Via Flaminia.

",,Storia antica,,,,,43.34333201784843,12.588086508982816,,,,, Itinerario,it_IT,2967163,Un viaggio tra i borghi del Parco Fluviale del Tevere,,,"

In viaggio da Todi, attraverso i luoghi più belli del Parco Fluviale del Tevere. Fra scorci naturalistici di rara bellezza e borghi raccolti e silenziosi, il viaggio tocca l'antica Baschi per terminare ad Alviano, con le specie faunistiche dell'Oasi Naturalistica.

",,Todi|Baschi|Alviano|Parchi naturalistici e tematici,,,,,42.778353696428184,12.408358580852935,,,,, Itinerario,it_IT,2969857,Nei cieli dell’Umbria in deltaplano,"

Prendete una breve rincorsa, tenetevi forti e iniziate a volare su campagne e borghi.
Per volare in deltaplano: condizioni meteo adatte, un pendio da dove poter decollare, una buona dose di coraggio e tanta voglia di vedere il mondo dall’alto. Le correnti ascensionali e l’esperienza (vostra, o dell’istruttore che vi accompagna) faranno il resto, per vivere un’esperienza unica!
In Italia non sono moltissimi i posti ideali per praticare questo sport, ma se si vuole fare deltaplano in Umbria c’è solo l’imbarazzo della scelta:

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In volo libero per apprezzare l'Umbria dall’alto, come turisti o come sportivi, in tandem o in solitario.

",,Norcia|Sigillo|Terni|Sport dell'aria,,,,,42.8460168,13.175236,,,,, Itinerario,it_IT,2970054,Tra Umbria e Toscana: itinerari religiosi nella Valle del Nestore,"

Percorsa dall’omonimo fiume per una ventina di chilometri, la Valle del Nestore è stata ed è ancora un importante territorio di confine e di transito fra Umbria e Toscana e, se pur agli estremi del comune di Città di Castello, non è mai stata una porzione marginale perché ponte ideale con le terre toscane, con le quali ha avuto scambi fruttuosi e benefici sia nelle attività economiche che nelle arti.

L’itinerario che porta verso la Valdichiana mescola la vocazione naturalistica con le emergenze storiche e architettoniche: borghi, chiese, pievi, torri e abbazie che testimoniano il passato glorioso di questa vallata, di ciò che è stato e di una realtà ancora viva.

 

La prima cittadina che si trova nell’itinerario è Trestina la cui chiesa è dedicata a San Donato, che alla fine del VII secolo fu scelto come patrono delle milizie longobarde. Lasciata Trestina, proseguendo per un chilometro lungo la provinciale 104, sulla destra, una strada porta alla collina dove sono situate la Basilica della Madonna del Transito di Canoscio e la Pieve dei Santi Cosma e Damiano.

 

Basilica di Canoscio

La Basilica della Madonna del Transito di Canoscio sorge nello stesso punto in cui, nel 1348, un abitante del luogo, Vanni di Jacopo, fece costruire una cappellina votiva con dipinta l’immagine della Madonna al momento del suo transito.

Di questa primitiva pittura, della quale resta sconosciuto il pittore (probabilmente di scuola senese), rimane soltanto l’immagine della Madonna dormiente.

Nel 1406 fu costruita la prima piccola chiesa; questa costruzione fu abbattuta nel 1855 quando si iniziarono i lavori per la costruzione dell’attuale Santuario, realizzato su iniziativa del sacerdote Luigi Piccardini e progettato dal tifernate Giuseppe Baldeschi. Il grandioso edificio fu consacrato nel 1878. L’interno della chiesa è a tre navate, di forme neo-cinquecentesche.

Nel 1905 venne inaugurata la maestosa facciata con il nuovo colonnato opera dell’architetto fiorentino Giuseppe Castellucci; il porticato è impreziosito da un soffitto a cassettoni, finemente lavorato.

 

La Pieve

La Pieve dei Santi Cosma e Damiano risale nelle sue forme attuali alla seconda metà del XII secolo. È a pianta rettangolare a navata unica con abside semicircolare. La facciata in conci di pietra arenaria è sormontata a sinistra da un campanile a vela. L’interno, con copertura a capriate, presenta sulle pareti uno stratificarsi di affreschi, per lo più votivi, di epoche diverse ed attribuibili a maestranze locali. Tra i dipinti più interessanti dell’intera decorazione sono da segnalare a destra della porta d’ ingresso la Madonna della Misericordia e Santi, risalente al 1348, e lungo la parete sinistra la Trinità, raffigurata con tre teste. In chiesa si conservano anche dei materiali erratici, tra cui una lastra lapidea con una croce scolpita e utilizzata come uno degli elementi di sostegno dell’altare.

Ritornati sulla provinciale dopo cinque chilometri circa si arriva all’abitato di Badia di Petroia dove si trova l’Abbazia dedicata a Santa Maria e Sant’Egidio. 

 

L’Abbazia di Santa Maria e Sant’Egidio – Badia Petroia

L’Abbazia, appartenuta in origine a un complesso abbaziale benedettino, è ricordata per la prima volta in un documento del 972.

Alla famiglia dei Marchesi di Colle, da cui si è originato il ramo dei Bourbon del Monte, apparteneva Ugo, fondatore dell’Abbazia di Petroia. La protezione della famiglia sul monastero durò fino al XV secolo; nel 1403 il complesso religioso non era già più sotto la tutela dei marchesi, ma sotto quella di Città di Castello.

L’Abbazia di Petroia rappresenta uno degli edifici romanici più importanti della regione, nonostante le vicende ecclesiastiche che la coinvolsero e i dissesti causati dai frequenti terremoti, abbiano lasciato il segno nell’architettura, nei numerosi interventi di adattamento e nella riduzione progressiva degli spazi, che ne hanno stravolto l’aspetto originario. Tra i primi esempi in Umbria di chiesa basilicale a tre navate e tre absidi, l’edificio sorgeva su pianta longitudinale con copertura a tetto e transetto non sporgente, elevato su un’ampia cripta. Secondo un uso diffuso negli ambienti monastici la chiesa si sviluppava su tre diversi livelli pavimentali, rispondenti agli spazi che nelle funzioni liturgiche erano riservati rispettivamente ai fedeli, ai monaci e al clero officiante. Attualmente la chiesa appare decurtata di circa un terzo e priva delle navate laterali, adibite da tempo ad usi agricoli e ad abitazioni private.

La facciata dell’attuale chiesa è costituita da un muro costruito nel XIV secolo, innalzato a causa dei vari terremoti che avevano danneggiato più volte l’edificio. Le formelle in terracotta a motivi geometrici e zoomorfi inserite all’esterno del muro, di influsso ravennate, appartengono sicuramente ad una costruzione più antica. La chiesa racchiude al suo interno anche un esaustivo repertorio di materiale erratico di epoca altomedievale e romanica.

Sotto il presbiterio si estende la vasta cripta triabsidata, ascrivibile alla meta del secolo XI, suddivisa in tre vani affiancati e coperti da volte a crociera, poggianti su sei colonne e due pilastri. La cripta, attualmente non visitabile, aveva in origine due ingressi, posti nelle navate laterali. Per la sua costruzione sono stati utilizzati capitelli e colonne di spoglio, queste ultime in travertino e in granito, mentre le altre, di epoca preromanica, sono in arenaria.

Dopo Badia di Petroia, proseguendo per altri 6 chilometri lungo la strada provinciale che porta a Castiglion Fiorentino e Cortona, si arriva a Morra, frazione del Comune di Città di Castello. Giunti sulla piazza del paese troviamo la Pieve di Santa Maria, già ricordata in una Bolla del 1126 e in un trattato tra Perugia e Città di Castello. Fuori del centro abitato sorge l’Oratorio di San Crescentino, tappa fondamentale dell’itinerario signorelliano nel territorio dell’Alta Valle del Tevere.

 

Oratorio di San Crescentino

Poco distante dal centro abitato di Morra, sviluppatosi attorno alla romanica Pieve di Santa Maria, sorge l’Oratorio di San Crescentino, costruito nel 1420 per soddisfare le esigenze di culto dell’omonima Confraternita e ampliato nella forma attuale nel 1507, come ricordano le iscrizioni murate sulla facciata.

L’Oratorio si presenta come un vero scrigno d’arte che custodisce al suo interno un interessante ciclo di affreschi attribuiti a Luca Signorelli e alla sua scuola. La maggior parte della critica colloca l’impresa pittorica tra il 1507 e il 1510. La tradizione vuole che il pittore, spostandosi dalla natia Cortona a Città di Castello per far fronte alle molteplici commissioni di lavoro, si fermasse a Morra, abituale luogo di sosta dei viandanti. L’edificio presenta una facciata a capanna con un portale sovrastato da una lunetta decorata, un’ampia finestra e due finestrelle laterali, aperte nel Seicento. L’interno, coperto a capriate, termina con una bella nicchia finemente scolpita e affrescata dal Signorelli; in alto è rappresentato il Padre Eterno, con in mano il Libro della Vita, tra due bellissimi angeli, Santa Maria Maddalena ed un altro santo. Nella parete sinistra, la grande nicchia in pietra racchiude all’interno l’affresco della Madonna della Misericordia di chiara impostazione pierfrancescana. In alto sono visibili in stato frammentario: l’Incredulità di San Tommaso, l’Ingresso di Gesù a Gerusalemme, l’Orazione nell’Orto, l’Ultima Cena e la Flagellazione, sicuramente l’affresco più interessante con i bellissimi nudi dei flagellanti.

Lungo la parete di destra, in alto, si susseguono altri episodi: la Crocifissione, la Discesa di Gesù nel Limbo, la Deposizione nel sepolcro e la Resurrezione. Di questi affreschi soltanto la Crocifissione è ritenuta opera del maestro, mentre le altre sono attribuite ai seguaci. Nella nicchia è rappresentata la Madonna di Loreto.

L’attuale sacrestia occupa lo spazio del primitivo oratorio quattrocentesco e custodisce tracce di affreschi tardogotici attribuiti ad un pittore locale d’ispirazione senese-aretina. Da segnalare, tra i più interessanti, San Crescentino che uccide il drago e la Madonna della Misericordia.

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Alla scoperta della storia di questa vallata tra borghi, chiese, pievi, torri e abbazie

",,Città di Castello|Cammini,,,,,43.36387448419419,12.235397754166772,,,,, Itinerario,it_IT,2969823,La Via di Francesco - Dai Prati di Stroncone a Greccio,"

Nei suoi viaggi nella parte meridionale dell’Umbria, San Francesco si servì spesso del sentiero che, passando per i bellissimi Prati di Stroncone, collega Terni a Greccio, patria del primo Presepe.

 

Questo percorso, deviazione della Via di Francesco, parte dalla Chiesa dedicata al Santo di Assisi, nel centro di Terni; da qui, raggiungi la Cattedrale di Santa Maria Assunta per poi allontanarti sempre più dal centro città e superare il ponte sul Nera.

 

Prosegui lungo questa strada, ma non dimenticarti di fare una sosta presso la Basilica di San Valentino, che ancora conserva le spoglie del Santo protettore della città e degli innamorati.

Dopo poco meno di 4 chilometri prendi la deviazione a destra, per dirigerti verso il bel borgo medievale di Stroncone. Tra le tante attrattive di questo piccolo centro una meta obbligata è il Convento di San Francesco, che tradizione vuole sia stato fondato dallo stesso Poverello d’Assisi nel 1213, con la chiesa e un’importante biblioteca di testi francescani. Nella cappella vicina alla chiesa potrai vedere una Madonna in Trono di Tiberio d’Assisi, seguace del Perugino ed allievo del Pinturicchio. Approfitta della sosta: quando ti rimetterai in marcia la strada continuerà a farsi (letteralmente) in salita.

A poca distanza da Stroncone troverai la Cappellina della Madonna del Tresto: il complesso, edificato sul luogo dell’apparizione della Vergine ad una pastorella e risultato dell’ampiamento di una chiesa e di un monastero preesistenti, conserva un’ampia collezione pezzi d’arte popolare, lasciati al luogo di culto come ex voto.

Prosegui nel tuo cammino, lungo il quale ti imbatterai in alcune lapidi: sono, queste, testimonianza del passaggio su questo stesso sentiero di San Bernardino da Siena, figura spirituale fortemente legata al francescanesimo.

Raggiungerai, alla fine della tua salita del Monte Macchialunga, un altipiano: in questo luogo a circa mille metri di altitudine, dominato dal verde e dal silenzio propri dei paesaggi di montagna, si estendono i cosiddetti Prati di Stroncone. In questa distesa, punteggiata qua e là da castagni, carpini e ginestre, la natura si è conservata incontaminata, quasi fuori dal tempo.

Sono diversi i sentieri, di ogni difficoltà e per tutti gli interessi, che si snodano lungo questo paradiso: due in particolare sono di nostro interesse, vista la natura di questo itinerario. La prima opzione è di continuare lungo il percorso francescano; se vuoi impegnarti in un’escursione verso la cima del monte, prendi invece il sentiero che devia per il bosco, e seguilo fino a raggiungere la Cappelletta di San Francesco, primo rifugio del Poverello di Assisi in questo territorio, per godere della notevole vista sulla Valle Santa di Rieti.

Sia che tu preferisca rimanere sul percorso principale, sia che tu sia di ritorno dalla deviazione, prosegui in direzione di Greccio: il cammino, già fino a questo momento abbastanza agevole, continua ora in discesa, donando ulteriore sollievo alle gambe del viandante.

Sei ormai arrivato alla conclusione di questo cammino sulle orme di San Francesco: dopo pochi chilometri di camminata arriverai a Greccio, uno dei Borghi più belli d’Italia e famoso per la prima rappresentazione del Presepio, voluta da San Francesco in una delle sue molte permanenze nel piccolo centro laziale. Voluto dal Santo di Assisi anche l’Eremo di Greccio, uno dei quattro santuari francescani nella valle di Rieti.

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Nei suoi viaggi San Francesco si servì spesso del sentiero che, passando per i bellissimi Prati di Stroncone, collega Terni a Greccio. Ripercorriamolo per calarci completamente nel mondo francescano, tra natura e spiritualità.

",,Terni|Stroncone|La via di Francesco,,,,,42.56432311348527,12.641686610923646,,,,, Itinerario,it_IT,2970173,Alla scoperta dell'Abbazia di San Pietro in Valle,"

Umbria: una regione da amare, da vivere, da esplorare. Un territorio che può servire per ritrovare il proprio benessere e la propria pace interiore.

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Un percorso alla ricerca della propria spiritualità nel cuore dell'Umbria: tra natura autentica e contesti contemplativi

,,Ferentillo|Cammini|Luoghi della fede,,,,,42.62124827147892,12.788169786975148,,,,, Itinerario,it_IT,2967239,La via delle ceramiche in Umbria: da Gubbio a Gualdo Tadino,,,"

Un tour all'insegna della ceramica d'autore tra Gubbio, famosa per  le decorazioni rosso rubino di Mastro Giorgio Andreoli e Gualdo Tadino, dove lo splendore delle maioliche ha i colori e il profumo della ginestra

",,Gualdo Tadino|Gubbio|La ceramica|Vivi l'Appennino,,,,,43.3508894,12.5756924,,,,, Itinerario,it_IT,2967592,Escursione in Valnerina: da Poggiodomo a Monteleone di Spoleto,"

La Valnerina continuerà a stupirti anche lungo i sentieri che attraversano questa zona: scopri il territorio che va da Poggiodomo a Monteleone di Spoleto.

 
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Un itinerario di trekking che parte da Poggiodomo e si conclude a Monteleone di Spoleto: la Valnerina da scoprire lungo i suoi percorsi di trekking

,,Poggiodomo|Monteleone di Spoleto|Valnerina da scoprire,,,,,42.71311786677513,12.933055172734706,,,,, Itinerario,it_IT,2967797,"Preci, Cerreto di Spoleto, Vallo di Nera, Sant'Anatolia di Narco","

Benvenuto in Valnerina: incontaminati paesaggi montani, dove ai giochi di luce nei boschi si alternano riflessi di corsi d'acqua sorgiva.

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Hai sempre immaginato i borghi umbri come piccoli centri arroccati su speroni montuosi o avvolti nel verde? Segui questo itinerario e scopri borghi di sorprendente suggestione. 

,,Sant'Anatolia di Narco|Preci|Vallo di Nera|Cerreto di Spoleto|Valnerina da scoprire,,,,,42.8790089,13.038888981182936,,,,, Itinerario,it_IT,4726811,Bettona - Cannara - Bettona,"
Partenza Bettona
Arrivo Bettona
Distanza 13 km
Dislivello 110 mt salita, 260 discesa (Bettona – Cannara) 260 mt salita, 110 discesa (Cannara - Bettona)
Difficoltà facile/intermedio, percorso principalmente pianeggiante, lievi sali-scendi a tratti impegnativi in prossimità di Bettona
Fondo asfalto, sterrato, lastricato
Bici consigliata city-bike, MTB, gravel
Durata 3,5 ore (Trekking) –  1 ora (Bike)
A chi è adatto adatto a tutti, anche a famiglie con bambini abituati a camminare e/o pedalare

 

Si parte dalla centrale Piazza Cavour di Bettona (Pg) (in prossimità della partenza si trova Bettona Outdoor attività di noleggio e officina ebike/bike, organizzazione escursioni bike e trekking). Da Piazza Cavour si percorre il centrale Corso Marconi e Via XX Settembre in direzione di Porta Romana per uscire dalle mura etrusche. Si prosegue dritto su Viale Roma per poi prendere a destra su via Col di Lodola dove sulla destra è possibile visitare la Chiesa di Sant’Onofrio, annessa all’omonimo monastero, retto dal 1550 dai Frati Minori Cappuccini. La chiesa ha al suo interno importanti affreschi tardo-giotteschi (XIV-XV sec.) ed oggi funge da Cappella per il Camposanto monumentale di Bettona. 

Proseguire poi fino all’incrocio con Via Sala sulla destra e percorrerla fino ad oltrepassare il ponte e prendere Via San Quirico salendo fino alla strada bianca che in discesa porta all’Abbazia di San Quirico, antica abbazia benedettina, posta su un’altura dalla quale domina la Valle del Topino, da Assisi a Foligno. La sua fondazione risale al secolo X, anche se il periodo di massimo splendore dell’Abbazia di San Quirico coincide con i secoli XI e XII, quando i monaci costituirono un vasto patrimonio fondiario con numerose dipendenze. In questo periodo, San Quirico era uno dei due maggiori insediamenti monastici nel territorio di Bettona, insieme alla vicina abbazia di San Crispolto. Nel 1414, gli edifici monastici furono quasi completamente distrutti durante le incursioni delle truppe di Ladislao d’Angiò, re di Napoli, che più volte varcò i confini dello Stato Pontificio. Nei secoli XVII e XVIII, la commenda di San Quirico fu assegnata ininterrottamente a prelati romani che, fino al 1810, incaricavano dell’officiatura della chiesa i Frati Minori Cappuccini del vicino convento di Sant’Onofrio di Bettona. Nel 1810, il monastero di San Quirico fu soppresso dai Francesi, gli edifici furono adibiti a casa colonica e ceduti a privati. 

Superata l’Abbazia di San Quirico si prende la strada bianca a destra su Via dei Colli fino al Vocabolo S. Lucia dove rivolgendo lo sguardo al Monte Subasio e ad Assisi, si prosegue passando per Vocabolo Pantani e Vocabolo Ceretagna per raggiungere la sponda del Fiume Topino percorrendola fino ad incontrare Via Santa Elisabetta e da lì entrare nel centro storico di Cannara per raggiungere la centrale Piazza S. Matteo, dove è possibile visitare l’omonima Chiesa di San Matteo. 

Il ritorno a Bettona è previsto percorrendo il percorso a ritroso.

Da vedere a Bettona:

Da vedere a Cannara:

",,,,Breve|Bettona|Cannara|Bici da strada|Trekking|Medio,,,,,43.01371785,12.485134933599419,,,,06083, Itinerario,it_IT,4988143,Torgiano - Bettona - Torgiano,"
Partenza Torgiano
Arrivo Torgiano
Distanza 11 km Trekking – 12 km Bike
Dislivello

200 mt salita, 60 mt discesa (Torgiano – Bettona) - 60 mt salita, 200 mt discesa (Bettona - Torgiano)

Difficoltà facile/intermedio, percorso principalmente pianeggiante, lievi sali-scendi a tratti impegnativi in prossimità di Bettona
A chi è adatto

adatto a tutti, anche a famiglie con bambini abituati a camminare e/o pedalare

Bici consigliata city-bike, MTB, gravel
Durata ore 3 (Trekking) –  ore 1 (Bike)

 

Escursione che collega il borgo di Torgiano a quello di Bettona, su percorso per la maggior parte pianeggiante, con partenza dal centro di Torgiano (PG) presso il parcheggio La Torre (nel parcheggio è presente un punto di ricarica auto elettrica) nei pressi della Torre Baglioni simbolo del borgo di Torgiano, che rappresenta l'emblema della città medievale. Fino alla metà del XV secolo, la Torre Baglioni infatti costituiva l'ingresso di una zona doganale, dove confluivano le merci e i prodotti di una vasta area del centro Italia che attraverso il corso del Tevere si imbarcavano per Roma. Superata la Torre Baglioni ci si dirige verso il centro storico all’incrocio con via Olivello, sulla sinistra, dove si scende seguendo la strada fino all’attraversamento con la SP403. Superato l’attraversamento si prosegue dritto su via E. Trascurati per poi prendere a destra su strada sterrata e poi subito a sinistra su sentiero, lungo il fiume Chiascio. Si prosegue per circa 1 Km lungo il fiume su strada sterrata per poi prendere a sinistra in mezzo ai campi da dove si possono ammirare la vicina collina di Brufa e sulla destra il Monto Subasio con Assisi incastonata nella costa del monte, che si apre con la sua Basilica di San Francesco verso la vallata.

Si procede fino ad arrivare alla SP400 (Via Assisi) percorrendola fino all’incrocio con via Col di Mezzo per poi proseguire in mezzo ai campi per circa 2 km dove svoltare a destra su via Ponte di Ferro oltrepassando il ponte e dirigendosi a destra su via Salceto da dove è possibile ammirare la Torre del Molinaccio che si trova tra la Frazione Colle e Passaggio di Bettona. La Torre, non visitabile, è risalente al XIII secolo, è in ottimo stato di conservazione e merlata con un bel coronamento a beccatelli. La Torre si trova in una posizione alquanto insolita, completamente isolata nella pianura solcata dal fiume, costituiva l’avamposto di controllo ai tempi delle guerre contro Perugia ed era utilizzata per l’avvistamento delle truppe nemiche, nonché per la difesa di un molino (molinazzo) edificato sull’ansa fluviale su un guado del fiume Chiascio, il fiume infatti prima delle bonifiche di fine ‘800, lambiva i piedi della collina di Bettona.

Si sale ora a sinistra su via Colle fino per proseguire dritto su via G. Garibaldi da dove dirigersi verso il centro storico di Bettona attraverso la via Etrusca. Lungo il tragitto sulla sinistra è possibile ammirare la Tomba Etrusca. Si tratta di una grande camera sepolcrale scoperta agli inizi del Novecento e databile tra la fine del III sec. a.c. e gli inizi del II sec. a.c..
Un breve corridoio a cielo aperto (dromos) conduce alla porta, in origine costituita da due lastroni di travertino muniti di cardini, due gradini, in gran parte originari, consentono quindi di accedere alla camera sepolcrale. L’accesso è a tutto sesto con un alto architrave arcuato e dal profilo irregolare. Oltrepassato questo si entra in un unico ambiente la cui copertura è costituita da una volta a botte, realizzata con blocchi di pietra regolari disposti in filari nel senso della profondità della tomba, a formare un perfetto semicerchio. La tomba è realizzata in opera quadrata di arenaria (m. 7,86 x 4,25), lungo le pareti laterali e la parete di fondo corrono quattro banchine a gradini per la deposizione delle urne cinerarie e del corredo dei defunti. 
Per motivi di sicurezza, sono stati lasciati all’interno della tomba solo pochi frammenti di urne e coperchi, sparsi sulle banchine, mentre i materiali di corredo recuperati sono conservati presso il museo Archeologico Nazionale di Perugia e presso il museo cittadino di Bettona. 
Per arrivare nel centro di Bettona si prosegue su via Montelino, lungo strada bianca in salita tra gli olivi alla sinistra della casa in pietra, fino a costeggiare le antiche mura di cinta del borgo per arrivare in Piazza Cavour.

Per poter tornare a Torgiano si parte dalla centrale Piazza Cavour di Bettona (Pg) (in prossimità della partenza si trova Bettona Outdoor attività di noleggio e officina ebike/bike, organizzazione escursioni bike e trekking). Da Piazza Cavour si percorre il centrale Corso Marconi e Via XX Settembre in direzione di Porta Romana per uscire dalle mura etrusche costeggiandole dall’esterno ripercorrendo poi a ritroso il percorso dell’andata fino al centro storico di Torgiano.

Da vedere a Torgiano:

Da vedere a Bettona:

",,,,Breve|Bettona|Torgiano|Bici da strada|Trekking|Medio,,,,,43.01371785,12.485134933599419,,,,06083, Itinerario,it_IT,2970762,Il ducato dei Longobardi,,,"

Un tour nei luoghi più importanti della civiltà longobarda in territorio umbro: dalla capitale dell'antico Ducato, Spoleto, alla magia del piccolo tempietto di Campello sul Clitunno, fino a Nocera Umbra per scoprire la storia di questa civiltà.

",,L'arte in Umbria|Destinazione Subasio|Destinazione Subasio|Destinazione Subasio|Destinazione Subasio|Destinazione Subasio,,,,,42.73487657043296,12.738197337769083,,,,, Itinerario,it_IT,4566161,STRADA 06 - Da Spello ad Assisi sulla via degli ulivi,"
Partenza Spello
Arrivo Spello
Distanza 24 km
Dislivello 400 m
Difficoltà facile
Fondo asfalto
Bici consigliata strada, ibrida
Da vedere in zona Spello, Assisi, Santa Maria degli Angeli, Rivotorto, Villa Fidelia.


Per la sua breve distanza e le difficoltà altimetriche molto lievi quest’itinerario è sicuramente alla portata di tutti: si parte dalla parte alta della città di Spello, precisamente uscendo da Porta Montanara e seguendo le indicazioni per Perugia, senza prendere la strada che va verso Collepino e il Monte Subasio. 

Imboccate via Poeta e alla prima diramazione mantenete la sinistra: dopo circa 300 metri, imboccate sulla destra Via degli Ulivi. Questo è uno dei tratti più suggestivi dell’itinerario, con la strada che taglia a mezza costa la montagna per diversi chilometri e scorre in mezzo ad uno stupendo uliveto, come suggerisce il nome stesso della strada. All’incrocio che s’incontra al chilometro 3,3 continuate ancora diritti fino a Capodacqua: tenetevi sempre sulla destra, senza imboccare le numerose stradine che scendono sulla sinistra. 

Al chilometro 6,5, arrivati a Viole, imboccate la SS147 salendo verso Assisi, con pendenze sempre molto lievi. Dopo tre chilometri, alla rotonda appena fuori dal centro di Assisi, girate a sinistra verso Santa Maria degli Angeli e la Basilica di San Francesco: proseguendo diritti si può visitare la parte più alta della città e poi scendere al centro, magari fermandosi per un caffè.  Al chilometro 9,8, subito dopo il grande parcheggio che si trova sulla destra, girate a sinistra sulla ripida discesa che va verso Rivotorto e San Damiano. Al termine della discesa, attraversate via Francesca e proseguite diritti in via Salette, fino a raggiungere l’incrocio con la strada principale al chilometro12,8. Qui, girate a sinistra: dopo circa 400 metri troverete la Basilica di Rivotorto. Da qui, ripartite e proseguite diritti per la strada principale che costeggia le quattro corsie, continuando diritti anche all’incrocio del chilometro 15,5.

Al chilometro 17 attraversate Capodacqua, mentre al chilometro 20 transitate davanti a Villa Fidelia, stupenda costruzione realizzata nel XVI secolo e arricchita nel XVIII secolo da un magnifico giardino all’italiana. Dopo circa un chilometro e mezzo ritornate a Spello e seguendo le indicazioni per il centro risalite fino al punto di partenza.

Spello, antica colonia romana, periodo del quale ancora oggi possiamo ammirare i resti del teatro, dell’Anfiteatro, delle mura, delle terme e dell’Arco di Augusto, è uno dei borghi più affascinanti da visitare lungo questo percorso. Il centro storico di Spello, che si mostra con caratteristiche medievali, ma ha mantenuto molte testimonianze di quando fu colonia romana, come il teatro, l’anfiteatro, le terme e il cosiddetto Arco di Augusto, antica porta di accesso all’acropoli. Tra gli edifici religiosi è notevole la chiesa di Santa Maria Maggiore (XII-XIII secolo), con grandi tesori d’arte all’interno: sul lato sinistro della navata la splendida cappella Baglioni decorata con affreschi del Pintoricchio, oltre a dipinti del Perugino e un antico pavimento in maiolica di Deruta. Appena fuori Spello si trova la splendida Villa Fidelia (XVI secolo), edificata dove un tempo sorgevano il Tempio di Venere, il Teatro e le Terme, ospita una ricca collezione di quadri, sculture, oggetti di antiquariato. Una visita d’obbligo va dedicata ad Assisi e alla Basilica di San Francesco, meglio descritte nell’itinerario STRADA 23, nonché al Parco Regionale del Monte Subasio e alla Basilica di Rivotorto.

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In una delle zone più affascinanti e conosciute dell’Umbria, dove le bellezze artistiche e culturali di Assisi e Spello incontrano il fascino dei paesaggi a cavallo tra il Monte Subasio e la pianura di Foligno.

",,Spello|Assisi|Bici da strada|Facile|Destinazione Subasio|Destinazione Subasio|Destinazione Subasio|Destinazione Subasio|Destinazione Subasio,,,,,42.45457077400775,14.21677984954476,,,,, Itinerario,it_IT,2967930,Solomeo,"

Scopriamo Solomeo e la sua incredibile storia: il minuscolo borgo medievale nel comune di Corciano, in provincia di Perugia, è diventato il sogno concreto dell’imprenditore umbro Brunello Cucinelli, conosciuto in tutto il mondo come“ il re del cashmere”, che lo ha riportato al suo antico splendore. Oggi il borgo con il suo castello e le stradine ricoperte da mattoni in cotto è un’isola verde dedicata alla cultura, all’arte, alla tradizione, alla storia, alla bellezza.

 

Il borgo dello spirito

La visita di Solomeo parte da Piazza della Pace e dal Foro delle Arti, costruito da maestri artigiani umbri ispirandosi agli artisti britannici William Morris e John Ruskin.
Il Teatro Brunello Cucinelli è il monumento centrale del complesso la cui figura riprende il Farnese di Parma e il teatro all’antica di Sabbioneta. Può ospitare oltre 200 posti compresi quelli nelle gradinate della cavea sottostante la galleria.
Sono annessi alla struttura il Giardino dei Filosofi, insieme di terrazze sul paesaggio collinare, ideale per la meditazione, il Ginnasio, l’Anfiteatro e l’Accademia Neoumanistica, nata per promuovere “la cura del valore umano”, che ospita la Biblioteca Neoumanistica Aureliana, luogo di incontri culturali dedicati all’approfondimento di temi filosofici, storici, letterari ed artistici, e ricca di libri antichi e moderni.

Il borgo ospita anche la Scuola di Arti e Mestieri, creata con la volontà di trasmettere alle giovani generazioni l’importanza del patrimonio artigianale e della creatività manuale. La Scuola offre agli alunni corsi di Modelleria e Sartoria femminile, di Taglio e Sartoria maschile, di Rammendo e Rimaglio, di Orticoltura e Giardinaggio e di Arti Murarie.
C’è anche la chiesa parrocchiale di San Bartolomeo, fondata nel XII secolo, ricostruita nel Settecento e infine ampliata nell’Ottocento. Presenta l’esterno in pietra, è fiancheggiata da un imponente campanile e al suo interno è conservato un prezioso organo settecentesco.

Il paese è circondato da una cintura verde di 100 ettari suddivisa in varie sezioni: è la cosiddetta “periferia amabile” in via di trasformazione recuperando parte del terreno già occupato da vecchi opifici in disuso a favore di alberi e frutteti. I prati ora sembrano dipinti tra le colline e ricordano i paesaggi medievali e rinascimentali umbri dei quadri del Perugino e di Piero della Francesca.
Ecco il parco industriale, l’oratorio laico dove raccogliere le energie creative e decomprimere lo stress, il parco agrario costellato di vigneti. Non può mancare il frantoio e la cantina con la statua di Bacco, posta all’ingresso e visibile da ogni parte della campagna e da Solomeo, che simboleggia l’origine greca del bel rapporto tra uomo e paesaggio.
Infine il parco della dignità, dove l’elemento centrale è rappresentato da un monumento a cinque archi in cui campeggia la scritta “Tributo alla dignità dell’uomo”.

 

 

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Scopriamo Solomeo e la sua incredibile storia: il minuscolo borgo medievale nel comune di Corciano, in provincia di Perugia, è diventato il sogno concreto dell’imprenditore umbro Brunello Cucinelli, conosciuto in tutto il mondo come“ il re del cashmere”, che lo ha riportato al suo antico splendore. Oggi il borgo con il suo castello e le stradine ricoperte da mattoni in cotto è un’isola verde dedicata alla cultura, all’arte, alla tradizione, alla storia, alla bellezza.

",,Corciano|Perugia|Alla scoperta dei borghi|trasimeno,,,,,42.452677800000004,14.20406549783552,,,,, Itinerario,it_IT,2969362,Speleologia alla Cascata delle Marmore,"

Si tratta di un complesso di grotte e di cavità accessibili anche ai meno esperti, che potrete visitare accompagnati da guide professioniste. Per questo tuffo nel cuore della terra servono calzature con la suola scolpita, pantaloni lunghi, felpa, guanti attillati e… un pizzico di coraggio.
Sarà indimenticabile lo spettacolo verticale proiettato davanti ai vostri occhi: tra stalattiti e stalagmiti come giganti di pietra e cavità illuminate da fiochi spiragli di luce, vi sentirete dei veri e propri esploratori.

Un tuffo di 165 metri

Il viaggio alla scoperta del “ventre” della Cascata delle Marmore inizia dal Parco dei Campacci di Marmore, a circa 10 chilometri da Terni, nei pressi del paese di Marmore. Vi trovate a 377 metri di altezza, sulla rupe della Cascata, a destra del fiume Velino e ai piedi del Monte Mazzelvetta che sale fino a 641 metri. Da qui, insieme alla cascata, il panorama si butta nel fiume Nera e nel parco fluviale omonimo.
Il bastione su cui poggiate i piedi è una “miniera” di travertino formata dai sedimenti del fiume Velino, che scende fino a 165 metri di profondità. Questo tipo di roccia friabile ha permesso nei millenni la formazione di oltre 300 cavità grazie all’intensa circolazione delle acque.
Da questo punto, scortati dalla guida, iniziate a scendere dentro la rupe con i suoi inaspettati meandri di cui tre sono i più suggestivi: il primo è la Grotta Morta; il secondo è la Grotta delle Colonne; il terzo, con uno sviluppo di oltre 190 metri, è costituito dalla Grotta della Condotta, dal nome dell’antica condotta che in passato alimentava il sistema di centrali idroelettriche.

Se siete dei neofiti vi consigliamo la visita guidata alla Grotta della Condotta: un percorso facile che vi porterà alla scoperta di un canale di adduzione della acqua superficiali. In tutto, la passeggiata in verticale dura circa un’ora.
Fa al caso vostro anche la visita alla Grotta Morta che, a dispetto del nome, è la cavità più semplice da percorrere con un percorso di circa 45 minuti tra andata e ritorno.

Se invece siete esperti di grotte, non potete perdere la visita completa al sistema ipogeo delle Marmore. Il percorso, impegnativo, dura circa tre ore e prevede anche tratti attrezzati che vi consentiranno di sentirvi parte di un meraviglioso mondo naturale che vive e respira nella Cascata delle Marmore.

Per tutti lo spettacolo è assicurato. Passo dopo passo, potrete ammirare un’incredibile varietà di concrezioni, dai fossili vegetali alle imponenti stalattiti, immergendovi in un mare di cunicoli e gallerie in chiaroscuro grazie alla luce che penetra a tratti dal soffitto, rendendo gli ambienti più gradevoli e rassicuranti, anche per i meno temerari.

Guardatevi intorno e ascoltate: state camminano in un vero e proprio libro di geologia, che si sfoglia sotto i vostri piedi raccontando di ere e di vite passate, ora cristallizzate in filigrane di roccia.

Informazioni

Per visite guidate, tel. +39 0744 67561 – +39 0744 362231
Dal lunedì al venerdì 10.00-13.00 -15.00-17.00
Sabato 10.00-12.30

Negli altri orari inviare una email a infocascatadellemarmore@gmail.com

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Tra stalattiti e stalagmiti come giganti di pietra e cavità illuminate da spiragli di luce, vi sentirete dei veri esploratori

",,Terni|Valnerina da scoprire|Arrampicata e Speleologia,,,,,42.44446801845612,14.244390979162196,,,,, Itinerario,it_IT,2967138,Italia Coast2Coast,"

Italia Coast to Coast è una “Route 66” tricolore da percorrere a piedi e in bicicletta, lungo sentieri, sterrate o stradine dal traffico pressoché inesistente: un vero e proprio viaggio alla scoperta del Belpaese, dei suoi eremi, delle sue antiche vie e delle città sepolte, dei suoi personaggi, tradizioni, popoli scomparsi e luoghi singolari.

 

Il percorso

 

L'itinerario misura circa quattrocento chilometri e attraversa quattro Regioni (Marche, Umbria, Lazio e Toscana), in un percorso altamente panoramico e ricco di natura, storia, arte, spiritualità.

È possibile percorrerlo sia a piedi che in bicicletta.
A piedi, il percorso si sviluppa per 410 km in 18 tappe giornaliere su sentieri, carrarecce e strade secondarie. Le tappe sono pensate in funzione delle distanze (lunghezza media di circa 23 km), dei dislivelli, e delle possibilità di alloggio. In bici, invece, la distanza coperta è di 440 km e può essere suddivisa in 9 tappe.

Partendo da Portonovo si raggiunge Osimo e da qui, passando per le colline marchigiane, si arriva a Filottrano e Treia, per proseguire poi verso San Severino Marche, prima, e Pioraco, poi.
Risalendo la valle del fiume Potenza, si giunge a Nocera Umbra e, una volta aggirato il monte Subasio, si arriva ad Assisi, prima importante mèta del C2C.
Si attraversa la Valle Umbra, passando per Bevagna e Gualdo Cattaneo, fino a Todi e, da lì, attraversando il Parco Fluviale del Tevere, ci si immerge in una natura mozzafiato. Dal balcone naturale di Civitella del Lago ci si sposta verso Orvieto, città etrusca che sorge su un’imponente rupe di tufo.
Percorrendo una via etrusca e poi romana, si riprende il C2C alla volta di Bolsena, per continuare quindi lungo un tratto della via Francigena, e raggiungere Onano, nella Tuscia viterbese.
Le tappe successive conducono a Sorano, Pitigliano, Manciano e Capalbio, fino alla mèta finale del C2C, Orbetello.

 

Le tappe in Umbria

Il C2C, nel Cuore Verde d’Italia, parte da Nocera Umbra, situata lungo la via Flaminia che collega Foligno e Gualdo Tadino, sulla sommità di uno sperone roccioso dal quale domina l'alta valle del fiume Topino. La risorsa naturale più significativa del territorio sono le acque naturali: le qualità terapeutiche sono note fin dal XVI secolo, quando furono costruiti stabilimenti, sistemi di prelievo e di trasporto.
Da Nocera Umbra prosegue poi verso Assisi che, adagiata sulle pendici del Monte Subasio, è celebre per essere la città di san Francesco e Santa Chiara, centro universale del messaggio francescano di pace e fratellanza. Costruita con la tipica ""pietra rosata"" del Subasio, Assisi vive e fa vivere a tutti i visitatori l'atmosfera di profonda spiritualità dei luoghi che la storia e la fede dei suoi Santi rendono unici nel mondo.
Una volta lasciata Assisi, il C2C arriva a Cannara, alla sinistra del fiume Topino, al centro della pianura della Valle Umbra. Secondo la tradizione, il nome deriverebbe dalla presenza di abbondanti canneti che anticamente crescevano lungo la zona paludosa del Topino.
Dopo Cannara, è la volta di Bevagna, collocata al margine occidentale della piana di Foligno, ai piedi del gruppo collinare dove si trova anche Montefalco, presso l'ansa del fiume Timia. Il colle della Valle Umbra dove sorge la città è circondato da una fertile pianura ricca di acque e coltivata a grano, viti ed olivi. Per il notevole patrimonio ambientale, culturale ed artistico fa parte del club de ""I Borghi più Belli d'Italia"".
Passata Bevagna, l'itinerario giunge a Gualdo Cattaneo, borgo medievale arroccato su una collina alle pendici dei Monti Martani in una posizione particolarmente suggestiva. Il toponimo si fa derivare da ""Wald"" (selva, bosco) e testimonia la ricchezza di foreste che circondano questo territorio.
Superato Gualdo, la tappa successiva è Todi, splendida città d'arte posizionata sull'alto di un colle che affaccia sulla Media Valle del Tevere. Per la sua ricchezza storica, artistica ed architettonica è una delle mete turistiche più apprezzate dell'Umbria.
Da Todi, attraverso una strada lungo la quale è possibile ammirare boschi rigogliosi ricchi di fauna tipica e profonde voragini carsiche, si arriva a Baschi, posto sulla cima di uno sperone roccioso sulla valle del Tevere, poco distante dalla confluenza con il Paglia.
Il C2C termina in Umbria ad Orvieto, splendida cittadina di origine etrusca che si innalza su un'imponente rupe di tufo. La città, che dispone di un importante patrimonio artistico e culturale, porta con sé la magia e la forza di tremila anni di storia visibili nella struttura urbanistica medievale rimasta inalterata nel tempo. Per la sua secolare tradizione ceramistica aderisce all'Associazione Italiana Città della Ceramica (marchio nazionale ""Ceramica Artistica e Tradizionale"").

 

Per maggiori informazioni:

www.italiacoast2coast.it

 

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Dalle Marche alla Toscana, passando per Umbria e Lazio: un viaggio, a piedi o in bicicletta, dall’Adriatico al Tirreno.

",,Assisi|Bevagna|Cannara|Gualdo Cattaneo|Orvieto|Todi|Baschi|Nocera Umbra|Trekking|Difficile|Ciclovie|I borghi delle due valli|Destinazione Subasio|Destinazione Subasio|Destinazione Subasio|Destinazione Subasio|Destinazione Subasio,,,,,42.4700942,14.204761389793438,,,,, Itinerario,it_IT,2969635,Itinerario da Assisi a Gubbio,"

Siete in cerca di emozioni ed esperienze autentiche? L'Umbria ha ciò che fa per voi. Che vi piaccia fare escursioni a cavallo, a piedi o in bicicletta, il panorama che troverete sarà sicuramente la cornice perfetta per trascorrere una giornata di benessere.

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Arte, cultura e tradizioni: alla scoperta di Assisi e di Gubbio percorrendo sentieri nel verde e nella natura, attraversando i luoghi cari a San Francesco

",,Trekking sulla Via di Francesco|Assisi|Gubbio|Valfabbrica|Cammini|La via di Francesco|Umbria in moto|Vivi l'Appennino|Destinazione Subasio|Destinazione Subasio|Destinazione Subasio|Destinazione Subasio|Destinazione Subasio,,,,,43.0711126,12.615747,,,,, Itinerario,it_IT,2968469,Parco del Monte Subasio,"

Da Assisi a Spello, lungo il Monte Subasio: un tragitto lungo ma adatto a tutti che coinvolge due città medievali umbre, lo spirito francescano dell'Eremo e la natura e i paesaggi del Parco. Raggiungi Assisi e preparati alla passeggiata che collega la città che ha dato i natali a san Francesco a quella dell'infiorata.
Parti da Porta Cappuccini, dove una strada sterrata percorre le mura medievali della città per condurti fino ai boschi di lecci e rovelle. Terminata la salita, arrivi a un'area di sosta dove puoi riposarti prima di iniziare la discesa verso uno dei luoghi simbolo del francescanesimo: l'Eremo delle Carceri, il luogo in cui san Francesco si ritirava per pregare e meditare, tra grotte naturali e lecci secolari.
A questo punto inizia una nuova fase di salita lungo il Fosso delle Carceri che ti conduce alla Croce di Sasso Piano, dove in primavera puoi raccogliere funghi prataioli e turini o, in alternativa, goderti la fioritura di non-ti-scordar-di-me e orchidee.
Prosegui oltre il fosso Rosceto fino al rifugio del Mortaro, osservatorio aereo durante la seconda Guerra Mondiale, e supera il Mortaro Piccolo e il Mortaro Grande, due doline carsiche utilizzate in passato per produrre e conservare ghiaccio.
Quando la stanchezza comincia a farsi sentire prenditi un po' di tempo per assaggiare il ""Pan caciato"" o ""Pan nociato"", pane tipico della zona condito con formaggio pecorino e gherigli di noci.
Scendi per Fonte Bregno, dove puoi approfittare dell'area di sosta attrezzata accanto alla sorgente, continua poi in direzione Fosso Renaro per arrivare a Sasso la Botte, dopo aver attraversato il bosco. Stai per entrare nell'ultimo tratto della tua escursione, iniziando la risalita delle pendici del Monte Pietrolungo e giungere così a Poggio Caselle. Da qui, non resta che scendere tra gli oliveti verso Fonte Bulgarella, alle porte di Spello.
Il percorso in parte coincide con La Via di Francesco che puoi seguire comunque all'interno dell'intero parco, segnata in giallo e blu.
Per i più avventurosi e gli amanti delle emozioni forti, il Parco del Subasio ben si presta al parapendio: perché non concedersi un volo sui cieli di Assisi?

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Scopri il parco del Monte Subasio per vedere la zona di uno dei monti più importanti dell'Umbria, ma anche per ripercorrere alcuni dei luoghi cari a San Francesco, come l'Eremo delle Carceri.

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Non perdete questo percorso che collega due “monumentali” mete di pellegrinaggio, Assisi e Loreto, e fa parte di un antico tracciato che portava fino a Roma: lo percorrevano i fedeli per andare a visitare nella cittadina marchigiana il Santuario della Santa Casa di Maria. Più che un cammino, è un museo a cielo aperto di luoghi, percorsi e memorie, lungo 150 km e suddiviso in sette tappe, ciascuna di circa 22 km, che per la bellezza dei paesaggi vi rimarrà a lungo nel cuore. 

Vi proponiamo alcune delle tappe del cammino lauretano che si snodano in territorio umbro e in parte in quello marchigiano. Potete intraprenderle tutte oppure solo una, secondo la vostra tabella di marcia. L’importante è che scegliate di partire in autunno o in primavera, le stagioni migliori per un’avventura a piedi nella natura. Un consiglio: state attenti al tracciato non sempre visibile. Solo da qualche mese infatti sono iniziati i lavori di ripristino che prevedono la sistemazione di pali segnavia in legno e totem con l’indicazione del percorso e con informazioni storico culturali sul territorio.

Partite da Assisi verso Spello lungo la Statale 444 e raggiungete l’abbazia di San Benedetto al Subasio. Da qui, con una camminata di oltre tre ore per una decina di km con dislivello massimo in salita di 340 metri, potete godere della costa del Monte Subasio, tra boschi cedui e uliveti, che vi proietta sulla pianura sottostante portandovi in men che non si dica sopra Spello e regalandovi una bella e inaspettata visione del borgo.

La seconda tappa, per i più allenati e motivati, si spinge da Spello sull’altopiano di Colfiorito per oltre otto ore di marcia con un dislivello in salita di circa mille metri.

È di certo la tappa più impegnativa di tutto il percorso, con una lunghezza di circa 29 km fra strade sterrate e sentieri poco battuti, ma l’apprezzerete per la bellezza dei suoi paesaggi solitari, che dalla Valle Spoletana e dalle colline di Spello si arrampicano sull’Appennino e lo attraversano. Percorrerete zone coltivate, boschi e pascoli d’altura fino a toccare la palude di Colfiorito, prezioso scrigno di biodiversità. 

Vi consigliamo la visita alla Chiesa di Santa Maria di Plestia in stile protoromanico, che si trova al confine tra Umbria e Marche: l’edificio si trova nel comune di Serravalle di Chienti, mentre il sagrato è nel comune di Foligno.

La terza tappa, dopo aver attraversato la piana di Colfiorito e la parte alta della Valle del Chienti, entra nelle Marche. Potete ora scegliere tra due percorsi della Via Lauretana: quello che porta a Camerino, per circa 23 km e sei ore di cammino con dislivello in salita di 600 metri, o quello per Muccia, 18 km per oltre 4 ore e mezzo di cammino con dislivello in salita di 350 metri.

Da qui a Loreto sono ancora 80 km di cammino passando per Belforte del Chienti, Tolentino e Macerata, ma qualunque sia la vostra decisione - andare avanti o concludere la marcia - vi sentirete migliori, nel corpo, nella mente e nello spirito.

Per informazioni:
www.camminilauretani.eu 
www.umbriafrancescoways.eu

Le Credenziali del Pellegrino Lauretano (Charta Pelegrini Lauretani) sono rilasciate dalla Confraternita delle SS. Stimmate di San Francesco (www.sacrestimmate.it) presso i luoghi religiosi appositamente autorizzati o con modalità on line, anche in collaborazione con Opera Romana Pellegrinaggi.

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In marcia tra natura e spirito, alla scoperta di un museo a cielo aperto di luoghi, percorsi e memorie.

",,Assisi|Spello|Trekking|Cammini|Destinazione Subasio|Destinazione Subasio|Destinazione Subasio|Destinazione Subasio|Destinazione Subasio,,,,,43.0711151,12.6152761,Assisi,,,, Itinerario,it_IT,2968729,Da Assisi a Vallo di Nera sulle tracce di Giotto e Giotteschi,"

Vi proponiamo un itinerario per seguire le tracce in Umbria del grande maestro Giotto e di una schiera di artisti locali che nel Trecento, insieme ad altri pittori sparsi in numerosi luoghi della penisola, divennero seguaci e continuatori del suo stile. 

Qui si conclude il nostro viaggio in Umbria nel segno di Giotto e della sua nuova lingua: uno stile pittorico, semplice, chiaro, più espressivo e naturalistico, che illuminò chiese e basiliche lasciandosi alle spalle il Medioevo.

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Un percorso che si snoda tra Assisi, Spello, Montefalco e Vallo di Nera per ammirare l’arte innovatrice del pittore toscano in Umbria

",,Assisi|Spello|Montefalco|Vallo di Nera|L'arte in Umbria|Destinazione Subasio|Destinazione Subasio|Destinazione Subasio|Destinazione Subasio|Destinazione Subasio,,,,,43.0748294,12.605723911541471,Assisi,,,, Itinerario,it_IT,2969305,Parco Fluviale del Nera,"

Definito ""parco delle acque"", il Parco Fluviale del Nera comprende il tratto della Valnerina dall'abitato di Terria fino alla Cascata delle Marmore.
Elemento caratterizzante il parco è il corso medio inferiore del fiume Nera che, con le sue acque limpide e cristalline, scorre per circa 20 chilometri.

La storia del territorio è tutta legata al complesso rapporto tra l'uomo e l'acqua. Elemento vitale, ma al contempo da controllare, l'acqua della valle del Nera fu per prima regimentata dai Romani che aprirono la strada alla colonizzazione agricola del territorio. A loro si deve la bonifica del Lacus Velinus, le cui acque vennero convogliate in quelle del Nera a formare la Cascata delle Marmore, famosa per lo spettacolare salto d'acqua di 165 metri. Oggi è il luogo ideale per una gita con la famiglia oppure per un escursione all'insegna del trekking. Il territorio è inoltre caratterizzato da piccoli borghi fortificati e da castelli sorti nel periodo medievale. Partendo da Terni si incontrano in sequenza: Collestatte, Torre Orsina, Casteldilago, Arrone, Montefranco, Ferentillo, Macenano e Terria, nati per svolgere una funzione di controllo su importanti snodi viari. A Ferentillo, nella cripta della chiesa di Santo Stefano sono conservati corpi che hanno subito il processo di mummificazione naturale grazie alle particolari condizioni ambientali e alla natura chimica del terreno.
A est si trova Polino, il comune più piccolo dell'Umbria, arroccato sulla montagna a ridosso delle antiche vie di transumanza.

L'aspetto sorprendente del parco è la sua impressionante vegetazione: gli olivi occupano tutta la fascia pedemontana e parte di quella montana, soprattutto nella zona del parco più vicina alla conca Ternana. Le ripide pendici dei monti sono coperte da boschi di latifoglie in mezzo ai quali non è raro vedere affiorare pareti rocciose dall'aspetto superbo che, sotto il profilo paesaggistico, rendono unico il territorio. Volete visitare un luogo mistico e al contempo suggestivo? La Valnerina è stata caratterizzata negli anni da una vivace vita religiosa e anacoretica che ha portato alla nascita di abbazie, chiese, eremi: fermati a visitare la bellissima abbazia di San Pietro in Valle.

Per le escursioni a piedi il parco è dotato di una varia rete sentieristica che ricalca le antiche mulattiere e le strade di collegamento utilizzate per le attività economiche, percorrendole attraversi i borghi, vedi la flora del parco, respirando l'aria pura del Cuore verde d'Italia. Ma questa che è anche una zona che ha conosciuto un forte sviluppo industriale, anche grazie grazie all'abbondanza di energia prodotta dalle acque del Nera e del Velino: vi consigliamo la visita di alcuni reperti archeologia industriale, come centrali idroelettriche e fabbriche oggi dimesse. Di particolare interesse lo stabilimento elettrochimico di Papigno, set cinematografico in cui il premio Oscar Roberto Benigni ha girato gran parte del film La Vita è Bella.

Se siete amanti degli sport acquatici, il Parco Fluviale del Nera fa al caso vostro: la presenza del Fiume Nera e dei suoi affluenti rende questa zona l'ideale per praticare sport quali la pesca, il torrentismo, il rafting, la speleologia e la canoa. Se invece è la montagna ad appassionarti non puoi trascurare la parete di Ferentillo, una delle falesie più attrezzate d'Europa.

Per il vostro pranzo vi consigliamo di assaggiare la trota pescata nelle acque del Nera: si tratta di un pesce dalla carne bianca, dal sapore delicato e che viene lessato oppure cotto alla brace.

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Il parco Fluviale del Nera offre tantissime attività tra cui scegliere: potete visitare la Cascata delle Marmore oppure fare trekking sui numerosi sentieri immersi nel verde incontaminato. Se siete amanti dello sport-avventura, scegliete tra le tante attività acquatiche e non.

",,Ferentillo|Montefranco|Polino|Terni|Arrone|Valnerina|Parchi naturalistici e tematici|Valnerina da scoprire|Paesaggi d'acqua,,,,,42.547388,12.71511128980767,Terni,,,, Itinerario,it_IT,2970156,La Perugia Sotterranea,"

Per iniziare il tuo percorso nella Perugia sotterranea, recati presso il Museo del Capitolo di San Lorenzo, adiacente l'omonima Cattedrale. Informati prima sulle modalità di visita: infatti la prenotazione è obbligatoria (http://www.cattedrale.perugia.it/?p=26 , qui troverai tutte le informazioni inerenti a orari e costi).

 

La visita parte dal chiostro della canonica, tramite una scalinata laterale. Ti ritrovi nella Sala del Conclave dove sono stati eletti quattro Papi: Onorio III, Onorio IV, Celestino V e Clemente V. L'ampio salone ti appare diviso da mura di consolidamento realizzate a metà del secolo scorso e rese necessarie per sostenere il piano di calpestio della sovrastante Cattedrale.

 

Esci dalla Sala e segui il percorso indicato che ti conduce ai resti delle maestose mura etrusche, costruite per rendere ancora più maestosa l'acropoli. Qui sorgeva il tempio forse dedicato a Giunone-Era (in etrusco Uni). Scoprirai come in questa zona della città ci sia sempre stata un'ininterrotta continuità d'uso a partire dall'età etrusca. A testimonianza di ciò puoi ammirare la volta, di origine medievale, realizzata a fondamenta della Cattedrale.

Seguendo ancora il percorso, puoi camminare sopra un un'antica strada, etrusca prima e romana poi, sul cui selciato sono ancora ben visibili i solchi lasciati dalle ruote dei carri. Continua ancora la tua escursione seguendo l'antica strada romana e ti ritrovi sotto Piazza Cavallotti.

Se vuoi rendere ancora più emozionante la tua escursione nella Perugia sotterranea controlla il sito del CAI che promuove avvincenti ""passeggiate"". Per un giorno potrai essere uno speleologo/archeologo e ammirare il pozzo etrusco, i sotterranei della Cattedrale, la Postierla della Conca, porta secondaria di accesso alla città, nei pressi dell'acquedotto romano, e localizzata in corrispondenza dei profondi avvallamenti e destinata al traffico pedonale o anche, secondo alcuni, al deflusso delle acque, il rifugio antiaereo, luogo storico che unisce Corso Cavour alla Rocca Paolina.(http://www.caiperugia.it/)

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Per un giorno potrai essere uno speleologo/archeologo e ammirare le meraviglie sotterranee della Perugia etrusca, romana e medievale. 

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Il nostro viaggio in uno dei lembi più meridionali dell'Umbria parte dal piccolo borgo di Poggio, un antico castello medievale immerso nel verde del monte San Pancrazio, facilmente raggiungibile da Narni, seguendo la strada che porta a Calvi dell'Umbria.

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Un viaggio nel lembo più meridionale dell'Umbria, in un territorio ricco di arte, di natura e di storia.

",,Otricoli|Calvi dell'Umbria|L'arte in Umbria,,,,,42.40067909759582,12.567262101670341,,,,, Itinerario,it_IT,2966707,Itinerario della Santità femminile,"

Dal nord al sud dell'Umbria lungo la vita e le testimonianze di sante e beate Storie straordinarie. Edifici, dipinti preziosi ma anche oggetti di uso quotidiano: devi accostarti per far riaffiorare le esperienze spirituali che questi luoghi ancora emanano. Quest'itinerario è un omaggio alla Santità femminile alla quale Giovanni Paolo II, nella Mulieris Dignitatem, intendeva riconoscere il ruolo di protagonista della pace e del servizio alla vita e all'amore per il prossimo: l'Umbria ti offre sante, e mistichefiorite nei secoli, alle cui vite e testimonianze potrai ispirarti per il tuo percorso interiore.
 

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Esperienze mistiche di donne vissute in epoche lontane. Da Città di Castello a Narni, attraverso l'identità cristiana delle grandi figure femminili che hanno segnato la fede e la civiltà del loro tempo, tuttora luminosi punti di riferimento

",,Assisi|Cascia|Città di Castello|Montefalco|Narni|Norcia|Perugia|Foligno|Cammini,,,,,43.452520237724066,12.23432218710397,,,,, Itinerario,it_IT,2970316,Torrentismo in Valnerina,"

Lo sport e l'avventura sono la tua passione? Non vedi l'ora che sia primavera per poter scovare gli scorci più impervi, imbracarti e scendere tra le montagne solo con l'aiuto delle tue braccia? Torrentista più o meno esperto che tu sia, le Forre della Valnerina sono quello che fanno al caso tuo.

Le Forre di Pago si trovano a Scheggino. Questa zona è famosa per uno dei prodotti tipici umbri più pregiati: il tartufo nero. Ritagliati qualche ora di tempo per fare un giro tra negozi e botteghe in cui acquistarlo in purezza o nelle sue molte applicazioni gastronomiche.

L'itinerario nella forra di Pago delle Fosse è uno dei più affascinanti di tutta l'Umbria e l'alternanza di tratti di marcia a discese ripide, ne fa un percorso adatto anche a principianti (allenati) alla prima discesa.

Per cominciare il percorso, raggiungi il paese di Ceselli, gira a destra oltrepassando un ponte e imbocca la prima stradina bianca sulla destra che conduce a un vasto pianoro che è l'uscita della forra. Torna quindi sulla strada asfaltata e prosegui a destra verso il monte, fino al paese di Monte San Vito. Sei quasi arrivato all'ingresso delle Forre di Pago.

Prima di cominciare la discesa, ricordati di procurarti l'attrezzatura necessaria: due corde da almeno 35 metri, muta e calzari, casco, imbracatura, moschettoni, discensori e zaini e scarpe tecniche.

Pago delle Fosse è un vero e proprio canyon, profondamente inciso su una faglia preesistente e rimodellato dalle acque che oggi lo hanno quasi abbandonato, salvo nei periodi fortemente piovosi. La mancanza di acqua, però, non pesa affatto perché l'ambiente isolato e selvaggio offre un'atmosfera primordiale e suggestiva che rende questa gola la più spettacolare tra quelle della Valnerina.

Le pareti, grigio calcare massiccio, ti accompagnano nella discesa in una vegetazione rigogliosa, creando un contrasto suggestivo ed emozionante che sorprende un metro dopo l'altro. Il primo tratto di questa discesa è davvero qualcosa di unico, la wilderness è bellissima. La seconda parte, più infossata e umida rispetto alla prima, da cui è separata da un tratto di marcia, termina oltre una condotta in cemento sospesa tra le pareti.
 

La Forra di Casco rappresenta invece una discesa classica del circuito torrentistico appenninico. Partendo sempre da Scheggino e attraverso un bel sentiero boscoso d'accesso, si arriva alla forra alla scoperta di canyon, rarità faunistiche e panorami mozzafiato sulla Valnerina fino ai Sibillini.

Sempre in Valnerina, a Vallo di Nera, nella Forra di Roccagelli potrai scendere, con l’aiuto della corda, sette cascate in rapida sequenza, la maggiore di 16 m. L’assenza di vasche profonde rende questa forra l’ideale per avvicinarsi al moderno canyoning sportivo.

Buon divertimento!

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Se sei appassionato di torrentismo, le Forre della Valnerina ti entusiasmeranno. Una discesa tra la natura incontaminata e le rocce di calcare massiccio che non può mancare alla tua esperienza di torrentista. 

",,Cascia|Norcia|Sant'Anatolia di Narco|Terni|Preci|Scheggino|Ferentillo|Monteleone di Spoleto|Vallo di Nera|Cerreto di Spoleto|Arrone|Torrentismo e rafting,,,,,42.7101104,12.8321611,,,,, Itinerario,it_IT,2970481,Arrampicata a Ferentillo,"

C'è chi passa le proprie giornate libere passeggiando in riva al lago e chi preferisce l'adrenalina di una scalata lungo la roccia: quest'ultimo è il caso dei free climbers.

 

Roccia, acqua, terra: sono i tre elementi che si fondono insieme, plasmando le forme, il paesaggio e la natura che diventano protagonisti di questa terra. Una montagna dal paesaggio unico e irripetibile.

 

La Falesia di Ferentillo è immersa nella Valnerina, vicina al centro del paese, e non distante dalla Cascata delle Marmore, una cascata artificiale costruita dai Romani nel III secolo a.C., tra le più alte d'Europa. Una visita al parco delle Cascate delle Marmore è una tappa obbligata se vi trovate in zona.

La Falesia offre una vastità di vie dai 15 mt fino ai 120 mt (i settori sono 5: l'isola, le mummie, lo strittu, il balcone e il gabbio) per la scalata dai gradi adatti sia agli scalatori con meno esperienza, sia agli scalatori più esperti. Le Mummie presenta le vie più semplici e adatte ai principianti, mentre i climbers più scafati potranno cimentarsi con le vie più complesse della falesia nei settori il Balcone e il Gabbio .

La Falesia è una delle zone più frequentate d'Italia per l'arrampicata sportiva, anche per l'attrezzatura su roccia sempre aggiornata e di ultima generazione.

La natura incontaminata di questa zona offre quanto di più suggestivo un free climber possa desiderare: man mano che si sale, si gode di una vista della Valnerina sempre più emozionante. Pensa che è l'unico punto da cui la valle si può ammirare interamente, nella sua piena e incredibile bellezza.

Dopo la scalata suggeriamo i piatti tipici, tra cui, ad esempio, la ""Barbazza con la salvia"", un piatto gustoso fatto con la guancia del maiale. Si consiglia una visita alla Chiesa di Santo Stefano dove si trova il Museo delle Mummie di Ferentillo. Nella cripta sono conservati i corpi naturalmente mummificati dai componenti chimici del terreno che hanno essiccato le cellule umane.

 

Per informazioni tecniche sulla Falesia vi consigliamo di consultare la pagina dedidata nel portale della sezione di Foligno del Club Alpino Italiano

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La Falesia di Ferentillo offre vie gradate sia per scalatori esperti che per scalatori meno esperti. La roccia ben attrezzata e il paesaggio mozzafiato la rendono una delle montagne più frequentate d'Italia.

,,Cascia|Norcia|Sant'Anatolia di Narco|Terni|Preci|Scheggino|Ferentillo|Monteleone di Spoleto|Vallo di Nera|Cerreto di Spoleto|Arrampicata e Speleologia,,,,,43.10606670762532,12.379870639316358,,,,,null null null Ferentillo null null null Itinerario,it_IT,4992230,Cannara - Collazzone - Cannara,"
Partenza Cannara
Arrivo Cannara 
Distanza 27 km 
Dislivello 900 mt salita, 640 discesa (Cannara - Collazzone) - 640 mt salita, 910 discesa (Collazzone - Cannara)

Difficoltà media, percorso lungo, poco sconnesso ma con molti sali-scendi
A chi è adatto adatto a escursionisti con pratica e ciclisti con medio allenamento

 

ici consigliata  MTB, gravel
Durata 8 ore (trekking) - 3 ore (bike)

 

Si parte dalla centrale Piazza S. Matteo di Cannara (Pg), dove è possibile visitare l’omonima Chiesa di San Matteo uscendo dal centro cittadino per Via Santa Elisabetta, raggiungendo la sponda del Fiume Topino percorrendola per circa 1,2 Km fino ad incontrare Vocabolo Ceretagna e poi continuando a dare le spalle al Monte Subasio, ad Assisi e al borgo di Spello, si sale su Via Collemancio fino ad arrivare a Collemancio posto su un colle che domina la Valle Umbra.

Il pittoresco borgo di Collemancio merita una visita. Le solide mura a strapiombo e il robusto cassero a protezione della principale porta d’accesso, dove è scolpito lo stemma del borgo - una torre sormontata da un cassero e merli guelfi - rievocano un fascino antico ancora vividamente presente. La storia di Collemancio affonda le proprie radici sino all’epoca romana, ne è testimonianza il sito archeologico di Urvinum Hortense, il cui antico municipio romano è collocato in una posizione incantevole, perfetto dominatore del magnifico panorama sulla valle a quel tempo invasa dal Lacus Umber.

A Collemancio infatti si possono ammirare i resti dell'antico municipio romano di Urvinum Hortense sorto nel I secolo a.C., dove gli scavi archeologici hanno riportato alla luce molti reperti esposti in modo permanente nell'Antiquarium e nel Museo della Città di Cannara, tra cui è degno di nota il mosaico di 65 metri quadrati appartenente alle terme, datato tra la fine del I secolo e gli inizi del II secolo d.C. che rappresenta scene nilotiche con animali esotici, con una folta vegetazione come fondale di ambientazione delle diverse scene figurate. Il quadro centrale rappresenta pigmei intenti a pescare con intorno animali marini. Urvinum Hortense, si estende sulla sommità del pianoro de “La Pieve”, a poche centinaia di metri a nord-est del castello di Collemancio, fu un piccolo municipio che occupava una modesta dorsale (526 m. s.l.m) protesa sulla Valle Umbra, estrema propaggine del versante nord orientale del gruppo montano dei Monti Martani. Come appurato dalle regolari campagne di scavo e dagli studi condotti dall'Università degli Studi di Perugia, il centro antico dell'insediamento fu pianificato nel corso del II secolo a.C.; incluso nella regio VI augustea, con gli abitanti iscritti nella tribù Stellatina, ricevette però un vero sviluppo urbano solo tra la fine del I secolo a.C. e gli inizi del II secolo d.C.

Dalla Chiesa Madonna delle Piagge di Collemancio, prendere la strada sterrata SP412 in direzione di Pomonte e scendere sulla destra per circa 7 km, per poi svoltare a destra su strada sterrata passando nel bosco, proseguendo poi dritto su strada asfaltata per attraversare il Paese di Cerquiglino da dove proseguire in discesa su strada bianca in Via del Rubiatino fino alla Strada del Piandacardato da cui oltrepassare la SP415 e proseguire dritto su strada asfaltata Strada Gaglietolese attraversando il Paese di Gaglietole, frazione di Collazzone, da dove poter procedere, su strada bianca, tra gli olivi sulla sinistra ed i vigneti sulla destra.
Continuando a percorrere la Strada Gaglietolese si possono incontrare i ruderi dell’antico Mulino delle Botte, oramai completamente in rovina, ubicato lungo strada che costeggia il torrente Puglia, in prossimità del bivio per Gaglietole. Architettonicamente la costruzione si presenta composta da un corpo a base pressoché quadrata con a fianco un piccolo ampliamento. I muri perimetrali sono costruiti in pietra di fiume mista a laterizi. Superati i resti dell’antico Mulino si prosegue su strada sterrata fino a prendere la Strada Gaglietolese in salita in mezzo al bosco. Si segue la sterrata fino ad arrivare in Via Jacopone da Todi e ricongiungersi alla strada asfaltata Via dell’Abbazia dove si incontra il convento di San Lorenzo in cui è possibile visitare la cripta di Jacopone da Todi. Superato il Monastero si prosegue dritti su Via dell’Abbazia per raggiungere il centro storico di Collazzone da Viale Marconi, passando per una visita al murales “Madre natura” che si trova sulla parete del parcheggio pubblico di Viale Marconi, opera di street art, realizzata da un gruppo di artisti del territorio. Di grande impatto visivo, il murales è composto da una serie di colori sgargianti e da due metà divise dal viso centrale di una donna in lacrime, Madre Natura. Spostata sul lato sinistro è una famiglia a tavola, i loro volti sono teschi mentre, accanto, sfila un contadino con la maschera antigas, sullo sfondo di colline bruciate e di un edificio con la classica forma ondulata dei tetti in eternit ancora presenti in grande quantità nel nostro territorio. Qui, il colore predominante è il rosso acceso.

Arrivati in piazza Umberto I a Collazzone, per il ritorno a Cannara si scende su Via della Fiera e si prende poi Viale Marconi, si procede verso via dell’Abbazia a piedi, o passando per viale Marconi in bici; per prendere poi Via di Collazzone in discesa e proseguire dopo circa 500 metri a sinistra in mezzo al bosco, su strada sterrata. Da questa discesa il panorama si affaccia sui piccoli borghi di San Terenziano, Grutti, Marcellano, frazioni di Gualdo Cattaneo. Dopo circa 1,3 Km si prende ancora a sinistra proseguendo in discesa nel bosco per un Km circa per prendere ancora a sinistra per proseguire sul lato opposto della piccola gola collinare fino ad arrivare ai ruderi dell’antico Mulino delle Botte, da dove poi si percorre il tracciato a ritroso. 
 

Da vedere a Cannara:

Da vedere a Collazzone:

",,,,Breve|Cannara|Collazzone|Trekking|Mountain bike|Medio,,,,,43.01371785,12.485134933599419,,,,06083, Itinerario,it_IT,2967837,Escursione in Valnerina da Cerreto di Spoleto a Poggiodomo,,,"

Un itinerario complesso, ma appassionante è quello che parte da Cerreto di Spoleto e conduce fino a Poggiodomo: sentieri immersi nel verde e nel pacifico silenzio della Valnerina.

",,Poggiodomo|Cerreto di Spoleto|Valnerina da scoprire,,,,,42.81968743396902,12.917066056937644,,,,, Itinerario,it_IT,4565132,MTB 10 - A due passi da Perugia per il giro di Monte Tezio,"

 ATTENZIONE: Su indicazione degli uffici tecnici regionali l'itinerario non risulta al momento percorribile. La Regione dell'Umbria e Sviluppumbria, ciascuna per quanto di competenza, sono esentate da qualsiasi responsabilità nel caso di mancato rispetto della presente prescrizione.

Partenza Cenerente (Perugia)
Arrivo Cenerente (Perugia)
Distanza 25 km
Dislivello 670 m
Difficoltà medio
Fondo 60% sterrato, 40% asfalto
Bici consigliata MTB, E-MTB
Da vedere in zona Corciano, Perugia, Antognolla, Parco del Monte Tezio.


Il chilometraggio è alla portata di tutti, ma anche se non vi sono salite proibitive, la lunga ascesa che conduce a Migiana di Monte Tezio insieme ai molti saliscendi che caratterizzano l'interno percorso, lo rendono piuttosto impegnativo. 

Si parte dalla chiesa di Cenerente, imboccando la strada asfaltata che va verso Migiana di Monte Tezio e superando il castello dell'Oscano . Dopo circa 1,5 chilometri iniziate a salire leggermente, continuando sulla strada asfaltata fino al chilometro 5,6 e svoltate a sinistra sullo sterrato che conduce a Migiana di Monte Tezio, una stupenda terrazza naturale (al chilometro 7,5). 

Proseguite a mezza costa in mezzo al bosco per diversi chilometri, mantenendovi sempre sulla sinistra fin dopo il chilometro 11 fino ad imboccare una ripida discesa che riporta sulla strada asfaltata ai piedi del castello dell'Antognolla. Su questo tratto, prestate attenzione alla catena tesa di traverso sulla strada.

Svoltate a sinistra e percorrete per circa 1 chilometro la trafficata SP 169 e poi, in corrispondenza di San Giovanni del Pantano, girate ancora a sinistra e imboccate un nuovo tratto sterrato in salita seguendo le indicazioni verso Pieve Pietroia. Pedalate per diversi chilometri a mezza costa, affrontando alcune rampe piuttosto dure, finché non raggiungete il parcheggio del Parco del Monte Tezio (km 18,2), altro splendido punto panoramico.

Qui, i più allenati possono anche continuare a sinistra e salire, seguendo diversi sentieri segnati, fino a raggiungere la cima del monte. Altrimenti, il nostro itinerario continua attraversando il parcheggio nella sua parte alta ed imboccando lo sterrato sulla sinistra che porta all'inizio della discesa. Al chilometro 19,6, in piena discesa, svoltate secchi a sinistra e continuate a scendere. In prossimità di un gruppo di case tenete la destra e proseguite sempre in discesa fino a rincontrare la strada asfaltata al chilometro 23, quindi svoltate a destra per tornare al punto di partenza in due chilometri.
 

Percorrendo questo itinerario, il Monte Tezio (961 metri) vi offrirà la possibilità di godere di splendidi panorami sulla valle del Tevere, da un lato, e verso il Monte Acuto e Castel Rigone, dall'altro. Il Parco del Monte Tezio è situato a circa 10 chilometri a nord di Perugia e si estende per 135 ettari. Al confine tra i territori di Corciano, Perugia ed Umbertide, i fianchi del monte sono coperti da fitti querceti di roverella, quercia e olmo, nonché da pinete di diverse specie di conifere. Da vedere in questo percorso anche il borgo arroccato di Capocavallo: prima villa e poi, dal XV secolo, castello fortificato, al suo interno ospita un particolare campanile rococò. Dell'antica fortificazione sono ancora visibili parti di mura e resti di una porta castellana.
 

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A pochi chilometri dal centro di Perugia, dalla chiesa di Cenerente proseguendo intorno al Monte Tezio, immergendosi in uno scenario straordinario fatto di magnifici panoramici sulle vallate sottostanti.

 ATTENTION : Sur avis des bureaux techniques régionaux, l'itinéraire n'est pas praticable actuellement. La Région Ombrie et Sviluppoumbria, chacune en ce qui la concerne, sont exonérées de toute responsabilité en cas de non-respect de cette prescription.

",,Perugia|Mountain bike|Medio,,,,,42.45453473047105,14.216817387005046,,,,, Itinerario,it_IT,2968542,"Alla scoperta di Hispellum, ""Splendidissima Colonia Julia""","

Adagiata sulla pendice meridionale del Monte Subasio, tra Assisi e Foligno, Spello fa parte del club de ""I Borghi più Belli d'Italia"", grazie al suo ricco patrimonio ambientale, culturale e artistico.

Antico centro di origine umbra, fu elevata a municipio romano nel 90 a.C.: ricordata come ""Splendidissima Colonia Julia"", la città dell'Infiorata custodisce importanti ed imponenti testimonianze del periodo romano che convivono magnificamente con l'attuale aspetto urbano medievale.

 

Porta Venere e Torri di Properzio

Porta Venere venne eretta in età augustea. Nel secolo XVII alcuni storici locali la misero in stretta relazione con i resti di un tempio dedicato a Venere, scoperti presso la villa Fidelia, fuori la cerchia delle mura urbane di Spello: il nome, infatti, deriva dalla strada ""Trionfale"" (come testimonierebbe un'iscrizione trovata a Bevagna nel 1589) sovrastata dalla porta e che collegava questo tempio con l'interno della città.

Le due torri che affiancano la porta e che un'antica tradizione ha legato al nome del poeta latino, in genere sono state ritenute di epoca medievale. È altresì leggendaria l'identificazione della torre a monte della porta con il luogo della prigione di Orlando.

Realizzata tipologicamente a tre fornici è ornata da lesene di ordine dorico, interposte fra un arco e l'altro.

È fornita anche di un cavaedium, edificio di fortificazione che prevede una doppia porta. Tutta l'area su cui oggi insiste il complesso era un tempo ricca di altre edificazioni i cui resti sono oggi visibili nelle cantine delle abitazioni che si snodano su tutta via Torri di Properzio (si segnala anche la presenza di un criptoportico).

 

Anfiteatro romano

Fu realizzato, probabilmente, nel I secolo d.C. su un'area interessata in antico da numerosi edifici sacri, posti lungo la strada che collegava la vicina Flaminia con i centri interni di Asisium, Arna e Perusia.

Simbolo del periodo glorioso della Colonia Julia, oggi sono visibili gli accenni di gradinate e tratti dell'originale pavimentazione, inoltre non sono pochi i resti di tratti di muro realizzato prevalentemente in opus vittatum (ricorsi di blocchetti quadrangolari sulla facciavista con nucleo interno in malta a calcestruzzo).

L'intera struttura in origine era di notevoli dimensioni: l'altezza di 16 m circa con due ordini di gradinate, l'asse maggiore dell'ellisse di 59.20 m, quello minore di 35.52 m.

 

Arco romano

L'Arco, anticamente, permetteva la comunicazione della parte alta della città con il monte Subasio. È noto anche come Porta dell'Arce e Porta dei Cappuccini, per la vicinanza, rispettivamente, con i resti della rocca di Federico I Barbarossa e con il convento dei Cappuccini di S. Severino.

Probabilmente risale al periodo preaugusteo, ad un solo fornice e con fenditura mediana per la cateratta è giunta fino a noi parzialmente interrata, la soglia infatti si trova circa 1m sotto il livello stradale. Posta nel punto più alto della cittadina, veniva chiusa a saracinesca; ubicata nel tratto occidentale delle mura era il punto di passaggio per la comunicazione verso il Subasio.

 

Le mura

Percorrendo Via Roma, è possibile costeggiare un tratto delle mura augustee, tra le strutture fortificate antiche meglio conservate in Italia.

Costruita in pietra calcarea del Subasio, la cinta (di circa 2km) fu per un buon tratto riutilizzata in età medievale.

La Via Roma conduce alla porta Urbica, del periodo augusteo, a un fornice di ordine toscano.

 

Villa Fidelia

La villa si trova poco distante dal centro storico di Spello, in prossimità dell'anfiteatro romano e della chiesa romanica di San Claudio.

L’antichissimo insediamento romano sul quale sorge la villa era costituito da un’ampia zona sacra, nella quale si collocavano il cosiddetto tempio di Venere, il Teatro e le Terme. Il primitivo impianto, viene fatto costruire nel XVI secolo dai conti Acuti Urbani di San Lorenzo. Nel ‘700, la villa passa a Donna Teresa Pamphili Grillo che provvede a trasformare ed ampliare la residenza fatta costruire dagli Urbani e ad impiantare il giardino all’italiana. Alla sua morte, la proprietà perviene prima ai conti Sperelli e, successivamente, al ricchissimo proprietario terriero Gregorio Piermarini, che operò notevoli trasformazione ed ampliamenti, tra il 1805 ed il 1830.

Dopo alterne vicende, nel 1923, la villa viene acquistata dall'ingegnere Decio Costanzi che fraziona il complesso vendendo la parte più antica alle Suore Missionarie d’Egitto e la restante parte, comprendente il Casino, i giardini e gli annessi, alla Provincia di Perugia

L’aspetto più rilevante della villa è costituito dalle straordinarie sistemazioni esterne che hanno dato origine al giardino vesuviano d’ingresso, al galoppatoio, al giardino all’italiana e al parco col boschetto di cipressi.

Protagonista del giardino denominato “vesuviano” o barocco, ubicato in prossimità dell’ingresso, è la bella fontana a esedra, collocata in posizione centrale, dotata di statua raffigurante Diana, dea della caccia, e chiusa alla sommità dall’elegante quinta che nasconde la cisterna, ornata di nicchie e sormontata dall’orologio. Giustapposto a questo singolare giardino, nel Novecento, fu costruito l’ampio galoppatoio dalla circiforme sagoma. Di più antico impianto è il giardino all’italiana, risalente al XVIII secolo, situato sul retro del casino. Il giardino, di forma rettangolare stretta e allungata su oltre 150 metri, è attualmente suddiviso in quattro grandi aiuole principali doppiamente bordate da siepi di bosso e a loro volta ripartite in quattro più piccole aiuole.

 

[Fonte: http://turismo.comune.spello.pg.it]

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Hispellum: viaggio fra i resti della ""Splendidissima Colonia Julia""

",,Spello|Storia antica|Trekking urbano|Destinazione Subasio|Destinazione Subasio|Destinazione Subasio|Destinazione Subasio|Destinazione Subasio,,,,,42.4522317,14.2045627,,,,, Itinerario,it_IT,2969239,Via di Francesco: via del Nord e via del Sud,"

La Via di Francesco è un percorso naturalistico e spirituale di grande suggestione che attraversa l'Umbria da Nord a Sud, toccando le città più belle della regione, ma soprattutto i luoghi francescani più importanti e significativi.

 

Un itinerario in bicicletta da affrontare con spirito pellegrino per pedalare nel verde, ma allo stesso tempo immersi nella spiritualità e nel misticismo di queste terre, incontrando la gente del posto, che ogni volta sa sorprendere con la sua accoglienza e la sua autenticità.

 

La via si può percorrere da Nord o da Sud, sempre con meta finale Assisi.

Quella del Nord parte dal santuario de La Verna, in Toscana, per poi attraversare Sansepolcro, entrare in Umbria e passare per Città di Castello, Pietralunga, Gubbio e Perugia prima di raggiungere il Sacro Convento di Assisi. Un percorso selvaggio, attraverso cui scoprire luoghi e strade poco conosciute, ma che richiede un buon livello di allenamento per superare una serie di salite impegnative.

La Via del Sud parte da Piediluco, attraversa i borghi della bassa Valnerina come Arrone, Ferentillo e Scheggino, prima di raggiungere Spoleto e poi arrivare in una delle zone più conosciute dell'Umbria, toccando Trevi, Foligno e Spello. Un equilibrio quasi perfetto tra bellezze naturalistiche e perle artistiche e culturali, un viaggio più breve e meno difficile della via del Nord.

Via del Nord o Via del Sud, in ogni caso un'esperienza che affascina, a prescindere dall'aspetto religioso. Un viaggio che ognuno può interpretare a suo modo, con spirito pellegrino o semplicemente godendosi la bellezza del percorso e le eccellenze naturalistiche, artistiche, culturali ed enogastronomiche di questo territorio.

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Un percorso naturalistico e spirituale di grande suggestione che attraversa l'Umbria da Nord a Sud

,,Assisi|Città di Castello|Gubbio|Perugia|Spello|Spoleto|Trevi|Foligno|Scheggino|Pietralunga|Ferentillo|Arrone|Ciclovie|La via di Francesco|Difficile|Facile|Medio|Destinazione Subasio|Destinazione Subasio|Destinazione Subasio|Destinazione Subasio|Destinazione Subasio,,,,,43.449781628610204,12.238868944030857,,,,, Itinerario,it_IT,4565696,"MTB 21 - Assisi, Spello e le dure rampe del Subasio","
Partenza Assisi
Arrivo Assisi
Distanza 34,5 km
Dislivello 1100 m
Difficoltà difficile
Fondo 60% sterrato, 40% asfalto
Bici consigliata MTB, E-MTB
Da vedere in zona Assisi, Spello, Santa Maria degli Angeli, Basilica di Rivotorto, Eremo delle Carceri, Parco Regionale del Monte Subasio.

 

Questo affascinante, ma impegnativo percorso prende il via da Piazza Matteotti, nella parte alta di Assisi. L'itinerario, lungo poco meno di 35 chilometri, si caratterizza per la difficile e ripida scalata al monte Subasio, che in alcuni punti presenta pendenze superiori al 20% e perciò è adatta solo a biker con un ottimo grado di allenamento. Chi volesse ""alleggerire"" in parte le difficoltà del tracciato, può affrontare l'itinerario anche in senso inverso: c'è sempre da scalare il Subasio, ma dal versante di Spello la salita presenta pendenze meno severe.

Lasciando Piazza Matteotti svoltate subito a destra seguendo le indicazioni per il Monte Subasio: uscendo da Porta Cappuccini iniziate immediatamente la salita verso la cima. Visto che la partenza è subito molto impegnativa, si consiglia qualche minuto di riscaldamento, magari visitando il centro di Assisi, prima di iniziare l'itinerario. Dopo 300 metri, appena superata Porta Cappuccini, lasciate l'asfalto svoltando a sinistra e seguite il sentiero n. 50: la prima parte dell'ascesa è sicuramente la più impegnativa e può costringere anche a mettere piede a terra a causa della pendenza e del fondo sconnesso. L'ascesa, che si sviluppa costantemente all'ombra di un fitto bosco, in poco meno di 6 chilometri conduce in località Gli Stazzi, quasi in vetta al Subasio. Qui, uscite dal bosco e attraversate la strada asfaltata, proseguendo sullo sterrato a mezza costa che attraversa l'intera montagna.

A questo punto la parte più difficile dell'itinerario è già alle spalle e il sentiero, che si sviluppa appena sotto la vetta del Subasio, vi ripagherà dello sforzo offrendo panorami assolutamente mozzafiato. Dal chilometro 8,5 al chilometro 12,5 pedalate su un single track prima di reimmettervi sulla strada sterrata che in 5 chilometri di discesa vi conduce a Collepino (km17,4). Qui, tornando sull'asfalto e svoltando a destra, si continua a scendere tra gli ulivi verso Spello, dove una sosta per visitare il centro storico è d'obbligo. 

Da Spello proseguite a destra e al chilometro 22,7 girate a destra in via degli Ulivi, percorrendola fino a Capodacqua (km 25,9). Lasciate di nuovo l'asfalto e iniziate la seconda asperità del percorso che sale tra gli ulivi fino al km 28,4. Da qui, proseguite pedalando in un susseguirsi di saliscendi sempre lungo lo sterrato principale fino al chilometro 30,3. In prossimità di un incrocio, girate a destra e poi subito a sinistra in via Borghettaccio. Al chilometro 30,8 girate a sinistra e reimmettetevi sull'asfalto che in pochi chilometri vi riconduce alla strada principale (km 33) dove, svoltando a destra si risale fino al centro di Assisi.
 

 

La bellezza del paesaggio che caratterizza l'itinerario, che in gran parte si sviluppa all'interno del Parco Regionale del Monte Subasio, vi ripagherà di ogni sforzo. Assolutamente da vedere lungo questo percorso, il centro storico di Assisi, dichiarato dall'Unesco Patrimonio Mondiale dell'Umanità. Qui, potete visitare la Basilica di Santa Chiara, il convento di San Domenico e la splendida Basilica di San Francesco. Appena fuori dalle mura, a dominare la città, c'è la superba rocca Maggiore, ricostruita nel 1367 dal Cardinale Albornoz su una precedente struttura (1174) di un antico castello feudale. Da vedere anche il centro di Spello: pur mostrandosi con caratteristiche medievali, questo borgo ha mantenuto molte testimonianze di quando fu colonia romana, come il teatro, l'anfiteatro, le terme e il cosiddetto Arco di Augusto. Tra gli edifici religiosi è notevole la chiesa di Santa Maria Maggiore (XII-XIII secolo), che racchiude tesori dell'arte come affreschi del Pintoricchio e dipinti del Perugino. Appena fuori Spello poi, si trova Villa Fidelia (XVI secolo), edificata dove un tempo sorgevano il Tempio di Venere, il Teatro e le Terme, che ospita una ricca collezione di quadri, sculture e oggetti di antiquariato.

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Pedalando nella bellezza travolgente dei paesaggi del Parco Regionale del Monte Subasio, ritemprati nel corpo e nell’anima dalle atmosfere suggestive di borghi affascinanti come Assisi e Spello. 

",,Assisi|Spello|Mountain bike|Difficile|Destinazione Subasio|Destinazione Subasio|Destinazione Subasio|Destinazione Subasio|Destinazione Subasio,,,,,42.454532744666125,14.216819455117122,,,,, Itinerario,it_IT,2969462,Via di Francesco - Via del Sud,"

Il percorso

Il punto di partenza della Via del Sud è il santuario francescano di Greccio in Lazio, incastonato sulla parete collinare che circonda la Valle Santa di Rieti. Il cammino prende avvio nel luogo in cui intorno al 1223 Francesco diede inizio ad una delle più tenere tradizioni cristiane: il presepe.

La Via di Francesco del Sud ha una lunghezza totale di circa 180 km, che consigliamo di percorrere in 10 tappe ( e con possibilità di scegliere tra alcune varianti), ma sarai libero di decidere di aumentare o ridurre la distanza delle singole tappe per venire incontro alle tue esigenze.

Le prime tappe ti conducono nei principali santuari della Valle Santa: Greccio; Fonte Colombo; La Foresta e Poggio Bustone. Lungo questo primo tratto si affrontano salite e discese di media difficoltà e la fatica è ricompensata dal bellissimo paesaggio della natura.

Dalla Cattedrale di Rieti si prosegue in salita, prima verso il santuario de La Foresta e poi verso il santuario di Poggio Bustone. L'Itinerario prosegue in Umbria verso Piediluco, dove si viene accolti lungo le sponde del rasserenante lago.
Si cammina prima lungo le sponde del fiume Velino, e poi risalendo lungo il fiume Nera. Questo tratto si sviluppa in piano su uno stretto fondovalle (Valnerina), con la possibilità di una deviazione per scoprire le maestose Cascate delle Marmore.

Dopo una salita impegnativa si lascia la Valnerina per giungere nella Valle di Spoleto, tanto cara a Francesco: Nihil iucundius vidi valle mea spoletana.
Le abbazie, le pievi e i conventi testimoniano il fascino spirituale di questo tratto della Via, che racchiude centri storici ricchissimi di arte e storia: Spoleto, Trevi, Foligno, Spello e Assisi.

Il cammino si sviluppa quasi interamente sulla mezzacosta coltivata ad olivo, in un paesaggio che ispira pace. Le salite e le discese, una delle caratteristiche della Via, si susseguono ma senza mai affrontare eccessivi dislivelli. Il tuo cammino da pellegrino si conclude nel silenzio meditando presso la tomba di Francesco all'interno della Basilica Inferiore di Assisi.

 

Nel sito www.viadifrancesco.it troverai tutte le tappe con le relative mappe, le descrizioni del percorso, i dislivelli, i gps e la lista delle accoglienze povere e specializzate per i pellegrini. E non dimenticare di richiedere la Credenziale del Pellegrino.

 

Segnaletica
La Via di Francesco nel tratto laziale è segnalato con la segnaletica CAI (segnale bianco-rosso) e con segnali giallo e blu, in Umbria il percorso è ben segnalato con i colori della Via: il Giallo e il Blu che ti guideranno fino ad Assisi.

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La Via di Francesco del Sud: dal Santuario di Greccio, attraverso la Valle Santa di Rieti in Lazio, si parte per raggiungere l'Umbria e proseguire il cammino verso la Basilica di San Francesco in Assisi

",,Trekking sulla Via di Francesco|Assisi|Spello|Spoleto|Terni|Trevi|Foligno|La via di Francesco|Destinazione Subasio|Destinazione Subasio|Destinazione Subasio|Destinazione Subasio|Destinazione Subasio,,,,,42.537828149999996,12.757998830801537,,,,, Itinerario,it_IT,2966890,In viaggio lungo la Via Flaminia,"

Il tuo percorso inizia dal sud dell'Umbria, nel punto in cui l'antica Via Flaminia si immetteva dal Lazio, per attraversare l'intero territorio secondo una linea continua, da Otricoli a Scheggia. Fu inaugurata nel 220 a.C. da Gaio Flaminio per collegare Roma al litorale adriatico: tutt'ora, la strada principale verso quella direzione ne ripercorre per molti tratti il tracciato.

 

Se immagini di seguire le stesse tappe che segnarono la conquista romana del territorio, il tuo viaggio deve iniziare con una passeggiata nel Parco Archeologico di Otricoli: ricavato lungo un tratto del percorso del Tevere, conserva otto secoli di storia fra i resti monumentali della città antica. Sono predisposti per i visitatori un percorso pedonale guidato e delle zone verdi attrezzate in cui sostare.

 

Dopo il riposo, riprendi il viaggio verso Narni; qui l'antica via consolare si biforca e ti dà la possibilità di scegliere fra due percorsi: il tratto rettilineo verso Carsulae, oppure quello costruito in una seconda fase, che attraversa Terni e Spoleto e si ricongiunge poi con il più antico all'altezza dell'antica Forum Flaminii, nei pressi di Foligno.

In questo tour ti consigliamo il primo percorso, più breve e agevole; allora riprendi la via Flaminia in direzione San Gemini: poco oltre l'abitato medievale trovi le indicazioni per il Parco Archeologico di Carsulae, l'antico municipio romano che sorgeva proprio lungo l'antica Via Flaminia. Qui ti sembrerà di vedere una scena della vita quotidiana degli antichi Romani.

Prima o dopo la visita, trova il tempo per gustare un piatto dei tipici picchiarelli alla sangeminese, una pasta tirata a mano, condita con abbondante sugo piccante.

Il percorso è ancora lungo per arrivare a Bevagna: poco oltre il borgo, le due diramazioni della Via Flaminia si ricongiungono per inoltrarsi poi nel settore appenninico. Attraverso il Parco del Monte Cucco, la Flaminia esce dal territorio umbro verso l'Adriatico, valicando la dorsale al passo della Scheggia. Tienilo in mente per l'estate, quando sarà tempo di partire per il mare.

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Un viaggio che segue il percorso della Via Flaminia, antica strada consolare che ha segnato il destino e la fortuna delle città sorte lungo il suo percorso. Dall'antica Ocriculum, passando per Narni, Spoleto e Carsulae, giunge fino a Scheggia, per continuare verso l'Adriatico.

",,Storia antica,,,,,42.42268741595574,12.479232023395294,,,,, Itinerario,it_IT,2968674,Paesaggio di olivi sui colli di Spoleto e Assisi,"

Percorrendo l'Umbria, vi sarà sicuramente capitato di notare, sulle pendici delle colline, distese di olivi: da qui nasce uno degli olii extra vergine più buoni e pregiati d'Italia. Ti proponiamo di scoprire uno dei luoghi dell'Olio DOP Umbria: i Colli di Assisi-Spoleto.

In questa zona, dal terreno particolarmente fertile per la coltivazione dalle varietà di olivo Moraiolo, Frantoio e Leccino, viene prodotto un olio di indubbia qualità, dal colore che va dal verde al giallo, dall'odore e dal sapore fruttato forte, con una nota amaro e piccante.

La zona dei Colli Assisi-Spoleto merita una visita di uno o più giorni, non solo per conoscere e assaggiare il prelibato oro giallo, ma anche perché vi sono delle città bellissime come Trevi, Spello, Spoleto, Assisi, Campello sul Clitunno e Foligno. Hai solo l'imbarazzo della scelta: puoi scegliere ognuna di queste città e scoprire i bei centri storici, l'arte e i paesaggi circostanti. Nei ristoranti della zona scegli uno dei piatti che ti danno l'opportunità di assaggiare l'olio a crudo, come l'insalata di farro, la bruschetta o i funghi arrosto oppure assaggia l'olio puro: ne riconoscerai subito il gusto e la nota piccante che lo caratterizzano.

Uno dei periodi migliori per conoscere da vicino la produzione dell'olio in Umbria è il mese di novembre, il mese di Frantoi Aperti. Tutti i fine settimana del mese, i frantoi che aderiscono alla manifestazione, organizzano degli eventi a cui puoi partecipare: visite guidate, degustazioni, concerti e tanto altro. Il programma degli eventi cambia di edizione in edizione ed attira ogni anno turisti da tutta Italia; per maggiori informazioni visita il sito: http://frantoiaperti.net/.

Negli altri mesi dell'anno i frantoi della zona che fanno parte della Strada dell'Olio in Umbria sono pronti ad accoglierti, previa prenotazione (qui, l'elenco dei frantoi aderenti).

Non ti resta che partire, buon appetito!

 

 

 

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Una zona dall'indubbio interesse paesaggistico, artistico ed architettonico e che regala uno dei prodotti più buoni e pregiati dell'Umbria: l'olio Dop Umbria dei Colli  Assisi-Spoleto

",,Assisi|Spoleto|Spello|Trevi|Campello sul clitunno|Foligno|I percorsi del gusto|Destinazione Subasio,,,,,42.45236385,14.205169264197048,,,,,null null null Spoleto null null null Assisi Itinerario,it_IT,2969786,Escursioni in Valnerina: il grande anello del Monte Meraviglia,"

Indossa un paio di scarpe comode e porta con te uno zaino con una macchina fotografica, un po' d'acqua e qualcosa da mangiare, come ad esempio, un gustoso panino con prodotti di norcineria. Sei pronto per iniziare la tua escursione in Valnerina, seguendo il percorso del grande anello del Monte Meraviglia: un percorso ai piedi del monte più amato dai casciani, tra antichi casali rurali e boschi ombrosi.

 

Il percorso parte da Onelli, nei pressi di Cascia. Intraprendi la strada asfaltata che conduce a Cascia e dopo circa 2,3 km imbocca la stradina che va a sinistra per Località Casali Sant'Antonio. In questa zona, in primavera, ti accompagnano colori perfetti che sembrano frutto della tavolozza da pittore. Sali leggermente e segui l'indicazione per l'agriturismo. Superata la fonte sulla sinistra, raggiungi una biforcazione: scegli la strada a sinistra, quella sterrata e impegnativa. Non temere la ripidità della strada, bastano solo un po' di fiato e di resistenza in più per affrontarla. È la parte più impegnativa del tuo cammino, ma ne vale sicuramente la pena considerando la bellezza del percorso. Non perdere mai di vista il tracciato lungo la strada che ti conduce ad un gabbiotto in cemento dell'acquedotto. Giunto a questo punto, gira a sinistra in direzione Casale Costabella. Procedi quindi per trecento metri e imbocca il bivio che, in falsopiano, va verso destra. Lungo questo tratto, alla tua destra e alla tua sinistra puoi trovare dei bellissimi esempi di casa rurale della Valnerina, con il fienile e l'abitazione al primo piano e la stalla al piano terra.

Dopo circa 3 km di cammino, raggiungi un bivio dove sulla destra vedrai Casale Tetella, una struttura di recente ristrutturazione. Ma il tuo percorso segue verso sinistra, in salita: camminando sul sentiero tracciato, dopo circa 2 km, sei al bivio di Onelli, gira a destra e vai verso la Chiesa di San Sisto il nostro punto di partenza. Visita la chiesa, un edificio del ‘300 a cui è stato addossato un portico rinascimentale di cui sono state successivamente chiuse le arcate. Nella pace più assoluta guarda l'esterno della chiesa, completamente immersa nel verde del Monte Meraviglia.

 

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Ami la natura e le passeggiate a piedi? Scegli di percorrere il sentiero tracciato lungo il grande anello del Monte Meraviglia, nella zona di Cascia. Ad accompagnarti il verde della natura e dei bellissimi casali umbri.

",,Cascia|Valnerina da scoprire|Trekking,,,,,42.45236385,14.205169264197048,,,,, Itinerario,it_IT,2966529,Il ponte di Augusto a Narni,"

Conoscete Narni? La città, non distante da Terni, è molto conosciuta soprattutto per essere stata una colonia romana. Anche il nome, infatti, deriva dal latino Narnia, con cui si era soliti riferirsi al fiume Nera.

Gli antichi conquistatori hanno lasciato molte testimonianze sul territorio. Uno tra tutti, il cosiddetto ponte di Augusto, situato nelle vicinanze di Narni Scalo.

Questo attraversamento risale circa al 27 a.C. e sorge proprio lungo la via Flaminia, voluta dal console Caio Flaminio per poter giungere fino a Rimini nel 220 a.C.

La forma originaria prevedeva ben quattro archi di luce; oggi ne è visibile invece solo uno, il primo e più grande, e qualche frammento della struttura.

Il ponte ha dovuto resistere ad un primo crollo nel VIII secolo. In seguito, fu ricostruito con materiali di recupero ma nuovamente danneggiato nell'anno 847 a causa di un terremoto. Una piena eccezionale, negli ultimi anni dell'Ottocento procurò nuovi e consistenti danni.

Intorno al 1053, a causa di una piena eccezionale, si è assistito ad un successivo cedimento della parte superiore, che non è stato più sistemato. Ecco spiegato perché, in molti scritti di quel periodo, si parla di un certo Ponte Rotto. Ciò non ha comunque impedito ad artisti e pittori provenienti da tutto il mondo di ammirarlo e trarne ispirazione.

Lo stesso Jean Baptiste Camille Corot, che venne in Italia nell'Ottocento, durante il suo Grand Tour, passò proprio da Narni e ne rimase incantato. Il suo dipinto, raffigurante il viadotto, si trova attualmente al Louvre di Parigi.

Oggi, il luogo, immerso nella natura incontaminata, ben si presta a lunghe passeggiate ed escursioni all'aria aperta da fare in famiglia o con gli amici.

 

 

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Ci troviamo lungo la via Flaminia, nel cuore dell'Umbria: qui si trova il ponte di Augusto, costruito in epoca romana (27 a.C. circa) per consentire il passaggio sul fiume Nera

 

",,Narni|Storia antica,,,,,42.523714988861634,12.517213316856571,,,,, Itinerario,it_IT,2969716,Il Cammino di San Benedetto,"

Trecento km nel cuore del Belpaese, tra Umbria e Lazio fino al confine con la Campania: è il Cammino di San Benedetto, un itinerario di sedici tappe per ripercorrere la vita del Patrono d'Europa, attraverso sentieri, carrarecce e strade a basso traffico, tra valli e monti dell'Italia centrale.

Il percorso unisce i tre più importanti luoghi benedettini: Norcia, luogo natale del Santo; Subiaco, dove visse più di trent’anni e fondò numerosi monasteri; e Montecassino, dove trascorse l’ultima parte della vita e scrisse la Regola.

 

Cenni storici

Benedetto nacque a Norcia intorno al 480, appena dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente.
Iniziò gli studi a Roma, ma ben presto si ritirò nella solitudine della valle dell’Aniene, in una grotta nei pressi di Subiaco, attorno alla quale organizzò una colonia monastica, formata da dodici piccoli cenobi con dodici monaci ciascuno.
Abbandonò poi Subiaco e, insieme ai discepoli più fedeli, si recò a Cassino, sul cui monte fondò, intorno al 529, la celebre abbazia di Montecassino.
Qui scrisse la Regola, composta da un prologo e 73 capitoli. Dopo un primo momento di coesistenza con altre legislazioni monastiche, la Regola di san Benedetto finì per prevalere ed essere adottata in tutti i monasteri.
Morì a Montecassino, secondo la tradizione, il 21 Marzo dell’anno 547.

 

Il percorso

Il Cammino prende avvio da Norcia, sulle pendici dei monti Sibillini, per poi proseguire verso Cascia, dove visse Santa Rita, la “Santa degli impossibili”. Da qui ci si sposta in direzione di Monteleone di Spoleto, affascinante borgo medievale, per arrivare così nel Lazio, a Leonessa, ai piedi dei monti Reatini. Da Leonessa si raggiunge Poggio Bustone e, a seguire, Rieti e la Valle Santa.
L'itinerario attraversa poi Rocca Sinibalda e Castel di Tora, Pozzaglia, Orvinio e Mandela fino a Subiaco, prima grande meta del Cammino.
Da Subiaco si prosegue verso Trevi e, oltrepassata Trevi, si susseguono una sequenza di suggestivi paesini medievali: Guarcino, Vico e Collepardo.
E ancora Certosa di Trisulti, Casamari, Arpino, Monte San Giovanni, le gole del Melfa e Roccasecca, per giungere infine all’abbazia di Montecassino.

 

Le tappe umbre

In Umbria, il Cammino tocca Norcia, Cascia e Monteleone di Spoleto.

Norcia è un’incantevole cittadina ai piedi dei monti Sibillini, amata dagli appassionati di trekking, che alla profonda spiritualità benedettina unisce il fascino della natura, le meraviglie dell'arte e la genuinità della gastronomia.
Per il notevole patrimonio ambientale, culturale ed artistico fa parte del club de ""I Borghi più Belli d'Italia"".
I monumenti più importanti sono disposti intorno alla piazza centrale: la Basilica di San Benedetto, risalente al XII secolo; il rinascimentale Portico delle misure; la Castellina; la cattedrale di Santa Maria Argentea e il Palazzo comunale.

 

Situata nella parte sud-orientale dell'Umbria, Cascia sorge nella zona più montuosa della regione, vicino al Parco Nazionale dei Monti Sibillini. Adagiata sul colle S. Agostino, è circondata da superbi rilievi che scendono fino al fiume Corno, affluente del Nera. Città natale di Santa Rita, è uno dei principali centri spirituali dell'Umbria.
Da visitare il Monastero di Santa Rita e l'adiacente Santuario di Santa Rita, edificato in epoca moderna per ospitare le spoglie della santa, luogo di culto che richiama pellegrini da tutto il mondo; le pregevoli chiese di San Francesco, Sant’Antonio e la Collegiata di Santa Maria.
Da non perdere Roccaporena, paese natale di Santa Rita, collocato al fondo di una piccola gola, profondamente incisa dal fiume Corno, là dove il fiume si trova ad aggirare una slanciata rupe, lo “Scoglio Sacro”.
Si può raggiungere la sommità dello Scoglio percorrendo una via crucis di 300 scalini: una volta arrivati in cima, oltre all'aspetto strettamente spirituale del luogo, anche il panorama lascerà senza fiato, dai Sibillini, a Nord, ai Monti Reatini verso sud.

 

Monteleone di Spoleto è un piccolo borgo di montagna adagiato sopra un colle alla fine della valle del Corno, che parte a Nord Est delle pendici del monte Terminillo, circondata da vette montuose che offrono un panorama unico.
Per la sua posizione di castello di pendio nell'antichità veniva chiamato ""Leone degli Appennini"".
Alle spalle ha un notevole passato storico, posta la sua ubicazione su antiche vie di comunicazione, al confine tra Stato pontificio e Regno di Napoli: memoria di questo confine rimane tuttora nei cippi posti sulle cordonate antistanti la Porta dell’Orologio.
Il gioiello di Monteleone è senza dubbio la biga, un carro da parata, straordinario prodotto di officine etrusche datato intorno al 540 a.C.
Interessanti anche il complesso di Santa Caterina, che ha la forma di un ovoide generato da quattro triangoli equilateri intersecantesi tra loro, la chiesa di San Nicola, con le pale dell'altare attribuite al Ghezzi e al Masucci e il bel palazzo Bernabò, quattrocentesco.

 

La Credenziale del Pellegrino

Per attraversare il Cammino è necessario richiedere la Credenziale, che attesta lo stato di pellegrino ed è richiesta nella maggior parte delle “ospitalità pellegrine”: accoglienze religiose o altre strutture a offerta libera.

 

Per maggiori informazioni:

www.camminodibenedetto.it

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Le tappe del Cammino di San Benedetto in Umbria

,,Cascia|Norcia|Monteleone di Spoleto|Cammini,,,,,42.45236385,14.205169264197048,,,,, Itinerario,it_IT,2970211,"I segreti di Narni sotterranea, tra fascino e mistero","

Storia arte e un po' di mistero si incontrano nel ventre della città di Narni per offrire ai suoi visitatori un percorso unico, ricco di tesori bellissimi: ti proponiamo un itinerario guidato alla scoperta della Narni Sotterranea.

 

Il percorso inizia sotto al complesso conventuale di S. Domenico, dove le esplorazioni di un gruppo di appassionati speleologi hanno portato, poco alla volta, a grandi scoperte che hanno negli anni trasformato un ipogeo dimenticato in uno dei luoghi simbolo dell’Umbria sotterranea.
Tra vecchie murature e un’antica cisterna, sono apparsi gli splendidi affreschi di una cappella medievale dimenticata – che oggi è stata dedicata all’Arcangelo Michele – e dove da poco è stata realizzata una spettacolare pavimentazione in vetro che permette di camminare al di sopra delle antiche fondazioni.
Poco più avanti si trovano alcuni cunicoli e una grande sala che confina con una cella. I graffiti sulle pareti di questa angusta prigione hanno fatto comprendere che si trattava di una segreta utilizzata dal tribunale dell’Inquisizione (più esattamente del Sant’Ufficio). Un lungo, complesso e appassionato studio sull’origine delle iscrizioni ha anche permesso di identificare il più celebre dei prigionieri che qui sono stati rinchiusi.

 

Dopo i sotterranei di San Domenico è possibile vivere un'altra esperienza davvero suggestiva, questa volta molto rilevante dal punto di vista speleologico: la visita all'acquedotto della Formina. L’antica Narnia romana, sorta a dominare il tracciato della Via Flaminia, fu una città fiorente e, come tutte le colonie dell’epoca, era servita da un acquedotto.
Dell’antico condotto idraulico della Formina rimangono percorribili lunghi tratti, ovviamente angusti come accade per tutte le strutture di questo tipo: le dimensioni sono di 45/50 centimetri di larghezza e di 170/250 centimetri d’altezza (le visite sono guidate e richiedono un’attrezzatura adatta ad affrontare lo scorrere dell’acqua nell’antica galleria).

Ultima ""tappa"" di questo viaggio alla scoperta della Narni sotterranea è la ""Cisterna del Lacus"".
Dopo la decadenza dell’impero romano, molte grandi opere dell’ingegneria antica decaddero e, insieme a esse, si persero le capacità tecniche per la loro riparazione. Così l’acquedotto della Formina smise di alimentare la città e fu necessario studiare altri metodi per rispondere alle necessità idriche della comunità. Le cisterne per l’acqua piovana furono una delle risposte più ovvie e frequenti a questa domanda e, pochi metri al di sotto dell’attuale piazza Garibaldi, sopravvive la più imponente di queste. Talmente ampio da meritare il nome di lacus (cioè lago, tanto che la zona sovrastante era nota come piazza del Lago), il serbatoio medievale conserva le sue volte arcuate e il pavimento di opus spicatum, insieme a tracce di concrezioni chiare lasciate dallo scorrere dell’acqua, ed è facilmente visitabile.

 

Per chiudere in bellezza, se non sei troppo stanco e hai ancora del tempo a disposizione, approfittane per passeggiare tra i vicoli e le piazze del centro storico della bella Narni e per degustare l'ottima pasticceria narnese, famosa per le sue origini antichissime.

 

Per maggiori informazioni:
http://www.narnisotterranea.it/

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Inizia il tuo viaggio alla scoperta della Narni sotterranea: antiche chiese, cunicoli, celle e cisterne romane ti attendono per un viaggio alla scoperta di tesori nascosti

",,Narni|Trekking urbano,,,,,42.452677800000004,14.20406549783552,,,,, Narni Itinerario,it_IT,4992367,Collazzone - Torgiano - Collazzone,"
 (Top banner: Photo Courtesy by Agri Segretum Collazzone)
Partenza Collazzone
Arrivo Collazzone
Distanza 30 km
Dislivello 470 mt salita, 720 discesa (Collazzone - Torgiano) - 720 mt salita, 470 discesa (Torgiano - Collazzone)
Difficoltà media, percorso lungo, poco sconnesso ma con molti sali-scendi
A chi è adatto

adatto a tutti, anche a famiglie con bambini abituati a adatto a escursionisti con pratica e ciclisti con medio allenamento

Bici consigliata MTB, gravel
Durata 8 ore circa (Trekking) – 2,5 ore circa (Bike)

 

Si parte dalla centrale Piazza Umberto I di Collazzone (PG), prendendo la strada asfaltata in discesa su Via della Fiera scendendo poi su strada sterrata fino a raggiungere Via Collazzone, da dove poter ammirare le dolci colline di boschi e vigneti della campagna del vicino Comune di Gualdo Cattaneo. Dopo circa 500 metri prendere a sinistra su strada sterrata in mezzo al bosco per poi proseguire scendendo sempre su strada sterrata per circa 4 Km prima di incontrare i ruderi dell’antico Mulino delle Botte, oramai completamente in rovina, ubicato lungo strada che costeggia il torrente Puglia, in prossimità del bivio per Gaglietole. Architettonicamente la costruzione si presenta composta da un corpo a base pressoché quadrata con a fianco un piccolo ampliamento. I muri perimetrali sono costruiti in pietra di fiume mista a laterizi. Superati i resti dell’antico Mulino si prosegue su strada sterrata lungo la Strada Gaglietolese in mezzo al bosco fino ad arrivare in prossimità del Resort Abbazia Collemedio, nei pressi della frazione di Collepepe, dove proseguire dritto su strada asfaltata in discesa, Strada dell’Osteria, per attraversare la SP415 e proseguire a sinistra su strada sterrata, Strada Esterna del Molino, fino a proseguire su Strada Esterna della Fornace. 

Il percorso offre una vista panoramica sul Fiume Tevere, sul borgo di Deruta ed ancora oltre fino al Lago Trasimeno e le rocche che vi si affacciano. Oltrepassata la piccola frazione di Ripabianca (Deruta), si prosegue attraversando Vocabolo Caprareccia prima, e a destra su Vocabolo Montecchio poi. Si prosegue ora su strada asfaltata in discesa, Strada Esterna Vicinale del Macchione, avvicinandosi al borgo di Deruta, dove, passando su strada sterrata in mezzo ai campi si prende su Via del Palazzone per seguire la strada fino ad attraversare la SP419 per poi proseguire fino a raggiungere il percorso verde/ciclabile del Tevere.

Si percorre per circa 4 km il percorso verde/ciclabile del Fiume Tevere avendo sempre il fiume sulla propria sinistra, per poi immettersi su Via Francescana in prossimità del ponte e proseguire dritto su SP400 in direzione di Torgiano, dove dopo aver superato la Chiesa di San Lorenzo e la Chiesa del Crocifisso, si attraversa il Ponterosciano per raggiungere, sulla sinistra, Via dei Mulini in direzione del Parco Fluviale dei fiumi Tevere e Chiascio, da dove raggiungere facilmente il centro storico di Torgiano e la Torre Baglioni.

Arrivati a Torgiano, il ritorno a Collazzone è previsto percorrendo il percorso a ritroso, salvo che per l’ultimo tratto in prossimità di Collazzone dove, in prossimità dei resti dell’antico Mulino, si prosegue a destra su strada sterrata fino a prendere la Strada Gaglietolese in salita in mezzo al bosco. Si segue la sterrata fino ad arrivare in Via Jacopone da Todi e ricongiungersi alla strada asfaltata Via dell’Abbazia dove si incontra il convento di San Lorenzo in cui è possibile visitare la cripta di Jacopone da Todi.

Superato il Monastero si prosegue dritti su Via dell’Abbazia per tornare verso il centro storico di Collazzone da Viale Marconi, passando per una visita al murales “Madre natura” che si trova sulla parete del parcheggio pubblico di Viale Marconi, opera di street art, realizzata da un gruppo di artisti del territorio. Di grande impatto visivo, il murales è composto da una serie di colori sgargianti e da due metà divise dal viso centrale di una donna in lacrime, Madre Natura. Spostata sul lato sinistro è una famiglia a tavola, i loro volti sono teschi mentre, accanto, sfila un contadino con la maschera antigas, sullo sfondo di colline bruciate e di un edificio con la classica forma ondulata dei tetti in eternit ancora presenti in grande quantità nel nostro territorio. Qui, il colore predominante è il rosso acceso.
Si torna poi al punto di partenza in piazza Umberto I proseguendo su Viale Marconi e svoltando a destra su Viale Cesare Battisti.

Da vedere a Collazzone:

Da vedere a Torgiano:

",,,,Breve|Collazzone|Torgiano|Bici da strada|Trekking|Medio,,,,,43.01371785,12.485134933599419,,,,06083, Itinerario,it_IT,2969048,"I tesori dei Monti Martani: storia, arte e natura lungo l'antica via Flaminia","

I Monti Martani sono un autentico scrigno di storia che custodisce tesori inattesi, lungo un percorso che unisce borghi affascinanti, feudi medievali ed abbazie ricche di fascino.

 

Il viaggio inizia da Castel Ritaldi, un borgo situato lungo il percorso che da Spoleto porta a Montefalco. Il centro storico è cinto dalle mura del Castello del XIII secolo, merita una visita la Chiesa di Santa Marina, edificata tra il XIV e XV secolo. Appena uscito dal borgo prosegui per Colle del Marchese, sulla strada troverai la Pieve di San Gregorio in Nido, circondata da uliveti, edificio romanico sorto intorno al 1141, con splendide decorazioni in bassorilievo sulla facciata e sul portale.

 

Al primo bivio svolta per la frazione Morcicchia e prosegui verso Giano dell'Umbria. Come per tutti i borghi del comprensorio, la visita a Giano è una piacevole passeggiata nella storia, tra mura circolari, vicoli medievali , il bel palazzo del municipio e la Trecentesca chiese di S. Michele. Prima di salire verso il monte, una piccola deviazione porta all'Abbazia di San Felice, edificata attorno al 1130, tesoro nascosto tra gli ulivi che all'epoca dell'imperatore Costantino custodiva le ossa del martire San Felice. La salita verso i monti si può affrontare seguendo le indicazioni per Monte Martano. Qui puoi proseguire sul sentiero del Martani trekking, che prosegue sino alla costa di Scoppio, punto nodale e baricentro del percorso dove è presente anche un centro escursionistico aperto su prenotazione. Ripresa l'automobile, ridiscendi verso a Massa Martana, fermandoti all'altezza della Chiesa dell'Assunzione, per godere della straordinaria vista panoramica sulla vallata circostante.

Tutta l'area intorno a Massa Martana ( la romana Vicus ad Martis ) è un luogo ideale per assaporare i due massimi tesori enogastronomici del territorio, l'olio e il vino, così pregiati da aver consentito, per i vini, il riconoscimento della DOC ""Colli Martani"" e delle IGT ""Umbria"" e ""Colli Martani"" e per l'olio extra vergine il riconoscimento della DOP ""Colli Martani"".

Arrivato a Massa Martana sei sul tracciato dell'antica via Flaminia. Lungo l'antico asse stradale sono situate la Chiesa di santa Maria in Pantano, una delle più antiche dell'Umbria e, più avanti, la Catacomba cristiana, unico monumento del genere finora scoperto sul territorio regionale, visitabile su prenotazione. Poco distante si trovano anche l'Abbazia dei Santi Fidenzio e Terenzio, l'Abbazia di Villa San Faustino e quella di San Pietro sopra le Acque. Il viaggio termina ad Acquasparta, antico luogo termale romano, prima sede dell'Accademia dei Lincei, voluta dal Duca Federico Cesi nel grande palazzo rinascimentale che ancora porta il suo nome.

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Il tracciato occidentale della via Flaminia si dirigeva verso Massa Martana e gli insediamenti alle pendici dei Monti Martani. Una zona di frontiera, che facilitò l'incontro di tradizioni culturali e religiose.

",,Castel Ritaldi|Giano dell'Umbria|Massa Martana|Acquasparta|L'arte in Umbria|I percorsi del gusto,,,,,42.45236385,14.205169264197048,,,,,null null null Castel Ritaldi null null null Acquasparta Itinerario,it_IT,4433611,Ciclovia del Sole,"
Tappe Chiusi Scalo - Fabro Scalo; Fabro Scalo- Orvieto;
Distanza Tappa 1: 20,2 km | Tappa 2: 26,3 km
Dislivello Tappa 1 : +100m; -100m | Tappa 2: +450m; -600m
Difficoltà Tappa 1 : facile | Tappa 2: medio-facile
Fondo Tappa 1: asfalto 6,2 km (30%); sterrato 14 km (70%) | Tappa 2: asfalto 26,3 km (100%)
Bici consigliata Tappa 1: ibrida, mtb | Tappa 2: strada, ibrida, mtb
Da vedere in zona Chiusi, Città della Pieve, Monteleone di Orvieto, Fabro, Ficulle, Orvieto.

 

INTERMODALITÀ 

In auto
Autostrada del Sole (A1), Uscita “Valdichiana” per chi proviene da Nord, Uscite “Fabro” e “Chiusi-Chianciano Terme” per chi proviene da Sud E 45, Uscita “Perugia”, direzione Lago Trasimeno, passando per Raccordo Autostradale 6 Bettolle-Perugia/Raccordo Autostradale A1 Perugia e SR599.

In treno
Direttrice Milano-Firenze-Roma e Direttrice Ancona-Foligno-Firenze: Stazione di Chiusi-Chianciano Terme.

 

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Il tratto umbro della ciclovia del Sole non è molto lungo e non presenta tratti molto impegnativi ma rappresenta un ottimo banco di prova per chi vuole cimentarsi in percorsi non interamente pianeggianti.

,,Fabro|Ficulle|Orvieto|Ciclovie|Facile|Medio,,,,,42.8750889,12.0412171,,,,, Itinerario,it_IT,2967502,"Rafting nel Parco fluviale del Nera, tra i comuni di Ferentillo ed Arrone","

Hai voglia di uno sport estremo e adatto a tutti? L'unico requisito fondamentale per il rafting è saper nuotare. E poi basta portare con sé dell'abbigliamento sportivo e una buona dose di coraggio, dopodiché non ti resta che dirigerti nella Valnerina ternana, tra i comuni di Ferentillo e Arrone. In questa zona il fiume Nera offre delle fantastiche discese adatte al rafting. Dopo una lezione teorica, indossa la tuta, il salvagente e il casco, e sali a bordo del raft, alla ricerca di forti emozioni e paesaggi spettacolari.

 

Scandisci il ritmo e i movimenti del tuo gruppo: la scarica adrenalinica sarà forte nel momento in cui ti trovi a guadare il fiume e soprattutto quando ti sembra di cadere in acqua a causa delle forza del fiume. È questo l'emozione del rafting.

 

L'esperienza del rafting dura giusto un paio d'ore. Quindi nel tempo rimanente puoi visitare il borgo di Arrone oppure il paese di Ferentillo.

Arrone è un piccolo centro fortificato che sorge su un colle roccioso alla sinistra del fiume Nera, al confine con il territorio della provincia di Rieti. Incamminati verso la parte più alta del borgo che ha conservato quasi intatte le mura medievali.

Ferentillo è un piccolo centro della Valnerina ternana adagiato lungo una gola sovrastata da due rocche, dove notoriamente si pratica l'arrampicata sportiva. Se sei un appassionato anche di questo sport, approfittane per salire lungo una delle centinaia di vie gradate presenti sulle montagne. Se invece preferisci qualcosa di più tranquillo, visita una delle abbazie più belle dell'Umbria: l'Abbazia di San Pietro in Valle. L'abbazia è di proprietà privata e adibita a residenza d'epoca, ma puoi comunque visitare la chiesa che conserva le tracce di due stili differenti: il primo nucleo infatti è di età longobarda, ma fu portato a termine in periodo romanico, nel XII secolo. Se alle abbazie preferisci le cripte, non perdere quella della Chiesa di Santo Stefano, dove si trova il Museo delle Mummie. Qui trovi dei corpi mummificati praticamente intatti. Le componenti chimiche del terreno hanno essiccato ogni cellula dei corpi, facendo in modo che il passare del tempo non ne deteriorasse la struttura.

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Hai voglia di uno sport estremo adatto a tutti? Porta con te dell'abbigliamento comodo, una buona dose di coraggio e sali sul gommone. Sei pronto per il rafting sul fiume Nera, tra i comuni di Arrone e Ferentillo, un esperienza unica e inimitabile.

",,Torrentismo e rafting,,,,,42.58219982714442,12.768811798439007,,,,, Itinerario,it_IT,2968883,"Storia, arte e spiritualità, da Città di Castello a Gubbio","

Questo itinerario ci porterà alla scoperta di alcune delle più interessanti località dell’Umbria settentrionale.

 

 

Si inizia da Città di Castello, la più importante città dell’Alta valle del Tevere.

 

Sebbene abbia una storia che risale all’antico popolo degli Umbri, passeggiando per Città di Castello non si potrà non notare come siano le opere del periodo rinascimentale a caratterizzare il luogo, a partire dalle mura che la circondano, ai palazzi rinascimentali (è obbligatoria una sosta a palazzo Vitelli alla Cannoniera, che oggi ospita la Pinacoteca comunale e la sua raccolta, tra le più belle delle Regione), alle chiese che si affacciano sulle strade e sulle piazze della città. Molti di questi luoghi di culto sono stati infatti costruiti, ampliati o ricostruiti proprio tra Cinquecento e Seicento, adottando gli stili dell’epoca: è il caso per esempio delle chiese di Santa Maria Maggiore, di Santa Maria delle Grazie, di San Francesco, e di San Domenico.

Tra tutte spicca la Cattedrale dei Santi Florido e Amanzio: la ricchezza degli interni e gli splendidi affreschi sono davvero suggestivi. Con ancora negli occhi tanta meraviglia, spostati poi di pochi metri, per una visita all’adiacente Museo e alla sua collezione di arte sacra.

Città di Castello è anche un inaspettato riferimento mondiale per l’arte contemporanea. Tra palazzo Albizzini e gli ex Seccatoi del Tabacco potrai ammirare un’importante raccolta di opere del suo più famoso concittadino, Alberto Burri, tra i maggiori esponenti dell’arte contemporanea internazionale.

Per raggiungere Umbertide, la seconda tappa, basterà una mezz’ora di autobus (l’E119 fa al caso nostro). Se una struttura militare e politica come la Rocca del XIV secolo, simbolo della città, ospita ora delle mostre di arte contemporanea, si può intuire l’anima artistica e culturale di questa città dell’Alta Valle del Tevere.

Le chiese di Umbertide confermano questa sensazione: Santa Croce (ora un museo) con la Deposizione dalla Croce di Luca Signorelli ed un Bambino in gloria tra Angeli e Santi del Pomarancio; San Bernardino, dove è conservata una mirabile Cena con gli Apostoli di Muzio Flori; Santa Maria della Pietà, a suo tempo decorata dal Pinturicchio con un affresco ed una pala raffigurante l’Incoronazione della Vergine (ora ai Musei Vaticani); infine, la chiesa ottagonale di Santa Maria della Reggia, custode di un’opera del Pomarancio.

A circa un quarto d’ora da Umbertide (con autobus E115 o E119), su un colle alla confluenza tra il Tevere e il Carpina, ci aspetta uno dei borghi più belli d’Italia: Montone, luogo di nascita del più famoso capitano di ventura dell’Umbria, Andrea Fortebraccio, più conosciuto come Braccio da Montone.

Questo piccolo borgo ha un forte rapporto con il passato, e non solo il proprio: piazza Fortebraccio ed i ruderi della Rocca di Braccio sono un’importante eredità del suo concittadino più celebre, l’archivio storico comunale (nell’ex convento di Santa Caterina) conserva un patrimonio documentario tra i più ricchi della Regione, mentre il complesso museale di San Francesco ospita un museo etnografico che si concentra sulla storia dell’Africa Orientale. Nella Chiesa di San Francesco si possono infine ammirare molti affreschi e tele di scuola umbra.

Consigliamo, nella stessa zona, una visita al piccolo borgo di Preggio.

La prossima destinazione: in meno di un’ora l’E055 ci porterà in vista dell’ultima tappa del viaggio.

Gubbio è una delle città più antiche dell'Umbria (i reperti risalenti all’epoca degli Umbri e il più recente Teatro romano, dei quali si possono ammirare i resti, ne sono una notevole testimonianza), ma visse uno dei suoi periodi di massimo splendore tra Duecento e Trecento, periodo in cui furono costruiti molti dei maggiori monumenti della città: palazzo dei Consoli nella scenografica piazza Grande, la Cattedrale dei Santi Mariano e Giacomo, piazza Quaranta Martiri (intitolata ai 40 eugubini uccisi dai nazisti nel 1944 ma già sede del mercato durante il Medioevo), Palazzo dei Priori, palazzo del Capitano del Popolo, le chiese di Santa Maria Nuova, di San Pietro e di Sant'Agostino, il Monastero di San Marziale. Risale invece agli anni tra Quattrocento e Cinquecento il perfezionamento della tecnica di lavorazione delle maioliche, ancora oggi vanto della città.

Programma il tuo viaggio in modo da capitare a Gubbio il 15 maggio: nel giorno della celeberrima Corsa dei Ceri, simbolo della città e di tutta la Regione, tre grandi ceri in legno sormontati dalle statue dei tre santi di Gubbio (il patrono Sant’Ubaldo, San Giorgio e Sant’Antonio Abate) vengono portati a spalla per le strade della città, per poi partire di corsa, fendendo la folla festante, in direzione della basilica di Sant'Ubaldo, sulla cima del Monte Ingino. Se però non ci riesci non disperare, c’è un’altra caratteristica ma meno scenografica usanza di Gubbio che può vederti protagonista: bastano tre giri intorno alla fontana antistante palazzo del Bargello (e la presenza di un eugubino) per guadagnarsi la sempre ambita “Patente da Matto”!

 

 

 

 

 

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,,Città di Castello|Gubbio|Umbertide|Montone|Luoghi della cultura,,,,,43.10606670762511,12.379870639315943,,,,,null null null Città di Castello null null null Gubbio Itinerario,it_IT,2967817,Escursione in Valnerina dall'Abbazia di Sant'Eutizio a Cerreto di Spoleto,"

Il tuo percorso inizia all' abbazia di Sant'Eutizio. Parti lasciandoti l'abbazia alle spalle e segui il sentiero che sale ai bordi della struttura; tornato sulla strada asfaltata prosegui a destra e all'incrocio gira a sinistra e segui le indicazioni per Collescille. Subito dopo un casolare, in corrispondenza di un grande albero, lascia la strada asfaltata e gira sul sentiero di sinistra. Dopo la chiesa di Santo Spes, la chiesa più antica di Preci, prosegui dritto e all'incrocio con l'asfalto gira a destra in direzione Saccovescio.

Gira a sinistra e poi prosegui sulla strada asfaltata ancora in salita. Ti trovi a Castelvecchio. Gira intorno al paese fino a trovare le indicazioni per San Vito; 50 metri più avanti, dopo aver superato il torrente, gira sullo sterrato di destra che costeggia il rivolo d'acqua; quando arrivi a San Lazzaro, prosegui dritto nel bosco. Tieni il sentiero a sinistra e all'incrocio con la strada asfaltata gira a destra e poi a ancora sinistra entrando ai Bagni di Triponzo. Se hai bisogno di una pausa relax, questo è il posto giusto per fare un bagno rilassante nelle acque termali o approfittarne per bagno turco. Superati i bagni segui la strada sterrata in direzione Triponzo. Attenzione, perché questo è un tratto di sentiero esposto, ti consigliamo di utilizzare delle scarpe da trekking e di prestare particolare cautela se il fondo del sentiero dovesse essere bagnato.

Attraversa il centro di Triponzo, gira a destra sulla strada asfaltata SS209, attraversala e gira a destra sulla strada sterrata. Sei arrivato alla tua meta: il centro di Cerreto di Spoleto. Cerreto prende il suo nome dalla grande presenza di cerri in città ed è un bel borgo che merita una visita. Il centro storico ed il suo castello si trovano a cavallo della confluenza tra il fiume Nera con il Vigi e il Tissino. Una leggenda locale narra che il paese sia stato fondato nell'Ottocento dai Franchi che erano scesi al seguito di Carlo Magno per contrastare il potente gastaldato longobardo di Ponte. A Cerreto puoi assaggiare la crescionda, un dolce semplice ma prelibato: si tratta di una torta bassa, morbida come un budino, fatta con uova, farina, cioccolato e zucchero.

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Se le distanze a piedi non ti spaventano percorri questo cammino che parte dall'abbazia di Sant'Eutizio e giunge a Cerreto di Spoleto, tra natura e piccoli borghi immersi nel verde.

",,Preci|Cerreto di Spoleto|Valnerina|Valnerina da scoprire|Trekking,,,,,42.45236385,14.205169264197048,,,,, Abbazia di Sant'Eutizio Cerreto di Spoleto Itinerario,it_IT,2967779,Via di Francesco – Da Citerna a Città di Castello,"

Questa parte del cammino di Francesco ti darà l'opportunità di godere dello scenario più dolce del nord dell'Umbria: non troverai salite troppo impegnative, camminerai tra campi, vigneti e paesi di pendio nel silenzio e nella quiete più assoluti.

 

Partendo dal paese di Citerna dopo 20,5 km su strada sia bianca che asfaltata, giungerai a Città di Castello. Durante la tappa, dovrai seguire i segnali ufficiali color giallo e blu della Via di Francesco. Esci dal centro storico di Citerna da Via Garibaldi: scendi fino al bivio con l'edicola e gira a destra in direzione L'Eremo del buon riposo e Città di Castello. Parti con una scorta di acqua perché potrai rifornirti solo dopo 12 Km nei pressi di Lerchi, dove si trovano delle fontanelle.

 

Dopo circa 100 mt su strada asfaltata e piuttosto trafficata, gira a destra su un percorso sterrato: camminerai leggermente in salita tra ippocastani, querce e roverelle. Alla biforcazione (a questo punto avrai percorso km 4,91 dal punto di partenza) svolta a sinistra e dopo 300 mt prosegui a destra fino a Le Burgne. Da qui godrai di una magnifica e ampia vista sulla valle del Tevere e sul paesaggio umbro, disegnato da colline, paesi di pendio, boschi e chiese.

Dall'incrocio segnalato al km 6,76, scendi a destra (facendo attenzione alla presenza di cani sciolti incustoditi) fino ad arrivare a Caldese; da qui, dopo un breve tratto su asfalto gira su una strada sterrata, costeggiando un allevamento di bufale e salendo fino al crinale della collina.

Al bivio per S. Lorenzo, scendi a sinistra per raggiungere Lerchi. Arrivato qui, potrai scegliere tra la strada più breve ma più trafficata per raggiungere Città di Castello (lungo via Toscana) oppure decidere di passare per la Chiesa della Madonna della Speranza, voltando a destra e proseguendo fino a Varzo (516 mt s.l.m.). Dovrai continuare sul falsopiano fino al bivio, poi prendere la sinistra; inizierai a scorgere in lontananza il campanile del Duomo di Città di Castello e passerai davanti al famoso Eremo Francescano del Buon Riposo, dove San Francesco era solito fermarsi quando si recava a La Verna. L'Eremo ha ospitato molti religiosi come Sant'Antonio da Padova, San Bonaventura, San Bernardino da Siena e il Beato Francesco da Pavia ed è visitabile con la gentile concessione dei proprietari, quando presenti.

Continuerai attraverso il bosco passando per la Foresteria di Villa la Montesca fino ad un cancello grigio, in corrispondenza del quale dovrai voltare a destra e proseguire fino al Duomo di Città di Castello, una bella città a misura d'uomo la cui storia è da sempre legata all'arte.

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Quello delle Vie di Francesco è un itinerario che segue le orme di San Francesco d'Assisi: non un classico pellegrinaggio, ma un vero viaggio spirituale arricchito dal fascino della terra umbra. In questo itinerario percorreremo la ‘Via del Nord' da Citerna a Città di Castello.

",,Citerna|Città di Castello|La via di Francesco,,,,,43.4984409,12.1158586,,,,, Itinerario,it_IT,2968747,In moto alla scoperta del Monte Subasio,"

Se le curve non ti spaventano, sali in moto e segui quest'itinerario tra i tornanti del Subasio, nei luoghi d'eccellenza del francescanesimo, su strade contornate da distese di uliveti.

 

Il percorso inizia da Spello, uno dei borghi più belli d'Italia; imbocca la Statale 147 e dirigiti verso Capitan Loreto e San Vitale. Da San Vitale inizia a salire verso il Monte Subasio. La strada, comoda e panoramica, conduce prima all'Eremo delle Carceri, un luogo di sosta ideale, con i suoi lecci e il suo silenzio mistico e riposante. Approfitta per una visita alle grotte naturali nelle quali santi ed eremiti si ritiravano in meditazione. Il viaggio prosegue in direzione Assisi, raggiungibile in pochi minuti attraverso una strada immersa nel verde che ti porterà all'ingresso di Porta Cappuccini. Prosegui quindi sulla Strada provinciale 251, scendendo verso il centro di Assisi, fino alla deviazione verso la Statale 444 che ti riporterà verso il Parco del Monte Subasio. A questo punto prosegui in direzione Valtopina. Qui puoi decidere se proseguire immediatamente il viaggio o se fermarti per un'escursione tra boschi e prati verso i numerosi castelli presenti in zona: il Castello del Poggio (fino all'inizio del secolo sede del Palazzo Municipale), quello di Gallano, Santa Cristina, Pasano enbspSerra.

Riparti quindi da Valtopina per rientrare di nuovo nel Parco del Monte Subasio, prendendo la strada provinciale 249 verso San Giovanni ed Armenzano, per tornare, dopo un'innumerevole serie di tornanti, nuovamente ad Assisi, termine del viaggio in moto e inizio di un nuovo viaggio nell'arte e nella spiritualità.

Fonte:

http://www.mototurismodoc.com/itinerari-moto/itinerari-moto-scheda.php?recordid=149

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Sali in sella e parti alla scoperta dei tornanti del Monte Subasio: un itinerario che ti porterà a scoprire i luoghi di San Francesco accompagnato dalla tua moto

,,Assisi|Spello|Valtopina|Umbria in moto|Destinazione Subasio,,,,,42.9889093,12.673095,,,,, Itinerario,it_IT,4434049,Ciclovia Assisi - Spoleto,"
Distanza 51,20 km
Tappe Assisi - Bevagna; Bevagna - Spoleto
Dislivello Tappa 1 :+150m; -170m; Tappa 2: +80m; -20m
Difficoltà facile
Fondo asfalto; sterrato
Bici consigliata Tappa 1: ibrida, mtb | Tappa 2: strada, ibrida, mtb
Da vedere lungo l'itinerario Assisi, Santa Maria degli Angeli, Santuario di Rivotorto, Cannara, Pian d'Arca, Bevagna, Montefalco, Trevi, Fonti del Clitunno, Pissignano, Castello di San Giacomo, Spoleto

INTERMODALITÀ
Per raggiungere Assisi:
In treno:
Linea Firenze-Terontola-Perugia-Foligno, Stazione di Assisi/S. Maria degli Angeli
Collegata con servizio di bus - Azienda Perugina della Mobilità (APM)

In Auto:
Per chi proviene da Nord: 

Per chi proviene da Sud:

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Dalla città di Francesco a quella del Festival dei Due Mondi, un itinerario da percorrere in due facili tappe, Assisi-Bevagna e Bevagna-Spoleto, adatte anche alle famiglie con bambini

",,Assisi|Cannara|Bevagna|Montefalco|Trevi|Campello sul clitunno|Spoleto|Ciclovie|Facile|I borghi delle due valli,,,,,43.0724654,12.606806957770047,,,,, Itinerario,it_IT,2969420,"Umbria, itinerari d'amore tra arte e natura","

L'Umbria con la sua conformazione paesaggistica, la presenza di bellissime città e di affascinanti borghi medievali è meta ideale per concedersi una vacanza immersi nella natura più suggestiva e per dedicarsi alla scoperta dei tanti tesori culturali della regione.

 

Partiamo dalla zona di Terni, la città di San Valentino patrono degli Innamorati, dove si trova il lago di Piediluco: uno specchio d'acqua ai piedi delle cascate delle Marmore.
Si dice che, giungendo al centro del lago, la voce produce una eco così potente da sentirsi nel raggio di molti metri; se state pensando di dichiararvi, allora perché non far risuonare la vostra proposta di matrimonio fino al pittoresco borgo di case colorate di Piediluco?

 

Le cascate delle Marmore sono molto conosciute in quanto uno dei balconi da cui ammirare i salti della cascata è detto ""Balcone degli Innamorati"": una piccola finestra a cui si giunge attraversando il Tunnel degli Innamorati. La leggenda narra che San Valentino, per dimostrare la purezza di Nerina, messa in dubbio dal compagno, percosse la rupe col bastone pastorale facendo scaturire un getto d'acqua dalla forma di un velo da sposa.

Sempre in provincia di Terni si trova Orvieto che sorge su una rupe di tufo. L'intera città, così come il bellissimo Duomo, sembra ergersi fino a toccare il cielo: la piazza del Duomo è uno scenario originale e suggestivo soprattutto di notte, quando i colori della facciata della chiesa si addolciscono rilasciando una luce soffusa e romantica.

Se il meteo lo consente, uno dei posti più romantici dell'Umbria è indubbiamente il lago Trasimeno: i tramonti che si possono ammirare dai paesi che sorgono sulle sue rive (Passignano sul Trasimeno, San Feliciano, Tuoro sul Trasimeno e Castiglione del Lago) assumono colori sempre diversi e sorprendenti secondo la stagione e il clima del momento. Un'esperienza molto romantica è poi la visita ad Isola Maggiore che si trova al centro del lago. Sull'isola, raggiungibile con il traghetto, sorge un suggestivo villaggio di pescatori: le passerelle che danno sul lago, proprio all'ora del tramonto, si riempiono di una luce intensa e bellissima.

Situata all'interno della Rocca Albornoziana, fortezza posta sulla sommità del colle che sovrasta la città di Spoleto, la Camera Pinta è decorata da affreschi che raccontano poemi bretoni o provenzali. Questi hanno un forte potere di suggestione e tutti coloro che hanno avuto la fortuna di ammirarli ne sono rimasti affascinati. Gli innamorati che arrivano a Spoleto non possono non fermarsi a vedere la Camera Pinta, ovvero la camera da letto del castellano. Incantati di fronte alle immagini dipinte sulle pareti, rimangono a bocca aperta di fronte all'esaltazione dell'amore cortese che le novelle rappresentano.

Salici piangenti, uno specchio d'acqua avvolto nel silenzio, una chiesa dalla forma di un tempio greco: è l'atmosfera che si respira alla Fonti del Clitunno. Questo luogo ha ispirato poeti e letterati come Plinio il Giovane, Virginio, Lord Byron e Carducci, quindi non potrà che conquistare anche voi.

A Città della Pieve si trova invece il vicolo Baciadonne. Il nome, legato ad un passaggio angusto, è nato in seguito ad una disputa tra vicini di casa. La tradizione popolare racconta che nel Medioevo i due confinanti decisero di staccare le loro case, dando vita ad un vicolo della larghezza tra i 50 e i 70 centimetri. Da qui l'origine del nome. Due passanti, infatti, che si trovino a percorrere il vicolo in senso opposto, sono costretti a stare così vicini da sfiorarsi le labbra.
La passeggiata romantica può continuare poi alla ricerca dei luoghi natii di Pietro Vannucci, detto ""Il Perugino"", uno dei più grandi pittori del Rinascimento italiano e maestro del grande Raffaello.

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L'amore vive di sensazioni e di emozioni. Vieni in Umbria e scegli il luogo romantico più adatto a te: borghi silenziosi, natura maestosa, sapori e profumi che riempiono il cuore, paesaggi che evocano storie antiche. Tornerai con ricordi indelebili e frammenti di felicità.

",,Campello sul clitunno|Castiglione del Lago|Città della Pieve|Orvieto|Passignano sul Trasimeno|Spoleto|Terni|Tuoro sul Trasimeno,,,,,43.10606670762511,12.379870639315943,,,,,null null null null null null Itinerario,it_IT,2968903,Sposarsi in Umbria,"

Il nostro paese, grazie alle sue bellezze storico-artistiche e naturalistiche, è una delle mete ideali per organizzare la cerimonia e i festeggiamenti per le proprie nozze.

 

L'Umbria è senza dubbio una delle regioni più interessanti d'Italia: una terra dalle antiche tradizioni, dagli splendidi scenari paesaggistici e ricchissima di borghi antichi con mura, torri, stradine e suggestive chiese.

 

Tanti gli spunti per celebrare le proprie nozze.

Se sei alla ricerca di una cerimonia romantica la nostra regione è il posto ideale: tante le location di lusso, ville di charme, antichi castelli, residenze di campagna e - perché no - un matrimonio in stile medievale con antichi costumi, balli e piatti della tradizione locale.

Perugia, Spello, Spoleto, Orvieto, Gubbio, Assisi, Bevagna, Montefalco sono solo alcune delle città dove è possibile trovare chiese incantevoli e scorci indimenticabili, oppure perché non scegliere Terni, città per antonomasia degli innamorati. Molte infatti le coppie che scelgono come giorno delle proprie nozze il 14 Febbraio, giorno di San Valentino, patrono del capoluogo umbro e protettore dei fidanzati.

Se sei amante della natura che si esprime nella sua forza, le Cascate delle Marmore, tra le più alte d'Europa, sono il luogo ideale: la suggestione delle acque scroscianti si unisce al verde dell'ambiente circostante regalandoti un indimenticabile scenario per il tuo SI!

Per una dimensione di serenità il Lago Trasimeno è assolutamente l'ideale, perché lo specchio d'acqua, circondato da amene colline, offre rassicuranti orizzonti romantici per cerimonie eleganti. Le splendide isole, la Maggiore e la Polvese, impreziosiscono il lago e potrebbero essere per voi il luogo ideale per un matrimonio esclusivo. Imbarca tutti i tuoi ospiti in un battello e goditi insieme a loro i bellissimi scenari immortalati dal Perugino.

Per un matrimonio insolito ti consigliamo il più piccolo teatro del mondo che si trova a Monte Castello di Vibio, con i sui ben 99 posti oppure le Fonti del Clitunno, cantate da vari poeti affascinati dalla dolcezza delle acque, dai salici piangenti e dalla suggestiva presenza dell'antico Tempio Paleocristiano.

Impossibile non citare antiche abbazie e santuari, come San Salvatore di Montecorona, San Pietro in Valle, Sant'Eutizio, luoghi di grande suggestione per chi è sensibile al richiamo della spiritualità...e questi non sono che alcuni dei tanti luoghi che l'Umbria offre per una cerimonia indimenticabile.

 

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'Umbria offre tantissime possibilità per celebrare le tue nozze grazie ai bellissimi borghi, le dolci e romantiche colline, castelli da favola e ville da sogno.

",,Assisi|Bevagna|Castiglione del Lago|Gubbio|Monte Castello di Vibio|Montefalco|Orvieto|Passignano sul Trasimeno|Perugia|Spello|Spoleto|Terni|Umbertide|Preci|Ferentillo|Nocera Umbra|Luoghi della cultura|Destinazione Subasio,,,,,43.1053459,12.386997854953982,,,,, Itinerario,it_IT,2969210,Via di Francesco - Via di Roma,"

Un unico cammino di circa 500 km che unisce La Verna, Assisi, la Valle Santa di Rieti e Roma.

 

La Via di Francesco - Via di Roma, tra Toscana, Umbria e Lazio, collega tra loro alcuni ""luoghi"" che testimoniano della vita e della predicazione dei Santo di Assisi.
Le 23 tappe del cammino, con possibilità di scegliere alcune varianti di percorso, partono dal sacro monte de La Verna. Il cammino tocca i luoghi dove Francesco passò e pregò: l'eremo di Montecasale, Sansepolcro, Citerna, Città di Castello, Pietralunga, Gubbio e Valfabbrica e si conclude in Assisi. Qui ti riposerai e mediterai presso la tomba del Santo nella Basilica a lui dedicata, ma ti consigliamo di trovare il tempo per visitare i tanti luoghi che conservano memoria della sua vita e del suo messaggio.

Si prosegue verso Roma e si attraversa la Valle di Spoleto, tanto cara a Francesco che esclamò: Nihil iucundius vidi valle mea spoletana. Le abbazie, le pievi e i conventi testimoniano il fascino spirituale di questo tratto della Via, che racchiude centri storici ricchissimi di arte e storia: Spello, Foligno, Trevi e Spoleto. Si prosegue in Valnerina toccando i borghi di Ceselli, Arrone e Piediluco e con una deviazione si può raggiungere Terni e la Cascata delle Marmore.
Lasciata l'Umbria per entrare in Lazio la Via ti conduce nei principali santuari della Valle Santa di Rieti, tanto amati da Francesco: Greccio; Fonte Colombo; La Foresta e Poggio Bustone. Da Rieti affronterai gli ultimi 100 km per raggiungere Roma, culla della cristianità e meta di pellegrini da tutto il mondo.

 

Nel sito www.viadifrancesco.it troverai tutte le tappe con le relative mappe, le descrizioni del percorso, i dislivelli , i gps e la lista delle accoglienze povere e specializzate per i pellegrini. E non dimenticare di richiedere la Credenziale del Pellegrino.

 

Segnaletica
La Via di Francesco nel tratto toscano è segnalata con la segnaletica CAI (segnale bianco-rosso), in Umbria e in Lazio il percorso è ben segnalato con i colori della Via: il Giallo e il Blu che ti guideranno prima ad Assisi e poi nella Valle Santa di Rieti e quindi a Roma.

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Dal Santuario di La Verna si va verso Assisi e si continua fino a Roma, meta di tutti i grandi pellegrinaggi, dove anche Francesco si recò da pellegrino

",,Assisi|Bastia Umbra|Citerna|Città di Castello|Gubbio|Perugia|Spello|Spoleto|Terni|Trevi|Valfabbrica|Foligno|Pietralunga|La via di Francesco|Destinazione Subasio,,,,,43.4983151,12.1157275,,,,, Itinerario,it_IT,2966564,"Storia, arte e cultura: un viaggio in camper tra le città umbre","

Questo itinerario ci porterà alla scoperta di alcune delle città più conosciute dell’Umbria. Un tragitto pensato per il viaggio in camper, ma adatto a tutti coloro che vogliano vivere appieno la storia e la cultura del Cuore Verde d’Italia.

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Un itinerario pensato per camperisti e non solo, alla scoperta delle maggiori città del perugino, dall’Alta valle del Tevere ai Monti Sibillini

",,Campeggio|Camping village|Assisi|Bevagna|Cascia|Città di Castello|Gubbio|Montefalco|Norcia|Perugia|Spoleto|Foligno|Camper e roulotte,,,,,43.4569743,12.236233,,,,, Itinerario,it_IT,2967539,Da Perugia a Città di Castello e fino al Passo di Bocca Serriola,"

Umbria in moto. Tu, la strada e la natura: la vera libertà della guida
Fai il pieno e controlla la pressione degli pneumatici prima di metterti in sella: da Perugia la E45 ti porta facilmente verso le colline prendendo, in direzione Cesena, l'uscita di Valfabbrica. Poco dopo inizia un tratto di strada molto famoso tra i bikers locali: le curve tornanti e l'asfalto a puntino di Casacastalda. Ricorda di mantenere sempre il centro della carreggiata per la tua e altrui sicurezza, il piacere di guida non si misura con la velocità.
Prosegui fino a Gubbio, da visitare il palazzo dei Consoli, la basilica di Sant'Ubaldo e la cattedrale Santa Maria Nuova.
Per una sosta appetitosa un light lunch a piacere tra tagliatelle al tartufo bianco o street food in versione contadina tra crescia al panaro sotto la cenere con il friccò di coniglio in alternativa al brustengo, pane fritto, con prosciutto o salsiccia.

Proseguendo nel giro, da Gubbio arrivi a Scheggia lungo una strada ancora una volta divertentissima mentre da qui in poi il percorso si fa, motociclisticamente parlando, molto interessante. Da Apecchio inforchi la salita per il valico di bocca Serriola. La strada inizia a salire gradatamente trasformandosi in pochi chilometri in un vero eden per i motociclisti: un manto stradale perfetto tra curve e controcurve, tornanti e splendidi panorami.

Per un caffé ed un sorso d'acqua ti puoi concedere una sosta appena dopo Fraccano: un rifugio ti offre l'opportunità di un panorama spettacolare e tavoli in pietra per le consumazioni nello spiazzo antistante. Una volta svalicato, arrivi a Città di Castello, la patria di Alberto Burri. Palazzo Albizzini e gli ex Seccatoi del Tabacco, la cattedrale e palazzo Vitelli alla Cannoniera sono la degna conclusione per una giornata così piena di spunti emozionanti. Quando sei stanco, la E45 ti riporta dritto dritto a Perugia.

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Da Perugia a Città di Castello passando per Casacastalda, Gubbio ed il mitico passo di Bocca Serriola. Per te che ami viaggiare, divertendoti a guidare e ammirando i paesaggi, un motogiro con le curve più famose alla scoperta del nord dell'Umbria

",,Città di Castello|Gubbio|Perugia|Scheggia e Pascelupo|Umbria in moto,,,,,43.0994984,12.3678535,,,,, Itinerario,it_IT,2969443,Da Passignano a Castiglione del Lago lungo la Strada dei vini Colli del Trasimeno,"

Tra Passignano sul Trasimeno, Tuoro sul Trasimeno e Castiglione del Lago, un itinerario alla scoperta di vitigni superbi utilizzati nella produzione dei Vini Doc Colli del Trasimeno, che esprimono con il loro linguaggio il meglio di un territorio ricco di storia e di tradizioni gastronomiche.

Prima di partire, prendete nota dei vini che assaggerete lungo il percorso: il Gamay è un vitigno a bacca rossa - lo stesso da cui derivano il Cannonau sardo, la Granaccia ligure e il Tai Rosso dei Colli Berici – che fu introdotto nella zona del Trasimeno già a partire dal XVI secolo, nel periodo di dominazione spagnola nell’Italia Centro-Meridionale; il Grechetto è invece uno dei vitigni a bacca bianca dell’Umbria fra i più antichi d’Italia, citato da Plinio il Vecchio nella sua Naturalis Historia, il cui appellativo è collegato secondo gli esperti all’epoca della colonizzazione greca.

Info utili
La lunghezza dell’itinerario è di 20 km percorribili in mezz’ora di auto.

Percorsi trekking
Da Passignano sul Trasimeno a Le Masse, itinerario ad anello, lunghezza totale 11,62 km, tempo di percorrenza circa 3 ore.  
Da Tuoro sul Trasimeno a Sanguineto, itinerario ad anello, lunghezza totale 14,4 km, tempo di percorrenza circa tre ore.
Da Castiglione del Lago a Montegualandro, itinerario ad anello partendo da via Pontile, lunghezza totale circa 9 km, tempo di percorrenza due ora e mezza.

Percorsi bike
Pista ciclabile del Lago Trasimeno, che costeggia quasi tutto il bacino lacustre, con alcuni tratti sulla viabilità ordinaria, lunghezza 59 km, tempo di percorrenza circa 5 ore.
Da Tuoro sul Trasimeno a Passignano, itinerario ad anello, lunghezza totale 41 km circa, tempo di percorrenza 3 ore e mezza.
Da Castiglione del Lago a Borghetto, itinerario ad anello, lunghezza totale circa 20 km, tempo di percorrenza circa 2 ore.
 

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Sorprese enologiche a bordo lago alla scoperta del morbido tannino del Gamay e della moderata acidità del Grechetto.

,,Castiglione del Lago|Passignano sul Trasimeno|Tuoro sul Trasimeno|I percorsi del gusto|trasimeno,,,,,43.18720739281838,12.136767181303526,Passignano sul Trasimeno,,,, Itinerario,it_IT,2970427,I pesci del lago: sapori e tradizioni del Trasimeno,"

Per farti conoscere storia e tecnica della pesca e degustare degli ottimi piatti ti proponiamo una visita sia enogastronomica sia culturale lungo le rive del lago Trasimeno per conoscere l'elemento che ha influenzato le tradizioni della zona: il pesce di Lago.

 

La tradizione della pesca nel lago ha origini antiche che risalgono ai primi popoli che hanno abitato la zona: gli etruschi. Per un lungo periodo, la pesca è stata messa da parte e la sua tradizione quasi dimenticata, ma negli ultimi anni, una serie di iniziative portate avanti dalle istituzioni e dagli abitanti del luogo hanno riportato in auge quest'antica pratica e restituito al pesce del lago Trasimeno il ruolo di re della tavola locale.

 

Per cominciare dirigiti a San Feliciano, località del Comune di Magione: qui puoi visitare il Museo della Pesca sul Lago Trasimeno: potrai conoscere le tecniche di pesca sul lago, la storia della pratica e vedere i famosi ""giacchi"", reti utilizzate per catturare i pesci, sapientemente costruite a mano. L'atmosfera del luogo in cui si trova il museo non ti lascerà indifferente; si tratta infatti di un edificio vicino ad un tipico e tranquillo porto di pescatori. Se sei a San Feliciano a fine luglio, puoi approfittare della Sagra del Giacchio per assaggiare degli ottimi piatti a base di pesce di lago.

L'anguilla, il carassio, la carpa, il latterino, il luccio, il persico reale, il persico sole, il pesce gatto e la tinca sono i pesci che vengono ogni giorno pescati nelle acque del Trasimeno. Dirigiti a Passignano sul Trasimeno, a Tuoro o a Castiglione del Lago: qui i ristoranti, che si affacciano su stupendi panorami lacustri, ti faranno assaggiare dei buonissimi piatti dove a trionfare è il sapore unico e inconfondibile del pesce. Puoi assaggiare la carpa regina in porchetta oppure il tipico tegamaccio, una zuppa di pesce, che prende il nome dal tegame in terracotta in cui viene cucinata. Un altro succulento piatto è il brustico: i pesci vengono abbrustoliti sopra la brace fatta con le canne del lago senza essere squamati, poi vengono sfilettati e conditi con olio d'oliva locale e limone. Il persico, invece, dal sapore decisamente più delicato, si può gustare fritto oppure come condimento per la pasta.

Eventi molto partecipati, durante i quali si degustano degli ottimi piatti, sono la Festa della Padella a Passignano sul Trasimeno (si svolge generalmente a fine agosto) e la Sagra del Pesce del Trasimeno a Borghetto di Tuoro, nel mese di giugno.

Per accompagnare i piatti a base di pesce avrai una vasta scelta di vini: i vini marchiati ""Colli del Trasimeno"" o ""Trasimeno DOC"" sono tra i più conosciuti e importanti della regione.

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Il pesce del lago Trasimeno è legato ad una tradizione antica, riscoperta negli ultimi anni: ti proponiamo un'escursione che ti porterà a conoscere storia e tecnica della pesca e a degustare degli ottimi piatti a base di pesce di lago. 

",,Castiglione del Lago|Passignano sul Trasimeno|Tuoro sul Trasimeno|Magione|I percorsi del gusto|trasimeno,,,,,42.45236385,14.205169264197048,,,,, Lago Trasimeno Itinerario,it_IT,2969617,Sulle tracce di Benozzo Gozzoli,"

Benozzo Gozzoli è uno dei grandi protagonisti della pittura rinascimentale italiana.

 

Nasce a Firenze intorno al 1420 ed è allievo di Lorenzo Ghiberti e di Beato Angelico con il quale collabora per la realizzazione di diversi lavori in Vaticano per poi giungere in Umbria, dove, insieme al suo maestro inizia ad affrescare due volte nella Cappella di San Brizio all'interno del Duomo di Orvieto. Circa mezzo secolo dopo la cappella fu completata dalla mano superba di Luca Signorelli.

 

Negli ultimi anni è stato attribuito a Benozzo Gozzoli anche il ciclo pittorico scoperto nelle cripte del Duomo di Città della Pieve; sembra che l'artista abbia qui utilizzato un cartone (disegno preparatorio) già adoperato ad Orvieto e, per tale motivo, questo ciclo si colloca cronologicamente attorno al 1449.

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Benozzo Gozzoli, allievo di Lorenzo Ghiberti e di Beato Angelico, è uno dei più importanti pittori rinascimentali italiani; in Umbria ha lasciato testimonianze preziose della sua arte regalandoci dei capolavori che riflettono tutto il genio dell'artista.

",,Montefalco|Orvieto|L'arte in Umbria,,,,,42.8903288877393,12.643916390092967,,,,, Itinerario,it_IT,2968581,Da Perugia a Todi lungo la Strada vini del Cantico,"

Un'esplorazione di gusto
Indossa la tracolla portabicchiere e inizia il tuo viaggio da Perugia verso Todi: in questa zona le coltivazioni di grechetto, sangiovese e trebbiano (usato anche per il Vin Santo) si sono affiancate nel corso degli ultimi decenni ad alcune varietà internazionali come pinot grigio, chardonnay, cabernet sauvignon e merlot.
Tappa obbligata a Torgiano, piccolo borgo nato intorno al castello medievale di cui però non restano che poche mura ed una torre. Nel mondo del vino Torgiano è sinonimo di un grande sangiovese, una delle prime DOCG italiane. Non puoi perdere il Museo del Vino, che il New York Times ha definito il migliore a tema enologico in Italia e a seguire visita il Museo dell'Olivo e dell'Olio, poco distante. Se hai tempo, un fuori tema ma non troppo al Museo Arte Ceramica Contemporanea con la mostra permanente "" Vaselle d'Autore"" per il vino novello.
Se scatta la fame: tagliatelle con rigaglie di pollo e coniglio alla cacciatora con torta al testo ed erbe di campo. Da bere preferibilmente il rosso, che sia di Torgiano o a scelta tra le doc di Assisi, Colli Perugini o Colli Martani.
Il pomeriggio inizia con una passeggiata per il borgo medievale di Monte Castello di Vibio: dove puoi visitare il teatro della Concordia, ""Il Teatro più piccolo del Mondo"".
Rimettiti in viaggio per Todi, città di origine etrusca: la città poggia su due colline che da sempre rappresentano una di frontiera naturale per chi attraversa la valle del Tevere. Da qui il nome etrusco ""tuder"", frontiera. Bellissimo borgo immerso in uno dei più suggestivi territori della regione, il cui centro storico di chiara matrice medievale, vanta edifici sacri e civili di grandissimo prestigio. A spasso per la città: la chiesa di Santa Maria della Consolazione, il monumento a Jacopone da Todi, il tempio San Fortunato, i palazzi comunali e la cattedrale Santa Maria Annunziata.

Qui il protagonista della omonima Doc è il grechetto, storicamente coltivato nella varietà conosciuta come ""di Todi"": zona e clima da uve bianche, anche se non mancano alcuni vini rossi a base di sangiovese o merlot.

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Da Perugia a Todi: in viaggio tra i vigneti dei Colli Perugini in bilico tra l'austera eleganza del Rosso di Torgiano e la fruttata verve del Grechetto di Todi. I profumi della terra tra arte e storia: per i gourmet a 360°.

,,Perugia|Todi|Torgiano|Monte Castello di Vibio|I percorsi del gusto|I borghi delle due valli,,,,,42.45236385,14.205169264197048,,,,,null null null Perugia null null null Todi Itinerario,it_IT,2969581,I sentieri del Perugino nelle terre del Marchese,"

Un territorio collinare e ricco di boschi, ideale per lunghe camminate immersi nella natura, che da Città della Pieve si estende fino a Paciano, Panicale e Piegaro , borghi medievali ricchi di storia, cultura ed enogastronomia: questi erano i paesaggi da cui Pietro Vannucci traeva ispirazione per i suoi dipinti e queste erano le terre dominate dal Marchese Ascanio della Corgna, su cui il condottiero fece erigere palazzi ancora oggi maestosi.

""I sentieri del Perugino nelle terre del Marchese"" è un percorso da scoprire lentamente, fra bellezza, tradizioni e testimonianze: un itinerario di circa 100 km, diviso in cinque tappe da 20 km l'una per addentrarsi fra coltivazioni, oliveti e vigneti.

Di seguito indichiamo sinteticamente le tappe, con i link di approfondimento.

 

Il percorso parte dalla bella e ridente Città della Pieve, dove nacque il Perugino, per arrivare a Panicale, vera e propria terrazza sul lago Trasimeno e terzo borgo affiliato ai borghi più belli d’Italia di questo itinerario.

Partenza: Città della Pieve centro
Arrivo: Panicale centro storico
Dislivello in salita: 910 mt
Lunghezza: 19 Km
Difficoltà: Media

Traccia
Descrizione completa

 

Da Panicale si scende guardando la bellezza del Lago Trasimeno e le vedute ampie su tutta la campagna agricola circostante, a confine tra Umbria e Toscana, fino a Fontignano per raggiungere il luogo di sepoltura del Divin Pittore.

Partenza: Panicale centro storico
Arrivo: Fontignano centro
Dislivello in salita: 880 mt
Lunghezza: 21 Km
Difficoltà: Media

Traccia
Descrizione completa

 

Da Fontignano ci si dirige nella campagna agricola in direzione dell’area di Pietrafitta. Si raggiunge l’abbazia dei Sette Frati e continuando per un percorso a saliscendi, in cui si alternano aree agricole e forestali tipiche della Vallata, si arriva nel piccolo borgo di Castiglione Fosco.

Punto di partenza: Fontignano centro
Punto di arrivo: C. Fosco centro
Dislivello in salita: 629 mt
Lunghezza: 21 km
Difficoltà: Media

Traccia
Descrizione completa

 

Si parte dalla caratteristica torre cilindrica di Castiglion Fosco, simbolo del borgo in cui si ritrovano tracce dell’antico Castello, posto sulla collina.
Si raggiunge Montarale con i suoi 853 m. s.l.m., punto sommitale dell’intero cammino che domina il bacino lacustre, con ampie vedute sul perugino, Assisi e la vicina Toscana.
Si riscende la vallata per risalire poi fino a Piegaro.

Punto di partenza: C. Fosco centro
Punto di arrivo: Piegaro centro
Dislivello in salita: 1.100 mt
Lunghezza: 21 Km
Difficoltà: Impegnativa

Traccia
Descrizione completa

 

Dal centro di Piegaro si sale in direzione di Montegabbione e Monteleone di Orvieto.
Dopo aver ammirato alcuni splendidi panorami e scorci sulla Valdichiana, si ritorna nel centro storico di Città della Pieve.

Punto di partenza: Piegaro centro
Punto di arrivo: Città della Pieve
Dislivello in salita: 615 mt
Lunghezza: 21 Km
Difficoltà: Media

Traccia
Descrizione completa

Per maggiori informazioni:
http://www.sentieridelperugino.it/

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""I sentieri del Perugino nelle terre del Marchese"" è un percorso da scoprire lentamente, fra bellezza, tradizioni e testimonianze: un itinerario di circa 100 km, diviso in cinque tappe da 20 km l'una per addentrarsi fra coltivazioni, oliveti e vigneti.

",,Città della Pieve|Paciano|Panicale|Piegaro|Trekking|trasimeno,,,,,43.107831649999994,12.38303728504797,,,,,null null null null null null Itinerario,it_IT,2970882,Trekking da Spoleto a Monteluco,"

Un luogo conosciuto per essere sacro, dove i santi umbri hanno trascorso ore di preghiera e di raccoglimento, ma anche un posto in cui lasciarti cullare dalle verdi distese di alberi e dove seguire sentieri adatti per il trekking: ti conduciamo da Spoleto a Monteluco lungo ""la corta"", un suggestivo sentiero che attraversa il bosco spoletino.

10 agosto 2019 - Attenzione: il Ponte delle Torri è, al momento, non percorribile. Fino alla sua riapertura, il Comune di Spoleto consiglia di raggiungere il Fortilizio dei Mulini seguendo il sentiero CAI n.3, da via del Tiro a Segno, prendendo la svolta a destra al bivio (vedi la carta dei sentieri in fondo alla pagina).

 

Il cammino dura circa un'ora quindi dotati di scarpe comode e dirigiti al Fortilizio dei Mulini dove inizia il sentiero CAI n.1. La strada ti farà risalire lungo il ripido versante nord-occidentale, attraverso un bosco di leccio di grande valore scientifico, storico e paesaggistico, il Bosco Sacro che la Lex Spoletina proteggeva con leggi severe. Il nome stesso (""lucus"" in latino significa ""bosco sacro"") testimonia l'altissimo valore che la zona di Monteluco ha sempre avuto nel corso della storia.

 

Se sei un appassionato di ornitologia, passeggiare lungo ""la corta"" ti consentirà di vedere esemplari di picchio verde, picchio rosso maggiore, rampichino e picchio muratore.

Proseguendo lungo il sentiero, raggiungi subito la zona degli eremi, rifugi che gli anacoreti hanno utilizzato a partire dal V secolo e che oggi sono generalmente inclusi in proprietà private. Tra quelli più facilmente rintracciabili, ti segnaliamo l'eremo di San Paolo Protoeremita, nell'Ottocento proprietà della famiglia Marignoli, cui si deve la costruzione della chiesa di San Francesco d'Assisi. L'eremo delle Grazie, invece, è attualmente una residenza d'epoca, ma nel XVI secolo acquisì importanza quando, partiti i Benedettini, divenne il luogo di riunione dei romiti e residenza del priore della congregazione. Poco oltre l'eremo di San Michele Arcangelo che conserva tre profonde grotte, una delle quali fu adattata ad oratorio.

Supera gli eremi ed attraversa la strada provinciale per imboccare nuovamente il sentiero che conduce alla sommità del monte: ti ritroverai a costeggiare il Convento di San Francesco, fondato dal santo siriano Isacco nel VI sec.; secondo la tradizione San Francesco di Assisi vi si ritirò in meditazione nel 1218. Vicino al convento scorgerai una copia della Lex Spoletina (III sec. a C.) il cui originale è conservato nel Museo Archeologico Nazionale di Spoleto. Lasciati rilassare dalla serenità che aleggia nel bosco e giungi fino al Belvedere; qui vi sono alcuni romitori il cui nome ricorda i santi che probabilmente vi sostarono in preghiera.

Una volta terminata la passeggiata torna a Spoleto, e approfitta per visitarne il bellissimo centro storico; per completare la tua esperienza con una tappa enogastronomica, assaggia la Crescionda un dolce buonissimo a base di amaretti e cioccolato.

 

 

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Ti proponiamo un percorso che parte da Spoleto e giunge a Monteluco, attraversando la zona degli eremi e il bosco sacro.

",,Spoleto|Trekking,,,,,43.797399,11.2411481,,,,,null null null Spoleto null null null Monteluco Itinerario,it_IT,2970273,Il Perugino a Città della Pieve,"

Pietro Vannucci, conosciuto anche come il Perugino, il ""Divin Pittore"" nacque a Città della Pieve nel 1446. Ed è proprio la sua città natale a conservare alcune delle sue bellissime opere pittoriche.

Ti proponiamo di scoprirle in un tour nel borgo e nei prossimi dintorni che ti condurrà in dei posti che ti lasceranno a bocca aperta.

 

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Pietro Vannucci, conosciuto anche come il Perugino, il ""Divin Pittore"" nacque a Città della Pieve nel 1446. Ed è proprio la sua città natale a conservare alcune delle sue bellissime opere pittoriche.

Ti proponiamo di scoprirle in un tour nel borgo e nei prossimi dintorni che ti condurrà in dei posti che ti lasceranno a bocca aperta.

 

",,Città della Pieve|Città della Pieve|L'arte in Umbria|trasimeno,,,,,42.9547906,12.0038783,Città della Pieve,Via Pietro Vannucci,Città della Pieve,06062, Itinerario,it_IT,2969510,STRADA 04 - Torgiano e Deruta tra vino e Maioliche  ,"
Partenza Torgiano
Arrivo Torgiano
Distanza 27,5 km
Dislivello 250 m
Difficoltà facile
Fondo asfalto, sterrato
Bici consigliata ibrida, mtb, e-bike
Da vedere in zona Torgiano, Deruta, Parco del Tevere e del Chiascio


Situato a pochi chilometri da Perugia, Torgiano è un antico borgo medievale posto sulla confluenza del fiume Chiascio con il Tevere, in mezzo a colline sinuose tappezzate di vigneti e uliveti, che lo hanno reso famoso per la qualità del vino e dell’olio.

L'itinerario che ti proponiamo parte da Torre Baglioni, antica costruzione realizzata nel XIII secolo e posta appena fuori dal centro storico.

Esci da Torgiano scendendo in direzione di Bettona e Deruta, e al termine della breve discesa, in corrispondenza di un semaforo, gira a destra.

Prosegui continuando a seguire le indicazioni per Deruta fino al centro storico di questa splendida ""Città della Ceramica"", da cui si gode una bella visuale sul territorio circostante, caratterizzato dal passaggio del Tevere e da una connotazione ancora prevalentemente rurale.

Una volta uscito da Deruta continua seguendo le indicazioni prima per Casalina e poi per Papiano.

Al chilometro 13,5 gira a destra verso Papiano stazione e poco prima del passaggio a livello, anziché reimmetterti sulla strada principale, prendi a destra una stradina secondaria che, per alcuni chilometri, scorre tra la ferrovia e i campi coltivati e che presenta anche un tratto di sterrato ben battuto.

Raggiunto l’incrocio con la SP377, gira a sinistra ed entra a Fanciullata.

Procedi seguendo le indicazioni in direzione di Perugia, andando sempre diritto fino a San Martino in Campo.

Raggiunto San Martino, al chilometro 23,5, trovi una rotonda dove giri ancora a destra seguendo le indicazioni per Torgiano: superiamo prima il ponte sulla E45 e poco più avanti il ponte sul Fiume Tevere, prima di iniziare la breve salita che riconduce al centro del paese, che inizia proprio in corrispondenza delle Cantine Lungarotti.

Salendo verso il centro storico, sulla sinistra si possono osservare le distese di vigneti che hanno reso famosa questa cittadina per il suo vino e, appena più lontano, il profilo inconfondibile di Perugia e del Monte Subasio.

Arrivato in cima alla salita si gira a destra e in pochi metri ti ritrovi al punto di partenza.

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Itinerario in bici facile dal borgo di Torgiano alla Città della Ceramica

,,Deruta|Torgiano|Bici da strada|Facile|Media VallExperience|I borghi delle due valli,,,,,42.4700942,14.204761389793438,,,,, Itinerario,it_IT,2966766,La via delle ceramiche in Umbria: da Orvieto a Deruta,

Orvieto e la ceramic

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Cerchi un oggetto unico? Lavorato e dipinto a mano? In questo itinerario da Orvieto a Deruta, potrai unire il piacere del turismo a quello dello shopping. E se volessi imparare qualcosa di più sulla ceramica? Corsi e artigiani al tuo servizio…

",,Deruta|Orvieto|La ceramica|Media VallExperience,,,,,42.7183489,12.112834849999999,,,,, Itinerario,it_IT,2969675,"L'Umbria in moto, costeggiando il Lago Trasimeno","

Sali in sella a Deruta, antico borgo nella piana del Tevere. Non perdere l'occasione di un giro tra botteghe e fabbriche di ceramica e maioliche artistiche. Se sei amante dell'arte,se non hai tempo per un corso con il tornio, qui troverai sicuramente qualcosa per abbellire la tua casa: dal vasellame con i colori della tradizione ad un oggetto di design con le moderne tecniche miste. Se vuoi fare due passi, il piccolo centro storico è praticamente all'interno del castello medievale: ti consigliamo di visitare la Chiesa di San Francesco, in stile gotico, con l'attiguo convento, oggi sede del Museo Regionale della Ceramica.

Prosegui tra curve e colline passando per Pietraia, Mugnano e Monte Buono per fare tappa a Castiglione del Lago. Se hai una reflex questo è un ottimo punto per la fotografia: la vista sul lago e sulle pianure che lo circondano, coltivate a vigneti nbsp e uliveti è veramente appagante. Romantico e pittoresco il borgo medievale dove il castello fa da sfondo ad antiche mura ed intime stradine. Più in là, Tuoro, famosa per battaglia che oltre duemila anni fa vide trionfare Annibale su Roma. Lungo le sponde del lago sono tanti i moli da cui puoi prendere il traghetto per le isole al centro del Trasimeno, l'Isola Polvese, l'Isola Maggiore e l'Isola Minore (non visitabile): l'occasione di una gita tra castelli e villaggi di pescatori.

Prosegui lungo il lago, fino ad arrivare a Passignano: se è l'ora di pranzo approfitta dei ristorantini romantici dove assaggiare il pesce lacustre - prova il Gamay del Trasimeno, un rosso che si abbina con il pesce mentre la sottozona della Dop Umbria del Trasimeno offre un olio delicato e fresco - e concludi con una passeggiata lungo il porticciolo.
Sei quasi arrivato alla fine. Dirigiti verso Magione, che si erge su di un colle posto a guardia sul Trasimeno: splendida la medioevale Torre dei Lambardi, da visitare il Castello dei Cavalieri di Malta, circondato da un ampio parco da cui il panorama si spazia lontanissimo… Buon rientro

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In viaggio tra le magie della natura umbra: l'azzurro del lago Trasimeno. Si inizia il tour da Deruta, cittadina celebre per le sue ceramiche, una  sosta nella romantica Castiglione del Lago mentre la tappa finale è  a Magione.

",,Castiglione del Lago|Deruta|Passignano sul Trasimeno|Tuoro sul Trasimeno|Magione|Umbria in moto|trasimeno|Media VallExperience,,,,,42.9806409,12.416689,,,,, Itinerario,it_IT,2968657,I luoghi di Don Matteo,"

La celebre bicicletta di Don Matteo, il prete detective protagonista della famosa serie Tv in onda su Rai Uno, attraversa strade di straordinaria bellezza. A fare da sfondo alle imprese del sacerdote è il centro storico di Spoleto con i suoi vicoli, le superbe chiese, i suoi palazzi e la sua suggestiva rocca.

 

Il tour che ti proponiamo ti farà vedere da vicino i ""luoghi di Don Matteo"". Puoi sia intraprendere autonomamente una passeggiata che attraversi i luoghi del centro storico, che approfittare della visita guidata a cui si può partecipare, in determinati momenti dell'anno, utilizzando la Spoleto Card (per informazioni rivolgiti allo I.A.T. di Spoleto.)

 

Uno dei luoghi da non perdere è sicuramente il Duomo di Spoleto, la Cattedrale di Santa Maria Assunta. Si tratta di una delle principali location di Don Matteo ed è il luogo in cui viene ospitata la Canonica, la Caserma dei Carabinieri e il Parlatorio. A pochi metri dalla piazza in cui si affaccia il Duomo trovi Piazza della Signoria; qui riconoscerai i luoghi di alcune delle puntate di Don Matteo 9 e  poco distante, potrai vedere Palazzo Bufalini: il palazzo è stato utilizzato per le riprese in esterna della Caserma dei Carabinieri.

Seguendo verso il cuore del centro storico di Spoleto, cerca via Fontesca: in questo bel vicolo sono ospitate le case di Cecchini (Nino Frassica) e del Capitano Tommasi (Simone Montedoro).

E la Chiesa di Don Matteo? Si tratta della Basilica di Sant'Eufemia che si trova all'interno del palazzo vescovile costruito sulle basi di quella che era la residenza dei duchi longobardi. A pochi metri puoi vedere il Teatro Caio Melisso dove è stato allestito il parlatorio del carcere.

Approfittando di una visita al Complesso Monumentale di San Niccolò, puoi osservare la vicina scuola delle Maestre Pie Filippini ha ospitato tutte le scene girate nella scuola elementare.

Le celebri passeggiate in bicicletta di Don Matteo e le camminate con il suo amico maresciallo Cecchini hanno luogo in Corso Garibaldi, una delle strade principali del centro storico, ma anche in via dell'Arringo, in via delle Mura, in via di Visiale e nel Vicolo della Basilica. Il punto più suggestivo, anche se poco fuori il centro storico, in cui la bici di Terence Hill passeggia è il Ponte delle Torri che conduce alla Rocca Albornoziana, il castello che domina su Spoleto.

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Se sei un fan di Terence Hill e della celebre serie TV che ha come protagonista il sacerdote detective, quest'itinerario ti condurrà a ripercorrere i luoghi delle ultime stagioni di Don Matteo, alla scoperta delle bellezze di Spoleto.

",,Spoleto|L'arte in Umbria,,,,,42.7349048,12.7298042,,,,,null null null Spoleto null null null Itinerario,it_IT,2966592,La bottega del Perugino,"

Un viaggio ricco di emozioni vi porterà alla scoperta di alcune delle opere realizzate dai più celebri allievi del grande Pietro Vannucci, nume tutelare della pittura rinascimentale in Umbria.

Una “squadra” di artisti che, una volta usciti dal prestigioso atelier del Divin Pittore, impreziosì chiese, conventi, confraternite e pievi, rendendo il Cuore Verde d’Italia uno scrigno di bellezza.

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Alla scoperta delle opere degli allievi del Divin Pittore

,,Panicale|Perugia|Spello|Città di Castello|Trevi|Spoleto|Panicale|Città di Castello|Perugia|Spello|Trevi|Spoleto|L'arte in Umbria|Destinazione Subasio,,,,,43.4544325,12.238587672689574,,,,, Itinerario,it_IT,2968766,Sulle vie della Spiritualità nell'Alta Valle del Tevere,"

In Umbria il senso del sacro affiora da ogni abbazia o eremo e dai tanti luoghi della fede che ne segnano il territorio. L'Alta Valle del Tevere custodisce una straordinaria ricchezza di edifici di grande interesse storico-culturale.

L'itinerario comincia da Città di Castello, la porta a nord-ovest della regione. Prima di partire approfitta per visitarne il centro storico, caratterizzato da una elegante struttura architettonica rinascimentale, e non perdere l'occasione di ammirare i capolavori conservati nella Pinacoteca comunale di Palazzo Vitelli, dalle opere del Signorelli a quelle di Raffaello e del Ghirlandaio.

 

La prima sosta, dopo solo pochi chilometri, ti porta all'Eremo del Buonriposo, tappa del Cammino Francescano perché, in questo luogo immerso nel verde, il santo trovava riposo spirituale nelle sue peregrinazioni verso La Verna. È particolarmente emozionante ritrovare i segni della stanza in cui San Francesco dimorò nel 1213; è ancora visibile la semplice chiesetta con l'altare e il coro, la stanza del Santo, il refettorio, il piccolo chiostro e la Grotta del Diavolo, in cui Francesco fu ripetutamente tentato da apparizioni demoniache.

Prosegui quindi il tuo viaggio tornando verso Città di Castello e, dopo una trentina di chilometri, troverai il Santuario della Madonna di Belvedere, eretto alla fine del XVII secolo. Nel Santuario viene venerata un'antichissima immagine della Madonna. Così come suggerisce il suo nome, la visita al monastero è consigliata anche in virtù dell'arco panoramico che si può godere dalla sua posizione, che offre una vista unica su Città di Castello e i suoi campanili, ma anche sull'Alta Valle del Tevere, dal monte della Verna al Monte Acuto.

Poco meno di trenta chilometri di strada appenninica separano il Santuario della Madonna di Belvedere dall'Abbazia di San Benedetto Vecchio di Pietralunga. Incantevole la sua struttura a tre navate e le originarie decorazioni scultoree. L'abbazia ha subito molti rimaneggiamenti e l'originario organismo basilicale a tre navate è stato mutilato nella parte anteriore e nella navata sinistra; la facciata corrisponde, infatti, alla larghezza della navata centrale e della destra che è stata trasformata in sacrestia.

Il cammino prosegue verso Umbertide, con deviazione obbligata per una visita all'imperdibile borgo medievale di Montone.

Giunto ad Umbertide, concediti una passeggiata e lasciati sorprendere dai tanti gioielli architettonici e artistici della città, prima di ripartire per l'Abbazia di San Salvatore di Montecorona, fondata, secondo la tradizione, da San Romualdo intorno all'anno Mille; il monastero benedettino in stile romanico, è simbolo ideale di questo viaggio spirituale e artistico. Puoi terminare il viaggio risalendo verso Gubbio, per una visita alle innumerevoli bellezze della città dei Ceri, e, perché no, per una cena ristoratrice a base di prodotti tipici eugubini: crescia, tartufi, cacciagione e tanti altri ancora.

 

Fonti:

http://www.cittadicastelloturismo.it/it/percorsi/storia/chiese/91-santuario-di-belvedere.html

http://www.iluoghidelsilenzio.it/abbazia-di-san-benedetto-vecchio-pietralunga/

http://www.ilsentierodifrancesco.it/Index.aspx?idmenu=30

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La zona settentrionale dell'Umbria è caratterizzata da bellissimi santuari immersi nel verde: il luogo ideale dove ritrovare la tua pace interiore e vivere la tua spiritualità

,,Città di Castello|Gubbio|Umbertide|Montone|Cammini,,,,,43.458926401361055,12.242210517707019,,,,, Itinerario,it_IT,2967276,Lo zafferano in Umbria,"

Una spezia che arricchisce i piatti che la contengono di una nota aromatica, al contempo avvolgente e raffinata: lo zafferano è una delle “gemme” più preziose dell’enogastronomia umbra.

 

 

Lo zafferano (Crocus Sativus), originario dell'Asia Minore, fu impiegato fin dall'antichità per uso tintorio, farmacologico, cosmetico e gastronomico. A diffonderlo in Occidente furono gli Arabi. La parola deriva dal persiano “sahafaran”, da “asfar” (giallo), passato nell'arabo “za’faran” e quindi nello spagnolo “azafran”.

Le sue proprietà erano note agli Egizi e nella Bibbia viene nominato nel Cantico dei Cantici. Omero lo cita nell'Iliade tra i fiori del letto di nuvole di Zeus. Il medico greco Ippocrate loda le sue facoltà farmacologiche. Il collega Galeno addirittura lo prescrive per tutti i mali. Conosciuto anche in India, viene ancora usato dai monaci buddisti per tingere le vesti.

In Italia, e soprattutto nelle regioni dell’Italia centrale, viene coltivata da secoli. Si tratta di una delle lavorazioni più preziose dell’Umbria che coinvolgono i territori di Città della Pieve, Cascia, Gubbio e Spoleto.

La produzione di zafferano a Città della Pieve affonda le sue origini nel XIII secolo: tra le più antiche testimonianze quella del 1279, nello Statuto di Perugia dove si vietava nell'intero contado e a Città della Pieve la semina della pianta da parte di forestieri. La sua preziosità era legata alla tintura dei tessuti pregiati. Oggi il consorzio “Il croco di Pietro Perugino – Zafferano di Città della Pieve” è costituito da 30 soci produttori di zafferano che viene commercializzato esclusivamente in fili per garantire la sua autenticità. (Per informazioni sui produttori associati al consorzio clicca qui).

A Cascia, dopo una grande diffusione dal ‘200 al ‘500 anche per le sue proprietà terapeutiche, la produzione dello zafferano è stata reintrodotta nel 1999. Nel 2003 è nata l’Associazione dello Zafferano di Cascia – Zafferano purissimo dell’Umbria, a cui aderiscono circa ventitré produttori e che coinvolge tutto il territorio della Valnerina. Ogni anno viene fissato il prezzo minimo del prodotto il 25 novembre, in occasione della festa di Santa Caterina di Alessandria, seguendo un’antica tradizione medievale. A fine ottobre, non perdete l’occasione di visitare la Mostra Mercato dello Zafferano di Cascia.

Sedici produttori dello spoletino sono invece riuniti nell’Associazione “Zafferano del Ducato” che promuove il consumo dell’oro rosso con manifestazioni, sagre, mostre mercato in Italia e all'estero. Cerca in uno dei tanti ristoranti di Spoleto i maltagliati allo zafferano e ceci, un piatto unico e delizioso.

L'Associazione Zafferano di Gubbio, invece, nasce dall’intento di alcuni giovani di recuperare e far conoscere la produzione dell’antica spezia, dove alcune specie di Crocus sativus nascono spontaneamente. (per informazioni sui produttori clicca qui). A Gubbio vi suggeriamo di assaggiare il Coniglio allo Zafferano, un piatto dal sapore deciso, ma addolcito dalla delicatezza della carne bianca.

 

Sapevate che occorrono circa 200 pistilli per fare un grammo di zafferano?

I fiori vengono raccolti manualmente alla fine di ottobre e solo nelle prime ore del mattino, poiché la luce intensa potrebbe alterare le caratteristiche organolettiche degli stimmi: questi di colore rosso mattone intenso, una volta essiccati possono essere commercializzati solo se rigorosamente integri, a garanzia di autenticità del prodotto.

Se desiderate conoscere meglio la produzione, le modalità di raccolta e gustare prodotti a base di zafferano, vi consigliamo di prendere contatto con i consorzi che sapranno orientarvi tra le tante aziende agricole del territorio per organizzare visite guidate e degustazioni. Nelle “città dello zafferano” è inoltre possibile acquistare zafferano puro e prodotti a base di zafferano nelle tante botteghe di prodotti tipici.

 

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Una spezia che arricchisce i piatti che la contengono di una nota aromatica, al contempo avvolgente e raffinata: lo zafferano è una delle “gemme” più preziose dell’enogastronomia umbra.

",,Cascia|Città della Pieve|Gubbio|Spoleto|I percorsi del gusto|trasimeno,,,,,42.45236385,14.205169264197048,,,,, Città della Pieve Gubbio Itinerario,it_IT,4849693,Inaspettati Borghi della Media Valle del Tevere,"

Piccoli e grandi tesori da scoprire nel territorio del Comune di Perugia, al centro del progetto di valorizzazione ColleGali.

 

Info
La lunghezza dell’itinerario è di circa 100 km. A Monte Tezio, punto informativo sull’offerta integrata del territorio, potete sostare e ristorarvi dopo una camminata, parcheggiare le vostre autovetture prima di incamminarvi lungo i percorsi ciclo-pedonali, partecipare ai numerosi eventi di promozione delle produzioni e dei prodotti locali e conoscere le storie e le tradizioni dei luoghi visitati.

Percorsi trekking
Da Cenerente a Migiana di Monte Tezio, solo andata, lunghezza 6 km, tempo di percorrenza 2 ore e mezza, dislivello massimo 600 m. 
Da Solfagnano a Civitella Benazzone, e ritorno, lunghezza totale 11,5 km, tempo di percorrenza circa 4 ore, dislivello massimo 410 m.

Percorsi bike
Da Cenerente a Valbiancara, Monte Pacciano e il sentiero dei conservoni, andata e ritorno, lunghezza 18, 27 km, tempo di percorrenza un’ora circa, dislivello massimo 379 m.
Da Fontignano a Mugnano (MB) e ritorno, lunghezza totale 23 km circa, tempo di percorrenza 3 ore circa, dislivello massimo 495 m.

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Piccoli e grandi tesori da scoprire nel territorio del Comune di Perugia, al centro del progetto di valorizzazione ColleGali.

",,Perugia|Alla scoperta dei borghi|Luoghi della cultura,,,,,43.15554615,12.355787503519151,Cenerente,,,, Itinerario,it_IT,2969126,I paesaggi d'acqua del ternano,,,"

Un breve itinerario nel ternano, dalla città di Terni ai paesaggi d'acqua della zona: le Cascate delle Marmore, il lago di Piediluco e le Gole del fiume Nera

",,Narni|Terni|Narni|Terni|Paesaggi d'acqua|Trekking,,,,,42.558019099999996,12.642648839900037,,,,, Itinerario,it_IT,2968316,Da Amelia a Orvieto sulle tracce di antichi sapori,"

Silenziosi protagonisti del territorio, gli ulivi e le vigne rappresentano con i loro prodotti il segno distintivo del paesaggio, della cultura e dell’economia dell’Umbria. Un patrimonio millenario di natura e di bellezza che regala sorprese in ogni angolo della regione. Come Amelia e Orvieto, al centro di questo itinerario.

Info utili 
La distanza tra Amelia e Orvieto è di 53 km, che si percorre in circa un’ora.

Percorsi trekking
Da Amelia, alla scoperta della gola del Rio Grande, sentiero ad anello, 7 km di distanza, tempo di percorrenza circa 4 ore; dal parco Rio Grande a Macchie, 14 km (andata e ritorno), tempo di percorrenza circa 5 ore.
Da Orvieto al borgo di Sugano, percorso ad anello, circa 10 km di distanza, tempo di percorrenza circa 4 ore.

Percorsi bike
Da Amelia, dal Parco Rio Grande verso Collicelli e ritorno, fra i boschi dell’Amerino, 30 km di distanza, tempo di percorrenza circa 4 ore.
Da Orvieto-Sferracavallo al Parco di Villalba, 26 km di distanza, tempo di percorrenza circa 3 ore.

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Un tour tra prodotti tipici, tradizioni gastronomiche e paesaggi agrari di immenso valore identitario, che rendono preziosa la scoperta di questo lembo di Umbria in provincia di Terni.

",,Amelia|Orvieto|I percorsi del gusto,,,,,42.554035150000004,12.417261159514464,Amelia,,,, Itinerario,it_IT,2968351,Umbria: sapori d'amore,"

Il potere afrodisiaco di alcuni alimenti è noto sin dall'antichità: alcuni di questi cibi erano usati già nella cultura Egiziana, Greca e Romana.
Il termine ""afrodisiaco"" del resto è stato coniato in riferimento ad ""Afrodite"", la divinità greca dell'amore, corrispondente a Venere della mitologia romana.

Fra mito e realtà, ecco alcune eccellenze gastronomiche dell'Umbria simbolo d'amore.

 

Il cioccolato: legato indissolubilmente a Perugia e a Luisa Spagnoli, ideatrice del celebre ""Bacio Perugina"".
La leggenda racconta che, nelle lontane Americhe, il dio azteco Quetzalcoatl, il “serpente piumato” o “uccello-serpente”, arrivò sulla Terra con un dono per gli uomini rubato agli dèi, un albero di cacao, e gli insegnò come coltivare questa preziosa pianta, a raccoglierne i frutti, e a macinarne i semi per creare una profumata bevanda, da insaporire con erbe e spezie, dalle straordinarie qualità energetiche e afrodisiache: il cacahualt o tchiocolatl.

 

Il tartufo, la cui lunga e affascinante storia è mescolata, in modo inevitabile, al mito. L’Umbria è terra di tartufi da secoli: gli antichi Umbri chiamavano “tartùfro” quel “sasso profumato”, e ne introdussero l’uso e la conoscenza in tutta la penisola.
Nel 1868 Gioachino Rossini, che viveva a Parigi, chiedeva tartufi di qualità dall'Umbria, con una lettera spedita ad un commerciante spoletino.
Si firmava ""ex compositore di musica"".
Quei tartufi partirono in fretta per l'autore del Barbiere di Siviglia e del Guglielmo Tell. La missiva è conservata nel museo del Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto.

Lo zafferano: nel mito greco si narra la storia di Crocos e Smilace. Lui, mortale, innamorato della ninfa Smilace, bella e giovane per l'eternità, fu trasformato nella pianta dello zafferano e lei in quella della smilax aspera.
Motivo d'orgoglio per la Regione, questa produzione accompagna la storia del territorio, esaltando le peculiarità dei luoghi di coltura e confezione.

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Fra mito e realtà, le eccellenze gastronomiche dell'Umbria simbolo d'amore.

",,Città di Castello|Perugia|Spoleto|Cascia|Norcia|Preci|Città della Pieve|Gubbio|Sapori della terra,,,,,42.39919490704114,13.68220026759293,,,,,null null null null null null Itinerario,it_IT,2969697,Un giorno tra le isole del Lago Trasimeno,"

Se hai voglia di una passeggiata all'aria aperta, ritagliati una giornata libera e visita le due isole principali del “mare degli umbri”: la Polvese e la Maggiore. Preferisci pedalare? Porta con te la tua bicicletta: al Trasimeno, traghetti e autobus hanno il portabici!

 

Si parte da Perugia, prendi l’autobus E017 che porta a Passignano sul Trasimeno, piccolo comune sulle rive del lago. Da qui salpa il traghetto per l'Isola Maggiore, l'unica ad essere abitata. L’isola fu cara a San Francesco, che la raggiunse nel 1211 per la Quaresima. I tempi di percorrenza sono brevi: in mezz’ora circa la tua escursione potrà iniziare.

 

Appena sbarchi ti troverai immerso in un delizioso abitato, che conserva l'aspetto del piccolo villaggio di pescatori, con case di origine tre-quattrocentesca. Da qui partono due itinerari possibili per visitare l'isola: consigliamo di prendere la strada sulla sinistra e percorrere Via Guglielmi, in modo da iniziare l’escursione con una piacevole passeggiata sul Lungo Lago.

Si sale per la Strada di San Salvatore, ti imbatterai nell'omonima chiesa romanica. Proseguendo il sentiero consigliamo una sosta alla chiesa gotica di San Michele Arcangelo: al suo interno si possono ammirare affreschi datati tra il XII e XIV secolo.

Ora prendi il sentiero che scende e taglia Viale Marchesa Isabella, fino ad arrivare alla Cappella di San Francesco. Al suo interno si trova il giaciglio dove si racconta riposò il Santo. Poco più avanti si trova lo scoglio dove San Francesco si fermò a pregare appena arrivato sull'isola.

La visita può continuare verso il Castello Guglielmi, posto nella parte più a sud dell'isola. Al suo interno, nel 1904, Elena Guglielmi creò un laboratorio di merletti a punto Irlanda. Tale lavorazione da allora è diventata una tipicità del posto. Tornando in paese, merita una sosta il Museo del Merletto, dove ammirare la bellezza di questi manufatti artistici.

Il giro dell’Isola Maggiore è completato. Anche se il nome può ingannare, l'isola più grande del Trasimeno non è però la Maggiore, bensì la Polvese, che fa parte dell'Oasi Faunistica del lago Trasimeno. Riprendi il traghetto e torna sulla terraferma, prendendo l’autobus E112 (Linea Rossa) o in sella alla tua bicicletta in direzione di San Feliciano, un grazioso borgo sulle rive del lago. Da qui, raggiungi il porticciolo e prendi il traghetto per Isola, come la chiamano gli abitanti del luogo.

Scesi dal traghetto ci si trova di fronte a Villa Biagiotti, un edificio costruito intorno agli anni '40 del secolo scorso; prendi il percorso sulla sinistra e inizia la passeggiata. Dopo pochi metri sei alla Rocca del XV secolo, del quale sono rimaste solo le mura perimetrali. Il cortile interno, recentemente riqualificato, è oggi un teatro dove si svolgono spettacoli all'aperto.

A pochi passi dal castello, proseguendo lungo il sentiero, si trova la piccola chiesa medievale di San Giuliano, ad una sola navata e secondo gli storici eretta sui ruderi di una villa romana: nel muro di terrazzamento della chiesa si possono infatti ammirare i resti dell'opus reticulatum, tecnica edilizia e decorativa tipica delle costruzioni di epoca romana.

A sinistra del castello il sentiero prosegue: seguilo e non resterai deluso. Ti condurrà al Giardino delle Piante Acquatiche, progettato nel 1959 da Pietro Porcinai, uno dei maggiori architetti italiani del paesaggio. Qui si trova una grande varietà di piante acquatiche, sia autoctone che provenienti da altre località, tutte immerse nella piscina scavata nella roccia e alimentata direttamente dalle acque del Lago Trasimeno.

Prosegui il cammino sino al Monastero dei Monaci Olivetani e alla Chiesa di San Secondo, abitata dai monaci olivetani dal 1404 al 1624, della quale oggi rimane solo la cripta e una parte del refettorio.

Se superi il bosco di lecci, sulla destra, si arriva alla spiaggia. Se sei in compagnia di bambini questo è il luogo ideale per una sosta. L'area è attrezzata con un parco giochi e campi da pallavolo. Qui finisce il giro dell'Isola Polvese, il traghetto per tornare sulla terraferma parte dal porticciolo a pochi metri di distanza. Termina anche il tour tra le isole del Lago Trasimeno: purtroppo la terza isola del Lago, l’Isola Minore (detta anche Isoletta), non è visitabile perché privata e ad oggi disabitata.

Vale la pena fare un giro per San Feliciano e visitare la rocca, il Museo della Pesca ed il Museo delle Barche. Si consiglia di non lasciare il Trasimeno senza aver assaporato i deliziosi piatti a base di pesce del lago, come il tegamaccio, la Regina (carpa) in porchetta o il pesce persico fritto.

 

 

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Usa il battello come mezzo di trasporto e lasciati guidare alla scoperta delle meravigliose isole del Lago Trasimeno.

,,Castiglione del Lago|Tuoro sul Trasimeno|Magione|Passignano sul Trasimeno|Parchi naturalistici e tematici|trasimeno,,,,,42.448940584947145,14.226193241080146,,,,, San Feliciano Isola Maggiore Itinerario,it_IT,5011845,Nelle terre del Perugino – Da Perugia a Foligno,"

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",,L'arte in umbria|Perugia|Bettona|Foligno|Deruta|Perugia|Bettona|Foligno|Deruta|L'arte in Umbria,,,,,43.11213175,12.388803150779275,Perugia,,,, Itinerario,it_IT,2966784,Eremo della Madonna del Riparo,"

In prossimità dell'ingresso della cavità naturale c'è un pozzo-cisterna sempre pieno d'acqua, ritenuta salutare.

Il Santuario era meta di pellegrinaggio per la festa di San Michele Arcangelo con visite di devoti venuti a bere e bagnarsi con l'acqua della grotta a scopo terapeutico. Anche se la pratiche delle devozioni sono ancora attive, il Santuario è chiuso durante l'anno: lo puoi visitare contattando la famiglia Federici a Sant'Eraclio di Foligno.

Nei pressi di Roviglieto, sulle pendici di Monte Cologna, il santuario terapeutico di Sant'Angelo de Gructis, eretto nel XI secolo dai Conti di Uppello in una profonda e ampia grotta naturale.
Fra i secoli XIII e XIV passò in eredità ai Conti di Turri. Nel 1870 il santuario è stato acquistato dalla famiglia Federici di Scandolaro che lo possiede tuttora. Il luogo di culto fu abbandonato, in un'epoca imprecisata, dagli stessi abitanti di Roviglieto che rivolsero le loro attenzioni al santuario della Madonna delle Grazie di Rasiglia a cui era stato attribuito il miracolo della resurrezione di un bambino.
Nel 1842, come puoi vedere dalla lapide apposta sulla facciata della chiesa, la casuale scoperta della grotta, resa nel frattempo inaccessibile dall'ostruzione dell'ingresso, fu ritenuta un fatto prodigioso. L'accaduto creò un'immediata ripresa del culto verso questo luogo che venne dedicato alla Madonna delle Grotte o del Riparo, dopo il ritrovamento sotto l'intonaco dell'immagine della Madonna della Misericordia.

Il complesso è costituito da una piccola chiesa, ristrutturata nel secolo XIX, e da un'ampia grotta naturale a cui si accede scendendo da una scala scavata nella roccia. Nella parete sinistra della cavità, che assume verso il fondo una forma elissoidale, c'è l'altare che orna l'affresco della Madonna del Riparo, con a fianco la statua lignea di San Michele Arcangelo, protetto da un tettino di lamiera, sostenuto da colonne. In una ramificazione della grotta è stata ricavata l'abitazione per il romito che custodiva il luogo dopo il suo ritrovamento.

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Alle pendici del Monte Cologna sorge il santuario terapeutico della Madonna del Riparo, eretto nel XI secolo in una grotta naturale. Puoi bere l'acqua miracolosa solo per l'Ascensione, la festa di S.Michele Arcangelo e la Natività della Madonna

",,"Foligno|I santuari terapeutici dell'Umbria, tra sacro e profano",,,,,42.452677800000004,14.20406549783552,,,,, Foligno Itinerario,it_IT,2968435,Nelle terre del Perugino – Da Panicale a Montefalco,"

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",,L'arte in umbria|Montefalco|Trevi|Assisi|Spello|Trasimeno|Panicale|Folignate - Nocera Umbra|Assisano|Montefalco|Trevi|Spello|Panicale|L'arte in Umbria,,,,,43.0297116,12.1028917,Panicale,,,, Itinerario,it_IT,5118564,Il Perugino ci racconta la natività,"

Raffinati capolavori Rinascimentali tutti da ammirare; questo percorso artistico vi porterà a scoprire le Natività e a godere delle bellezze paesaggistiche dell’Umbria.

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Il 2023, è l’anno del Perugino e l’Umbria si prepara a celebrarne vita e opere con eventi, itinerari e giornate di studio. Pietro Vannucci, il “Meglio Maestro d’Italia”, a 500 anni dalla sua morte riesce ancora ad emozionare con la sua arte.

",,L'arte in umbria|Luoghi della cultura|Montefalco|Trevi|Trasimeno|Perugino|Perugia|Città della Pieve|Montefalco|Trevi|Città della Pieve|Perugia|L'arte in Umbria,,,,,42.9527985,12.003608893679921,Perugia,,,,